Quella volta a Firenze
di
Sardus
genere
esibizionismo
Sono un trentenne sardo, normalissimo e piacente, viso d'angelo ma animo da diavolo, un insospettabilissimo maiale. Sposato, lei poco più grande, non molto aperta a situazioni trasgressive. Dicembre 2019 ci troviamo a Firenze per il Capodanno, casa storica all'ultimo piano di un palazzo d'epoca splendido. La stanza da letto affaccia sui palazzi di fronte. È sera, divoro mandarini per merenda, forse troppi. L'acidità inizia a farsi sentire e son piegato in due dai dolori allo stomaco. Prendo acqua calda, tisane, ma i crampi allo stomaco non si attenuano così mi corico per cercare di calmarli al caldo delle lenzuola, in attesa che passino da soli. Mia moglie fa avanti e indietro tra la sala e la camera per sincerarsi sul come stia quando, all'improvviso guardando sulla via, scoppia a ridere e mi chiama a sé. Mi alzo a fatica e dalla finestra vedo che nella stanza del palazzo di fronte, una coppia se la sta spassando alla grande. Hanno le tende completamente spalancate, le luci accese, vogliono certamente farsi osservare. Lui un ragazzone alto sul metro e novanta, muscoloso e ben piazzato, con un grosso tatuaggio sulla gamba e un grosso attrezzo, leggermente ricurvo, tra le gambe. Lei mediterranea, capelli neri, snodatissima, magra. Le tiene le gambe ben spalancate e la stantuffa con forza senza sosta, le schiaccia la testa sul cuscino, togliendole il fiato. La prende a cavalcioni e si fa fare uno smorza candela da urlo, mentre lei va su e giù con la figa evidentemente umidissima e la bocca spalancata mentre geme. Lui si mette poi in piedi sul letto e le pianta il cazzo in bocca dopo essersi tolto il profilattico e lei succhia avidamente come se non ne vedesse da secoli. Glielo infila tutto, prima lentamente, poi le scopa la gola, la prende a schiaffi mentre ha il cazzo in bocca, le sputa in faccia e poi gliela riempe di seme copioso. Intanto, il mio boxer, è inondato di preseminale, l'odore di sesso nella nostra stanza è tale che l'aria è carica e intrisa di voglia. Mia moglie, solo divertita dalla scena ma non eccitata, almeno apparentemente, mi chiede di smetterla di pensarci. Ho il cazzo in tiro e in pochi minuti i miei 20cm tosti e umidi la penetrano con forza. Rivedo a mente la coppia che si era divertita poco prima e qualcosa si sblocca in me. - Immagina che ora siano loro a vedere noi, le dico. Mi guarda come se stessi impazzendo. Continuo a penetrarla con forza e sento che si bagna. - Lui ti vuole, vuole scoparti con me, insisto. Non risponde e inizia ad ansimare sempre più forte. - Lo vuoi anche il suo cazzo dentro, vero?, le chiedo. Mi risponde un flebile sì. Continuo a pomparla e le dico di fare la troia per quelli che ci potrebbero osservare. Dapprima indispettita, cede sotto i colpi del cazzo poco dopo. - Sono una troia, mi dice prima piano e poi sempre più forte. - Sei la mia troia, le dico, e devi farti scopare da quel cazzo. - E tu devi leccare la figa di lei, mi risponde. Sotto i colpi del cazzo sempre più forti, all'idea del tizio che la scopa con me e di me che lecco la figa di quella, non resisto ed esplodo come non mai. Non facciamo più riferimento a quanto accaduto e a quelle fantasie sino a qualche giorno dopo quando, di ritorno sull'Isola e in nave, vedendo i vari marinai in divisa, si riaccende nuovamente questa voglia sfrenata. In cabina non facciamo l'amore, la scopo proprio come una troia. La fantasia e l'eccitazione son talmente alte che, nel sentire il personale della nave passare fuori dal corridoio, la scopo con forza e le dò nuovamente della troia. Anche in quel momento mi guarda incattivita, per cedere poco dopo e iniziare a urlare dal piacere. La cabina è inondata di odore di sesso, dell'umido della sua figa, del rumore delle palle che sbattono su di lei e delle sue urla. Sento dei rumori fuori dalla porta, come se qualcuno si fosse fermato e poggiato ad ascoltare e lo dico a lei. - C'è un marinaio o forse più di uno fuori dalla porta. Hanno tutti i cazzi duri e umidi per te. Geme. - Dillo che sei una troia e vuoi succhiarglieli. Ora apro la porta e ti scopiamo in gruppo. Le dico questo mentre continuo a sventrarla con l'asta. Il suo bacino si muove avanti e indietro senza sosta, la sua figa è inondata di umori. - Sono una troia, grida, urla, si dimena, venendo sul mio cazzo. Non resisto più, lo tiro fuori e schizzo tutta la moquette della cabina, godendo come non mai. Vedere quella coppia fiorentina, ha acceso qualcosa in me, trasformandomi per sempre.
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