Mia moglie Martina: conclusione

di
genere
tradimenti

I nuovi inizi possono nascondere delle false partenze. Questo è stato il caso. Solo un mese dopo l’uscita dal centro di recupero, la trovo in casa per terra nuda tra due uomini e diverse strisce di coca. Non respira. Sono un soccorritore e so come rianimarla. La corsa in ospedale e la paura di perderla per sempre. La salvano, ma può andare avanti così. Di nuovo ricoverata nel centro di recupero. Quando esce per la seconda volta la mia azienda fallisce e io vengo lasciato a casa. Non possiamo più mantenerci così e nemmeno pagare la casa.
L’aiuto provvidenziale arriva dalla morte di una mia zia proprietaria di una grossa azienda agricola con campi e allevamenti. Sono l’unico erede e mi ritrovo con una fortuna tra le mani.
Ci trasferiamo così fuori città e iniziamo la nostra nuova vita. La mia laurea in agraria, fino a qui non utilizzata, si rivela molto utile nella gestione dell’azienda agricola e così riusciamo a guadagnarci da vivere e mia moglie, lavorando con me, sembra giovare della situazione. Abbiamo fattori che ci aiutano. E la sera prima di dormire stanchi morti, facciamo l’amore.
Inizio a notare che Martina flirta con un giovanotto che lavora per me. Capelli castani, fisico robusto e di bell’aspetto. Mi confessa che vorrebbe scoparlo. Ma sa che deve chiedere il mio permesso. Fortunatamente per lei, scopro che la cosa mi eccita. Così acconsento. La sento scopare con il fattore. La spio. Vedo che succhia il cazzo come fosse un ghiacciolo. Lo lecca. Lecca il culo.
Lui la insulta. La prende con forza. Le tira i capelli. La sta dominando, come io non sono mai riuscito. Ho il cazzo in tirissimo. Mi masturbo. E vengo due volte mentre il vero padrone di mia moglie la scopa e la fa godere.
Le viene in bocca e lei ingoia tutto. E la sera dopo la scopata facciamo sesso insieme. E mentre la bacio sento il saporo del fattore.
La storia va avanti, si vedono sempre più spesso.
Lei scopa sempre di più con lui e trova delle scuse per non farlo con me.
Si sta innamorando di lui.
Una sera mentre lui la sta inculando lei grida di amarlo. Quando lui le viene nel culo lei si stacca. Lo guarda e gli dice di scappare con lei.
Sono entrato. Lei sorpresa e lui forse ancora di più. Abbiamo litigato. Lui licenziato in tronco e lei riceverà le carte del divorzio.

Sono passati cinque anni. Ho trasformato la mia azienda in una leader di settore. Ho comprato terreni e ampliato le mie produzioni.
Un giorno vado per un sopraluogo in una terreno che sto facendo bonificare e all’ingresso del terreno, trovo lei. La mia Martina. L’ombra della donna bellissima che era. Magra. Consumata. Le braccia cosparse di fori delle siringhe. Fa la puttana per potersi comprare la droga.
Mi fermo e la carico. È talmente fatta che all’inizio non mi riconosce nemmeno.
«30 euro servizio completo, per 50 può anche legarmi, picchiarmi. Può fare quello che vuole con il mio corpo.».
«Ma come ti sei ridotta, amore mio?».
Mi riconosce. Scoppia a piangere. La abbraccio.
La porto a casa con me, ma prima passiamo a prendere il suo bambino di 4 anni.
Questa volta ripulirsi fu difficile e molto lungo. Ma posso dire che nonostante tutto, questa storia ha un lieto fine.
Ora Martina è pulita da quattro anni. Ci siamo risposati e aspettiamo il terzo figlio. Lei è tornata la bellissima donna di un tempo, anzi con la maternità ancora di più. Lavora nella mia azienda dove gestisce un progetto di recupero per donne tossiche recuperate dal mondo della prostituzione.
Martina è la prova che anche chi tocca il fondo può avere una vita felice, se si lascia aiutare.
scritto il
2021-04-26
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