Mozzoxciurma arrapata (2° parte)

di
genere
gay


Ma mi resi conto che sbagliavo: vidi che intorno erano allineati dietro a me a maneggiarsi i cazzi duri in attesa del loro turno per incularmi, ma ero
sfinito, avevo il culo in fiamme, e non cercavo altro che un pò di riposo dopo tanta trombata. Nello stesso momento e per di più nel giro di poco tempo mi
ributtarono sulla branda e messo di nuovo a supino, fui subito rudemente allargato le cosce e senza tanti preamboli infilzato da uno dei tanti cazzi, come
se aspettasse il turno con una puttana. Purtroppo dovetti cedere alla violenza e subire quei cazzi duri e dritti. Uno di loro mi disse: "Sei proprio una
troiona, dillo che ti piace il cazzo porco eh?" Stupito da quelle parole volgari, anche se altri non erano da meno. "Non ti preoccupare ti fottiamo tutti quanti, sto bel culo da finocchio!" Ormai mi trattavano come una bagascia di strada, non avevo mai subito un'umiliazione del genere in quanto oltre alla bocca e il buco del culo slabbrato e pieno di sperma fino all'estremo mi riempirono anche di parolacce, insulti ed umiliazioni. Fu così che capii i pregi ed i difetti di essere la cagna di bordo, avrei dovuto appagare e prestarmi sessualmente a qualsiasi loro richiesta. Purtroppo dovetti assecondarli in quando mi sentivo troia, e mi piaceva essere fottuto da loro, mentre tenevo gli occhi chiusi e la bocca aperta in cui usciva i miei gridolii di godimento che veniva smorzato con piccoli morsi di labbra. Accortosi del mio godimento, il marinaio di turno accelerava il ritmo con dei colpi violentissimi nel profondo del mio retto, e da sentire la sua cappella spingere sotto lo stomaco. Io pensavo bene di aprirmi al massimo le chiappe e con lo sguardo cercavo altri cazzi grossi da soddisfare per la mia golosa fica! Finalmente dopo tanto fottere hanno finito la favolosa trombata, ed io contento mi addormentai stanco, il mio povero buco era ancora dilatato e cominciava a colare sborra. I marinai soddisfatti ritornano nelle loro brandine, e durante la notte qualcuno fece anche il bis possedendomi, ed io non dissi: di No. Mi svegliai tardi con tutte le ossa indolenzite.

Uscendo dalla cuccetta vidi i miei compagni sul ponte soddisfatti a lavorare, erano molto gentili, quel giorno all'insaputa del Comandante mi fecero dormire
un pò di più del solito. Gentili e galanti si sforzavano di mostrare la loro parte migliore, inconsapevole che faceva molto caldo ed erano sempre a torso
nudo, esibendo dei corpi magnifici imperlati dal sudore e l'odore intenso dei loro corpi. Mentre ogni volta nel guardarli mi percorre un brivido giù nel
culo, anche se notai che anch’essi non soltanto mi guardavano vogliosamente, ma facevano sottovoce dei commenti con altri marinai che non riuscivo a capire
il senso del discorso, ma immaginavo cosa hanno detto: dai loro sguardi diretto al mio buco del culo che era in subbuglio totale. Quel giorno però il nostromo mi fece un sorriso inequivocabile, ma ebbe l’ardire di avvicinarvisi dalla schiena e di sussurrarmi all’orecchio: "Ciao bel moretto, stanotte ho sentito le tue grida di godimento, ora mi tocca a me fotterti sto bel culo da vacca che tieni!!" A quelle parole rimasi quasi senza fiato e dovetti fare degli sforzi sovrumani per controllarmi. Ma lui riuscii a replicare abbastanza pacatamente: "Dai troia, vieni con me giù alla cambusa che fa molto caldo e potrei offrirvi da bere qualcosa, di fresco, che ne dici??", disse dandomi una bella palpata alle chiappe che non riuscii a trattenermi un pò. E ovviamente non lo feci ripetere due volte, anzi gli tastai con mano piena il suo cazzone duro rinchiuso in quei pantaloni da lasciarlo di stucco e approvare con un "Mmmmmmhhh!!!" lui mi guarda e ride, e poi va verso la cambusa toccandosi il bozzo duro, mentre lo seguo come una troia in calore nella cambusa, ed io non so come ero fuori di me dall’emozione. Che cosa avevo combinato? Mi stavo comportando come una puttana affamati di cazzi, e ora mi avrebbe di sicuro scopato? Ma era proprio quello che volevo? Si, era così, era quello che volevo e avrei fatto tutto quello che lui desiderava. Appena entrato in cambusa lui chiuse la porta a chiave, mi trovai stretto tra le sue braccia muscolose ed era eccitato come un toro! Ero la sua preda, non avevo scampo, e avevo paura, le sue carezze non erano delicate, ma rozze come se volesse darmi una botta e via. Non mi passa neanche per la camera del cervello di tentare di liberarmi o di gridare, era colpa mia. Sento il costume calare giù e un palpamento continuo sulle mie chiappe, il nostromo era cosi eccitato che caccia dai suoi pantaloni un cazzo duro senza mai smettere di palpare il culo, e non si accontenta di strizzare solo i capezzoli, anzi piazza il suo manganello di carne dura fra le mie cosce simulando una scopata. Il suo modo di fare mi fece perdere la testa e come una troia affamata di cazzi afferrò il suo bastone di carne con una mano da fargli una sega, ma lui non si accontenta della sega tanto che mi costringe a chinarmi sul suo cazzo abbastanza grande, più grande del mio, già dritto e pronto sul mio viso che mi obbliga a leccarlo e prenderlo in bocca, benché non fosse pulitissimo trovai gradevole il suo gusto. In quei pochi secondi non capì un cazzo da ritrovarmi inginocchio davanti un bel cazzo duro, mentre lui dritto e appoggiato alla parete della cambusa ed io, gli stavo facendo un bel succoso pompino.

Era la prima volta che facevo un pompino a quella posizione, e sentire un tronco duro che si muoveva in bocca sbattendomi le sue palle dure sul mio mento
tanto da piacermi. Il porco del nostromo ansimava e gemeva, ed io come una troia subivo e godevo delle sensazioni incredibili... fottuto in bocca da quella
bestia di cazzo, e contemporaneamente non mi ero mai sentito così totalmente donna, ma soprattutto così puttana, finché mi prese per i capelli e inizia a
muovermi avanti e indietro come se stesse fottendo una fica. Il nostromo era instancabile, i suoi colpi si fecero più forti fino a riempirmi la bocca di
sperma caldo, e poi si stanca presto sfilando l'asta semi_dura dalla mia bocca. Finalmente aveva finito, soddisfatto da quel pompino mi tirai su per
andarmene, ma vengo stoppato da lui e fatto girare a culo in su; il resto è successo tutto in un attimo, mi prese per i fianchi dicendomi: di allargare bene le chiappe, mentre lui appoggia la sua cappella all'imbocco del mio buco di culo. Sento subito il suo cazzo indurirsi di colpo tanto di meravigliarmi da quella ripresa, rimasi chino per offrirmi a lui che con un solo colpo me l’ha infilato tutto dentro quel bel cazzone, ma benché mi desse dei colpi molto forti non provai dolore, forse perché il buco era già stato allenato da altri cazzi, oppure non distinguevo più nessun tipo di misura. Inizia a muoversi goffamente in avanti facendo poca fatica, e dopo un attimo mi sembrava non volesse finire più, senza fermarsi fece entrare tutto la minchia finche senti i suoi peli solleticare le mie chiappe, e capì che era entrato tutto da sentire le sue palle dure sbattere contro il mio buco del culo e reagire gemendo come una cagna. Da quella tremenda fottuta lo supplicai di non fermarsi perché mi piaceva. Il nostromo inizia a muoversi indietro e poi subito avanti, ma non per la lunghezza di tutto il cazzo, anzi non era male la fottuta, anche se il movimento iniziava a piacermi, ma soprattutto sentire una grossa bestia che distruggeva il mio budello fino ad arrivare in gola. Dovetti assecondare i suoi movimenti e a gemere come la più grande porca, lui mi prese il mio cazzo in mano che ormai era diventato durissimo ed inizia a segarmi. Ero del tutto sballato da ritrovarmi a gambe alzate ed aperte, ed lui inclinato indietro mi fece sentire tutto la sua stanga che mi percuote da spaccarmi completamente in due le chiappe, anche se la fottuta mi lascia al quanto sfiancato. Tutto questo dura poco perché lui era molto eccitato che arriva quasi all’orgasmo tanto da sfilare all’improvviso, e poi me lo mise davanti alla mia bocca, mentre lo circondai con le labbra e succhiando di gusto, lui mi venne in bocca e sentì molti schizzi caldi che mi arrivavano fino in gola, cercai di inghiottire tutto e a quel punto anche io sborrai a terra. Mi sedetti sul pavimento stremato mentre lui stava ancora appoggiato alla parete. Dopo un breve riposo si tira su i pantaloni allacciando e prima di uscire mi diede un buffetto sulla guancia. Io rimasi seduto perché non sentivo più il buco del culo e preoccupato immersi un dito, mi accorsi che era spaventosamente larghissimo tanto da tirare su il costume ed uscìì dalla cambusa.

Da quel giorno mi resi conto che sarei diventato la puttana di tutti i marinai, a bordo: purtroppo essendo il più giovane lì dentro è anche un gran bel
ragazzo. Beh, almeno mi sono rassegnato a prenderlo nel culo. Ormai basta che facciano un cenno con la testa o mostrando la durezza dei loro gonfiori che si evidenziano nei pantaloncini e costume, ed io come una troia mi lascio fare: ai cessi, in cambusa, nei frigoriferi, nella stiva e cucina, nelle cuccette, anche durante il pescato. Uno, due, tre alla volta. Il più delle volte si sfogano in fretta, ma qualcuno invece si gode a lungo il mio culo giovane e fresco. Questo fino all’arrivo di un porto dove l'equipaggio si sfogherà con le troie del luogo. Io ero l'unico in tutta la nave a non fare i turni di notte sul ponte, perché i marinai si misero d'accordo che ogni notte cambiavo cuccetta. Così a bordo conobbi 30 cazzi meno gli ufficiali, sennò mi potevano sbarcarmi. Anche se sospettavano qualcosa, ma per il quiete vivere facevano finta di niente. Finalmente dopo mesi di fottuta di cazzi, il Comandante fece rotta verso Las Palmas. L'equipaggio non vedeva l'ora di sbarcare per andare a scopare con donne vere. Era le nove di sera, quando la nave attracca al porto: "Finalmente terra!!!" "E puttane?" "Fiche succulente, calde e umide!!" "Ehi Checco, non sei mai stato a night club dell'Eldorado!!", dice Vittorio rivolto a me. "Perché?" "Come perché c'è un bordello più merdoso del mondo!!" "Davvero???" "Puttane!?", interruppe Leandro. "Bhe se vi piace!? Che c'è di strano!", chiusi io. "Che c'è di strano! Si scopa soltanto fiche, e non froci come te!?", dice il vecchio marinaio. I marinai felici di sbarcare e andare a fottere con le troie, per un paio di giorni di sicuro non mi toccheranno ed io potevo far riposare un pò il mio povero culetto. Quella sera con il permesso del Capitano felici di sbarcare dalla nave scesero in franchigia, e contenti mi salutano con delle pacche sulle chiappe. Li vedo con invidia sparire da lontano, anche se ero curioso di visitare di sera come era fatto Las palmas: perché ne avevo sempre sentito parlare in termini entusiasti da loro. I loro racconti di fottere le troie e incontri particolari con belle donne del posto, per far cornuto a qualcuno. Anche se per me c'era il coprifuoco essendo giovane, ma la voglia era tanta e con furbizia e grazie ad una catasta di cassette vuote riuscì a farla franca ai poliziotti del porto. Mentre ero in giro per la città mi capita di passare in un bar del porto frequentato da marittimi e militari. Improvvisamente sento delle grida e dei vetri rotti in quel locale. Le grida arrivarono da lì. Incuriosito vado a vedere cosa stesse accadendo. C'erano quattro marinai con la divisa Americana, mentre erano circondati da dieci uomini del posto. Ero molto vicino alla porta che dava nel retro del bar e da lì riuscì a vedere che un marinaio strappa un bel ciuffo di peli a uno di loro. Stavo ridendo per la scenetta che avevo visto mentre l'uomo si stava lamentandosi per il dolore, in aiuto arriva un suo amico che all'improvviso diede un pugno sul grugno. Il marinaio Americano si mise in un angolo con il sangue che gli colava dalle labbra. Nel bar era quasi cominciato una rissa, ma il gestore spiana un fucile e fece fuggire tutti dalla paura. La sfortuna volle che i quattro militari Americani per fuggire vennero dalla mia parte che mi travolsero tutti addosso a me. Un groviglio di corpi che confusamente ci toccavamo culi e cazzi, anzi uno quasi lo avevo in bocca e pure duro.

Non feci il tempo di riprendermi che vengo da loro insultato, e non capendo la lingua i militari pensarono che fossi del posto. Eravamo al ridosso di case
poche illuminate anzi utilizzate solo da magazzino per reti ed altro, e in giro non c'erano più nessuno. I militari non vedendo nessun inseguitori si alzano tirano un sospiro di sollievo, e mentre uno di loro si stava scusando con me viene zittito da un suo compagno. Non capì niente dai loro discorsi, solo quanto si distolsero dal parlare e guardano verso di me. Non immaginavo di quella reazione nei miei confronti, ma lo capì soltanto quando li vidi accarezzare i loro
pacchi duri che tenevano in mano a cosa pensavano, i maiali. Impaurito di lasciarci la pelle cerco con lo sguardo una via di fuga, ma mi resi conto che
dovevo passare in mezzo ai militari per fuggire e loro lo sapevano. Un marinaio mise un braccio intorno alla mia spalla, mi fece camminare per un tratto come
fosse un vecchio amico, e poi mi spinse in un antro buio fuori dalla portata del bar, che era già chiuso. Fui spinto a terra, e non dovetti aspettare molto
che sentì dei rumori della zip dei pantaloni che si aprivano, mi appare quattro cazzi chi lunghi e grossi, ma duri. Uno dei marinai il più corpulento che
cercava di penetrarmi in bocca tenendo la mia testa ferma e tentava di ficcarmelo nella bocca con il suo randello durissimo. Per un pò feci resistenza per
non farmi riconoscere che sono una troia, ma alla fine appena aprì un pò la bocca, il randello di carne dura fu subito infilato sino alle palle. Il marinaio
di turno inizia a scoparmi in bocca, mentre con le mani mi stringeva i capelli per tenere ferma la testa. Intanto gli altri, dietro di me, mi avevano tirato
giù i pantaloni e le mutante, togliendoli del tutto. Le mie chiappe esposte al vento facevano impazzire quei marinai Americani che non potevano aspettare
oltre per fottermi il culo. Sentivo delle mani robuste in particolare le dita che mi allargavano il buchetto, già tafanato da altri cazzi, ero pieno nel retto anale da sentire due, tre, quattro e cinque dita tanto che per poco ci ficcava pure la mano. Sentì i quattro a ridere fra loro, e davano delle forte pacche sulle chiappe, anche se avevo capito senza nessuna traduzione che avevo il culorotto. Il marinaio appoggia il suo cazzo al mio buco e ridacchia con molto gusto, e poi lo ficca di brutto dentro al retto, cercai di muovermi, ma avevo in bocca il cazzo del suo collega che mi stava scopando con grande energia. La prima spinta nel culo fu qualcosa di sublime che un bel cazzo era del tutto entrato nel mio sfintere abbastanza elastico, e quindi assorbi tutto la stanga dura che adiri completamente nel budello. I militari stavano prendendosi tutto il piacere che volevano, uno davanti, gli altri dietro. Tutti avevano i pantaloni di ordinanza calati all’altezza delle ginocchia. Le loro chiappe dure e pelose con belle gambe muscolose da rudi marinai, muovevano il bacino avanti e indietro, mentre io in mezzo venivo riempito di tanta ciccia dura di varie misure senza poter far nulla e non ci pensavo mica di reagire, anzi li lasciavo fare. I due maschioni vennero quasi insieme e appena quello da dietro tira fuori il cazzo di colpo, facendo un rumore di risucchio, e mi bagna con getti caldi di sperma sulle chiappe e schiena. Invece l'altro, mi venne in bocca sparando uno schizzo di sborra e obbligandomi ad ingoiare, e poi tira fuori il cazzo dall'antro della gola e spara un'altro schizzo di sperma in pieno viso. Appena entrambi estrassero i cazzi grondanti di sborra, mentre ne uscivano altri due mi riempirono i buchi.

Mentre facevo un bel pompino al militare, e ben tenuto per la nuca da tutte e due le sue mani, l'altro era già entrato in me, approfittando dell’apertura provocata dallo sfondamento e della sborra che lo aiutava nella fottuta. Il maschione mi incula a lungo, che nel frattempo dovetti darmi da fare di bocca anche con gli altri due cazzi precedenti, leccando sperma ed ingoiando, che poi venne anche l'ultimo abbondantemente in bocca, e devotamente bevvi tutto,
mentre l'altro militare mi scarica nel mio culo, riempiendo ancora una volta di sborra. I cazzi dei militari erano di nuovo pronti e vollero un altro pompino
da me, che li accontentavo senza protestare, e ingoiando la gran quantità di sborra prodotta dai loro coglioni, anche se uno di loro mi incula di nuovo, mentre io ancora spompinavo i suoi compagni, fui riempito ancora di sborra il culo tanto che le mie cosce e polpacci ne erano ricoperti. Finalmente i militari hanno finito e si stavano tirando su i pantaloni, sistemando per bene i loro bei pacchi voluminosi di cazzo, e poi spariscono verso il porto. Io feci lo stesso, ma nel camminare il buco del culo mi faceva un male cane, non ce la faccio ad arrivare alla nave, mi bruciava e volevo tanto riposare nella brandina. Nel percorrere le varie vie di Las Palmas non mi accorsi di trovarmi nel locale "Eldorado" dove Vittorio e gli altri marinai si divertono con le puttane. Volevo entrare nel locale per farmi accompagnare alla nave, ma io non potevo entrare a quell'epoca dovevi tenere 21 anni e poi avevo paura di essere sorpreso dalla polizia, li erano severi specialmente con i stranieri, misi l'anima in pace e cercai di andarmene verso la nave. Ma girando intorno al locale notai una luce provenire da una piccola finestra di un scantinato. Incuriosito mi fermai a vedere. Non ci volevo credere a quello che vedevo: c'era? "Vittorio", completamente nudo e oscenamente chino su un tavolo, con le cosce aperte, le chiappe spinte in fuori pronte a ricevere tre sleppe di cazzo da far paura, il suo culo si stava aprendo a quei cazzi grossi senza soffrire come fosse abituato a quelle misure. Non volevo credere quello che vedevo. Crolla un mito. A sentirlo si vantava, che tutte le donne di Las palmas erano le sue. Ma io vedevo tre aitanti maschi del posto di colore nero pesto che stavano nudi dietro a lui, e a turno se lo stavano inculando di brutto. La cosa in parte mi faceva sorridere e contemporaneamente mi eccitava. I tre bei maschioni negri erano lì, a un passo da me, non mi potevano vedermi!! Ma in particolare avevo adocchiato un bel fusto con i capelli lunghi e un ventre da culturista e senza peli, in quanto potevo scorgere le sue cosce muscolose, anch'esso completamente senza peli, non era niente male come fotteva, i suoi muscoli dallo sforzo inculatorio fremevano dappertutto il suo corpo. Ed io, ce l'avevo duro da scoppiare nei pantaloni non potevo fare a meno di cacciarlo fuori e segarmi il cazzo muovendo la mano veloce, sempre più veloce fino a quando Vittorio si piegava giù e come una troia in calore implorava a loro di essere fottuto brutalmente da sfondargli il culo. Quella visione mi eccitava moltissimo, vedere quella scena di quei corpi neri e sudati che lo stavano fottendo con godimento su quel bel culo ormai martoriato e sfondato da quei uomini poco più che trentenni. Tutti e quattro erano li dentro che si sentiva urli di piacere e vari gemiti di godimento. I minuti passavano e il primo negro il più bello dei due se ne venuto accasciandosi a terra, uno alla volta, cominciavano a fotterlo senza lasciarlo respirare e infatti il secondo lo stava sfondando di gusto gridandogli di essere un gran frocione bianco. Non ci volle molto a sborrare in quel culo e anche io, come non avevo mai fatto in vita mia e successivamente a quella visione di quei bei cazzi neri. Vedere Vittorio, così grande, grosso e tutto maschio, farsi inculare con spasimi di godimento era davvero troppo per me: il mio cazzo, nonostante avessi appena schizzato, era ancora durissimo e sembrava non averne abbastanza. Lo tenevo ancora in mano e riprendo a masturbarmi al ritmo della scopata, fino a quando il secondo negro uscì dal suo culo e gli venne in faccia, provocando immediatamente l'orgasmo anche a lui, come invasato, raccolse dalla faccia lo sperma del maschio Africano e con una mano lecca di gusto come una cagna in calore. Davanti a tanto, ebbi l'ennesimo orgasmo, ormai schizzando sborra estremamente liquida, e caddi esausto a terra. Ero in trance, completamente rapito da quei cazzi neri in cui il negraccio di prima quello bono si alza mostrando il suo bel culo sodo e rotondeggiante, ancor più mi eccita che l'aveva ancora duro, ma rimasi esterrefatto quanto lo vedo andare verso la sua preda imbufalito che gli alza la testa glielo schiaffa tutto in bocca. Vittorio appariva sempre più sconnesso, eccitato, violento nei movimenti, e io potevo ben capirlo: come avrei voluto essere io al suo posto! Adesso era tutto rosso in viso, non parlava più se non con mugolii di piacere e rigagnoli di saliva che fuorisciva dalle labbra. Ora vedevo i loro testicoli duri che si muovevano dentro a quel buco affamato di cazzo, sbattevano forsennatamente con tanta furia da farlo quasi cadere. Mentre il cuore mi pulsava talmente forte quanto il ritmo dei loro cazzi che usavano in quel culo, ed il mio cazzo era ormai un pezzo di ferro incandescente che scorreva nella mia mano a più non posso e quando lui il bel mandingo dal viso accattivante, estrasse il cazzo dal buco ancora duro che sborrava sulla sua schiena, io ero all'estasi del piacere. Ecco, ecco il suo sperma che schizza a grandi fiotti, ecco quel bel esemplare di maschio Africano che si era sfogato su quel bel culo bianco. Malauguratamente feci dei urletti di godimento e solo allora che Vittorio si accorse della mia presenza e senza scomporsi si gira e mi vide che ero concentrato su di loro, il suo volto tutto impiastrato di sborra da formare una maschera bianca mi guarda brutto ed io, morivo di vergogna e a dir la verità quello sguardo mi fece paura, sembrava che volesse dire: mi hai spiato, ora ti concio io per le feste. A malincuore, senza fare rumore dovetti andarmene lasciandoli soli a fottere.

Era notte inoltrata e dovevo rientrare alla nave sennò chi lo sente il Capitano, purtroppo non potevo tanto correre per il dolore al culo, e le seghe fatte tanto da essere spompato. Appena al porto intravedo delle guardie Spagnole con i fucili e senza farmi vedere silenziosamente cerco di sgattaiolare per arrivare alla catasta delle cassette vuote, anche se ero lì a pochi passi dalla nave, bastava soltanto un balzo per salire sul ponte, in coperta fregando la polizia portuaria. Con la prontezza di riflessi giro intorno alle cassette di legno per fare il salto. Purtroppo mi trovo davanti un'altra guardia che stava pisciando, non potei evitarlo da travolgerlo e cadere insieme a terra, lui si era spaventato che non aveva pensato neppure di rimettere il cazzo nei pantaloni, anzi si piscia addosso sui pantaloni. Così era lì, a terra con i pantaloni aperti ed il cazzo moscio ed un’espressione lancinante dal dolore dove la sua bocca si muoveva, ma non usciva alcuna parola. È stato necessario un pò di tempo prima di riprendersi dalla paura, anzi i miei occhi caddero su quel cazzo moscio che penzolava fuori, anche se ultimamente avevo visto svariate misure di cazzi, una di quella misura non l'ho mai visto, era una spanna o forse due circa che spuntava fuori in bella vista. Invece di scappare presi tutto il tempo necessario per guardare meglio quel grosso cazzo, mentre la guardia era ancora incerto a riprendersi fino a dirmi qualcosa nella sua lingua. Non capivo, non riuscivo a togliere lo sguardo a quel cazzo che comincia lentamente irrigidirsi, a quella scena ingoiai saliva. La guardia mi stava di fronte accorgendosi che stavo guardando il suo cazzone, non ci voleva molto a capire che mi piaceva i cazzi. Mi tolse dall’imbarazzo prendendo la mia mano e portandoselo sul cazzo, avevo in mano un attrezzo di carne dura che pulsava e lui si lamentava. Più il suo cazzo cresceva, più lui cominciava a respirare profondamente. Mentre godeva della mia mano gli slacciai la cintura e i bottoni dei pantaloni con una certa facilità abbassai le mutande e senza dargli tempo di capire abbassai la testa e ficcarmi in bocca quel pezzo di cazzo duro. Ero inginocchiato di fronte a lui che lo prendevo in bocca il suo cazzone da ingoiare tutto sino alla radice e dando ritmo più velocemente, anche se io non riuscito a tenerlo tutto, ma ne ho ingoiato la maggior parte tanto da piacergli molto, mentre il cazzo era cresciuto rapidamente di dimensioni mostruose. "Hooooooooo!!!! Mmmmmmmmmmmm!!!!" Il porco godeva della mia bocca. Non essendo in grado di prenderlo oltre, l’ho ricacciato e messo in bocca la testa del cazzo ora pienamente duro e ho cominciato a muovere la lingua sopra ogni centimetro di quel magnifico tronco duro, fino ad insalivare per bene l’intera verga e poi giù nella gola. Quello che rimase più sorpreso, era lui dove nessuno era riuscito a prendere due spanne di carne dura senza sforzo tanto che gli succhia anche le sue palle gonfie e grandi, rotonde e pelose. La mia bocca avida succhiava una per volta quelle belle palle sudadicce da farlo contorcerlo su se stesso, per il godimento. Mentre succhiavo beatamente quel bel cazzone, non so come é successo da ritrovarmi prono e pantaloni calati giù, posizionato in un modo da non scappare e le chiappe ben allargate da lui che in un attimo mi fu sopra e facendomi sentire il suo cazzone tra le crespe dell'ano. Il suo cazzo scivola dentro senza problemi; il porco certamente era un abile inculatore da farmi sentire quel mastodontico cazzo che saliva imperterrito su per le budella, molto lentamente ma in modo inesorabile. "Aaaaahhhhh!!, siiiii!!!, sbattimelo tutto nel culo figlio di puttana!!!", mugolai tra i denti. Lui masticava qualcosa di porco nella sua lingua, ma si capiva che godeva. Quando il cazzo fu dentro completamente, lui inizia a spingere, prima lentamente e poi sempre più forte da ficcarci pure le palle per quando era arrapato al massimo mi scordai il bruciore al culo, e travolto da quel piacere immenso. Io invece strinsi i denti per il dolore iniziale ed come un porco in cerca di cazzo iniziai a godere. "Aaahhhh!!, siiiiii!!!, che bello spaccami il culo, mi fai tanto godere!!!" Ero ormai in preda al delirio dei sensi; lui stantuffava il mio culetto in un modo selvaggio, e mi mandava al culmine del piacere, provando un orgasmo indescrivibile. Ormai i suoi movimenti da lenti diventarono sempre più veloci, profondi da provocare sussulti di godimendo. Il suo orgasmo era vicino tanto da dare gli ultimi affondi: Uno, due, tre, dieci schizzi di sborra biancastra e densa finirono nel mio sfintere sfasciato. Chino con il culo spinto in fuori, e imbrattato dei schizzi abbondanti di sperma su tutte le chiappe. Ormai la guardia stava giungendo alla fine della fottuta, mentre io rimasi scioccato, non mi aspettavo tanta sborra. Era tardi dovevo salire a bordo, mi affretto a leccare tutto ciò che rimaneva sul suo cazzo, lecco e succhio con estrema avidità, come fosse una banana tanto da suscitare in lui una sonora risata!, io mi alzo del tutto dolorante e mi ricomposi, lui ancora a terra mi saluta dandomi una pacca al culo, sorrido e salgo a quattro zampe sulla nave.

Al mattino seguente Vittorio sale a bordo e si vedeva che era arrabbiato con me. Mi prese portandomi vicino alla cambusa dove mi diede dei forti schiaffi urlandomi: "Guai a tè frocetto di merda se parli con gli altri su quello che hai visto?, o vuoi davvero vivere una vita d'inferno in questo posto del cazzo?" Non contento voleva che lo seguissi nella stiva. Gli dissi: che non potevo mi faceva troppo male il culo, lui si imbestialì e mi rifila un paio di cazzotti. Per il dolore svenni a terra. Al mio risveglio mi ritrovo sulla branda e Vittorio dietro di me che mi stava fottendo duro nel culo. Io lo lasciai fare ero freddo non gli davo soddisfazione, ma lui incurante continuava a fottermi sbattendomi per bene fino a sborrarmi nel culo. "Adesso ascoltami brutto frocio di merda, ora ti spiego come andranno le cose qua dentro: tu comincerai a fare tutto quello che ti dirò io, senza fiatare e senza dire niente a nessuno capito?" Lo guardai con sfida, lui mi guarda e poi abbassa lo sguardo rassegnandosi. Eravamo soli nella cuccetta, Vittorio stava seduto accanto a me e con un sospiro strozzato comincia a sbottare ed io, in silenzio lo ascoltavo: aveva 21 anni e la nave dove era imbarcato venne catturata dalle motovette militari della Nigeria, mentre erano in pesca nelle acque internazionali. L'accusa era di "contrabbando di armi". Quei figli di puttana con le armi in pugno li presero come ostaggi, e li obbligarono a seguirli fino al porto di Lagos. Con quella falsa accusa furono portati alle carceri, era un dramma per tutti i 25 marinai dell'equipaggio. Di notte e trattati da bestie furono introdotti nella fortezza carceraria e raggruppati nel cortile gli fecero spogliare, completamente nudi e con violenza inaudita a strattoni e calci inculo li fecero entrare in un grande stanza dove si chiuse dietro di loro porte e cancelli di ferro. In quella stanza non erano soli. C'erano circa 140 persone anche loro nudi: era una notevolissima quantità di Nigeriani e Senegalese, Marocchini, Egiziani, Etiopi. L'equipaggio era composto di persone poco più di 45 e 30 anni avevano paura e con loro c'erano anche dei giovani di 25 e 18 anni e questi ultimi erano al primo imbarco che piangevano di continuazione. Il Comandante e gli altri ufficiali di bordo li portarono nelle carceri di "Kiri Kiri" lasciandoli soli in quel mucchio di selvaggi. Quella massa di corpi concentrati in quel unica stanza piena di persone poco raccomandabili: massa di ladri, di fannulloni e assassini. La cosa sbalordiva di quel popolo Africano: era anche se la maggior parte di loro fosse una etnia diversa facevano commenti pesanti e allusivi verso a quei culi bianchi, e da trovarsi tutti d'accordo di approfittare della situazione che non capita spesso volentieri. Svanita la espressione di stupore iniziale tutto l'equipaggio capì che da lì sarebbero usciti morti o scopati, anche se solo il nostromo capiva un pò la loro lingua, ma cercava di sdrammatizzare il tutto per non creare panico all'equipaggio. Ma la vista di quei cazzi grossi e duri l'immobilizzavano, un misto di terrore e voglia di fuggire da quelle carceri, anche se la porta li bloccavano non osavano nemmeno immaginare cosa sarebbe successo. I marinai non gli credette in quanto dai loro modi volgari di toccarsi in mezzo alle gambe. Nel frattempo si trastullavano i cazzi dritti e duri per farli capire le bramosie sessuali che avevano in quel momento su dei bei culi bianchi!, l'equipaggio era terrorizzati all'idea di essere violentati dai loro cazzi enormi. Ma erano chiusi in quella stanza senza scampo con quei Africani arrapati che se lo stavano menando, non vedevano l'ora di fotterli. La dentro si respirava un aria pesante, poiché tutta la stanza era ammassata di carne umana che emana un caldo da farli sudare e anche i negri erano sudati da puzzare tantissimo. Quella violenza viene consumata dal bene placito dei militari che dallo spioncino ridevano di loro. I marinai fece gruppo senza lasciarsi mai di vista. Ma purtroppo non sono riusciti all'intendo perché vennero presi a uno alla volta e trascinati con violenza tra calci e urla di terrore in mezzo a quella baraonda generale. Dal suo racconto lui era terrorizzato sentire le urla e pianti dei suoi compagni, quanto si riprese dallo spavento si accorse di essere solo e circondato da dieci negri molto grossi e alti, che cominciarono a fare pesanti apprezzamenti sul suo culo e lui gli sputa in faccia a quello che gli stava davanti per intimorire, ma non riesce ad ottenere nessun risultato tanto che lo prendono per le braccia trascinandolo con forza, Vittorio si ribellava scalciando e dando pugni dove capitava, ma era tutto inutile era bloccato da loro e trovandosi piegato a terra alla loro mercede. Poteva udire ancora le urla strazianti dei suoi compagni in lontananza. Si rese conto che stavano subendo violenze sessuali, riconobbe alcuni di loro che stavano urlando dal dolore e supplicavano di fermarsi che gli facevano molto male il culo e che dovevano tirarlo fuori. Altre urla terminavano con passare dei minuti per poi sentire schiaffi mugolii soffocati e piagnucolii. Lui sapeva che avrebbe fatto la stessa fine e infatti quei negri lo fiutarono come se sniffasse la coca, per loro inculare un bianco era una prelibatezza.


Il povero Vittorio non aspetta molto tanto da sentire una cappella che faceva strada tra le sue chiappe in cerca del suo buco. Gli fecero abbassare la testa giù in avanti così quello che lo fotteva poteva spingerlo e aggrapparsi meglio da dietro, ed improvvisamente Vittorio sentii un grosso cazzo di uno di loro penetrarlo dentro di se. Un cazzo di quelle dimensione non c'era mai entrato in quel buco vergine. Venne sfondato brutalmente!, da quel negro superdotato, senza sputo o altra cosa che poteva dar sollievo. Vittorio gridava e urlava come un matto, il dolore era troppo insopportabile. Supplicava che tutto ciò finisse, ma quel figlio di puttana spingeva dentro di brutto fino a fargli sentire le palle nere e dure sbattendolo con rabbia contro le sue chiappe. Fù penetrato tutto dentro al retto selvaggiamente, e non passa un secondo che inizia un veloce dentro e fuori. Vittorio si sentiva usato da loro e non poteva reagire. All'improvviso una mano gli stringe forte la faccia e un cazzo che veniva ficcato a forza nella sua bocca. Lui prova a stringere i denti, ma loro gli strinsero forte le palle e chiusero il naso. Fu costretto ad aprire la bocca e fu scopato rudemente anche in bocca. Lo tenevano bloccato mentre obbligato a spompinarli uno dopo l'altro fino a quando schizzavano la loro sborra nella gola. Era costretto ad ingoiare tutto mentre l'altro abusava del suo culo. Vittorio si lasciava usare, il suo buco del culo era abbondantemente largo dopo il passaggio di quella nerchia nera che man mano lo sentiva tutto sbracato,
anche se non ha mai preso nel culo un cazzo, immaginate il primo impatto uno di quelle dimensioni. Non si sentiva finocchio, ma il solo fatto di farsi inculare da loro era un frocio di merda. Quel cazzo che lo fotteva sembrava che durasse un'eternità, ma sentiva dire qualcosa e poi sentii dei schizzi di sborra inondargli le budella. Ed improvvisamente, il negro con un brusco movimento, lo tira fuori. Vittorio ebbe un sospiro di sollievo, ma la manovra era per permettere altri cazzi dei suoi compari di fare la stessa cosa con lui. In quella grande stanza a turno i negri lo scoparono, ormai lui non distingueva neanche più chi se lo inculava, si limitava a spalancare le gambe e farsi scopare sul culo! Quei figli di puttana lo insultavano gridando: godiiiiii!!!, puttana bianca, ne avrai per un bel pezzo da soddisfare qua dentro. Ma la cosa strana che a Vittorio con il passare dei minuti e ore si stava eccitandoò, anzi mentre gli sfondavano il culo altri negri e lo innaffiarono sulla testa di sperma, lui fece il bravo leccando i loro cazzi talmente tanto che la sua bocca era tutta impastata di sborra!, non sa come quel trattamento che subì dai negri con molta violenza gli piacque, vedeva il loro godimento e scoprii che poteva far godere dei maschi, anche se nei primi momenti gli dava molto fastidio, ma poi gli piacque. Quei giorni nelle carceri a costretta permanenza, in quella stanza puzzolente. I marinai subirono violenze carnali dai quei Africani di varie razze che non gli lasciarono mai il tempo di respirare, solo certe volte per far i bisogni c'era un bagno unico e sporco o quanto i sgherri portavano una sola volta al giorno il mangiare: brodaglia di riso e un pò d'acqua. Ma dopo riprendevano la fottuta lasciandoli certe volte stremati dal troppo cazzo. Ormai i marinai si lasciarono fare di tutto, erano ovunque sparsi nello stanzone dove ogni gruppo di negri avevano un bianco e dopo averli usati e stanchi si scambiavano le vittime. Anche di notte nel sonno qualcuno abusava di loro, ma la stanchezza e il sonno si lasciavano fottere senza mai reagire. Nei giorni a seguire venivano ancora fottuti in tutti modi: chi in piedi appoggiati al muro, chi a carponi a quattro zampe per terra, chi sdraiati a terra stando supini a gambe sollevate come troie, chi trattenuti in sei e sollevati da terra e fottuti da loro in piedi, chi in ginocchio circondati da tanti cazzi, e tenendoli in mano li segava e spompinava uno a uno, chi lo prendeva in bocca e culo. Era una bolgia di sesso puro. I loro buchi del culo erano slabbrati e dilatatissimi, neri e tondi che difficilmente si richiudeva e dalla quale colava lentamente tanto sperma. Quei negri non erano mai soddisfatti, c'é l'avevano sempre duro e pronto per tappare un buco qualsiasi,
purché si scopa. Dal quella violenza sono passati vari giorni e la situazione era insostenibile, solo dopo la terza settimana vennero a separarli da loro e
consegnato un paio di pantaloncini corti e una casacca a righe. Era la divisa da carcerati. Pensarono di tornare in libertà e invece subirono un processo
con una condanna a dieci anni, più una multa a ciascuno di un milione di lire.







Fine (2° parte)



By Mimi


di
scritto il
2012-03-03
9 . 8 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.