La Novizia pt6

di
genere
bondage

“FORZA SVEGLIA” mi sveglio di soprassalto, è il signore baffuto, sgancia il lucchetto che mi costringe alla catena e aggancia il guinzaglio, è frettoloso lo seguo verso il capanno, una volta entrati afferra i miei polsi e li porta dietro la mia schiena, in poco tempo li lega per bene dietro la schiena, poi mi dice di mettermi in ginocchio.
Ubbidisco, lo vedo sfilarsi giù i pantaloni e armeggiare con il suo pene..me lo rivolge verso la bocca, sono schifata, è puzzolente piccolo e flaccido, la sua pancia sbatte ripetutamente contro la mia faccia, in confronto il cibo per cani è una passeggiata.
E’ molto impacciato, tenta di rianimare il pene da solo, ma è veramente imbarazzante poi lo ributta nella mia bocca, con la mano se lo scappella, riesco a sentire l’odore di piscio e sporcizia e per poco non vomito “ALLORA SEI UNA CAGNA, CREDEVO FOSSI UNA PUTTANELLA” vengo afferrata dalla nuca, mi spinge tutta la pancia contro la faccia, lui è così eccitato che nemmeno si accorge che il pene non è in bocca “FORZA SUCCHIALO” io ne approfitto faccio finta di succhiarlo poi sento il mio petto bagnato, per fortuna ha sborrato, lui si allontana per rivestirsi poi mi guarda “IL TUO PADRONE HA DETTO CHE SE NON LO INGOIAVI DOVEVI ESSERE PUNITA”.
Mi pietrifico, so che non sarà semplice, visti i suo modi andrà giù pesante e infatti si sfila subito la cinta e alla cieca inizia a picchiarmi, il bastardo mi picchia con il lato della fibbia, ogni colpo è infernale, inizio a urlare per il dolore “URLA PURE NON VERRANNO PER AIUTARTI ANZI NE PRENDERAI ALTRE” non so dopo quante cinghiate si ferma, ricaccia il suo pene e mi piscia addosso..la sua urina calda e puzzolente mi bagna tutta ma non m’importa l’importante è che la tortura sia finita.
Vedo in lontananza il mio padrone “T’HA PUNITA, HA FATTO BENE” da l’ordine di slegarmi, poi mi fa salire nel cassone di un fiorino nel quale c’è una gabbia, ci entro dentro.
Lo vedo parlare con un signore, le uniche parole che capisco sono “RIPORTAMELA A CASA”, chiudono le portiere e mettono in movimento il mezzo.
Sono contenta di poter tornare a casa del padrone, sono stata marchiata a fuoco ho mangiato cibo per cani ho dovuto indossare zoccoli olandesi e lavorare in un campo, in fine ho subito una fustigazione da manuale.
Penso che se questa è la vita che mi sono scelta devo essere tutta matta perché’ mi piace.

Passano le ore e finalmente arrivo a destinazione, il doblò di ferma d’avanti al cancello della villa del mio padrone, lui è qui ad aspettarmi, mi scaricano a modi merce e vanno via, il mio padrone mi guarda “PUZZI DA FAR SCHIFO, VAI DI SOPRA FATTI UNA DOCCIA, HO LASCIATO DEGLI INDUMENTI INDOSSALI E TORNA QUI IN GIARDINO”
Corro in bagno, la doccia è fantastica, mi strofino per togliermi la puzza di piscio che ho addosso, dopo 15 minuti di acqua e sapone esco dalla doccia per asciugarmi e per la prima volta guardo allo specchio il marchio a fuoco che ho sulla natica, è fatto molto bene, ho anche diversi lividi sul corpo per colpa delle frustate.
Finisco di asciugarmi e prendo gli abiti che devo indossare, per la verità chiamarli abiti è un complimento, c’è un perizoma nero microscopico e un grembiulino bianco da cameriera, niente scarpe o calze.
Scendo di sotto e vado nel giardino, lo vedo intento a fumare m’avvicino lui mi guarda “SEI BELLISSIMA COSì, QUESTO E’ IL TUO ABITO DA LAVORO, LO INDOSSERAI SEMPRE IN CASA, SE BUSSA QUALCUNO LO ACCOGLIERAI VESTITA COSì. DA DOMANI INIZIERO’ A SPIEGARTI LE REGOLE DELLA CASA, PER IL MOMENTO IL TUO COMPITO SARA’ PREPARARMI LA CENA E SERVIRMELA, TI ASPETTO NEL GAZEBO IN GIARDINO TRA 1 ORA”
Vado in cucina, sono un abile cuoca, mi diletto ai fornelli molto bene, decido di prepara un timballo di carne con delle patate di contorno e un insalata goumet, nell’attesa della preparazione apro una bottiglia di buon vino rosso che faccio decantare e arieggiare,
Non ho assolutamente intenzione di sfigurare, preparo una tavola bellissima, decido di piazzare un candelabro al centro del tavolo il decanter e 2 bicchieri (acqua e vino) poi ben disposte le posate.
Il padrone arriva puntualissimo e fortunatamente sono riuscita a sistemare tutto per tempo “BRAVA, VEDIAMO SE LA CENA E’ BUONA OLTRE CHE BELLA” assaggia le varie portate “CUCINI LEGGERMENTE SALATO PER I MIEI GUSTI MA NEL COMPLESSO E’ TUTTO BUONO” io resto inpiedi in attesa di un suo ordine, sto attenta che i bicchieri non siano mai vuoti, quando finisce di cenare gli chiedo se vuole il bis, lui mi guarda e cortesemente rifiuta.
Mi ordina di sparecchiare di riordinare i piatti e di ritornare li con le mie ciotole..M’affretto a finire i miei compiti, non voglio deluderlo e poi ho molta fame, torno da lui in un baleno.
Lo trovo seduto con il collare in mano “HAI FINITO IL TUO RUOLO DI CAMERIERA, SPOGLIATI ORA RITORNI A ESSERE LA MIA SCHIAVA” onestamente non vedevo l’ora, mi spoglio m’inginocchio per permettergli di mettermi il collare, come consuetudine aggancia il guinzaglio, ci spostiamo in giardino, slega il guinzaglio e vengo attaccata alla catena che sta all’albero, lo vedo allontanarsi per tornare con le ciotole, ci sono dei croccantini “HAI MANGIATO L’UMIDO OGGI, ORA TOCCA AI CROCCANTINI, MANGIA TUTTO E NON LASCIARE NIENTE” ho molta fame, onestamente non faccio più caso al sapore, e rispetto alla sbobba delle scatolette i croccantini hanno un buon sapore, li mangio tutti e resto in attesa.
Vedo il padrone tornare soddisfatto, “LE FRUSTATE T’HANNO FATTO BENE, SEI MOLTO UBBIDIENTE, PASSERAI LA NOTTE IN GIARDINO..DA DOMANI INIZIERA’ L’ADDESTRAMENTO, SE HAI FREDDO QUESTA NOTTE PUOI USARE LA COPERTA” mi da una piccola coperta e va via.
Rimango sola legata per il collo a un albero, mi sento un animale..mi sento felice e stranamente libera..voglio continuare a vivere la mia vita così
scritto il
2019-07-19
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