Mettiamo Caso

di
genere
bondage

Cap.1

Ho sempre sognato che la nostra cultura fosse diversa e che l'essere schiavi sia accettato da tutti.
Un mondo dove sia una decisione personale, si nasce liberi e poi alla maggiore età si può decidere di diventare tali.
Nel mondo immaginato da me gli aspiranti schiavi devono registrarsi in autonomia ad un ufficio anagrafe, qui sosterranno delle visite mediche e spichiatriche e solo dopo 6 mesi potranno essere degli schiavi a tutti gli effetti.
Anche i padroni devono seguire lo stesso iter per tutela dello schiavo, ovviamente ci sono alcune regole molto rigide, lo schiavo non può scegliere il padrone ma può indicare nella sua scheda quali sono le sue affinità al contrario il padrone può far convocare l'aspirante schiavo per esaminarlo ed interrogarlo.
Il padrone può disporre dello schiavo a suo piacimento ma lo schiavo in qualunque momento può decidere di liberarsi del padrone se non lo ritiene affine al suo modo di vivere.
Nel caso in cui lo schiavo viene affidato ad un padrone ogni 3 mesi ci saranno dei controlli per tutela.
Fatte le premesse inizio il mio racconto

Mi chiamo Sara, ed ho appena compiuto 18 anni sono piccolina, non molto alta con un piccolo seno e un bellissimo fondoschiena...da sempre ho sognato di diventare schiava, e dopo averlo comunicato a casa (cosa normalissima) inizio il mio iter.
dopo aver sostenuto tutti gli esami mi ritrovo con una scheda da compilare, nella sezione "limiti" non scrivo niente e nella sezione "note" appunto che desidero la nudità totale h24.
Nei successivi 3 mesi vengo convocata da 4 padroni, poi finalmente la tanto attesa chiamata.
"Salve Signorina Sara la chiamo dall'ufficio anagrafe, un padrone ha deciso di prenderla in carico, come da lei richiesto non porti nessun effetto personale, il padrone arriverà a breve a casa sua".
Ho il cuore in gola, mamma e papà sono nel soggiorno, vado da loro e gli comunico la notizia.
Mia madre finge d'essere felice per me mentre papà inizia a fumare..so che in realtà sono preoccupati ma come detto prima è una cosa normalissima.
Aspetto ansiosa di conoscere il mio nuovo padrone che fortunatamente non tarda ad arrivare, mamma risponde al citofono e gli chiede di salire a casa perchè vorrebbero conoscerlo...lui accetta.
Mi faccio trovare alla porta, è un uomo ha circa 45 anni vestito molto bene, alto 190 con un bel pizzo.
L'invito ad entrare e con molto garbo dice "permesso" mamma come sempre è gentile e lo fa accomodare, gli offre il caffè...c'è molto imbarazzo da parte mia e dei miei.
Da vero padrone prendere la situazione il mano:
-Mi presento, il mio nome è Giacomo DeNortis, figlio dell'ormai defunto conte, immagino che per voi sia una situazione difficile, voglio dirvi che tratterò vostra figlia con tutto il rispetto che merita, vivrà nella mia villa e ovviamente sarà al completo servizio mio e di mia moglie.
Non avrà con se il cellulare ma immagino vogliate comunicare con lei, questo è il mio biglietto da visita potrete chiamarmi quando volete e una volta al mese potrete anche parlarci al telefono, in più ogni 3 mesi la potrete venire a trovare.
Papà che non ha detto una parola rabbiosamente dice
-la vita è la sua, quando vorrà potrà tornare...

Il padrone finisce il caffè e ringrazia mia mamma poi ricomincia a parlare
-Credo sia giunto il momento d'andare, hai scritto che non vuoi indossare i vestiti, sei pregata d'andare in camera tua depositarli e venire qui nuda
Non m'aspettavo d'iniziare d'avanti ai miei genitori ma devo, e con il cuore in gola ci vado, mi tremano le gambe ci metto più del dovuto a tornare in salotto, mi ripresento nuda, papà chiede scusa ed esce sbattendo la porta mamma è senza parole.
Il padrone apre uno zaino e sfila un collare d'acciaio, lo serra al mio collo poi prende delle cavigliere e polsiere, serra tutto delicatamente porta le mie mani dietro la schiena e le serra insieme con un piccolo lucchetto
-Saluta tua madre
Guardo mamma che è un fiume di lacrime, io mi vergogno enormemente, lei m'abbraccia forte poi il padrone prende un guinzaglio e lo lega al collare e con delicatezza mi fa segno che è ora d'andare.
Scendo le scale, incontro qualche vicino che mi guarda sbigottito, continuo a seguire il padrone fuori, c'è una limousine che c'aspetta, apre la portiera mi fa entrare.

Non so cosa dire, lui lo sa e mi guarda...poi inizia a parlarmi.
-voglio che tu sappia subito le regole.
non hai diritto alla parola, devi stare sempre in silenzio
dovrai soddisfare sessualmente me e mia moglie
dovrai subire punizioni fisiche ogni volta che ne ho bisogno
verrai messa a disposizione di chi voglio io
vivrai nuda come piace a te

Mi guarda la vagina e mi dice che dovrò rasarmela ogni giorno altrimenti verrò punita duramente.
Il viaggio è lungo, e anche scomodo, dopo un paio d'ore con le mani legate inizio ad essere stanca lui sorride e mi dice che non verrò liberata involontariamente rispondo con un ok.
La sua risposta è rapida, uno schiaffo raggiunge il mio volto.
Vorrei piangere ma trattengo e aspetto di conoscere il mio destino.


Gentilmente vi chiedo di lasciarmi qualche commento, per migliorare o concludere qui il mio racconto.
Grazie
scritto il
2022-02-16
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