Silvanetta sodomizzata
di
Angioletto
genere
sadomaso
SULLA SODOMIA CI SCRISSI ANCHE UN BEL SAGGIO SU UNA RIVISTA non riservata all'erotico. Ispirato proprio da Silvanetta. Andiamo per ordine: Silvanetta è una mia amica 57 enne (io ne ho 17 meno di anni) che porto a cena da anni e più di questo portarla a mangiare non ci facevo. Una sera, non ricordo come mai, finimmo per parlare di superdotati. E tirai fuori un commerciante che aveva il negozio vicino a dove abitava lei, che avevo appurato io personalmente, da ragazzino, avercelo non grosso e lungo, ma proprio mostruoso. Lei subito curiosa: - e tu come lo sai che ce lo aveva grosso e lungo? Al che scesi nei particolari e le dissi che avendo scoperto che al negozio portava delle maialone ed essendo lo scantinato magazzino contiguo, mi ero attrezzato per scoprire se dal magazzino si sentisse cosa accadeva al negozio. E non solo scoprii che si sentiva, ma anche che si vedeva. Io facevo il commesso d'estate nel negozio ed ero 15 enne. Quando arrivavano le maialone, il padrone, mi incaricava di andare nei posti più inutili. Quella volta anziché andarmene, andai nel retronegozio, nel magazzino appunto. Prima sentii dei lamenti femminili disumani, come se stesse squartando una donna. Poi mi accorsi che da un pertugio potevo vedere tutto. Lui era un 65 enne, corporatura massiccia e mi accorsi che dal dietro della donna usciva una canna di dimensioni paurose. Grosso come una bottiglia di birra e lungo esagerato, che era entrato appena dentro quel culo di donna, dopo lubrificate varie e dilatate varie, ma se entrava più su di tanto, la donna urlava come una forsennata, distesa a pancia in sotto su un materasso improvvisato. Anche se erano trascorsi molti anni, non potevo non ricordare come si dimenava quella donna e quanto strillasse. E soprattutto quanto cazzo ancora fuori dal culo rimaneva, che la donna non lo faceva entrare, respingendolo con le mani protese all'indietro. E riferi a Silvanetta che l'inculata durò a lungo, fintanto che il tizio non sborrò e qando lo tirò fuori dal culo di lei uscì tantissimo liquido bianco e sangue. Silvanetta andò in visibilio al racconto ed eccitatissima mi chiese persino se avessi ancora una ripresa video. Le ricordai che erano passati tanti di quegli anni e a quel tempo fare una ripresa richiedeva come diverse da una telecamerina di oggi e che già registrare audio avrebbe richiesto un registratore grosso come una scatola di scarpe. Però la domanda mi fece capire che Silvanetta andava fuori di testa con certi racconti. Pertanto l'argomento continuò. Mi pare che le chiesi se a lei i grosso calibri e con l'anale sarebbero piaciuti. Lei: io sono piccolina, porto la XXS (infatti era alta 1,50 e pesava 35 Kg) già un calibro normale dentro la mia pancia è come un calibro gigantesco dentro la pancia di una donna che porta XL e pesa 75 Kg.
Io: Silvanetta, l'anale non lo hai mai fatto? Lei: si, lo posso fare "una tantum".
Io: che intendi per una tantum? Lei: beh! per me l'anale non è come andare a prendere il gelato. Io: spiegami meglio. Lei: FA MALE, NON MI FAR SCENDERE NEI PARTICOLARI. Io: e dai Silvanetta, scendici nei particolari: Lei, che non avevamo mai fatto sesso insieme dopo anni di conoscenza: se vuoi saperlo non ti resta che farlo con me, tu.
Io ho strabuzzato gli occhi e l'ho invitata subito ad andarcene alla macchina. Tutto il percorso non abbiamo fatto altro che parlare dell'una tantum. Se intendeva tutte le settimane, ogni mese ecc ... E lei: dipende da quando è grosso. Io: se è grosso come quello col negozio vicino a casa tua? Lei: Beh! Uno del genere mi richiede il ricovero in ospedale, se non muoio dissanguata prima. Questi discorsi strada facendo me lo hanno fatto diventare duro di brutto e premente sui pantaloni.
ARRIVATI IN MACCHINA eravamo al buio e Silvanetta si è affrettata ad aprirmi la patta dei pantaloni per vedere quando ce l'avessi grosso. Quando me lo ha preso in mano per stimare la grossezza, non sono riuscito a non eiaculare facendole arrivare lo schizzo in faccia.
Io volevo portarmela a casa la sera stessa, per l'inculata e ci sono rimasto malissimo. Un po' deluso l'ho accompagnata a casa sua, ma lei mi ha precisato che quella sera non avremmo potuto fare niente, perché per l'anale doveva prepararsi. Al che ho chiesto se la scopata normale si poteva fare. E qui mi ha lasciato di stucco dicendo: io ho la vagina piccola, piccola. Scopare non mi piace, perché mi spinge troppo dentro e non posso farmelo entrare tutto. Con l'anale posso farmelo entrare tutto.
Il discorso è finto lì e io sono tornato a casa. La tentazione di farmi una sega fu irrefrenabile, ma mi frenò l'idea che avrei compiuto il lavoretto la sera dopo.
Per tre sere di seguito richiamai Silvanetta per uscire a cena e per tre sere si negò. E per tre sere io non dormii la notte disturbato da un cilindro duro, che non mi faceva prendere sonno e non potevo masturbare, per no n mandare a male l'occasione della inculata. Di Sabato accettò l'invito a cena. Mentre la portavo al ristorante mi disse che sarebbe stato meglio fare sesso prima della cena, anziché dopo a "canale alimentare pieno". E mi suggerì di trovare un posto appartato in campagna, subito, che anche lei dopo 3 giorni di fantasie anali indicibili, era al massimo dell'eccitazione. Trovai un posto dove saremmo stati più che appartai.
Fece tutto lei: si mise sul sedile posteriore dell'audi, a pancia sotto con le gambe fuori e si tirò su la gonna. Strappandosi da se le mutandine. Si mise 2 supposte di vasellina e della pomata di vasellina la spalmò sulla mia cappella, rifiutando il preservativo decisamente. Mi spiegò che dentro era pulitissima e che le valeva la pena sentire il dolore dell'entrata nello sfintere, se poi l'avessi inondata di sperma, come la sera che le ero schizzato in viso. Arrapatissima mi ingiunse di non impressionarmi se lei avesse urlato e di spingerglielo dentro qualsiasi fosse stata la sua reazione. Disse: non mi far male per niente, che poi mi incazzo e finisce lì. Non ci sarà un secondo tentativo.
Ci infilai il dito per rendermi conto del canale che avrei trovato. Praticamente il dito mi sembrava che fosse entrato dentro uno strettissimo tubicino di gomma. Le supposte sciolte facevano scivolare il dito come se inzuppato nell'olio. Per entrare ci voleva davvero un cazzo durissimo e di andarci risoluti. Mi concentrai sulla cosa visualizzando la scena che avevo davanti: lei piccolina, le sue gambe tornite e abbronzate pendule dal sedile, la chioma dei capelli sciolti biondastri sul suo vestitino. C'è stato un attimo che mi è diventato come d'acciaio e ho poggiato con forza la cappella bella intrisa di pomata sul buchino, spingendo con forza, immaginandolo un urlo femminile acutissimo. E' arrivato lo strillo quando lo sfintere ha ceduto non immediatamente ed è servito ad eccitarmi per dare il colpo di reni. Sentivo quella specie di tubicino di gomma, dove il dito avvertiva che era strettissimo, dilatarsi mentre lo mandavo su. Ero un bestione da 1,90 del peso di quasi 100 Kg, sopra alla donnina che mi spariva sotto.
Quando ho sentito che più su di quanto le era andato, non potevo, ho cominciato a stantuffarla come un infuriato, immaginando da come reagiva che davvero era come se ad una donna di stazza media fosse entrato un cazzo grosso come una bottiglia di birra e lungo 30 centimetri. Ad un certo momento ho sentito che ansimava e ... che stava rimettendo. Mentre lei rimetteva io eiaculavo a getti che sono durati più del tempo che lei ha rimesso. Quando l'ho tirato fuori ha pianto per molti minuti, torcendosi.
Ma stava anche avendo un orgasmo vaginale. Pensavo avesse sporcato il sedile, ma lei ci aveva messo il suo foulard e non aveva tirato su quasi niente di alimentare.
Seduta davanti mi ma chiesto se avessi capito perché non era il caso di farlo dopo la cena. Lo avevo capito.
Poi io le ho chiesto con che una tantum si poteva rifare la cosa. Mi ha risposto che si poteva fare ogni 15 giorni.
A cena ha mangiato pochissimo, spiegando che aveva un gran mal di testa e un gran mal di pancia: tutta quella roba che mi hai schizzato dentro, mi fa venire un terribile mal di pancia, ma è un mal di pancia che mi fa impazzire dal piacere.
Non avevo mai visto Silvanetta col rimmel colato dagli occhi, semidistrutta mentre camminava e un po' spettinata. Quella sera in quella nuova maniera mi fece di nuovo arrapare, mentre la portavo a casa.
Glielo ficcai in bocca, piegandola con la testa su di me seduto sul lato guida. Lei sentiva ancora tutti i suoi sapori anali e infoiata mi fece un pompino sui generis.
Anche la bocca ce l'aveva piccolina e dove spalancarla per prenderlo dentro. E dentro a metà le arrivava subito in gola. Quando sono venuto per la seconda volta le sono venuto praticamente in gola, facendola quasi soffocare. Tossendo ripetutamente ha risputato in parte e in parte ingoiato con piacere estremo.
Pensare che per tre anni ci sono andato solo a cena. Roba da pazzi. Cosa mi ero perso di Silvanetta !
In vero le altre volte non è stato come la prima volta.
Ho anche provato a scoparla in vagina, ma non se lo faceva mettere dentro più di tanto. E tanto sarebbe nemmeno la terza parte.
Molte volte non le andava nemmeno di fare l'anale.
Ma il pompino fatto in fretta nella parte buia di un retro ristorante era una cosa divina. Quando super eccitato ci mettevo 3 minuti a eiacularle in gola. E lei aveva preso via ad ingoiarlo tutta la sborrata.
Volete sapere come è andata a finire?
E' andata a finire che si è fidanzata con una sua amica. (Ma è un trans, molto femminile, che ce l'ha grossissimo e lunghissimo).
MI RACCONTA CHE LA MANDA IN BRODO DI GIUGGIOLE, anche se la fa letteralmente svenire dal dolore e le fa rivedere i broccoli di natale, da quanto le entra dentro.
Ha avuto una lacerazione del retto per cui è dovuta ricorrere al chirurgo.
E non una sola volta.
Hai capito Silvanetta piccolina, cosa desiderava veramente?
Credo che anche la sorella più grande di Silvanetta usufruisca del mega pene della bellissima trans. Ma la sorella è alta 1,80 e peserà 70 Kg.
Non ha avuto la lacerazione del retto. E credo che in vagina lo prenda tutto con gusto.
Dico credo, ma lo so.
Questo è. Oggi le donne ricorrono alle loro amiche trans, bellissime, con bellissime tette e bellissime gambe, da cui pende un 6 x 28.
La natura le ha dotate superbamente come femmine e come attributi maschili non c'è maschio che possa sognare di averceli. Giusto quel commerciante 65 enne, con il negozio vicino alla casa di Silvanetta.
Quanto vorrei essere presente quando Silvanetta si fa entrare 6 x 28.
So che se lo fa fare in macchina, nella sua alfetta.
Immaginando cosa fa Silvanetta, mi faccio poderose seghe.
Questo è. Niente più e niente meno. Coi trans son cazzi. Per noi maschi.
Ce l'anno molto più grosso di noi e lungo enormemente di più. Questo è.
Fine del racconto? No, che fine del racconto. Poi Silvanetta mi ha raccontato nei dettagli l'inculata con la sua amica trans. Non si può raccontare. Sono dettagli irriferibili. Gli strilli si sentono a un chilometro. Deve stare ore e ore a piangere in macchina, prima di riprendersi ... dallo svenimento.
Altri dettagli meglio che li ometta, altrimenti mi sento male. Fine. 12.06.21 H 4,30 della notte.
Angioletto.
Io: Silvanetta, l'anale non lo hai mai fatto? Lei: si, lo posso fare "una tantum".
Io: che intendi per una tantum? Lei: beh! per me l'anale non è come andare a prendere il gelato. Io: spiegami meglio. Lei: FA MALE, NON MI FAR SCENDERE NEI PARTICOLARI. Io: e dai Silvanetta, scendici nei particolari: Lei, che non avevamo mai fatto sesso insieme dopo anni di conoscenza: se vuoi saperlo non ti resta che farlo con me, tu.
Io ho strabuzzato gli occhi e l'ho invitata subito ad andarcene alla macchina. Tutto il percorso non abbiamo fatto altro che parlare dell'una tantum. Se intendeva tutte le settimane, ogni mese ecc ... E lei: dipende da quando è grosso. Io: se è grosso come quello col negozio vicino a casa tua? Lei: Beh! Uno del genere mi richiede il ricovero in ospedale, se non muoio dissanguata prima. Questi discorsi strada facendo me lo hanno fatto diventare duro di brutto e premente sui pantaloni.
ARRIVATI IN MACCHINA eravamo al buio e Silvanetta si è affrettata ad aprirmi la patta dei pantaloni per vedere quando ce l'avessi grosso. Quando me lo ha preso in mano per stimare la grossezza, non sono riuscito a non eiaculare facendole arrivare lo schizzo in faccia.
Io volevo portarmela a casa la sera stessa, per l'inculata e ci sono rimasto malissimo. Un po' deluso l'ho accompagnata a casa sua, ma lei mi ha precisato che quella sera non avremmo potuto fare niente, perché per l'anale doveva prepararsi. Al che ho chiesto se la scopata normale si poteva fare. E qui mi ha lasciato di stucco dicendo: io ho la vagina piccola, piccola. Scopare non mi piace, perché mi spinge troppo dentro e non posso farmelo entrare tutto. Con l'anale posso farmelo entrare tutto.
Il discorso è finto lì e io sono tornato a casa. La tentazione di farmi una sega fu irrefrenabile, ma mi frenò l'idea che avrei compiuto il lavoretto la sera dopo.
Per tre sere di seguito richiamai Silvanetta per uscire a cena e per tre sere si negò. E per tre sere io non dormii la notte disturbato da un cilindro duro, che non mi faceva prendere sonno e non potevo masturbare, per no n mandare a male l'occasione della inculata. Di Sabato accettò l'invito a cena. Mentre la portavo al ristorante mi disse che sarebbe stato meglio fare sesso prima della cena, anziché dopo a "canale alimentare pieno". E mi suggerì di trovare un posto appartato in campagna, subito, che anche lei dopo 3 giorni di fantasie anali indicibili, era al massimo dell'eccitazione. Trovai un posto dove saremmo stati più che appartai.
Fece tutto lei: si mise sul sedile posteriore dell'audi, a pancia sotto con le gambe fuori e si tirò su la gonna. Strappandosi da se le mutandine. Si mise 2 supposte di vasellina e della pomata di vasellina la spalmò sulla mia cappella, rifiutando il preservativo decisamente. Mi spiegò che dentro era pulitissima e che le valeva la pena sentire il dolore dell'entrata nello sfintere, se poi l'avessi inondata di sperma, come la sera che le ero schizzato in viso. Arrapatissima mi ingiunse di non impressionarmi se lei avesse urlato e di spingerglielo dentro qualsiasi fosse stata la sua reazione. Disse: non mi far male per niente, che poi mi incazzo e finisce lì. Non ci sarà un secondo tentativo.
Ci infilai il dito per rendermi conto del canale che avrei trovato. Praticamente il dito mi sembrava che fosse entrato dentro uno strettissimo tubicino di gomma. Le supposte sciolte facevano scivolare il dito come se inzuppato nell'olio. Per entrare ci voleva davvero un cazzo durissimo e di andarci risoluti. Mi concentrai sulla cosa visualizzando la scena che avevo davanti: lei piccolina, le sue gambe tornite e abbronzate pendule dal sedile, la chioma dei capelli sciolti biondastri sul suo vestitino. C'è stato un attimo che mi è diventato come d'acciaio e ho poggiato con forza la cappella bella intrisa di pomata sul buchino, spingendo con forza, immaginandolo un urlo femminile acutissimo. E' arrivato lo strillo quando lo sfintere ha ceduto non immediatamente ed è servito ad eccitarmi per dare il colpo di reni. Sentivo quella specie di tubicino di gomma, dove il dito avvertiva che era strettissimo, dilatarsi mentre lo mandavo su. Ero un bestione da 1,90 del peso di quasi 100 Kg, sopra alla donnina che mi spariva sotto.
Quando ho sentito che più su di quanto le era andato, non potevo, ho cominciato a stantuffarla come un infuriato, immaginando da come reagiva che davvero era come se ad una donna di stazza media fosse entrato un cazzo grosso come una bottiglia di birra e lungo 30 centimetri. Ad un certo momento ho sentito che ansimava e ... che stava rimettendo. Mentre lei rimetteva io eiaculavo a getti che sono durati più del tempo che lei ha rimesso. Quando l'ho tirato fuori ha pianto per molti minuti, torcendosi.
Ma stava anche avendo un orgasmo vaginale. Pensavo avesse sporcato il sedile, ma lei ci aveva messo il suo foulard e non aveva tirato su quasi niente di alimentare.
Seduta davanti mi ma chiesto se avessi capito perché non era il caso di farlo dopo la cena. Lo avevo capito.
Poi io le ho chiesto con che una tantum si poteva rifare la cosa. Mi ha risposto che si poteva fare ogni 15 giorni.
A cena ha mangiato pochissimo, spiegando che aveva un gran mal di testa e un gran mal di pancia: tutta quella roba che mi hai schizzato dentro, mi fa venire un terribile mal di pancia, ma è un mal di pancia che mi fa impazzire dal piacere.
Non avevo mai visto Silvanetta col rimmel colato dagli occhi, semidistrutta mentre camminava e un po' spettinata. Quella sera in quella nuova maniera mi fece di nuovo arrapare, mentre la portavo a casa.
Glielo ficcai in bocca, piegandola con la testa su di me seduto sul lato guida. Lei sentiva ancora tutti i suoi sapori anali e infoiata mi fece un pompino sui generis.
Anche la bocca ce l'aveva piccolina e dove spalancarla per prenderlo dentro. E dentro a metà le arrivava subito in gola. Quando sono venuto per la seconda volta le sono venuto praticamente in gola, facendola quasi soffocare. Tossendo ripetutamente ha risputato in parte e in parte ingoiato con piacere estremo.
Pensare che per tre anni ci sono andato solo a cena. Roba da pazzi. Cosa mi ero perso di Silvanetta !
In vero le altre volte non è stato come la prima volta.
Ho anche provato a scoparla in vagina, ma non se lo faceva mettere dentro più di tanto. E tanto sarebbe nemmeno la terza parte.
Molte volte non le andava nemmeno di fare l'anale.
Ma il pompino fatto in fretta nella parte buia di un retro ristorante era una cosa divina. Quando super eccitato ci mettevo 3 minuti a eiacularle in gola. E lei aveva preso via ad ingoiarlo tutta la sborrata.
Volete sapere come è andata a finire?
E' andata a finire che si è fidanzata con una sua amica. (Ma è un trans, molto femminile, che ce l'ha grossissimo e lunghissimo).
MI RACCONTA CHE LA MANDA IN BRODO DI GIUGGIOLE, anche se la fa letteralmente svenire dal dolore e le fa rivedere i broccoli di natale, da quanto le entra dentro.
Ha avuto una lacerazione del retto per cui è dovuta ricorrere al chirurgo.
E non una sola volta.
Hai capito Silvanetta piccolina, cosa desiderava veramente?
Credo che anche la sorella più grande di Silvanetta usufruisca del mega pene della bellissima trans. Ma la sorella è alta 1,80 e peserà 70 Kg.
Non ha avuto la lacerazione del retto. E credo che in vagina lo prenda tutto con gusto.
Dico credo, ma lo so.
Questo è. Oggi le donne ricorrono alle loro amiche trans, bellissime, con bellissime tette e bellissime gambe, da cui pende un 6 x 28.
La natura le ha dotate superbamente come femmine e come attributi maschili non c'è maschio che possa sognare di averceli. Giusto quel commerciante 65 enne, con il negozio vicino alla casa di Silvanetta.
Quanto vorrei essere presente quando Silvanetta si fa entrare 6 x 28.
So che se lo fa fare in macchina, nella sua alfetta.
Immaginando cosa fa Silvanetta, mi faccio poderose seghe.
Questo è. Niente più e niente meno. Coi trans son cazzi. Per noi maschi.
Ce l'anno molto più grosso di noi e lungo enormemente di più. Questo è.
Fine del racconto? No, che fine del racconto. Poi Silvanetta mi ha raccontato nei dettagli l'inculata con la sua amica trans. Non si può raccontare. Sono dettagli irriferibili. Gli strilli si sentono a un chilometro. Deve stare ore e ore a piangere in macchina, prima di riprendersi ... dallo svenimento.
Altri dettagli meglio che li ometta, altrimenti mi sento male. Fine. 12.06.21 H 4,30 della notte.
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