Una moglie pudica
di
Cantastorie28
genere
sadomaso
Per commenti e richieste scrivete a
Cantastoriedal28@gmail.com
Se volete scrivere a chi hai chiesto il racconti, il marito della moglie:ascoltami80@gmail.com
Non è facile tenere vivo un rapporto, soprattutto se dura da molto tempo.
Come capirete dal titolo sono sposato, da più di 10 anni, con Manuela che posso affermare in tutta onestà essere una moglie pudica. Abbiamo un figlio e con mio enorme dispiacere, pur essendo felici, la nostra vita sessuale è a dir poco deludente. Non tanto per il sesso in se; certo facciamo solo penetrazione vaginale e qualche pompino – molto raramente –, il vero problema è che facciamo l’amore sì e no una volta al mese. E questo sta piano piano raffreddando la nostra intesa sessuale. Io voglio di più, non con altre, voglio di più insieme alla mia amata moglie. Ho provato a proporre giochi nuovi tra di noi, guardare porno, leggere racconti erotici, giochi di ruolo e uso di sex toys. Ha rifiutato tutto.
Ho iniziato quindi a cercare su vari siti spunti e consigli.
La svolta è arrivata con una mail. Lui si chiama Luca, ha 28 anni, lavora nell’azienda agricola di famiglia, nel tempo libero scrive racconti erotici e si diletta in giochi di dominazione. L’idea che mi ha dato e che metterò in pratica è di prendere l’iniziativa, essere un po’ più dominante. Il detto dice: “E’ meglio chiedere il perdono che il permesso”, e se questo può riaccendere la fiamma della nostra intimità… ben venga.
È sabato e Manuela è fuori con sua madre per fare degli acquisti. Approfitto della situazione per preparare un cena leggera, ma con cibi afrodisiaci. Sono d’accordo con i nonni che il bambino dorme da loro.
Quando torna a casa, lei è sorpresa dalla tavola apparecchiata al lume di candela.
M: Claudio (il mio nome), a cosa dobbiamo questa meraviglia?
C: Una sorpresa per te, per noi. Vestiti elegante che stasera facciamo un po’ i piccioncini!
Manuela va in stanza e torna poco dopo tutta in tiro. Ha i capelli castani raccolti una coda alta, il viso che sfoggia un sorriso ammaliante. Indossa un abito nero che mette in risalto le sue forme, che hanno risentito della gravidanza, ma che sono lo stesso fantastiche. Ha un po’ di pancetta che rende il suo ventre non proprio piatto, ma non tanto da deformare la sua bellissima forma. Ha una seconda abbondante, tenuta su da un reggiseno che spero sia di pizzo, e i fianchi un po’ larghi danno inizio a un bel culo abbondante ma sodo. Non è la donna che fa perdere la testa per la sua bellezza, ma ai miei occhi è la più bella del mondo.
Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare. La cena procede bene, tra risatine e complimenti per il cibo. La serata continua con un lento, accompagnato da diversi baci passionali. Piano piano ci avviamo verso le camera da letto.
Mentre le nostre lingue si intrecciano nelle nostre bocche, inizio a spogliarla. Slaccio la zip dietro la sua schiena, abbasso il vestito accompagnando il movimento dell’abito con baci lungo il collo, le spalle, la schiena.
Quando mi rialzo, lei mi toglie la camicia, mi slaccia i pantaloni e, baciandomi la pancia con delle evidenti maniglie dell’amore, mi toglie pantaloni e boxer. Resto nudo e a quel punto le tolgo reggiseno e mutandine, liberando il suo bel cespuglio indomito di pelo scuro che circonda le sue grandi labbra. Non è mai stata una donna da pelo curato o depilazione intima. La faccio sdraiare sul letto e ci baciamo. Le palpo il seno e una mano scende in mezzo alle sue gambe dove inizia a massaggiarle la figa. Sembra gradire. Lei mi accarezza la schiena, facendomi il solletico – sono particolarmente sensibile. Io mi fermo, le mi guarda.
C: Sai che soffro il solletico. Vuoi la guerra?
Mi guarda con aria di sfida. Iniziamo così una lotta all’ultima grattata. È lei che è in vantaggio, fino a che non in preda a uno spasmo di solletico, la colpisco con una ginocchiata in mezzo alle gambe. Proprio sulla sua fighetta. Un colpo forte che le fa male. Ci fermiamo, la guardo. Quello che vedo però è insolito e mi eccita. Lei non è arrabbiata per il dolore. Vedo il pelo bagnato, e la sua faccia tradisce un certo piacere provato dal colpo in quella zona così sensibile. Ripenso a Luca “Sii, più dominante!”. Allora prendo subito ad accarezzarle la figa, ancora dolorante. I gemiti di piacere sono inconfondibili.
M: Continuaaa… è bellissimo.
Io continuo a masturbarla. È fradicia e mugola di piacere. La sensazione di dolore è sparita e con essa anche il piacere intenso. Si vede dalla sua faccia. L’idea che quel piacere forte sia dovuto al mix tra masturbazione e dolore si fa strada dentro la mia testa. Le tiro una sberla abbastanza forte sulla figa. Lei mi guarda incredula e sta per dire qualcosa, ma io ricomincio a masturbarla con ancora più foga. Ha un orgasmo che la fa tremare, non l’ho mai vista così. Lei non ha orgasmi multipli, di solito. Questa volta, per la prima volta. Ne ha un secondo mentre la scopo e vengo dentro di lei. E’ stata la prima volta che abbiamo fatto sesso in questo modo.
M: E’ stato incredibile! Facciamolo ancora così la prossima volta.
Mi dice ancora con il fiatone e con gli ultimi attimi di piacere residuo in corpo.
È stata la prima volta che lei mi confessa di aver provato due orgasmi nella stessa sera. Ed è stata la prima volta che si è eccitata a vedermi così dominante verso di lei.
La prima volta di tante altre. Da quella sera iniziamo a fare questo tipo di gioco tutte le volte che facciamo l’amore, che diventano anche due o tre alla settimana.
E per un paio di mesi le cose, vanno bene. Ma poi anche questo gioco diventa routine e piano piano le volte che facciamo sesso diminuiscono.
Mia moglie è un po’ meno pudica, ma il mio essere dominante non è stato abbastanza.
Provo ad anticiparle l’idea di provare una cosa nuova. Con un mio amico, Luca.
Lei rifiuta inizialmente, ma durante una chiacchierata credo di averla convinta.
La frase che l’ha fatta riflettere di più? La seguente.
C: Lo so che non è nelle tue corde e che non abbiamo mai fatto nulla del genere. Non voglio costringerti, ma credo che ci faccia bene. Hai visto come si è riacceso il nostro rapporto, dopo quella sera in cui ho iniziato a sculacciarti nelle tue zone più sensibili? Ti chiedo solo di pensarci. Io voglio che la nostra vita sessuale sia appagante per noi. Non voglio che diventiamo una coppia che si ama, ma che non alla lunga non si sfiora più neanche. Non voglio che il nostro amore diventi quasi fraterno. Voglio un matrimonio il più felice possibile, voglio essere unito a mia moglie anima e corpo il più spesso possibile e nel modo più piacevole ed eccitante possibile. Mi capisci?
M: Ti capisco e anche io voglio una amore come vuoi tu. Però sai che questi giochi un po’ inusuali non sono tanto nelle mie corde. Si mi è piaciuto tantissimo lo schiaffeggio e ammetto che non avrei mai immaginato mi piacesse così… perché dovremmo fare intervenire una terza persona nel nostro rapporto?
C: Non entrerebbe nel nostro rapporto. Ci aiuterebbe a scoprire una parte della nostra sessualità che non abbiamo mai esplorato. Come per gli schiaffi. Alla fine siamo io e te, sempre io e te. Anche se ci aiuta qualcuno. Pensaci e basta, va bene?
M: Ti prometto che ci penserò, ma questo non vuol dire che accetti.
Continua…
Cantastoriedal28@gmail.com
Se volete scrivere a chi hai chiesto il racconti, il marito della moglie:ascoltami80@gmail.com
Non è facile tenere vivo un rapporto, soprattutto se dura da molto tempo.
Come capirete dal titolo sono sposato, da più di 10 anni, con Manuela che posso affermare in tutta onestà essere una moglie pudica. Abbiamo un figlio e con mio enorme dispiacere, pur essendo felici, la nostra vita sessuale è a dir poco deludente. Non tanto per il sesso in se; certo facciamo solo penetrazione vaginale e qualche pompino – molto raramente –, il vero problema è che facciamo l’amore sì e no una volta al mese. E questo sta piano piano raffreddando la nostra intesa sessuale. Io voglio di più, non con altre, voglio di più insieme alla mia amata moglie. Ho provato a proporre giochi nuovi tra di noi, guardare porno, leggere racconti erotici, giochi di ruolo e uso di sex toys. Ha rifiutato tutto.
Ho iniziato quindi a cercare su vari siti spunti e consigli.
La svolta è arrivata con una mail. Lui si chiama Luca, ha 28 anni, lavora nell’azienda agricola di famiglia, nel tempo libero scrive racconti erotici e si diletta in giochi di dominazione. L’idea che mi ha dato e che metterò in pratica è di prendere l’iniziativa, essere un po’ più dominante. Il detto dice: “E’ meglio chiedere il perdono che il permesso”, e se questo può riaccendere la fiamma della nostra intimità… ben venga.
È sabato e Manuela è fuori con sua madre per fare degli acquisti. Approfitto della situazione per preparare un cena leggera, ma con cibi afrodisiaci. Sono d’accordo con i nonni che il bambino dorme da loro.
Quando torna a casa, lei è sorpresa dalla tavola apparecchiata al lume di candela.
M: Claudio (il mio nome), a cosa dobbiamo questa meraviglia?
C: Una sorpresa per te, per noi. Vestiti elegante che stasera facciamo un po’ i piccioncini!
Manuela va in stanza e torna poco dopo tutta in tiro. Ha i capelli castani raccolti una coda alta, il viso che sfoggia un sorriso ammaliante. Indossa un abito nero che mette in risalto le sue forme, che hanno risentito della gravidanza, ma che sono lo stesso fantastiche. Ha un po’ di pancetta che rende il suo ventre non proprio piatto, ma non tanto da deformare la sua bellissima forma. Ha una seconda abbondante, tenuta su da un reggiseno che spero sia di pizzo, e i fianchi un po’ larghi danno inizio a un bel culo abbondante ma sodo. Non è la donna che fa perdere la testa per la sua bellezza, ma ai miei occhi è la più bella del mondo.
Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare. La cena procede bene, tra risatine e complimenti per il cibo. La serata continua con un lento, accompagnato da diversi baci passionali. Piano piano ci avviamo verso le camera da letto.
Mentre le nostre lingue si intrecciano nelle nostre bocche, inizio a spogliarla. Slaccio la zip dietro la sua schiena, abbasso il vestito accompagnando il movimento dell’abito con baci lungo il collo, le spalle, la schiena.
Quando mi rialzo, lei mi toglie la camicia, mi slaccia i pantaloni e, baciandomi la pancia con delle evidenti maniglie dell’amore, mi toglie pantaloni e boxer. Resto nudo e a quel punto le tolgo reggiseno e mutandine, liberando il suo bel cespuglio indomito di pelo scuro che circonda le sue grandi labbra. Non è mai stata una donna da pelo curato o depilazione intima. La faccio sdraiare sul letto e ci baciamo. Le palpo il seno e una mano scende in mezzo alle sue gambe dove inizia a massaggiarle la figa. Sembra gradire. Lei mi accarezza la schiena, facendomi il solletico – sono particolarmente sensibile. Io mi fermo, le mi guarda.
C: Sai che soffro il solletico. Vuoi la guerra?
Mi guarda con aria di sfida. Iniziamo così una lotta all’ultima grattata. È lei che è in vantaggio, fino a che non in preda a uno spasmo di solletico, la colpisco con una ginocchiata in mezzo alle gambe. Proprio sulla sua fighetta. Un colpo forte che le fa male. Ci fermiamo, la guardo. Quello che vedo però è insolito e mi eccita. Lei non è arrabbiata per il dolore. Vedo il pelo bagnato, e la sua faccia tradisce un certo piacere provato dal colpo in quella zona così sensibile. Ripenso a Luca “Sii, più dominante!”. Allora prendo subito ad accarezzarle la figa, ancora dolorante. I gemiti di piacere sono inconfondibili.
M: Continuaaa… è bellissimo.
Io continuo a masturbarla. È fradicia e mugola di piacere. La sensazione di dolore è sparita e con essa anche il piacere intenso. Si vede dalla sua faccia. L’idea che quel piacere forte sia dovuto al mix tra masturbazione e dolore si fa strada dentro la mia testa. Le tiro una sberla abbastanza forte sulla figa. Lei mi guarda incredula e sta per dire qualcosa, ma io ricomincio a masturbarla con ancora più foga. Ha un orgasmo che la fa tremare, non l’ho mai vista così. Lei non ha orgasmi multipli, di solito. Questa volta, per la prima volta. Ne ha un secondo mentre la scopo e vengo dentro di lei. E’ stata la prima volta che abbiamo fatto sesso in questo modo.
M: E’ stato incredibile! Facciamolo ancora così la prossima volta.
Mi dice ancora con il fiatone e con gli ultimi attimi di piacere residuo in corpo.
È stata la prima volta che lei mi confessa di aver provato due orgasmi nella stessa sera. Ed è stata la prima volta che si è eccitata a vedermi così dominante verso di lei.
La prima volta di tante altre. Da quella sera iniziamo a fare questo tipo di gioco tutte le volte che facciamo l’amore, che diventano anche due o tre alla settimana.
E per un paio di mesi le cose, vanno bene. Ma poi anche questo gioco diventa routine e piano piano le volte che facciamo sesso diminuiscono.
Mia moglie è un po’ meno pudica, ma il mio essere dominante non è stato abbastanza.
Provo ad anticiparle l’idea di provare una cosa nuova. Con un mio amico, Luca.
Lei rifiuta inizialmente, ma durante una chiacchierata credo di averla convinta.
La frase che l’ha fatta riflettere di più? La seguente.
C: Lo so che non è nelle tue corde e che non abbiamo mai fatto nulla del genere. Non voglio costringerti, ma credo che ci faccia bene. Hai visto come si è riacceso il nostro rapporto, dopo quella sera in cui ho iniziato a sculacciarti nelle tue zone più sensibili? Ti chiedo solo di pensarci. Io voglio che la nostra vita sessuale sia appagante per noi. Non voglio che diventiamo una coppia che si ama, ma che non alla lunga non si sfiora più neanche. Non voglio che il nostro amore diventi quasi fraterno. Voglio un matrimonio il più felice possibile, voglio essere unito a mia moglie anima e corpo il più spesso possibile e nel modo più piacevole ed eccitante possibile. Mi capisci?
M: Ti capisco e anche io voglio una amore come vuoi tu. Però sai che questi giochi un po’ inusuali non sono tanto nelle mie corde. Si mi è piaciuto tantissimo lo schiaffeggio e ammetto che non avrei mai immaginato mi piacesse così… perché dovremmo fare intervenire una terza persona nel nostro rapporto?
C: Non entrerebbe nel nostro rapporto. Ci aiuterebbe a scoprire una parte della nostra sessualità che non abbiamo mai esplorato. Come per gli schiaffi. Alla fine siamo io e te, sempre io e te. Anche se ci aiuta qualcuno. Pensaci e basta, va bene?
M: Ti prometto che ci penserò, ma questo non vuol dire che accetti.
Continua…
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