Io e Lei 2

di
genere
dominazione

Sono tornata a casa dopo l’incontro con Lei. Sono scombussolata. Ripenso al suo modo di relazionarsi con me, a come non vi sia stata alcuna conversazione. Nonostante questo, l’incontro è stato assolutamente completo. Cerco di pensare ad altro ma non c’è verso. E’ pomeriggio quando esco per fare un po’di spesa… ormai nel mio frigorifero c’è l’eco! Sono in fila alle casse quando sul cellulare arriva un messaggio. E’ Lei! “sei libera stasera?” Rispondo “Ciao, si”. Mi aspetto una sua risposta immediata e invece nulla. Trasferisco quanto acquistato dal carrello al nastro della cassa tenendo il cellulare in mano. Pago la spesa ed esco. Sto caricando le borse nel bagagliaio della mia macchina quando arriva un suo nuovo messaggio. “da me, alle 20 precise, vestiti come stamattina… sarà diverso, preparati”. Leggo e rileggo il messaggio. Cosa significa quel “sarà diverso”? Rispondo con un semplice “va bene”. Sono le 18, mi svesto e mi butto sotto la doccia. Mentre l’acqua mi accarezza io continuo pensare al suo messaggio. Cavolo, ma possibile che siano già le 19.25? Il dio crono si deve divertire un sacco a giocare con la ruota del tempo. Un po’ di make up, non amo il trucco pesante. Indosso l’intimo e lo specchio riflette la mia immagine. Cavolo, i capezzoli già sono evidentissimi sotto il reggiseno. Metto il vestito, i sandali ed eccomi pronta. Ma lo sono davvero pronta? Smetto di rimuginare. Sono determinata a vivere ciò che accadrà con la massima partecipazione. Sono sotto casa sua. Sto per mandarle un messaggio quando la serratura del portoncino scatta e dal citofono esce la sua voce “Sali”. Salgo le scale, arrivata al pianerottolo del secondo piano vedo la sua porta accostata. Aspetto un attimo e poi entro. Le tapparelle sono completamente abbassate. La temperatura, che fuori supera i 30 gradi, qui è mitigata dall’aria condizionata. Nell’aria c’è un aroma diverso, sembra qualcosa di simile al sandalo e le note del “Lacrymosa” degli Evanescence. Chiudo la porta dietro di me e non senza un po’ di apprensione entro in sala. Tu sei li! Indossi una tunica nera che arriva a sfiorare il pavimento, molto accollata e stretta in vita da un cordino di pelle nera. Le maniche sono aderenti alle tue braccia. Hai un aspetto austero, Il tuo sguardo è penetrante e mi mette in agitazione. Mi avvicino a te, quando sono a poco più di un metro mi intimi di fermarmi con un gesto della mano. Mi sento intimidita. Ancora non hai detto una parola. Il tuo sguardo percorre il mio corpo e io lo sento come se fossi davvero toccata da te. “sfilati il vestito” lo dici con tono deciso, che non lascia margine a discussioni. Come un automa slaccio il mio kimono ma non lo lascio cadere a terra. Lo sfilo dalla testa e lo getto sulla chaise longue. Sono in intimo e la sensazione del tuo sguardo si fa ancora più nitida. “Non credevo che…” provo a dire ma tu mi interrompi con un “taci!” Le parole mi si spengono in bocca e resto li, indifesa e cosciente di esserlo. Dentro di me sto tremando, non per la paura ma per l’intima sensazione di desiderio e possesso che leggo nel tuo sguardo. “Inginocchiati!”. Lo dici mentre nelle tue mani compare un lembo di stoffa nera. Piego le ginocchia e le poso a terra. Non so il perché ma mi viene naturale spostare lo sguardo a terra. Resti li ferma, mi rendo conto che hai messo il loop quel brano che inizi da capo. Poi ti muovi, ti porti dietro di me e dopo un attimo la vista mi si oscura e capisco che hai usato quel pezzo di stoffa per coprirmi gli occhi. Quando senti il mio cuore che accellera e mi rendo conto che sto trattenendo il respiro non so da quanto. Lo rilascio e cerco di calmarmi. “Sei pronta?… questa è la tua ultima possibilità per alzarti, rivestirti ed andartene”. Non dico nulla. Non serve dire nulla. Semplicemente resto in ginocchio, consapevole che da questo momento sarò come creta nelle tue mani.
… continua…
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scritto il
2021-06-20
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