Capello Rosso i Lupi e l'Orso ( prima parte: Capello Rosso )
di
Unicornoazzurro77
genere
gay
- Sveglia! È tardissimo! Farai tardi a scuola!- Tuonava la madre di Capello Rosso dietro la porta della sua cameretta.
Ma dall'altra parte silenzio assoluto.
- Sei appena diventato maggiorenne!- Incalzava la donna - dovresti essere almeno un po' più responsabile!-
Niente.
- Se non ti alzi all'istante vengo io a svegliarti con le cattive! - disse lei ormai spazientita.
Silenzio. Quiete. Serenità. Non successe niente.
Allora, sospirando arrendevolmente, la mamma di Capello Rosso entró nella sua stanza.
Capello Rosso, era abituato sin da piccolo a dormire completamente nudo avvolto nelle candide lenzuola profumate che la madre non mancava mai di cambiare ogni giorno.
Vide, non senza un certo orgoglio, il corpo steso sul letto: Rouge, il suo vero nome, lo sguardo partì dalla punta dei piedi dalle dita affusolate fino a salire su i polpacci e le cosce lisce e muscolose, frutto dello sport che lui praticava e che amava tantissimo; il sedere, coperto da un fascio di lenzuola bianche sottolineava rotondità generose e ben proporzionate ( orgoglio di mamma! ) per poi scoprire fianchi stretti che man man si perdevano in un'ampiezza di schiena degna di un nuotatore, le scapole, poi, ben evidenti segnalavano l'ampiezza delle spalle dalle quali si dipanavano due splendide e robusta braccia. Tutto il suo corpo era coperto di pelle candida e vellutata. Il collo, infine, teneva su una testa ovale dalla quale scendeva una cascata di riccioli castano rossicci, dai quali derivó il soprannome Capello Rosso. Anche la madre si abituó a chiamarlo con quel nomignolo.
La madre constató con fierezza, mista a malinconia, che il pupo che diciotto anni prima aveva dato alla luce, era cambiato radicalmente.
La tenerezza che ne derivo da ciò la indusse a ritirare le sue intenzioni bellicose e a limitarsi a svegliare il dormiglione con carezze e sussurri dolcissimi.
Ce ne volle! Ma alla fine, la luce del nuovo giorno si riflesse negli occhi di smeraldo di Capello Rosso che pronunció il buongiorno con la tipica voce di primo mattino.
Si scostó di dosso il lembo di lenzuolo mostrando con ingenua naturalezza ciò che solo mamma può vedere, in quanto lei è la creatrice terrena del corpo del figlio.
Si alzó e dirigendosi verso la finestra, sveló il suo scarso entusiasmo di andare a scuola. Ma non fece, tuttavia, un granché capricci.
- Non sporgerti troppo dalla finestra! - Esclamó la madre- Qualcuno potrebbe vederti nudo! -
Capello Rosso si voltó alla sua destra, specchiandosi nel grande specchio che costituiva l'anta centrale del suo immenso armadio, vide il suo volto: due occhi verdissimi e luminosi come un prato primaverile illuminato dal sole, un nasino all'insu decorato da lentiggini microscopiche, e la bocca dal labbro superiore sottile e lungo, e quello inferiore carnoso ma non vistoso colorato di naturale rosso rubino.
Distorse lo sguardo, quasi infastidito.
Dei passi corti e rumorosi preannunciavano l'irruzione della sorellina in camera di Rouge: - Mamma-mamma-posso-prendere-i-biscotti-al-cioccolato? Posso-posso-posso?-mammaaa!!!-
La madre, anche di quell'altra creatura, la quale all'inizio della sua vita non articolava le parole nel modo corretto, dovette ricorrere dal logopedista e praticare centinaia di sedute, tra l'altro nemmeno avvenute con successo, e promise a se stessa che se mai fosse riuscita a parlare almeno un po' decentemente, non l'avrebbe mai zittita.
Chiaramente ne fu pentita di questa. Si rotrovo improvvisamente, un giorno, a casa dalla seduta dal dottore, con una bimba super petulante che scorrazzava a gran voce per la casa gridando e articolando tutte le diecimila parole che le venivano in mente senza mai fermars, e nella maniera più corretta che si potesse crederei.
La bimba non fece nemmeno in tempo a spuntare dalla porta che la madre con un gesto rapido, come fosse il portiere di una squadra di calcio, la paró, mettendola a riparo dalla vista del fratellone totalmente nudo.
- Sbrigati a vestirti! - si raccomandó la donna, con un'affabilità disarmante.
I giorni andavano avanti così. Più o meno allo stesso modo.
Rouge, svogliato a scuola, vivacissimo nella squadra di pallavolo maschile della sede di studio, frequentava le lezioni solo per giocare. Per lo sport, precisamente.
Ovviamente, per altri pochi motivi. Uno dei quali, tre compagni di classe, utilissimi, quanto divertenti: tre compagni, tre fratelli, a dire
Il vero... Beh! Per essere precisi erano tre gemelli stra uguali: capelli biondi della stessa tonalità, mossi, occhi azzurri, uguali, super vivaci.
Erano utili per Capello Rosso perché durante i compiti in classe gli passavano gli aiutini magici con i quali superava le prove. Erano sempre seduti uno a destra, Lars, asso in lettere, a sinistra hans, fenomeno in matematica, e Josh seduto al banco avanti a Rouge, era specializzato nelle materie tecniche. Praticamente, si poteva dire che avessero un cervello diviso in tre!
Ma erano soprattutto, oltre compagni di squadra, amici.
Amici, sin da subito, da quando si incontrarono la prima volta.
E il loro incontro avvenne in maniera molto singolare. Per strada, in un giorno assolato di tarda primavera. Il paese, piccolo com'era, non proponeva moto ai suoi abitanti, unico svago il cinema, una volta alla settimana, oppure lunghe passeggiate per le strade che da una parte all'altra, indicava la stessa direzione: campi verdi, prati, e alberi infiniti.
Per una di queste strade un giorno per caso passeggiava Capello Rosso, notabile la sua andatura sculettante, e la nuvola ricci brillanti ondeggianti al lieve soffio primaverile. In poche parole faceva voltare tutti, indiscriminatamente dal sesso e dall'età. Lo salutava il parrucchiere e suo figli, la fruttivendola e i suoi figli, il panettiere e suo figlio, tutti insomma. E per la sua vistosa naturalezza gaia circolarono ben presto voci e commenti maliziosi.
Rouge stava facendo in quel giorno la spesa, portava già acquistato delle mele dalla fruttivendola, le portava in un sacchetto di carta, poi si diresse dal fornaio per prendere il pane, all'uscita urtó un ragazzo biondo che gli fece cadere alcuni frutti, questi si scusó e l'aiutó a raccogliere ciò che era caduto. Nel riassorbe con il busto genuflesso, i loro occhi si incrociarono guardandosi l'un l'altro intensamente. Era una specie di confronto, tra due stupendi ragazzi coetanei. Il biondo sorrise a Capello Rosso, questi rispose allargando il proprio sorriso.
- Scusami, non ti avevo visto uscire! -
- No, tranquillo, non è stata colpa tua.-
- Ti va di andare al bar, ti offro qualcosa per farmi perdonare. -
Rouge rimase interdetto, ma non glielo fece sembrare. Accettó volentieri.
Insieme presero un caffè e un succo di frutta, accompagnati da un pasticcino fresco seduti a un tavolino posto fuori davanti al bar della piccola piazza del paese.
Conversarono sin da subito con totale affabilità quasi si conoscessero da una vita.
- Ah! Che stupido, non mi sono ancora presentato, il mio nome è Lars!-
- Io mi chiamo Rouge, ma per via del colore dei miei ricci tutti mi chiamano Capello Rosso. -
- Capello Rosso? Bel nome, mi piace e ti si addice molto. -
- Grazie.-
L'intesa tra i due scese nei particolari più intimi, e vennero subito a capo la comprensione di essere entrambi attratti dall'altro.
Lars era appena giunto in paese. Suo padre ere un imprenditore edile, e aveva acquistato una villetta nello stesso paese si Rouge. Nen presto venne a sapere che Lars si era appena iscritto alla sua stessa scuola.
I due si diedero appuntamento al bar il giorno dopo.
Rouge fu puntuale. Lars no.
Bevve tre caffè seduto allo stesso tavolino del bar prima di intravedere in lontananza la sagoma di Lars.
Si alzó in piedi, facendo gesto di avvicinarsi.
Lui si avvicinó. Sembrava strano. Aveva in volto un'espressione interrogativa. Tuttavia, si sedette difronte a Rouge il quale, con poche parole, lo aiutó a rinfrescarsi la memoria.
- Lars! Avevamo un appuntamento, non ti ricordi?-
L'altro sgranó gli occhi confuso. Tuttavia non parve essere contrariato di intrattenersi con quello strano ragazzo seduto al tavolino del bar.
- Chi sei tu?-
- Che spiritoso!- Sbuffó Rouge ripetendogli il soprannome proprio.
- Ho la casa libera, ti va di venire da me, ora?- Disse il rosso.
E l'altro, in preda ad una improvvisa iper sudorazione, acconsentì con un lieve cenno del capo.
Il papà di Rouge era al lavoro, le mare e la sorella dalla zia, non sarebbero rincasati se non a tarda serata.
Rouge dovette quasi trascinare il suo strano ospite dentro casa e poi anche su fino in camera sua.
- Non stiamo correndo un po' troppo?- Chiese il biondino preoccupato.
- Cosa? Ma se ieri non vedevi l'ora di saltarmi addosso?- Seguì una breve pausa, poi Capello Rosso partì all'attacco.
Gli si avvicinó sorridendo, lo accarezzo partendo dalle guance per poi scendere sul collo, ne sentì le palpitazioni della giugulare che gli pompava sangue a ritmi vertiginosi.
- Non ti preoccupare, andrà tutto bene...- Sussurró Capello Rosso all'altro che era come impietrito e fermo sulla porta.
Rouge accese lo stereo e per far prima lasció che la radio sintonizzata a caso diffondesse le note della prima canzone che fu : the locomotion di Little Eva.
Trascinó il semi sconosciuto e spaesato ragazzo biondo in un ballo delizioso, molto intimo, abbracciandolo in maniera inequivocabile. La musica nascose i loro respiri affannosi, ma la loro eccitazione fu dirompente, persero uno ad uno i vestiti rimanedo quasi subito in mutande. Avvinghiarono i corpi ora notevolmente attratti, si baciarono mentre le mani di entrambe esigerono il corpo dell'altro. Stropicciarono i loro sessi imprigionati dalle stoffe intime, i palpiti del cuore di uno rimbombavano nel petto dell'altro.
Con un gesto risoluto Rouge sfiló le proprie e le altrui mutande liberando i loro uccelli giovani e svettanti, già scapocchiati e col glande decisamente violaceo. Il biondo afferró il proprio e l'altrui cazzo con una mano sola, strinse un po' e dopo con sinuosa lentezza li smanettó entrambe mentre infilava la lingua nella bocca di Rouge.
- E va bene! - disse staccandosi il biondino. - A quanto pare noi due ci conosciamo! Allora, lo sai fare il sessantanove?-
Capello Rosso dapprima rimase interdetto, poi con un gesto della testa rispose di no alla domanda.
Intanto pensava che aveva trovato proprio uno strano tipo: il giorno prima era solare e loquace, il giorno dopo a momenti non lo riconosceva!
Il fantastico biondino fece sdraiare Rouge sul letto, poi gli fu sopra ma in senso inverso in modo tale da far pendere il proprio pisello sulla sua bocca, e quella sua cadde sul pisello del Rosso.
Istantaneo fu un esplosione di forte emozione: prender in bocca il cazzo di un altro e contemporaneamente l'altro prende in bocca il tuo! Pensó mentre godeva Rouge nell'avere in gola un pisello, nel vedere pendere dietro essa un discreto sacco scrotale che vibrava ad ogni minimo movimento; alzava e reclinava il capo vorticosamente, gustó a pieno il sapore giovane del pisello bianco e sodo del biondo e questi provó le medesime sensazioni: spompinó fino all inverosimile il paletto antivampiro nodoso e adorno di peli pubici rossissimi alla base che gli sembrarono talmente irresistibili che non potè fare a meno di accarezzarli provocando al proprietario del boschetto un terremoto di piacere... I muscoli di entrambe tesi, le nerchie granitiche e le palle durissime ormai giunte allo spasmo finale eruttarono fuori come vulcani anche l'anima se ce ne avessero avuta una. Caddero riversi uno accanto all'altro esausti sfiniti svuotati...
Una volta ricompostisi, con addosso i vestiti si salutarono, Rouge accompagnandolo alla porta gli diede appuntamento alla solita ora e posto, raccomandandolo di essere più puntuale e li salutó chiamandoli: Lars.
La porta di casa di Rouge era ormai chiusa mentre il biondino rimase di stucco: - Porca puttana! È un amico di Lars! Io non sono Lars! Mi avrà confuso con mio fratello! Adesso che faccio? -
Infatti, era Josh, ma Rouge ancora non lo sapeva.
Josh, quello stesso giorno, ritornando a casa passó dalla piazza del bar, e seduto al tavolino trovó ( manco a dirlo!) suo fratello Lars.
Nel passargli d'avati si coprì la bocca salutandolo con un alzata di sopracciglia.
Josh aveva le labbra vistosamente arrossate dopo il sessantanove appena concluso, e sapeva che il fratello, finocchio come lui, se ne sarebbe accorto e avrebbe chiesto spiegazioni. Meglio evitare.
- Hei! Josh!- Lo chiamó il gemello - dove vai? Vieni qui, c'è anche Hans! -
- Merda! - Esclamó. Già che c'era poteva portare anche i nonni! Pensó.
Hans uscì dal bar con in mano due coni gelato, salutó Josh, e notó subito le labbra arrossate.
Il tavolino era stretto e mancava una sedia, i tre gemelli si alzarono per sistemare le cose e stare comodi tutti e tre. Nel mentre, un piccolo gruppo di clienti li seduti notarono l'uguaglianza spaventosa di quei tre volti biondi con gli occhi azzurri; sembravano un mazzo di carte con lo stesso segno che si mescolava da solo! Oppure come il gioco della moneta nascosto sotto tre bicchieri capovolti. Chissà chi è l'uno e chi l'altro e l'altro ancora?!
Nel frattempo in lontananza, rifece la sua comparsa Capello Rosso, Josh accortosi di lui, afferró il braccio del gemello e lo costrinse a scappare via dicendogli che dopo gli avrebbe spiegato tutto.
Solo quando arrivarono alla fine della strada sbucando per un sentiero alberato si fermó. Entrambe avevano il fiato corto.
- Mi vuoi spiegare cosa succede!?-
Josh alzó lo sguardo e vide oltre una staccionata che circondava una casa rosa una ragazza che sorrise nel vedere due gemelli identici.
E quando incroció lo sguardo del gemello esclamó:- Merda!... Sei quello sbagliato!-
Era Lars quello che aveva trascinato via dalla piazzetta, non hans, che guaio! Pensó.
- Presto! Dobbiamo tornare indietro o sarà troppo tardi! -
- Cosa?!-
- Fidati!- intimó lui e, con le forze residue arrancarono fino alla piazza.
Ma era troppo tardi. Rouge e Hanz già non c'erano più.
Chiesero informazioni alle persone astanti, le quali indicarono la strada opposta, quella che portava al bosco dei fichi.
Raggiunsero il luogo, e dietro parecchi cespugli ciò che Lars vide valse più di ogni altra spiegazione.
Hans era inginocchiato difronte e Rouge che aveva i pantaloni di lino verde oliva abassati...
- A casa facciamo i conti!- Sentenzió Lars
E si scatenó l'inferno tra i tre gemelli. Dopotutto, Capello Rosso l'aveva conosciuto prima Lars, e gli altri due se ne erano approfittato.
Ma Lars non si diede per vinto. Escogitó qualcosa.
Di notte uscì di casa, e con l'aiuto dei gemelli trovó la casa di Rouge, fece scivolare sotto la porta un biglietto con sopra scritto l'indirizzo di casa sua, e un invito a trovarli il giorno dopo nel pomeriggio.
La giornata seguente passó piena di trepidazione per i gemelli. Non erano certi che Rouge accettasse l'invito.
Loro stessi non sapevano ancora cosa dire per spiegare la situazione.
Ad un'ora pomeridiana, non ben definita, il campanello suonó.
I gemelli, accomodati nel loro lussuoso salotto trasalirono. Forse era lui!
Mandarono ad aprire Clotilde, la loro governante.
Sbucó dalla porta ad arco Capello Rosso, il quale, quando vide i tre personaggi dal volto uguale, avvertì un giramento di testa.
- Ciao! Accomodati. -
- Ci devi scusare! -
- Noi non volevamo...-
Rouge, mentre ascoltava le loro parole di scuse si prese tra le mani la pancia, si piegó in due quasi ad arrivare a terra, si morse le labbra, e poi, come uno scoppio improvviso, esplose in una sonora e gustosa risata.
- Non sappiamo come scusarci, non era nostra intenzione...-
- No, non c'è da scusarsi, ragazzi! - Rispose Capello Rosso. - È che non so se essere sorpreso di aver giocato con due di voi, non so bene ancora con chi, o per il fatto che siete tre gemelli-fotocopia, oppure che come me siete gay! - E giù un'altra risata sonora.
I ragazzi si prodigarono a mettere a proprio agio il loro ospite super gradito. Tirando così un rassicurante sospiro di sollievo.
- Per farci perdonare fino in fondo chiedici pure tutto quello che vuoi.- disse Lars.
- Penso di dover i delle scuse pure io - rispose Rouge - chissà cosa
Avrete pensato di me!-
- Che se bellissimo!!!- Risposero all'unisono i tre.
- Allora, se proprio devo chiedere qualcosa a voi, visto che siete, oltre che belli pure voi, se vi va, potremmo essere amici?-
Furono parole che diedero vita ad una festa!
Chiesero a Clotilde gentilmente di portare degli aperitivi, e da bere.
I gemelli a momenti persero la voce a furia di raccontare i loro aneddoti di infanzia.
E al culmine dei festeggiamenti, i gemelli salirono in camera propria, chiesero a Capello Rosso di seguirli dopo cinque minuti.
Loro dormivano insieme in una camera enorme, e la strada per arrivarci non era difficile.
Trascorso il tempo, Rouge passo dopo passo, gradino dopo gradino, raggiunse la cima della scala. La prima porta a destra era quella da aprire.
L'aprì lentamente, chiamando i ragazzi per nome.
La
Stanza era al buio.
- Capello Rosso! Accendi la luce!-
Lui ubbidì.
In mezzo alla stanza piena di ogni mobile possibile, su di un tappeto persiano rosso, vide i tre gemelli nudi e a pecorina, con il culo di uno stretto vicino l'altro:
- Soooorrrpreeeeeeeesaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!- gridarono insieme.
Rouge rimase sbalordito.
Tre sederi, bianchi, rivestiti di leggerissima impalpabile peluria bionda con i forellini in bellavista tutti per lui.
- Ragazzi!! Siete fenomenali!!! - gridó Capello Rosso mentre si stropicciava il pacco già enfio di carne dura.
- E da chi comincio?-
Si sbottonó i pantaloni, li abassó. Tiró giù le mutande e liberó l'arnese suo. Lo puntó dritto dritto al culo centrale. Affondó solo la turgida punta, poi la ritrasse. Prese di mira anche quello di sinistra e poi pure quello di destra. E gli parve strano come il suo cazzo, pur essendo ne troppo grosso ne lungo entrava ed usciva fuori dai loro sederi con una tale facilità...
Li ingroppó tutti uno a uno, spinse dentro ognuno di loro il dardo incandescente che si ritrovava tra le gambe.
Wow!!! Se li scopó in una maniera tale che dopo ebbero problemi a sedersi per parecchi giorno.
Poi li fece alzare e loro si fecero ammirare in tutta la loro uguale bellezza. Capello Rosso non mancó di prendersi cura anche dei loro di cazzi, biondi uguali nelle misure ma dalla diversa naturale curvatura.
Affondó le mani sui loro glutei a uno a uno, e a uno a uno li spompinó a dovere e con perizia. Li fece venire tutti dentro la sua bocca e ne bevve il latte denso da loro fuoriuscito. Poi si alzó e i gemelli si iginocchiarono, prendendo in bocca a turno il randello delle meraviglie di Capello Rosso e lo fecero venire sulle loro labbra, inseguito, si baciarono l'un l'altro con la lingua...
- Ragazzi!- Esclamó Rouge- Se fate così mi vien vogli di nuovo!!-
I gemelli si guardarono in faccia per un brevissimo lasso di tempo, poi, mangiando la foglia, si diedero da fare per accelerare gli stimoli dell'ospite.
Capello Rosso, istigato amorevolmente dal gruppo di gemelli, li fottette ancora, a turno sui loro lettini... suggellando così un amicizia non solo particolare ma anche indissolubile.
CONTINUA( occhio alle frequenti correzioni con le quali aggiungo particolari.... Un saluto e un grazie speciale a chi mi segue...)
Ma dall'altra parte silenzio assoluto.
- Sei appena diventato maggiorenne!- Incalzava la donna - dovresti essere almeno un po' più responsabile!-
Niente.
- Se non ti alzi all'istante vengo io a svegliarti con le cattive! - disse lei ormai spazientita.
Silenzio. Quiete. Serenità. Non successe niente.
Allora, sospirando arrendevolmente, la mamma di Capello Rosso entró nella sua stanza.
Capello Rosso, era abituato sin da piccolo a dormire completamente nudo avvolto nelle candide lenzuola profumate che la madre non mancava mai di cambiare ogni giorno.
Vide, non senza un certo orgoglio, il corpo steso sul letto: Rouge, il suo vero nome, lo sguardo partì dalla punta dei piedi dalle dita affusolate fino a salire su i polpacci e le cosce lisce e muscolose, frutto dello sport che lui praticava e che amava tantissimo; il sedere, coperto da un fascio di lenzuola bianche sottolineava rotondità generose e ben proporzionate ( orgoglio di mamma! ) per poi scoprire fianchi stretti che man man si perdevano in un'ampiezza di schiena degna di un nuotatore, le scapole, poi, ben evidenti segnalavano l'ampiezza delle spalle dalle quali si dipanavano due splendide e robusta braccia. Tutto il suo corpo era coperto di pelle candida e vellutata. Il collo, infine, teneva su una testa ovale dalla quale scendeva una cascata di riccioli castano rossicci, dai quali derivó il soprannome Capello Rosso. Anche la madre si abituó a chiamarlo con quel nomignolo.
La madre constató con fierezza, mista a malinconia, che il pupo che diciotto anni prima aveva dato alla luce, era cambiato radicalmente.
La tenerezza che ne derivo da ciò la indusse a ritirare le sue intenzioni bellicose e a limitarsi a svegliare il dormiglione con carezze e sussurri dolcissimi.
Ce ne volle! Ma alla fine, la luce del nuovo giorno si riflesse negli occhi di smeraldo di Capello Rosso che pronunció il buongiorno con la tipica voce di primo mattino.
Si scostó di dosso il lembo di lenzuolo mostrando con ingenua naturalezza ciò che solo mamma può vedere, in quanto lei è la creatrice terrena del corpo del figlio.
Si alzó e dirigendosi verso la finestra, sveló il suo scarso entusiasmo di andare a scuola. Ma non fece, tuttavia, un granché capricci.
- Non sporgerti troppo dalla finestra! - Esclamó la madre- Qualcuno potrebbe vederti nudo! -
Capello Rosso si voltó alla sua destra, specchiandosi nel grande specchio che costituiva l'anta centrale del suo immenso armadio, vide il suo volto: due occhi verdissimi e luminosi come un prato primaverile illuminato dal sole, un nasino all'insu decorato da lentiggini microscopiche, e la bocca dal labbro superiore sottile e lungo, e quello inferiore carnoso ma non vistoso colorato di naturale rosso rubino.
Distorse lo sguardo, quasi infastidito.
Dei passi corti e rumorosi preannunciavano l'irruzione della sorellina in camera di Rouge: - Mamma-mamma-posso-prendere-i-biscotti-al-cioccolato? Posso-posso-posso?-mammaaa!!!-
La madre, anche di quell'altra creatura, la quale all'inizio della sua vita non articolava le parole nel modo corretto, dovette ricorrere dal logopedista e praticare centinaia di sedute, tra l'altro nemmeno avvenute con successo, e promise a se stessa che se mai fosse riuscita a parlare almeno un po' decentemente, non l'avrebbe mai zittita.
Chiaramente ne fu pentita di questa. Si rotrovo improvvisamente, un giorno, a casa dalla seduta dal dottore, con una bimba super petulante che scorrazzava a gran voce per la casa gridando e articolando tutte le diecimila parole che le venivano in mente senza mai fermars, e nella maniera più corretta che si potesse crederei.
La bimba non fece nemmeno in tempo a spuntare dalla porta che la madre con un gesto rapido, come fosse il portiere di una squadra di calcio, la paró, mettendola a riparo dalla vista del fratellone totalmente nudo.
- Sbrigati a vestirti! - si raccomandó la donna, con un'affabilità disarmante.
I giorni andavano avanti così. Più o meno allo stesso modo.
Rouge, svogliato a scuola, vivacissimo nella squadra di pallavolo maschile della sede di studio, frequentava le lezioni solo per giocare. Per lo sport, precisamente.
Ovviamente, per altri pochi motivi. Uno dei quali, tre compagni di classe, utilissimi, quanto divertenti: tre compagni, tre fratelli, a dire
Il vero... Beh! Per essere precisi erano tre gemelli stra uguali: capelli biondi della stessa tonalità, mossi, occhi azzurri, uguali, super vivaci.
Erano utili per Capello Rosso perché durante i compiti in classe gli passavano gli aiutini magici con i quali superava le prove. Erano sempre seduti uno a destra, Lars, asso in lettere, a sinistra hans, fenomeno in matematica, e Josh seduto al banco avanti a Rouge, era specializzato nelle materie tecniche. Praticamente, si poteva dire che avessero un cervello diviso in tre!
Ma erano soprattutto, oltre compagni di squadra, amici.
Amici, sin da subito, da quando si incontrarono la prima volta.
E il loro incontro avvenne in maniera molto singolare. Per strada, in un giorno assolato di tarda primavera. Il paese, piccolo com'era, non proponeva moto ai suoi abitanti, unico svago il cinema, una volta alla settimana, oppure lunghe passeggiate per le strade che da una parte all'altra, indicava la stessa direzione: campi verdi, prati, e alberi infiniti.
Per una di queste strade un giorno per caso passeggiava Capello Rosso, notabile la sua andatura sculettante, e la nuvola ricci brillanti ondeggianti al lieve soffio primaverile. In poche parole faceva voltare tutti, indiscriminatamente dal sesso e dall'età. Lo salutava il parrucchiere e suo figli, la fruttivendola e i suoi figli, il panettiere e suo figlio, tutti insomma. E per la sua vistosa naturalezza gaia circolarono ben presto voci e commenti maliziosi.
Rouge stava facendo in quel giorno la spesa, portava già acquistato delle mele dalla fruttivendola, le portava in un sacchetto di carta, poi si diresse dal fornaio per prendere il pane, all'uscita urtó un ragazzo biondo che gli fece cadere alcuni frutti, questi si scusó e l'aiutó a raccogliere ciò che era caduto. Nel riassorbe con il busto genuflesso, i loro occhi si incrociarono guardandosi l'un l'altro intensamente. Era una specie di confronto, tra due stupendi ragazzi coetanei. Il biondo sorrise a Capello Rosso, questi rispose allargando il proprio sorriso.
- Scusami, non ti avevo visto uscire! -
- No, tranquillo, non è stata colpa tua.-
- Ti va di andare al bar, ti offro qualcosa per farmi perdonare. -
Rouge rimase interdetto, ma non glielo fece sembrare. Accettó volentieri.
Insieme presero un caffè e un succo di frutta, accompagnati da un pasticcino fresco seduti a un tavolino posto fuori davanti al bar della piccola piazza del paese.
Conversarono sin da subito con totale affabilità quasi si conoscessero da una vita.
- Ah! Che stupido, non mi sono ancora presentato, il mio nome è Lars!-
- Io mi chiamo Rouge, ma per via del colore dei miei ricci tutti mi chiamano Capello Rosso. -
- Capello Rosso? Bel nome, mi piace e ti si addice molto. -
- Grazie.-
L'intesa tra i due scese nei particolari più intimi, e vennero subito a capo la comprensione di essere entrambi attratti dall'altro.
Lars era appena giunto in paese. Suo padre ere un imprenditore edile, e aveva acquistato una villetta nello stesso paese si Rouge. Nen presto venne a sapere che Lars si era appena iscritto alla sua stessa scuola.
I due si diedero appuntamento al bar il giorno dopo.
Rouge fu puntuale. Lars no.
Bevve tre caffè seduto allo stesso tavolino del bar prima di intravedere in lontananza la sagoma di Lars.
Si alzó in piedi, facendo gesto di avvicinarsi.
Lui si avvicinó. Sembrava strano. Aveva in volto un'espressione interrogativa. Tuttavia, si sedette difronte a Rouge il quale, con poche parole, lo aiutó a rinfrescarsi la memoria.
- Lars! Avevamo un appuntamento, non ti ricordi?-
L'altro sgranó gli occhi confuso. Tuttavia non parve essere contrariato di intrattenersi con quello strano ragazzo seduto al tavolino del bar.
- Chi sei tu?-
- Che spiritoso!- Sbuffó Rouge ripetendogli il soprannome proprio.
- Ho la casa libera, ti va di venire da me, ora?- Disse il rosso.
E l'altro, in preda ad una improvvisa iper sudorazione, acconsentì con un lieve cenno del capo.
Il papà di Rouge era al lavoro, le mare e la sorella dalla zia, non sarebbero rincasati se non a tarda serata.
Rouge dovette quasi trascinare il suo strano ospite dentro casa e poi anche su fino in camera sua.
- Non stiamo correndo un po' troppo?- Chiese il biondino preoccupato.
- Cosa? Ma se ieri non vedevi l'ora di saltarmi addosso?- Seguì una breve pausa, poi Capello Rosso partì all'attacco.
Gli si avvicinó sorridendo, lo accarezzo partendo dalle guance per poi scendere sul collo, ne sentì le palpitazioni della giugulare che gli pompava sangue a ritmi vertiginosi.
- Non ti preoccupare, andrà tutto bene...- Sussurró Capello Rosso all'altro che era come impietrito e fermo sulla porta.
Rouge accese lo stereo e per far prima lasció che la radio sintonizzata a caso diffondesse le note della prima canzone che fu : the locomotion di Little Eva.
Trascinó il semi sconosciuto e spaesato ragazzo biondo in un ballo delizioso, molto intimo, abbracciandolo in maniera inequivocabile. La musica nascose i loro respiri affannosi, ma la loro eccitazione fu dirompente, persero uno ad uno i vestiti rimanedo quasi subito in mutande. Avvinghiarono i corpi ora notevolmente attratti, si baciarono mentre le mani di entrambe esigerono il corpo dell'altro. Stropicciarono i loro sessi imprigionati dalle stoffe intime, i palpiti del cuore di uno rimbombavano nel petto dell'altro.
Con un gesto risoluto Rouge sfiló le proprie e le altrui mutande liberando i loro uccelli giovani e svettanti, già scapocchiati e col glande decisamente violaceo. Il biondo afferró il proprio e l'altrui cazzo con una mano sola, strinse un po' e dopo con sinuosa lentezza li smanettó entrambe mentre infilava la lingua nella bocca di Rouge.
- E va bene! - disse staccandosi il biondino. - A quanto pare noi due ci conosciamo! Allora, lo sai fare il sessantanove?-
Capello Rosso dapprima rimase interdetto, poi con un gesto della testa rispose di no alla domanda.
Intanto pensava che aveva trovato proprio uno strano tipo: il giorno prima era solare e loquace, il giorno dopo a momenti non lo riconosceva!
Il fantastico biondino fece sdraiare Rouge sul letto, poi gli fu sopra ma in senso inverso in modo tale da far pendere il proprio pisello sulla sua bocca, e quella sua cadde sul pisello del Rosso.
Istantaneo fu un esplosione di forte emozione: prender in bocca il cazzo di un altro e contemporaneamente l'altro prende in bocca il tuo! Pensó mentre godeva Rouge nell'avere in gola un pisello, nel vedere pendere dietro essa un discreto sacco scrotale che vibrava ad ogni minimo movimento; alzava e reclinava il capo vorticosamente, gustó a pieno il sapore giovane del pisello bianco e sodo del biondo e questi provó le medesime sensazioni: spompinó fino all inverosimile il paletto antivampiro nodoso e adorno di peli pubici rossissimi alla base che gli sembrarono talmente irresistibili che non potè fare a meno di accarezzarli provocando al proprietario del boschetto un terremoto di piacere... I muscoli di entrambe tesi, le nerchie granitiche e le palle durissime ormai giunte allo spasmo finale eruttarono fuori come vulcani anche l'anima se ce ne avessero avuta una. Caddero riversi uno accanto all'altro esausti sfiniti svuotati...
Una volta ricompostisi, con addosso i vestiti si salutarono, Rouge accompagnandolo alla porta gli diede appuntamento alla solita ora e posto, raccomandandolo di essere più puntuale e li salutó chiamandoli: Lars.
La porta di casa di Rouge era ormai chiusa mentre il biondino rimase di stucco: - Porca puttana! È un amico di Lars! Io non sono Lars! Mi avrà confuso con mio fratello! Adesso che faccio? -
Infatti, era Josh, ma Rouge ancora non lo sapeva.
Josh, quello stesso giorno, ritornando a casa passó dalla piazza del bar, e seduto al tavolino trovó ( manco a dirlo!) suo fratello Lars.
Nel passargli d'avati si coprì la bocca salutandolo con un alzata di sopracciglia.
Josh aveva le labbra vistosamente arrossate dopo il sessantanove appena concluso, e sapeva che il fratello, finocchio come lui, se ne sarebbe accorto e avrebbe chiesto spiegazioni. Meglio evitare.
- Hei! Josh!- Lo chiamó il gemello - dove vai? Vieni qui, c'è anche Hans! -
- Merda! - Esclamó. Già che c'era poteva portare anche i nonni! Pensó.
Hans uscì dal bar con in mano due coni gelato, salutó Josh, e notó subito le labbra arrossate.
Il tavolino era stretto e mancava una sedia, i tre gemelli si alzarono per sistemare le cose e stare comodi tutti e tre. Nel mentre, un piccolo gruppo di clienti li seduti notarono l'uguaglianza spaventosa di quei tre volti biondi con gli occhi azzurri; sembravano un mazzo di carte con lo stesso segno che si mescolava da solo! Oppure come il gioco della moneta nascosto sotto tre bicchieri capovolti. Chissà chi è l'uno e chi l'altro e l'altro ancora?!
Nel frattempo in lontananza, rifece la sua comparsa Capello Rosso, Josh accortosi di lui, afferró il braccio del gemello e lo costrinse a scappare via dicendogli che dopo gli avrebbe spiegato tutto.
Solo quando arrivarono alla fine della strada sbucando per un sentiero alberato si fermó. Entrambe avevano il fiato corto.
- Mi vuoi spiegare cosa succede!?-
Josh alzó lo sguardo e vide oltre una staccionata che circondava una casa rosa una ragazza che sorrise nel vedere due gemelli identici.
E quando incroció lo sguardo del gemello esclamó:- Merda!... Sei quello sbagliato!-
Era Lars quello che aveva trascinato via dalla piazzetta, non hans, che guaio! Pensó.
- Presto! Dobbiamo tornare indietro o sarà troppo tardi! -
- Cosa?!-
- Fidati!- intimó lui e, con le forze residue arrancarono fino alla piazza.
Ma era troppo tardi. Rouge e Hanz già non c'erano più.
Chiesero informazioni alle persone astanti, le quali indicarono la strada opposta, quella che portava al bosco dei fichi.
Raggiunsero il luogo, e dietro parecchi cespugli ciò che Lars vide valse più di ogni altra spiegazione.
Hans era inginocchiato difronte e Rouge che aveva i pantaloni di lino verde oliva abassati...
- A casa facciamo i conti!- Sentenzió Lars
E si scatenó l'inferno tra i tre gemelli. Dopotutto, Capello Rosso l'aveva conosciuto prima Lars, e gli altri due se ne erano approfittato.
Ma Lars non si diede per vinto. Escogitó qualcosa.
Di notte uscì di casa, e con l'aiuto dei gemelli trovó la casa di Rouge, fece scivolare sotto la porta un biglietto con sopra scritto l'indirizzo di casa sua, e un invito a trovarli il giorno dopo nel pomeriggio.
La giornata seguente passó piena di trepidazione per i gemelli. Non erano certi che Rouge accettasse l'invito.
Loro stessi non sapevano ancora cosa dire per spiegare la situazione.
Ad un'ora pomeridiana, non ben definita, il campanello suonó.
I gemelli, accomodati nel loro lussuoso salotto trasalirono. Forse era lui!
Mandarono ad aprire Clotilde, la loro governante.
Sbucó dalla porta ad arco Capello Rosso, il quale, quando vide i tre personaggi dal volto uguale, avvertì un giramento di testa.
- Ciao! Accomodati. -
- Ci devi scusare! -
- Noi non volevamo...-
Rouge, mentre ascoltava le loro parole di scuse si prese tra le mani la pancia, si piegó in due quasi ad arrivare a terra, si morse le labbra, e poi, come uno scoppio improvviso, esplose in una sonora e gustosa risata.
- Non sappiamo come scusarci, non era nostra intenzione...-
- No, non c'è da scusarsi, ragazzi! - Rispose Capello Rosso. - È che non so se essere sorpreso di aver giocato con due di voi, non so bene ancora con chi, o per il fatto che siete tre gemelli-fotocopia, oppure che come me siete gay! - E giù un'altra risata sonora.
I ragazzi si prodigarono a mettere a proprio agio il loro ospite super gradito. Tirando così un rassicurante sospiro di sollievo.
- Per farci perdonare fino in fondo chiedici pure tutto quello che vuoi.- disse Lars.
- Penso di dover i delle scuse pure io - rispose Rouge - chissà cosa
Avrete pensato di me!-
- Che se bellissimo!!!- Risposero all'unisono i tre.
- Allora, se proprio devo chiedere qualcosa a voi, visto che siete, oltre che belli pure voi, se vi va, potremmo essere amici?-
Furono parole che diedero vita ad una festa!
Chiesero a Clotilde gentilmente di portare degli aperitivi, e da bere.
I gemelli a momenti persero la voce a furia di raccontare i loro aneddoti di infanzia.
E al culmine dei festeggiamenti, i gemelli salirono in camera propria, chiesero a Capello Rosso di seguirli dopo cinque minuti.
Loro dormivano insieme in una camera enorme, e la strada per arrivarci non era difficile.
Trascorso il tempo, Rouge passo dopo passo, gradino dopo gradino, raggiunse la cima della scala. La prima porta a destra era quella da aprire.
L'aprì lentamente, chiamando i ragazzi per nome.
La
Stanza era al buio.
- Capello Rosso! Accendi la luce!-
Lui ubbidì.
In mezzo alla stanza piena di ogni mobile possibile, su di un tappeto persiano rosso, vide i tre gemelli nudi e a pecorina, con il culo di uno stretto vicino l'altro:
- Soooorrrpreeeeeeeesaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!- gridarono insieme.
Rouge rimase sbalordito.
Tre sederi, bianchi, rivestiti di leggerissima impalpabile peluria bionda con i forellini in bellavista tutti per lui.
- Ragazzi!! Siete fenomenali!!! - gridó Capello Rosso mentre si stropicciava il pacco già enfio di carne dura.
- E da chi comincio?-
Si sbottonó i pantaloni, li abassó. Tiró giù le mutande e liberó l'arnese suo. Lo puntó dritto dritto al culo centrale. Affondó solo la turgida punta, poi la ritrasse. Prese di mira anche quello di sinistra e poi pure quello di destra. E gli parve strano come il suo cazzo, pur essendo ne troppo grosso ne lungo entrava ed usciva fuori dai loro sederi con una tale facilità...
Li ingroppó tutti uno a uno, spinse dentro ognuno di loro il dardo incandescente che si ritrovava tra le gambe.
Wow!!! Se li scopó in una maniera tale che dopo ebbero problemi a sedersi per parecchi giorno.
Poi li fece alzare e loro si fecero ammirare in tutta la loro uguale bellezza. Capello Rosso non mancó di prendersi cura anche dei loro di cazzi, biondi uguali nelle misure ma dalla diversa naturale curvatura.
Affondó le mani sui loro glutei a uno a uno, e a uno a uno li spompinó a dovere e con perizia. Li fece venire tutti dentro la sua bocca e ne bevve il latte denso da loro fuoriuscito. Poi si alzó e i gemelli si iginocchiarono, prendendo in bocca a turno il randello delle meraviglie di Capello Rosso e lo fecero venire sulle loro labbra, inseguito, si baciarono l'un l'altro con la lingua...
- Ragazzi!- Esclamó Rouge- Se fate così mi vien vogli di nuovo!!-
I gemelli si guardarono in faccia per un brevissimo lasso di tempo, poi, mangiando la foglia, si diedero da fare per accelerare gli stimoli dell'ospite.
Capello Rosso, istigato amorevolmente dal gruppo di gemelli, li fottette ancora, a turno sui loro lettini... suggellando così un amicizia non solo particolare ma anche indissolubile.
CONTINUA( occhio alle frequenti correzioni con le quali aggiungo particolari.... Un saluto e un grazie speciale a chi mi segue...)
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