Sbirri Sbarre Sborra
di
Unicornoazzurro77
genere
gay
Prima di spiegarvi come mai mi ritrovo di fronte ad una cella di prigione, accompagnato in manette da un energumeno di carabiniere, e ancor prima di descrivervi il tizio che mi attendeva dietro le mie prossime sbarre della cella assegnatami, il quale inveendomi contro si abassó di scatto le braghe mostrandomi il mostro che aveva nelle mutande e scuotendolo contro di esse mi minacciava trattamenti poco gentili per il mio buco del culo, prima di tutto ció vi spiego l'origine della mia (dis)avventura.
Scappai via dal lavoro appena scattate le tanto agoniate ferie. Il lavoro d'ufficio assegnatomi dall'agenzia di collocamento era così palloso e noioso, e così intenso che per quasi un anno intero non ebbi avuto modo di frequentare nessuno nel senso più assoluto del termine. Anche i colleghi, come me affetti da apatia da lavoro noioso, mi spronarono più volte ad uscire con loro qualche sera di fine settimana così almeno con qualche fica i giorni in ufficio sarebbero stati più sopportabili!
Etero deficienti! Già morivo di noia tutto il giorno e proprio non mi andava di vomitare di notte! Solo a pensare di stare con una donna... brrrrrr!!!! CHE SCHIFO!!!!
Di buon'ora mi alzo di mattina di questa magnifica anche se eccessivamente afosa estate, prendo la mia auto e viaggio all'avventura per le strade di campagna della Toscana, in direzione mare. Riempio tutta la macchina con ció che mi sembrava potesse servirmi e via!
Solo il fatto di essere finalmente libero mi riempì di felicità.
Naturalmente non c'era anima viva nelle strade percorse, ovviamente la gente era già tutta quanta nelle loro mete di villeggiatura.
Unico neo della mia fuga era la mancanza di un maschio finocchio come me col quale condividere la mia libertà.
Ero ormai lontano un mucchio di chilometri dalla città e le campagne, anche se davvero affascinanti, piene di verde e di natura rigogliosa, erano altresì desolatamente vuote!
- Forse sotto qualche cavolo troveró un'anima che vorrà stare con me!-
E chissà quale entità sovrannaturale mi stava ascoltando, ecco che sul ciglio di una curva di quella interminabile strada campagnola, scorgo da lontano un uomo!
Grido al miracolo!
Stava facendo l'autostop.
Povero sfigato! Ma chi sperava di trovare?
Naturalmente un deficiente come me!
Rallento per vederlo bene. E dapprima pensai che la mia annuale astinenza di cazzo mi facesse vedere uomini nudi dappertutto, ma così non era.
Mi si paró di fronte un uomo totalmente nudo!!!
E non era nemmeno niente male!
Ma sembrava un pazzo!
E mentre acceleravo impaurito riflettei su quel poco che avevo visto di quello strano tizio: piuttosto alto, pelosetto, qualche muscolo qua e la, e forse un po' di pancetta che di solito non mi dispiace... il resto non ebbi avuto modo di focalizzare adeguatamente.
Certo era che si sbracciava come un forsennato.
Forse aveva bisogno di aiuto.
Un senso di ripensamento mi assalì.
Rallento. Mi fermo. Scorgo dallo specchietto retrovisore che il tipo strano mi stava raggiungendo a grandi falcate.
Mi raggiunge dopo aver corso come una furia, abbasso il finestrino e lui infila mezzo busto dentro.
- Salve ragazzo! Grazie per esserti fermato. Me lo daresti uno strappo?-
Io abbasso i miei occhiali da sole e lo osservo annuendo.
- E... non sono da solo, ho un paio di amici con me...- Mi spiega lui sorridendo, mostrandomi una dentatura lupesca perlescente in mezzo ad un volto semi barbuto decisamente sexy!
- Sicuro, ma ho l'auto pieno di roba.-
- Tranquillo, ci faremo piccoli piccoli!-
Sto dando un passaggio ad un uomo nudo! Pensai.
Quell'uomo nudo emise un fischio che a momenti mi lesionó i timpani, e mentre mi massaggiavo le orecchie con la coda dell'occhio osservo dallo specchietto altri tre uomini anch'essi privi di vestiti.
La mia bocca spalancata trasmise appieno lo stupore e l'incredulità di ció che i miei occhi stavano vedendo.
Stavo dando un passaggio ad un poker di maschioni nudi. Pensai.
Quei quattro uomini erano moderatamente chiassosi, dapprima poco allegri, ma con garbo si sistemarono in tre sui sedili di dietro e uno nel posto accanto al mio.
- Siete a posto? - Chiedo cercando di essere serio, visto che proprio non comprendevo la natura di quella strana situazione. Risposero affermativamente così riprendemmo il viaggio.
Mentre macinavamo chilometri ognuno di loro cercava di essere simpatico, scanzonato, tuttavia non comprendevo come mai fossero nudi in mezzo ai boschi e la curiosità prevalse sulla mia discrezione.
- Ragazzi come mai siete senza vestiti?-
I tre uomini dietro e quello accanto a me presero a farfugliare qualcosa di incomprensibile fin quando il primo che conobbi spiegò con chiarezza che erano quattro campeggiatori e che per via di un incendio persero tutto cercando di spegnere il fuoco con i loro vestiti perdendo così anche quelli.
Inverosimile. Pensai.
Ma non volli approfondire l'argomento.
Malgrado la mia più totale attenzione alla guida non potei fare a meno di scrutare il primo uomo che vidi e che era accanto a me il suo volto di uomo con la barbetta sexy e gli spigoli delle mascelle sempre contratte, e il collo vigoroso e teso, il petto gonfio e setoso di peli nerissimi come mai ne avevo visto prima, l'ampiezza del torace e del busto lungo, e anche un paio di rotolino di pancetta che nulla toglieva al complesso gagliardo dell'intera figura. A tratti, cercando di non farmi scoprire, l'occhio cadeva come calamita li, in mezzo alle irsute cosce e su ció che tra esse si trovava, su ció che capolinava immerso ad un abbondante pelame pubico riccioluto nero e brillante.
Non c'era peró molto da vedere, o per lo meno non mi parve che avesse un gran che di pisello. Forse perché era a riposo.
- Che distratto! Ragazzi io sono Daniele ho 21 anni e faccio l'impiegato. Voi come vi chiamate?-
Domando macchiavellicamente costringendoli a fornirmi maggiori informazioni sul loro conto.
Parló per primo quello seduto vicino a me.
- Io sono Luigi, e perdonaci tu se ancora non ci siamo presentati, dietro, quello con la barba nera più lunga della mia è Alvise, è un esperto di serrature una specie di fabbro specializzato, quello in mezzo biondo riccio e con gli occhi blu è Hermes, ma tutti lo chiamano Ercole...-
- Per via della sua forza?- domando interrompendo Luigi.
- No! È per via della mia clava!- Mi risponde Hermes indicando il suo tarellone che spiccava anche da moscio in mezzo ad un paio di gambe estremamente muscolose.
- Col mio stracciafiche faccio diventare troie anche i buchi nei muri!- Precisò subito ed io per poco non sbandavo sentendolo.
Ecco il primo che parla di fiche. Cheppalle!!!!!
Luigi mi pregó di scusare Hermes per la sua esuberanza verbale. Poi proseguì presentandomi il terzo.
- E lui è Alex il Rosso, chiamato così per il colore dei suoi peli.-
Luigi, Alvise, Hermes e Alex. Quattro uomini nudi nella mi macchina, e peccato che da come parlavano e da come si muovevano erano terribilmente virili e spiacevolmente etero quanto sexyssimi e intoccabili.
La cosa più spiacevole fu che i loro discorsi presero il verso orrendo della patata! E da quel che potevo capire pareva che non ne vedevano una da un sacco di tempo.
Ercole, ovvero Hermes non ebbe nessuna fatica a protestare il fato che gli ha messo sulla sua strada me che sono un maschietto.
Luigi peró gli fece notare che nessuna donna si sarebbe fermata per caricarsi a bordo quattro maschioni come loro. Nudi per giunta.
E il fatto di essere nudi mi scocciava. Non perché non mi piacessero, ma per la loro ostentata eterosessualità!
Cominciavano a nausearmi.
- Dove volete che vi lasci ragazzi?-
- LONTANO DA QUI!!!!!- Gridarono i tre seduti dietro, ma Luigi accanto a me posó una mano sul ginocchio procurandomi un sussulto.
- Mettiamo un po' di musica. Così parleremo di meno.- mi disse con tono gelido.
Accendo intimorito l'autoradio che di solito la tengo sintonizzata su un noto giornale notiziario e appena avviato un voce in tono allarmata informava:-
- ... Gli evasori sono quattro uomini armati e pericolosi! Ripetiamo: quattro malviventi sono fuggiti dal mezzo blindato dei carabinieri hanno immobilizzato le sei guardie carcerarie e pestati vilmente a sangue, riducendoli in fin di vita, hanno preso le loro armi e sono fuggiti via un paio di ore fa...- improvvisamente e con uno scatto fulmineo Luigi spostó la sintonizzazione radio su una frequenza musicale, ma io capii subito dai brividi che mi percorsero che loro erano gli evasori! Altro che campeggiatori.
Mentre ammutolivo dal terrore per la cazzata appena commessa, uno dei tre dietro mi puntó una pistola alla testa.
- Finocchio schifoso se solo commetti un passo falso ti faccio saltare le cervella!-
- Heiheihei!!! Calmo con quella pistola, è un bravo finocchio, vedrai che non ci metterà nei guai!- Esclamó deciso Luigi ordinando di riporre l'arma al compare.
- Sappiamo che sei un finocchio altrimenti non ci avresti preso, ma se non fai come ti diciamo per quanto ti possa piacere essere inculato ti assicuro che ti faremo passare il vizio del cazzo che hai! Intesi?-
- S...s...si ... Va bene... Faró quello che dite... Ma per favore non mi ammazzate...-
- Bravo piccolo prendinculo! Vedrai che ci divertiremo anche! Per prima cosa ci servono dei vestiti, poi anche da mangiare siamo affamati. Puoi fare qualcosa?-
Per fortuna o per disgrazia incrociammo una trattoria di campagna, sperai di allontanarmi dall'auto e di fuggire via di chiedere aiuto, di salvarmi in qualche modo. Ma Luigi si riveló più astuto: estrasse dai miei bagagli una maglia azzurra, la più larga che c'era e un paio di short infilandoseli. Ma per la sua statura tutto gli andava strettissimo.
- Sembro un finocchio pure io conciato così!-
Mi fecero parcheggiare dal lato opposto della strada. Luigi si fece dare la pistola, mi obbligó a scendere lentamente, e poi mi si avvicinò fulmineo per impedirmi di fuggire. Mi puntó la pistola dietro la schiena nascondendola sotto il lembo della mia maglia. E con un braccio intorno alla vita mi tenne stretto a se e così attraversammo la strada dirigendoci dentro la trattoria.
Furono attimi davvero drammatici. All'interno trovammo poca gente e fummo serviti da un vecchio dall'aria trasandata, oltre che anche rincitrullito, e di sicuro non s'accorse della mia situazione. Luigi ordinò da mangiare sistemato in contenitori da asporto. E anche della birra ghiacciata. Chiese ció che era già pronto. Naturalmente pagai io con la carta di credito.
Poi riprendemmo il viaggio. Gli altri tre uomini erano vistosamente soddisfatti della mia impresa. Ma dei complimenti che mi fecero non sapevo che farmene.
La strada era ancora desolata, e attorno a noi c'erano solo campagne e boschi. Al crepuscolo ormai inoltrato mi fecero fermare l'auto dentro un bosco molto folto.
Ero stanco, stressato e in preda al panico.
Scesero tutti dal veicolo, Luigi mi tolse le chiavi per non permettermi di scappare.
Cominció anche a fare fresco, e con mia somma sorpresa riuscirono ad accendere un fuoco in torno al quale ci sedemmo per terra.
Nel mentre conversavano dei loro loschi affari e sul loro da farsi si divisero il cibo e le lattine di birra. Non ci fu un solo momento durante il quale non avessi puntati addosso i loro sguardi sgradevoli.
Non nascondo per nulla che anch'io li osservavo. E sará forse per la mia astinenza ma non potevo far a meno di fissare i loro bassoventri.
Alvise se ne accorse :
- Che cazzo hai da guardare?- mi intimò.
Abbassai lo sguardo di scatto.
Luigi con tono più pacato, forse perché aveva messo qualcosa in pancia o perché aveva già bevuto tre lattine di birra parlò:
- Si capisce che cazzo guarda! I nostri bastoni! Se ti da piacere guardare, guarda pure!- detto ció si strappó di dosso la maglia e gli short mostrandomi in piedi tutto ció che aveva da far vedere. E se proprio vogliamo dirla tutta, anche se non mi andava di esprimere giudizi, devo ammettere che in quanto a fisico era davvero come piaceva a me: alto peloso e non troppo muscoloso, un uomo non un pirla da palestra iper depilato. Ma devo considerare anche che il pisellotto che pendeva non rendeva giustizia a cotanto maschio! Forse perché era a riposo. Ma c'era da dire che aveva un che di strano come cazzo: più che lungo sembrava grosso di circonferenza, ma supposi che fosse un effetto ottico dato dalla scarsità di luce.
- Ehhh! Che ne dici? Non sono un fusto?-
Arrossisco celato fortunatamente dal buio incombente e pronuncio un timido si. Ma mentre si abbuffavano anche gli altri uno ad uno si alzarono in piedi facendo mostra di se e dei loro attributi: Alvise barbuto e seriamente ricoperto di peli ovunque sfoggiava un pettone di tutto rispetto con capezzoloni sporgenti rosei e ammettiamolo pure, sexy, e anche se pure lui avesse un po' di pancetta ció che gli pendeva tra le cosce era assai vistoso malgrado il pube irsuto, possedeva un cazzo pieno di venature, un tronco di pino semi scappellato orrendamente maschio! Poi fu il turno di Alex detto il rosso e diavolo se non era rosso di capello riccioluto con un codino sciolto che gli copriva mezza schiena ma glabro di natura e dalla pelle bianchissima tipo svedese, tranne che sul bassoventre dove posizionato in mezzo alla peluria pubica rossa come il rame spuntava una minchia chiara e chiaramente gonfia! Assunse le pose tipo culturista, e presupposi che lo fosse dato che era l'unico ad avere una muscolatura pompata e solida. Dappertutto.
- Finocchio! Guarda qua! Te lo sogni di notte un corpo come questo! Di la verità ti piace?-
Rimango ammutolito e disorientato.
In quel frangente si alzò poi anche Hermes detto Ercole, e davvero poteva essere definito così per via della sua clava di cazzo che possedeva! Perché a discapito di un fisico se pur tonico non raggiungeva i livelli dei compari, me che compensava con una bestia di bastone lungo fino a mezza coscia! Roba che se me lo avessero descritto senza vederlo di persona non ci avrei mai creduto! Tuttavia, prima che facesse il suo numero, barcollò alzandosi, forse perché ubriaco, ma fu in quel momento che lui venne! Sborrò un getto di sperma come un esplosione spontanea che mi colpì il viso in pieno!
Tutti quanti si misero a ridere e Luigi mi spiegò che era un suo disturbo tipico quando Ercole non scopava regolarmente le sue palle, grosse pure quelle, si riempiono a dismisura senza limiti fino a causargli sborrate involontarie a qualunque ora o momento!
- Cazzo! Mi serve una femmina! O almeno un buco!-
Risero sguaiatamente e rumorosamente.
Io ebbi l'impulso di mettermi a piangere. Ma non lo feci.
Terminate le esibizioni bizzarre, iniziarono a chiedermi chi di loro mi piacesse.
- Chi ti piace di più di noi?- Domandó Alex gonfiando i muscoli già tesi del suo ampio petto liscio.
- Se non dici che preferisci me ti sparo!- Asserì Alvise. E così mi dissero tutti gli altri.
La mia ora era giunta. Credetti.
Senza pensarci su un momento, la risposta più giusta fu:
- Tutti! Mi piacete tutti quanti!-
Riuscii a far rimanere loro privi di parole.
Luigi fece una smorfia di sorriso.
- Ma ora è giunto il tuo turno! Spogliati!- Mi intimò Hermes.
Non riuscivo a muovermi dalla paura. Ero gelato.
Me lo ripeté di nuovo ed io non riuscivo nemmeno a tremare dal terrore. Allora Ercole estrasse la pistola da non so dove e me la puntò contro.
- ALZATI E SPOGLIATI FINOCCHIO!-
Ma non mi riusciva proprio d'alzarmi.
BENG! Esplose un colpo il delinquente colpendo il fuoco che illuminava l'ambiente, e fu in quel momento che scattai in piedi così velocemente che mi venne il capogiro, e la scena suscitò ilarità comune al gruppo di stronzi.
Mentre iniziavo a sfilare la maglia lui aggiunse:
- Ma ti avverto, se non hai il cazzo più grosso del mio te lo sbatto tutto dentro in culo fino a fartelo sanguinare!-
In quel momento tutti quanti si misero a ridere:
- Ma non è mica un cavallo! -
- Peggio che sparare alla croce rossa!-
- Hai uno scherzo della natura tra le gambe!-
- Ma è così che si fa in carcere: il più grosso incula il più piccolo, è così che funziona!- Concluse Ercole.
Mentre mi denudavo ignobilmente costretto pensai alla faccenda: se non mi ammazzano con la pistola mi fanno fuori con i loro pistoloni!
Dopo pochi minuti mi ritrovai nudo pure io, con le gambe e ginocchia strette e con le mani che mi coprivo vergognoso il pisello. Ero imbarazzatissimo. Mi schernirono. Mi incitarono a togliere le mani da li, dal mio giovane sesso. Volevano vedermi in tutto e per tutto nudo come loro. Poi Alvise, il peloso, mi si paró dietro e con pochissima forza riuscì a farmi allargare le game introducendo tra di esse una sua coscia irsuta e con le sue poderose braccia allargò le mie aprendomi violentemente. E rise. Risero tutti di me. Ubriachi e disonesti si fecero beffe di me. Anche se non nascondo che quel contatto violento mi percosse piacevolmente eccitandomi. E se ne accorsero dalla mia istantanea erezione.
- Sei proprio un finocchio! Basta solo un contatto che già ce l'hai duro!- Asserì beffardo Alvise.
Ed aveva ragione, la mia erezione tradì vergognosamente la mia voglia di cazzo. E quel corpo dietro di me che mi tratteneva con forza mi procurò enorme piacere.
Peccato che non ho la fica disse Ercole, ma se ne fece subito una ragione spiegando che in carcere bisognava accontentarsi di ció che passava il convento! E in quel momento ero io l'unico buco secondo loro disponibile.
- Non so voi ma io devo andare a pisciare!- Disse proprio Ercole e con poco garbo mi strappò dalle mani di Alvise e mi condusse con se dietro un albero, mentre gli altri se la ridevano.
- Non scopartelo per primo altrimenti col cazzone che ti ritrovi noi ci scopiamo l'aria!- Risero ancora.
Arrivati dietro il tronco di un abete mi costrinse a prenderlo in mano e a tenerglielo mentre pisciava. E quanto piscio che gli uscì fuori! Sembrava un idrante.
- Bravo bambino! Si. Si vede che sei abituato al cazzo! Adesso sgrullamelo, si così ma che bravo finocchietto!-
Non avevo mai fatto una cosa simile, e ció che più mi scandalizzava era che avevo smesso di tremare. Forse perché ormai ero immerso in un mare di guai, e non avevo altro da fare che sperare che tutto andasse per il meglio.
Mi immaginai che volesse farmi qualcosa, o che io dovessi fargli qualcosa, ma mi sbagliavo. Mi ricondusse indietro lui con la vescica liberata io con la sensazione di grosso cazzone serrato tra le mie mani.
- Tocca a me!- Disse poi Alex il Rosso, e anche lui mi prese con se dietro l'albero e gli tenni il bianco pisellone mentre pisciava tutto il suo piscio di fuori. Il gorgoglìo del suo fiotto che colpiva le piante la terra e i sassi mi eccitò oscenamente!
E sotto a chi tocca! E venne il turno dell'irsuto Alvise col suo nerboruto e venosissimo nerchione animalesco, e già con il suo ebbi problemi a tenerlo! Era grosso. Non riuscivo quasi a tenerglielo! Persino il getto del suo piscio era notevolmente ampio.
E già che c'era anche Luigi, l'origine dei miei guai, mi condusse dietro l'albero dove irrigò pure lui il terreno. Ma con il suo cazzo fu diverso, ancora non capivo come fosse fatto. La scarsa illuminazione notturna non mi aiutava. La mia mano, ne ero certo, sembrava che tenesse un testicolo date le dimenzioni, ma mi sbagliavo. Avevo preso in mano il pezzo giusto dell'apparato. Tuttavia, lo sentivo morbidissimo, come un cuscino para spifferi, ma turgido allo stesso tempo, e in punta faticavo a percepire il glande, la capocchia sembrava non esserci! Per questo faticai a capire se alla fine glielo avessi sgrullato bene. Luigi non mi rivolse nessuna parola, al contrario degli altri che me ne dissero di tutti i colori.
Nel frattempo i tre tornati intorno al fuoco stesero i miei teli da bagno per terra e attesero il nostro ritorno.
- vediamo ora quanto sei troia, finocchio!-
- Te lo abbiamo fatto prendere in mano ora devi ripagare il favore!-
- Vedrai che ti picerà ahahahahaha!-
Mi ritrovai al centro dei teli di spugna attorniato da quei quattro energumeni, che mi fissavano con lo sguardo ubriaco di birra. Quei loro occhi ridotti a
Fessure orizzontali e le gote arrossate dall'ebrezza alcolica era segno che avevano ormai perso il controllo di se stessi. Sentivo i respiri addosso, affannati e minacciosi. Alex il Rosso mi trascinò a terra con violenza, mi ritrovai in ginocchio, dentro una foresta di gambe lunghe e muscolose, dalle quali pendevano pendagli spaventosi di carne maschia e mascalzona!
E sempre Alex per primo mi afferra per le orecchie costringendomi ad urlare per il dolore e di conseguenza a spalancare la bocca: partì a tromba a trombarmi la bocca trucemente.
Non ebbi nemmeno il tempo di riflettere che la saliva della mia bocca si mescolò ai residui di piscio di Alex mentre la sua nerchiaccia sbatteva contro le mie tonsille superandole costringendomi a prenderlo tutto per intero!
Ora, non è che era la prima volta che spompinavo un cazzo, e il fatto di essere in astinenza da sesso non vuol dire non fossi capace di farlo, tutt'altro! Prendere in bocca dimenzioni apocalittiche di minchia era un po' la mia specialità.
E devo dire che tale dote fu accolta con smorfie e asserzioni di complimento!
Faticavo a respirare, e più cercavo di togliermelo di bocca più lui me lo schiaffava dentro fino a sbattere i coglioni contro il mento! E quando stava per arrivare al culmine mi afferrò con maggiore violenza i lobi delle orecchie fino a stritolarmele e mentre cercavo di urlare violentissimi getti di sborra inondò il mio esofago riempiendomi la pancia di rovente crema delinquente!
Finalmente mi lasciò andare, i suoi gemiti mi fecero capire quanto era grande la sua soddisfazione mentre io riprendevo fiato a fatica accasciato a terra.
- Vieni da paparino! Voglio lo stesso trattamento!- Sogghignò Alvise il peloso.
Mi afferrò per i capelli, procurandomi altro dolore e come fossi la peggiore delle puttane fiondò la sua nerboruta fiocina pelosa tutta dentro la mia gola.
- Succhia succhia checca! Succhiamelo tutto! Così da bravo, ...- Nel mentre dalla sua bocca uscivano oscenità d'ogni sorta nella mia bocca entrava ed usciva quella sua sorta di animale di cazzo, e succhiavo! Succhiavo! Succhiavo con una pressione tale da estrarre dalla fessura della sua capocchia tutto il liquido colloso mascolino e farabutto che le sue palle irsute avessero prodotto!
Glielo avevo succhiato così forte che ebbi i crampi alla mascella!
Dalla mia bocca grondava tanta di quella sborra da far impallidire la più consumata delle troie puttane luride!
Non vi so dire però quanto mi ero eccitato!
Per quanto mi parve di aver compiuto una prodezza sessuale da mito greco, nulla fu paragonabile alla prossima fava, quella di Hermes alias Ercole.
- È ora di fare sul serio puttanella! - Mi disse con fare minaccioso Ercole lisciandosi il pisellone lungo che gli arrivava metà coscia. E subito si eresse in alto e più in su fino a superare il suo ombelico. Non possedeva la muscolatura corpulenta dei suoi compari, ma quel cazzone era davvero formidabile, un aggeggio sessuale da cavallo.
Non mi costrinse a prenderlo in bocca con la forza, ormai ero consapevole che non avrei potuto opporre alcuna resistenza, per cui, affidandomi alle mie doti di pompinaro abboccai il più possibile la sua asta arrivando fino a metà della sua lunghezza.
- Però! Nessuna Troia finora era riuscita a prenderne tanto in bocca! Sei davvero un finocchio patentato!-
Intimamente ero davvero contento che fosse soddisfatto così, altrimenti credo che mi avrebbe ucciso soffocandomi con quel cavolo di cazzo!
Andai avanti e in dietro, osai giocarci un po', mi consentì di prendergli le palle, di spremerle delicatamente, e poi di afferrare il resto del fallo con le mani. E ad un certo punto iniziai anche a mordicchiargli la cappellona, la leccai avidamente, assaporai i suoi umori di piscio misto a liquido pre spermatico, gustai la sua virilità sporca, mi inebriai. E ne fui sconvolto di quanto quel gioco assurdo stava iniziando a piacermi.
Ad ogni affondo le mie labbra serravano il suo animale la sua pelle cavernosa umida della mia saliva produssero un sapore godurioso, maschio, perverso.
Diedi il meglio di me dimostrando tutte le mie capacità orali, ed ebbi in fine anche da lui il premio liquido della sua esuberante sborra che bevvi come un maiale in calore tutta quanta fino all'ultima goccia. E quando Ercole si staccò da me cadde a terra esausto più di me dicendo:
- Che magnifico pompino ragazzi!!!-
Arrossii.
Subito dopo, senza avere il tempo di riprendermi, mi si parò dinanzi Luigi ciondolandomi in faccia il suo strano cazzo.
- Ed ora tocca a me, che sono il capo!-
Luigi mi guardò quasi con odio, o disprezzo.
Mi eccitai da matti.
Vidi per bene come fosse fatto il suo circuito sessuale: possedeva due palle tonde tonde, come bocce di biliardo, e ció che era più strano era il pene, era si corto ma dalla circonferenza pachidermica. Non si vedeva il glande per quanto fosse grosso il tessuto cavernoso che lo rivestiva.
Mi parve uno scherzo della natura.
Improvvisamente si diede dei manrovesci sul cazzo. Non dei schiaffetti ma veri e propri ceffoni sul pisellone il quale lo vidi sobbalzare da tutte le direzioni, in alto in basso a destra a sinistra fin quando ebbe una erezione che mai avevo visto prima!
Provate a formare un cerchio con i pollici e gli indici delle vostre mani e capirete quanto fosse la circonferenza di quel mostruoso cazzone che si risvegliò dal letargo!
Era così grosso che non si poteva prendere in bocca!
Naturalmente ci provai, ma per quanto mi sforzassi a malapena potei imboccare la capocchia sproporzionatamente piccola per il resto del tronco di carne!
Altro che la nerchiaccia di Ercole! Quel Luigi possedeva un tronco un ceppo da acciaieria un ramo di quercia!
Persino il filetto dell'attaccatura del glande sembrava un muscolo! Che naturalmente mordicchiai e leccai cercando di farlo godere per quanto possibile. E lui se la rise.
Ma chi mai poteva andare a letto con un uomo che ha un mostro nelle mutande?! Mi chiesi!! E come faceva a tornare un bozzo inconsistente come prima?!
È proprio un mistero del cazzo.
Le mie qualità di pompinaro furono messe a dura prova. Allargai la bocca fino ad avvertire i conati. E Luigi rideva. Non ero proprio capace di infilarmelo in bocca.
Quindi feci del mio meglio, giocai di lingua, succhiai con la forza della disperazione era come infilarsi una lonza di maiale un arrosto di carne un pezzo di mostruosa carnazza!
Durò un tempo per me infinito e alla fine venne. In bocca in faccia sul collo sul mio petto uno infinito scrosciante fiotto un fiume di calda succulenta sborra e con tutte e due le mani spremetti la sua nerchiaccia atomica!
Incredibile! Quel cazzone irragionevolmente mostruoso anche se eretto e appena svuotato mantenne la sua erezione, erezione che dato il peso esagerato non gli consentiva di sollevarsi dal bassoventre!
- Però! Niente male!- Disse alla fine accennando a un ghigno.
I quattro ritornarono a bere. La mia bocca violentata bruciava dolorante. E pensare che era da un anno che non facevo una pompa!
Mentre gustavo il sapore salato dei loro succhi di cazzo li vidi nuovamente pronti a ricominciare con quel gioco per me pericoloso.
Sempre Alex per primo mi si avvicinò come un animale che caccia la sua preda.
- Ora che hai assaggiato i nostri cazzi con la bocca vediamo come te la cavi con il culo!!-
Inorridii. Mi saltò addosso col peso del suo corpo, cercai di divincolarmi, ma era fatica sprecata. Lui era un culturista ed io un ragazzino di ventuno anni, magro e privo di muscoli.
La lotta era impari.
Mi sollevò le gambe con una tale facilitá che quasi non avvertì i miei tentativi di ribellione.
E con un fare da consumato esperto inculatore posizionò il suo cazzone contro il mio sfinterino, e senza alcun preliminare, a secco, e senza nessuna delicatezza alcuna, in un solo mostruoso colpo di reni mi distrusse il culo penetrandomi con violenta ferocia inaudita. E fu un miracolo se non svenni dalle urla di dolore.
Il mio corpo schiacciato, le mie ginocchia contro il mio petto, quelle sue braccia enormi che mi trattenevano con facilità estrema divennero una gabbia invincibile.
Le mie budella volenti e non nolenti, accolsero il suo cazzone fino in fondo, fino a farmi sentire ogni fottuto centimetro tutto dentro di me, e quei suoi coglioni duri pure quelli presero a picchiarmi le chiappe pesantemente.
Il suo volto da mascalzone schiacciato contro il mio, sentivo il suo pesante respiro e l'odore di birra che ne usciva a momenti non mi ubriacava!
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Gridavo e gridavo! Cazzo che male! E più gridavo più lui rideva e con ancora più foga mi scopò come una furia!
Schiacciò la sua guancia contro la mia, poi mi pese a mordicchiarmi dappertutto.
- Mmmhmmm! Che culettino stretto stretto! Lo sento come ti piace il mio cazzo! È vero che ti piace! È vero che ti piace? È vero che ti piace?-
E ad ogni domanda mi infliggeva un colpo in culo uno dopo l'altro, uno più potente del precedente. E quando venne dentro di inarcò la schiena sollevando si leggermente da me, ma così facendo mi penetrò ancora più a fondo, scaricandomi tutto dentro un fiume di melma calda che aumentò a dismisura il già forte bruciore che mi incendiava l'anima. E non vi dico che razza di fatica fece cercando di uscire dal mio povero buco di culo!!!!! Me lo aveva proprio schiaffato tutto dentro! Altroché!
Mentre mi contorcevo dal dolore mi trattenni massaggiandomi lo sfintere grondante di sborra e con la coda dell'occhi scorsi Alvise lo scimmione peloso che ridendo mi si avvicinò barcollando.
Mi si inginocchiò e con ancora meno fatica di Alex, mi costrinse a posizionarmi alla pecorina.
Anche lui rideva beffardo e cattivo. Mi massaggiò il perineo dicendo:
- Se qui ci fosse una fica!... Accontentiamoci di questo buchetto... Oooooooohoooo! Ma guarda come sei bagnato!-
Bagnato lo ero, ma dalla precedente sborrata!
Anche lui, gentilezza zero, mi trapanò tutto d'un colpo: mi fece sentire il suo cazzo forzuto che mi riempiva tutto, lo avvertivo grande e ruvido, un pezzo di legno duro. Mi inculò a tutta birra e ad ogni colpo io andavo in avanti, così lui si aggrappò ai mie fianchi stritolandoli e poi prese a sculacciarmi ad ogni rinculo! Mi procurò lividi violacei dolori e infiammazioni varie!
- Godi troia!- Mi gridava. E a dire il vero quella è una delle posizioni che preferivo di solito.
Il suo corpo irsuto mi colpiva mi colpiva con quelle sue manacce sembrava imbestialito. Una bestia di uomo che mi violentava il buco del culo e il sangue che mi promise facesse uscire uscì. Mi spaccò il culo ed io vergognosamente godetti!!!!! Cazzo se mi piaceva!
Ad ogni rinculo le mie palle sobbalzavano impazzite avanti e in dietro e anche il mio cazzo mi frustava deliziosamente il ventre. Sentire addosso dietro di me il corpo peloso di Alvise non faceva altro che aumentare la mi voglia di essere cavalcato fino ad impazzire di piacere!
- Si così fottimi fottimi di più!- Presi a mugugnare. E il mio incoraggiamento lo spinse a inarcarsi ancora di più sopra di me fino centuplicare i colpi di minchia dirompente e quanto e come divennero veloci i suoi movimenti! E inevitabilmente al termine del gioco le sue palle si svuotarono incessantemente dentro di me riversando dentro il mio culo sborra a profusione. La sentii scendere giù sulle cosce rigandole di rigagnoli tiepidi e seducenti. Poi Alvise, stremato, si riversò da un lato staccandosi da me. Respirava a fatica quasi fosse stato lui a ricevere il servizio!
Seguendo lo stesso turno del precedente assalto fu la vota di Hermes che con un gesto stizzoso mi mise a pancia in su steso a terra.
- Voglio scoparti come una puttanaccia!-
- Scopami come ti pare!- Ebbi l'ardire di rispondergli.
- Allora allarga le gambe!-
Obbedii. Voleva prendermi come fossi una donna, ma chiaramente credetti che la cosa non fosse possibile. La fica non era tra le doti che possiedo!
Ma non tenni conto delle dimensioni del suo randello. Infatti, quel suo cazzo era talmente lungo che non fece
Alcuna fatica a fottermi nella classica posizione assunta dalla donna che si mette sotto l'uomo. Ne rimasi sbalordito. Gli sorrisi mentre lui mi chiavava senza ritegno. E anche se non possedeva i muscoli come quelli dei compari, ugualmente ere forte e vigoroso, mi parve di essere inchiodato sotto di lui il quale solo apparentemente sembrava che mi avesse lasciato libero di muovermi.
E chi si muoveva? Tranne lui ovviamente.
Tra tutti i cazzi presi il suo in assoluto era quello che più degli altri mi arrivò più dentro. Il suo corpo schiacciava il mio. I nostri visi erano talmente vicini che ebbi l'impulso di baciarlo, ma mi trattenni. E con mia somma sorpresa fu lui a incominciare a baciarmi il labbro inferiore prima e tutta la bocca poi. Col cazzo in culo e la lingua in gola mi violentò ripetutamente. Ma a quel punto divenni consenziente. E lentamente il dolore al culo si affievolì anche se non svanì del tutto.
Azzardai ad abbracciarlo per giunta e lui me lo consentì.
Accarezzai la sua schiena, e anche il fondoschiena, indugiai sul suo culo che si muoveva a ritmo di tamburo impazzito.
Mi scandalizzai di me stesso. Avvertivo dentro di me i colpi di cazzo che come un pitone o una murena che scava il suo nascondiglio lui mi trivellava come se stesse cercando il petrolio!
Poi, non contento, avvertii una sua mano che si faceva largo sui nostri ventri schiacciati e mi prese il cazzo masturbandomelo.
- Se dici che te l'ho preso in mano ti uccido!- sussurò.
Lo presi alla lettera. Non dissi nulla. Ma parlò la mia colata di sborra abbondante che mi arrivò fino in faccia.
Estrasse poi anche lui il suo nerchione e mescolò la sua sborra infinita con la mia già sparsa su di me.
Mi ritrovai in un bagno di sperma bianco e profumato di pura animalesca depravazione!
Mi guardò con ferocia Hermes e poi si allontanò barcollando.
E sotto a chi tocca! Mi raggiunse in fine Luigi.
Già col pompino ebbi seri problemi figuriamoci ora che anche lui voleva la sua porzione di culo!
Mi sistemò a pancia in giù. Si stese di schiena. Mi fece allargare le gambe come mai credetti fosse possibile.
Ero bagnato dentro e fuori, ero lubrificato da uno tsunami di liquido sborroso. Posizionò senza mezzi termini il suo grossissimo affarone. Forzò il mil buco del culo che per quanto fosse già ripetutamente violentato e molteplicemente deflorato, proprio non riusciva a incamerare tutto il suo arrosto di carne cruda.
Cercai di rilassarmi il più possibile, e dopo avermi provocato il dolore intimo più atroce che potessi mai immaginare, il suo trinchetto dell'infelicità rese parecchio infelice il mio deretano slandronandomelo completamente e irrimediabilmente.
Provate a farvi un fisting con una bottiglia d'acqua da due litri ed avrete un pallido esempio di ció che mi capitò.
Fortuna che ero almeno lubrificato...
Mi stritolò con le sue possenti braccia, mi fece suo anche lui. Mi stantuffò come un bisonte imbizzarrito.
Ed io urlavo... Urlavo... Urlavo... Anche di piacere ma urlavo!!!!
Le mie chiappe divennero cuscini dei suoi inguini l'incavo della mia bassa schiena divenne incastro perfetto per la sua deliziosa pancetta, contatto, quello, che mi regalò una sensazione assurda di protezione quasi paterna! Mentre quel suo creapopoli faceva scempio delle mie budella.
E poi sborrò altro che se non sborrò! E anche dopo avermi inondato di spuma di cazzo continuò a fottermi! Sembrava non fosse mai contento! E quando rivenne di nuovo crollò su di me sfiancato dalla faticaccia!
Il bello, ( o il brutto) era che non accennava più a sfilarmi il palone dal culo!!!!!!
Dovetti attendere il naturale/innaturale sgonfiamento.
E infine anch'io crollai semi svenuto, massacrato, quadruplicemente stuprato!
Il giorno seguente quando mi svegliai i quattro balordi non c'erano più, al posto loro apparvero due carabinieri.
Gli stronzi mi avevano rubato pure l'auto.
- Roger! Qui aquila azzurra! Abbiamo trovato un fuggitivo! Passo! -
Da quel che potevo capire mi avevano confuso con uno dei ricercarti.
- No! Non sono uno di loro! Mi hanno sequestrato e violentato!- Dissi cercando di alzarmi, ma il mio corpo non reagiva ai miei comandi.
I due militari si misero a ridere.
-Si! Dicono tutti così! Alzati sei in arresto!-
Questa è bella! Mi sequestrano mi derubano mi stuprano e sti stronzi arrestano me! Ma allora sono proprio fondate tutte le barzellette che si raccontano sui carabinieri! Pensai.
Mi portarono in centrale. Ammanettato.
Mi interrogarono per ore. Raccontai tutto per filo e per segno ció che vissuto. E quando fornii il mio codice fiscale che fortunatamente conoscevo a memoria risalirono all'origine di tutta la mi vita. Controllarono persino il mil curriculum e tutti i lavoro svolti. E non vennero a capo di nulla. La mia fedina penale era immacolata.
Per arrivare a capirlo ci impiegarono un mese e passa!
I carabinieri sono da vero come sono descritti nelle barzellette!!!!!!
Tornai a casa mia. Le vacanze erano fottute più di me nel bosco.
Ma quando mi diedi una ripulita e mi stesi sul mio comodo lettone trapuntato bianco come le nuvole, sprofondai in sonno ristoratore che durò due giorni!
Al risveglio mi sentii al settimo cielo!
Il peggio era passato.
Non guardai con disprezzo la violenza sessuale subita, anzi! Ebbi un vago senso di nostalgia.
Mi spogliai. Mi rotolai nel letto. Presi a strusciarmi contro la morbidezza dell'imbottitura del plaid fresco e profumato. Iniziai a massaggiarmi il perineo. Rievocai con la mente quei momenti. E cazzo se non mi eccitai di brutto!!!
Mi masturbai voluttuosamente. Infilai quattro dita della mano dentro il buco del mio culo, cazzo se non ce l'avevo dilatato!!! Con l'altra mano mi aggrappai alla mia asta e godetti fino all'inverosimile.
Quatto giorni dopo il mese trascorso ricuperai tutti i documenti. E il quinto cui convocato dai carabinieri.
Mi presentai.
Fui accolto dal capitano. Mi fecero accomodare nel suo ufficio.
- Ooh! Buon giorno signore! Prego si accomodi pure!- mi invitò il capitano dei carabinieri a sedermi di fronte la sua grande scrivania. Lui era seduto al lato opposto e non si alzò nemmeno, anche se allungò la mano dalla mi parte ed io la strinsi in segno di saluto.
Era un tipo grande, non solo di statura ma anche di età, parve potesse avere più di cinquant'anni. Brizzolato, dal volto quadro e dalle guance rasatissime. Supposi che in età giovanile dovesse essere stato proprio un bell'uomo.
- Allora, l'ho convocata per definire gli ultimi profili dell'accaduto che la riguarda.-
Estrasse quindi un foglio di carta dattiloscritto e iniziò a leggermi tutto il mio racconto. La cosa mi sembrava anomala già di per se, ma dai carabinieri non c'era da stupirsi di nulla!!!
Ma mi stupii ugualmente quando arrivato a leggere i momenti più salienti del mio stupro, lui prese a toccarsi il petto fasciato dalla camicia militare, e la sua voce divenne cavernosa e partecipe all'enfasi della narrazione.
- Le è piaciuto mentre prendeva in bocca tutti quei cazzi?- Mi chiese a bruciapelo il comandante.
Sgranai gli occhi. Come poteva pormi una simile domanda?
- Ma qui c'è un imprecisione!- Asserì.
- Non riesco a capire bene come è successo!-
Io non sapevo più cosa pensare.
Lo osservai mentre sollevava la cornetta del telefono interno e comandò all'autore del dattiloscritto di presenziare in ufficio.
Entrò in carabiniere alto, di colore. Dal volto serio. E il comandante gli chiese subito come fosse andata realmente la dinamica del pompino di gruppo.
- Spiacente signore, ma io non c'ero quando è successo, mi sono basato su quanto mi è stato raccontato dal signore qui presente.
Il capitano mi scrutò brevemente. Poi si alzò di scatto.
Il vecchi porco non portava i pantaloni! E neanche le mutande! Era stato seduto nella sua comoda scrivania completamente nudo di sotto! Aveva la sua arma di carne già tesa e protesa verso l'alto dura e svettante!
Mi si avvicinò ed io non credetti ai miei occhi!
Mi fu davanti, protese il suo cazzo, che tra l'altro era parecchi notevole, verso di me.
- Vediamo di venirci incontro! L'hanno presa così e poi così!-
Tra un "così" e l'altro afferrò la mia nuca e la diresse verso il suo pendaglione obbligandomi a prenderlo tutto in bocca!!!
Mentre il fottuto bastardo carabiniere capo mi piantava il suo grosso uccellone in gola ordinò al sottoposto di prendere nota.
- E poi le ordinavano di succhiare! Succhia! Succhia! Succhia succhia cazzi del cazzi!-
Non sono mai stato un genio, ma mi ci volle poco per capite che dietro c'era un disegno ben preciso.
Ma già che c'ero, visto che proprio avevo nostalgia di quei quattro furfanti, spompinai il cazzone del capitano dimostrandogli sia la veridicità di quanto vissuto che la mia innata bravura con la bocca.
Afferrai i fianchi del carabiniere e li strinsi forte. Vedevo avvicinarsi e poi allontanarsi dal mio naso il suo enorme cespuglio di peli pubici bianchi.
- Poi se non erro vi hanno infilato il cazzo davvero fino in fondo alla gola! Così!- e con un colpo di reni le mie tonsille ricevettero un colpo di capocchia talmente violento che a momenti non si ruppero! Mi scopò tenacemente, mente ordinava al sottoposto di prendere nota di ció che accadeva.
Lo spompinai cercando di resistere i mie conati. E quando lui sborrò dentro il mio esofago, non si fermò continuò ancora e ancora fin quando dalla mia bocca non fuoriuscì una quantità esorbitante di sborra che mi lordò tutto quanto.
- Però ai miei tempi si violentava in maniera diversa!- Asserì il capitano dopo che tirò fuori dalle mie fauci il suo manganello spruzza vaniglia.
- Cosa intende capitano?- Chiese il bastardo dell'assistente.
- Questo!- Disse il capo dei carabinieri mentre mi prese per un braccio e mi sbattette contro la scrivania in maniera molto violenta. Poi mi strappò di dosso tutti i vestiti, me li ridusse a brandelli, mi posizionò a pecora con i gomiti appoggiati alla sua cattedra, e liberatomi il culo, me lo sfondò in un colpo solo!
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA-
Ed io che credevo d'aver il culo ormai ridotto in frantumi! Quello me lo svangò ancora di più!
Poi lo estrasse velocemente e con la medesima rapidità me lo ributtò dentro e proseguì così fino a far spostare la scrivania in avanti: la fece arrivare con tutto me stesso fino alla finestra, facendola sbattere ripetutamente contro.
Avevo le gambe che mi tremavano. E dopo tanto tempo sentii un fiume inondarmi le viscere, il capo dei carabinieri esplose la sua carabina di carne dentro di me!
Mettetemi al rogo, ma a me piacque un sacco.
Quando ebbi modo di risistemarmi sulla poltrona e il capitano mandò via il sottoposto, ricevetti un compenso.
- Per ringraziarla della sua disponibilità le offriamo un sorpresa con tutti gli onoro dell'arma!-
Il capitano accennò solo ad in fischio e la porta si spalancò con furia. Apparvero venticinque carabinieri vestiti solo con una maglia militare e niente più!!!! Vidi un gruppo di ragazzoni semi nudi che in un batter d'occhio si sistemarono uno accanto a loro. Ero allibito. Vidi uno stormo di minchie dure sballonzolare in maniera ordinata dinanzi a me. In un attimo si misero sull'attenti.
Avevo venticinque fontanelle spargi sborra pronte tutte per me. Una fila di pubi e di cazzi già duri di tutti i tipi e gusti tutti da gustare.
- Quanti ne posso prendere?- Domandai al capitano.
- Quanti ne vuoi, e sai perché?-
- perché!-
- Perché stai sognando!-
Improvvisamente mi sveglio! Faccio una rapida ricognizione del luogo dove mi trovo e... dove sono?
IN UFFICIO!!!!!!!!!!!!
Era tutto un sogno!!!!!!
NOOOOOOOOOOO!!!!!!
- Daniele sveglia! Arriva il capo ufficio! Non vorrai perdere il lavoro proprio oggi che è l'ultimo giorno prima delle vacanze?-
Il mio lavoro è talmente noioso che mi sono addormentato!
Ma la cosa più grave è che:
SONO ANCORA VERGINE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Faccio sempre sogni di SBIRRI DI SBARRE E DI SBORRA.... Taaaaaaaanta SBORRA........
Scappai via dal lavoro appena scattate le tanto agoniate ferie. Il lavoro d'ufficio assegnatomi dall'agenzia di collocamento era così palloso e noioso, e così intenso che per quasi un anno intero non ebbi avuto modo di frequentare nessuno nel senso più assoluto del termine. Anche i colleghi, come me affetti da apatia da lavoro noioso, mi spronarono più volte ad uscire con loro qualche sera di fine settimana così almeno con qualche fica i giorni in ufficio sarebbero stati più sopportabili!
Etero deficienti! Già morivo di noia tutto il giorno e proprio non mi andava di vomitare di notte! Solo a pensare di stare con una donna... brrrrrr!!!! CHE SCHIFO!!!!
Di buon'ora mi alzo di mattina di questa magnifica anche se eccessivamente afosa estate, prendo la mia auto e viaggio all'avventura per le strade di campagna della Toscana, in direzione mare. Riempio tutta la macchina con ció che mi sembrava potesse servirmi e via!
Solo il fatto di essere finalmente libero mi riempì di felicità.
Naturalmente non c'era anima viva nelle strade percorse, ovviamente la gente era già tutta quanta nelle loro mete di villeggiatura.
Unico neo della mia fuga era la mancanza di un maschio finocchio come me col quale condividere la mia libertà.
Ero ormai lontano un mucchio di chilometri dalla città e le campagne, anche se davvero affascinanti, piene di verde e di natura rigogliosa, erano altresì desolatamente vuote!
- Forse sotto qualche cavolo troveró un'anima che vorrà stare con me!-
E chissà quale entità sovrannaturale mi stava ascoltando, ecco che sul ciglio di una curva di quella interminabile strada campagnola, scorgo da lontano un uomo!
Grido al miracolo!
Stava facendo l'autostop.
Povero sfigato! Ma chi sperava di trovare?
Naturalmente un deficiente come me!
Rallento per vederlo bene. E dapprima pensai che la mia annuale astinenza di cazzo mi facesse vedere uomini nudi dappertutto, ma così non era.
Mi si paró di fronte un uomo totalmente nudo!!!
E non era nemmeno niente male!
Ma sembrava un pazzo!
E mentre acceleravo impaurito riflettei su quel poco che avevo visto di quello strano tizio: piuttosto alto, pelosetto, qualche muscolo qua e la, e forse un po' di pancetta che di solito non mi dispiace... il resto non ebbi avuto modo di focalizzare adeguatamente.
Certo era che si sbracciava come un forsennato.
Forse aveva bisogno di aiuto.
Un senso di ripensamento mi assalì.
Rallento. Mi fermo. Scorgo dallo specchietto retrovisore che il tipo strano mi stava raggiungendo a grandi falcate.
Mi raggiunge dopo aver corso come una furia, abbasso il finestrino e lui infila mezzo busto dentro.
- Salve ragazzo! Grazie per esserti fermato. Me lo daresti uno strappo?-
Io abbasso i miei occhiali da sole e lo osservo annuendo.
- E... non sono da solo, ho un paio di amici con me...- Mi spiega lui sorridendo, mostrandomi una dentatura lupesca perlescente in mezzo ad un volto semi barbuto decisamente sexy!
- Sicuro, ma ho l'auto pieno di roba.-
- Tranquillo, ci faremo piccoli piccoli!-
Sto dando un passaggio ad un uomo nudo! Pensai.
Quell'uomo nudo emise un fischio che a momenti mi lesionó i timpani, e mentre mi massaggiavo le orecchie con la coda dell'occhio osservo dallo specchietto altri tre uomini anch'essi privi di vestiti.
La mia bocca spalancata trasmise appieno lo stupore e l'incredulità di ció che i miei occhi stavano vedendo.
Stavo dando un passaggio ad un poker di maschioni nudi. Pensai.
Quei quattro uomini erano moderatamente chiassosi, dapprima poco allegri, ma con garbo si sistemarono in tre sui sedili di dietro e uno nel posto accanto al mio.
- Siete a posto? - Chiedo cercando di essere serio, visto che proprio non comprendevo la natura di quella strana situazione. Risposero affermativamente così riprendemmo il viaggio.
Mentre macinavamo chilometri ognuno di loro cercava di essere simpatico, scanzonato, tuttavia non comprendevo come mai fossero nudi in mezzo ai boschi e la curiosità prevalse sulla mia discrezione.
- Ragazzi come mai siete senza vestiti?-
I tre uomini dietro e quello accanto a me presero a farfugliare qualcosa di incomprensibile fin quando il primo che conobbi spiegò con chiarezza che erano quattro campeggiatori e che per via di un incendio persero tutto cercando di spegnere il fuoco con i loro vestiti perdendo così anche quelli.
Inverosimile. Pensai.
Ma non volli approfondire l'argomento.
Malgrado la mia più totale attenzione alla guida non potei fare a meno di scrutare il primo uomo che vidi e che era accanto a me il suo volto di uomo con la barbetta sexy e gli spigoli delle mascelle sempre contratte, e il collo vigoroso e teso, il petto gonfio e setoso di peli nerissimi come mai ne avevo visto prima, l'ampiezza del torace e del busto lungo, e anche un paio di rotolino di pancetta che nulla toglieva al complesso gagliardo dell'intera figura. A tratti, cercando di non farmi scoprire, l'occhio cadeva come calamita li, in mezzo alle irsute cosce e su ció che tra esse si trovava, su ció che capolinava immerso ad un abbondante pelame pubico riccioluto nero e brillante.
Non c'era peró molto da vedere, o per lo meno non mi parve che avesse un gran che di pisello. Forse perché era a riposo.
- Che distratto! Ragazzi io sono Daniele ho 21 anni e faccio l'impiegato. Voi come vi chiamate?-
Domando macchiavellicamente costringendoli a fornirmi maggiori informazioni sul loro conto.
Parló per primo quello seduto vicino a me.
- Io sono Luigi, e perdonaci tu se ancora non ci siamo presentati, dietro, quello con la barba nera più lunga della mia è Alvise, è un esperto di serrature una specie di fabbro specializzato, quello in mezzo biondo riccio e con gli occhi blu è Hermes, ma tutti lo chiamano Ercole...-
- Per via della sua forza?- domando interrompendo Luigi.
- No! È per via della mia clava!- Mi risponde Hermes indicando il suo tarellone che spiccava anche da moscio in mezzo ad un paio di gambe estremamente muscolose.
- Col mio stracciafiche faccio diventare troie anche i buchi nei muri!- Precisò subito ed io per poco non sbandavo sentendolo.
Ecco il primo che parla di fiche. Cheppalle!!!!!
Luigi mi pregó di scusare Hermes per la sua esuberanza verbale. Poi proseguì presentandomi il terzo.
- E lui è Alex il Rosso, chiamato così per il colore dei suoi peli.-
Luigi, Alvise, Hermes e Alex. Quattro uomini nudi nella mi macchina, e peccato che da come parlavano e da come si muovevano erano terribilmente virili e spiacevolmente etero quanto sexyssimi e intoccabili.
La cosa più spiacevole fu che i loro discorsi presero il verso orrendo della patata! E da quel che potevo capire pareva che non ne vedevano una da un sacco di tempo.
Ercole, ovvero Hermes non ebbe nessuna fatica a protestare il fato che gli ha messo sulla sua strada me che sono un maschietto.
Luigi peró gli fece notare che nessuna donna si sarebbe fermata per caricarsi a bordo quattro maschioni come loro. Nudi per giunta.
E il fatto di essere nudi mi scocciava. Non perché non mi piacessero, ma per la loro ostentata eterosessualità!
Cominciavano a nausearmi.
- Dove volete che vi lasci ragazzi?-
- LONTANO DA QUI!!!!!- Gridarono i tre seduti dietro, ma Luigi accanto a me posó una mano sul ginocchio procurandomi un sussulto.
- Mettiamo un po' di musica. Così parleremo di meno.- mi disse con tono gelido.
Accendo intimorito l'autoradio che di solito la tengo sintonizzata su un noto giornale notiziario e appena avviato un voce in tono allarmata informava:-
- ... Gli evasori sono quattro uomini armati e pericolosi! Ripetiamo: quattro malviventi sono fuggiti dal mezzo blindato dei carabinieri hanno immobilizzato le sei guardie carcerarie e pestati vilmente a sangue, riducendoli in fin di vita, hanno preso le loro armi e sono fuggiti via un paio di ore fa...- improvvisamente e con uno scatto fulmineo Luigi spostó la sintonizzazione radio su una frequenza musicale, ma io capii subito dai brividi che mi percorsero che loro erano gli evasori! Altro che campeggiatori.
Mentre ammutolivo dal terrore per la cazzata appena commessa, uno dei tre dietro mi puntó una pistola alla testa.
- Finocchio schifoso se solo commetti un passo falso ti faccio saltare le cervella!-
- Heiheihei!!! Calmo con quella pistola, è un bravo finocchio, vedrai che non ci metterà nei guai!- Esclamó deciso Luigi ordinando di riporre l'arma al compare.
- Sappiamo che sei un finocchio altrimenti non ci avresti preso, ma se non fai come ti diciamo per quanto ti possa piacere essere inculato ti assicuro che ti faremo passare il vizio del cazzo che hai! Intesi?-
- S...s...si ... Va bene... Faró quello che dite... Ma per favore non mi ammazzate...-
- Bravo piccolo prendinculo! Vedrai che ci divertiremo anche! Per prima cosa ci servono dei vestiti, poi anche da mangiare siamo affamati. Puoi fare qualcosa?-
Per fortuna o per disgrazia incrociammo una trattoria di campagna, sperai di allontanarmi dall'auto e di fuggire via di chiedere aiuto, di salvarmi in qualche modo. Ma Luigi si riveló più astuto: estrasse dai miei bagagli una maglia azzurra, la più larga che c'era e un paio di short infilandoseli. Ma per la sua statura tutto gli andava strettissimo.
- Sembro un finocchio pure io conciato così!-
Mi fecero parcheggiare dal lato opposto della strada. Luigi si fece dare la pistola, mi obbligó a scendere lentamente, e poi mi si avvicinò fulmineo per impedirmi di fuggire. Mi puntó la pistola dietro la schiena nascondendola sotto il lembo della mia maglia. E con un braccio intorno alla vita mi tenne stretto a se e così attraversammo la strada dirigendoci dentro la trattoria.
Furono attimi davvero drammatici. All'interno trovammo poca gente e fummo serviti da un vecchio dall'aria trasandata, oltre che anche rincitrullito, e di sicuro non s'accorse della mia situazione. Luigi ordinò da mangiare sistemato in contenitori da asporto. E anche della birra ghiacciata. Chiese ció che era già pronto. Naturalmente pagai io con la carta di credito.
Poi riprendemmo il viaggio. Gli altri tre uomini erano vistosamente soddisfatti della mia impresa. Ma dei complimenti che mi fecero non sapevo che farmene.
La strada era ancora desolata, e attorno a noi c'erano solo campagne e boschi. Al crepuscolo ormai inoltrato mi fecero fermare l'auto dentro un bosco molto folto.
Ero stanco, stressato e in preda al panico.
Scesero tutti dal veicolo, Luigi mi tolse le chiavi per non permettermi di scappare.
Cominció anche a fare fresco, e con mia somma sorpresa riuscirono ad accendere un fuoco in torno al quale ci sedemmo per terra.
Nel mentre conversavano dei loro loschi affari e sul loro da farsi si divisero il cibo e le lattine di birra. Non ci fu un solo momento durante il quale non avessi puntati addosso i loro sguardi sgradevoli.
Non nascondo per nulla che anch'io li osservavo. E sará forse per la mia astinenza ma non potevo far a meno di fissare i loro bassoventri.
Alvise se ne accorse :
- Che cazzo hai da guardare?- mi intimò.
Abbassai lo sguardo di scatto.
Luigi con tono più pacato, forse perché aveva messo qualcosa in pancia o perché aveva già bevuto tre lattine di birra parlò:
- Si capisce che cazzo guarda! I nostri bastoni! Se ti da piacere guardare, guarda pure!- detto ció si strappó di dosso la maglia e gli short mostrandomi in piedi tutto ció che aveva da far vedere. E se proprio vogliamo dirla tutta, anche se non mi andava di esprimere giudizi, devo ammettere che in quanto a fisico era davvero come piaceva a me: alto peloso e non troppo muscoloso, un uomo non un pirla da palestra iper depilato. Ma devo considerare anche che il pisellotto che pendeva non rendeva giustizia a cotanto maschio! Forse perché era a riposo. Ma c'era da dire che aveva un che di strano come cazzo: più che lungo sembrava grosso di circonferenza, ma supposi che fosse un effetto ottico dato dalla scarsità di luce.
- Ehhh! Che ne dici? Non sono un fusto?-
Arrossisco celato fortunatamente dal buio incombente e pronuncio un timido si. Ma mentre si abbuffavano anche gli altri uno ad uno si alzarono in piedi facendo mostra di se e dei loro attributi: Alvise barbuto e seriamente ricoperto di peli ovunque sfoggiava un pettone di tutto rispetto con capezzoloni sporgenti rosei e ammettiamolo pure, sexy, e anche se pure lui avesse un po' di pancetta ció che gli pendeva tra le cosce era assai vistoso malgrado il pube irsuto, possedeva un cazzo pieno di venature, un tronco di pino semi scappellato orrendamente maschio! Poi fu il turno di Alex detto il rosso e diavolo se non era rosso di capello riccioluto con un codino sciolto che gli copriva mezza schiena ma glabro di natura e dalla pelle bianchissima tipo svedese, tranne che sul bassoventre dove posizionato in mezzo alla peluria pubica rossa come il rame spuntava una minchia chiara e chiaramente gonfia! Assunse le pose tipo culturista, e presupposi che lo fosse dato che era l'unico ad avere una muscolatura pompata e solida. Dappertutto.
- Finocchio! Guarda qua! Te lo sogni di notte un corpo come questo! Di la verità ti piace?-
Rimango ammutolito e disorientato.
In quel frangente si alzò poi anche Hermes detto Ercole, e davvero poteva essere definito così per via della sua clava di cazzo che possedeva! Perché a discapito di un fisico se pur tonico non raggiungeva i livelli dei compari, me che compensava con una bestia di bastone lungo fino a mezza coscia! Roba che se me lo avessero descritto senza vederlo di persona non ci avrei mai creduto! Tuttavia, prima che facesse il suo numero, barcollò alzandosi, forse perché ubriaco, ma fu in quel momento che lui venne! Sborrò un getto di sperma come un esplosione spontanea che mi colpì il viso in pieno!
Tutti quanti si misero a ridere e Luigi mi spiegò che era un suo disturbo tipico quando Ercole non scopava regolarmente le sue palle, grosse pure quelle, si riempiono a dismisura senza limiti fino a causargli sborrate involontarie a qualunque ora o momento!
- Cazzo! Mi serve una femmina! O almeno un buco!-
Risero sguaiatamente e rumorosamente.
Io ebbi l'impulso di mettermi a piangere. Ma non lo feci.
Terminate le esibizioni bizzarre, iniziarono a chiedermi chi di loro mi piacesse.
- Chi ti piace di più di noi?- Domandó Alex gonfiando i muscoli già tesi del suo ampio petto liscio.
- Se non dici che preferisci me ti sparo!- Asserì Alvise. E così mi dissero tutti gli altri.
La mia ora era giunta. Credetti.
Senza pensarci su un momento, la risposta più giusta fu:
- Tutti! Mi piacete tutti quanti!-
Riuscii a far rimanere loro privi di parole.
Luigi fece una smorfia di sorriso.
- Ma ora è giunto il tuo turno! Spogliati!- Mi intimò Hermes.
Non riuscivo a muovermi dalla paura. Ero gelato.
Me lo ripeté di nuovo ed io non riuscivo nemmeno a tremare dal terrore. Allora Ercole estrasse la pistola da non so dove e me la puntò contro.
- ALZATI E SPOGLIATI FINOCCHIO!-
Ma non mi riusciva proprio d'alzarmi.
BENG! Esplose un colpo il delinquente colpendo il fuoco che illuminava l'ambiente, e fu in quel momento che scattai in piedi così velocemente che mi venne il capogiro, e la scena suscitò ilarità comune al gruppo di stronzi.
Mentre iniziavo a sfilare la maglia lui aggiunse:
- Ma ti avverto, se non hai il cazzo più grosso del mio te lo sbatto tutto dentro in culo fino a fartelo sanguinare!-
In quel momento tutti quanti si misero a ridere:
- Ma non è mica un cavallo! -
- Peggio che sparare alla croce rossa!-
- Hai uno scherzo della natura tra le gambe!-
- Ma è così che si fa in carcere: il più grosso incula il più piccolo, è così che funziona!- Concluse Ercole.
Mentre mi denudavo ignobilmente costretto pensai alla faccenda: se non mi ammazzano con la pistola mi fanno fuori con i loro pistoloni!
Dopo pochi minuti mi ritrovai nudo pure io, con le gambe e ginocchia strette e con le mani che mi coprivo vergognoso il pisello. Ero imbarazzatissimo. Mi schernirono. Mi incitarono a togliere le mani da li, dal mio giovane sesso. Volevano vedermi in tutto e per tutto nudo come loro. Poi Alvise, il peloso, mi si paró dietro e con pochissima forza riuscì a farmi allargare le game introducendo tra di esse una sua coscia irsuta e con le sue poderose braccia allargò le mie aprendomi violentemente. E rise. Risero tutti di me. Ubriachi e disonesti si fecero beffe di me. Anche se non nascondo che quel contatto violento mi percosse piacevolmente eccitandomi. E se ne accorsero dalla mia istantanea erezione.
- Sei proprio un finocchio! Basta solo un contatto che già ce l'hai duro!- Asserì beffardo Alvise.
Ed aveva ragione, la mia erezione tradì vergognosamente la mia voglia di cazzo. E quel corpo dietro di me che mi tratteneva con forza mi procurò enorme piacere.
Peccato che non ho la fica disse Ercole, ma se ne fece subito una ragione spiegando che in carcere bisognava accontentarsi di ció che passava il convento! E in quel momento ero io l'unico buco secondo loro disponibile.
- Non so voi ma io devo andare a pisciare!- Disse proprio Ercole e con poco garbo mi strappò dalle mani di Alvise e mi condusse con se dietro un albero, mentre gli altri se la ridevano.
- Non scopartelo per primo altrimenti col cazzone che ti ritrovi noi ci scopiamo l'aria!- Risero ancora.
Arrivati dietro il tronco di un abete mi costrinse a prenderlo in mano e a tenerglielo mentre pisciava. E quanto piscio che gli uscì fuori! Sembrava un idrante.
- Bravo bambino! Si. Si vede che sei abituato al cazzo! Adesso sgrullamelo, si così ma che bravo finocchietto!-
Non avevo mai fatto una cosa simile, e ció che più mi scandalizzava era che avevo smesso di tremare. Forse perché ormai ero immerso in un mare di guai, e non avevo altro da fare che sperare che tutto andasse per il meglio.
Mi immaginai che volesse farmi qualcosa, o che io dovessi fargli qualcosa, ma mi sbagliavo. Mi ricondusse indietro lui con la vescica liberata io con la sensazione di grosso cazzone serrato tra le mie mani.
- Tocca a me!- Disse poi Alex il Rosso, e anche lui mi prese con se dietro l'albero e gli tenni il bianco pisellone mentre pisciava tutto il suo piscio di fuori. Il gorgoglìo del suo fiotto che colpiva le piante la terra e i sassi mi eccitò oscenamente!
E sotto a chi tocca! E venne il turno dell'irsuto Alvise col suo nerboruto e venosissimo nerchione animalesco, e già con il suo ebbi problemi a tenerlo! Era grosso. Non riuscivo quasi a tenerglielo! Persino il getto del suo piscio era notevolmente ampio.
E già che c'era anche Luigi, l'origine dei miei guai, mi condusse dietro l'albero dove irrigò pure lui il terreno. Ma con il suo cazzo fu diverso, ancora non capivo come fosse fatto. La scarsa illuminazione notturna non mi aiutava. La mia mano, ne ero certo, sembrava che tenesse un testicolo date le dimenzioni, ma mi sbagliavo. Avevo preso in mano il pezzo giusto dell'apparato. Tuttavia, lo sentivo morbidissimo, come un cuscino para spifferi, ma turgido allo stesso tempo, e in punta faticavo a percepire il glande, la capocchia sembrava non esserci! Per questo faticai a capire se alla fine glielo avessi sgrullato bene. Luigi non mi rivolse nessuna parola, al contrario degli altri che me ne dissero di tutti i colori.
Nel frattempo i tre tornati intorno al fuoco stesero i miei teli da bagno per terra e attesero il nostro ritorno.
- vediamo ora quanto sei troia, finocchio!-
- Te lo abbiamo fatto prendere in mano ora devi ripagare il favore!-
- Vedrai che ti picerà ahahahahaha!-
Mi ritrovai al centro dei teli di spugna attorniato da quei quattro energumeni, che mi fissavano con lo sguardo ubriaco di birra. Quei loro occhi ridotti a
Fessure orizzontali e le gote arrossate dall'ebrezza alcolica era segno che avevano ormai perso il controllo di se stessi. Sentivo i respiri addosso, affannati e minacciosi. Alex il Rosso mi trascinò a terra con violenza, mi ritrovai in ginocchio, dentro una foresta di gambe lunghe e muscolose, dalle quali pendevano pendagli spaventosi di carne maschia e mascalzona!
E sempre Alex per primo mi afferra per le orecchie costringendomi ad urlare per il dolore e di conseguenza a spalancare la bocca: partì a tromba a trombarmi la bocca trucemente.
Non ebbi nemmeno il tempo di riflettere che la saliva della mia bocca si mescolò ai residui di piscio di Alex mentre la sua nerchiaccia sbatteva contro le mie tonsille superandole costringendomi a prenderlo tutto per intero!
Ora, non è che era la prima volta che spompinavo un cazzo, e il fatto di essere in astinenza da sesso non vuol dire non fossi capace di farlo, tutt'altro! Prendere in bocca dimenzioni apocalittiche di minchia era un po' la mia specialità.
E devo dire che tale dote fu accolta con smorfie e asserzioni di complimento!
Faticavo a respirare, e più cercavo di togliermelo di bocca più lui me lo schiaffava dentro fino a sbattere i coglioni contro il mento! E quando stava per arrivare al culmine mi afferrò con maggiore violenza i lobi delle orecchie fino a stritolarmele e mentre cercavo di urlare violentissimi getti di sborra inondò il mio esofago riempiendomi la pancia di rovente crema delinquente!
Finalmente mi lasciò andare, i suoi gemiti mi fecero capire quanto era grande la sua soddisfazione mentre io riprendevo fiato a fatica accasciato a terra.
- Vieni da paparino! Voglio lo stesso trattamento!- Sogghignò Alvise il peloso.
Mi afferrò per i capelli, procurandomi altro dolore e come fossi la peggiore delle puttane fiondò la sua nerboruta fiocina pelosa tutta dentro la mia gola.
- Succhia succhia checca! Succhiamelo tutto! Così da bravo, ...- Nel mentre dalla sua bocca uscivano oscenità d'ogni sorta nella mia bocca entrava ed usciva quella sua sorta di animale di cazzo, e succhiavo! Succhiavo! Succhiavo con una pressione tale da estrarre dalla fessura della sua capocchia tutto il liquido colloso mascolino e farabutto che le sue palle irsute avessero prodotto!
Glielo avevo succhiato così forte che ebbi i crampi alla mascella!
Dalla mia bocca grondava tanta di quella sborra da far impallidire la più consumata delle troie puttane luride!
Non vi so dire però quanto mi ero eccitato!
Per quanto mi parve di aver compiuto una prodezza sessuale da mito greco, nulla fu paragonabile alla prossima fava, quella di Hermes alias Ercole.
- È ora di fare sul serio puttanella! - Mi disse con fare minaccioso Ercole lisciandosi il pisellone lungo che gli arrivava metà coscia. E subito si eresse in alto e più in su fino a superare il suo ombelico. Non possedeva la muscolatura corpulenta dei suoi compari, ma quel cazzone era davvero formidabile, un aggeggio sessuale da cavallo.
Non mi costrinse a prenderlo in bocca con la forza, ormai ero consapevole che non avrei potuto opporre alcuna resistenza, per cui, affidandomi alle mie doti di pompinaro abboccai il più possibile la sua asta arrivando fino a metà della sua lunghezza.
- Però! Nessuna Troia finora era riuscita a prenderne tanto in bocca! Sei davvero un finocchio patentato!-
Intimamente ero davvero contento che fosse soddisfatto così, altrimenti credo che mi avrebbe ucciso soffocandomi con quel cavolo di cazzo!
Andai avanti e in dietro, osai giocarci un po', mi consentì di prendergli le palle, di spremerle delicatamente, e poi di afferrare il resto del fallo con le mani. E ad un certo punto iniziai anche a mordicchiargli la cappellona, la leccai avidamente, assaporai i suoi umori di piscio misto a liquido pre spermatico, gustai la sua virilità sporca, mi inebriai. E ne fui sconvolto di quanto quel gioco assurdo stava iniziando a piacermi.
Ad ogni affondo le mie labbra serravano il suo animale la sua pelle cavernosa umida della mia saliva produssero un sapore godurioso, maschio, perverso.
Diedi il meglio di me dimostrando tutte le mie capacità orali, ed ebbi in fine anche da lui il premio liquido della sua esuberante sborra che bevvi come un maiale in calore tutta quanta fino all'ultima goccia. E quando Ercole si staccò da me cadde a terra esausto più di me dicendo:
- Che magnifico pompino ragazzi!!!-
Arrossii.
Subito dopo, senza avere il tempo di riprendermi, mi si parò dinanzi Luigi ciondolandomi in faccia il suo strano cazzo.
- Ed ora tocca a me, che sono il capo!-
Luigi mi guardò quasi con odio, o disprezzo.
Mi eccitai da matti.
Vidi per bene come fosse fatto il suo circuito sessuale: possedeva due palle tonde tonde, come bocce di biliardo, e ció che era più strano era il pene, era si corto ma dalla circonferenza pachidermica. Non si vedeva il glande per quanto fosse grosso il tessuto cavernoso che lo rivestiva.
Mi parve uno scherzo della natura.
Improvvisamente si diede dei manrovesci sul cazzo. Non dei schiaffetti ma veri e propri ceffoni sul pisellone il quale lo vidi sobbalzare da tutte le direzioni, in alto in basso a destra a sinistra fin quando ebbe una erezione che mai avevo visto prima!
Provate a formare un cerchio con i pollici e gli indici delle vostre mani e capirete quanto fosse la circonferenza di quel mostruoso cazzone che si risvegliò dal letargo!
Era così grosso che non si poteva prendere in bocca!
Naturalmente ci provai, ma per quanto mi sforzassi a malapena potei imboccare la capocchia sproporzionatamente piccola per il resto del tronco di carne!
Altro che la nerchiaccia di Ercole! Quel Luigi possedeva un tronco un ceppo da acciaieria un ramo di quercia!
Persino il filetto dell'attaccatura del glande sembrava un muscolo! Che naturalmente mordicchiai e leccai cercando di farlo godere per quanto possibile. E lui se la rise.
Ma chi mai poteva andare a letto con un uomo che ha un mostro nelle mutande?! Mi chiesi!! E come faceva a tornare un bozzo inconsistente come prima?!
È proprio un mistero del cazzo.
Le mie qualità di pompinaro furono messe a dura prova. Allargai la bocca fino ad avvertire i conati. E Luigi rideva. Non ero proprio capace di infilarmelo in bocca.
Quindi feci del mio meglio, giocai di lingua, succhiai con la forza della disperazione era come infilarsi una lonza di maiale un arrosto di carne un pezzo di mostruosa carnazza!
Durò un tempo per me infinito e alla fine venne. In bocca in faccia sul collo sul mio petto uno infinito scrosciante fiotto un fiume di calda succulenta sborra e con tutte e due le mani spremetti la sua nerchiaccia atomica!
Incredibile! Quel cazzone irragionevolmente mostruoso anche se eretto e appena svuotato mantenne la sua erezione, erezione che dato il peso esagerato non gli consentiva di sollevarsi dal bassoventre!
- Però! Niente male!- Disse alla fine accennando a un ghigno.
I quattro ritornarono a bere. La mia bocca violentata bruciava dolorante. E pensare che era da un anno che non facevo una pompa!
Mentre gustavo il sapore salato dei loro succhi di cazzo li vidi nuovamente pronti a ricominciare con quel gioco per me pericoloso.
Sempre Alex per primo mi si avvicinò come un animale che caccia la sua preda.
- Ora che hai assaggiato i nostri cazzi con la bocca vediamo come te la cavi con il culo!!-
Inorridii. Mi saltò addosso col peso del suo corpo, cercai di divincolarmi, ma era fatica sprecata. Lui era un culturista ed io un ragazzino di ventuno anni, magro e privo di muscoli.
La lotta era impari.
Mi sollevò le gambe con una tale facilitá che quasi non avvertì i miei tentativi di ribellione.
E con un fare da consumato esperto inculatore posizionò il suo cazzone contro il mio sfinterino, e senza alcun preliminare, a secco, e senza nessuna delicatezza alcuna, in un solo mostruoso colpo di reni mi distrusse il culo penetrandomi con violenta ferocia inaudita. E fu un miracolo se non svenni dalle urla di dolore.
Il mio corpo schiacciato, le mie ginocchia contro il mio petto, quelle sue braccia enormi che mi trattenevano con facilità estrema divennero una gabbia invincibile.
Le mie budella volenti e non nolenti, accolsero il suo cazzone fino in fondo, fino a farmi sentire ogni fottuto centimetro tutto dentro di me, e quei suoi coglioni duri pure quelli presero a picchiarmi le chiappe pesantemente.
Il suo volto da mascalzone schiacciato contro il mio, sentivo il suo pesante respiro e l'odore di birra che ne usciva a momenti non mi ubriacava!
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Gridavo e gridavo! Cazzo che male! E più gridavo più lui rideva e con ancora più foga mi scopò come una furia!
Schiacciò la sua guancia contro la mia, poi mi pese a mordicchiarmi dappertutto.
- Mmmhmmm! Che culettino stretto stretto! Lo sento come ti piace il mio cazzo! È vero che ti piace! È vero che ti piace? È vero che ti piace?-
E ad ogni domanda mi infliggeva un colpo in culo uno dopo l'altro, uno più potente del precedente. E quando venne dentro di inarcò la schiena sollevando si leggermente da me, ma così facendo mi penetrò ancora più a fondo, scaricandomi tutto dentro un fiume di melma calda che aumentò a dismisura il già forte bruciore che mi incendiava l'anima. E non vi dico che razza di fatica fece cercando di uscire dal mio povero buco di culo!!!!! Me lo aveva proprio schiaffato tutto dentro! Altroché!
Mentre mi contorcevo dal dolore mi trattenni massaggiandomi lo sfintere grondante di sborra e con la coda dell'occhi scorsi Alvise lo scimmione peloso che ridendo mi si avvicinò barcollando.
Mi si inginocchiò e con ancora meno fatica di Alex, mi costrinse a posizionarmi alla pecorina.
Anche lui rideva beffardo e cattivo. Mi massaggiò il perineo dicendo:
- Se qui ci fosse una fica!... Accontentiamoci di questo buchetto... Oooooooohoooo! Ma guarda come sei bagnato!-
Bagnato lo ero, ma dalla precedente sborrata!
Anche lui, gentilezza zero, mi trapanò tutto d'un colpo: mi fece sentire il suo cazzo forzuto che mi riempiva tutto, lo avvertivo grande e ruvido, un pezzo di legno duro. Mi inculò a tutta birra e ad ogni colpo io andavo in avanti, così lui si aggrappò ai mie fianchi stritolandoli e poi prese a sculacciarmi ad ogni rinculo! Mi procurò lividi violacei dolori e infiammazioni varie!
- Godi troia!- Mi gridava. E a dire il vero quella è una delle posizioni che preferivo di solito.
Il suo corpo irsuto mi colpiva mi colpiva con quelle sue manacce sembrava imbestialito. Una bestia di uomo che mi violentava il buco del culo e il sangue che mi promise facesse uscire uscì. Mi spaccò il culo ed io vergognosamente godetti!!!!! Cazzo se mi piaceva!
Ad ogni rinculo le mie palle sobbalzavano impazzite avanti e in dietro e anche il mio cazzo mi frustava deliziosamente il ventre. Sentire addosso dietro di me il corpo peloso di Alvise non faceva altro che aumentare la mi voglia di essere cavalcato fino ad impazzire di piacere!
- Si così fottimi fottimi di più!- Presi a mugugnare. E il mio incoraggiamento lo spinse a inarcarsi ancora di più sopra di me fino centuplicare i colpi di minchia dirompente e quanto e come divennero veloci i suoi movimenti! E inevitabilmente al termine del gioco le sue palle si svuotarono incessantemente dentro di me riversando dentro il mio culo sborra a profusione. La sentii scendere giù sulle cosce rigandole di rigagnoli tiepidi e seducenti. Poi Alvise, stremato, si riversò da un lato staccandosi da me. Respirava a fatica quasi fosse stato lui a ricevere il servizio!
Seguendo lo stesso turno del precedente assalto fu la vota di Hermes che con un gesto stizzoso mi mise a pancia in su steso a terra.
- Voglio scoparti come una puttanaccia!-
- Scopami come ti pare!- Ebbi l'ardire di rispondergli.
- Allora allarga le gambe!-
Obbedii. Voleva prendermi come fossi una donna, ma chiaramente credetti che la cosa non fosse possibile. La fica non era tra le doti che possiedo!
Ma non tenni conto delle dimensioni del suo randello. Infatti, quel suo cazzo era talmente lungo che non fece
Alcuna fatica a fottermi nella classica posizione assunta dalla donna che si mette sotto l'uomo. Ne rimasi sbalordito. Gli sorrisi mentre lui mi chiavava senza ritegno. E anche se non possedeva i muscoli come quelli dei compari, ugualmente ere forte e vigoroso, mi parve di essere inchiodato sotto di lui il quale solo apparentemente sembrava che mi avesse lasciato libero di muovermi.
E chi si muoveva? Tranne lui ovviamente.
Tra tutti i cazzi presi il suo in assoluto era quello che più degli altri mi arrivò più dentro. Il suo corpo schiacciava il mio. I nostri visi erano talmente vicini che ebbi l'impulso di baciarlo, ma mi trattenni. E con mia somma sorpresa fu lui a incominciare a baciarmi il labbro inferiore prima e tutta la bocca poi. Col cazzo in culo e la lingua in gola mi violentò ripetutamente. Ma a quel punto divenni consenziente. E lentamente il dolore al culo si affievolì anche se non svanì del tutto.
Azzardai ad abbracciarlo per giunta e lui me lo consentì.
Accarezzai la sua schiena, e anche il fondoschiena, indugiai sul suo culo che si muoveva a ritmo di tamburo impazzito.
Mi scandalizzai di me stesso. Avvertivo dentro di me i colpi di cazzo che come un pitone o una murena che scava il suo nascondiglio lui mi trivellava come se stesse cercando il petrolio!
Poi, non contento, avvertii una sua mano che si faceva largo sui nostri ventri schiacciati e mi prese il cazzo masturbandomelo.
- Se dici che te l'ho preso in mano ti uccido!- sussurò.
Lo presi alla lettera. Non dissi nulla. Ma parlò la mia colata di sborra abbondante che mi arrivò fino in faccia.
Estrasse poi anche lui il suo nerchione e mescolò la sua sborra infinita con la mia già sparsa su di me.
Mi ritrovai in un bagno di sperma bianco e profumato di pura animalesca depravazione!
Mi guardò con ferocia Hermes e poi si allontanò barcollando.
E sotto a chi tocca! Mi raggiunse in fine Luigi.
Già col pompino ebbi seri problemi figuriamoci ora che anche lui voleva la sua porzione di culo!
Mi sistemò a pancia in giù. Si stese di schiena. Mi fece allargare le gambe come mai credetti fosse possibile.
Ero bagnato dentro e fuori, ero lubrificato da uno tsunami di liquido sborroso. Posizionò senza mezzi termini il suo grossissimo affarone. Forzò il mil buco del culo che per quanto fosse già ripetutamente violentato e molteplicemente deflorato, proprio non riusciva a incamerare tutto il suo arrosto di carne cruda.
Cercai di rilassarmi il più possibile, e dopo avermi provocato il dolore intimo più atroce che potessi mai immaginare, il suo trinchetto dell'infelicità rese parecchio infelice il mio deretano slandronandomelo completamente e irrimediabilmente.
Provate a farvi un fisting con una bottiglia d'acqua da due litri ed avrete un pallido esempio di ció che mi capitò.
Fortuna che ero almeno lubrificato...
Mi stritolò con le sue possenti braccia, mi fece suo anche lui. Mi stantuffò come un bisonte imbizzarrito.
Ed io urlavo... Urlavo... Urlavo... Anche di piacere ma urlavo!!!!
Le mie chiappe divennero cuscini dei suoi inguini l'incavo della mia bassa schiena divenne incastro perfetto per la sua deliziosa pancetta, contatto, quello, che mi regalò una sensazione assurda di protezione quasi paterna! Mentre quel suo creapopoli faceva scempio delle mie budella.
E poi sborrò altro che se non sborrò! E anche dopo avermi inondato di spuma di cazzo continuò a fottermi! Sembrava non fosse mai contento! E quando rivenne di nuovo crollò su di me sfiancato dalla faticaccia!
Il bello, ( o il brutto) era che non accennava più a sfilarmi il palone dal culo!!!!!!
Dovetti attendere il naturale/innaturale sgonfiamento.
E infine anch'io crollai semi svenuto, massacrato, quadruplicemente stuprato!
Il giorno seguente quando mi svegliai i quattro balordi non c'erano più, al posto loro apparvero due carabinieri.
Gli stronzi mi avevano rubato pure l'auto.
- Roger! Qui aquila azzurra! Abbiamo trovato un fuggitivo! Passo! -
Da quel che potevo capire mi avevano confuso con uno dei ricercarti.
- No! Non sono uno di loro! Mi hanno sequestrato e violentato!- Dissi cercando di alzarmi, ma il mio corpo non reagiva ai miei comandi.
I due militari si misero a ridere.
-Si! Dicono tutti così! Alzati sei in arresto!-
Questa è bella! Mi sequestrano mi derubano mi stuprano e sti stronzi arrestano me! Ma allora sono proprio fondate tutte le barzellette che si raccontano sui carabinieri! Pensai.
Mi portarono in centrale. Ammanettato.
Mi interrogarono per ore. Raccontai tutto per filo e per segno ció che vissuto. E quando fornii il mio codice fiscale che fortunatamente conoscevo a memoria risalirono all'origine di tutta la mi vita. Controllarono persino il mil curriculum e tutti i lavoro svolti. E non vennero a capo di nulla. La mia fedina penale era immacolata.
Per arrivare a capirlo ci impiegarono un mese e passa!
I carabinieri sono da vero come sono descritti nelle barzellette!!!!!!
Tornai a casa mia. Le vacanze erano fottute più di me nel bosco.
Ma quando mi diedi una ripulita e mi stesi sul mio comodo lettone trapuntato bianco come le nuvole, sprofondai in sonno ristoratore che durò due giorni!
Al risveglio mi sentii al settimo cielo!
Il peggio era passato.
Non guardai con disprezzo la violenza sessuale subita, anzi! Ebbi un vago senso di nostalgia.
Mi spogliai. Mi rotolai nel letto. Presi a strusciarmi contro la morbidezza dell'imbottitura del plaid fresco e profumato. Iniziai a massaggiarmi il perineo. Rievocai con la mente quei momenti. E cazzo se non mi eccitai di brutto!!!
Mi masturbai voluttuosamente. Infilai quattro dita della mano dentro il buco del mio culo, cazzo se non ce l'avevo dilatato!!! Con l'altra mano mi aggrappai alla mia asta e godetti fino all'inverosimile.
Quatto giorni dopo il mese trascorso ricuperai tutti i documenti. E il quinto cui convocato dai carabinieri.
Mi presentai.
Fui accolto dal capitano. Mi fecero accomodare nel suo ufficio.
- Ooh! Buon giorno signore! Prego si accomodi pure!- mi invitò il capitano dei carabinieri a sedermi di fronte la sua grande scrivania. Lui era seduto al lato opposto e non si alzò nemmeno, anche se allungò la mano dalla mi parte ed io la strinsi in segno di saluto.
Era un tipo grande, non solo di statura ma anche di età, parve potesse avere più di cinquant'anni. Brizzolato, dal volto quadro e dalle guance rasatissime. Supposi che in età giovanile dovesse essere stato proprio un bell'uomo.
- Allora, l'ho convocata per definire gli ultimi profili dell'accaduto che la riguarda.-
Estrasse quindi un foglio di carta dattiloscritto e iniziò a leggermi tutto il mio racconto. La cosa mi sembrava anomala già di per se, ma dai carabinieri non c'era da stupirsi di nulla!!!
Ma mi stupii ugualmente quando arrivato a leggere i momenti più salienti del mio stupro, lui prese a toccarsi il petto fasciato dalla camicia militare, e la sua voce divenne cavernosa e partecipe all'enfasi della narrazione.
- Le è piaciuto mentre prendeva in bocca tutti quei cazzi?- Mi chiese a bruciapelo il comandante.
Sgranai gli occhi. Come poteva pormi una simile domanda?
- Ma qui c'è un imprecisione!- Asserì.
- Non riesco a capire bene come è successo!-
Io non sapevo più cosa pensare.
Lo osservai mentre sollevava la cornetta del telefono interno e comandò all'autore del dattiloscritto di presenziare in ufficio.
Entrò in carabiniere alto, di colore. Dal volto serio. E il comandante gli chiese subito come fosse andata realmente la dinamica del pompino di gruppo.
- Spiacente signore, ma io non c'ero quando è successo, mi sono basato su quanto mi è stato raccontato dal signore qui presente.
Il capitano mi scrutò brevemente. Poi si alzò di scatto.
Il vecchi porco non portava i pantaloni! E neanche le mutande! Era stato seduto nella sua comoda scrivania completamente nudo di sotto! Aveva la sua arma di carne già tesa e protesa verso l'alto dura e svettante!
Mi si avvicinò ed io non credetti ai miei occhi!
Mi fu davanti, protese il suo cazzo, che tra l'altro era parecchi notevole, verso di me.
- Vediamo di venirci incontro! L'hanno presa così e poi così!-
Tra un "così" e l'altro afferrò la mia nuca e la diresse verso il suo pendaglione obbligandomi a prenderlo tutto in bocca!!!
Mentre il fottuto bastardo carabiniere capo mi piantava il suo grosso uccellone in gola ordinò al sottoposto di prendere nota.
- E poi le ordinavano di succhiare! Succhia! Succhia! Succhia succhia cazzi del cazzi!-
Non sono mai stato un genio, ma mi ci volle poco per capite che dietro c'era un disegno ben preciso.
Ma già che c'ero, visto che proprio avevo nostalgia di quei quattro furfanti, spompinai il cazzone del capitano dimostrandogli sia la veridicità di quanto vissuto che la mia innata bravura con la bocca.
Afferrai i fianchi del carabiniere e li strinsi forte. Vedevo avvicinarsi e poi allontanarsi dal mio naso il suo enorme cespuglio di peli pubici bianchi.
- Poi se non erro vi hanno infilato il cazzo davvero fino in fondo alla gola! Così!- e con un colpo di reni le mie tonsille ricevettero un colpo di capocchia talmente violento che a momenti non si ruppero! Mi scopò tenacemente, mente ordinava al sottoposto di prendere nota di ció che accadeva.
Lo spompinai cercando di resistere i mie conati. E quando lui sborrò dentro il mio esofago, non si fermò continuò ancora e ancora fin quando dalla mia bocca non fuoriuscì una quantità esorbitante di sborra che mi lordò tutto quanto.
- Però ai miei tempi si violentava in maniera diversa!- Asserì il capitano dopo che tirò fuori dalle mie fauci il suo manganello spruzza vaniglia.
- Cosa intende capitano?- Chiese il bastardo dell'assistente.
- Questo!- Disse il capo dei carabinieri mentre mi prese per un braccio e mi sbattette contro la scrivania in maniera molto violenta. Poi mi strappò di dosso tutti i vestiti, me li ridusse a brandelli, mi posizionò a pecora con i gomiti appoggiati alla sua cattedra, e liberatomi il culo, me lo sfondò in un colpo solo!
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA-
Ed io che credevo d'aver il culo ormai ridotto in frantumi! Quello me lo svangò ancora di più!
Poi lo estrasse velocemente e con la medesima rapidità me lo ributtò dentro e proseguì così fino a far spostare la scrivania in avanti: la fece arrivare con tutto me stesso fino alla finestra, facendola sbattere ripetutamente contro.
Avevo le gambe che mi tremavano. E dopo tanto tempo sentii un fiume inondarmi le viscere, il capo dei carabinieri esplose la sua carabina di carne dentro di me!
Mettetemi al rogo, ma a me piacque un sacco.
Quando ebbi modo di risistemarmi sulla poltrona e il capitano mandò via il sottoposto, ricevetti un compenso.
- Per ringraziarla della sua disponibilità le offriamo un sorpresa con tutti gli onoro dell'arma!-
Il capitano accennò solo ad in fischio e la porta si spalancò con furia. Apparvero venticinque carabinieri vestiti solo con una maglia militare e niente più!!!! Vidi un gruppo di ragazzoni semi nudi che in un batter d'occhio si sistemarono uno accanto a loro. Ero allibito. Vidi uno stormo di minchie dure sballonzolare in maniera ordinata dinanzi a me. In un attimo si misero sull'attenti.
Avevo venticinque fontanelle spargi sborra pronte tutte per me. Una fila di pubi e di cazzi già duri di tutti i tipi e gusti tutti da gustare.
- Quanti ne posso prendere?- Domandai al capitano.
- Quanti ne vuoi, e sai perché?-
- perché!-
- Perché stai sognando!-
Improvvisamente mi sveglio! Faccio una rapida ricognizione del luogo dove mi trovo e... dove sono?
IN UFFICIO!!!!!!!!!!!!
Era tutto un sogno!!!!!!
NOOOOOOOOOOO!!!!!!
- Daniele sveglia! Arriva il capo ufficio! Non vorrai perdere il lavoro proprio oggi che è l'ultimo giorno prima delle vacanze?-
Il mio lavoro è talmente noioso che mi sono addormentato!
Ma la cosa più grave è che:
SONO ANCORA VERGINE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Faccio sempre sogni di SBIRRI DI SBARRE E DI SBORRA.... Taaaaaaaanta SBORRA........
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