Mia sorella, Erika e me, che trio!
di
miaomiao7171
genere
incesti
Quel sabato mattina non avevo nessuna voglia di alzarmi dal letto ma avevo promesso a mia sorella Jenny di accompagnarla al centro commerciale.
Alle 9 sentii la porta della mia camera aprirsi e subito dopo vidi la coperta, che fino a quel momento mi aveva coccolato con amore, volare via.
Per un’attimo feci finta di nulla, mi coprii la testa con il cuscino e mi girai a pancia in giù, ma poi dovetti cedere alle insistenze di quella meravigliosa creatura messa al mondo da mia madre.
“Alzati pigrone, hai promesso, ricordi?”
“Ma si, non rompere, ora mia alzo…”
Mi girai di soppiatto, mettendo i seduto sul letto davanti a lei, e in quel preciso istante in cui aprii gli occhi ancora assonati sentii divampare un grandissimo calore nel basso del mio ventre.
Mia sorella indossava un bellissimo reggiseno in pizzo bianco, praticamente trasparente, e un mini perizoma che non lasciava nulla al caso.
Di colpo il cazzo si rizzò nella sua maestosità e la cappella sbuco in tutto il suo splendore dall’orlo dei neri boxer che indossavo.
“Ma cavolo, non lo sai che i ragazzi, di prima mattina, sono soggetti all’alza bandiera, sorellina?”
“Certo che lo so, fratellone, ed era l’unico modo per far sì che il tuo cervello iniziasse a funzionare velocemente…” e scoppiò in una fragorosa risata.
Con un piccolo balzo mi approcciai a Jenny e senza darle la possibilità di reagire le abbassai le mutandine fino a quando il suo splendido pube perfettamente rasato si presentò ai miei occhi.
“Ecco ora sì che posso ritenermi completamente sveglio, sorellina furbetta” e la baciai sulle labbra.
Lei contraccambio e senza dire nulla si sistemò il perizoma.
“Scemo – rispose – sempre pensare a quella stai…” e ammiccando si affrettò a lasciare la mia stanza e ad entrare nel bagno situato proprio difronte all’uscio.
Successivamente tutto prosegui nella solita routine del sabato mattino: colazione con mia sorella, doccia e vestizione.
Alle 10 entrambi eravamo già pronti per uscire e ci recammo nel garage sotto casa.
“Passiamo a prendere Erika al bar di sua madre, ci prendiamo un caffè al volo e poi andiamo al centro commerciale di Rimini, quello lungo l’Adriatica. E, mi raccomando, non sbavare quando vedrai Ka” ordinò Jenny. Mi limitai ad annuire, sapevo benissimo che Jenny aveva capito che ero pazzo della sua amichette del cuore.
Tutto andò esattamente come disse lei ed alle 11 circa eravamo già nel parcheggio del centro commerciale.
Sia mia sorella che la sua amica sono due liceali diciottenni ancora nel fior fiore dello sviluppo.
Jenny, 1.65 per 50 kg ben ripartiti ha il suo punto forte nel piccolo seno dotato di due splendide areole e di due capezzoli incredibilmente perfetti (spesso mi ero soffermato a spiarla nell’intimità di casa nostra massaggiandomi il cazzo quindi conosco ogni centimetro del suo corpo) oltre ad essere dotata di una splendida fighetta, vi assicuro sempre ben curata e adornata da una piccola farfallina tatuata sopra il clitoride. Erika, invece, fisicamente molto simile a Jenny, mi fa impazzire per quella pelle bianco-latte, tipica delle rosse naturali, adoro le splendide lentiggini appena accennate sulle sue gote e sbava perennemente per quel magnifico e perfetto culetto che si ritrova e che spesso ho sognato di possedere.
Credo che sapesse bene quello che provavo per lei ed ogni volta trovava il modo di farmi impazzire vestendosi con capì che nulla lasciavano all’immaginazione.
Passammo da un negozio all’altro, all’impazzata, dopo un’ora ero già esausto.
Ad un certo punto ci fermammo in un piccolo negozio di abbigliamento esclusivamente femminile, uno di quelli che a vederli non dicono nulla e che, stranamente, le due ragazze, non ancora esauste, presero d’assalto iniziando a rovistare ovunque.
Finalmente si decisero e, presi alcuni capi, si recarono nei camerini situati dietro al grande bancone dove faceva capolino la piccola cassa maneggiata dalla commessa (tra l’altro una gnocca pazzesca).
“Ora, fratellone, preparati perché dovrai essere i nostri occhi e avrai il compito di farci salere il tuo parere su che vedrai indossato da entrambe” e si chiuse la tendina dietro le spalle.
Le sentii ridacchiare e sbaffò chiare per qualche istante e poi, dopo pochi minuti, la tenda si aprì leggermente e ne usci mia sorella con addosso una striminzita canotta lilla e un paio di pantaloncini super attillati che evidenziavano perfettamente tutte le zone più erogene del suo corpo.
I capezzoli ben eretti facevano capolino sotto la canotta, lo splendido camel toe del suo pube e il taglio perfetto del suo sederino risaltavano in tutta la loro maestosità strizzati nel morbido tessuto dei mini pantaloncini.
“Cavolo, sorellina, ma hai in mente di farti saltare addosso da tutti quelli che ti vedranno così?” sbottai.
“Direi che non devo nemmeno chiederti cosa ne pensi, allora” e apri completamente la tenda del camerino.
Apparve Erika in tutto il suo splendore.
Ero già piuttosto eccitato per quello che avevo appena visto ma quando la vidi il mio cazzo decise che era ora di farsi strada tra i miei pantaloncini..
Indossava una semplice fascia bianca che metteva in grande risalto il piccolo seno sovrastato da due splendidi capezzoli eretti e sotto si era infilata una striminzita mini (tipo quella delle scolarette asiatiche che spesso si vedono nei film porno) che lasciava intravedere le splendide natiche e il cavallo del suo perizoma e un paio di auto reggenti bianche a strisce orizzontali nere che le fasciavano splendidamente le perfettissime gambe che si ritrovava.
Rimasi a bocca aperta per qualche istante, poi le feci un semplice ok con il dito.
“A vedere il tuo rigonfiamento la sotto direi che è ben più di un ok, fratellone” sussurrò al mio orecchio Jenny e, ridendo, ritornò insieme ad Erika nel camerino.
Da quel mo entro un lungo silenzio avvolse tutto il camerino.
Mi affrettai a fare due passi per calmare i mie bollori, ma poi, nel tornare verso il loro camerino, notai che la tendina non ben accostata lasciava intravedere quello che le due splendide fanciulle stessero facendo dentro il box.
Jenny era accovacciata davanti ad Erika e le stava leccando con gusto la fighetta mentre Erika, chiaramente eccitatissima, si mordicchiava il labbro superiore per impedire alla sua bocca di emettere un qualsiasi so ciò gemito di piacere.
Dopo pochi minuti, Jenny si alzò in piedi ed iniziò a limonare con la sua occasionale (?) amante che senza farselo dire le aveva già infilato due dita nella vagina.
Il mio cazzo stava per esplodere, feci finta di nulla e tossii con un po’ di enfasi per far capire alle ragazze che ero fuori che le stavo aspettando.
Funzionò e dopo pochi ma interminabili istanti finalmente uscirono dal camerino, ancora belle accaldate e leggermente trasandate.
Pagarono i vestiti provato e uscimmo dal negozio.
“Allora, fra, ti siamo piaciute oppure sei rimasto indifferente al nostro splendido fascino?” esordì improvvisamente mia sorella.
“A dire il vero - rispose Erika - la sua patta parlava per lui quindi credo abbia parecchio gradito, cara Jenny” e scoppio in una fragorosa risata contraccambiata dalla mia sorellin.
In molti si girarono a guardarci ed io mi sentii leggermente in imbarazzo.
Volli però giocare al loro stesso giochetto e affrettai una risposta decisa:
“il meglio lo avete dato alla fine, care le miei ragazzine, lo spettacolino che mi avete offerto prima di uscire era degno del miglior prive di qualsiasi locale a luci rosse” e affrettai il passo davanti a loro per evitare di vedere la loro reazione.
Uscimmo dal centro commerciale verso le 15, dopo aver pranzato in un piccolo ristorantino vegano e poi ci dirigemmo verso casa.
Erika sarebbe rimasta da noi per la notte, visto che i nostri genitori non sarebbero tornati prima dell’indomani sera, così non dovetti allungare il tragitto verso case. Le scaricai davanti al portone e passai il pomeriggio con gli amici, in centro.
Poi, verso sera, tornai a casa convinto di non trovarci nessuno.
Aprii la porta di casa e subito un “ciao fratellone, ti stavamo aspettando, ceni con noi stasera? Pensavamo ad una pizza..” mi giunse all’orecchio
“volentieri, ci pensate voi? Io farei una doccia al volo, se non vi dispiace..”
“ok, vai tranquillo, ordino subito”
Verso le 19.30 arrivò il fattorino e ci mettemmo a tavola. Chiacchierammo del più e del meno, tra una birra e l’altra, fino a quando Jenny non volle approfondire la mia battuta del pomeriggio:
“che volevi dire con quel “il meglio lo avete dato alla fine” oggi pomeriggio? È da allora che ci ronza nell’orecchio…”
Credo di essere diventato di un bel rosso fuoco, in quel momento.
“Semplicemente che le vostre perfomance si potevano intravedere dalla tenda accostata male, care le mie porcelline, ed io mi sono goduto buona parte del vostro spettacolo”.
“Azz, non ci siamo accorte che ci spiavi ma ora si capisce il perché di quel gonfiore, la sotto ( ed indico con il dito la mia patta) che abbiamo osservato per buona parte della nostra gita al centro commerciale”
“devo dire che siete state formidabili, lo avreste fatto rizzare ad un morto, ve lo assicuro” mi affrettai a rispondere per scrollarmi di dosso l’imbarazzo in cui ero piombato
“e, dimmi un po’, che ne diresti se ripetessimo per te l’exploit in quel della tua camera, adesso?
Saresti in grado di resistere a queste due porcelline infoiate con tanta voglia di cazzo?”
“modestamente credo di poter resistere ad ogni vostra esibizione, ma questo lo appurerete voi dopo avermi messo alla prova” e, senza preoccuparmi della loro risposta, mi recai molto frettolosamente nella mia stanza.
Le ragazze non si fecero aspettare per molto, si presentarono da me coperte solo da due splendidi completini intimi comperati quella mattina.
Jenny mi spinse sul letto ed Erika si affrettò a sfilarmi i boxer utilizzando solamente la bocca.
“Che ne pensi, amore mio – disse Jenny ad Erika - mi sembra che il fratellone sia già bello che pronto per le nostre porcate, non ti sembra?”
In effetti avevo il cazzo già duro come la roccia e svettava davanti alle loro facce in tutta la sua maestosità.
Le due vacche presero a leccarlo e a succhiarlo come due professioniste del mondo hard, mi mandarono in estasi in men che non si dica.
Giocavano con la lingua cercandosi di continuo, esploravano le loro bocche in una eccitantissima danza per poi tornare a lavorarsi la mia asta e la gonfissima cappella violacea che svettava su di essa.
Erika iniziò poi a succhiarlo con passione, sentivo sovente la sua gola sbattere con forza sulla punta del mio cazzo mentre Jenny, infoiata come una troietta in calore, si era già affrettata a posizionarsi dietro di lei per leccarle la figa già gocciolante.
“Ma quanti maschietti vi siete ripassate, voi due, per essere così complici nei vostri giochetti? “ mi venne spontaneo chiedere loro.
“Tu sei il primo, fratellone, ma ti posso assicurare che la nostra complicità deriva solo dal fatto di essere pazze di te e di fantasticare, nella nostra intimità, già da parecchio sul tuo favoloso cazzone” e riprese a lavorare di lingua il bellissimo culetto della sua complice/amante.
“Forza, allora, chi vuole ingropparmi per prima? Ho voglia di calda ed umida passerina”
Non avevo nemmeno finito di dirlo che Erika era già pronta per sbattermi come un tappeto, si posizionò sopra di me e lentamente si fece penetrare la stretta fighetta dalla dura nerchia che con grande devozione si era succhiata fino a pochi istanti prima.
Iniziò una fantastica cavalcata, si sentivano i sui umori avvolgere completamente il cazzo per poi scivolare verso l’esterno. La troietta di mia sorella raccolse ogni singola goccia che le arrivava a tiro di lingua e contemporaneamente non disdegnava affatto di infilare un dito nel culetto di Erika, che, dal canto suo, gemeva come una cagnetta di piacere.
Poi, per non lasciarsi avvolgere immediatamente dal godimento, si affrettò a lasciare libero il mio cazzo per la donarlo alla mia sorellina, non prima, però, di averlo ripulito ed insalivato ben bene.
“Vieni qui, amore mio - le disse - guarda come mi cavalco il cazzo che da tanto volevi” e, girandomi le spalle, con un balzo, si infilò tutta l’asta in profondità.
“Guardami e leccami tutta, ti prego, fammi godere come una vacca. E tu, fra, datti da fare, voglio godere come non mai” ed iniziò a fottermi con una velocità impressionante.
“Sono un lago, bellezza, bevi tutto e poi vieni qui da me che voglio assaporare il gusto della tua lingua” e spinse con forza la testa di Erika sulla sua fighetta ben divaricata dal gonfio cazzo dentro di lei.
Presi a spingere come un ossesso, avevo il cazzo che voleva esplodere ma cercai di trattenermi il più a lungo possibile.
Vidi Erika pomiciare con la mia sorellina e mi godetti ogni effusione che le due maialine infoiate si scambiarono a vicenda. Stavo per esplodere quindi mi affrettai a spingere le due porcelle ai miei piedi per riempire i loro visi e le loro boccucce con il caldo ed abbondante sperma che di lì a poco sarebbe esploso dalla mia capoella. Non finivo più di venire, era dal primo mattino, dal mio forzato risveglio, che ero carico come una molla e pronto per esplodere.
“Ma quanto ne avevi, fratellone, siamo completamente ricoperte di sborra. Ora goditi questa ultima performance” e prese a leccare la faccia di Erika come in preda ad un raptus.
Poi fu Erika che prese l’iniziativa ed iniziò a ripulire con la lingua il volto di Jenny.
Con le bocche completamente piene del mio seme ripresero a baciarsi con molta intensità e poi, girandosi verso di me, ingoiarono tutto quello che avevano ricevuto dal mio cazzo.
Fu la più bella scopata della mia, diano ad allora, breve vita.
Le baciai entrambe sulla bocca e poi mi affrettai a prendere Erika da una parte.
“Ti corro dietro da tempo, lo sai benissimo, sono pazzo di te fin da quando ti vidi la prima volta nella cameretta di mia sorella. Spero che da oggi potremo iniziare a frequentarci con più assiduità ma, non ti preoccupare, sarai libera di fare tutto quello che vuoi anche con mia sorella. Io farò lo stesso” e la baciai con passione, ricambiato.
Poi mi girai verso mia sorella e le dissi:
“sapevo che eri una gran troietta ma mai avrei pensato che fossi bisessuale e che volessi farti tuo fratello. Sarò qui pronto per te ogni volta che vorrai, sta solo a te decidere quando e dove….”
Alle 9 sentii la porta della mia camera aprirsi e subito dopo vidi la coperta, che fino a quel momento mi aveva coccolato con amore, volare via.
Per un’attimo feci finta di nulla, mi coprii la testa con il cuscino e mi girai a pancia in giù, ma poi dovetti cedere alle insistenze di quella meravigliosa creatura messa al mondo da mia madre.
“Alzati pigrone, hai promesso, ricordi?”
“Ma si, non rompere, ora mia alzo…”
Mi girai di soppiatto, mettendo i seduto sul letto davanti a lei, e in quel preciso istante in cui aprii gli occhi ancora assonati sentii divampare un grandissimo calore nel basso del mio ventre.
Mia sorella indossava un bellissimo reggiseno in pizzo bianco, praticamente trasparente, e un mini perizoma che non lasciava nulla al caso.
Di colpo il cazzo si rizzò nella sua maestosità e la cappella sbuco in tutto il suo splendore dall’orlo dei neri boxer che indossavo.
“Ma cavolo, non lo sai che i ragazzi, di prima mattina, sono soggetti all’alza bandiera, sorellina?”
“Certo che lo so, fratellone, ed era l’unico modo per far sì che il tuo cervello iniziasse a funzionare velocemente…” e scoppiò in una fragorosa risata.
Con un piccolo balzo mi approcciai a Jenny e senza darle la possibilità di reagire le abbassai le mutandine fino a quando il suo splendido pube perfettamente rasato si presentò ai miei occhi.
“Ecco ora sì che posso ritenermi completamente sveglio, sorellina furbetta” e la baciai sulle labbra.
Lei contraccambio e senza dire nulla si sistemò il perizoma.
“Scemo – rispose – sempre pensare a quella stai…” e ammiccando si affrettò a lasciare la mia stanza e ad entrare nel bagno situato proprio difronte all’uscio.
Successivamente tutto prosegui nella solita routine del sabato mattino: colazione con mia sorella, doccia e vestizione.
Alle 10 entrambi eravamo già pronti per uscire e ci recammo nel garage sotto casa.
“Passiamo a prendere Erika al bar di sua madre, ci prendiamo un caffè al volo e poi andiamo al centro commerciale di Rimini, quello lungo l’Adriatica. E, mi raccomando, non sbavare quando vedrai Ka” ordinò Jenny. Mi limitai ad annuire, sapevo benissimo che Jenny aveva capito che ero pazzo della sua amichette del cuore.
Tutto andò esattamente come disse lei ed alle 11 circa eravamo già nel parcheggio del centro commerciale.
Sia mia sorella che la sua amica sono due liceali diciottenni ancora nel fior fiore dello sviluppo.
Jenny, 1.65 per 50 kg ben ripartiti ha il suo punto forte nel piccolo seno dotato di due splendide areole e di due capezzoli incredibilmente perfetti (spesso mi ero soffermato a spiarla nell’intimità di casa nostra massaggiandomi il cazzo quindi conosco ogni centimetro del suo corpo) oltre ad essere dotata di una splendida fighetta, vi assicuro sempre ben curata e adornata da una piccola farfallina tatuata sopra il clitoride. Erika, invece, fisicamente molto simile a Jenny, mi fa impazzire per quella pelle bianco-latte, tipica delle rosse naturali, adoro le splendide lentiggini appena accennate sulle sue gote e sbava perennemente per quel magnifico e perfetto culetto che si ritrova e che spesso ho sognato di possedere.
Credo che sapesse bene quello che provavo per lei ed ogni volta trovava il modo di farmi impazzire vestendosi con capì che nulla lasciavano all’immaginazione.
Passammo da un negozio all’altro, all’impazzata, dopo un’ora ero già esausto.
Ad un certo punto ci fermammo in un piccolo negozio di abbigliamento esclusivamente femminile, uno di quelli che a vederli non dicono nulla e che, stranamente, le due ragazze, non ancora esauste, presero d’assalto iniziando a rovistare ovunque.
Finalmente si decisero e, presi alcuni capi, si recarono nei camerini situati dietro al grande bancone dove faceva capolino la piccola cassa maneggiata dalla commessa (tra l’altro una gnocca pazzesca).
“Ora, fratellone, preparati perché dovrai essere i nostri occhi e avrai il compito di farci salere il tuo parere su che vedrai indossato da entrambe” e si chiuse la tendina dietro le spalle.
Le sentii ridacchiare e sbaffò chiare per qualche istante e poi, dopo pochi minuti, la tenda si aprì leggermente e ne usci mia sorella con addosso una striminzita canotta lilla e un paio di pantaloncini super attillati che evidenziavano perfettamente tutte le zone più erogene del suo corpo.
I capezzoli ben eretti facevano capolino sotto la canotta, lo splendido camel toe del suo pube e il taglio perfetto del suo sederino risaltavano in tutta la loro maestosità strizzati nel morbido tessuto dei mini pantaloncini.
“Cavolo, sorellina, ma hai in mente di farti saltare addosso da tutti quelli che ti vedranno così?” sbottai.
“Direi che non devo nemmeno chiederti cosa ne pensi, allora” e apri completamente la tenda del camerino.
Apparve Erika in tutto il suo splendore.
Ero già piuttosto eccitato per quello che avevo appena visto ma quando la vidi il mio cazzo decise che era ora di farsi strada tra i miei pantaloncini..
Indossava una semplice fascia bianca che metteva in grande risalto il piccolo seno sovrastato da due splendidi capezzoli eretti e sotto si era infilata una striminzita mini (tipo quella delle scolarette asiatiche che spesso si vedono nei film porno) che lasciava intravedere le splendide natiche e il cavallo del suo perizoma e un paio di auto reggenti bianche a strisce orizzontali nere che le fasciavano splendidamente le perfettissime gambe che si ritrovava.
Rimasi a bocca aperta per qualche istante, poi le feci un semplice ok con il dito.
“A vedere il tuo rigonfiamento la sotto direi che è ben più di un ok, fratellone” sussurrò al mio orecchio Jenny e, ridendo, ritornò insieme ad Erika nel camerino.
Da quel mo entro un lungo silenzio avvolse tutto il camerino.
Mi affrettai a fare due passi per calmare i mie bollori, ma poi, nel tornare verso il loro camerino, notai che la tendina non ben accostata lasciava intravedere quello che le due splendide fanciulle stessero facendo dentro il box.
Jenny era accovacciata davanti ad Erika e le stava leccando con gusto la fighetta mentre Erika, chiaramente eccitatissima, si mordicchiava il labbro superiore per impedire alla sua bocca di emettere un qualsiasi so ciò gemito di piacere.
Dopo pochi minuti, Jenny si alzò in piedi ed iniziò a limonare con la sua occasionale (?) amante che senza farselo dire le aveva già infilato due dita nella vagina.
Il mio cazzo stava per esplodere, feci finta di nulla e tossii con un po’ di enfasi per far capire alle ragazze che ero fuori che le stavo aspettando.
Funzionò e dopo pochi ma interminabili istanti finalmente uscirono dal camerino, ancora belle accaldate e leggermente trasandate.
Pagarono i vestiti provato e uscimmo dal negozio.
“Allora, fra, ti siamo piaciute oppure sei rimasto indifferente al nostro splendido fascino?” esordì improvvisamente mia sorella.
“A dire il vero - rispose Erika - la sua patta parlava per lui quindi credo abbia parecchio gradito, cara Jenny” e scoppio in una fragorosa risata contraccambiata dalla mia sorellin.
In molti si girarono a guardarci ed io mi sentii leggermente in imbarazzo.
Volli però giocare al loro stesso giochetto e affrettai una risposta decisa:
“il meglio lo avete dato alla fine, care le miei ragazzine, lo spettacolino che mi avete offerto prima di uscire era degno del miglior prive di qualsiasi locale a luci rosse” e affrettai il passo davanti a loro per evitare di vedere la loro reazione.
Uscimmo dal centro commerciale verso le 15, dopo aver pranzato in un piccolo ristorantino vegano e poi ci dirigemmo verso casa.
Erika sarebbe rimasta da noi per la notte, visto che i nostri genitori non sarebbero tornati prima dell’indomani sera, così non dovetti allungare il tragitto verso case. Le scaricai davanti al portone e passai il pomeriggio con gli amici, in centro.
Poi, verso sera, tornai a casa convinto di non trovarci nessuno.
Aprii la porta di casa e subito un “ciao fratellone, ti stavamo aspettando, ceni con noi stasera? Pensavamo ad una pizza..” mi giunse all’orecchio
“volentieri, ci pensate voi? Io farei una doccia al volo, se non vi dispiace..”
“ok, vai tranquillo, ordino subito”
Verso le 19.30 arrivò il fattorino e ci mettemmo a tavola. Chiacchierammo del più e del meno, tra una birra e l’altra, fino a quando Jenny non volle approfondire la mia battuta del pomeriggio:
“che volevi dire con quel “il meglio lo avete dato alla fine” oggi pomeriggio? È da allora che ci ronza nell’orecchio…”
Credo di essere diventato di un bel rosso fuoco, in quel momento.
“Semplicemente che le vostre perfomance si potevano intravedere dalla tenda accostata male, care le mie porcelline, ed io mi sono goduto buona parte del vostro spettacolo”.
“Azz, non ci siamo accorte che ci spiavi ma ora si capisce il perché di quel gonfiore, la sotto ( ed indico con il dito la mia patta) che abbiamo osservato per buona parte della nostra gita al centro commerciale”
“devo dire che siete state formidabili, lo avreste fatto rizzare ad un morto, ve lo assicuro” mi affrettai a rispondere per scrollarmi di dosso l’imbarazzo in cui ero piombato
“e, dimmi un po’, che ne diresti se ripetessimo per te l’exploit in quel della tua camera, adesso?
Saresti in grado di resistere a queste due porcelline infoiate con tanta voglia di cazzo?”
“modestamente credo di poter resistere ad ogni vostra esibizione, ma questo lo appurerete voi dopo avermi messo alla prova” e, senza preoccuparmi della loro risposta, mi recai molto frettolosamente nella mia stanza.
Le ragazze non si fecero aspettare per molto, si presentarono da me coperte solo da due splendidi completini intimi comperati quella mattina.
Jenny mi spinse sul letto ed Erika si affrettò a sfilarmi i boxer utilizzando solamente la bocca.
“Che ne pensi, amore mio – disse Jenny ad Erika - mi sembra che il fratellone sia già bello che pronto per le nostre porcate, non ti sembra?”
In effetti avevo il cazzo già duro come la roccia e svettava davanti alle loro facce in tutta la sua maestosità.
Le due vacche presero a leccarlo e a succhiarlo come due professioniste del mondo hard, mi mandarono in estasi in men che non si dica.
Giocavano con la lingua cercandosi di continuo, esploravano le loro bocche in una eccitantissima danza per poi tornare a lavorarsi la mia asta e la gonfissima cappella violacea che svettava su di essa.
Erika iniziò poi a succhiarlo con passione, sentivo sovente la sua gola sbattere con forza sulla punta del mio cazzo mentre Jenny, infoiata come una troietta in calore, si era già affrettata a posizionarsi dietro di lei per leccarle la figa già gocciolante.
“Ma quanti maschietti vi siete ripassate, voi due, per essere così complici nei vostri giochetti? “ mi venne spontaneo chiedere loro.
“Tu sei il primo, fratellone, ma ti posso assicurare che la nostra complicità deriva solo dal fatto di essere pazze di te e di fantasticare, nella nostra intimità, già da parecchio sul tuo favoloso cazzone” e riprese a lavorare di lingua il bellissimo culetto della sua complice/amante.
“Forza, allora, chi vuole ingropparmi per prima? Ho voglia di calda ed umida passerina”
Non avevo nemmeno finito di dirlo che Erika era già pronta per sbattermi come un tappeto, si posizionò sopra di me e lentamente si fece penetrare la stretta fighetta dalla dura nerchia che con grande devozione si era succhiata fino a pochi istanti prima.
Iniziò una fantastica cavalcata, si sentivano i sui umori avvolgere completamente il cazzo per poi scivolare verso l’esterno. La troietta di mia sorella raccolse ogni singola goccia che le arrivava a tiro di lingua e contemporaneamente non disdegnava affatto di infilare un dito nel culetto di Erika, che, dal canto suo, gemeva come una cagnetta di piacere.
Poi, per non lasciarsi avvolgere immediatamente dal godimento, si affrettò a lasciare libero il mio cazzo per la donarlo alla mia sorellina, non prima, però, di averlo ripulito ed insalivato ben bene.
“Vieni qui, amore mio - le disse - guarda come mi cavalco il cazzo che da tanto volevi” e, girandomi le spalle, con un balzo, si infilò tutta l’asta in profondità.
“Guardami e leccami tutta, ti prego, fammi godere come una vacca. E tu, fra, datti da fare, voglio godere come non mai” ed iniziò a fottermi con una velocità impressionante.
“Sono un lago, bellezza, bevi tutto e poi vieni qui da me che voglio assaporare il gusto della tua lingua” e spinse con forza la testa di Erika sulla sua fighetta ben divaricata dal gonfio cazzo dentro di lei.
Presi a spingere come un ossesso, avevo il cazzo che voleva esplodere ma cercai di trattenermi il più a lungo possibile.
Vidi Erika pomiciare con la mia sorellina e mi godetti ogni effusione che le due maialine infoiate si scambiarono a vicenda. Stavo per esplodere quindi mi affrettai a spingere le due porcelle ai miei piedi per riempire i loro visi e le loro boccucce con il caldo ed abbondante sperma che di lì a poco sarebbe esploso dalla mia capoella. Non finivo più di venire, era dal primo mattino, dal mio forzato risveglio, che ero carico come una molla e pronto per esplodere.
“Ma quanto ne avevi, fratellone, siamo completamente ricoperte di sborra. Ora goditi questa ultima performance” e prese a leccare la faccia di Erika come in preda ad un raptus.
Poi fu Erika che prese l’iniziativa ed iniziò a ripulire con la lingua il volto di Jenny.
Con le bocche completamente piene del mio seme ripresero a baciarsi con molta intensità e poi, girandosi verso di me, ingoiarono tutto quello che avevano ricevuto dal mio cazzo.
Fu la più bella scopata della mia, diano ad allora, breve vita.
Le baciai entrambe sulla bocca e poi mi affrettai a prendere Erika da una parte.
“Ti corro dietro da tempo, lo sai benissimo, sono pazzo di te fin da quando ti vidi la prima volta nella cameretta di mia sorella. Spero che da oggi potremo iniziare a frequentarci con più assiduità ma, non ti preoccupare, sarai libera di fare tutto quello che vuoi anche con mia sorella. Io farò lo stesso” e la baciai con passione, ricambiato.
Poi mi girai verso mia sorella e le dissi:
“sapevo che eri una gran troietta ma mai avrei pensato che fossi bisessuale e che volessi farti tuo fratello. Sarò qui pronto per te ogni volta che vorrai, sta solo a te decidere quando e dove….”
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