La mia passione per le mutandine
di
miaomiao7171
genere
feticismo
Fin da bambina avevo il vizietto di annusare tutte le cose che mi piacevano, era un gioco che facevo spesso anche con i miei amichetti della scuola dell’infanzia e delle elementari.
Mia madre se ne accorse e spesso mi sgridava cercando di farmi capire che non fosse una cosa normale quello che facevo.
Seguendo i suoi consigli mi sforzavo di resistere a quella tentazione ma non sempre ci riuscivo.
Quando iniziai a frequentare le scuole medie tentai di resistere come meglio potevo alla tentazione che spesso mi assaliva e cercavo di fare in modo che le mie amichette non percepissero la fatica che facevo a trattenermi dall’impulso di annusare i loro profumi, soprattutto quando eravamo a ginnastica o quando facevamo quei banali giochini che ci portavano ad un contatto fisico.
Ma già verso la fine della terza persi un po’ dei miei freni inibitori e iniziai a spingermi e ad osare un po’di più.
Sempre più spesso, grazie ai profumi intimi delle mie compagne e, soprattutto, di quelli delle mutandine e dei reggiseni di mamma, sentivo un gran calore ed un intenso formicolio alla patatina e mi ritrovavo di frequente con gli slippini che indossavo bagnatissimi.
All’inizio pensavo fosse per via della pipì che usciva dalla mia fighetta eccitata ma poi, un giorno, spinta dalla curiosità, ne raccolsi dei rivoli con un dito, li portai alla bocca, leccai tutto e ne assaporai il gusto.
Era denso, quasi trasparente e leggermente salato.
Una sera, a casa, cercai su un libro di educazione sessuale di cosa si trattasse, volevo capire.
Scoprii così che erano secrezioni vaginali dovute all’eccitamento e che spesso le donne le rilasciano quando provano piacere, ma non solo.
Crescendo la mia piccola perversione si è accentuata e oggi, a 18 anni suonati, non posso più farne a meno, è quasi una malattia.
Adoro il profumo delle mutandine e amo il sapore dei liquidi vaginali, nulla mi eccita più di tutto questo, ma non disdegno nemmeno quelli che trovo sugli slip di qualche bel maschietto.
Posso tranquillamente ritenermi bisessuale ma ammetto che il sesso tra donne mi intriga e mi soddisfa molto di più, probabilmente perché il profumo emanato da una figa bagnata è molto più intenso ed eccitante di quello di un uomo, se pur in calore.
Ho fatto sesso con un paio di ragazzi, fino ad oggi, ma non ho mai avuto un orgasmo, non sono mai stati in grado di soddisfare le mie voglie e di farmi venire come quando mi masturbo.
Ho ingoiato con gusto il loro sperma ma non l’ho trovato così eccitante come il sapore di una figa gocciolante.
Ammetto, però, che succhiare e leccare il cazzo è una cosa che mi piace molto, più della penetrazione vaginale.
Sono brava in questo, lo dicono loro, e spesso ho fatto godere i maschietti solo succhiando e leccando i loro cazzi eretti. Sentire come si irrigidiscono prima di esplodermi in bocca è una sensazione che non mi lascia indifferente. Il sapore non è male ma non è paragonabile a quello di una passera eccita.
Credo che ormai sia chiarissimo che la mia più grande passione sia sempre e solo una, le mutandine pregne di odori e di sapori, meglio se femminili.
Fortunatamente la scuola permette di soddisfare appieno la mia passione.
Quando faccio educazione fisica, ad esempio, cerco sempre mille scuse per recarmi negli spogliatoi a cercare mutandine (o un qualsiasi altro vestiario) pregne di profumi intimi delle ragazze.
Spesso faccio sparire le mutandine delle mie compagne e le utilizzo per masturbarmi freneticamente ovunque ci sia uno spazio appartato che mi permetta di darmi piacere.
Le annuso e le lecco con gusto, spesso le infilo nella mia vagina e poi le porto alla bocca e alle narici per assaporare il gusto e l’odore lasciato su di esse dal sesso delle mie inconsapevoli partner occasionali.
Un giorno, proprio mentre stavo cercando un “souvenir” nello spogliatoio della palestra, trovai un paio di mutandine di pizzo bianco, ben ripiegate e lasciate su una sedia davanti ad un armadietto di cui non conoscevo la proprietaria.
Emanavano un fortissimo profumo di sesso, subito quell’intensa esalazione inebriò la mia testa, erano sicuramente state utilizzate da più giorni, questo mi era molto chiaro.
Quando le raccolsi vidi, con mio grande stupore, che all’interno si trovava un piccolo bigliettino ripiegato in 4 parti.
Lo raccolsi con mano tremolante e lo lessi tutto di un fiato.
Era scritto con una calligrafia molto curata, lettere piccole e ben marcate:
“sei veramente una porcellina, ma adoro il tuo vizietto. Queste sono usate da tre giorni, divertiti”
Penso di essere sbiancata, in quel momento.
C’era dunque chi mi aveva sgamato?
Ero stata vista da qualcuna delle mie compagne senza che me ne accorgessi?
O era il regalino di qualcuna delle mie insegnanti o di una delle bidelle della scuola?
Le gambe presero a tremarmi, una strana eccitazione pervase tutto il mio corpo in pochi secondi. Sentii un gran calore divampare tra le gambe e corsi immediatamente nel bagno, situato poco distante da dove mi trovavo.
Sfilai il perizoma già completamente fradicio e iniziai a sfregarmi la fighetta con le meravigliose mutandine dell’anonima ammiratrice.
Le annusai e le leccai per parecchi istanti, con molta passione.
Emanavano un fortissimo odore di sesso, sicuramente le aveva utilizzate anche per masturbarsi.
Nella mia mente le vedevo completamente infilate nella fessurina stretta e ben chiusa, da ragazzina acerba, della mia partner immaginaria.
Le grandi labbra della mia passera bruciavano di piacere, infilai completamente quel magnifico slippino all’interno del mio sesso già colmo di meravigliosi umori e inizia a masturbarmi con passione.
Lo estrassi dalla figa, era fantastico sentire come fosse zuppo del mio piacere, lo portai alla bocca e ne assaporai il sapore leccandolo con gusto. Allo stesso tempo, mentre mi gustavo quel piacere particolare, non avevo mai smesso di scoparmi intensamente con le tre dita della mano sinistra.
Arrivai quasi ad infilarmi completamente la mano nella cavità vaginale, a causa dell’incredibile eccitazione che si era scatenata in me dopo aver scoperto che qualcun’altra, a me vicina, aveva la mia stessa passione.
Ebbi un incredibile orgasmo, schizzai ovunque fiotti e fiotti di calda piscia dorata.
Ci vollero almeno 15 minuti prima che riuscissi a rimettermi in sesto.
Mi infilai il perizoma dell’anonima amica e vi lasciai, nel posto in cui lo avevo trovato, le mie, ben ripiegate e con all’interno il suo stesso biglietto.
Volevo che capisse che avevo gradito e goduto di quella inaspettata scoperta e che ora sarebbe stata lei a dover giocare.
Nessuna venne a prelevarle, aspettai invano per almeno mezz’ora, dopo la lezione, poi, delusa ma ancora eccitata, me ne andai.
Da quel giorno trovai spesso le sue mutandine pronte all’uso ed ogni volta contenevano un messaggio hot che mi fissavo ben bene nella mente prima di darmi piacere.
La cosa andò avanti così per molte settimane poi un giorno, invece del solito messaggio di provocazione su un semplice foglietto di carta bianca, trovai un piccolo ma elegante cartoncino profumato su cui era scritta questa frase:
“è tempo che le mutandine ce le scambiamo di persona, ti aspetto qui dopo la scuola, non deludermi”.
“Ci siamo” pensai tra me e me “finalmente abbraccerò colei che mi ha fatto godere così intensamente in queste settimane”.
Il tempo non passava mai, quel giorno, avevo lezione fino alle 16.15 e l’estenuante attesa mi impediva di concentrarmi sui libri.
Il perizoma che indossavo era completamente zuppo di umori già dal momento in cui avevo trovato il messaggio, quella mattina, e spesso passavo su di esso le mie dita, di nascosto, per poi assaporare il sapore del mio piacere nella mia bocca.
Non vedevo l’ora di gettarmi tra le braccia dell’anonima ammiratrice che mi accompagnava da giorni nella mia intimità quotidiana e bramavo intensamente di infilarle la lingua in bocca, di assaporare la sua saliva e di godermi tutto il profumo che il suo corpo avrebbe emanato.
Finalmente suonò la campanella di fine lezione.
Già fremevo.
Cercai di non far trasparire nulla ai miei compagni e mi comportai come sempre.
Scambiai qualche parola con loro e poi, dopo aver avvisato la bidella che sarei scesa in palestra a recuperare la borsa (lasciata li di proposito), scesi nello spogliatoio della stessa.
La porta era socchiusa, la luce spenta.
Ovunque si sentiva l’odore del detergente usato per pulire il pavimento, probabilmente avevano pulito da poco.
Mi avvicinai e lentamente la spalancai completamente. La luce che filtrava all’interno non era molta. Scrutai ogni angolo ma non vidi nessuno. Feci qualche passo in avanti e d’un tratto sentii la porta chiudersi alle mie spalle.
Due morbide mani accarezzarono il mio viso, da dietro, e poi mi sentii abbracciare.
Le labbra della sconosciuta iniziarono a scorrermi lungo il collo.
Poi la lingua prese a muoversi famelica da una parte all’altra, come impazzita.
Nessuna parola fuoriuscì dalle nostre labbra.
La lascai fare.
Mi stavo eccitando.
Portai istintivamente la mia mano destra verso il basso, cercai di capire cosa indossasse.
La mia anonima amante sapeva il fatto suo, indossava una gonnellino molto corto che mi permise di infilarmi tra le sue cosce per cercare le mutandine.
Volevo tatare con meno se fossero già pronte per il nostro particolare piacere.
“Stai tranquilla” mi sussurrò all’orecchio “sono due giorni che le indosso nell’attesa del nostro incontro. Ti manderanno in estasi”.
Aveva una voce pacata ma si percepiva benissimo come fosse eccitata.
Ansimava tanto quanto me. Mi girai lentamente e cercai immediatamente le sue labbra.
Lei fece lo stesso e iniziò a cercare di forzare l’apertura della mia bocca con la sua morbida e umida lingua.
Mi faceva impazzire.
Schiusi le labbra e lasciai che quella famelica lingua entrasse completamente nella mia bocca già pronta per gustarsi il suo sapore e iniziammo a baciarci con grande passione.
Nel mentre sia io che la mia anonima amante avevamo già infilato le mani nelle mutandine l’una dell’altra, esplorando le fantastiche rotondità dei nostri perfetti culetti sodi.
Volli osare:
“ora voglio sentire il profumo del tuo culetto, preparati perché ti farò godere come non mai” e iniziai ad accarezzarle l’ano.
Sentii fremere il suo splendido petto sui mie piccoli seni.
Spinsi l’indice in profondità, non trovai grande resistenza, era chiaro che non era la prima volta che un dito (o qualcos’altro) esplorava quella sua più nascosta intimità.
Portai poi il mio dito sulle sue labbra e attesi che la sua bocca si schiudesse.
Sentii la sua lingua leccarlo con dolcezza, fino a quando non decise di porgerlo alla mia bocca.
Mi prese l’estasi.
Avevo la figa in fiamme, ero già un lago e lei lo percepì.
Nello stesso istante che presi ad assaporare i suoi umori anali lei mi infilò due dita nella figa ed iniziò a scoparmi con dolcezza.
Baciava e leccava il mio collo con avidità, cercando di non lasciarsi sfuggire nemmeno un millimetro della mia morbida pelle, voleva regalarmi un orgasmo e stava stimolando ogni mia zona erogena.
Con la mano libera prese il mio già eretto capezzolo ed iniziò a strizzarlo delicatamente.
Venni di li a poco.
Caddi ai suoi piedi e le sfilai le mutandine. Finalmente potevo prelevarle direttamente dal suo corpo, tanto avevo atteso quel magnifico momento. Presi ad annusarle e a leccarle con passione.
Poi gliele porsi e la invitai a fare la stessa cosa e guardandola dritta negli occhi, le infilai la lingua nella passera già completamente fradicia di umori.
La leccai con veemenza, assaporai ogni singola goccia di quel meraviglioso nettare che copiosamente usciva dalla sua stretta passerina, fino a quando non la sentii urlare di piacere. Schizzò nella mia bocca un graditissimo fiotto di pipì che cercai di trattenere il più possibile.
Mi alzai, avvicinai la mia bocca alla sua e lasciai entrare la sua lingua nella mia.
Nulla andò perso, giocammo con quel nettare per parecchi minuti e alla fine ingoiammo ogni singola goccia.
Ora che avevamo soddisfatto le nostre recondite voglie volevo però sapere chi fosse la splendida amante con cui avevo appena goduto e allora le feci la domanda:
“ora dimmi, ti prego, chi sei?”.
Mia madre se ne accorse e spesso mi sgridava cercando di farmi capire che non fosse una cosa normale quello che facevo.
Seguendo i suoi consigli mi sforzavo di resistere a quella tentazione ma non sempre ci riuscivo.
Quando iniziai a frequentare le scuole medie tentai di resistere come meglio potevo alla tentazione che spesso mi assaliva e cercavo di fare in modo che le mie amichette non percepissero la fatica che facevo a trattenermi dall’impulso di annusare i loro profumi, soprattutto quando eravamo a ginnastica o quando facevamo quei banali giochini che ci portavano ad un contatto fisico.
Ma già verso la fine della terza persi un po’ dei miei freni inibitori e iniziai a spingermi e ad osare un po’di più.
Sempre più spesso, grazie ai profumi intimi delle mie compagne e, soprattutto, di quelli delle mutandine e dei reggiseni di mamma, sentivo un gran calore ed un intenso formicolio alla patatina e mi ritrovavo di frequente con gli slippini che indossavo bagnatissimi.
All’inizio pensavo fosse per via della pipì che usciva dalla mia fighetta eccitata ma poi, un giorno, spinta dalla curiosità, ne raccolsi dei rivoli con un dito, li portai alla bocca, leccai tutto e ne assaporai il gusto.
Era denso, quasi trasparente e leggermente salato.
Una sera, a casa, cercai su un libro di educazione sessuale di cosa si trattasse, volevo capire.
Scoprii così che erano secrezioni vaginali dovute all’eccitamento e che spesso le donne le rilasciano quando provano piacere, ma non solo.
Crescendo la mia piccola perversione si è accentuata e oggi, a 18 anni suonati, non posso più farne a meno, è quasi una malattia.
Adoro il profumo delle mutandine e amo il sapore dei liquidi vaginali, nulla mi eccita più di tutto questo, ma non disdegno nemmeno quelli che trovo sugli slip di qualche bel maschietto.
Posso tranquillamente ritenermi bisessuale ma ammetto che il sesso tra donne mi intriga e mi soddisfa molto di più, probabilmente perché il profumo emanato da una figa bagnata è molto più intenso ed eccitante di quello di un uomo, se pur in calore.
Ho fatto sesso con un paio di ragazzi, fino ad oggi, ma non ho mai avuto un orgasmo, non sono mai stati in grado di soddisfare le mie voglie e di farmi venire come quando mi masturbo.
Ho ingoiato con gusto il loro sperma ma non l’ho trovato così eccitante come il sapore di una figa gocciolante.
Ammetto, però, che succhiare e leccare il cazzo è una cosa che mi piace molto, più della penetrazione vaginale.
Sono brava in questo, lo dicono loro, e spesso ho fatto godere i maschietti solo succhiando e leccando i loro cazzi eretti. Sentire come si irrigidiscono prima di esplodermi in bocca è una sensazione che non mi lascia indifferente. Il sapore non è male ma non è paragonabile a quello di una passera eccita.
Credo che ormai sia chiarissimo che la mia più grande passione sia sempre e solo una, le mutandine pregne di odori e di sapori, meglio se femminili.
Fortunatamente la scuola permette di soddisfare appieno la mia passione.
Quando faccio educazione fisica, ad esempio, cerco sempre mille scuse per recarmi negli spogliatoi a cercare mutandine (o un qualsiasi altro vestiario) pregne di profumi intimi delle ragazze.
Spesso faccio sparire le mutandine delle mie compagne e le utilizzo per masturbarmi freneticamente ovunque ci sia uno spazio appartato che mi permetta di darmi piacere.
Le annuso e le lecco con gusto, spesso le infilo nella mia vagina e poi le porto alla bocca e alle narici per assaporare il gusto e l’odore lasciato su di esse dal sesso delle mie inconsapevoli partner occasionali.
Un giorno, proprio mentre stavo cercando un “souvenir” nello spogliatoio della palestra, trovai un paio di mutandine di pizzo bianco, ben ripiegate e lasciate su una sedia davanti ad un armadietto di cui non conoscevo la proprietaria.
Emanavano un fortissimo profumo di sesso, subito quell’intensa esalazione inebriò la mia testa, erano sicuramente state utilizzate da più giorni, questo mi era molto chiaro.
Quando le raccolsi vidi, con mio grande stupore, che all’interno si trovava un piccolo bigliettino ripiegato in 4 parti.
Lo raccolsi con mano tremolante e lo lessi tutto di un fiato.
Era scritto con una calligrafia molto curata, lettere piccole e ben marcate:
“sei veramente una porcellina, ma adoro il tuo vizietto. Queste sono usate da tre giorni, divertiti”
Penso di essere sbiancata, in quel momento.
C’era dunque chi mi aveva sgamato?
Ero stata vista da qualcuna delle mie compagne senza che me ne accorgessi?
O era il regalino di qualcuna delle mie insegnanti o di una delle bidelle della scuola?
Le gambe presero a tremarmi, una strana eccitazione pervase tutto il mio corpo in pochi secondi. Sentii un gran calore divampare tra le gambe e corsi immediatamente nel bagno, situato poco distante da dove mi trovavo.
Sfilai il perizoma già completamente fradicio e iniziai a sfregarmi la fighetta con le meravigliose mutandine dell’anonima ammiratrice.
Le annusai e le leccai per parecchi istanti, con molta passione.
Emanavano un fortissimo odore di sesso, sicuramente le aveva utilizzate anche per masturbarsi.
Nella mia mente le vedevo completamente infilate nella fessurina stretta e ben chiusa, da ragazzina acerba, della mia partner immaginaria.
Le grandi labbra della mia passera bruciavano di piacere, infilai completamente quel magnifico slippino all’interno del mio sesso già colmo di meravigliosi umori e inizia a masturbarmi con passione.
Lo estrassi dalla figa, era fantastico sentire come fosse zuppo del mio piacere, lo portai alla bocca e ne assaporai il sapore leccandolo con gusto. Allo stesso tempo, mentre mi gustavo quel piacere particolare, non avevo mai smesso di scoparmi intensamente con le tre dita della mano sinistra.
Arrivai quasi ad infilarmi completamente la mano nella cavità vaginale, a causa dell’incredibile eccitazione che si era scatenata in me dopo aver scoperto che qualcun’altra, a me vicina, aveva la mia stessa passione.
Ebbi un incredibile orgasmo, schizzai ovunque fiotti e fiotti di calda piscia dorata.
Ci vollero almeno 15 minuti prima che riuscissi a rimettermi in sesto.
Mi infilai il perizoma dell’anonima amica e vi lasciai, nel posto in cui lo avevo trovato, le mie, ben ripiegate e con all’interno il suo stesso biglietto.
Volevo che capisse che avevo gradito e goduto di quella inaspettata scoperta e che ora sarebbe stata lei a dover giocare.
Nessuna venne a prelevarle, aspettai invano per almeno mezz’ora, dopo la lezione, poi, delusa ma ancora eccitata, me ne andai.
Da quel giorno trovai spesso le sue mutandine pronte all’uso ed ogni volta contenevano un messaggio hot che mi fissavo ben bene nella mente prima di darmi piacere.
La cosa andò avanti così per molte settimane poi un giorno, invece del solito messaggio di provocazione su un semplice foglietto di carta bianca, trovai un piccolo ma elegante cartoncino profumato su cui era scritta questa frase:
“è tempo che le mutandine ce le scambiamo di persona, ti aspetto qui dopo la scuola, non deludermi”.
“Ci siamo” pensai tra me e me “finalmente abbraccerò colei che mi ha fatto godere così intensamente in queste settimane”.
Il tempo non passava mai, quel giorno, avevo lezione fino alle 16.15 e l’estenuante attesa mi impediva di concentrarmi sui libri.
Il perizoma che indossavo era completamente zuppo di umori già dal momento in cui avevo trovato il messaggio, quella mattina, e spesso passavo su di esso le mie dita, di nascosto, per poi assaporare il sapore del mio piacere nella mia bocca.
Non vedevo l’ora di gettarmi tra le braccia dell’anonima ammiratrice che mi accompagnava da giorni nella mia intimità quotidiana e bramavo intensamente di infilarle la lingua in bocca, di assaporare la sua saliva e di godermi tutto il profumo che il suo corpo avrebbe emanato.
Finalmente suonò la campanella di fine lezione.
Già fremevo.
Cercai di non far trasparire nulla ai miei compagni e mi comportai come sempre.
Scambiai qualche parola con loro e poi, dopo aver avvisato la bidella che sarei scesa in palestra a recuperare la borsa (lasciata li di proposito), scesi nello spogliatoio della stessa.
La porta era socchiusa, la luce spenta.
Ovunque si sentiva l’odore del detergente usato per pulire il pavimento, probabilmente avevano pulito da poco.
Mi avvicinai e lentamente la spalancai completamente. La luce che filtrava all’interno non era molta. Scrutai ogni angolo ma non vidi nessuno. Feci qualche passo in avanti e d’un tratto sentii la porta chiudersi alle mie spalle.
Due morbide mani accarezzarono il mio viso, da dietro, e poi mi sentii abbracciare.
Le labbra della sconosciuta iniziarono a scorrermi lungo il collo.
Poi la lingua prese a muoversi famelica da una parte all’altra, come impazzita.
Nessuna parola fuoriuscì dalle nostre labbra.
La lascai fare.
Mi stavo eccitando.
Portai istintivamente la mia mano destra verso il basso, cercai di capire cosa indossasse.
La mia anonima amante sapeva il fatto suo, indossava una gonnellino molto corto che mi permise di infilarmi tra le sue cosce per cercare le mutandine.
Volevo tatare con meno se fossero già pronte per il nostro particolare piacere.
“Stai tranquilla” mi sussurrò all’orecchio “sono due giorni che le indosso nell’attesa del nostro incontro. Ti manderanno in estasi”.
Aveva una voce pacata ma si percepiva benissimo come fosse eccitata.
Ansimava tanto quanto me. Mi girai lentamente e cercai immediatamente le sue labbra.
Lei fece lo stesso e iniziò a cercare di forzare l’apertura della mia bocca con la sua morbida e umida lingua.
Mi faceva impazzire.
Schiusi le labbra e lasciai che quella famelica lingua entrasse completamente nella mia bocca già pronta per gustarsi il suo sapore e iniziammo a baciarci con grande passione.
Nel mentre sia io che la mia anonima amante avevamo già infilato le mani nelle mutandine l’una dell’altra, esplorando le fantastiche rotondità dei nostri perfetti culetti sodi.
Volli osare:
“ora voglio sentire il profumo del tuo culetto, preparati perché ti farò godere come non mai” e iniziai ad accarezzarle l’ano.
Sentii fremere il suo splendido petto sui mie piccoli seni.
Spinsi l’indice in profondità, non trovai grande resistenza, era chiaro che non era la prima volta che un dito (o qualcos’altro) esplorava quella sua più nascosta intimità.
Portai poi il mio dito sulle sue labbra e attesi che la sua bocca si schiudesse.
Sentii la sua lingua leccarlo con dolcezza, fino a quando non decise di porgerlo alla mia bocca.
Mi prese l’estasi.
Avevo la figa in fiamme, ero già un lago e lei lo percepì.
Nello stesso istante che presi ad assaporare i suoi umori anali lei mi infilò due dita nella figa ed iniziò a scoparmi con dolcezza.
Baciava e leccava il mio collo con avidità, cercando di non lasciarsi sfuggire nemmeno un millimetro della mia morbida pelle, voleva regalarmi un orgasmo e stava stimolando ogni mia zona erogena.
Con la mano libera prese il mio già eretto capezzolo ed iniziò a strizzarlo delicatamente.
Venni di li a poco.
Caddi ai suoi piedi e le sfilai le mutandine. Finalmente potevo prelevarle direttamente dal suo corpo, tanto avevo atteso quel magnifico momento. Presi ad annusarle e a leccarle con passione.
Poi gliele porsi e la invitai a fare la stessa cosa e guardandola dritta negli occhi, le infilai la lingua nella passera già completamente fradicia di umori.
La leccai con veemenza, assaporai ogni singola goccia di quel meraviglioso nettare che copiosamente usciva dalla sua stretta passerina, fino a quando non la sentii urlare di piacere. Schizzò nella mia bocca un graditissimo fiotto di pipì che cercai di trattenere il più possibile.
Mi alzai, avvicinai la mia bocca alla sua e lasciai entrare la sua lingua nella mia.
Nulla andò perso, giocammo con quel nettare per parecchi minuti e alla fine ingoiammo ogni singola goccia.
Ora che avevamo soddisfatto le nostre recondite voglie volevo però sapere chi fosse la splendida amante con cui avevo appena goduto e allora le feci la domanda:
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