La scoperta del suo corpo
di
miaomiao7171
genere
masturbazione
Siamo amici oramai da più di 20 anni.
Ci conoscemmo durante un viaggio fatto all’estero, qualche anno prima di sposarci.
Legammo velocemente e durante tutta la vacanza passammo molto tempo insieme.
Da allora siamo rimasti grandi amici e ci frequentiamo più volte durante l’anno, spesso anche sotto le festività o durante l’estate.
Siamo distanti poche ore di macchina gli uni dagli altri quindi non è difficile trovare il tempo per vederci.
Dopo qualche anno, dal nostro primo incontro, Sofia rimase incinta e diede al luce una bellissima femminuccia.
In questi anni abbiamo visto crescere quella bimba ed è diventata, per noi, come una nipote acquisita.
Non è mai stata bellissima però, crescendo, si è fatta davvero un bocconcino niente male e spesso mi sono ritrovato a fantasticare sulle sue sinuose curve da ragazzina ancora inesperta.
Molto spesso ho fantasticato sul come si desse piacere, da sola, nell’intimità della sua stanza e mi sono anche masturbato sognando la sua fighetta penetrata da un enorme dildo vibrante.
Snella, un metro e sessantacinque di altezza, un visino angelico sempre leggermente truccato, due splendide piccole tettine lasciate quasi sempre libere da inutili reggiseni costringenti ed un culetto, non molto tondo, che sembra sempre dirmi:“prendimi, sono qui, cosa aspetti?”.
Come molte ragazzine della sua età indossa spesso dei pantaloncini attillatissimi senza mutandine, quindi lo spettacolo che si presenta agli occhi di chi le sta vicino è decisamente eccitante.
Quelle poche volte che siamo stati in spiaggia insieme cercavo in tutti i modi di sbirciare fra le sue gambe, volevo a tutti i costi intravedere la sua giovane e candida vagina di giovane adolescente.
La immaginavo ben curata, con pochi peli neri pronti per essere accarezzati e sempre pronta per essere assaporata.
Dal perizoma bagnato si potevano intravedere due piccole protuberanze tondeggianti attraversate da una appena accentuata fessurina lineare.
Sdraiata sul lettino, davanti a me, vedevo sfregare il suo costume bagnato, di un bianco trasparente, tra le sue cosce e immaginavo che l’acqua del mare fosse, in realtà, liquido vaginale intriso di rivoli accidentali di pipì.
Un giorno, dopo una giornata passata insieme al mare, decisi che era giunto il momento di approfondire la conoscenza di quel giovane corpo.
Quasi inaspettatamente si presentò l’occasione proprio quel tardo pomeriggio, appena rientrati a casa.
Mia moglie e i nostri amici uscirono per andare a fare un po’ di spesa ed io, con una banale scusa, riuscii a restare a casa con Fabiana.
La sentii parlare per qualche istante al telefono, poi, gentilmente, mi avvisò che sarebbe andata a farsi una doccia.
Annuii distrattamente, quasi con indifferenza, ma dentro di me sentivo il cuore battere a mille.
Appena sentii la porta del bagno chiudersi tolsi le scarpe e mi avvicinai con passo felpato a quell’uscio, mi chinai ed iniziai a sbirciare all’interno dal buco della serratura.
Conosco bene la loro casa, spesso ho utilizzato quel bagno e so che non esiste una chiave nella toppa che possa impedirmi di spiarla, quindi andai a colpo sicuro.
La vidi li, a pochi centimetri dai miei occhi, fasciata solo da dei striminziti pantaloncini rossi attillati e da una leggera canottiera bianca.
Si spogliò lentamente, quasi percepisse che dietro quella porta c’ero lì io a spiarla.
Finalmente il suo bianco culetto, contornato da un leggero colorito rossastro frutto del sole preso in spiaggia, si mostrò a me in tutto il suo splendore.
Intravidi per pochi istanti le labbra ben chiuse della sua passerina, erano proprio come le avevo sempre immaginate.
Iniziai a toccarmi la patta dei pantaloncini, sentivo il mio cazzo già pulsare alla grande.
Si girò verso di me e quel piccolo ciuffetto nero che sognavo di vedere da tempo era lì a fare grande sfoggio di se sopra quella splendida vagina di ragazzina alle prime armi:
“eccola, vieni qui e leccami!” sembrava sussurrarmi.
Si sfilò la canotta e due splendide tettine bianco latte, adornate da due meravigliose areole rosa e da due piccoli capezzoli eretti, si presentarono alla mia vista.
Poi, con inaspettata naturalezza, si sedette sul water e dopo pochi istanti sentii il meraviglioso scroscio della sua pipì invadere la stanza da bagno.
Avevo il cazzo durissimo ben posizionato nella mano e iniziai a segarmi come un adolescente alle prime armi.
Calò nuovamente il silenzio, la vidi sollevarsi sulle gambe e girarsi verso lo sciacquone. Tirò l’acqua.
Un particolare mi aveva però colpito, non si era asciugata la vagina.
Di li a poco solo mi resi conto del motivo per cui non l’avesse fatto:
scese con la mano verso il ciuffetto ben rasato, lo accarezzò dolcemente, e subito dopo prese ad accarezzarsi lentamente la fighetta ancora umida della sua calda pipì.
Si poteva intuire che non era alle prime armi, sapeva come muoversi e spesso si soffermava sul clitoride per pizzicarlo. P
Poi riprendeva a strofinarsi velocemente con le due dita, senza disdegnare di alternare il tutto con qualche profonda penetrazione vaginale.
La vidi portarsi più volte le dita alla bocca e succhiarle con gusto, le insalivava per bene e, dopo aver appoggiato la gamba sul bordo della vasca, ricominciava a penetrarsi con le dita gemendo di piacere.
Dopo una decina di minuti, non più soddisfatta delle dita, afferrò lo scopino del wc ed iniziò a scoparsi con sempre più impeto.
La mia mano correva sempre più veloce sul cazzo duro come un macigno, cercavo di controllarmi per non venire troppo in fretta.
Avrei voluto essere lì dentro, dietro di lei, con il cazzo ben piantato fra le sue chiappe contratte, a spingere sul suo meraviglioso ano, mentre lei continuava a scoparsi con quel durissimo pezzo di plastica inerme che la faceva godere di gusto.
Arrivò all’orgasmo in pochi minuti e vidi schizzare i suoi umori ovunque dentro e fuori la vasca, perfino sul muro di fronte a lei.
Si lasciò andare esausta ai piedi della stessa e, con mio grande stupore, iniziò a leccare i liquidi che erano caduti dalla sua fighetta sul bordo della vasca, con estrema avidità.
In quel momento mi lascia andare anch’io e innondai la porta e il pavimento di un enorme quantitativo di sperma.
Rimassi in attesa davanti alla porta per qualche minuto e lasciai che entrasse nella doccia prima di recarmi in cucina ad asciugare il mio cazzo con dello scottex.
Mi sistemai per benino e ripulii sia la porta che il pavimento dal mio sperma.
Fu la prima e l’ultima volta che la vidi così e sono certo che mai scorderò quello splendido ed imprevisto spettacolino.
Su di lei fantastico ancora e continuò ad osservarla furtivamente ogni volta che posso.
Sono certo che lei sappia che la guardo con eccitazione, spesso compie dei movimenti provocatori davanti a me o guardandomi diritto negli occhi e questo mi fa eccitare come uno scolaretto.
Spero che un giorno si decida a fare il primo passo e mi faccia capire che finalmente è pronta a lasciarsi andare sessualmente con me, ma credo che questa resterà la mia fantasia più irraggiungibile.
Ci conoscemmo durante un viaggio fatto all’estero, qualche anno prima di sposarci.
Legammo velocemente e durante tutta la vacanza passammo molto tempo insieme.
Da allora siamo rimasti grandi amici e ci frequentiamo più volte durante l’anno, spesso anche sotto le festività o durante l’estate.
Siamo distanti poche ore di macchina gli uni dagli altri quindi non è difficile trovare il tempo per vederci.
Dopo qualche anno, dal nostro primo incontro, Sofia rimase incinta e diede al luce una bellissima femminuccia.
In questi anni abbiamo visto crescere quella bimba ed è diventata, per noi, come una nipote acquisita.
Non è mai stata bellissima però, crescendo, si è fatta davvero un bocconcino niente male e spesso mi sono ritrovato a fantasticare sulle sue sinuose curve da ragazzina ancora inesperta.
Molto spesso ho fantasticato sul come si desse piacere, da sola, nell’intimità della sua stanza e mi sono anche masturbato sognando la sua fighetta penetrata da un enorme dildo vibrante.
Snella, un metro e sessantacinque di altezza, un visino angelico sempre leggermente truccato, due splendide piccole tettine lasciate quasi sempre libere da inutili reggiseni costringenti ed un culetto, non molto tondo, che sembra sempre dirmi:“prendimi, sono qui, cosa aspetti?”.
Come molte ragazzine della sua età indossa spesso dei pantaloncini attillatissimi senza mutandine, quindi lo spettacolo che si presenta agli occhi di chi le sta vicino è decisamente eccitante.
Quelle poche volte che siamo stati in spiaggia insieme cercavo in tutti i modi di sbirciare fra le sue gambe, volevo a tutti i costi intravedere la sua giovane e candida vagina di giovane adolescente.
La immaginavo ben curata, con pochi peli neri pronti per essere accarezzati e sempre pronta per essere assaporata.
Dal perizoma bagnato si potevano intravedere due piccole protuberanze tondeggianti attraversate da una appena accentuata fessurina lineare.
Sdraiata sul lettino, davanti a me, vedevo sfregare il suo costume bagnato, di un bianco trasparente, tra le sue cosce e immaginavo che l’acqua del mare fosse, in realtà, liquido vaginale intriso di rivoli accidentali di pipì.
Un giorno, dopo una giornata passata insieme al mare, decisi che era giunto il momento di approfondire la conoscenza di quel giovane corpo.
Quasi inaspettatamente si presentò l’occasione proprio quel tardo pomeriggio, appena rientrati a casa.
Mia moglie e i nostri amici uscirono per andare a fare un po’ di spesa ed io, con una banale scusa, riuscii a restare a casa con Fabiana.
La sentii parlare per qualche istante al telefono, poi, gentilmente, mi avvisò che sarebbe andata a farsi una doccia.
Annuii distrattamente, quasi con indifferenza, ma dentro di me sentivo il cuore battere a mille.
Appena sentii la porta del bagno chiudersi tolsi le scarpe e mi avvicinai con passo felpato a quell’uscio, mi chinai ed iniziai a sbirciare all’interno dal buco della serratura.
Conosco bene la loro casa, spesso ho utilizzato quel bagno e so che non esiste una chiave nella toppa che possa impedirmi di spiarla, quindi andai a colpo sicuro.
La vidi li, a pochi centimetri dai miei occhi, fasciata solo da dei striminziti pantaloncini rossi attillati e da una leggera canottiera bianca.
Si spogliò lentamente, quasi percepisse che dietro quella porta c’ero lì io a spiarla.
Finalmente il suo bianco culetto, contornato da un leggero colorito rossastro frutto del sole preso in spiaggia, si mostrò a me in tutto il suo splendore.
Intravidi per pochi istanti le labbra ben chiuse della sua passerina, erano proprio come le avevo sempre immaginate.
Iniziai a toccarmi la patta dei pantaloncini, sentivo il mio cazzo già pulsare alla grande.
Si girò verso di me e quel piccolo ciuffetto nero che sognavo di vedere da tempo era lì a fare grande sfoggio di se sopra quella splendida vagina di ragazzina alle prime armi:
“eccola, vieni qui e leccami!” sembrava sussurrarmi.
Si sfilò la canotta e due splendide tettine bianco latte, adornate da due meravigliose areole rosa e da due piccoli capezzoli eretti, si presentarono alla mia vista.
Poi, con inaspettata naturalezza, si sedette sul water e dopo pochi istanti sentii il meraviglioso scroscio della sua pipì invadere la stanza da bagno.
Avevo il cazzo durissimo ben posizionato nella mano e iniziai a segarmi come un adolescente alle prime armi.
Calò nuovamente il silenzio, la vidi sollevarsi sulle gambe e girarsi verso lo sciacquone. Tirò l’acqua.
Un particolare mi aveva però colpito, non si era asciugata la vagina.
Di li a poco solo mi resi conto del motivo per cui non l’avesse fatto:
scese con la mano verso il ciuffetto ben rasato, lo accarezzò dolcemente, e subito dopo prese ad accarezzarsi lentamente la fighetta ancora umida della sua calda pipì.
Si poteva intuire che non era alle prime armi, sapeva come muoversi e spesso si soffermava sul clitoride per pizzicarlo. P
Poi riprendeva a strofinarsi velocemente con le due dita, senza disdegnare di alternare il tutto con qualche profonda penetrazione vaginale.
La vidi portarsi più volte le dita alla bocca e succhiarle con gusto, le insalivava per bene e, dopo aver appoggiato la gamba sul bordo della vasca, ricominciava a penetrarsi con le dita gemendo di piacere.
Dopo una decina di minuti, non più soddisfatta delle dita, afferrò lo scopino del wc ed iniziò a scoparsi con sempre più impeto.
La mia mano correva sempre più veloce sul cazzo duro come un macigno, cercavo di controllarmi per non venire troppo in fretta.
Avrei voluto essere lì dentro, dietro di lei, con il cazzo ben piantato fra le sue chiappe contratte, a spingere sul suo meraviglioso ano, mentre lei continuava a scoparsi con quel durissimo pezzo di plastica inerme che la faceva godere di gusto.
Arrivò all’orgasmo in pochi minuti e vidi schizzare i suoi umori ovunque dentro e fuori la vasca, perfino sul muro di fronte a lei.
Si lasciò andare esausta ai piedi della stessa e, con mio grande stupore, iniziò a leccare i liquidi che erano caduti dalla sua fighetta sul bordo della vasca, con estrema avidità.
In quel momento mi lascia andare anch’io e innondai la porta e il pavimento di un enorme quantitativo di sperma.
Rimassi in attesa davanti alla porta per qualche minuto e lasciai che entrasse nella doccia prima di recarmi in cucina ad asciugare il mio cazzo con dello scottex.
Mi sistemai per benino e ripulii sia la porta che il pavimento dal mio sperma.
Fu la prima e l’ultima volta che la vidi così e sono certo che mai scorderò quello splendido ed imprevisto spettacolino.
Su di lei fantastico ancora e continuò ad osservarla furtivamente ogni volta che posso.
Sono certo che lei sappia che la guardo con eccitazione, spesso compie dei movimenti provocatori davanti a me o guardandomi diritto negli occhi e questo mi fa eccitare come uno scolaretto.
Spero che un giorno si decida a fare il primo passo e mi faccia capire che finalmente è pronta a lasciarsi andare sessualmente con me, ma credo che questa resterà la mia fantasia più irraggiungibile.
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