Come cambia la mia vita da quel giorno.....
di
miaomiao7171
genere
incesti
Ero totalmente acerba, fino ad allora.
Ma si porno ne avevo visti, riviste e fumetti hard anche, cazzi e passere dal vivo anche, spesso avevo spiato mio padre, oltre che mia madre e le mie amiche, per poi masturbarmi nella mia cameretta.
Ma mai avevo avuto modo di maneggiare un bel pisellone ed una bella fighetta che non fosse strettamente la mia.
Poi avvenne quello che mai mi sarei aspettata mi potesse capitare in famiglia.
I miei non sono proprio dei santi, per quel che riguarda il sesso, e ne ebbi la conferma più di una volta.
Spesso li vedevo in effusioni piuttosto spinte sul divano, la sera, oppure vedevo sia mio padre che mia madre cercare di continuo situazioni in cui strusciarsi l’uno con l’altro.
Una volta vidi mia madre stesa sul bancone della cucina che si stava facendo leccare la fighetta da mio padre, di nascosto, grazie ad un rientro inaspettato da scuola.
Entrai in casa, quel primo pomeriggio, senza fare troppo rumore. Spesso i miei pisolavano, dopo pranzo, quindi evitai di rischiare di disturbarli.
Sentii, però, dei gemiti provenire dalla cucina e subito capii.
Avvicinandomi alla porta udii mio padre che invitava mia madre ad allargare bene le gambe dicendole che le avrebbe infilato la lingua talmente in profondità, che avrebbe goduto come non mai.
Tolsi le scarpe e mi approcciai all’uscio della cucina molto silenziosamente.
Vedevo mio padre di schiena e intravedevo appena la vulva completamente rasata di mia madre.
Notai la testa di mio padre immersa tra le cosce della mamma, la stava scopando con la lingua, si poteva capire dai movimenti della testa e lei non la finiva più di invitare mio padre a spingersi sempre più in profondità.
“Spingi, bastardo, spingi più forte. Fammi impazzire!”
Lo vidi prendere una grossa melanzana dal bancone e iniziò a strofinarla con forza sule grandi labbra di quella vagina già molto lubrificata.
Poi percepii, grazie all’urlo di mia madre, che gliela aveva infilata, a sorpresa, completamente nella figa.
Godeva come una pazza. Si contorceva dal piacere.
Poi, finalmente mio padre si spostò di lato, probabilmente per essere più comodo nel movimento di penetrazione, così riuscii a vedere come la melanzana avesse devastato incredibilmente quella fighetta, sicuramente non era la prima volta che ne prendeva di così grossi, nei loro giochetti sessuali.
Vi assicuro, la scena era incredibile.
Avevo la passera inevitabilmente già completamente fradicia.
Sfilai facilmente le mutandine, quel giorno indossavo una mini cortissima.
Avvicinai le dita alla fessurina della mia passera e iniziai a masturbarmi come non mai.
Mi dovetti mordere le labbra più volte per evitare di farmi sentire, perchè i miei gemiti potevano essere sentiti dall’uno o dall’altra.
Fortunatamente mia madre gridava così forte che copriva anche i miei mugolii così potei continuare a darmi piacere fino all’esplosione dei sensi.
Fu incredibile quello che vidi prima di godere:
“Spostati bastardo e togli quell’affare enorme dalla mia figa. Preparati, sta per arrivare...”
Come per magia vidi la sua figa pisciare copiosamente nella bocca e sulla faccia di mio padre.
In quel preciso istante la mia fighetta inondò la mia mano di un delizioso liquido che mi affrettai ad infilarmi nella bocca.
Adoravo il sapore del mio piacere, cercai di bere tutto senza lasciare nulla sulle mie grandi labbra.
Mi soffermai ancora una volta ad osservare quanto minuziosamente mio padre leccava la figa di mamma per ripulirla da quella splendida, quanto infinita, schizzata.
Senza fare rumore mi allontanai, recuperai le scarpe e uscii fuori dall’appartamento, non dovevano certo poter sospettare che li avessi visti mentre si davano alla pazza gioia.
Aspettai 15 minuti e entrai nuovamente in casa, stavolta sbattei leggermente la porta, per avvisarli che ero tornata prima. Chiamai mamma che non mi rispose, ancora non si era sistemata probabilmente, poi chiami mio padre che invece uscì dalla cucina e mi saluto con un bacio sulla guancia.
Percepii perfettamente il profumo della pioggia dorata di mia madre sulla sua faccia, ma feci finta di nulla. Conoscevo bene quel profumo, spesso avevo annusato le mie e le sue mutandine, per eccitarmi e masturbarmi. Spesso, le sue, le avevo perfino leccato e infilate nella passera.
Abbozzai un sorrisino e mi recai in camera mia.
Tutto poi prosegui nella solita monotonia di sempre, fino a quando, dopo cena non successe un fatto che cambiò completamente la mia vita in famiglia.
Ero in camera mia, stesa sul letto, e mi stavo guardando un bel porno sul portatile.
Davo la schiena alla porta e non mi accorsi che non l’avevo chiusa completamente.
Avevo sistemato il mio piccolo ovetto vibrante sotto il mio pube e, mentre mi eccitavo con delle belle scene di doppia penetrazione, muovevo il sedere cercando di sistemare nel modo più preciso possibile il giocatollino, cercando il clitoride della mia passera già in calore.
Mi piace da morire sentire come la vibrazione dell’ovetto fa salire l’eccitazione al mio cervello, sentire come il calore del piacere pervade completamente il mio viso per poi godermi quella splendida sensazione dei miei umori che fuoriescono dalla mia vagina e si infilano tra le mie cosce.
“Ma brava, vedo che ti stai divertendo” esclamò, con quella sua solita voce autoritaria, mia madre.
Sobbalzai sul letto ed involontariamente l’ovetto vibrante, fradicio delle mie voglie finì in terra.
Mia madre si chinò lo raccolse e me lo porse.
“Dimmi, lo succhi e lo lecchi tutto una volta che hai goduto?” mi disse sogghignando.
“Io lo faccio leccare a papà, solitamente, ma quando uso il vibratore nell’intimità della mia solitudine spesso lo ripulisco ben bene succhiandolo e leccandolo avidamente. Adoro quel sapore dolciastro dei miei umori misto a quello della mia pipì”.
Ero completamente imbarazzata dalla situazione, non riuscivo a dire nulla, cercavo di non incrociare in nessun modo i suoi occhi.
“Perché non dici nulla, amore mio, di cosa ti vergogni?
Sono tua madre e non ci vedo nulla di strano se ti ho visto giocare con la tua vagina e nemmeno se ti dico certe cose. Sei grande, non mi dirai che ti vergogni di tua madre”.
Abbozzai poche parole, biascicandole:
“ma non credi che sia normale essere imbarazzata? Mi sei arrivata alle spalle e mi hai visto masturbarmi davanti ad un porno, credo sia normale se la mia reazione non è proprio delle migliori”
“ma scusa, quando ieri hai visto papà tra le mie cosce, ti sei imbarazzata?
Ti ho vista, sai, dietro lo stipite della porta, ho visto come fossi concentrata su di noi”.
In quel momento credo di essere sbiancata. Ero sicurissima di non aver fatto molto rumore, ma era chiaro che non era andata come pensavo.
“Dimmi, figlia mia, ii sei masturbata vedendo la mia figa riempita da una melanzana e poi guardandomi schizzare in quel modo?”
Non sapevo come uscirne, avevo la figa che ancora stava vibrando dalla masturbazione di poco prima, i miei umori colavano tra le mie cosce già per quella goduria che mi stavo procurando e mia madre mi stava facendo ricordare la bellissima scena di quel primo pomeriggio, eccitamndomi ancora più intensamente.
“Se devo essere sincera, si mamma, e ho goduto parecchio. Ero quasi invidiosa di te, in quel momento” mi affrettai a risponderle quasi sottovoce.
“E dimmi, hai visto anche lo splendido pompino con ingoio che ho fatto a papà poco prima?”
Pensai tra di me a quanto fossi stata sfortunata a perdermi quella scena.
“Purtroppo no” mi sfuggì involontariamente dalle labbra.
“Ahahahah, mi piace la tua sfrontatezza involontaria. Ti prometto che prima o poi ti farò assistere anche a quella, così ti potrai eccitare e masturbare immaginando di essere tu la porca che lo prende in bocca”.
Poi, come se nulla fosse, si sedette sul letto e iniziò ad osservare la scena sul PC.
“Scusa mamma, aspetta che spengo, non volevo che vedessi questo...”
“ma scherzi” mi disse a voce alta “guarda come quei due bei neretti dai cazzi enormi si stanno scopando quella rossa mozzafiato. Ti è mai capitato di prendere nella tua passerina un cazzo di quelle dimensioni?” mi domandò senza ritegno, quasi fosse una cosa normale fare alla propria figlia quel genere di domande.
“Ma mamma, per chi mi hai presa. Non ho ancora preso un cazzo normale figuriamoci uno di quelle dimensioni. Tu sei pazza!” le risposi tutto d’ un fiato.
“Ma scherzi? Ti rendi conto di cosa ti sei persa finora? Il cazzo è la cosa migliore che una donna possa ricevere nella sua vita, anche se pure l’amore lesbico non è male, se accompagnato da penetrazioni con giocattolini vari”
“Ma non mi verrai mica a dire che ti sei accoppiata pure con altre donne, mamma?” abbozzai quasi ingenuamente, pur sapendo già la risposta.
“Ma certo, sciocchina, non venirmi a dire che non ti sei mai accorta di come ti guardo, a volte, quando giri con le mutandine infilate nella vagina e nel culetto o con le tette all’aria, per casa.
Le donne mi piacciono eccome, specie se sono giovani come te, figlia mia. Sapessi quante tue coetanee mi hanno dato piacere, da quando tu sei nata”.
Non sapevo più cosa dire, abbassai lo sguardo e mi girai ad osservare la scena sul monitor.
In quel preciso momento i due cazzoni dei neretti si stavano infilando contemporaneamente nel culo della rossa e mi lasciai sfuggire un commento tra i denti:
“che spettacolo!!” e poi mi girai nuovamente verso mia madre.
In quel momento ella si gettò con impeto su uno dei miei capezzoli già ben eretto, visto la grande eccitazione che quella situazione mi stava procurando.
Mi prese alla sprovvista, non feci in tempo ad indietreggiare, così riuscì a succhiarlo con forza, quasi mi fece male da come lo mordicchiava.
Poi, dopo pochi istanti, iniziò a leccarlo con dolcezza ed una mano iniziò a cercare di infilarsi tra le mie cosce e dentro le mie mutandine bagnate.
La lasciai fare, le spalancai lentamente le e lasciai chi infilasse un dito nella mia vagina già ben lubrificata.
“Certo che godi parecchio, figlia mia, sei completamente fradicia. Come ti senti adesso che la mamma ti sta dando piacere, ti crea qualche turbamento?”
“mi piace da morire, mamy, mai avrei pensato di poter godermi le tue attenzione sessuali in questo modo. Continua, ti prego, fammi godere....”
Non se lo fece ripetere, infilò due, poi tre dita. Sentivo la mia figa completamente piena. Non ero più vergine già da qualche anno e chiaramente lei si accorse di questo e volle indagare a riguardo.
“Dimmi, come hai perso la verginità, ti sei scopata da sola o ti sei fatta aiutare da qualche bel maschietto? Non ho sentito il tuo imene rompersi e non vedo maccjie di sangue fuoriuscire dalla tua fighetta”
“mi sono fatta aiutare” le sussurrai all’orecchio.
“E da chi, se non sono indiscreta?”
“dalla mia migliore amica Giusy, mamma, quella che spesso viene a trovarmi e resta a dormire da noi. Una sera stavamo scherzando, qui sul letto, facevamo le stupidine, come spesso succede tra noi ragazzine ancora un po’ infantili. Ad un certo punto le fregai il cellulare e mi accorsi che la porcellina si stava guardando, di nascosto, le foto di due trans che si scopavano il culo.
Iniziai a prenderla in giro e lei iniziò a singhiozzare.
Mi scusai con lei e le diedi un bacio sulle labbra, come facevamo spesso.
Ma quella volta fu diverso. Lei lasciò che la sua lingua mi entrasse in bocca ed io accettai di buon grado. Ci baciammo intensamente per parecchi minuti.
Poi, eccitatissime e quasi imbarazzate, iniziammo a scambiarci effusioni sempre più intense, fino a quando, con un cenno di intesa, non decidemmo che fosse ora di perdere la nostra verginità.
Presi i due vibratori che tengo nel cassetto dell’armadio e lentamente, con le mani tremolanti, prima ci strofinammo a vicenda e poi ci scopammo intensamente.
Fu stupendo, mamma, anche se pure doloroso.
Da quel giorno spesso ci diamo piacere a vicenda, oramai siamo più che solo delle amichette, siamo una coppia di fatto, ci amiamo, se così si può chiamare questa nostra prima vera esperienza giovanile.
Mia madre smise di succhiarmi i capezzoli e di massaggiarmi le grandi labbra, scostò leggermente la testa dal mio petto e mi guardò diritta negli occhi. Poi, con una dolcezza incredibile mi baciò appassionatamente.
“Non mi aspettavo fossi lesbica, amore mio, visto il porno che stavi guardando. Ti stavi masturbando guardando due enormi cazzi neri”
“mi piacciono anche i peni, mamma, ma non ho mai avuto il piacere di provarne uno, fino ad oggi. Diciamo che sia io che Giusy ci siamo già accordate per provare a farci scopare insieme, una volta o l’altra, anche lei vuole essere certa di essere realmente lesbica”.
Mia madre, nel frattempo, si era tolta velocemente gli shorts e le mutandine e si stava masturbando intensamente, ascoltando il mio racconto.
“Figlia mia, mi hai fatto eccitare un casino, con la tua storia. Passami l’ovetto che voglio godere anch’io, ti prego”
Non me lo feci certo ripeter due volte. Lo afferrai e me lo infilai in bocca.
Le scostai la mano e lo infilai con un colpo deciso nella sua figa già completamente bagnata.
Iniziai a muoverlo sempre più velocemente fino a quando non schizzò copiosamente sulla mia faccia, godendo come un’ossessa. Non mi aspettavo quella intensa schizzata quindi mi spostai involontariamente all’indietro, così mi persi buona parte di quel delizioso nettare.
Mia madre stava godendo grazie a me ed io mi sentivo felicissima.
Mi gettai su di lei e le infilai nuovamente la lingua, dolcemente, in bocca.
Lei contraccambiò senza dire nulla.
In quel momento alzai il capo e vidi mio padre con il cazzo tra le mani che si stava avvicinando a noi. Era enorme. Lo teneva ben stretto nel palmo della mano destra e velocemente se lo stava segando. Arrivato alla nostra altezza girò la faccia di mia madre verso il suo pene e lasciò che il suo sperma le riempisse la bocca.
Mia madre assaporò ogni goccia, si lecco tutta la cappella e poi se lo infilò completamente in bocca. Lo ripulì ben bene e poi si girò verso di me dicendomi:
“lo vuoi assaggiare, figlia mia? Vuoi sentire com’è il sapore di un maschio che ha appena goduto?”
Non risposi. Schiusi le labbra e lasciai che mia madre infilasse nuovamente la sua lingua nella mia bocca. Bevvi tutto, fino all’ultima goccia, insieme alla sua calda saliva. Fu intenso e meraviglioso. Continuammo a limonare per moltissimo tempo, fino a quando le nostre bocche non avevano ingoiato fino al’ultima goccia di quel caldo e delizioso sperma biancastro.
Non ci accorgemmo nemmeno che mio padre era già uscito dalla stanza e aveva chiuso la porta.
“Mamma, sei stata fantastica. Voglio che un giorno tu e papà facciate sesso con me e Giusy ma ti dirò io quando saremo pronte. Me lo prometti?”
“mia cara aspetterò quel giorno con molta impazienza, nel frattempo non dirò nulla a tua padre, gli faremo una bella sorpresa.
Ho visto il suo viso, mentre godeva nella mia bocca, non staccava gli occhi dal tuo corpo.
Credo gli piacerà molto scoparsi sia te che Giusy, se vorrete, te lo assicuro”.
Ovviamente tutto cambiò da quel giorno tra me, mia madre e mio padre.
Spesso, da sole in casa, ci diamo piacere a vicenda, in ogni modo e con tutto quello che ci capita a tiro.
A Giusy non nascondo mai nulla, sa tutto, e non mi impedisce di divertirmi con lei quando capita.
Non è gelosa della nostra intesa sessuale, anzi, spesso vuole sapere come giochiamo e si masturba intensamente davanti a me.
Poi, un giorno d’estate........
Ma si porno ne avevo visti, riviste e fumetti hard anche, cazzi e passere dal vivo anche, spesso avevo spiato mio padre, oltre che mia madre e le mie amiche, per poi masturbarmi nella mia cameretta.
Ma mai avevo avuto modo di maneggiare un bel pisellone ed una bella fighetta che non fosse strettamente la mia.
Poi avvenne quello che mai mi sarei aspettata mi potesse capitare in famiglia.
I miei non sono proprio dei santi, per quel che riguarda il sesso, e ne ebbi la conferma più di una volta.
Spesso li vedevo in effusioni piuttosto spinte sul divano, la sera, oppure vedevo sia mio padre che mia madre cercare di continuo situazioni in cui strusciarsi l’uno con l’altro.
Una volta vidi mia madre stesa sul bancone della cucina che si stava facendo leccare la fighetta da mio padre, di nascosto, grazie ad un rientro inaspettato da scuola.
Entrai in casa, quel primo pomeriggio, senza fare troppo rumore. Spesso i miei pisolavano, dopo pranzo, quindi evitai di rischiare di disturbarli.
Sentii, però, dei gemiti provenire dalla cucina e subito capii.
Avvicinandomi alla porta udii mio padre che invitava mia madre ad allargare bene le gambe dicendole che le avrebbe infilato la lingua talmente in profondità, che avrebbe goduto come non mai.
Tolsi le scarpe e mi approcciai all’uscio della cucina molto silenziosamente.
Vedevo mio padre di schiena e intravedevo appena la vulva completamente rasata di mia madre.
Notai la testa di mio padre immersa tra le cosce della mamma, la stava scopando con la lingua, si poteva capire dai movimenti della testa e lei non la finiva più di invitare mio padre a spingersi sempre più in profondità.
“Spingi, bastardo, spingi più forte. Fammi impazzire!”
Lo vidi prendere una grossa melanzana dal bancone e iniziò a strofinarla con forza sule grandi labbra di quella vagina già molto lubrificata.
Poi percepii, grazie all’urlo di mia madre, che gliela aveva infilata, a sorpresa, completamente nella figa.
Godeva come una pazza. Si contorceva dal piacere.
Poi, finalmente mio padre si spostò di lato, probabilmente per essere più comodo nel movimento di penetrazione, così riuscii a vedere come la melanzana avesse devastato incredibilmente quella fighetta, sicuramente non era la prima volta che ne prendeva di così grossi, nei loro giochetti sessuali.
Vi assicuro, la scena era incredibile.
Avevo la passera inevitabilmente già completamente fradicia.
Sfilai facilmente le mutandine, quel giorno indossavo una mini cortissima.
Avvicinai le dita alla fessurina della mia passera e iniziai a masturbarmi come non mai.
Mi dovetti mordere le labbra più volte per evitare di farmi sentire, perchè i miei gemiti potevano essere sentiti dall’uno o dall’altra.
Fortunatamente mia madre gridava così forte che copriva anche i miei mugolii così potei continuare a darmi piacere fino all’esplosione dei sensi.
Fu incredibile quello che vidi prima di godere:
“Spostati bastardo e togli quell’affare enorme dalla mia figa. Preparati, sta per arrivare...”
Come per magia vidi la sua figa pisciare copiosamente nella bocca e sulla faccia di mio padre.
In quel preciso istante la mia fighetta inondò la mia mano di un delizioso liquido che mi affrettai ad infilarmi nella bocca.
Adoravo il sapore del mio piacere, cercai di bere tutto senza lasciare nulla sulle mie grandi labbra.
Mi soffermai ancora una volta ad osservare quanto minuziosamente mio padre leccava la figa di mamma per ripulirla da quella splendida, quanto infinita, schizzata.
Senza fare rumore mi allontanai, recuperai le scarpe e uscii fuori dall’appartamento, non dovevano certo poter sospettare che li avessi visti mentre si davano alla pazza gioia.
Aspettai 15 minuti e entrai nuovamente in casa, stavolta sbattei leggermente la porta, per avvisarli che ero tornata prima. Chiamai mamma che non mi rispose, ancora non si era sistemata probabilmente, poi chiami mio padre che invece uscì dalla cucina e mi saluto con un bacio sulla guancia.
Percepii perfettamente il profumo della pioggia dorata di mia madre sulla sua faccia, ma feci finta di nulla. Conoscevo bene quel profumo, spesso avevo annusato le mie e le sue mutandine, per eccitarmi e masturbarmi. Spesso, le sue, le avevo perfino leccato e infilate nella passera.
Abbozzai un sorrisino e mi recai in camera mia.
Tutto poi prosegui nella solita monotonia di sempre, fino a quando, dopo cena non successe un fatto che cambiò completamente la mia vita in famiglia.
Ero in camera mia, stesa sul letto, e mi stavo guardando un bel porno sul portatile.
Davo la schiena alla porta e non mi accorsi che non l’avevo chiusa completamente.
Avevo sistemato il mio piccolo ovetto vibrante sotto il mio pube e, mentre mi eccitavo con delle belle scene di doppia penetrazione, muovevo il sedere cercando di sistemare nel modo più preciso possibile il giocatollino, cercando il clitoride della mia passera già in calore.
Mi piace da morire sentire come la vibrazione dell’ovetto fa salire l’eccitazione al mio cervello, sentire come il calore del piacere pervade completamente il mio viso per poi godermi quella splendida sensazione dei miei umori che fuoriescono dalla mia vagina e si infilano tra le mie cosce.
“Ma brava, vedo che ti stai divertendo” esclamò, con quella sua solita voce autoritaria, mia madre.
Sobbalzai sul letto ed involontariamente l’ovetto vibrante, fradicio delle mie voglie finì in terra.
Mia madre si chinò lo raccolse e me lo porse.
“Dimmi, lo succhi e lo lecchi tutto una volta che hai goduto?” mi disse sogghignando.
“Io lo faccio leccare a papà, solitamente, ma quando uso il vibratore nell’intimità della mia solitudine spesso lo ripulisco ben bene succhiandolo e leccandolo avidamente. Adoro quel sapore dolciastro dei miei umori misto a quello della mia pipì”.
Ero completamente imbarazzata dalla situazione, non riuscivo a dire nulla, cercavo di non incrociare in nessun modo i suoi occhi.
“Perché non dici nulla, amore mio, di cosa ti vergogni?
Sono tua madre e non ci vedo nulla di strano se ti ho visto giocare con la tua vagina e nemmeno se ti dico certe cose. Sei grande, non mi dirai che ti vergogni di tua madre”.
Abbozzai poche parole, biascicandole:
“ma non credi che sia normale essere imbarazzata? Mi sei arrivata alle spalle e mi hai visto masturbarmi davanti ad un porno, credo sia normale se la mia reazione non è proprio delle migliori”
“ma scusa, quando ieri hai visto papà tra le mie cosce, ti sei imbarazzata?
Ti ho vista, sai, dietro lo stipite della porta, ho visto come fossi concentrata su di noi”.
In quel momento credo di essere sbiancata. Ero sicurissima di non aver fatto molto rumore, ma era chiaro che non era andata come pensavo.
“Dimmi, figlia mia, ii sei masturbata vedendo la mia figa riempita da una melanzana e poi guardandomi schizzare in quel modo?”
Non sapevo come uscirne, avevo la figa che ancora stava vibrando dalla masturbazione di poco prima, i miei umori colavano tra le mie cosce già per quella goduria che mi stavo procurando e mia madre mi stava facendo ricordare la bellissima scena di quel primo pomeriggio, eccitamndomi ancora più intensamente.
“Se devo essere sincera, si mamma, e ho goduto parecchio. Ero quasi invidiosa di te, in quel momento” mi affrettai a risponderle quasi sottovoce.
“E dimmi, hai visto anche lo splendido pompino con ingoio che ho fatto a papà poco prima?”
Pensai tra di me a quanto fossi stata sfortunata a perdermi quella scena.
“Purtroppo no” mi sfuggì involontariamente dalle labbra.
“Ahahahah, mi piace la tua sfrontatezza involontaria. Ti prometto che prima o poi ti farò assistere anche a quella, così ti potrai eccitare e masturbare immaginando di essere tu la porca che lo prende in bocca”.
Poi, come se nulla fosse, si sedette sul letto e iniziò ad osservare la scena sul PC.
“Scusa mamma, aspetta che spengo, non volevo che vedessi questo...”
“ma scherzi” mi disse a voce alta “guarda come quei due bei neretti dai cazzi enormi si stanno scopando quella rossa mozzafiato. Ti è mai capitato di prendere nella tua passerina un cazzo di quelle dimensioni?” mi domandò senza ritegno, quasi fosse una cosa normale fare alla propria figlia quel genere di domande.
“Ma mamma, per chi mi hai presa. Non ho ancora preso un cazzo normale figuriamoci uno di quelle dimensioni. Tu sei pazza!” le risposi tutto d’ un fiato.
“Ma scherzi? Ti rendi conto di cosa ti sei persa finora? Il cazzo è la cosa migliore che una donna possa ricevere nella sua vita, anche se pure l’amore lesbico non è male, se accompagnato da penetrazioni con giocattolini vari”
“Ma non mi verrai mica a dire che ti sei accoppiata pure con altre donne, mamma?” abbozzai quasi ingenuamente, pur sapendo già la risposta.
“Ma certo, sciocchina, non venirmi a dire che non ti sei mai accorta di come ti guardo, a volte, quando giri con le mutandine infilate nella vagina e nel culetto o con le tette all’aria, per casa.
Le donne mi piacciono eccome, specie se sono giovani come te, figlia mia. Sapessi quante tue coetanee mi hanno dato piacere, da quando tu sei nata”.
Non sapevo più cosa dire, abbassai lo sguardo e mi girai ad osservare la scena sul monitor.
In quel preciso momento i due cazzoni dei neretti si stavano infilando contemporaneamente nel culo della rossa e mi lasciai sfuggire un commento tra i denti:
“che spettacolo!!” e poi mi girai nuovamente verso mia madre.
In quel momento ella si gettò con impeto su uno dei miei capezzoli già ben eretto, visto la grande eccitazione che quella situazione mi stava procurando.
Mi prese alla sprovvista, non feci in tempo ad indietreggiare, così riuscì a succhiarlo con forza, quasi mi fece male da come lo mordicchiava.
Poi, dopo pochi istanti, iniziò a leccarlo con dolcezza ed una mano iniziò a cercare di infilarsi tra le mie cosce e dentro le mie mutandine bagnate.
La lasciai fare, le spalancai lentamente le e lasciai chi infilasse un dito nella mia vagina già ben lubrificata.
“Certo che godi parecchio, figlia mia, sei completamente fradicia. Come ti senti adesso che la mamma ti sta dando piacere, ti crea qualche turbamento?”
“mi piace da morire, mamy, mai avrei pensato di poter godermi le tue attenzione sessuali in questo modo. Continua, ti prego, fammi godere....”
Non se lo fece ripetere, infilò due, poi tre dita. Sentivo la mia figa completamente piena. Non ero più vergine già da qualche anno e chiaramente lei si accorse di questo e volle indagare a riguardo.
“Dimmi, come hai perso la verginità, ti sei scopata da sola o ti sei fatta aiutare da qualche bel maschietto? Non ho sentito il tuo imene rompersi e non vedo maccjie di sangue fuoriuscire dalla tua fighetta”
“mi sono fatta aiutare” le sussurrai all’orecchio.
“E da chi, se non sono indiscreta?”
“dalla mia migliore amica Giusy, mamma, quella che spesso viene a trovarmi e resta a dormire da noi. Una sera stavamo scherzando, qui sul letto, facevamo le stupidine, come spesso succede tra noi ragazzine ancora un po’ infantili. Ad un certo punto le fregai il cellulare e mi accorsi che la porcellina si stava guardando, di nascosto, le foto di due trans che si scopavano il culo.
Iniziai a prenderla in giro e lei iniziò a singhiozzare.
Mi scusai con lei e le diedi un bacio sulle labbra, come facevamo spesso.
Ma quella volta fu diverso. Lei lasciò che la sua lingua mi entrasse in bocca ed io accettai di buon grado. Ci baciammo intensamente per parecchi minuti.
Poi, eccitatissime e quasi imbarazzate, iniziammo a scambiarci effusioni sempre più intense, fino a quando, con un cenno di intesa, non decidemmo che fosse ora di perdere la nostra verginità.
Presi i due vibratori che tengo nel cassetto dell’armadio e lentamente, con le mani tremolanti, prima ci strofinammo a vicenda e poi ci scopammo intensamente.
Fu stupendo, mamma, anche se pure doloroso.
Da quel giorno spesso ci diamo piacere a vicenda, oramai siamo più che solo delle amichette, siamo una coppia di fatto, ci amiamo, se così si può chiamare questa nostra prima vera esperienza giovanile.
Mia madre smise di succhiarmi i capezzoli e di massaggiarmi le grandi labbra, scostò leggermente la testa dal mio petto e mi guardò diritta negli occhi. Poi, con una dolcezza incredibile mi baciò appassionatamente.
“Non mi aspettavo fossi lesbica, amore mio, visto il porno che stavi guardando. Ti stavi masturbando guardando due enormi cazzi neri”
“mi piacciono anche i peni, mamma, ma non ho mai avuto il piacere di provarne uno, fino ad oggi. Diciamo che sia io che Giusy ci siamo già accordate per provare a farci scopare insieme, una volta o l’altra, anche lei vuole essere certa di essere realmente lesbica”.
Mia madre, nel frattempo, si era tolta velocemente gli shorts e le mutandine e si stava masturbando intensamente, ascoltando il mio racconto.
“Figlia mia, mi hai fatto eccitare un casino, con la tua storia. Passami l’ovetto che voglio godere anch’io, ti prego”
Non me lo feci certo ripeter due volte. Lo afferrai e me lo infilai in bocca.
Le scostai la mano e lo infilai con un colpo deciso nella sua figa già completamente bagnata.
Iniziai a muoverlo sempre più velocemente fino a quando non schizzò copiosamente sulla mia faccia, godendo come un’ossessa. Non mi aspettavo quella intensa schizzata quindi mi spostai involontariamente all’indietro, così mi persi buona parte di quel delizioso nettare.
Mia madre stava godendo grazie a me ed io mi sentivo felicissima.
Mi gettai su di lei e le infilai nuovamente la lingua, dolcemente, in bocca.
Lei contraccambiò senza dire nulla.
In quel momento alzai il capo e vidi mio padre con il cazzo tra le mani che si stava avvicinando a noi. Era enorme. Lo teneva ben stretto nel palmo della mano destra e velocemente se lo stava segando. Arrivato alla nostra altezza girò la faccia di mia madre verso il suo pene e lasciò che il suo sperma le riempisse la bocca.
Mia madre assaporò ogni goccia, si lecco tutta la cappella e poi se lo infilò completamente in bocca. Lo ripulì ben bene e poi si girò verso di me dicendomi:
“lo vuoi assaggiare, figlia mia? Vuoi sentire com’è il sapore di un maschio che ha appena goduto?”
Non risposi. Schiusi le labbra e lasciai che mia madre infilasse nuovamente la sua lingua nella mia bocca. Bevvi tutto, fino all’ultima goccia, insieme alla sua calda saliva. Fu intenso e meraviglioso. Continuammo a limonare per moltissimo tempo, fino a quando le nostre bocche non avevano ingoiato fino al’ultima goccia di quel caldo e delizioso sperma biancastro.
Non ci accorgemmo nemmeno che mio padre era già uscito dalla stanza e aveva chiuso la porta.
“Mamma, sei stata fantastica. Voglio che un giorno tu e papà facciate sesso con me e Giusy ma ti dirò io quando saremo pronte. Me lo prometti?”
“mia cara aspetterò quel giorno con molta impazienza, nel frattempo non dirò nulla a tua padre, gli faremo una bella sorpresa.
Ho visto il suo viso, mentre godeva nella mia bocca, non staccava gli occhi dal tuo corpo.
Credo gli piacerà molto scoparsi sia te che Giusy, se vorrete, te lo assicuro”.
Ovviamente tutto cambiò da quel giorno tra me, mia madre e mio padre.
Spesso, da sole in casa, ci diamo piacere a vicenda, in ogni modo e con tutto quello che ci capita a tiro.
A Giusy non nascondo mai nulla, sa tutto, e non mi impedisce di divertirmi con lei quando capita.
Non è gelosa della nostra intesa sessuale, anzi, spesso vuole sapere come giochiamo e si masturba intensamente davanti a me.
Poi, un giorno d’estate........
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