La monta
di
miaomiao7171
genere
zoofilia
Lavoro da qualche anno presso un grande e famoso ippodromo inglese.
Amo i cavalli ma in generale adoro tutti gli animali fin da quando ero piccina.
Nel grande casolare di famiglia avevamo accudito da sempre parecchi animali, quindi sono cresciuta imparando ed assimilando tutto ciò che mi interessava di loro semplicemente osservandoli attentamente.
Mi sono laureata in veterinaria qui in Inghilterra e poi ho subito trovato lavoro presso l’ippodromo, grazie ai buonissimi voti conseguiti.
Da subito ho legato con una ragazza inglese di 20 anni, il suo nome è Leila, laureata in zootecnica con cui mi diverto moltissimo, sia sul lavoro che nel tempo libero.
Entrambe siamo single e non abbiamo nessuna intenzione di cercare rapporti fissi, ci piace la libertà e amiamo fare tutto quello che vogliamo, senza che qualcuno ci imponga tempi o ritmi inutili.
Vista la nostra grande affinità abbiamo deciso di andare a vivere insieme così da quasi un anno ci siamo trasferite in un piccolo monolocale a ridosso dell’ippodromo che ci permette di muoverci semplicemente usando le nostre gambe.
Ah dimenticavo, il mio nome è Giada, ho 20 anni e vengo dalla Toscana.
Sono fuggita dall’Italia perché mi sono accorta che mai sarei riuscita a trovare nel mio paese un lavoro ben retribuito (visto le penose esperienze lavorative fatte nei mie anni di studi pre-laurea) e che potesse soddisfare la mia ambizione e la mia voglia di diventare una espertissima veterinaria.
Entrambe amiamo così tanto il nostro lavoro con i cavalli che spesso arriviamo nelle stalle prestissimo la mattina oppure finiamo per lasciarle tardissimo la sera.
Grazie alla mia posizione lavorativa, essendo io l’unica una veterinaria della struttura, ho chiesto e ottenuto di avere Leila come mia assistente fissa così entrambe abbiamo facoltà di muoverci liberamente ovunque e soprattutto non dobbiamo mai sottostare ad orari imposti da altri.
Quel giovedì avevamo in programma una cosa davvero straordinaria:
lo stallone nero, un vero campione, doveva essere fatto accoppiare con una splendida cavalla pezzata proveniente da un maneggio irlandese e quindi dovemmo recarci in una delle grandi stalle situate nel retro dell’ippodromo.
Erano circa le 19 e quasi tutti avevano già lasciato il proprio posto di lavoro così rimanemmo solo io, Leila e uno degli stallieri.
“Robert” così si chiamava “dovresti portarci lo stallone nel box numero 12 e dopo qualche minuto, perfavore, dovresti accompagnare qui anche la cavalla pezzata, poi sei libero di andare”.
Mentre aspettavamo che arrivassero i due equini sistemammo alla meglio il box, spostando tutti gli attrezzi adagiati sul pavimento e sistemando del fieno lungo la parete.
Di li a poco arrivò Robert con lo stallone e, facendo molta attenzione, iniziammo dolcemente ad accarezzarlo e a strigliarlo. Nel mentre lo stallone si preoccupava solo del fieno, non badando per nulla a me e a Leila.
Ad un tratto sentimmo che iniziava ad agitarsi, questo perchè probabilmente sentiva l’odore della femmina che si avvicinava.
Non potemmo non notare che l’enorme cazzo dello stallone iniziava a sbucare dalla guaina ed si allungava a dismisura, infatti subito dopo entrò nel box Robert con la pezzata.
“Legala laggiù, con il muso rivolto verso il muro e un po’ distante dallo stallone. Poi puoi lasciarci sole e puoi rientrare a casa dalla tua famiglia” disse Leila allo stalliere con tono soffuso.
Lui annuì e dopo aver legato ben stretta la cavalla si accomiatò con un cordiale
“buona serata, ragazze, ci vediamo domani e, mi raccomando, fate attenzione che i due puledri non si facciano male, sarebbe un grosso guaio per tutti” e si dileguò piuttosto frettolosamente.
“Leila, hai notato che verga enorme ha questo stallone, secondo me la spacca stasera!” e, guardandoci negli occhi, scoppiamo a ridere come due pazze.
Poi, una volta rinsavite, ci avvicinammo lentamente allo stallone e lo portammo poco distante dalla cavallina che già stava agitando la coda e il grande culone immaginando ciò che sarebbe successo di li a poco.
Con un balzo improvviso lo stallone nero si divincolò da noi e saltò in groppa alla cavalla, infilando al primo colpo l’enorme cazzone nella passera già ben lubrificata della stessa.
La puledra iniziò a nitrire intensamente ma dopo pochi istanti prese a godersi quella incredibile montata agitandosi il giusto.
“Mamma mia” sbuffò Leila “se lo sta godendo alla grande, mi stò eccitando non poco” e lanciandomi una beffarda occhiata iniziò a toccarsi con la mano destra il cavallo dei pantaloncini.
La osservai attentamente e non potei non notare come il sue pube stava iniziando ad inumidirsi.
I corti pantaloncini bianchi divennero trasparenti all’altezza della vagina e il perizoma rosa che indossava sotto si poteva intravedere senza fatica. Conoscevo bene quello slippino, spesso giravamo mezze nude in casa, quindi sapevo bene che spettacolo si celava sotto quei pantaloncini.
Ripresi ad osservare la monta, in fin dei conti ero la loro veterinaria e dovevo assicurarmi che tutto andasse per il meglio, così notai che lo stallone stava iniziando ad accelerare il proprio ritmo.
Stava chiaramente per riempire la passera della cavalla con il suo prezioso seme di campione così mi collocai all’altezza del sederone della cavalla per assistere meglio alla inondazione.
Un grande nitrito ci fece capire che tutto era andato per il meglio e di colpo vedemmo lo stallone arretrare per poi estrarre lo splendido arnese dalla figa dilatata della pezzata con un sonoro “flop”.
Un’enorme fiotto di sperma uscì dalla vagina dilatata della cavalla e Leila si affrettò a collocarsi sotto di lei per raccogliere ogni singola goccia con un contenitore preparato in precedenza.
Lo stallone aveva ancora il cazzo ben teso così la chiamai vicino a me e la esortai a raccogliere il seme che sarebbe uscito da li a poco grazie alla sega a due mani che mi sarei apprestata a fare di li a poco all’animale. Volevo che nessuna goccia fosse sprecata perché sicuramente quello sperma sarebbe servito successivamente. Facevo fatica a segare quella grossa verga restando in piedi così mi accovacciai davanti alla gonfia cappella grigio/rosa per essere più comoda.
Era enorme! Era uno spettacolo! Grossa, gonfia, con un bel buchetto pronunciato pronto a sparare dell’altro preziosissimo sperma.
Buttai l’occhio di lato e con stupore (ma nemmeno troppo) notai che Leila si era sfilata in un batter d’occhio sia i pantaloncini che il rosa perizoma e aveva preso a masturbarsi con molta frenesia.
Un gran prurito invase la mia fighetta e subito dopo sentii inumidirsi di brutto le mutandine.
Ero così eccitata che mi ritrovai a leccare quella grossa e gonfia cappella senza nemmeno accorgermi.
Infilai poi tutta la cappella nella mia bocca e presi a succhiarla avidamente.
Leila si stava godendo tutta la scena con tre dita infilate nella splendida fighetta rasata e contemporaneamente stava cercando di afferrare con l’altra mano un rastrello di legno appoggiato poco distante. Il cazzone dello stallone nero riempiva completamente la mia bocca, facevo molta fatica a tenerlo dentro, così decisi di riprendere a leccarlo e a segarlo con innata passione.
“Guarda, Giada, ora mi infilo anche questo bel bastone nel culetto mentre ammiro il tuo grande lavoro” e prese a scoparsi con il manico di legno l’ano ben in vista.
La sentivo gemere come una vacca e oramai non potevo più resistere alla voglia di cazzo che mi avaeva assalita.
Mi sfilai velocemente stivali, pantaloni e mutandine e mi sistemai a pecorina sotto il ventre dello stallone.
Senza pensarci nemmeno un secondo arretrai velocemente e iniziai a cercare con la fighetta la grossa e turgida cappella dello stallone.
Cercai di lubrificarmela ben bene con i residui di sperma e di saliva che avevo lasciato sulla stessa e con non poca fatica, e con un po’ di dolore, lo ammetto, sfondai la mia stretta vagina.
“Ora si che puoi divertirti, Leila, questa scopata è tutta per te!” e iniziai a muovermi velocemente avanti ed indietro, cercando di spingere sempre più in profondità quella durissima nerchia.
Il cavallo non sembrava interessato alla mia stretta fighetta, ma il suo pene era così duro che faticavo a farne entrare anche solo una piccola parte.
Stavo godendo come non mai, nessun giocatolo del sesso mi aveva mai riempito la figa così tanto.
Il dolore si era trasformato in poco tempo in un’ immensa goduria così iniziai a spingere con ancora più forza ed intensità. Sentii la cappella spingere sulla mia cervice, poi la mia figa iniziò ad inondarsi di umori vaginali e scoppiai in un immenso ed intensissimo magnifico orgasmo.
Nello stesso istante anche Leila venne copiosamente schizzando pipì ovunque.
Con il bastone ancora infilato nell’ano si avvicinò alla verga ancora turgida ed iniziò a succhiare l’enorme cappella.
Cercai di riprendere un po’ di forza e presi nuovamente a segare la stupenda verga con entrambe le mani. Leila lasciò per qualche istante la cappella, estrasse dal culo il rastrello ed iniziò ad occuparsi dei due enormi testicoli dello stallone.
Con le mani li massaggiava e con la lingua li leccava ovunque.
Sembrava un’assatanata; mai avrei pensato fosse così maiala, ma credo che anche lei stesse pensando di me la stessa cosa.
Lasciai la verga e presi a succhiare con gusto l’enorme cappella, poi chiamai Leila e le ordinai di prepararsi a raccogliere la sborra che da li a poco sarebbe fuoriuscita da quello splendido cazzone.
Riprese a segare velocemente la lunghissima verga con una mano mentre con l’altra cercava di massaggiare le grandi palle dello stallone nell’intento di percepire il momento esatto in cui avrebbe goduto.
Ed infatti, dopo pochi minuti, un’incredibile getto di liquido seminale giallino iniziò a fuoriuscire dalla turgida verga e innaffiò tutto il mio volto.
Leila raccolse tutto quello che riuscì con il contenitore mentre io raccolsi con la lingua tutto lo sperma che colava sul mio viso per poi portarlo nell’antro della mia bocca, aiutandomi anche con le dita.
Fù un’incredibile prima volta per entrambe.
Da grande altruista come sono mi avvicinai a Leila, presi tra le mani il suo viso e lasciai cadere buona parte di quel gustosissimo sperma nella sua bocca. Non disdegnò la mia buona azione e appoggiò con passione le sue labbra sulla mia bocca.
Iniziammo a baciarci intensamente infilando le nostre lingue nella bocca l’una dell’altra e contemporaneamente mescolavamo lo sperma e la mostra saliva in un gioco quasi perverso.
Alla fine ingoiammo tutto e ci gettammo esauste sul fieno che avevamo preparato lungo il muro.
Nessuna parola uscì dalla nostra bocca, restammo accoccolate l’una nelle braccia dell’altra per almeno un’ora poi, lentamente, ci rivestimmo e ci dirigemmo silenziosamente verso casa.
Entrambe eravamo sfinite ma allo stesso tempo molto felici, probabilmente tutto quello che era successo era il sogno inconscio di entrambe.
Uno beffardo splendido sorriso rimase stampato sui nostri volti molto a lungo quella sera.
Da quel giorno la nostra passione per gli animali si intensificò ancora di più e divenimmo finalmente una coppia di fatto.
Spesso guardavamo filmati di donne che si accoppiavano con animali per poi scopare come delle forsennate, riempendo di piacere tutti i nostri buchi con sex toys di enormi dimensioni.
Eravamo diventate schiave degli enormi cazzoni di quei cavalli che ogni giorno accudivamo, avevamo assaporato quelle turgide e durissime verghe in tutti i nostri buchi e quindi anche nell’intimità del nostro talamo cercavamo di giocare con cazzoni sempre più grandi.
Una nuova vita era iniziata per noi, quel giovedì, e siamo sicure che il nostro rapporto durerà per molto e molto tempo.
Amo i cavalli ma in generale adoro tutti gli animali fin da quando ero piccina.
Nel grande casolare di famiglia avevamo accudito da sempre parecchi animali, quindi sono cresciuta imparando ed assimilando tutto ciò che mi interessava di loro semplicemente osservandoli attentamente.
Mi sono laureata in veterinaria qui in Inghilterra e poi ho subito trovato lavoro presso l’ippodromo, grazie ai buonissimi voti conseguiti.
Da subito ho legato con una ragazza inglese di 20 anni, il suo nome è Leila, laureata in zootecnica con cui mi diverto moltissimo, sia sul lavoro che nel tempo libero.
Entrambe siamo single e non abbiamo nessuna intenzione di cercare rapporti fissi, ci piace la libertà e amiamo fare tutto quello che vogliamo, senza che qualcuno ci imponga tempi o ritmi inutili.
Vista la nostra grande affinità abbiamo deciso di andare a vivere insieme così da quasi un anno ci siamo trasferite in un piccolo monolocale a ridosso dell’ippodromo che ci permette di muoverci semplicemente usando le nostre gambe.
Ah dimenticavo, il mio nome è Giada, ho 20 anni e vengo dalla Toscana.
Sono fuggita dall’Italia perché mi sono accorta che mai sarei riuscita a trovare nel mio paese un lavoro ben retribuito (visto le penose esperienze lavorative fatte nei mie anni di studi pre-laurea) e che potesse soddisfare la mia ambizione e la mia voglia di diventare una espertissima veterinaria.
Entrambe amiamo così tanto il nostro lavoro con i cavalli che spesso arriviamo nelle stalle prestissimo la mattina oppure finiamo per lasciarle tardissimo la sera.
Grazie alla mia posizione lavorativa, essendo io l’unica una veterinaria della struttura, ho chiesto e ottenuto di avere Leila come mia assistente fissa così entrambe abbiamo facoltà di muoverci liberamente ovunque e soprattutto non dobbiamo mai sottostare ad orari imposti da altri.
Quel giovedì avevamo in programma una cosa davvero straordinaria:
lo stallone nero, un vero campione, doveva essere fatto accoppiare con una splendida cavalla pezzata proveniente da un maneggio irlandese e quindi dovemmo recarci in una delle grandi stalle situate nel retro dell’ippodromo.
Erano circa le 19 e quasi tutti avevano già lasciato il proprio posto di lavoro così rimanemmo solo io, Leila e uno degli stallieri.
“Robert” così si chiamava “dovresti portarci lo stallone nel box numero 12 e dopo qualche minuto, perfavore, dovresti accompagnare qui anche la cavalla pezzata, poi sei libero di andare”.
Mentre aspettavamo che arrivassero i due equini sistemammo alla meglio il box, spostando tutti gli attrezzi adagiati sul pavimento e sistemando del fieno lungo la parete.
Di li a poco arrivò Robert con lo stallone e, facendo molta attenzione, iniziammo dolcemente ad accarezzarlo e a strigliarlo. Nel mentre lo stallone si preoccupava solo del fieno, non badando per nulla a me e a Leila.
Ad un tratto sentimmo che iniziava ad agitarsi, questo perchè probabilmente sentiva l’odore della femmina che si avvicinava.
Non potemmo non notare che l’enorme cazzo dello stallone iniziava a sbucare dalla guaina ed si allungava a dismisura, infatti subito dopo entrò nel box Robert con la pezzata.
“Legala laggiù, con il muso rivolto verso il muro e un po’ distante dallo stallone. Poi puoi lasciarci sole e puoi rientrare a casa dalla tua famiglia” disse Leila allo stalliere con tono soffuso.
Lui annuì e dopo aver legato ben stretta la cavalla si accomiatò con un cordiale
“buona serata, ragazze, ci vediamo domani e, mi raccomando, fate attenzione che i due puledri non si facciano male, sarebbe un grosso guaio per tutti” e si dileguò piuttosto frettolosamente.
“Leila, hai notato che verga enorme ha questo stallone, secondo me la spacca stasera!” e, guardandoci negli occhi, scoppiamo a ridere come due pazze.
Poi, una volta rinsavite, ci avvicinammo lentamente allo stallone e lo portammo poco distante dalla cavallina che già stava agitando la coda e il grande culone immaginando ciò che sarebbe successo di li a poco.
Con un balzo improvviso lo stallone nero si divincolò da noi e saltò in groppa alla cavalla, infilando al primo colpo l’enorme cazzone nella passera già ben lubrificata della stessa.
La puledra iniziò a nitrire intensamente ma dopo pochi istanti prese a godersi quella incredibile montata agitandosi il giusto.
“Mamma mia” sbuffò Leila “se lo sta godendo alla grande, mi stò eccitando non poco” e lanciandomi una beffarda occhiata iniziò a toccarsi con la mano destra il cavallo dei pantaloncini.
La osservai attentamente e non potei non notare come il sue pube stava iniziando ad inumidirsi.
I corti pantaloncini bianchi divennero trasparenti all’altezza della vagina e il perizoma rosa che indossava sotto si poteva intravedere senza fatica. Conoscevo bene quello slippino, spesso giravamo mezze nude in casa, quindi sapevo bene che spettacolo si celava sotto quei pantaloncini.
Ripresi ad osservare la monta, in fin dei conti ero la loro veterinaria e dovevo assicurarmi che tutto andasse per il meglio, così notai che lo stallone stava iniziando ad accelerare il proprio ritmo.
Stava chiaramente per riempire la passera della cavalla con il suo prezioso seme di campione così mi collocai all’altezza del sederone della cavalla per assistere meglio alla inondazione.
Un grande nitrito ci fece capire che tutto era andato per il meglio e di colpo vedemmo lo stallone arretrare per poi estrarre lo splendido arnese dalla figa dilatata della pezzata con un sonoro “flop”.
Un’enorme fiotto di sperma uscì dalla vagina dilatata della cavalla e Leila si affrettò a collocarsi sotto di lei per raccogliere ogni singola goccia con un contenitore preparato in precedenza.
Lo stallone aveva ancora il cazzo ben teso così la chiamai vicino a me e la esortai a raccogliere il seme che sarebbe uscito da li a poco grazie alla sega a due mani che mi sarei apprestata a fare di li a poco all’animale. Volevo che nessuna goccia fosse sprecata perché sicuramente quello sperma sarebbe servito successivamente. Facevo fatica a segare quella grossa verga restando in piedi così mi accovacciai davanti alla gonfia cappella grigio/rosa per essere più comoda.
Era enorme! Era uno spettacolo! Grossa, gonfia, con un bel buchetto pronunciato pronto a sparare dell’altro preziosissimo sperma.
Buttai l’occhio di lato e con stupore (ma nemmeno troppo) notai che Leila si era sfilata in un batter d’occhio sia i pantaloncini che il rosa perizoma e aveva preso a masturbarsi con molta frenesia.
Un gran prurito invase la mia fighetta e subito dopo sentii inumidirsi di brutto le mutandine.
Ero così eccitata che mi ritrovai a leccare quella grossa e gonfia cappella senza nemmeno accorgermi.
Infilai poi tutta la cappella nella mia bocca e presi a succhiarla avidamente.
Leila si stava godendo tutta la scena con tre dita infilate nella splendida fighetta rasata e contemporaneamente stava cercando di afferrare con l’altra mano un rastrello di legno appoggiato poco distante. Il cazzone dello stallone nero riempiva completamente la mia bocca, facevo molta fatica a tenerlo dentro, così decisi di riprendere a leccarlo e a segarlo con innata passione.
“Guarda, Giada, ora mi infilo anche questo bel bastone nel culetto mentre ammiro il tuo grande lavoro” e prese a scoparsi con il manico di legno l’ano ben in vista.
La sentivo gemere come una vacca e oramai non potevo più resistere alla voglia di cazzo che mi avaeva assalita.
Mi sfilai velocemente stivali, pantaloni e mutandine e mi sistemai a pecorina sotto il ventre dello stallone.
Senza pensarci nemmeno un secondo arretrai velocemente e iniziai a cercare con la fighetta la grossa e turgida cappella dello stallone.
Cercai di lubrificarmela ben bene con i residui di sperma e di saliva che avevo lasciato sulla stessa e con non poca fatica, e con un po’ di dolore, lo ammetto, sfondai la mia stretta vagina.
“Ora si che puoi divertirti, Leila, questa scopata è tutta per te!” e iniziai a muovermi velocemente avanti ed indietro, cercando di spingere sempre più in profondità quella durissima nerchia.
Il cavallo non sembrava interessato alla mia stretta fighetta, ma il suo pene era così duro che faticavo a farne entrare anche solo una piccola parte.
Stavo godendo come non mai, nessun giocatolo del sesso mi aveva mai riempito la figa così tanto.
Il dolore si era trasformato in poco tempo in un’ immensa goduria così iniziai a spingere con ancora più forza ed intensità. Sentii la cappella spingere sulla mia cervice, poi la mia figa iniziò ad inondarsi di umori vaginali e scoppiai in un immenso ed intensissimo magnifico orgasmo.
Nello stesso istante anche Leila venne copiosamente schizzando pipì ovunque.
Con il bastone ancora infilato nell’ano si avvicinò alla verga ancora turgida ed iniziò a succhiare l’enorme cappella.
Cercai di riprendere un po’ di forza e presi nuovamente a segare la stupenda verga con entrambe le mani. Leila lasciò per qualche istante la cappella, estrasse dal culo il rastrello ed iniziò ad occuparsi dei due enormi testicoli dello stallone.
Con le mani li massaggiava e con la lingua li leccava ovunque.
Sembrava un’assatanata; mai avrei pensato fosse così maiala, ma credo che anche lei stesse pensando di me la stessa cosa.
Lasciai la verga e presi a succhiare con gusto l’enorme cappella, poi chiamai Leila e le ordinai di prepararsi a raccogliere la sborra che da li a poco sarebbe fuoriuscita da quello splendido cazzone.
Riprese a segare velocemente la lunghissima verga con una mano mentre con l’altra cercava di massaggiare le grandi palle dello stallone nell’intento di percepire il momento esatto in cui avrebbe goduto.
Ed infatti, dopo pochi minuti, un’incredibile getto di liquido seminale giallino iniziò a fuoriuscire dalla turgida verga e innaffiò tutto il mio volto.
Leila raccolse tutto quello che riuscì con il contenitore mentre io raccolsi con la lingua tutto lo sperma che colava sul mio viso per poi portarlo nell’antro della mia bocca, aiutandomi anche con le dita.
Fù un’incredibile prima volta per entrambe.
Da grande altruista come sono mi avvicinai a Leila, presi tra le mani il suo viso e lasciai cadere buona parte di quel gustosissimo sperma nella sua bocca. Non disdegnò la mia buona azione e appoggiò con passione le sue labbra sulla mia bocca.
Iniziammo a baciarci intensamente infilando le nostre lingue nella bocca l’una dell’altra e contemporaneamente mescolavamo lo sperma e la mostra saliva in un gioco quasi perverso.
Alla fine ingoiammo tutto e ci gettammo esauste sul fieno che avevamo preparato lungo il muro.
Nessuna parola uscì dalla nostra bocca, restammo accoccolate l’una nelle braccia dell’altra per almeno un’ora poi, lentamente, ci rivestimmo e ci dirigemmo silenziosamente verso casa.
Entrambe eravamo sfinite ma allo stesso tempo molto felici, probabilmente tutto quello che era successo era il sogno inconscio di entrambe.
Uno beffardo splendido sorriso rimase stampato sui nostri volti molto a lungo quella sera.
Da quel giorno la nostra passione per gli animali si intensificò ancora di più e divenimmo finalmente una coppia di fatto.
Spesso guardavamo filmati di donne che si accoppiavano con animali per poi scopare come delle forsennate, riempendo di piacere tutti i nostri buchi con sex toys di enormi dimensioni.
Eravamo diventate schiave degli enormi cazzoni di quei cavalli che ogni giorno accudivamo, avevamo assaporato quelle turgide e durissime verghe in tutti i nostri buchi e quindi anche nell’intimità del nostro talamo cercavamo di giocare con cazzoni sempre più grandi.
Una nuova vita era iniziata per noi, quel giovedì, e siamo sicure che il nostro rapporto durerà per molto e molto tempo.
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