Adoro Tokio!

di
genere
saffico

L’essere una donna in carriera mi permette di girare il mondo, ma allo stesso tempo non mi concede di avere una vita privata seria, di farmi una famiglia.
Spesso mi trovo sola in posti dove conoscere persone è quasi impossibile, altre volte, invece, il mio stile di vita mi permette di conoscerne altre che talvolta mi indirizzano verso delle trasgressioni assurde.
Il paese che più mi affascina, per le innumerevoli opportunità di svago, è sicuramente il Giappone, dove si può veramente provare di di tutto: dal feticismo per le mutandine usate scambiate sul momento in appositi ambienti soffusi, fino ai godimenti procurati con i più svariati oggetti di uso comune e con animali delle più svariate razze, dalle orge con personaggi degli ambienti più in alle cene consumate direttamente sui corpi di ragazzine e ragazzetti completamente nudi e depilati e molto altro ancora.
Confesso che da sempre nutro una grande attrazione verso le ragazze giapponesi, soprattutto quelle con fisici minuti e ben proporzionati, che farebbero drizzare il cazzo ad un impotente o bagnare la vagina della lesbica più casta.
A Tokio ho a disposizione un alloggio in uno dei palazzi della mia azienda; nella sua immensa struttura si può trovare veramente di tutto, dai ristoranti più disparati alle discoteche di ogni genere musicale, dagli appartamenti super lussuosi fino ai monolocali per i single più incalliti, dai casinò ipertecnologici fino ai club di scambisti in cui si può vedere o partecipare a spettacoli hot.
Non mancano nemmeno splendidi ambienti dove ci si può rilassare con massaggi di ogni tipo, eseguiti da ragazzotti ben dotati e da ragazzine ben formate, sempre pronti a soddisfare ogni richiesta.
Personalmente adoro quei locali dove posso praticare un sano nutrimento dell’anima ma anche quelli dove potersi gustare del trasgressivo sadomasochismo con ogni genere di attrezzo.
Certo in questi posti devi avere veramente le tasche gonfie di denaro ma la fortuna di poterli utilizzare per fini lavorativi mi permette di non rimetterci mai nemmeno un centesimo dei mie guadagni.
Qui i clienti vengono trattati come ospiti a cui non bisogna mai far mancare nulla, nemmeno il sesso.
Ho la fortuna, come avete potuto ben capire, di non dovermi spostare di molto per passare piacevoli serate così, quando non sono molto stanca o quando non devo lavorare fino a tardi, accetto di buon grado gli inviti che mi vengono proposti e mi godo volentieri qualche ora di rilassamento e di divertimento.
Proprio grazie al mio lavoro conobbi, una sera, Keiko e Miho, due splendide ragazze di 18 e 20 anni.
Taglia 38, la prima e una 40, la seconda, entrambe con piccoli seni (quella sera non indossavano reggiseni) evidenziati da magliette con lunghe scollature che lasciavano intravedere dei capezzoli ben eretti.
Entrambe possiedono un piercing sull’ ombelico, e, per quell’occasione, avevano i sodi culetti fasciati da coloratissime mini che ne evidenziavano le forme da urlo.
Ma la ciliegina sulla torta furono sicuramente i candidi perizomi di pizzo bianco trasparenti che si potevano intravedere sotto le mini, dove due splendide vagine sovrastate da piccole striscioline di peletti neri ben rasati, facevano bella mostra.
Keiko è alta circa 1.60 mentre Miho è di statura più simile alla mia, sul 1.70 circa.
I lunghi tacchi delle scarpe lucide che avvolgevano i loro piedini slanciavano moltissimo le loro splendide gambe ben depilate e prive del più piccolo difetto, fasciate da calze autoreggenti nere che farebbero invidia alle più grandi troie dei bordelli del passato.
Vi posso assicurare che non staccai loro gli occhi di dosso per tutta la sera, non perdevo occasione per buttare l’occhio tra le lunghe scollature sui loro petti e di sbirciare tra le fantastiche trasparenze dei perizomi che nulla potevano nascondere.
Chinandomi a raccogliere il tovagliolo da terra notai che Keiko aveva un plugin con pietra colorata bianca infilato nel culo e che Miho, in quel mentre, le stava massaggiando con due dita la fighetta già ben segnata da un velo di umori.
Tra un bicchiere di vino e un’ altro mi raccontarono molto di loro: fanno coppia fissa da più di 4 anni e si conoscono fin da quando avevano due anni, hanno frequentato le stesse scuole, comprese quelle dell’infanzia e hanno scoperto insieme le gioie delle prime intime sbirciatine accompagnate dalle prime acerbe masturbazioni. Mi raccontarono come fossero riuscite, grazie ad un colpo di fortuna, a trovare il modo di lavorare sempre l’una affianco all’altra e come spesso, molti colleghi e colleghe, ci provassero con loro. Ma qui siamo già troppo avanti nel racconto, quindi devo fare un passo indietro e raccontarvi perché ebbi la fortuna di conoscerle.
Insieme ad uno dei miei subordinati fummo costretti, per lavoro, ad uscire a cena con dei clienti, per discutere di alcune collaborazioni tra le nostre aziende.
I due uomini, molto eleganti e cortesi, non si persero in molti convenevoli e fissarono molto velocemente i dettami per l’inizio di una fruttuosa collaborazione, poi consumarono molto velocemente la cena e si congedarono garbatamente.
Li vedemmo infilarsi in uno dei privé messi a disposizione dei clienti con due splendide fighette mezze nude e così ci mettemmo a ridere tutti come dei ragazzini.
Anche il mio collega, un bel ragazzo sulla trentina, ci lasciò abbastanza presto, avendo una moglie e due bambini di cui occuparsi, così restai da sola con le due affascinanti e giovani colleghe.
Per tutta la sera non mi accorsi minimamente che le due ragazze stessero insieme, devo dire che fino a quel momento erano risultate davvero professionali, con sorrisi sempre ben ponderati e parole mai fuori dal contesto lavorativo.
Appena restammo sole, però, complici i parecchi bicchieri di vino, cominciarono a lasciarsi andare, iniziarono a scambiarsi dolci effusioni che non lasciavano certo spazio all’immaginazione, dove lunghi baci casti si mescolavano a fantastici intrecci di lingue.
Se c’è una cosa che mi fa impazzire, nelle asiatiche, è proprio questo meraviglioso modo di giocare intensamente con le lingue, trovo veramente eccitante guardarle mentre se le succhiano e se le mordicchiano a vicenda.
Mi passai più volte le dita sotto la mini, strofinai con prepotenza il pizzo che ricopriva le grandi labbra e il clitoride della mia vagina, adoro godermi le piccole scariche elettriche che vengono rilasciate dal tessuto, che corrono lungo tutta la mia passera e poi finiscono per farmi colare gli umori lungo le cosce.
Le ragazze notarono il mio interesse per i loro giochetti così intensificarono maliziosamente le loro provocanti effusioni. Poi, dopo essersi scambiate alcune parole all’orecchio, mi invitarono a seguirle.
Non me lo feci certo ripetere due volte, presi la mano tesa di Keiko e mi lasciai trascinare verso l’uscita.
Pagarono tutto loro, si fecero portare due bottiglie di champagne e poi si incamminarono lungo la via che portava verso gli ascensori situati nel grande atrio davanti al locale.
Le seguii senza pronunciare nemmeno una parola, la mia mente stava già fantasticando su quello che mi sarebbe accaduto da li a poco.
Aspettammo pochi secondi davanti alle porte chiuse dell’ascensore, i nostri sguardi si intrecciavano di continuo e l’eccitazione, tra le gambe, cresceva velocemente.
Salimmo al quarantesimo piano, qui le due ragazze avevano un carinissimo appartamentino, ben curato, nel classico stile orientale.
Cuscini ovunque, paravento coloratissimi per delimitare le zone, piante e fiori a dare un magnifico tocco di femminilità all’ambiente e una vista su Tokio da far mancare il fiato. Inoltre un fresco profumo di incenso inebriava meravigliosamente l’aria che ci avvolgeva.
Le luci che si vedevano in lontananza illuminavano a giorno tutta la città, non sembrava minimamente che fosse l’una di notte e il brusio portato da un leggero venticello non dava alcun fastidio.
Guardai a lungo quel panorama, affascinata, fino a quando Miho non mi diede una piccola pacca sul sedere e poi mi porse un flut di champagne, che, con mia grande sorpresa, era posizionato su un piattino argentato coperto da due bianchi perizomi di pizzo. Ne presi uno tra le dita e me lo portai alle narici, profumava di vagina. Erano chiaramente quelli indossati dalle due ragazze per tutta la sera.
La ringraziai con un bacio appassionato e le infilai la lingua in bocca, poi sorseggiai lo champagne e afferrai anche l’altro perizoma. Questo era sicuramente quello di Keiko, perché oltre ad inebriarmi il cervello di un intenso quanto meraviglioso profumo di passera potei perfino assaporarne il sapore, da quanto fosse bagnato. Passai la lingua sulla parte più umida del tessuto, aveva un sapore fantastico, un misto di pipì e umori vaginali. Decisi di contraccambiare quel dono, così sfilai il mio brasiliano già molto bagnato e lo porsi alla splendida Miko.
Chinò il capo in segno di ringraziamento, come si usa fare in questo paese, e poi si avvicinò a Keiko.
Lo annusarono e poi lo leccarono a lungo, infine iniziarono una splendida danza di lingue a cui mi invitarono a partecipare. La mia passerina era un fiume in piena, sentivo gli umori colarmi lungo l’interno delle cosce cosi ne raccolsi qualche rivolo con le dita e le porsi alle bocche delle mie vogliosette amiche di gioco.
Leccarono tutto con gusto e mi invitarono a giocare nuovamente con le loro lingue.
Non resisto più così prendo l’iniziativa ed inizio a spogliare Keiko. Miko, a sua volta, si fionda su di me ed inizia a sfilarmi la mini, con mani tremanti. In pochi istanti siamo nude e ci adagiamo nei materassini posizionati sul pavimento. Iniziammo a leccarci con passione le fighette creando uno splendido triangolo amoroso. Tutte e tre siamo fradice, io lecco Keiko, che a sua volta si gode la fighetta di Miho, che contemporaneamente mi lavora di lingua la stretta vagina. Che spettacolo! Riprendo tutto con il telefonino, voglio conservare il ricordo di questo splendido momento per masturbarmi nella mia futura solitudine.
Sono fantastiche, è indiscutibile che le due porcelline siano pratiche di questi giochini a tre.
Ora Keiko mi porge la bocca e poi mi spinge verso il piccolo capezzolo sul suo petto. Lo succhio con forza, mentre con le dita le stuzzico l’altro seno.
Miho è sotto di me, lecca con incredibile precisione ogni millimetro delle mie grandi labbra e cerca di spingere la lingua sempre più in profondità. Si beve ogni singola goccia di nettare che cola dalla mia fighetta sempre più in fiamme. Senza nemmeno capire se sono pronta per essere presa mi infila tre dita nella cavità vaginale. Sento una scossa fantastica percorrermi tutta la schiena e arrivarmi fino al cervello. Schizzo come una fontana, ma lei non stacca mai la bocca dal mio Monte di Venere nemmeno per un secondo.
Keiko, che fino a quel momento si stava godendo tutto la scena, masturbandosi, decide che è ora di agire e mi infila un dito nel culo, poi inizia a succhiarmi e a mordicchiarmi i capezzoli che sono talmente duri che quasi mi fanno male.
Lo estrae e lo porge a Miho che se lo succhia di gusto e poi lo indirizza nella sua fighetta già bagnatissima.
Si masturba con le dita di Keiko, poi si alza e si getta su di me con una foga pazzesca, gioca pochi secondi con la mia lingua ed inizia uno splendido movimento pelvico, strofinando la sua passera sulle mie grandi labbra.
È bellissima con quei suoi grandi occhi verdi lucenti e quel visino angelico completamente arrossato.
Vedo Keiko allontanarsi per pochi minuti e quando ritorna estrae da una insalatiera di vetro trasparente un gigantesco polipo esanime, pieno di tentacoli viscidi che le riempiono completamente le mani.
Mi ricordo bene di averle lanciato un’occhiataccia fulminante, ma lei mi fece cenno di stare tranquilla e di lasciarla fare. Si mise sopra i nostri bacini e posizionò il polipo tra le nostre fighette già piuttosto dilatate.
Allontanammo leggermente le nostre fighette l’una dall’altra per permettere a Keiko di infilare i viscidi tentacoli del povero polipo nelle nostre cavità vaginali dopo di che, ad un suo cenno, riprendemmo a strofinarci con forza.
Sentii una magnifica sensazione mai provata, il polipo era così viscido che ad ogni nostro colpetto si infilava sempre più in profondità, riempiendo completamento la mia passera sempre più vogliosa.
Dopo pochi minuti schizzammo entrambe flutti di pipì ovunque, godemmo come delle troie e Keiko fece di tutto per ricevere più piscia possibile nella sua bocca.
Poi, con ancora la bocca piena dei nostri liquidi ambrati, iniziò a succhiarsi il polipo con gusto.
Giocammo con quel povero inerte animaletto per parecchi minuti. Poi Miho decise che era ora di iniziare un nuovo giochino così lo sistemò nell’insalatiera e la appoggiò ai piedi del comodino.
Da sotto uno dei cuscini estrasse poi un magnifico dildo di almeno 30 cm, con una cappella spropositata che mai avevo avuto modo di vedere o provare prima di allora, se lo succhiò per bene e infine se lo infilò prepotentemente nella figa dilatata e gocciolante.
Si scopò con quel cazzone per parecchi minuti, mentre le nostre lingue avide lo cercavano di continuo per sentirne la consistenza e per tenerlo ben lubrificato, poi se lo estrasse in fretta e furia e ci inondò completamente i visi con la sua calda e profumata pipì.
Non avevo mai goduto così tanto in tutta la mia vita, ve lo posso assicurare.
Con le bocche ancora colme di quella meravigliosa bevanda ambrata ricominciammo ad intrecciare le nostre lingue, assaporandone il gusto ed ingoiando ogni singola goccia che l’una lasciava cadere nella bocca dell’altra.
Stremite ci alzammo dal letto barcollando e ci dirigemmo nell’ampia doccia del loro appartamento.
Qui cominciammo a lavarci a vicenda, non disdegnando di soffermarci delicatamente sia sui nostri culetti che sulle nostre fighette ancora bagnate dagli umori e delle precedenti pisciatine.
Dormii con entrambe, quella sera, mi sitemai tra di loro e mi lascia abbracciare per tutto il resto della notte. Da quel giorno siamo diventate veramente intime e ogni volta che torno a Tokio sono stabilmente ospite fissa ne loro letto.
scritto il
2024-01-30
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