La scoperta.... dell'estasi
di
miaomiao7171
genere
saffico
Simon ascoltava attentamente ogni mia singola parola, non sembrava per nulla sorpresa o imbarazzata da quello che sentiva.
Al contrario,l a sottoscritta, impicciata lo era eccome ed evitavo di guardarla negli occhi per non farglielo capire.
Sentivo il viso accaldato, immagino avessi un bel colorito rosato, ma fortunatamente la stanza imbrunita non permetteva di mostrarlo.
Stesa sul letto, con la schiena appoggiata allo schienale ben imbottito, di finta pelle e di un color grigio chiaro, mi trovavo con Simon a fianco, sulla mia destra.
Parlai ininterrottamente per un tempo indefinito, ogni tanto giravo il viso per capire se stesse ridendo o se facesse delle smorfie, ma lei sembrava impassibile, con gli occhi ben chiusi e le braccia incrociate sul petto.
Quando stavo per giungere alla conclusione del racconto notai che Simon si stava mordicchiando il labbro e che la sua mano destra era adagiata sul brasiliano bianco, proprio all’altezza della sua vagina. Due dita si muovevano delicatamente su e giù e questo mi ricordò quello che era successo a me quel pomeriggio.
Chissà perché non ero stupita da quello che vedevo e senza indugiare le chiesi dolcemente cosa stesse facendo.
Saltò sulle ginocchia come una molla impazzita, pensava non mi fossi accorta di nulla, e me la ritrovai quasi addosso.
Ora si che la vedevo un po’ imbarazzata e iniziai a ridere come una matta. La vidi trasalire con stupore ma poi anche lei inizio a ridere e continuammo così per un bel po’. Quando ci fummo calmate ci sedemmo una difronte all’altra e Simon mi disse che il mio racconto le aveva generato un leggero prurito alla vagina e mi mostro la striscia bagnata che si trovava all’altezza della sua fighetta. Si vedevano perfettamente due leggere collinette e uno stretto taglio che le separava. Lo ammetto stavo iniziando a sentire nuovamente quella strana eccitazione della doccia e questo mi piaceva.
Mi raccontò che da qualche mese, quando si faceva la doccia nello spogliatoio, spesso si era ritrovata a guardare con eccitazione alcune delle nostre compagne e si era soffermata moltissime volte soprattutto sul mio corpo.
Mi disse che le piacevano tantissimo i miei piccoli seni e soprattutto i miei paffuti capezzoli.
Spesso aveva fantasticato su di me nell’oscurità della sua stanza, la notte, e si era ritrovata ad accarezzarsi le labbra della vagina con passione, fino a giungere all’orgasmo. Le piaceva poi sfilarsi le mutandine ed avvicinarle al naso, per annusare l’inebriante profumo della sua eccitazione. Spesso aveva perfino assaggiato quel liquido trasparente, proprio come avevo fatto io nella doccia.
Iniziai a sentirmi bagnata tra le gambe e la mano, come se fosse telecomandata, fini a massaggiare avidamente la mia vagina. Trasalii e mi ripresi quasi subito, anche se quella situazione aveva creato in me un’incredibile eccitazione che faceva fremere ogni centimetro del mio corpo.
Notai che i miei capezzoli erano eretti e che Simon si trovava più o meno nella mia stessa situazione.
Senza che neanche avessimo scambiato mezza parola ci ritrovammo ad osservare ognuna la vagina dell’altra e a muovere sempre più freneticamente le dita sulle collinette gonfie e già umide situate tra le nostre cosce. Presi l’iniziativa e scostai leggermente gli slip lasciando scoperta parzialmente la mia fighetta. Simon non ci pensò su un’ attimo e fece lo stesso con le sue mutandine.
Allargò con due dita della mano sinistra le grandi labbra incassate e iniziò scorrere il dito medio della mano destra all’interno della sua splendida fessurina leggermente socchiusa.
Si capiva che era una cosa che aveva già praticato altre volte, si soffermava spesso sul clitoride nascosto dalle sue labbra gonfie e, alternativamente, infilava il dito leggermente dentro la fighetta bagnata.
Si poteva vedere un leggero rivolo si succo bianco fuoriuscire dalla stessa, era uno spettacolo incredibile.
Iniziava ad ansimare sempre più forte, spesso si mordicchiava il labbro inferire, e questo faceva accrescere ancora di più la mia eccitazione. Seguii il suo esempio e feci lo stesso fino a quando, d’improvviso, ebbi un orgasmo incredibile e schizzai sulle gambe di Simon un fiotto pazzesco di pipì.
Rimase per un’ attimo stupita, sgranò gli occhi, mi lanciò un beffardo sorrisetto e si bagnò le dita con la mia pipì. Poi le riportò sulle labbra della vagina, infilò il dito medio all’interno della sua fessurina ed inizio un’incredibile dentro-fuori fino a quando non sopraggiunse in lei un’ intensissimo orgasmo.
Fu una scena incredibile, provai un sentimento pazzesco che scatenò un’enorme vampata di calore in me.
Cademmo entrambe distese sul letto esauste e ci mettemmo un bel po’ a riprenderci.
Passarono almeno una ventina di minuti prima che riuscimmo a sollevare i nostri corpi dal letto, cercammo di risistemarci alla meno peggio e ci adagiammo entrambe allo schienale del letto, con gli occhio ben chiusi e il respiro ancora affannoso.
Nessuna delle due aveva voglia di parlare così senza dire nulla ci infilammo sotto le lenzuola e ci mettemmo a dormire. Ci abbracciammo e ci baciammo dolcemente, come due sposine, e ci addormentammo così.
Riposammo senza interruzione fino a quasi le dieci del giorno dopo, ogni tanto una di noi si girava e l’altra la cercava come per paura che scappasse.
Con molta calma ci alzammo dal letto e, dopo aver fatto entrambe la pipì e una bella doccia rinfrescante, ci recammo in cucina, nude, per prepararci una sostanziosa colazione. Scaldammo un pentolino di latte, aggiungemmo dell’orzo solubile e versammo il tutto in due ampie tazze coloratissime.
Mi ricordai successivamente che gliele avevo regalate io per uno dei suoi compleanni, qualche anno prima.
Ci recammo al vicino tavolino, ci accomodammo sui caldi cuscini delle sedie, e ci versammo entrambe un bel po’ di cereali nelle tazze.
Senza rendercene conto non avevamo scambiato ancora neanche una parola e, dopo esserci guardate negli occhi, scoppiamo entrambe in una fragorosa e complice risata.
Ora eravamo molto più distese e iniziammo a parlare del più e del meno, senza mai accennare neanche una parola quello su che avevamo vissuto la sera prima.
Liberammo il tavolo solo dopo aver bevuto un bicchiere di succo d’arancia a testa, e, una volte giunte in camera, iniziammo a vestirci.
Avevo portato con me un cambio d’intimo, un bel completino giallo canarino con perizoma e reggiseno leggermente trasparenti. Si potevano vedere sia i gonfi capezzoli dei miei seni sia le pronunciate collinette della mia vagina, ricoperta da una leggera e ben curata peluria castana. Mi piaceva, infatti, lasciare solo una piccola strisciolina di peli a coprire la mia vagina, quindi la radevo piuttosto spesso.
Di fronte a me Simon stava per indossare una culotte rosa chiaro e un bel reggiseno bianco con fiori rosa. Era perfetta, non aveva nulla fuori posto. Mi soffermai soprattutto sul suo splendido culetto sodo e ben pronunciato e senza indugio le feci notare di quanto fosse fortunata ad averlo così perfetto.
Alzò leggermente lo sguardo verso di me, mi fece un dolcissimo sorriso e mi ringraziò con la vocina soffusa e tremante.
Mi sussurrò di quante volte avesse scrutato il mio corpo nella doccia e di come invidiasse i miei paffuti capezzoli leggermente gonfi.
Scrutò poi ogni centimetro del mio corpo ed improvvisamente, senza preavviso, si gettò tra le mie braccia ed appoggiò le sue morbide labbra sulle mie.
Rimasi leggermente stordita, non mi sarei mai aspettata quel gesto impetuoso e allo stesso tempo dolcissimo, ma invece di ritrarmi iniziai a cercare la sua lingua con la mia.
Ci ritrovammo così a baciarci appassionatamente, con una foga che credo nessuna delle due si sarebbe mai aspettata.
Fu bellissimo ed interminabile, nessuna delle due voleva più staccarsi dall’altra.
Eravamo decisamente eccitate, nella stanza si sentivano solo i nostri gemiti come se nulla esistesse oltre a noi. Dalle finestre penetrava un leggero chiarore che evidenziava i nostri corpi avvinghiati.
Ci adagiammo sul letto senza aver mai staccato le nostre labbra e, come se nulla fosse, Simon si mise distesa sopra di me. Meccanicamente, come se lo avessimo già fatto migliaia di volte, iniziammo a muovere entrambe il bacino a strofinare i nostri Monte di Venere l’uno sull’altro.
Le lingue roteavano in modo impressionante poi Simon inizio a baciarmi il collo con dolcezza. Sussurrò al mio orecchio che era da tanto che aspettava questo momento e mi mordicchiò il lobo.
Mi eccitai ancora di più e le morsi dolcemente, quasi senza volerlo, il collo. Iniziò a scendere con la lingua verso il mio petto, si soffermò qualche istante sulla scollatura e poi si diresse decisa verso il capezzolo della mia tetta destra. Mordicchiò la punta del capezzolo oramai eretto con delicatezza, scostò il reggiseno e inizio a succhiarlo intensamente.
Fu l’estasi!
Gemetti di brutto, la presi con forza e la sbattei sul letto, a fianco del mio corpo. Mi gettai su di lei come un’assennata e presi a leccarle avidamente il collo. Cercai con impeto la sua lingua e la baciai appassionatamente. Non le diedi neanche il tempo di provare a reagire che subito mi buttai sul suo piccolo e magnifico seno, le slacciai tremando il reggiseno e iniziai a succhiarle i capezzoli, prima uno e poi l’altro. Poi adagiai la mia fighetta sul suo basso ventre e iniziai a strofinarla con forza sulla sua.
Fu incredibile, dopo pochi istanti entrambe emettemmo un urlo e arrivammo insieme ad uno splendido orgasmo. Avevamo delle mutandine talmente bagnate che perfino le lenzuola avevano delle leggera macchie bianche di succo vaginale. Terminai di strofinarmi e ripresi a baciarla appassionatamente, con la dolcezza tipica di chi si approcciava per la prima volta all’amore.
Era oramai chiaro ad entrambe che da sempre eravamo innamorate l’una dell’altra solo che avevamo una gran paura di ammetterlo, tutte e due credevamo che avremmo rovinato la nostra splendida amicizia se ci fossimo dichiarate e non sapevamo come avremmo reagito.
Scoprimmo così quella volta, insieme, di essere lesbiche e nessuna delle due si sentiva a disagio per questo. Era tutto così naturale, ora.
Fu una cosa meravigliosa e da quel giorno iniziammo una relazione appassionata e priva di molte inibizioni.
Faccio presente che questo è il sequel del mio precedente racconto “La scoperta” e che nel prossimo racconto, dopo aver visto se questo sarà piaciuto a molti e solo dopo aver letto i vostri commenti, vi racconterò delle nuove scoperte fatte insieme a Simon.
A presto!
Al contrario,l a sottoscritta, impicciata lo era eccome ed evitavo di guardarla negli occhi per non farglielo capire.
Sentivo il viso accaldato, immagino avessi un bel colorito rosato, ma fortunatamente la stanza imbrunita non permetteva di mostrarlo.
Stesa sul letto, con la schiena appoggiata allo schienale ben imbottito, di finta pelle e di un color grigio chiaro, mi trovavo con Simon a fianco, sulla mia destra.
Parlai ininterrottamente per un tempo indefinito, ogni tanto giravo il viso per capire se stesse ridendo o se facesse delle smorfie, ma lei sembrava impassibile, con gli occhi ben chiusi e le braccia incrociate sul petto.
Quando stavo per giungere alla conclusione del racconto notai che Simon si stava mordicchiando il labbro e che la sua mano destra era adagiata sul brasiliano bianco, proprio all’altezza della sua vagina. Due dita si muovevano delicatamente su e giù e questo mi ricordò quello che era successo a me quel pomeriggio.
Chissà perché non ero stupita da quello che vedevo e senza indugiare le chiesi dolcemente cosa stesse facendo.
Saltò sulle ginocchia come una molla impazzita, pensava non mi fossi accorta di nulla, e me la ritrovai quasi addosso.
Ora si che la vedevo un po’ imbarazzata e iniziai a ridere come una matta. La vidi trasalire con stupore ma poi anche lei inizio a ridere e continuammo così per un bel po’. Quando ci fummo calmate ci sedemmo una difronte all’altra e Simon mi disse che il mio racconto le aveva generato un leggero prurito alla vagina e mi mostro la striscia bagnata che si trovava all’altezza della sua fighetta. Si vedevano perfettamente due leggere collinette e uno stretto taglio che le separava. Lo ammetto stavo iniziando a sentire nuovamente quella strana eccitazione della doccia e questo mi piaceva.
Mi raccontò che da qualche mese, quando si faceva la doccia nello spogliatoio, spesso si era ritrovata a guardare con eccitazione alcune delle nostre compagne e si era soffermata moltissime volte soprattutto sul mio corpo.
Mi disse che le piacevano tantissimo i miei piccoli seni e soprattutto i miei paffuti capezzoli.
Spesso aveva fantasticato su di me nell’oscurità della sua stanza, la notte, e si era ritrovata ad accarezzarsi le labbra della vagina con passione, fino a giungere all’orgasmo. Le piaceva poi sfilarsi le mutandine ed avvicinarle al naso, per annusare l’inebriante profumo della sua eccitazione. Spesso aveva perfino assaggiato quel liquido trasparente, proprio come avevo fatto io nella doccia.
Iniziai a sentirmi bagnata tra le gambe e la mano, come se fosse telecomandata, fini a massaggiare avidamente la mia vagina. Trasalii e mi ripresi quasi subito, anche se quella situazione aveva creato in me un’incredibile eccitazione che faceva fremere ogni centimetro del mio corpo.
Notai che i miei capezzoli erano eretti e che Simon si trovava più o meno nella mia stessa situazione.
Senza che neanche avessimo scambiato mezza parola ci ritrovammo ad osservare ognuna la vagina dell’altra e a muovere sempre più freneticamente le dita sulle collinette gonfie e già umide situate tra le nostre cosce. Presi l’iniziativa e scostai leggermente gli slip lasciando scoperta parzialmente la mia fighetta. Simon non ci pensò su un’ attimo e fece lo stesso con le sue mutandine.
Allargò con due dita della mano sinistra le grandi labbra incassate e iniziò scorrere il dito medio della mano destra all’interno della sua splendida fessurina leggermente socchiusa.
Si capiva che era una cosa che aveva già praticato altre volte, si soffermava spesso sul clitoride nascosto dalle sue labbra gonfie e, alternativamente, infilava il dito leggermente dentro la fighetta bagnata.
Si poteva vedere un leggero rivolo si succo bianco fuoriuscire dalla stessa, era uno spettacolo incredibile.
Iniziava ad ansimare sempre più forte, spesso si mordicchiava il labbro inferire, e questo faceva accrescere ancora di più la mia eccitazione. Seguii il suo esempio e feci lo stesso fino a quando, d’improvviso, ebbi un orgasmo incredibile e schizzai sulle gambe di Simon un fiotto pazzesco di pipì.
Rimase per un’ attimo stupita, sgranò gli occhi, mi lanciò un beffardo sorrisetto e si bagnò le dita con la mia pipì. Poi le riportò sulle labbra della vagina, infilò il dito medio all’interno della sua fessurina ed inizio un’incredibile dentro-fuori fino a quando non sopraggiunse in lei un’ intensissimo orgasmo.
Fu una scena incredibile, provai un sentimento pazzesco che scatenò un’enorme vampata di calore in me.
Cademmo entrambe distese sul letto esauste e ci mettemmo un bel po’ a riprenderci.
Passarono almeno una ventina di minuti prima che riuscimmo a sollevare i nostri corpi dal letto, cercammo di risistemarci alla meno peggio e ci adagiammo entrambe allo schienale del letto, con gli occhio ben chiusi e il respiro ancora affannoso.
Nessuna delle due aveva voglia di parlare così senza dire nulla ci infilammo sotto le lenzuola e ci mettemmo a dormire. Ci abbracciammo e ci baciammo dolcemente, come due sposine, e ci addormentammo così.
Riposammo senza interruzione fino a quasi le dieci del giorno dopo, ogni tanto una di noi si girava e l’altra la cercava come per paura che scappasse.
Con molta calma ci alzammo dal letto e, dopo aver fatto entrambe la pipì e una bella doccia rinfrescante, ci recammo in cucina, nude, per prepararci una sostanziosa colazione. Scaldammo un pentolino di latte, aggiungemmo dell’orzo solubile e versammo il tutto in due ampie tazze coloratissime.
Mi ricordai successivamente che gliele avevo regalate io per uno dei suoi compleanni, qualche anno prima.
Ci recammo al vicino tavolino, ci accomodammo sui caldi cuscini delle sedie, e ci versammo entrambe un bel po’ di cereali nelle tazze.
Senza rendercene conto non avevamo scambiato ancora neanche una parola e, dopo esserci guardate negli occhi, scoppiamo entrambe in una fragorosa e complice risata.
Ora eravamo molto più distese e iniziammo a parlare del più e del meno, senza mai accennare neanche una parola quello su che avevamo vissuto la sera prima.
Liberammo il tavolo solo dopo aver bevuto un bicchiere di succo d’arancia a testa, e, una volte giunte in camera, iniziammo a vestirci.
Avevo portato con me un cambio d’intimo, un bel completino giallo canarino con perizoma e reggiseno leggermente trasparenti. Si potevano vedere sia i gonfi capezzoli dei miei seni sia le pronunciate collinette della mia vagina, ricoperta da una leggera e ben curata peluria castana. Mi piaceva, infatti, lasciare solo una piccola strisciolina di peli a coprire la mia vagina, quindi la radevo piuttosto spesso.
Di fronte a me Simon stava per indossare una culotte rosa chiaro e un bel reggiseno bianco con fiori rosa. Era perfetta, non aveva nulla fuori posto. Mi soffermai soprattutto sul suo splendido culetto sodo e ben pronunciato e senza indugio le feci notare di quanto fosse fortunata ad averlo così perfetto.
Alzò leggermente lo sguardo verso di me, mi fece un dolcissimo sorriso e mi ringraziò con la vocina soffusa e tremante.
Mi sussurrò di quante volte avesse scrutato il mio corpo nella doccia e di come invidiasse i miei paffuti capezzoli leggermente gonfi.
Scrutò poi ogni centimetro del mio corpo ed improvvisamente, senza preavviso, si gettò tra le mie braccia ed appoggiò le sue morbide labbra sulle mie.
Rimasi leggermente stordita, non mi sarei mai aspettata quel gesto impetuoso e allo stesso tempo dolcissimo, ma invece di ritrarmi iniziai a cercare la sua lingua con la mia.
Ci ritrovammo così a baciarci appassionatamente, con una foga che credo nessuna delle due si sarebbe mai aspettata.
Fu bellissimo ed interminabile, nessuna delle due voleva più staccarsi dall’altra.
Eravamo decisamente eccitate, nella stanza si sentivano solo i nostri gemiti come se nulla esistesse oltre a noi. Dalle finestre penetrava un leggero chiarore che evidenziava i nostri corpi avvinghiati.
Ci adagiammo sul letto senza aver mai staccato le nostre labbra e, come se nulla fosse, Simon si mise distesa sopra di me. Meccanicamente, come se lo avessimo già fatto migliaia di volte, iniziammo a muovere entrambe il bacino a strofinare i nostri Monte di Venere l’uno sull’altro.
Le lingue roteavano in modo impressionante poi Simon inizio a baciarmi il collo con dolcezza. Sussurrò al mio orecchio che era da tanto che aspettava questo momento e mi mordicchiò il lobo.
Mi eccitai ancora di più e le morsi dolcemente, quasi senza volerlo, il collo. Iniziò a scendere con la lingua verso il mio petto, si soffermò qualche istante sulla scollatura e poi si diresse decisa verso il capezzolo della mia tetta destra. Mordicchiò la punta del capezzolo oramai eretto con delicatezza, scostò il reggiseno e inizio a succhiarlo intensamente.
Fu l’estasi!
Gemetti di brutto, la presi con forza e la sbattei sul letto, a fianco del mio corpo. Mi gettai su di lei come un’assennata e presi a leccarle avidamente il collo. Cercai con impeto la sua lingua e la baciai appassionatamente. Non le diedi neanche il tempo di provare a reagire che subito mi buttai sul suo piccolo e magnifico seno, le slacciai tremando il reggiseno e iniziai a succhiarle i capezzoli, prima uno e poi l’altro. Poi adagiai la mia fighetta sul suo basso ventre e iniziai a strofinarla con forza sulla sua.
Fu incredibile, dopo pochi istanti entrambe emettemmo un urlo e arrivammo insieme ad uno splendido orgasmo. Avevamo delle mutandine talmente bagnate che perfino le lenzuola avevano delle leggera macchie bianche di succo vaginale. Terminai di strofinarmi e ripresi a baciarla appassionatamente, con la dolcezza tipica di chi si approcciava per la prima volta all’amore.
Era oramai chiaro ad entrambe che da sempre eravamo innamorate l’una dell’altra solo che avevamo una gran paura di ammetterlo, tutte e due credevamo che avremmo rovinato la nostra splendida amicizia se ci fossimo dichiarate e non sapevamo come avremmo reagito.
Scoprimmo così quella volta, insieme, di essere lesbiche e nessuna delle due si sentiva a disagio per questo. Era tutto così naturale, ora.
Fu una cosa meravigliosa e da quel giorno iniziammo una relazione appassionata e priva di molte inibizioni.
Faccio presente che questo è il sequel del mio precedente racconto “La scoperta” e che nel prossimo racconto, dopo aver visto se questo sarà piaciuto a molti e solo dopo aver letto i vostri commenti, vi racconterò delle nuove scoperte fatte insieme a Simon.
A presto!
5
voti
voti
valutazione
6.8
6.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La scopertaracconto sucessivo
Una nuova, intensa, scoperta
Commenti dei lettori al racconto erotico