Samy – Il giorno dopo
di
Mordo
genere
etero
Sento in lontananza dei rumori di tazze e di discorsi fatti a bassa voce per non disturbare, che mi tirano fuori dal sonno e dal sogno a esso connesso. Ho subito la sensazione di aver fatto un sogno bellissimo e particolarmente intenso, anche se nei primi istanti di veglia è tutto confuso e fatico a mettere a fuoco i pensieri…
Poi piano piano apro gli occhi e sono al Devero. I rumori che mi hanno svegliato sono quelli di chi, al piano di sotto, già sta facendo colazione. Deve essere tarda mattinata perché il sole entra già prepotente dalle grosse finestre dell’abitazione.
Mentre il mondo intorno a me continua a mettersi sempre più a fuoco, ti vedo nel letto vicino al mio e di colpo capisco che no, non è stato un sogno bellissimo e particolarmente intenso a darmi la serenità che percepisco. È stata la realtà di ciò che è successo fra di noi durante la notte.
Un brivido di piacere mi percorre tutto il corpo mentre ricordo i dettagli di cosa è successo e mi ritrovo a sorridere come uno scemo alla stanza che mi circonda. Uno scemo felice.
Non ricordo quando sono tornato nel mio letto questa notte. Mi ricordo però di essere stato nel tuo per un bel po’ a respirarti e respirare le emozioni che avevamo provato assieme… Poi avevo deciso (con malavoglia) di spostarmi per evitare che la mattina dovessimo spiegare la cosa qualora qualcuno ci avesse scoperto.
Mi coccolo un po’ in questi ricordi e nei brividi ad essi connessi prima di decidermi a scendere e, mentre lo faccio, vedo che anche tu stai tornando dal mondo dei sogni. Incomincio a sorriderti molto prima che tu ti giri a guardarmi (e son contento di vedere nascere un sorriso anche nel tuo volto quando mi vedi).
Improvvisamente sento un bisogno impellente di baciarti ancora una volta prima di tornare clandestini in mezzo agli altri… E mi alzo per farlo. In quel momento però sopraggiunge qualcuno ai piedi dei nostri letti (dannato openspace con una tenda per la privacy): “ah ma allora siete svegli? Buongiorno! Venite a fare colazione?”.
Non sembra essersi accorta che appena l’ho vista mi sono bloccato nell’alzarmi dal letto e che sul mio volto si sia creata quell’espressione di chi è appena stato colto con le mani nella marmellata.
Va bene, andiamo a fare colazione. Mannaggia.
Durante la giornata ogni tanto provo a capire da sguardi o qualche battutina se qualcuno ha sentito qualcosa o se ha idea di cosa sia successo ieri sera… Ma non sembra.
Tutti sono tranquilli e allegri come sempre. Torniamo quindi a essere amici fra gli amici. In tarda mattinata organizziamo una ‘bobbata’ e mentre gli altri scendono e noi aspettiamo il nostro turno per partire (mica che si capottino e che poi li investiamo), tu ti giri a guardarmi, mi prendi il viso fra le mani e mi baci. Un bacio veloce. Poi ti rigiri come se nulla fosse. Quando poi partiamo con il bob e uso male i freni causando il nostro rovinoso ribaltamento a metà pista, te lo dico che è stata colpa tua: non puoi fare così e pretendere che io resti attento a ciò che faccio. Sono pur sempre un maschio, come continuo a ripeterti!
Te ridi. E è bellissimo come lo fai.
Si torna in baita, ci si cambia, si pranza e si resta intorno alla tavola a chiacchierare, bere e fare giochi in scatola. Qualcuno nel primo pomeriggio esce e va a camminare.
Siamo li rilassati in balia di un mezzo abbiocco post pranzo quando qualcuno dire: ‘io mi sa che vado a farmi un pisolino così stasera reggo di più’. Sento la frase e la elaboro lentamente, con calma. Poi mi si accende una lampadina e mi giro per comunicartela. Ti trovo a fissarmi con lo sguardo di chi ha già pensato la stessa cosa da diversi secondi e si chiede quanto tempo abbia bisogno io per arrivarci. “Eh scusa, sono in fase post pranzo anch’io!” provo a comunicarti senza parole.
Quindi del tutto ‘casualmente’ finisce che anche noi due decidiamo di andare a letto per essere ‘più riposati stasera’. Saliamo le scale e non faccio neanche finta di andare nel mio letto, ci sdraiamo l’uno accanto all’altro nel tuo e ci nascondiamo sotto le coperte.
Questa volta ci è permesso sorridere e ridere a bassa voce, visto che i suoni di quelli rimasti al piano di sotto a chiacchierare e giocare coprono i nostri rumori. Avvicino la mia bocca al tuo orecchio e ti sussurro: “togliti i vestiti…”. Ti allontani di qualche centimetro e ti mordi il labbro. Cosa che di per sé sarebbe già troppo difficile da elaborare… Per aggiunta mi guardi con quel tuo sguardo che mi mette a nudo anche se ho ancora i vestiti addosso. Entro nella fase: incomincio a non capire più niente.
E infatti non mi sorprendo e (anzi) ti aiuto mentre incominci a togliermi i vestiti (non avevo detto io a te di spogliati?… Non ricordo). Comunque ci togliamo entrambi i vestiti e restiamo completamente nudi, sul fianco uno di fronte all’altro, separati solo da un velo d’aria sotto le coperte. E poi come sotto la forza di una calamita invisibile, i nostri corpi incominciano a toccarsi: mani, gambe, pancia, petto, inguine… Tutto. E la sensazione del calore della tua pelle contro la mia è il colpo di grazia: ora di sicuro non capisco più niente.
Mentre i nostri corpi si accarezzano e si scaldano l’un l’altro, ci baciamo. Baci dolci, sorridenti e senza fretta.
Baci interrotti solo da sguardi ricchi di desiderio e piacere. Poi ti vedo guardarmi intensamente una frazione di secondo in più, per poi avvicinarti al mio orecchio e sussurrare ‘ho voglia di sentirti dentro di me’.
Passo direttamente nella fase: se ho mai capito qualcosa, ora di certo ho dimenticato tutto.
Chiudo gli occhi e assaporo il piacere di quelle parole per il tempo di un lungo respiro. Poi li riapro con l’obiettivo di sostituire quel piacere con il piacere reale di muovermi dentro di te. Le nostre gambe si intrecciano fino a trovare una posizione comoda e poi la tua mano mi aiuta a scivolare in te.
Calore. Morbidezza. Fusione.
La sensazione è troppo intensa e completa per riuscire a descriverla con parole più articolate.
Restiamo immobili un istante a fissarci. A fissare le nostre espressioni che hanno lasciato la spensieratezza di prima per lasciare il posto a una sensazione più profonda e intensa. Poi incominciamo a danzare assieme.
Le nostre bocche si avvicinano per respirare l’una l’aria dell’altra. Le nostre braccia stringono e abbracciano il corpo dell’altro per avvicinarci ancora di più… Poi accade.
Il nostro respiro diventa uno solo. Il nostro movimento si sincronizza su quello dell’altro. Il piacere si fonde e diventiamo per un istante un solo corpo unito nello stesso piacere.
E in quel momento tutto il mondo intorno a me scompare: non ci sono più le voci di quelli di sotto. Non c’è il timore di essere scoperti. Restiamo solo io, te e questo piacere.
…
Il ritmo aumenta costantemente mentre i nostri corpi inseguono la strada che li porterà là dove vogliono arrivare.
Però la posizione non ci permette di avere il ritmo che vogliamo e perdiamo la sincronizzazione.
Ti fermi e mi concedi attimi per riprendere fiato e sorriderci di nuovo. Ti sposti silenziosamente sull’altro fianco dandomi le spalle e ti metti comoda nella stretta delle mie braccia, con le nostre labbra ancora vicine. Un altro bacio prima di scivolare nuovamente dentro di te. Le mie mani raggiungono i tuoi seni e tu inizi a dare il ritmo di questa nuova danza dei nostri corpi.
Vengo catapultato immediatamente nel momento precedente, vivo le stesse sensazioni e ti stringo come a comunicarti ‘sei mia’. A comunicarti che io sono tuo.
Il ritmo aumenta e i nostri corpi diventano sempre più affamati di un orgasmo che sentono vicino. Ti stringo più forte i seni e ti sento contrarti. Sento le tue pareti stringermi e devo concentrarmi molto per non venire a mia volta. Continuo a muovermi lentamente fin che vedo la tua mano che stringe il lenzuolo allentare la presa. Esco da te e dolcemente ti faccio sdraiare sulla schiena. Mi metto a cavalcioni su di te e mentre ti bacio guido la tua mano sul mio pene. Bastano pochi movimenti e il mio piacere ricopre la tua pancia.
Mi stacco dalla tua bocca e ti guardo mentre sento gli ultimi brividi partire dai piedi e attraversarmi tutto il corpo prima di raggiungere il cervello.
E mi trovo a sorridere con te. Un sorriso puro e felice. Perché non importa se non sono sicuro di essere riuscito a controllare i suoni per non farci sentire. Non importa se non ho idea di come pulire ciò che ho combinato. Sono felice. Di una felicità inattaccabile da questi piccoli pensieri. E con gli occhi ti ringrazio per essere causa di tutto questo.
Ti bacio.
mipiacemordere@gmail.com
Poi piano piano apro gli occhi e sono al Devero. I rumori che mi hanno svegliato sono quelli di chi, al piano di sotto, già sta facendo colazione. Deve essere tarda mattinata perché il sole entra già prepotente dalle grosse finestre dell’abitazione.
Mentre il mondo intorno a me continua a mettersi sempre più a fuoco, ti vedo nel letto vicino al mio e di colpo capisco che no, non è stato un sogno bellissimo e particolarmente intenso a darmi la serenità che percepisco. È stata la realtà di ciò che è successo fra di noi durante la notte.
Un brivido di piacere mi percorre tutto il corpo mentre ricordo i dettagli di cosa è successo e mi ritrovo a sorridere come uno scemo alla stanza che mi circonda. Uno scemo felice.
Non ricordo quando sono tornato nel mio letto questa notte. Mi ricordo però di essere stato nel tuo per un bel po’ a respirarti e respirare le emozioni che avevamo provato assieme… Poi avevo deciso (con malavoglia) di spostarmi per evitare che la mattina dovessimo spiegare la cosa qualora qualcuno ci avesse scoperto.
Mi coccolo un po’ in questi ricordi e nei brividi ad essi connessi prima di decidermi a scendere e, mentre lo faccio, vedo che anche tu stai tornando dal mondo dei sogni. Incomincio a sorriderti molto prima che tu ti giri a guardarmi (e son contento di vedere nascere un sorriso anche nel tuo volto quando mi vedi).
Improvvisamente sento un bisogno impellente di baciarti ancora una volta prima di tornare clandestini in mezzo agli altri… E mi alzo per farlo. In quel momento però sopraggiunge qualcuno ai piedi dei nostri letti (dannato openspace con una tenda per la privacy): “ah ma allora siete svegli? Buongiorno! Venite a fare colazione?”.
Non sembra essersi accorta che appena l’ho vista mi sono bloccato nell’alzarmi dal letto e che sul mio volto si sia creata quell’espressione di chi è appena stato colto con le mani nella marmellata.
Va bene, andiamo a fare colazione. Mannaggia.
Durante la giornata ogni tanto provo a capire da sguardi o qualche battutina se qualcuno ha sentito qualcosa o se ha idea di cosa sia successo ieri sera… Ma non sembra.
Tutti sono tranquilli e allegri come sempre. Torniamo quindi a essere amici fra gli amici. In tarda mattinata organizziamo una ‘bobbata’ e mentre gli altri scendono e noi aspettiamo il nostro turno per partire (mica che si capottino e che poi li investiamo), tu ti giri a guardarmi, mi prendi il viso fra le mani e mi baci. Un bacio veloce. Poi ti rigiri come se nulla fosse. Quando poi partiamo con il bob e uso male i freni causando il nostro rovinoso ribaltamento a metà pista, te lo dico che è stata colpa tua: non puoi fare così e pretendere che io resti attento a ciò che faccio. Sono pur sempre un maschio, come continuo a ripeterti!
Te ridi. E è bellissimo come lo fai.
Si torna in baita, ci si cambia, si pranza e si resta intorno alla tavola a chiacchierare, bere e fare giochi in scatola. Qualcuno nel primo pomeriggio esce e va a camminare.
Siamo li rilassati in balia di un mezzo abbiocco post pranzo quando qualcuno dire: ‘io mi sa che vado a farmi un pisolino così stasera reggo di più’. Sento la frase e la elaboro lentamente, con calma. Poi mi si accende una lampadina e mi giro per comunicartela. Ti trovo a fissarmi con lo sguardo di chi ha già pensato la stessa cosa da diversi secondi e si chiede quanto tempo abbia bisogno io per arrivarci. “Eh scusa, sono in fase post pranzo anch’io!” provo a comunicarti senza parole.
Quindi del tutto ‘casualmente’ finisce che anche noi due decidiamo di andare a letto per essere ‘più riposati stasera’. Saliamo le scale e non faccio neanche finta di andare nel mio letto, ci sdraiamo l’uno accanto all’altro nel tuo e ci nascondiamo sotto le coperte.
Questa volta ci è permesso sorridere e ridere a bassa voce, visto che i suoni di quelli rimasti al piano di sotto a chiacchierare e giocare coprono i nostri rumori. Avvicino la mia bocca al tuo orecchio e ti sussurro: “togliti i vestiti…”. Ti allontani di qualche centimetro e ti mordi il labbro. Cosa che di per sé sarebbe già troppo difficile da elaborare… Per aggiunta mi guardi con quel tuo sguardo che mi mette a nudo anche se ho ancora i vestiti addosso. Entro nella fase: incomincio a non capire più niente.
E infatti non mi sorprendo e (anzi) ti aiuto mentre incominci a togliermi i vestiti (non avevo detto io a te di spogliati?… Non ricordo). Comunque ci togliamo entrambi i vestiti e restiamo completamente nudi, sul fianco uno di fronte all’altro, separati solo da un velo d’aria sotto le coperte. E poi come sotto la forza di una calamita invisibile, i nostri corpi incominciano a toccarsi: mani, gambe, pancia, petto, inguine… Tutto. E la sensazione del calore della tua pelle contro la mia è il colpo di grazia: ora di sicuro non capisco più niente.
Mentre i nostri corpi si accarezzano e si scaldano l’un l’altro, ci baciamo. Baci dolci, sorridenti e senza fretta.
Baci interrotti solo da sguardi ricchi di desiderio e piacere. Poi ti vedo guardarmi intensamente una frazione di secondo in più, per poi avvicinarti al mio orecchio e sussurrare ‘ho voglia di sentirti dentro di me’.
Passo direttamente nella fase: se ho mai capito qualcosa, ora di certo ho dimenticato tutto.
Chiudo gli occhi e assaporo il piacere di quelle parole per il tempo di un lungo respiro. Poi li riapro con l’obiettivo di sostituire quel piacere con il piacere reale di muovermi dentro di te. Le nostre gambe si intrecciano fino a trovare una posizione comoda e poi la tua mano mi aiuta a scivolare in te.
Calore. Morbidezza. Fusione.
La sensazione è troppo intensa e completa per riuscire a descriverla con parole più articolate.
Restiamo immobili un istante a fissarci. A fissare le nostre espressioni che hanno lasciato la spensieratezza di prima per lasciare il posto a una sensazione più profonda e intensa. Poi incominciamo a danzare assieme.
Le nostre bocche si avvicinano per respirare l’una l’aria dell’altra. Le nostre braccia stringono e abbracciano il corpo dell’altro per avvicinarci ancora di più… Poi accade.
Il nostro respiro diventa uno solo. Il nostro movimento si sincronizza su quello dell’altro. Il piacere si fonde e diventiamo per un istante un solo corpo unito nello stesso piacere.
E in quel momento tutto il mondo intorno a me scompare: non ci sono più le voci di quelli di sotto. Non c’è il timore di essere scoperti. Restiamo solo io, te e questo piacere.
…
Il ritmo aumenta costantemente mentre i nostri corpi inseguono la strada che li porterà là dove vogliono arrivare.
Però la posizione non ci permette di avere il ritmo che vogliamo e perdiamo la sincronizzazione.
Ti fermi e mi concedi attimi per riprendere fiato e sorriderci di nuovo. Ti sposti silenziosamente sull’altro fianco dandomi le spalle e ti metti comoda nella stretta delle mie braccia, con le nostre labbra ancora vicine. Un altro bacio prima di scivolare nuovamente dentro di te. Le mie mani raggiungono i tuoi seni e tu inizi a dare il ritmo di questa nuova danza dei nostri corpi.
Vengo catapultato immediatamente nel momento precedente, vivo le stesse sensazioni e ti stringo come a comunicarti ‘sei mia’. A comunicarti che io sono tuo.
Il ritmo aumenta e i nostri corpi diventano sempre più affamati di un orgasmo che sentono vicino. Ti stringo più forte i seni e ti sento contrarti. Sento le tue pareti stringermi e devo concentrarmi molto per non venire a mia volta. Continuo a muovermi lentamente fin che vedo la tua mano che stringe il lenzuolo allentare la presa. Esco da te e dolcemente ti faccio sdraiare sulla schiena. Mi metto a cavalcioni su di te e mentre ti bacio guido la tua mano sul mio pene. Bastano pochi movimenti e il mio piacere ricopre la tua pancia.
Mi stacco dalla tua bocca e ti guardo mentre sento gli ultimi brividi partire dai piedi e attraversarmi tutto il corpo prima di raggiungere il cervello.
E mi trovo a sorridere con te. Un sorriso puro e felice. Perché non importa se non sono sicuro di essere riuscito a controllare i suoni per non farci sentire. Non importa se non ho idea di come pulire ciò che ho combinato. Sono felice. Di una felicità inattaccabile da questi piccoli pensieri. E con gli occhi ti ringrazio per essere causa di tutto questo.
Ti bacio.
mipiacemordere@gmail.com
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