Insospettabile, scaltra, astuta ma soprattutto tanto, tanto zoccola!
di
La zoccola e il cornuto
genere
tradimenti
A mio avviso insospettabile è una definizione che dovrebbero dare gli altri. Non può essere autoreferenziale. Al limite, come nel caso della zoccola, si possono constatarne gli effetti. In questo caso è veramente incredibile che dopo dieci anni densi di carriera da vacca da monta, nessuno possa dubitare di lei.
Sto parlando di dieci anni nello stesso paese, vissuti nello stesso stabile, in pieno centro di una affollata cittadina, non in una villetta isolata di un paesino di campagna.
Ora la troia non lavora più, ma per un buon periodo iniziale ha lavorato in un negozio a un centinaio di metri dall’abitazione. E stiamo parlando di una cittadina dove una negoziante è conosciuta anche ai sassi. Quindi la zoccola non aveva, come tutti noi, solo dei parenti e degli amici ma anche uno stuolo impressionante di clienti o di semplici conoscenti, tanto che percorrendo i pochi passi da casa a lavoro non c’era persona che non incrociasse senza ricevere e dare un saluto.
E non stiamo raccontando degli episodi sporadici di sesso porco, ma di centinaia di incontri.
Il primo anno ne fece molti anche da sola e, non guidando, si rese subito necessario individuare un punto di incontro con il toro di turno. Fu la vacca a proporlo. Quando lo fece io stesso rimasi basito e dissi: “Ma sei matta! È troppo rischioso!”. Le dissi così perché la troia propose un parcheggio di una banca, a pochi metri da casa sua. Quanti metri? In linea d’aria una trentina. Contando i passi non più di duecento!
La vacca rispose con un: “Stai tranquillo! Nessuno dubiterà di me!” Che fosse già consapevole di essere insospettabile?
E successivamente ci furono gli incontri in casa. Centinaia di incontri con singoli, ma anche con gruppi interi di porci. In un appartamento di una palazzina in cui abitano amici, conoscenti, colleghi di lavoro e anche parenti!
Certo, ci vuole anche abilità e furbizia per depistare (me ne do il merito), infatti certi aspetti che possono apparire secondari, in realtà non lo sono affatto. Un banale esempio: mai far uscire di casa (dopo la monta) due tori in contemporanea. Mentre in ingresso vengono spesso scortati da me, in uscita non avrebbe senso. Detto questo è bene che escano uno alla volta. Il motivo? Secondo voi di cosa potrebbero parlare due porci dopo essersi gustati la troia? Immaginate d’estate, le finestre aperte e le voci che risuonano chiaramente. Troppo rischioso. Meglio uno alla volta. E questo è solo un esempio degli accorgimenti necessari per ridurre al minimo il rischio.
Ma, detto questo, è lei, come viene vista e percepita da tutti, che rende incredibile pensare che sia la protagonista di simili porcate!
A vostro avviso cosa rende insospettabile? A mio avviso è la combinazione di tre elementi: come veste, come si esprime e come si atteggia. E non per ultimo anche che lavoro fa. È evidente che certe impiegate di prestigiosi studi che si presentano a lavoro vestite sexy, qualche idea la danno. E forse anche volutamente.
I suoi vestiti invece sono sempre di taglio sportivo, ma non provocante. L’unico indumento aderente è l’immancabile jeans, per il resto veste sobriamente. Nessun cenno sexy. Ampie magliette con poca trasparenza, d’inverno ampi maglioni accompagnati sempre da giubbotti sportivi. Niente scarpe sexy quali stivaletti, ma comode scarpe da tennis.
Quando dialoga con dei conoscenti (la conoscono tutti) gli argomenti variano dagli indumenti stesi che ha dovuto correre per ritirare precipitosamente perché stava piovendo, all’eccesivo traffico, piuttosto che alla dieta che non riesce mai a fare.
Nel caso si incontri con le amiche ascolta quasi sempre in modo empatico ciò che hanno di nuovo da raccontare, facendo passare il messaggio che lei ha ben poco da dire.
Se l’argomento cade sul sesso lo affronta scherzosamente, come si fa tra amiche con frasi fatte tipo “oramai non mi ricordo più come si fa” oppure” sono troppo vecchia e stanca la sera”.
Il linguaggio è informale, ma mai esplicitamente volgare. Forse le scappa qualche intercalare tipo “cazzo” con troppa frequenza, ma oramai è una parola sdoganata anche nei consigli di amministrazione, figurarsi tra amici.
Ha sempre un’aria dimessa da casalinga, madre e moglie. Attenzione, non un’aria infelice, solo dimessa e tranquilla. Anche la modificata situazione lavorativa (in precedenza ha lavorato in un affollato negozio di paese) e ora la casalinga con qualche lavoretto estemporaneo, fa pensare a una seconda vita.
Dopo un primo matrimonio andato male, ecco la seconda serena opportunità di rifarsi una vita.
Detto questo la puttana non esita a ritagliarsi anche una immagine ingenua. Non è raro che descrivendo una piccola fregatura dica: “Ma io sono una cogliona. Mi faccio sempre fregare”.
Anche nel descrivere la prima vita (primo marito) non è raro che si sfoghi con un: “Ero sottomessa. Ho sempre abbassato la testa!” (e siccome quando sono presente anch’io sono sempre io a tenere banco) le amiche in questione le ribattono scherzosamente (solo in parte): “Si. Però stai attenta adesso a non farti intortare una seconda volta!”. Al che la vacca sorride e ribadisce: “Se una nasce cogliona, muore cogliona!! Però ci provo a non farmi sfregare una seconda volta!”
Tutto questo ha contribuito a rendere la sua immagine assolutamente insospettabile a tal punto che, il primo anno, venne intravista in motel. Era un pomeriggio in quanto la vacca non accettava solo incontri serali, ma anche nel primo pomeriggio, durante la pausa in cui il negozio era chiuso.
L’amichetta aveva una relazione extra coniugale, relazione che teneva banco nelle mattinate in cui si ritrovavano al bar per un caffè. La vacca ascoltava in silenzio, senza commentare, se non quando le veniva chiesta una opinione. Era il periodo d’oro in cui la puttana usciva con singoli e anche con gruppi di porci.
Tornando a quell’episodio l’amica intravide la puttana a una distanza tale che non avrebbe mai dovuto aver alcun dubbio.! Nel racconto precedente ho descritto fisicamente la zoccola, e non ha certo un fisico che si possa scambiare per un altro. Per non parlare del colore dei capelli di quel periodo.
Nonostante ciò, l’amica scartò l’ipotesi di aver visto bene. Non credette nemmeno a quello che aveva visto, tanto che le disse:” Sai che hai una sosia? Sembravi proprio tu! Poi mi sono detta che cazzo ci potessi fare tu in motel! Tu hai quel tuo nuovo amore che abita lontano. Stai attenta tu, piuttosto! Che lui non lo controlla nessuno!”
La vacca non si scompose, sorrise e prese atto dicendomi che, dal successivo incontro, avrebbe cambiato motel.
Con questo gruppo di amiche (in particolare con questa) ha avuto sempre un duplice rapporto. Le ascolta pazientemente assecondandole nei pensieri. Sessualmente (parole sue) le considera delle “fighe di legno” che a suo avviso “fanno solo scena” aggiungendo: “Mi piacerebbe vederle alle prese con cinque o sei tori (li cita). Scaperebbero scandalizzate! Sono capaci di farsi solo selfie tirando fuori il culo. Solo scena!”
In realtà la zoccola è molto altro. Facciamo parlare le situazioni.
Ha sempre sotto controllo il quadro generale della situazione. Lo ha sempre avuto.
Come dicevo, il primo anno fu un delirio di porcate delle quali la stragrande maggioranza fatte da sola, senza la mia presenza. Non ci fu mai un rifiuto, a nessuna proposta. Mai un dubbio. A mio avviso si prendeva dei rischi eccessivi ma lei mi tranquillizzava con un “non se ne accorgerà nessuno”.
In una circostanza ipotizzai che venisse scoperta e rabbrividii. Quando glielo dissi lei commentò con un: “Sarebbe un disastro. Ma comunque penseranno che sia colpa tua. Sei arrivato tu e io ho cominciato a fare la troia. Non può essere un caso!”.
Avete capito l’ingenua?! Si era già trovato l’alibi. Una povera donna che per amore fa cose che non avrebbe mai fatto spontaneamente!
La dimostrazione definitiva della sua finta ingenuità, della sua scaltrezza e furbizia ha il suo clou alla conclusione del primo anno. Sicuramente ne ho già parlato ma è talmente significativa della sua malizia che non si può trascurare.
È quasi un anno che siamo insieme. Ormai la zoccola è navigatissima ed è ultra-ricercata. In un anno ha scalato le classifiche di feedback, fino ad essere nelle top. Da lì a qualche mese sarà in testa! E parliamo di un sito con migliaia di iscritti.
Siamo sotto le feste natalizie, si libera casa di mamma dove la troia vive da quando ha lasciato la casa familiare. La mamma si assenta per tre giorni e io arriverò esattamente il giorno che mamma partirà.
È la vacca a propormi di incontrare a casa di mamma! Nello stesso letto! Tra le foto dei figli della troia (quindi i nipoti della vecchietta) e dei vari parenti. Inoltre, mammina tiene ancora in bella vista la foto del giorno di matrimonio con il primo marito.
Il motivo per il quale voleva fare in questo modo era dovuto al fatto che finalmente avrebbe provato a prendere i cazzi nel modo che sognava da tempo: nel letto, bendata e pronta. Cosa che non le era stata possibile fino in quel momento.
Questo programmino della zoccola avrebbe comportato dei grandi rischi, almeno dal mio punto di vista, in quanto casa di mamma era in baricentro di conoscenze, amicizie e varie tipologie di parentela. A mio avviso troppo rischioso!
È lei lucidamente e con candore a dirmi: “Ma, amore mio. Ci sei anche tu! Tu vai incontro ai tori e li porti in casa. Anche se verrai notato, al massimo potranno pensare che sia un tuo amico di vecchia data, che non rivedi da tempo, e che, invece di andare al bar, lo porti in casa! Nessuno penserà altro che questo!”
Il letto di mammina vide nelle tre sere come protagonista la zoccola, con altrettanti tre tori diversi. Uno per ogni sera!
Non fu l’unico episodio di furbizia nei miei confronti.
Era già accaduto qualche mese prima quando decisi di scaricarla. La vacca infatti aveva esagerato! Mi riferisco alla gang in cui era uscita con tre porci senza la mia presenza.
Uscì di casa verginissima di culo e rientrò da grande rotta in culo, non perdendo, da subito, l’occasione per provare anche una bella tripla penetrazione. E facendosi fotografare e filmare senza timori.
Io la mollai. Lei mi raggiunse il giorno successivo a casa mia e impiega poco a farmi cambiare idea.
Quando il tutto è ricomposto dice: “Amore mio, ho deciso che non gioco più (nell’ambiente si usa dire giocare). Ci tengo troppo a te!”. Fin qui sarebbe tutto ok. Ci sta. Potrebbe essere anche una decisone logica.
Poi una piccola pausa e aggiunge un sibillino:” Se vorrai iniziare di nuovo, più avanti, ne possiamo riparlare, ma solo se vuoi tu !!!”
Avete capito il senso? Come dire, guarda che smetto per fare un piacere a te! Per me non ci sarebbe alcun problema a continuare!!! Come dire anche: sei tu che non reggi la situazione, non io!!
In quel momento io la avrei vissuta come una sconfitta, quindi trovammo un compromesso, la vacca avrebbe continuato i suoi incontri, ma solo con un toro alla volta. Le gang sarebbero avvenute solo in mia presenza.
Inoltre, ripete spesso sia in pubblico che a me “Io non dico mai le bugie!”.
Ovviamente non è vero, ma la sua vera maestria non è essere bugiarda, bensì omettere quello che non le garba dire in quel momento. Quando viene scoperta la sua reazione è irridente e anche irritante con i suoi: “Beh. Mica me lo hai chiesto! Se me lo avessi chiesto te lo avrei detto!”
Sulla omissione è sufficiente citare un episodio del primo anno.
La vacca, in quel periodo, è nel pieno delle montate; infatti sono già nove mesi che prende cazzi a ripetizione.
Gli incontri da sola si succedono con buona cadenza, anche un paio a settimana e sempre con tori nuovi. Io la raggiungo mediamente una volta al mese e porto con me una “dote”, cioè alcune gang già organizzate da tenersi al sabato sera.
Detto questo oramai siamo una coppia più che consolidata sia per le amiche e i parenti. Solo il marito pare ignorare la mia esistenza (figurarsi quella dei porci!) tanto che continua a inseguire la troia con delle attenzioni. Una di queste consiste nel dare alla vacca mezza giornata di libertà al sabato pomeriggio. Io in genere arrivo, per l’appunto al sabato mattino.
Il problema (non per la vacca ovviamente) è che qualche toro si rende disponibile giusto il sabato pomeriggio.
Considerando che non ci vediamo da un mese, secondo voi la vacca rinuncia all’incontro del sabato o meno? Bravi. Avete indovinato: non ci pensa nemmeno a rinunciare! Se il marito, con il quale condividevo le corna, avesse saputo come impiegava quel tempo libero!!!
Sovviene subito un problema. Dove posso stare io durante la monta? In casa no di certo, perché sono ospite e andrebbe giustificato il motivo per cui io sono in casa e la zoccola no.
Qualche pomeriggio lo passai vagando per il paese, con una scusa già concordata con la vacca, nel caso qualche amichetta o parente mi avesse visto da solo.
Quel sabato pomeriggio l’offerta di monta arriva da un toro che (dal punto di vista della puttana) è irrinunciabile.
Un top toro. Uno dei tre che all’epoca veniva conteso da tutte le vacche. E il fatto che fosse lui a proporsi la dice lunga sulla fama che la puttana aveva raggiunto in pochi mesi.
Avendo tanta richiesta è lui a porre le condizioni. Niente profilattico, tutto a pelle. Nessuna telefonata e niente foto. Sarebbe passato a prendere la vacca e la avrebbe portata in un appartamento dedicato alle monte. Quindi la avrebbe riaccompagnata.
In quella circostanza fu la troia a dirmi: “Tanto non puoi chiamare. Tanto vale che vai al cinema e ti vedi un film. Così eviti di incrociare qualcuno che ci conosce, poi se vedi un film è sempre una buona scusa quando ci chiedono dove andiamo di solito”. Come sempre, la vacca aveva pensato a tutto.
Io obbedientemente vado al cinema. Quando torno la troia è di ritorno. Le chiedo come sia andata e per tutta risposta si lecca la lingua accompagnando con un:” Ti dico stasera quando saremo soli!”
Il problema è che saremo soli molto tardi, in quanto il programma prevede la cenetta con la mamma e al momento dell’uscita la mamma chiede:” Dove andate di bello?”
Io rispondo:” Al cinema”. In realtà la destinazione in quel caso fu uno scantinato in cui la aspettavano sei porci.
Quindi, di fatto, prima di scoparla (sottolineo nuovamente il fatto che non ci vediamo da un mese) mi devo mettere in coda.
Avviene la gang. Rientriamo a casa e quando mamma dorme, le chiedo anche dell’incontro avvenuto nel pomeriggio. Mi dice che era un gran pezzo di maschio. Moro, atletico e altro. Intorno ai trentacinque anni, molto attraente. Ha il cazzo enorme e durissimo, sborra molto ed è un vero martello soprattutto nell’inculare.
Non aveva mentito su nessun aspetto, peccato che si fosse “dimenticata” di aggiungere qualche “dettaglio”. Non mi dilungo su come seppi la vera storia (in seguito confermata in ogni aspetto dalla vacca).
La zoccola sale in auto insieme al porco. Lui durante il viaggio mi apostrofa come cornuto. La vacca, seppur con poca convinzione, gli dice che più che cornuto sono un complice.
Entrano in casa del porco, un calice di vino e subito in camera.
La vacca era abituata a gestire le situazioni di bocca ma capisce subito di non avere di fronte un toro qualsiasi, ma un vero porco dominante. Lui le immobilizza le mani e le scopa la bocca con decisione.
Quando ritiene che sia arrivato il momento la mette alla pecorina e glielo pianta in culo con violenza e decisione! Il cazzo è enorme e durissimo e la vacca lo apprezza parecchio. Lui la tratta da vera puttana, anche a parole. Ma, com’ è risaputo, la vacca gradisce quel genere di trattamento.
L’inculata si protrae da parecchio e la vacca comincia ad avere la figa gonfia di sangue dalla voglia di provarlo anche in figa. Dapprima lo dice al porco, poi quasi lo implora.
Quando il porco ribalta la troia a testa su lei si dice, tra se e se, un bel “finalmente lo provo in figa!” In realtà il porco le alza le gambe e glielo schiaffa di nuovo in culo! A quel punto la vacca lo implora di brutto con dei “Ti prego lo voglio in figa…lo voglio in figa…sto impazzendo!”
Il porco la guarda in viso e le dice: “Te lo metto in figa solo se dici che il tuo uomo è un cornuto!” La puttana è scaltra, capisce che non sta scherzando. Solo recentemente mi dirà: “Mi è costato poco dirlo. Tanto lo eri veramente!”
Nessuna titubanza. Nessun indugio. Al porco sarebbe bastato un semplice “cornuto” ma la puttana ci mise il carico con “E’ un cornutone! È il re dei cornuti!”
Il porco, come da accordi, la accontentò e appena la troia lo ebbe in figa emise delle urla di goduria che la avranno sicuramente sentita in tutto lo stabile!
Ma il porco non smette di essere un dominante. Quindi quando arriva il momento di venire lo fa come gradisce lui. La mette in ginocchio, le ordina di tirare fuori la lingua e di osservarlo attentamente in viso mentre lui le sborra copiosamente sulla lingua.
Quindi le ordina un: “Adesso puoi bere! Troia”. E la vacca esegue.
Il copione, almeno secondo il porco, prevederebbe un altro calice di vino e poi riaccompagnare a casa la troia.
Ma la vacca non è della stessa idea. Quel modo di scopare ha rappresentato per lei una sfida e non è ancora sazia. In compenso ora conosce il punto debole del porco!
Sono in sala, lei pare distratta dagli oggetti quando comincia a parlare. Lo fa in tono confidenziale. Dapprima dicendo “In realtà i cornuti sono due! Uno a lavoro e altro è al cinema!”. La vacca dirà che dall’espressione del toro capì che aveva colto nel segno.
Quindi fu un crescendo di racconti sulla sua incredibile storia. Si soffermò sul fatto che il culo non glielo ruppe il marito e nemmeno il sottoscritto bensì alcuni porci presenti nel sito. E la frase “I due cornutoni” comparve molte volte sulla sua bocca.
Non servì molto altro per far tornare al toro il cazzo duro come un marmo!
Fu a quel punto che si ribaltarono i ruoli. Il porco avrebbe voluto riportarla in camera, ma fu la vacca a dire: “Ora facciamo come dico io!”. Lui era seduto sul divano e lei gli intimò di restare lì. Gli andò a cavallo e inizio una interminabile cavalcata che le fece raggiungere altri orgasmi.
Quando fu il momento finale la zoccola disse: “Adesso sborri come piace a me! “Si mise in ginocchio e lo lavorò per bene fino alla seconda bevuta, stavolta mentre lo aveva tutto in bocca. Solo dopo questo venne riaccompagnata a casa.
Ora ditemi voi: queste omissioni, sono trascurabili? Sono solo dettagli? Ovviamente la puttana si “dimenticò” di rivelarmele in quanto aveva la certezza che non avrei gradito essere apostrofato come cornuto.
Un altro aspetto in cui è maestra a depistare è la decisione. Non è inconsueto che dica alle amiche: “Spesso sono indecisa”. Al che le amiche non aspettano altro che darle dei consigli non richiesti.
Quando si trattò di comportarsi da troia invece pare che la decisione non le mancò!
Fin dai primi momenti. In nessuna situazione, tanto da rendere increduli sia me, ma soprattutto tori da monta molto scafati.
Non ebbe alcuna titubanza quando le proposi di iscriverci ad un sito porco. Ed eravamo solo al nostro secondo incontro. Nessun dubbio a farsi fotografare per realizzare il profilo. In mezz’ora era pronto.
Quando, al terzo incontro, le proposi di andare in un club prive non ebbe la minima titubanza e rispose con un sì convinto. Io arrivavo, tempo prima, da alcune esperienze con la mia prima moglie e ricordo che impiegai mesi solo a convincerla ad entrare in un privè. Solo per curiosità, senza alcun impegno.
La zoccola non solo accetta al volo, ma una volta dentro non ha alcuna titubanza a farsi montare da tre ragazzini. Tre ombre nel buio.
Come non ebbe alcuna (ma veramente alcuna!) titubanza ad uscire da sola quando ci rendemmo conto che io non potevo essere presente. Per descrivere l’incredibilità della situazione cito l’esempio della seconda uscita. Quella con i quattro porci.
Quando si propose il referente del gruppo lui non poteva sapere che io e la puttana eravamo distanti, pensava quindi di fare una offerta per una coppia. Quando gli spiegai la situazione lui stesso credette che non fosse il caso di insistere, tanto che mi disse che avremmo potuto fare in altri tempi, quando ci sarebbe stata la mia presenza. Anche io reputavo non fosse possibile ma chiesi del tempo adducendo che avrei fatto scegliere alla troia se era il caso che uscisse da sola. Eravamo entrambi talmente certi che non avrebbe accettato, da congedarsi con una sorta di silenzio assenso del tipo “se non mi senti è perché ha rifiutato”.
Il tempo di contattare la vacca e dovetti richiamare il porco (incredulo!) dicendogli che la vacca non solo aveva accettato, ma aveva aggiunto alcune incredibili richieste molto porche!
Altro che “Spesso sono indecisa” detto all’amica!!!
Una vera e propria doppia vita: ufficialmente da mogliettina e madre premurosa, in realtà. da autentica vacca da monta!
Sto parlando di dieci anni nello stesso paese, vissuti nello stesso stabile, in pieno centro di una affollata cittadina, non in una villetta isolata di un paesino di campagna.
Ora la troia non lavora più, ma per un buon periodo iniziale ha lavorato in un negozio a un centinaio di metri dall’abitazione. E stiamo parlando di una cittadina dove una negoziante è conosciuta anche ai sassi. Quindi la zoccola non aveva, come tutti noi, solo dei parenti e degli amici ma anche uno stuolo impressionante di clienti o di semplici conoscenti, tanto che percorrendo i pochi passi da casa a lavoro non c’era persona che non incrociasse senza ricevere e dare un saluto.
E non stiamo raccontando degli episodi sporadici di sesso porco, ma di centinaia di incontri.
Il primo anno ne fece molti anche da sola e, non guidando, si rese subito necessario individuare un punto di incontro con il toro di turno. Fu la vacca a proporlo. Quando lo fece io stesso rimasi basito e dissi: “Ma sei matta! È troppo rischioso!”. Le dissi così perché la troia propose un parcheggio di una banca, a pochi metri da casa sua. Quanti metri? In linea d’aria una trentina. Contando i passi non più di duecento!
La vacca rispose con un: “Stai tranquillo! Nessuno dubiterà di me!” Che fosse già consapevole di essere insospettabile?
E successivamente ci furono gli incontri in casa. Centinaia di incontri con singoli, ma anche con gruppi interi di porci. In un appartamento di una palazzina in cui abitano amici, conoscenti, colleghi di lavoro e anche parenti!
Certo, ci vuole anche abilità e furbizia per depistare (me ne do il merito), infatti certi aspetti che possono apparire secondari, in realtà non lo sono affatto. Un banale esempio: mai far uscire di casa (dopo la monta) due tori in contemporanea. Mentre in ingresso vengono spesso scortati da me, in uscita non avrebbe senso. Detto questo è bene che escano uno alla volta. Il motivo? Secondo voi di cosa potrebbero parlare due porci dopo essersi gustati la troia? Immaginate d’estate, le finestre aperte e le voci che risuonano chiaramente. Troppo rischioso. Meglio uno alla volta. E questo è solo un esempio degli accorgimenti necessari per ridurre al minimo il rischio.
Ma, detto questo, è lei, come viene vista e percepita da tutti, che rende incredibile pensare che sia la protagonista di simili porcate!
A vostro avviso cosa rende insospettabile? A mio avviso è la combinazione di tre elementi: come veste, come si esprime e come si atteggia. E non per ultimo anche che lavoro fa. È evidente che certe impiegate di prestigiosi studi che si presentano a lavoro vestite sexy, qualche idea la danno. E forse anche volutamente.
I suoi vestiti invece sono sempre di taglio sportivo, ma non provocante. L’unico indumento aderente è l’immancabile jeans, per il resto veste sobriamente. Nessun cenno sexy. Ampie magliette con poca trasparenza, d’inverno ampi maglioni accompagnati sempre da giubbotti sportivi. Niente scarpe sexy quali stivaletti, ma comode scarpe da tennis.
Quando dialoga con dei conoscenti (la conoscono tutti) gli argomenti variano dagli indumenti stesi che ha dovuto correre per ritirare precipitosamente perché stava piovendo, all’eccesivo traffico, piuttosto che alla dieta che non riesce mai a fare.
Nel caso si incontri con le amiche ascolta quasi sempre in modo empatico ciò che hanno di nuovo da raccontare, facendo passare il messaggio che lei ha ben poco da dire.
Se l’argomento cade sul sesso lo affronta scherzosamente, come si fa tra amiche con frasi fatte tipo “oramai non mi ricordo più come si fa” oppure” sono troppo vecchia e stanca la sera”.
Il linguaggio è informale, ma mai esplicitamente volgare. Forse le scappa qualche intercalare tipo “cazzo” con troppa frequenza, ma oramai è una parola sdoganata anche nei consigli di amministrazione, figurarsi tra amici.
Ha sempre un’aria dimessa da casalinga, madre e moglie. Attenzione, non un’aria infelice, solo dimessa e tranquilla. Anche la modificata situazione lavorativa (in precedenza ha lavorato in un affollato negozio di paese) e ora la casalinga con qualche lavoretto estemporaneo, fa pensare a una seconda vita.
Dopo un primo matrimonio andato male, ecco la seconda serena opportunità di rifarsi una vita.
Detto questo la puttana non esita a ritagliarsi anche una immagine ingenua. Non è raro che descrivendo una piccola fregatura dica: “Ma io sono una cogliona. Mi faccio sempre fregare”.
Anche nel descrivere la prima vita (primo marito) non è raro che si sfoghi con un: “Ero sottomessa. Ho sempre abbassato la testa!” (e siccome quando sono presente anch’io sono sempre io a tenere banco) le amiche in questione le ribattono scherzosamente (solo in parte): “Si. Però stai attenta adesso a non farti intortare una seconda volta!”. Al che la vacca sorride e ribadisce: “Se una nasce cogliona, muore cogliona!! Però ci provo a non farmi sfregare una seconda volta!”
Tutto questo ha contribuito a rendere la sua immagine assolutamente insospettabile a tal punto che, il primo anno, venne intravista in motel. Era un pomeriggio in quanto la vacca non accettava solo incontri serali, ma anche nel primo pomeriggio, durante la pausa in cui il negozio era chiuso.
L’amichetta aveva una relazione extra coniugale, relazione che teneva banco nelle mattinate in cui si ritrovavano al bar per un caffè. La vacca ascoltava in silenzio, senza commentare, se non quando le veniva chiesta una opinione. Era il periodo d’oro in cui la puttana usciva con singoli e anche con gruppi di porci.
Tornando a quell’episodio l’amica intravide la puttana a una distanza tale che non avrebbe mai dovuto aver alcun dubbio.! Nel racconto precedente ho descritto fisicamente la zoccola, e non ha certo un fisico che si possa scambiare per un altro. Per non parlare del colore dei capelli di quel periodo.
Nonostante ciò, l’amica scartò l’ipotesi di aver visto bene. Non credette nemmeno a quello che aveva visto, tanto che le disse:” Sai che hai una sosia? Sembravi proprio tu! Poi mi sono detta che cazzo ci potessi fare tu in motel! Tu hai quel tuo nuovo amore che abita lontano. Stai attenta tu, piuttosto! Che lui non lo controlla nessuno!”
La vacca non si scompose, sorrise e prese atto dicendomi che, dal successivo incontro, avrebbe cambiato motel.
Con questo gruppo di amiche (in particolare con questa) ha avuto sempre un duplice rapporto. Le ascolta pazientemente assecondandole nei pensieri. Sessualmente (parole sue) le considera delle “fighe di legno” che a suo avviso “fanno solo scena” aggiungendo: “Mi piacerebbe vederle alle prese con cinque o sei tori (li cita). Scaperebbero scandalizzate! Sono capaci di farsi solo selfie tirando fuori il culo. Solo scena!”
In realtà la zoccola è molto altro. Facciamo parlare le situazioni.
Ha sempre sotto controllo il quadro generale della situazione. Lo ha sempre avuto.
Come dicevo, il primo anno fu un delirio di porcate delle quali la stragrande maggioranza fatte da sola, senza la mia presenza. Non ci fu mai un rifiuto, a nessuna proposta. Mai un dubbio. A mio avviso si prendeva dei rischi eccessivi ma lei mi tranquillizzava con un “non se ne accorgerà nessuno”.
In una circostanza ipotizzai che venisse scoperta e rabbrividii. Quando glielo dissi lei commentò con un: “Sarebbe un disastro. Ma comunque penseranno che sia colpa tua. Sei arrivato tu e io ho cominciato a fare la troia. Non può essere un caso!”.
Avete capito l’ingenua?! Si era già trovato l’alibi. Una povera donna che per amore fa cose che non avrebbe mai fatto spontaneamente!
La dimostrazione definitiva della sua finta ingenuità, della sua scaltrezza e furbizia ha il suo clou alla conclusione del primo anno. Sicuramente ne ho già parlato ma è talmente significativa della sua malizia che non si può trascurare.
È quasi un anno che siamo insieme. Ormai la zoccola è navigatissima ed è ultra-ricercata. In un anno ha scalato le classifiche di feedback, fino ad essere nelle top. Da lì a qualche mese sarà in testa! E parliamo di un sito con migliaia di iscritti.
Siamo sotto le feste natalizie, si libera casa di mamma dove la troia vive da quando ha lasciato la casa familiare. La mamma si assenta per tre giorni e io arriverò esattamente il giorno che mamma partirà.
È la vacca a propormi di incontrare a casa di mamma! Nello stesso letto! Tra le foto dei figli della troia (quindi i nipoti della vecchietta) e dei vari parenti. Inoltre, mammina tiene ancora in bella vista la foto del giorno di matrimonio con il primo marito.
Il motivo per il quale voleva fare in questo modo era dovuto al fatto che finalmente avrebbe provato a prendere i cazzi nel modo che sognava da tempo: nel letto, bendata e pronta. Cosa che non le era stata possibile fino in quel momento.
Questo programmino della zoccola avrebbe comportato dei grandi rischi, almeno dal mio punto di vista, in quanto casa di mamma era in baricentro di conoscenze, amicizie e varie tipologie di parentela. A mio avviso troppo rischioso!
È lei lucidamente e con candore a dirmi: “Ma, amore mio. Ci sei anche tu! Tu vai incontro ai tori e li porti in casa. Anche se verrai notato, al massimo potranno pensare che sia un tuo amico di vecchia data, che non rivedi da tempo, e che, invece di andare al bar, lo porti in casa! Nessuno penserà altro che questo!”
Il letto di mammina vide nelle tre sere come protagonista la zoccola, con altrettanti tre tori diversi. Uno per ogni sera!
Non fu l’unico episodio di furbizia nei miei confronti.
Era già accaduto qualche mese prima quando decisi di scaricarla. La vacca infatti aveva esagerato! Mi riferisco alla gang in cui era uscita con tre porci senza la mia presenza.
Uscì di casa verginissima di culo e rientrò da grande rotta in culo, non perdendo, da subito, l’occasione per provare anche una bella tripla penetrazione. E facendosi fotografare e filmare senza timori.
Io la mollai. Lei mi raggiunse il giorno successivo a casa mia e impiega poco a farmi cambiare idea.
Quando il tutto è ricomposto dice: “Amore mio, ho deciso che non gioco più (nell’ambiente si usa dire giocare). Ci tengo troppo a te!”. Fin qui sarebbe tutto ok. Ci sta. Potrebbe essere anche una decisone logica.
Poi una piccola pausa e aggiunge un sibillino:” Se vorrai iniziare di nuovo, più avanti, ne possiamo riparlare, ma solo se vuoi tu !!!”
Avete capito il senso? Come dire, guarda che smetto per fare un piacere a te! Per me non ci sarebbe alcun problema a continuare!!! Come dire anche: sei tu che non reggi la situazione, non io!!
In quel momento io la avrei vissuta come una sconfitta, quindi trovammo un compromesso, la vacca avrebbe continuato i suoi incontri, ma solo con un toro alla volta. Le gang sarebbero avvenute solo in mia presenza.
Inoltre, ripete spesso sia in pubblico che a me “Io non dico mai le bugie!”.
Ovviamente non è vero, ma la sua vera maestria non è essere bugiarda, bensì omettere quello che non le garba dire in quel momento. Quando viene scoperta la sua reazione è irridente e anche irritante con i suoi: “Beh. Mica me lo hai chiesto! Se me lo avessi chiesto te lo avrei detto!”
Sulla omissione è sufficiente citare un episodio del primo anno.
La vacca, in quel periodo, è nel pieno delle montate; infatti sono già nove mesi che prende cazzi a ripetizione.
Gli incontri da sola si succedono con buona cadenza, anche un paio a settimana e sempre con tori nuovi. Io la raggiungo mediamente una volta al mese e porto con me una “dote”, cioè alcune gang già organizzate da tenersi al sabato sera.
Detto questo oramai siamo una coppia più che consolidata sia per le amiche e i parenti. Solo il marito pare ignorare la mia esistenza (figurarsi quella dei porci!) tanto che continua a inseguire la troia con delle attenzioni. Una di queste consiste nel dare alla vacca mezza giornata di libertà al sabato pomeriggio. Io in genere arrivo, per l’appunto al sabato mattino.
Il problema (non per la vacca ovviamente) è che qualche toro si rende disponibile giusto il sabato pomeriggio.
Considerando che non ci vediamo da un mese, secondo voi la vacca rinuncia all’incontro del sabato o meno? Bravi. Avete indovinato: non ci pensa nemmeno a rinunciare! Se il marito, con il quale condividevo le corna, avesse saputo come impiegava quel tempo libero!!!
Sovviene subito un problema. Dove posso stare io durante la monta? In casa no di certo, perché sono ospite e andrebbe giustificato il motivo per cui io sono in casa e la zoccola no.
Qualche pomeriggio lo passai vagando per il paese, con una scusa già concordata con la vacca, nel caso qualche amichetta o parente mi avesse visto da solo.
Quel sabato pomeriggio l’offerta di monta arriva da un toro che (dal punto di vista della puttana) è irrinunciabile.
Un top toro. Uno dei tre che all’epoca veniva conteso da tutte le vacche. E il fatto che fosse lui a proporsi la dice lunga sulla fama che la puttana aveva raggiunto in pochi mesi.
Avendo tanta richiesta è lui a porre le condizioni. Niente profilattico, tutto a pelle. Nessuna telefonata e niente foto. Sarebbe passato a prendere la vacca e la avrebbe portata in un appartamento dedicato alle monte. Quindi la avrebbe riaccompagnata.
In quella circostanza fu la troia a dirmi: “Tanto non puoi chiamare. Tanto vale che vai al cinema e ti vedi un film. Così eviti di incrociare qualcuno che ci conosce, poi se vedi un film è sempre una buona scusa quando ci chiedono dove andiamo di solito”. Come sempre, la vacca aveva pensato a tutto.
Io obbedientemente vado al cinema. Quando torno la troia è di ritorno. Le chiedo come sia andata e per tutta risposta si lecca la lingua accompagnando con un:” Ti dico stasera quando saremo soli!”
Il problema è che saremo soli molto tardi, in quanto il programma prevede la cenetta con la mamma e al momento dell’uscita la mamma chiede:” Dove andate di bello?”
Io rispondo:” Al cinema”. In realtà la destinazione in quel caso fu uno scantinato in cui la aspettavano sei porci.
Quindi, di fatto, prima di scoparla (sottolineo nuovamente il fatto che non ci vediamo da un mese) mi devo mettere in coda.
Avviene la gang. Rientriamo a casa e quando mamma dorme, le chiedo anche dell’incontro avvenuto nel pomeriggio. Mi dice che era un gran pezzo di maschio. Moro, atletico e altro. Intorno ai trentacinque anni, molto attraente. Ha il cazzo enorme e durissimo, sborra molto ed è un vero martello soprattutto nell’inculare.
Non aveva mentito su nessun aspetto, peccato che si fosse “dimenticata” di aggiungere qualche “dettaglio”. Non mi dilungo su come seppi la vera storia (in seguito confermata in ogni aspetto dalla vacca).
La zoccola sale in auto insieme al porco. Lui durante il viaggio mi apostrofa come cornuto. La vacca, seppur con poca convinzione, gli dice che più che cornuto sono un complice.
Entrano in casa del porco, un calice di vino e subito in camera.
La vacca era abituata a gestire le situazioni di bocca ma capisce subito di non avere di fronte un toro qualsiasi, ma un vero porco dominante. Lui le immobilizza le mani e le scopa la bocca con decisione.
Quando ritiene che sia arrivato il momento la mette alla pecorina e glielo pianta in culo con violenza e decisione! Il cazzo è enorme e durissimo e la vacca lo apprezza parecchio. Lui la tratta da vera puttana, anche a parole. Ma, com’ è risaputo, la vacca gradisce quel genere di trattamento.
L’inculata si protrae da parecchio e la vacca comincia ad avere la figa gonfia di sangue dalla voglia di provarlo anche in figa. Dapprima lo dice al porco, poi quasi lo implora.
Quando il porco ribalta la troia a testa su lei si dice, tra se e se, un bel “finalmente lo provo in figa!” In realtà il porco le alza le gambe e glielo schiaffa di nuovo in culo! A quel punto la vacca lo implora di brutto con dei “Ti prego lo voglio in figa…lo voglio in figa…sto impazzendo!”
Il porco la guarda in viso e le dice: “Te lo metto in figa solo se dici che il tuo uomo è un cornuto!” La puttana è scaltra, capisce che non sta scherzando. Solo recentemente mi dirà: “Mi è costato poco dirlo. Tanto lo eri veramente!”
Nessuna titubanza. Nessun indugio. Al porco sarebbe bastato un semplice “cornuto” ma la puttana ci mise il carico con “E’ un cornutone! È il re dei cornuti!”
Il porco, come da accordi, la accontentò e appena la troia lo ebbe in figa emise delle urla di goduria che la avranno sicuramente sentita in tutto lo stabile!
Ma il porco non smette di essere un dominante. Quindi quando arriva il momento di venire lo fa come gradisce lui. La mette in ginocchio, le ordina di tirare fuori la lingua e di osservarlo attentamente in viso mentre lui le sborra copiosamente sulla lingua.
Quindi le ordina un: “Adesso puoi bere! Troia”. E la vacca esegue.
Il copione, almeno secondo il porco, prevederebbe un altro calice di vino e poi riaccompagnare a casa la troia.
Ma la vacca non è della stessa idea. Quel modo di scopare ha rappresentato per lei una sfida e non è ancora sazia. In compenso ora conosce il punto debole del porco!
Sono in sala, lei pare distratta dagli oggetti quando comincia a parlare. Lo fa in tono confidenziale. Dapprima dicendo “In realtà i cornuti sono due! Uno a lavoro e altro è al cinema!”. La vacca dirà che dall’espressione del toro capì che aveva colto nel segno.
Quindi fu un crescendo di racconti sulla sua incredibile storia. Si soffermò sul fatto che il culo non glielo ruppe il marito e nemmeno il sottoscritto bensì alcuni porci presenti nel sito. E la frase “I due cornutoni” comparve molte volte sulla sua bocca.
Non servì molto altro per far tornare al toro il cazzo duro come un marmo!
Fu a quel punto che si ribaltarono i ruoli. Il porco avrebbe voluto riportarla in camera, ma fu la vacca a dire: “Ora facciamo come dico io!”. Lui era seduto sul divano e lei gli intimò di restare lì. Gli andò a cavallo e inizio una interminabile cavalcata che le fece raggiungere altri orgasmi.
Quando fu il momento finale la zoccola disse: “Adesso sborri come piace a me! “Si mise in ginocchio e lo lavorò per bene fino alla seconda bevuta, stavolta mentre lo aveva tutto in bocca. Solo dopo questo venne riaccompagnata a casa.
Ora ditemi voi: queste omissioni, sono trascurabili? Sono solo dettagli? Ovviamente la puttana si “dimenticò” di rivelarmele in quanto aveva la certezza che non avrei gradito essere apostrofato come cornuto.
Un altro aspetto in cui è maestra a depistare è la decisione. Non è inconsueto che dica alle amiche: “Spesso sono indecisa”. Al che le amiche non aspettano altro che darle dei consigli non richiesti.
Quando si trattò di comportarsi da troia invece pare che la decisione non le mancò!
Fin dai primi momenti. In nessuna situazione, tanto da rendere increduli sia me, ma soprattutto tori da monta molto scafati.
Non ebbe alcuna titubanza quando le proposi di iscriverci ad un sito porco. Ed eravamo solo al nostro secondo incontro. Nessun dubbio a farsi fotografare per realizzare il profilo. In mezz’ora era pronto.
Quando, al terzo incontro, le proposi di andare in un club prive non ebbe la minima titubanza e rispose con un sì convinto. Io arrivavo, tempo prima, da alcune esperienze con la mia prima moglie e ricordo che impiegai mesi solo a convincerla ad entrare in un privè. Solo per curiosità, senza alcun impegno.
La zoccola non solo accetta al volo, ma una volta dentro non ha alcuna titubanza a farsi montare da tre ragazzini. Tre ombre nel buio.
Come non ebbe alcuna (ma veramente alcuna!) titubanza ad uscire da sola quando ci rendemmo conto che io non potevo essere presente. Per descrivere l’incredibilità della situazione cito l’esempio della seconda uscita. Quella con i quattro porci.
Quando si propose il referente del gruppo lui non poteva sapere che io e la puttana eravamo distanti, pensava quindi di fare una offerta per una coppia. Quando gli spiegai la situazione lui stesso credette che non fosse il caso di insistere, tanto che mi disse che avremmo potuto fare in altri tempi, quando ci sarebbe stata la mia presenza. Anche io reputavo non fosse possibile ma chiesi del tempo adducendo che avrei fatto scegliere alla troia se era il caso che uscisse da sola. Eravamo entrambi talmente certi che non avrebbe accettato, da congedarsi con una sorta di silenzio assenso del tipo “se non mi senti è perché ha rifiutato”.
Il tempo di contattare la vacca e dovetti richiamare il porco (incredulo!) dicendogli che la vacca non solo aveva accettato, ma aveva aggiunto alcune incredibili richieste molto porche!
Altro che “Spesso sono indecisa” detto all’amica!!!
Una vera e propria doppia vita: ufficialmente da mogliettina e madre premurosa, in realtà. da autentica vacca da monta!
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