Intriganti evasioni. Ultima parte
di
pennabianca.
genere
prime esperienze
Al rientro dalle vacanze, alle superiori sono diventata subito amica con Silvia. Fra di noi è stata intesa completa. Dopo pochi giorni già eravamo intime e durante le vacanze invernali, ho conosciuto Mario suo fratello e me ne sono innamorata all’istante. Ero indecisa se parlarne con Silvia, ma alla fine l’ho fatto.
«Silvia, ti devo chiedere una cosa. Tu sai che io non sono una santerellina, quello che si dice a scuola è vero, che mi succhio tanti cazzi e mi piace da morire farlo, su questo ne abbiamo discusso parecchio, e ho sempre avuto la tua approvazione, ma adesso ho un grosso problema. Mi sono innamorata di tuo fratello, e mi sembra che anche a lui io vada a genio. Vorrei sapere tu che ne pensi. Ti sembro troppo zoccola per stare con lui?»
Lei mi ha guardato con occhi carichi di gioia.
«Adorabile troietta, lo sai benissimo che tu per me sei una ragazza stupenda, mi fa impazzire saperti una zoccoletta succhiacazzi. Se a lui, che ritengo essere un bel porcello, gli vai bene io non ho niente da obbiettare. Solo ti prego di renderlo felice, è mio fratello, gli voglio un bene dell’anima.»
Da quel momento la mia vita è cambiata in modo radicale. Con lui ho scoperto il piacere di esibirmi non solo per il mio piacere, ma anche per la sua eccitazione. Saperlo eccitato mi ha sempre fatto sbrodolare tanto, con lui ho provato sempre indimenticabili emozioni e tanto piacere, ma sempre insieme e sempre complici. Con Silvia il rapporto si è sempre più cementato, e fra di noi l’intesa è risultata sempre perfetta anche se non mi ha mai voluto dire che era il padre di suo figlio.
«Un giorno te lo racconto, ma dovari giurare che non lo dici a nessuno nemmeno a Marco.»
Mi sono messa l’anima in pace convinta che quando lei sarebbe stata pronta me lo avrebbe raccontato. E adesso veniamo a quello che poi è il motivo per cui sono io a raccontavi la nostra vita di coppia. Dopo la scoperta del tumore e la relativa asportazione dell’utero, sono caduta in una strana depressione. Il sapere che non potevo più procreare mi ha lasciato sconvolta, distrutta e apatica. Mi sembrava che tutto avesse perso il suo splendore. Il sesso, i giochi o altro non avevano più nessun interesse. Mario dal canto suo ha cercato in ogni modo di scuotermi e di farmi sempre sentire a mio agio e per questo ha sempre avuto la mia gratitudine e riconoscenza. Mi rendevo conto di non farlo più felice, ma dentro di me qualche cosa si era bloccato, spento. La morte poi di suo padre, mio suocero ci ha rattristato ancora di più. Silvia è rimasta quella più colpita. Lei e suo padre erano inseparabili. Lui la rendeva partecipe di ogni istante della sua vita. E la gioia quando lei aveva dato il suo stesso cognome al figlio Marco. Con quanto piacere lui aveva sempre voluto i nostri figli, con noi in ufficio il pomeriggio dopo la scuola. Sembrava che fossero figli suoi da quanto li teneva sempre con lui. Spesso li faceva giocare nel suo studio, li teneva al suo fianco in molte occasioni dove si vedeva benissimo la sua soddisfazione. Col passare degli anni, sia mia figlia che mio nipote sono diventati inseparabili e adesso sono quasi pronti per affiancarci nel lavoro che sanno fare benissimo anche grazie ai suoi insegnamenti. Circa un mese fa abbiamo partecipato ad un convegno organizzato dalla nostra associazione per prendere visione delle nove disposizioni in tema fiscale. Un vero concentrato di noia pazzesca, ma estremamente necessario e per questo io e Silvia vi abbiamo partecipato.
In genere ero felice di lasciare a lei e suo padre queste riunioni, così mi ha chiesto di affiancarla e io essendo in un momento un po’ particolare ho pensato che un cambiamento, se pur momentaneo mi avrebbe giovato. E per giovare ha giovato. Durante la giornata abbiamo fatto la conoscenza di una bella donna che ha la nostra stessa età. In un mucchio di maschi eravamo solo poche donne e lei sembrava più contenta di noi di socializzare per sentirsi meno sotto tiro. Laura, questo è il suo nome ci ha detto che ogni volta era la stessa storia, tanti a cercare di provarci e lei che non vuole storie con i colleghi anche perche è sposata. Durante la cena ci hanno invitato ad andare a ballare nella discoteca sottostante l’hotel, ma lei ha detto che preferiva andarsene a cercare un po’ di divertimento in un locale fuori dal convegno e così abbiamo deciso di seguirla. Sedute in un bar con poche persone attorno, solo una decina di maschi che ci guardavano con un certo interesse lei si è confidata con noi. Sembrava che aveva tanta voglia di parlare e ci ha raccontato che era della nostra stessa città, solo più in periferia nella zona industriale. Sposata con un bel maschio di cui ci ha fatto vedere una foto e devo ammettere che aveva ragione. Stefano suo marito le voleva molto bene e insieme facevano una bella coppia. Sposata da diversi anni hanno solo un figlio maschio di nome Daniele. Purtroppo non ne può avere altri, anzi per far nascere Daniele ha dovuto decidere lei se rischiare oppure no. Quando è rimasta incinta le hanno diagnosticato un tumore benigno che sarebbe cresciuto nel suo utero con la stessa rapidità del figlio quindi lei ha preso la decisione di averlo e poi di farsi asportare tutto l’apparato riproduttivo. Sentirla parlare mi ha riacceso un dolore che ho cercato di reprimere per un po’ di tempo senza però riuscirci e vedendo lei così calma e tranquilla le ho raccontato che io avevo avuto lo stesso problema, e che anche a me era stato asportato tutto l’utero e che adesso mi sentivo molto depressa e che ne stava facendo le spese era mio marito. Mentre stavo parlando le arriva un messaggio sul cellulare e lei lo legge e scuote il capo. Incuriosite le chiediamo cosa ci sia che non va bene e lei sorride ironicamente.
«Con mio marito da tempo abbiamo sviluppato un bel gioco. Chi di noi due è fuori città per lavoro, anche a lui capita spesso, decide di sfidare l’altro ad una prova un po’ particolare, ma credo che questa volta non sia possibile che io la superi, dovrò pagare pegno.»
La guardiamo incuriosite al massimo e lei un po’ titubante ci racconta che loro sono una coppia che ha una forte intesa e massima fiducia fra loro, e che qualche volta rendono il loro rapporto un po’ più piccante con delle situazioni particolari. Noi due ci diamo una occhiata e io le parlo sinceramente.
«Potrebbe essere che stai parlando con due persone che ti capiscono benissimo di cosa vai parlando. Io e mio marito avevamo lo stesso tipo di gioco fin quando io ho avuto quel problema e adesso non me la sento di giocare. Mi fa molto piacere capire come tu sei riuscita a superare la tremenda situazione che quel tipo di operazione ti lascia dentro. In ogni caso se possiamo esserti di aiuto in qualche modo siamo a tua disposizione.»
Lei ci guarda con ammirazione e poi mi chiede se io adesso non faccio più sesso con mio marito. Le rispondo che il sesso lo faccio, ma lui vorrebbe di più essendo abituato a certe situazioni eccitanti e giochi vari che facevamo insieme, solo che io mi sento depressa e alla fine è lui che ne fa le spese.
«Mi stai dicendo che voi facevate delle cose molto interessanti sul piano erotico ma che adesso è tutto finito? Scusa ma perche è finito? Che colpa ne ha lui se tu hai dovuto subire una operazione? Poi così facendo gli fai scontare una cosa che esula dalla sua volontà, non credo che tu ti saresti fatta operare se non fosse stato realmente necessario, quindi se la vita ti ha dato un pugno e ti mette al tappeto rialzati e continui a combattere. Stefano mi è stato sempre vicino e tanto comprensivo che io non me la sono sentita di privarlo del piacere che avevamo prima di tutto questo. Per questo accetto sempre di buon grado quando lui mi sprona a mettermi in gioco come questa sera che vorrebbe che io scopassi con un maschio sotto lo sguardo di una donna anche se fosse sua moglie.»
La guardiamo e sorridendo le facciamo una proposta.
«Se ti va scegli che ti pare e portalo in camera e poi scopaci quanto vuoi, noi staremo a guardare così non dovrai pagare pegno con tuo marito.»
Lei ci guarda stupita e poi sorride.
«Anche così non è facile, ma ci riuscirò. Grazie conto sulla vostra complicità.»
Si alza, e si avvia verso il bancone del bar dove ci sono due maschi davvero splendidi che le sorridono, lei si siede vicino a quello è più giovane e le parla sottovoce. Lui sorride e guarda verso di noi e annuisce e poi la segue con noi che le andiamo dietro. Appena fuori dal locale lui ci dice che abita poco lontano e che se volgiamo possiamo salire da lui. Lei mentre camminiamo ci racconta che gli ha detto che aveva scommesso con noi che si sarebbe fatta scopare da lui sotto lo sguardo compiaciuto di noi che altrimenti le avremmo fatto pagare un pegno molto più pesante. Lui ci invita ad entrare e poi si dedica a lei che sembra non prestare molta attenzione, solo lo stretto indispensabile. Lo succhia un poco e poi si fa scopare sul divano chiudendo gli occhi mentre lui la stantuffa senza sosta e alla fine quando sborra le schizza dentro tutto il suo seme le urla addosso il suo piacere. Restiamo stupite dal suo comportamento e dal fatto che appena lui si è sfilato lei ha indossato subito delle mutandine diverse da quelle che aveva prima, direi molto caste e coprenti senza andare a pulirsi in bagno. Quando ce ne siamo andate le ho chiesto se tutto questo aveva in senso e la sua risposta è stata più che esauriente.
«Io non ho scopato con lui, ma mentalmente con mio marito e ho goduto solo nella mia mente al pensiero che domani quando torno gli mostro le mutandine piene del seme di quel maschio che ha solo assolto il compito di eccitarci nel nostro gioco. Solo con la mente io godo quando non c’è lui. Con lui sono una furia scatenata, ma senza divento passiva e solo in testa, dentro di me lo immagino che mi guarda e gode.»
Reato stupita da tanta unione e soprattutto adesso capisco il mio stupido comportamento nei confronti di mio marito e di come lo sta facendo soffrire è per una colpa che non ha e adesso voglio rimediare. Domani quando torno voglio riaccendere il piacere, la lussuria, l’esibizionismo e svegliare di nuovo la troia che è in me e che adesso vuole di nuovo giocare. Le parlo di noi come coppia e come giochiamo e le propongo una serata fra noi come coppia. Mi risponde che per loro sarebbe molto bello anche perche non hanno esperienze di scambi di coppia e nemmeno noi lo abbiamo realmente fatto quindi ne riparliamo la ritorno in città. Ho lasciato passare tre giorni per dare a Laura il tempo di confidarsi con suo marito per un eventuale incontro che adesso si sta realizzando in quanto anche lui è subito rimasto molto entusiasta. Adesso mi sto preparando per incontrare Laura e Stefano e mi voglio mettere in tiro al massimo. Quando oggi l’ho detto a Mario è impazzito di gioia e adesso non sta nella pelle dalla voglia di conoscerli. Spero che sia una serata sconvolgente, ne abbiamo bisogno entrambi.
«Paola sbrigasti che facciamo tardi!»
«Un attimo che arrivo! Cerca di avere pazienza, lo sai che mi piace essere al meglio.»
Sono impaziente di conoscere questa coppia e spero che da quello che mi ha raccontato Paola sia stupenda e lei questa sera deve essere perfetta. Tornare a fare sesso di nuovo in maniera così intrigante mi fa sperare che il peggio sia passato e che il futuro sarà ricco di nuove e intriganti evasioni.
«Silvia, ti devo chiedere una cosa. Tu sai che io non sono una santerellina, quello che si dice a scuola è vero, che mi succhio tanti cazzi e mi piace da morire farlo, su questo ne abbiamo discusso parecchio, e ho sempre avuto la tua approvazione, ma adesso ho un grosso problema. Mi sono innamorata di tuo fratello, e mi sembra che anche a lui io vada a genio. Vorrei sapere tu che ne pensi. Ti sembro troppo zoccola per stare con lui?»
Lei mi ha guardato con occhi carichi di gioia.
«Adorabile troietta, lo sai benissimo che tu per me sei una ragazza stupenda, mi fa impazzire saperti una zoccoletta succhiacazzi. Se a lui, che ritengo essere un bel porcello, gli vai bene io non ho niente da obbiettare. Solo ti prego di renderlo felice, è mio fratello, gli voglio un bene dell’anima.»
Da quel momento la mia vita è cambiata in modo radicale. Con lui ho scoperto il piacere di esibirmi non solo per il mio piacere, ma anche per la sua eccitazione. Saperlo eccitato mi ha sempre fatto sbrodolare tanto, con lui ho provato sempre indimenticabili emozioni e tanto piacere, ma sempre insieme e sempre complici. Con Silvia il rapporto si è sempre più cementato, e fra di noi l’intesa è risultata sempre perfetta anche se non mi ha mai voluto dire che era il padre di suo figlio.
«Un giorno te lo racconto, ma dovari giurare che non lo dici a nessuno nemmeno a Marco.»
Mi sono messa l’anima in pace convinta che quando lei sarebbe stata pronta me lo avrebbe raccontato. E adesso veniamo a quello che poi è il motivo per cui sono io a raccontavi la nostra vita di coppia. Dopo la scoperta del tumore e la relativa asportazione dell’utero, sono caduta in una strana depressione. Il sapere che non potevo più procreare mi ha lasciato sconvolta, distrutta e apatica. Mi sembrava che tutto avesse perso il suo splendore. Il sesso, i giochi o altro non avevano più nessun interesse. Mario dal canto suo ha cercato in ogni modo di scuotermi e di farmi sempre sentire a mio agio e per questo ha sempre avuto la mia gratitudine e riconoscenza. Mi rendevo conto di non farlo più felice, ma dentro di me qualche cosa si era bloccato, spento. La morte poi di suo padre, mio suocero ci ha rattristato ancora di più. Silvia è rimasta quella più colpita. Lei e suo padre erano inseparabili. Lui la rendeva partecipe di ogni istante della sua vita. E la gioia quando lei aveva dato il suo stesso cognome al figlio Marco. Con quanto piacere lui aveva sempre voluto i nostri figli, con noi in ufficio il pomeriggio dopo la scuola. Sembrava che fossero figli suoi da quanto li teneva sempre con lui. Spesso li faceva giocare nel suo studio, li teneva al suo fianco in molte occasioni dove si vedeva benissimo la sua soddisfazione. Col passare degli anni, sia mia figlia che mio nipote sono diventati inseparabili e adesso sono quasi pronti per affiancarci nel lavoro che sanno fare benissimo anche grazie ai suoi insegnamenti. Circa un mese fa abbiamo partecipato ad un convegno organizzato dalla nostra associazione per prendere visione delle nove disposizioni in tema fiscale. Un vero concentrato di noia pazzesca, ma estremamente necessario e per questo io e Silvia vi abbiamo partecipato.
In genere ero felice di lasciare a lei e suo padre queste riunioni, così mi ha chiesto di affiancarla e io essendo in un momento un po’ particolare ho pensato che un cambiamento, se pur momentaneo mi avrebbe giovato. E per giovare ha giovato. Durante la giornata abbiamo fatto la conoscenza di una bella donna che ha la nostra stessa età. In un mucchio di maschi eravamo solo poche donne e lei sembrava più contenta di noi di socializzare per sentirsi meno sotto tiro. Laura, questo è il suo nome ci ha detto che ogni volta era la stessa storia, tanti a cercare di provarci e lei che non vuole storie con i colleghi anche perche è sposata. Durante la cena ci hanno invitato ad andare a ballare nella discoteca sottostante l’hotel, ma lei ha detto che preferiva andarsene a cercare un po’ di divertimento in un locale fuori dal convegno e così abbiamo deciso di seguirla. Sedute in un bar con poche persone attorno, solo una decina di maschi che ci guardavano con un certo interesse lei si è confidata con noi. Sembrava che aveva tanta voglia di parlare e ci ha raccontato che era della nostra stessa città, solo più in periferia nella zona industriale. Sposata con un bel maschio di cui ci ha fatto vedere una foto e devo ammettere che aveva ragione. Stefano suo marito le voleva molto bene e insieme facevano una bella coppia. Sposata da diversi anni hanno solo un figlio maschio di nome Daniele. Purtroppo non ne può avere altri, anzi per far nascere Daniele ha dovuto decidere lei se rischiare oppure no. Quando è rimasta incinta le hanno diagnosticato un tumore benigno che sarebbe cresciuto nel suo utero con la stessa rapidità del figlio quindi lei ha preso la decisione di averlo e poi di farsi asportare tutto l’apparato riproduttivo. Sentirla parlare mi ha riacceso un dolore che ho cercato di reprimere per un po’ di tempo senza però riuscirci e vedendo lei così calma e tranquilla le ho raccontato che io avevo avuto lo stesso problema, e che anche a me era stato asportato tutto l’utero e che adesso mi sentivo molto depressa e che ne stava facendo le spese era mio marito. Mentre stavo parlando le arriva un messaggio sul cellulare e lei lo legge e scuote il capo. Incuriosite le chiediamo cosa ci sia che non va bene e lei sorride ironicamente.
«Con mio marito da tempo abbiamo sviluppato un bel gioco. Chi di noi due è fuori città per lavoro, anche a lui capita spesso, decide di sfidare l’altro ad una prova un po’ particolare, ma credo che questa volta non sia possibile che io la superi, dovrò pagare pegno.»
La guardiamo incuriosite al massimo e lei un po’ titubante ci racconta che loro sono una coppia che ha una forte intesa e massima fiducia fra loro, e che qualche volta rendono il loro rapporto un po’ più piccante con delle situazioni particolari. Noi due ci diamo una occhiata e io le parlo sinceramente.
«Potrebbe essere che stai parlando con due persone che ti capiscono benissimo di cosa vai parlando. Io e mio marito avevamo lo stesso tipo di gioco fin quando io ho avuto quel problema e adesso non me la sento di giocare. Mi fa molto piacere capire come tu sei riuscita a superare la tremenda situazione che quel tipo di operazione ti lascia dentro. In ogni caso se possiamo esserti di aiuto in qualche modo siamo a tua disposizione.»
Lei ci guarda con ammirazione e poi mi chiede se io adesso non faccio più sesso con mio marito. Le rispondo che il sesso lo faccio, ma lui vorrebbe di più essendo abituato a certe situazioni eccitanti e giochi vari che facevamo insieme, solo che io mi sento depressa e alla fine è lui che ne fa le spese.
«Mi stai dicendo che voi facevate delle cose molto interessanti sul piano erotico ma che adesso è tutto finito? Scusa ma perche è finito? Che colpa ne ha lui se tu hai dovuto subire una operazione? Poi così facendo gli fai scontare una cosa che esula dalla sua volontà, non credo che tu ti saresti fatta operare se non fosse stato realmente necessario, quindi se la vita ti ha dato un pugno e ti mette al tappeto rialzati e continui a combattere. Stefano mi è stato sempre vicino e tanto comprensivo che io non me la sono sentita di privarlo del piacere che avevamo prima di tutto questo. Per questo accetto sempre di buon grado quando lui mi sprona a mettermi in gioco come questa sera che vorrebbe che io scopassi con un maschio sotto lo sguardo di una donna anche se fosse sua moglie.»
La guardiamo e sorridendo le facciamo una proposta.
«Se ti va scegli che ti pare e portalo in camera e poi scopaci quanto vuoi, noi staremo a guardare così non dovrai pagare pegno con tuo marito.»
Lei ci guarda stupita e poi sorride.
«Anche così non è facile, ma ci riuscirò. Grazie conto sulla vostra complicità.»
Si alza, e si avvia verso il bancone del bar dove ci sono due maschi davvero splendidi che le sorridono, lei si siede vicino a quello è più giovane e le parla sottovoce. Lui sorride e guarda verso di noi e annuisce e poi la segue con noi che le andiamo dietro. Appena fuori dal locale lui ci dice che abita poco lontano e che se volgiamo possiamo salire da lui. Lei mentre camminiamo ci racconta che gli ha detto che aveva scommesso con noi che si sarebbe fatta scopare da lui sotto lo sguardo compiaciuto di noi che altrimenti le avremmo fatto pagare un pegno molto più pesante. Lui ci invita ad entrare e poi si dedica a lei che sembra non prestare molta attenzione, solo lo stretto indispensabile. Lo succhia un poco e poi si fa scopare sul divano chiudendo gli occhi mentre lui la stantuffa senza sosta e alla fine quando sborra le schizza dentro tutto il suo seme le urla addosso il suo piacere. Restiamo stupite dal suo comportamento e dal fatto che appena lui si è sfilato lei ha indossato subito delle mutandine diverse da quelle che aveva prima, direi molto caste e coprenti senza andare a pulirsi in bagno. Quando ce ne siamo andate le ho chiesto se tutto questo aveva in senso e la sua risposta è stata più che esauriente.
«Io non ho scopato con lui, ma mentalmente con mio marito e ho goduto solo nella mia mente al pensiero che domani quando torno gli mostro le mutandine piene del seme di quel maschio che ha solo assolto il compito di eccitarci nel nostro gioco. Solo con la mente io godo quando non c’è lui. Con lui sono una furia scatenata, ma senza divento passiva e solo in testa, dentro di me lo immagino che mi guarda e gode.»
Reato stupita da tanta unione e soprattutto adesso capisco il mio stupido comportamento nei confronti di mio marito e di come lo sta facendo soffrire è per una colpa che non ha e adesso voglio rimediare. Domani quando torno voglio riaccendere il piacere, la lussuria, l’esibizionismo e svegliare di nuovo la troia che è in me e che adesso vuole di nuovo giocare. Le parlo di noi come coppia e come giochiamo e le propongo una serata fra noi come coppia. Mi risponde che per loro sarebbe molto bello anche perche non hanno esperienze di scambi di coppia e nemmeno noi lo abbiamo realmente fatto quindi ne riparliamo la ritorno in città. Ho lasciato passare tre giorni per dare a Laura il tempo di confidarsi con suo marito per un eventuale incontro che adesso si sta realizzando in quanto anche lui è subito rimasto molto entusiasta. Adesso mi sto preparando per incontrare Laura e Stefano e mi voglio mettere in tiro al massimo. Quando oggi l’ho detto a Mario è impazzito di gioia e adesso non sta nella pelle dalla voglia di conoscerli. Spero che sia una serata sconvolgente, ne abbiamo bisogno entrambi.
«Paola sbrigasti che facciamo tardi!»
«Un attimo che arrivo! Cerca di avere pazienza, lo sai che mi piace essere al meglio.»
Sono impaziente di conoscere questa coppia e spero che da quello che mi ha raccontato Paola sia stupenda e lei questa sera deve essere perfetta. Tornare a fare sesso di nuovo in maniera così intrigante mi fa sperare che il peggio sia passato e che il futuro sarà ricco di nuove e intriganti evasioni.
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