L'angolo dei segreti (8)
di
Diagoras
genere
incesti
E’ da anni che curo, su un sito greco dedicato all’erotismo e alla sessualità, una rubrica inerente le confessioni e le fantasie erotiche dei lettori.
Ripropongo qui, traducendole e adattandole, alcune delle mail che quotidianamente giungono alla redazione.
(sexyhellas@yahoo.com)
da: zzzz@otenet.gr
a : sexyhellas@yahoo.com
Era stata una serata mortalmente noiosa.
L'uscita con gli amici si era rivelata una vera e propria delusione: qualche birra, le solite chiacchiere e nessuno che avesse voglia di fare qualcosa di diverso.
Verso le undici me ne ero tornato a casa, avevo indossato un paio di pantaloncini e mi ero stravaccato sul divano davanti alla televisione, con il ventilatore al massimo per combattere l'afa opprimente.
Mia madre era uscita a cena con l'ultimo, in ordine di tempo, dei suoi spasimanti: divorziata da mio padre da sette anni, lei si concedeva volentieri qualche amicizia maschile, con lo scopo nemmeno tanto nascosto di crearsi una nuova e duratura relazione.
Ed io ero rimasto a vivere con lei, anche quando l'età mi aveva consentito di scegliere con quale dei due genitori volessi vivere, dal momento che il rapporto con mio padre era stato da sempre di fatto inesistente.
Quella sera, dunque, ero solo in casa con la certezza che mia madre sarebbe rientrata molto tardi.
Verso mezzanotte, però, e contrariamente a quanto avevo creduto, la sentii rincasare.
- Ancora alzato ? -
- Già... sei tornata presto... -
- Lascia stare... quell'idiota ha incontrato un suo amico al ristorante... si sono messi a parlare di lavoro e di affari... era come se io non esistessi... l'ho mandato a quel paese e me ne sono andata... -
La guardai.
Era decisamente arrabbiata.
La vidi posare la borsa sul tavolo, andare in cucina e tornare con un bicchiere pieno di vino bianco gelato.
Fu così che mia madre venne a sedersi accanto a me sul divano, mentre il televisore trasmetteva le ultime notizie della sera.
Mia madre è una donna molto appariscente e sensuale: poco oltre i quaranta, cura il suo corpo in modo ossessivo, con il risultato di far girare la testa a quasi la totalità degli uomini.
Seno generoso, fianchi stretti, sedere da sballo, gambe lunghe e affusolate; cinque o sei anni di meno li dimostra tutti.
Quella sera poi indossava un bianco vestito corto, che le lasciava scoperte le spalle e le braccia, e che sottolineava meravigliosamente la sua figura.
E quando si sedette accanto a me non potei non notare le sue gambe, nude fino a metà coscia.
Mentre lei sorseggiava il suo vino, taciturna e pensierosa, il mio sguardo era attratto sempre più di frequente dalle sue gambe: lisce e perfettamente depilate, abbronzate ed erotiche, le percorrevo con gli occhi, indugiando sui sandali argentati che indossava, sui tacchi alti, sui piedi dalle unghie laccate di un rosso scurissimo.
Inutile dire che in pochi minuti i miei pantaloncini si erano gonfiati, pieni di un'erezione dirompente.
Era mia madre, è vero, ma in quel momento era soprattutto una donna, sensuale ed eccitante come poche.
- Ehi... vedo che gli ormoni si sono risvegliati... -
Me lo disse ridendo, gettandomi però nell'imbarazzo più totale.
- Sono le mie gambe a farti questo effetto ? -
Lei continuava a ridere, divertita dalla mia aria stordita.
- Dai, mamma... piantala di prendermi in giro... hai delle belle gambe... -
- Grazie per il complimento... questa sera ne ho proprio bisogno... e visto che in questo momento le mie gambe sono per te una tortura... -
Così dicendo la vidi posare il bicchiere del vino e allungarsi sul divano, appoggiando le sue gambe sulle mie.
- Ecco... ora le puoi guardare più da vicino... gli ormoni saranno contenti... -
Continuava a sorridermi, sempre più divertita da quella imprevista situazione.
Ora ero eccitato come non mai.
Senza pensarci presi ad accarezzarle un ginocchio, mentre lei, immobile, osservava fin dove mi sarei spinto.
La mia mano scese lungo la gamba, accarezzando il polpaccio fino alla caviglia, per poi risalire un pò oltre il ginocchio: la sensazione della pelle morbida di mia madre m'inebriava, l'eccitazione sempre più incontrollabile.
Continuai ad accarezzare quella gamba per lunghi minuti.
Il vestito di mia madre era salito ancora più su, scoprendole completamente le cosce.
Ora vedevo chiaramente le sue bianche mutandine, ulteriore tassello alla frenesia erotica che mi divorava.
La guardai in viso, quasi a volerle chiedere il permesso di andare oltre.
Gli occhi di mia madre erano fissi sulla mano che l'accarezzava, e i suoi denti mordevano delicatamente il labbro inferiore.
Anche lei si stava eccitando.
E quando mi accorsi che le sue mutandine iniziavano a bagnarsi, ruppi gli indugi.
Scesi con la mano ai suoi piedi e, lentamente, le sfilai i sandali.
Poi, chinandomi, accostai le labbra alle dita, leccandole e succhiandole.
Il cazzo mi scoppiava e l'orgasmo era ormai prossimo.
Freneticamente mi liberai dei pantaloncini, afferrai il piede destro di mia madre e lo appoggiai sul cazzo svettante.
Ero in paradiso.
L'alluce del piede di mia madre, con quell'erotica unghia laccata di scuro, prese a massaggiarmi la cappella, strappandomi ansiti e gemiti di assoluta libidine.
Ed anche lei, ormai, ansimava eccitata.
Con la mano si era sollevata ancor di più il vestito, e le dita si erano andate ad infilare dentro le mutandine.
Mia madre si sditalinava apertamente, accarezzandomi il cazzo con il suo magico piede.
Poi, d'improvviso, anche l'altro piede fu sul mio uccello, e la fantastica sega che lei prese a farmi fu il punto di non ritorno.
Mentre lei si regalava l'orgasmo gemendo e sussultando, dal mio cazzo esplose un primo getto di sborra che si andò a depositare su quei piedi da favola.
Gli schizzi successivi, densi e bianchi, le inondarono le dita e le unghie, lasciandomi sconvolto da quella fantastica visione.
Abbandonato contro la spalliera del divano guardai mia madre, le dita della mano a muoversi lentamente ancora nella fica fradicia di umori: sapevamo entrambi che quello sarebbe stato solo l'inizio.
Ripropongo qui, traducendole e adattandole, alcune delle mail che quotidianamente giungono alla redazione.
(sexyhellas@yahoo.com)
da: zzzz@otenet.gr
a : sexyhellas@yahoo.com
Era stata una serata mortalmente noiosa.
L'uscita con gli amici si era rivelata una vera e propria delusione: qualche birra, le solite chiacchiere e nessuno che avesse voglia di fare qualcosa di diverso.
Verso le undici me ne ero tornato a casa, avevo indossato un paio di pantaloncini e mi ero stravaccato sul divano davanti alla televisione, con il ventilatore al massimo per combattere l'afa opprimente.
Mia madre era uscita a cena con l'ultimo, in ordine di tempo, dei suoi spasimanti: divorziata da mio padre da sette anni, lei si concedeva volentieri qualche amicizia maschile, con lo scopo nemmeno tanto nascosto di crearsi una nuova e duratura relazione.
Ed io ero rimasto a vivere con lei, anche quando l'età mi aveva consentito di scegliere con quale dei due genitori volessi vivere, dal momento che il rapporto con mio padre era stato da sempre di fatto inesistente.
Quella sera, dunque, ero solo in casa con la certezza che mia madre sarebbe rientrata molto tardi.
Verso mezzanotte, però, e contrariamente a quanto avevo creduto, la sentii rincasare.
- Ancora alzato ? -
- Già... sei tornata presto... -
- Lascia stare... quell'idiota ha incontrato un suo amico al ristorante... si sono messi a parlare di lavoro e di affari... era come se io non esistessi... l'ho mandato a quel paese e me ne sono andata... -
La guardai.
Era decisamente arrabbiata.
La vidi posare la borsa sul tavolo, andare in cucina e tornare con un bicchiere pieno di vino bianco gelato.
Fu così che mia madre venne a sedersi accanto a me sul divano, mentre il televisore trasmetteva le ultime notizie della sera.
Mia madre è una donna molto appariscente e sensuale: poco oltre i quaranta, cura il suo corpo in modo ossessivo, con il risultato di far girare la testa a quasi la totalità degli uomini.
Seno generoso, fianchi stretti, sedere da sballo, gambe lunghe e affusolate; cinque o sei anni di meno li dimostra tutti.
Quella sera poi indossava un bianco vestito corto, che le lasciava scoperte le spalle e le braccia, e che sottolineava meravigliosamente la sua figura.
E quando si sedette accanto a me non potei non notare le sue gambe, nude fino a metà coscia.
Mentre lei sorseggiava il suo vino, taciturna e pensierosa, il mio sguardo era attratto sempre più di frequente dalle sue gambe: lisce e perfettamente depilate, abbronzate ed erotiche, le percorrevo con gli occhi, indugiando sui sandali argentati che indossava, sui tacchi alti, sui piedi dalle unghie laccate di un rosso scurissimo.
Inutile dire che in pochi minuti i miei pantaloncini si erano gonfiati, pieni di un'erezione dirompente.
Era mia madre, è vero, ma in quel momento era soprattutto una donna, sensuale ed eccitante come poche.
- Ehi... vedo che gli ormoni si sono risvegliati... -
Me lo disse ridendo, gettandomi però nell'imbarazzo più totale.
- Sono le mie gambe a farti questo effetto ? -
Lei continuava a ridere, divertita dalla mia aria stordita.
- Dai, mamma... piantala di prendermi in giro... hai delle belle gambe... -
- Grazie per il complimento... questa sera ne ho proprio bisogno... e visto che in questo momento le mie gambe sono per te una tortura... -
Così dicendo la vidi posare il bicchiere del vino e allungarsi sul divano, appoggiando le sue gambe sulle mie.
- Ecco... ora le puoi guardare più da vicino... gli ormoni saranno contenti... -
Continuava a sorridermi, sempre più divertita da quella imprevista situazione.
Ora ero eccitato come non mai.
Senza pensarci presi ad accarezzarle un ginocchio, mentre lei, immobile, osservava fin dove mi sarei spinto.
La mia mano scese lungo la gamba, accarezzando il polpaccio fino alla caviglia, per poi risalire un pò oltre il ginocchio: la sensazione della pelle morbida di mia madre m'inebriava, l'eccitazione sempre più incontrollabile.
Continuai ad accarezzare quella gamba per lunghi minuti.
Il vestito di mia madre era salito ancora più su, scoprendole completamente le cosce.
Ora vedevo chiaramente le sue bianche mutandine, ulteriore tassello alla frenesia erotica che mi divorava.
La guardai in viso, quasi a volerle chiedere il permesso di andare oltre.
Gli occhi di mia madre erano fissi sulla mano che l'accarezzava, e i suoi denti mordevano delicatamente il labbro inferiore.
Anche lei si stava eccitando.
E quando mi accorsi che le sue mutandine iniziavano a bagnarsi, ruppi gli indugi.
Scesi con la mano ai suoi piedi e, lentamente, le sfilai i sandali.
Poi, chinandomi, accostai le labbra alle dita, leccandole e succhiandole.
Il cazzo mi scoppiava e l'orgasmo era ormai prossimo.
Freneticamente mi liberai dei pantaloncini, afferrai il piede destro di mia madre e lo appoggiai sul cazzo svettante.
Ero in paradiso.
L'alluce del piede di mia madre, con quell'erotica unghia laccata di scuro, prese a massaggiarmi la cappella, strappandomi ansiti e gemiti di assoluta libidine.
Ed anche lei, ormai, ansimava eccitata.
Con la mano si era sollevata ancor di più il vestito, e le dita si erano andate ad infilare dentro le mutandine.
Mia madre si sditalinava apertamente, accarezzandomi il cazzo con il suo magico piede.
Poi, d'improvviso, anche l'altro piede fu sul mio uccello, e la fantastica sega che lei prese a farmi fu il punto di non ritorno.
Mentre lei si regalava l'orgasmo gemendo e sussultando, dal mio cazzo esplose un primo getto di sborra che si andò a depositare su quei piedi da favola.
Gli schizzi successivi, densi e bianchi, le inondarono le dita e le unghie, lasciandomi sconvolto da quella fantastica visione.
Abbandonato contro la spalliera del divano guardai mia madre, le dita della mano a muoversi lentamente ancora nella fica fradicia di umori: sapevamo entrambi che quello sarebbe stato solo l'inizio.
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