Viaggio tra i ricordi/06 (Eugenia e Grazia)
di
Diagoras
genere
trio
Ed era stata proprio Eugenia a porgergli il bicchiere, mettendosi seduta poi di fianco a lui sul divano, mentre Grazia si era andata a sistemare comodamente su una delle ampie poltrone di fronte.
Dopo una decina di minuti di discorsi senza importanza alcuna, lui appoggiò il bicchiere, ormai vuoto, sul basso tavolino di fronte al divano, pronto a salutare le due donne e ad andar via.
Ma, proprio nel momento in cui stava per alzarsi e accomiatarsi da loro, percepì improvviso il calore della gamba sinistra di Eugenia, che, in un gesto che poteva anche apparire casuale, si era accostata alla sua: la gonna leggera che la donna indossava era risalita maliziosamente sulle cosce, mostrandone una porzione generosa, dalla quale i suoi occhi vennero immediatamente attratti, come fossero falene attirate da una luce nella notte.
Fu sufficiente quella sensazione di tepore, nettamente percepita attraverso la stoffa dei pantaloni, per eccitarlo all’istante.
Ed era stato solo allora che lui si era reso conto del silenzio che all’improvviso era calato tra loro tre e, in modo ancora più inaspettato, della mano di Eugenia che si era andata a posare leggera sui suoi pantaloni, senza alcun imbarazzo, e premendo meravigliosamente sul suo sesso che già andava inturgidendosi.
La delusione e la noia di poco prima furono sostituite dall’ansia per quello che stava per accadere e dal desiderio di avere Eugenia.
Dopo pochi istanti, sorridendogli con occhi ambigui, Eugenia, con abilità consumata, aveva sbottonato i pantaloni dell’uomo, aveva scostato l’elastico dei boxer e liberato finalmente il pene dalla costrizione dell’indumento, prendendo a massaggiare con la sua splendida mano, in punta di dita, il cazzo eretto, ora nudo e fremente.
Inutile negarlo.
Era rimasto a dir poco sbalordito dal repentino cambiamento d’atmosfera che si era verificato su quel divano, dall’iniziativa presa da Eugenia nonostante la presenza dell’amica.
Lui si era ormai convinto di avere fatto il classico buco nell’acqua, e che Eugenia, l’affascinante italiana incontrata solo poche ore prima, sarebbe rimasta un sogno proibito, uno dei rari fallimenti nelle sue più che collaudate strategie di conquista.
L’imbarazzo che lui in quel momento provava, causato dalla rapidità degli eventi che stavano andando a verificarsi, si era completamente dileguato quando, alzando lo sguardo alla poltrona di fronte, aveva visto Grazia, l’ampio abito sollevato e le gambe aperte, che, seguendo con gli occhi le evoluzioni della mano dell’amica su quel palo di carne, si passava lentamente le dita della destra, accarezzandosi, sulla fica, ancora celata dalle minuscole mutandine nere che lei indossava.
La luce soffusa (e anche di quel particolare, di come fosse stato di certo studiato dalle due donne per creare il giusto ambiente, lui non si era accorto in precedenza) che proveniva da un’unica lampada a stelo posizionata in un angolo della camera, accresceva, e di molto, l’erotismo di cui si era andata caricando l’atmosfera, divenuta improvvisamente elettrica.
Aveva lasciato che la mano ingioiellata e così erotica di Eugenia vagasse, a tratti indolente, a tratti energica, sul suo cazzo eretto allo spasimo, che scivolasse delicata lungo l’asta, che indugiasse sui testicoli, che le sue dita e le sue unghie laccate di rosa giocassero con la liscia cappella; quindi, sentendo il respiro della donna accelerare in modo percettibile, aveva iniziato a spogliarla, scoprendo ben presto un corpo assolutamente perfetto e sensuale, un corpo talmente voluttuoso che sembrava essere stato creato per dispensare sesso e piaceri.
Travolti da una frenesia delirante, in brevissimo tempo lui e la donna si erano ritrovati entrambi completamente nudi.
Si erano baciati e toccati con passione, accarezzandosi ora con esasperante lentezza, ora con infuocata frenesia, una frenesia sessuale sempre più dirompente ed incontrollabile.
Anche Grazia, nel frattempo, gli occhi incollati ai loro corpi nudi ed eccitati, si era liberata velocemente degli abiti, mostrando anch’essa un corpo meravigliosamente sexy, e si era andata ad unire a lui e ad Eugenia, raggiungendoli sull’ampio divano.
Tutto si stava svolgendo con tale rapidità che lui si era sentito emozionato ed eccitato come non gli succedeva ormai da molto tempo.
- continua -
Dopo una decina di minuti di discorsi senza importanza alcuna, lui appoggiò il bicchiere, ormai vuoto, sul basso tavolino di fronte al divano, pronto a salutare le due donne e ad andar via.
Ma, proprio nel momento in cui stava per alzarsi e accomiatarsi da loro, percepì improvviso il calore della gamba sinistra di Eugenia, che, in un gesto che poteva anche apparire casuale, si era accostata alla sua: la gonna leggera che la donna indossava era risalita maliziosamente sulle cosce, mostrandone una porzione generosa, dalla quale i suoi occhi vennero immediatamente attratti, come fossero falene attirate da una luce nella notte.
Fu sufficiente quella sensazione di tepore, nettamente percepita attraverso la stoffa dei pantaloni, per eccitarlo all’istante.
Ed era stato solo allora che lui si era reso conto del silenzio che all’improvviso era calato tra loro tre e, in modo ancora più inaspettato, della mano di Eugenia che si era andata a posare leggera sui suoi pantaloni, senza alcun imbarazzo, e premendo meravigliosamente sul suo sesso che già andava inturgidendosi.
La delusione e la noia di poco prima furono sostituite dall’ansia per quello che stava per accadere e dal desiderio di avere Eugenia.
Dopo pochi istanti, sorridendogli con occhi ambigui, Eugenia, con abilità consumata, aveva sbottonato i pantaloni dell’uomo, aveva scostato l’elastico dei boxer e liberato finalmente il pene dalla costrizione dell’indumento, prendendo a massaggiare con la sua splendida mano, in punta di dita, il cazzo eretto, ora nudo e fremente.
Inutile negarlo.
Era rimasto a dir poco sbalordito dal repentino cambiamento d’atmosfera che si era verificato su quel divano, dall’iniziativa presa da Eugenia nonostante la presenza dell’amica.
Lui si era ormai convinto di avere fatto il classico buco nell’acqua, e che Eugenia, l’affascinante italiana incontrata solo poche ore prima, sarebbe rimasta un sogno proibito, uno dei rari fallimenti nelle sue più che collaudate strategie di conquista.
L’imbarazzo che lui in quel momento provava, causato dalla rapidità degli eventi che stavano andando a verificarsi, si era completamente dileguato quando, alzando lo sguardo alla poltrona di fronte, aveva visto Grazia, l’ampio abito sollevato e le gambe aperte, che, seguendo con gli occhi le evoluzioni della mano dell’amica su quel palo di carne, si passava lentamente le dita della destra, accarezzandosi, sulla fica, ancora celata dalle minuscole mutandine nere che lei indossava.
La luce soffusa (e anche di quel particolare, di come fosse stato di certo studiato dalle due donne per creare il giusto ambiente, lui non si era accorto in precedenza) che proveniva da un’unica lampada a stelo posizionata in un angolo della camera, accresceva, e di molto, l’erotismo di cui si era andata caricando l’atmosfera, divenuta improvvisamente elettrica.
Aveva lasciato che la mano ingioiellata e così erotica di Eugenia vagasse, a tratti indolente, a tratti energica, sul suo cazzo eretto allo spasimo, che scivolasse delicata lungo l’asta, che indugiasse sui testicoli, che le sue dita e le sue unghie laccate di rosa giocassero con la liscia cappella; quindi, sentendo il respiro della donna accelerare in modo percettibile, aveva iniziato a spogliarla, scoprendo ben presto un corpo assolutamente perfetto e sensuale, un corpo talmente voluttuoso che sembrava essere stato creato per dispensare sesso e piaceri.
Travolti da una frenesia delirante, in brevissimo tempo lui e la donna si erano ritrovati entrambi completamente nudi.
Si erano baciati e toccati con passione, accarezzandosi ora con esasperante lentezza, ora con infuocata frenesia, una frenesia sessuale sempre più dirompente ed incontrollabile.
Anche Grazia, nel frattempo, gli occhi incollati ai loro corpi nudi ed eccitati, si era liberata velocemente degli abiti, mostrando anch’essa un corpo meravigliosamente sexy, e si era andata ad unire a lui e ad Eugenia, raggiungendoli sull’ampio divano.
Tutto si stava svolgendo con tale rapidità che lui si era sentito emozionato ed eccitato come non gli succedeva ormai da molto tempo.
- continua -
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