Li mortacci

di
genere
comici

Dove lo mettiamo? È nato fra di noi un diverbio sulla categoria in cui inserire questo testo. Forse "testo" è troppo impegnativo, diciamo testicolo. Escluse in pieno accordo, con proterva superficialità e senza motivazione “pissing”, “bondage”, “interviste”, ”masturbazione” e “zoofilia”, la discussione s'è trasformata in un nodo gordiano di dissertazioni sulle opzioni offerte. Non volendo produrre nei lettori sensi di noia o di nausea, o trovarci in una camicia di forza o in tribunale con una denuncia per molestie mentali (per favore, non ricominciamo), dopo estenuante ma esauriente discussione abbiamo scritto alcuni bigliettini e, postili in un sacchetto, ne abbiamo estratto uno. Riportava “comici” e così qui si trova. Entrambi avremmo preferito “tragici”, ma, vista l'inopportuna (per questo specifico caso) assenza di questo genere, ci siamo accontentati.
Veniamo al dunque (“Finalmente!”, esclamerete, sempre che siate riusciti a giungere fin qui).

Li mortacci.

Ha tranciato il mio grido
e il mio fiato,
ha interrotto la tua poetica
catena d'insulti,
ha divelto il nostro piacere.
Moti convulsi
parole sussurrate
vestiti cercati
indossati a caso
il campanello trillante di nuovo
che permane nella mente
come un chiodo
che trafigga la gola
la domanda che aleggia dispersa
la voce nel citofono
“Amore, sono la mamma, aprimi!”

Per l'appunto: li mortacci!
scritto il
2021-09-10
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