Un piace
di
Lei ed io
genere
poesie
Premessa fondamentale
Quest'opera di grande intensità erotica ci è stata ispirata da un ameno libello di poesie di fine '800 (per chi amasse la precisione nel 1897), intitolato “Le rime di Argia Sbolenfi”. Non siamo all'altezza di chi lo scrisse e non vogliamo insidiarne la luminosa eccellenza (l'autore non si pone né si propone al livello di Dante; certamente però corrode l'opera poetica di Manzoni). Comunque abbiamo un intento scientifico nel pubblicare questi ottonari, desiderando mettere in luce l'evoluzione sociale, del linguaggio e della tecnologia a venticinque lustri di distanza. La lettura di quei carmi (carmi in senso molto lato) farà apprezzare la poesia come arte e, aspetto sociologico a corona dell'intento scientifico, vi mostrerà come i programmi scolastici siano del tutto inadatti a stimolare l'apprezzamento dell'arte poetica e della cultura in generale. Se aveste ambizioni intellettuali sappiate che lo trovate anche con un qualsiasi browser digitando, per farla breve, “Argia Sbolenfi”. Qualora invece non foste colti da fretta o ansia, potete effettuare la ricerca digitando “Rime di Argia Sbolenfi”. Per adesso subitevi questa nostra.
Il mio dildo bello rosso
uso spesso e senza fretta
io ci godo a più non posso
sta con me dentro in borsetta.
Lecco e poi mi metto in posa
pronta e lesta ad infilarlo
nella gocciolante rosa
lei ne gode ed io straparlo.
I miei succhi schizzan fuori
lancio grida e parolacce
ne fo di tutt'i colori
non mi bloccan le minacce.
Gli do nome d'Eleuterio
perché libera mi sento
godo tanto ma sul serio
ve lo giuro, mica mento.
Io ne godo sempre tanto
anche senza alcuno accanto
però è bene che lo dica,
preferisco un cazzo in fica.
Be', l'ammetto, che volete?
in bocca in culo oppure in fica
un cazzo toglie tanta sete
non mi stanca esser lubrica.
Quest'opera di grande intensità erotica ci è stata ispirata da un ameno libello di poesie di fine '800 (per chi amasse la precisione nel 1897), intitolato “Le rime di Argia Sbolenfi”. Non siamo all'altezza di chi lo scrisse e non vogliamo insidiarne la luminosa eccellenza (l'autore non si pone né si propone al livello di Dante; certamente però corrode l'opera poetica di Manzoni). Comunque abbiamo un intento scientifico nel pubblicare questi ottonari, desiderando mettere in luce l'evoluzione sociale, del linguaggio e della tecnologia a venticinque lustri di distanza. La lettura di quei carmi (carmi in senso molto lato) farà apprezzare la poesia come arte e, aspetto sociologico a corona dell'intento scientifico, vi mostrerà come i programmi scolastici siano del tutto inadatti a stimolare l'apprezzamento dell'arte poetica e della cultura in generale. Se aveste ambizioni intellettuali sappiate che lo trovate anche con un qualsiasi browser digitando, per farla breve, “Argia Sbolenfi”. Qualora invece non foste colti da fretta o ansia, potete effettuare la ricerca digitando “Rime di Argia Sbolenfi”. Per adesso subitevi questa nostra.
Il mio dildo bello rosso
uso spesso e senza fretta
io ci godo a più non posso
sta con me dentro in borsetta.
Lecco e poi mi metto in posa
pronta e lesta ad infilarlo
nella gocciolante rosa
lei ne gode ed io straparlo.
I miei succhi schizzan fuori
lancio grida e parolacce
ne fo di tutt'i colori
non mi bloccan le minacce.
Gli do nome d'Eleuterio
perché libera mi sento
godo tanto ma sul serio
ve lo giuro, mica mento.
Io ne godo sempre tanto
anche senza alcuno accanto
però è bene che lo dica,
preferisco un cazzo in fica.
Be', l'ammetto, che volete?
in bocca in culo oppure in fica
un cazzo toglie tanta sete
non mi stanca esser lubrica.
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