Una signora… abbondante – Parte 3/3

di
genere
etero

Fatto sta che ormai avevo deciso fosse meglio andare a casa; dopo tutta quella maratona di sesso mi ritenevo pienamente soddisfatto e pensavo mi riuscisse difficile andare ancora avanti in maniera accettabile. Quindi le ho detto: “Si… no… ok… va bene così, io domani devo studiare davvero… e adesso sono proprio stanco… vado!”.
Invece stavo sottovalutando il potenziale chimico-fisico di cui accennavo prima, e stavo sottovalutando gli istinti erotici che questa cavallona da accoppiamento riusciva a suscitare in me, con le sue tette e la sua figa infinite.
Quindi ormai ero completamente rivestito e pronto ad andare, e lei seduta nuda sul letto mi guardava e mi sorrideva. E a quel punto ho fatto, si fa per dire, l’errore: mi sono seduto accanto a lei e la ho guardata negli occhi, pensando: “Le do un bacino per salutarla e vado”, così ho fatto per darle un bacino innocente sulle labbra… La signora, da vera maiala di razza che è, ha capito che aveva la preda a portata di mano e non si è lasciata sfuggire l’occasione: appena ho fatto per darle un bacino mi sono ritrovato la sua lingua infilata in bocca che ricominciava a limonare duro e la sua mano che mi massaggiava sapientemente il cazzo sopra ai pantaloni… con l’altra mano mi ha preso per il braccio e ha portato la mia mano sopra le sue bocce… mi sono appiccicato subito alle sue tette come ferro su una calamita, e ho ricominciato a palparle con gusto (tanto per cambiare…!! Non so se si è capito, ma mi ero preso una vera e propria fissazione per ste 2 bombe nere e rosa).
Mi stava risalendo l’ormone! Il mio cervello mi diceva di andare, ma la mia bocca le mie mani ed il mio cazzo non ne volevano sapere; 3 contro 1, brutta situazione. Ad un certo punto lei smette di baciarmi, mi guarda con i suoi occhioni languidi e col suo sorrisone ironico, e tenendomi ben stretto il cazzo mi fa: “Allora davvero vuoi andare a casa? O vuoi scopiamo ancora?” E io: “Ma tu vuoi scopare ancora? Non sei stanca?” E lei: “No no… Io voglio, non stanca mai di questo scopare!”… e si è messa a ridere… vabbeh… si ricomincia.
Mi sono alzato per ri-togliermi camicia e maglietta; mentre facevo questo di fronte a lei, la signora Clara in men che non si dica e forse per paura di un mio improvviso ripensamento, mi aveva già slacciato i pantaloni, abbassato le mutande e si era arpionata saldamente con la bocca bavosa al mio uccello, cacciandoselo tutto dentro e ripartendo con uno dei suoi pompini magistrali. Solita tecnica: ciucciate ai coglioni (rigorosamente prima uno e poi l’altro), poi ciucciate potenti e prolungate della cappella alternate ad ingoi totali del cazzo in bocca, e molta bava. A differenza delle pompe precedenti però adesso c’era una piccola variante: di tanto in tanto se lo toglieva dalla bocca e portava la mia cappella bagnata di saliva a roteare su uno dei suoi capezzoloni… oppure si sollevava le tette e ci stringeva dentro l’uccello, masturbandolo in una breve spagnola; aveva capito bene il debole mio e del mio cazzo per le sue bocce! Dopo alcuni minuti di questo “trattamentino delicato” ce lo avevo già duro come l’acciaio. Quando la vacca ha capito che ero bello pronto, ha smesso di ciucciare come un’autopompa e ha fissato il mio cazzo, soddisfatta per il buon lavoro di “rianimazione” che aveva fatto; poi ha preso la cappella tra i denti dandole una leggera, piacevole e ripetuta mordicchiata, lo ha strizzato forte forte e shakerato con la sua manona, e guardandomi ridacchiando: “ohh… ecco adesso cazzo si bello duro! Bello duro come ferro!” …, si è sdraiata con la schiena sul letto e ha allargato le gambe mostrandomi la sua figona colossale, splendida foresta nera gocciolante di piacere, e dicendomi “Dai fai bravo… vieni… vieni scopami…”
L’istinto era quello di ficcarlo subito dentro e fottere con frenesia, ma memore della partenza falsa di prima, questa volta ho voluto trattenermi un po’ per godermi con molta più calma la situazione. Ormai c’era tutta la notte davanti… bisognava dosare le energie. Così mi sono inginocchiato ai piedi del letto, le ho infilato la testa tra le gambe ed ho avuto modo di guardare bene dentro alla sua figona bella spalancata: all’esterno una foresta nera, dentro immense pareti rosa, con le piccole labbra che pendevano fuori ai lati; un buco enorme. Con le dita sono andato a cercare la clitoride nella parte alta di tutto quel ben di dio, e l’ho fatto fuoriuscire dalla pelle e dalla ciccia intorno: era rosa, turgido e di forma allungata, grosso quasi come una metà del mio dito indice; ho cominciato a stimolarlo manualmente. Poi mi ci sono buttato sopra con la faccia e ho cominciato a lavorarlo di lingua e a ciucciarlo avidamente, mentre con le dita ho iniziato a masturbarla dentro al canale. La leccavo voracemente e intanto la ravanavo con energia: dentro alla sua figa enorme entravano comodamente quattro dita della mia mano, e non ho voluto spingermi oltre... In quel momento ho sentito che la signora apprezzava molto, si bagnava sempre più, emetteva gemiti decisi e aveva anche piccoli scatti di piacere. Il clima li sotto nella caverna si era fatto in breve tempo caldo e umido… Dopo un po’ che andavo avanti cosi, ho cominciato con la lingua a risalire lentamente sul suo immenso corpo; mi sono soffermato un po’ a leccarle il pancione e l’ombelico, ma poco dopo, naturalmente, mi sono ritrovato con le tette in bocca. Sono risalito ancora fino al collo, e poi sdraiandomi sopra di lei le ho messo la lingua in bocca e abbiamo cominciato a limonare. Essendo in quella posizione il mio cazzone era ormai arrivato a contatto con la parte esterna della sua figa, ma anzichè infilarlo dentro ho cominciato a strusciarlo attorno lentamente. Evidentemente la scrofa lo sentiva bene e non ce la faceva più, lo voleva ficcato dentro: infatti prima ha cercato di prenderlo con una mano per infilarselo direttamente lei, ma non essendo stata molto agile, con rapido movimento l’ho ritratto leggermente sfuggendo alla sua presa… allora ha smesso per un attimo di limonarmi e mi ha sussurrato: “Dai non fare stupido… metti cazzo dentro… ti prego...”. Ed io: ”giochiamo un po’…” Ma lei, più perentoria: “Ma smettila… metti cazzo dentro!”. A quel punto non ho potuto non accontentarla, e per il mio arnese scivolare dentro è stato del tutto naturale, come risucchiato da quel buco senza fondo. Però anziché lasciarmi trascinare dall’impeto scopaiolo come nelle chiavate precedenti, questa volta come detto procedevo con molta più calma e cautela. Ero sdraiato supino sopra di lei: la mia lingua era ormai fissa nella sua bocca a roteare assieme alla sua, le mie mani neanche a dirlo saldamente aggrappate alle sue tettone e il mio cazzo comodamente appoggiato nel suo caldo figone bagnato; come detto dosavo i movimenti pelvici: si vigorosi, ma con moltissima calma e con molta lentezza, fermando completamente il cazzo conficcato dentro per lunghi istanti nei quali potevo sentire la sua figa calda che pulsava e emetteva liquidi densi. La mia lingua continuamente dentro alla sua bocca e la sua dentro alla mia… Per l’eccitazione mi usciva abbondante saliva, che essendo io sopra colava nella sua bocca, ma evidentemente per lei non era un problema… I nostri respiri affannati si mischiavano l’un l’altro, le stringevo forte forte le bocce, e sentivo la ciccia delle sue tette che mi si infilava tra un dito e l’altro a causa della pressione delle mie strizzate … Era un’estasi totale: potevo sentire che me la stavo godendo e prendendo tutta, era come se fossi completamente immerso dentro al suo grosso corpo meraviglioso.
Dopo un po’ ho deciso di cambiare posizione, e anche buco… non volevo farmi mancare niente!
Così mi sono alzato, l’ho invitata a voltarsi su un fianco, sempre sdraiata, e mi sono sdraiato anche io su un fianco alle sue spalle. Da dietro le ho sollevato una chiappa e ho cominciato a infilare pian piano il mio uccello nel suo bucone del culo, nerissimo, stretto e caldo. La strada ormai mi era nota e spianata, ma anche qua ho voluto procedere con calma: lo infilavo dentro piano piano, pochi centimetri per volta fino a che non l’ho sentito completamente avvolto. Naturalmente, da dietro la mia mano si era fin da subito attaccata ad una delle sue tettone morbide e carnose. Anche qua ho dovuto tenere a freno l’istinto che mi avrebbe portato a fotterla con foga, e del resto anche la posizione sul fianco non avrebbe agevolato del tutto tali movimenti bruschi: così stavamo lunghissimi momenti col mio palo praticamente immobile piantato nel suo culone, la mano a titillarle i capezzoli e a strizzarle le tette… entrambi emettevamo sospiri e piccoli gemiti di piacere, non parlavamo….
La situazione per me era bellissima: relax totale, solo leggerissimi movimenti pelvici; il mio uccello stava benissimo, avvolto al riparo e al caldo in quella specie di soffice guanto per cazzi che sembrava essere il suo ano. E secondo me anche lei non se la passava affatto male col mio discreto paletto di carne infilato su per il culo; ogni tanto sentivo che muoveva il suo bacino e il suo grosso fondoschiena per riposizionarsi meglio attorno al mio arnese, emettendo leggeri gemiti di piacere. Alla fine di questi piccoli riposizionamenti tornava sempre a spingere lentamente ma con energia le chiappone all’indietro premendole contro il mio pube proteso, per accertarsi di essersi ri-ficcata per bene dentro al culo tutto il mio cazzo, fino all’ultimo centimetro; quando arrivava in fondo stringeva leggermente le chiappe e l’ano attorno al mio palo. Si capiva che la troia vogliosa ne avrebbe gradito di più, ma quello era… penso che se avesse potuto si sarebbe infilata dentro anche i coglioni.
Dopo una mezz’oretta che eravamo stati in silenzio in questo fantastico far niente, arriva a rompere l’incantesimo una delle classiche richieste della signora: “Senti, ti va che io sopra?”.
Io sarei stato in quella posizione da estasi col cazzo piantato immobile dentro di lei anche tutta la notte; però chiaramente con la sua richiesta voleva farmi intendere che queste penetrazioni “soft” erano si dolci, raffinate, ed eroticamente intense dal punto di vista mentale, ma poco “movimentate” dal punto di vista fisico. Lei giustamente, da quell’ autentico animale da monta che era, voleva anche essere trapanata e sbattuta a dovere; insomma era giunto il momento di fare il mio lavoro da uomo. Avevo anche capito che, oltre ad apprezzare moltissimo il fatto di venire sodomizzata alla pecorina, per quanto riguarda il capitolo delle penetrazioni vaginali lo smorzacandela era la sua posizione preferita, o quanto meno quella dove con me si era trovata meglio ed aveva provato il maggior piacere, visto che con le missionarie avevo avuto qualche problemino logitico nel soddisfarla bene; ed in fondo lo smorzacandela fatto all’inizio della serata anche a me era piaciuto moltissimo.
Così non mi sono fatto pregare, gliel’ho tirato fuori dal culo e mi sono sdraiato sulla schiena con l’uccello dritto al vento, pronto a far accomodare quella massa di ciccia sul mio bacino e a far scivolare il mio uccello nella figa-hangar. La signora con rapidità e col solito sorriso compiaciuto è venuta ad appollaiarsi sopra al mio cazzo, questa volta senza che glielo chiedessi già rivolta verso di me per porgermi i suoi 2 meloni succosi a portata di bocca, e sono ripartite le danze. Come prima ci alternavamo a chiavare: prima lei, protesa in avanti con le mani appoggiate sul letto e le tette che mi cadevano in faccia, andava decisa col su e giù dettando i suoi ritmi “caraibici”; poi si fermava e si raddrizzava leggermente sulla schiena, e li capivo che dovevo partire io col vigore “latino” a sbatterla dal basso verso l’alto, tenendola per le anche e godendomi lo spettacolo delle sua ciccia e delle sue tette che ballonzolavano davanti a me al ritmo dei miei colpi, con la mia lingua protesa in rapide leccate dei capezzoli quando erano a tiro… con i suoi versi e le sue espressioni mi faceva capire che le piaceva proprio, dalla sua figa mi colava addosso di tutto, ed anche io ero bello carico.
Dopo un bel po’ ha pensato che ero prossimo alla venuta, e mi ha chiesto: “Vuoi sborrare dentro mia figa? Dai…” Io ero si bello carico ma non ancora del tutto pronto ad esplodere, così le ho chiesto: “Senti, ti va di farmi una sega con le mani? Mi piacerebbe tanto venire sulle tue tette…”
So che lei avrebbe preferito di gran lunga farsi sborrare dentro al ventre: forse per un ancestrale ed innato istinto da grossa mammifera votata alla riproduzione, alla signora piaceva tantissimo sentire il maschio raggiungere l’orgasmo dentro di lei, e sborrare abbondantemente all’interno del suo corpo (e non all’”esterno” come volevo fare io in quel momento…); in qualsiasi buco si stesse facendo fottere, bocca compresa, voleva sentire alla fine lo sperma che glielo riempiva. Però lei a sua volta sapeva bene della mia passione smisurata per le sue bombe vertiginose, e aveva capito che ci tenevo ad onorare quei due tamburi con una gran sborrata sopra; poi in fondo era stata proprio lei ad usare le sue due armi non convenzionali per provocarmi ed attirarmi a sè ad inizio giornata; e così come sempre generosissima e con il sorriso mi ha risposto: “Si dai… va bene”.
Così si è messa seduta sul bordo del letto ed io mi sono alzato in piedi mettendole il cazzo all’altezza della faccia. Ha cominciato subito a masturbarmi velocemente con le mani e con la bocca, concedendomi di tanto in tanto i suoi mitici ingoi totali. Ha continuato per un bel po’ senza fermarsi mai, e ad un certo punto mentre aveva la cappella in bocca e stava masturbando l’asta, ho capito che stavo arrivando… “Clara… sto per venire…” Così se lo è infilato in mezzo alle tette, le ha schiacciate attorno al mio uccello e ha continuato a masturbarlo con una spagnola da urlo, fino a che le sono venuto in mezzo alle borracce con una goduria immensa e una sborrata discreta. Preso l’uccello ancora gocciolante se lo è infilato in bocca e si è risucchiata la sborra rimasta, poi come al solito me lo ha pulito con le sue labbrone, fino in fondo.
Adesso ero veramente finito… ma veramente finito… sono crollato disteso sul letto a braccia aperte, quasi col fiatone… la cappella e i coglioni mi facevano male… ma ero soddisfattissimo. Mi sono voltato verso di lei: era intenta a mangiarsi la sborra che le era rimasta in mezzo al seno, portandosela alla bocca con le grasse dita e ciucciandosele di gusto come fosse marmellata… mai buttare via niente!
Ennesima tappa in bagno, io mi sono fatto un bidet tonificante con l’acqua gelida e il sapone. Lei intanto ha preso la doccina della vasca da bagno e si è sporta sopra per pulirsi le tette dalla poca sborra rimasta. Finita questa operazione si è messa anche lei a fare il bidet.

Ormai non ne avevo proprio più: mentre si ripuliva l’hangar, per evitare qualsiasi tentazione (da parte sua!) sono tornato subito in camera a rivestirmi, e lei è arrivata che ero praticamente già vestito; era notte fonda. “Adesso però vado davvero…” E lei: “si si, ok… va bene…”

Poi ha aggiunto: “Comunque, a mattina mia figlia a lavorare e ragazzi a scuola. Se io sono a casa e tu non va a università, tu puoi venire a “salutarmi”… facciamo ancora qualche volta se ti ha piaciuto di scopare con me”.
Dalle sue frequenti richieste su come stesse andando, avevo capito già prima che voleva continuamente essere rassicurata sul fatto che mi piacesse fare sesso con lei, e quindi ho risposto: “Certo Clara che mi è piaciuto scopare con te, è stata una bellissima esperienza. Sicuramente voglio tornare qualche volta, sei davvero una gran donna (anche se tra me e me avrei voluto dirle “sei davvero una gran TROIA!”)”
E lei: “No grazie a te, anche per me è stato bellissimo esperienza, io tanti anni che non scopava con uomo e mi ero quasi dimenticata come si faceva...”
E li per poco non mi veniva da ridere: alla faccia del cazzo che si era quasi dimenticata come si faceva a scopare… per fortuna, SE SI RICORDAVA BENE ERO MORTO!!

Poi ha insisto per scambiarci i numeri di cellulare, è tornata sul discorso che se qualche mattino in settimana fossi rimasto a casa dall’università e avevo voglia di passare a trovarla, potevo mandarle un messaggino il giorno prima così si organizzava con gli impegni… ah però (ho pensato), vedo che è anche abbastanza smaliziata la ragazza… prendo il numero e memorizzo.
Quindi ci siamo salutati (questa volta, siccome lei era ancora nuda, sono rimasto a distanza di sicurezza dalle bocce tentatrici…!!) e sono tornato a casa a dormire, eccitatissimo. Martedì alzatomi sul tardi ho fatto un’abbondante colazione per recuperare un po’ di energie, ho preso i libri, sono uscito di corsa giù dalle scale evitando di guardare verso la sua porta e sono andato a studiare alla biblioteca comunale che aveva riaperto. Sono rientrato verso le 6 del pomeriggio, e dai rumori ho capito che figlia e nipoti della signora Clara erano rientrati. Nei giorni seguenti della settimana sono rientrati anche i miei coinquilini e sono ricominciate le lezioni… Solito tram tram insomma.
Che dire, per me è stata un’esperienza bellissima, perchè totalmente inaspettata e che mai avrei pensato di poter fare, ma che sicuramente voglio ripetere non appena si presenta l’occasione. Sono molto soddisfatto e mi ritengo fortunato per quello che è successo. Mi è venuto solo qualche scrupolo di aver preso qualche malattia venerea, ma se è vero che sono tanti anni che la mucca non scopava (anche se sinceramente qualche dubbio ce l’ho…), il rischio dovrebbe essere minimo; e comunque quello che è stato oramai è stato: farò degli esami del sangue.
Quindi appena mi libero una mattina in settimana… passo sicuramente a “salutarla”… Lei e quei due splendidi e maledetti siluri che si ritrova al posto del petto… ci ho lasciato il cuore li in mezzo! (e le mani… e la lingua… e il cazzo…)

Saluti.

Chicolat89
scritto il
2012-04-15
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