L'avvocatessa - cap 22

di
genere
saffico

Carla mi diede un appuntamento per prendere insieme un aperitivo, e volli cogliere l'occasione per togliermi una curiosità che avevo da qualche tempo.
"Quando sono venuta da te per la prima volta, hai quasi fatto a gara con Daniela per chi si fosse scopata più professori." le dissi come se quello fosse un normale argomento di discussione "Compreso Pescalini, che all'epoca per me era un modello di rettitudine."
"Rettitudine un paio di palle." mi rispose interrompendomi "Per come la vedo io è solo da stabilire chi è più pervertito fra lui e quella gran troia della moglie Romina !"
"Dai non ci posso credere, a me è sempre apparsa come una gran signora !"
"Sì la signora delle troie !" ribatté la mia amica ridendo "Ora però ti racconto tutta la storia."

Il porco mi aveva appena bocciata al suo esame, ora non è che fossi preparatissima, ma le sue domande erano francamente assurde, così finita la sessione andai da lui per protestare. Ma non appena entrai nel suo studio, lui mi disse chiaramente che se volevo esser promossa dovevo non solo farmi scopare da lui, ma andare a casa sua la sera per avere un rapporto a tre con la moglie.
"Vede signorina Pescetto." mi disse stando in piedi dietro di me "So bene che lei preferisce andare in giro a scopare invece che stare in casa a studiare il diritto, quindi se non vuole passare tutta la vita qui dentro, deve far divertire anche me."
"Ma cosa c'entra sua moglie ?" gli domandai cercando di limitare i danni.
"Vede a mia moglie piacciono le troiette come lei, la eccitano tantissimo e dopo è molto disponibile ed esigente con me, il che non guasta mai. Quindi adesso lei si alza e decide se scopare con me o uscire di qui e cambiare facoltà."
Messa così alle strette non mi rimase che alzarmi in piedi e rimanere nell’attesa di qualche sua istruzione, che ovviamente non tardò ad arrivare.
"Bene Carla, permette che la chiami così non è vero ?" mi disse sedendosi al mio posto "Faccia lentamente un paio di giri su se stessa in modo che possa osservare bene il suo corpo."
Come gli diedi le spalle, lui mi disse di fermarmi e poggiò una mano sul sedere, e non so per quanto me lo palpò facendo commenti osceni. All'improvviso s'alzò per mettersi dietro di me, e togliermi maglietta e reggiseno, per poi farmi girare e così palparmi e baciarmi le tette. Io non sapevo cosa fare, essendo la prima volta che cedevo a quel tipo di ricatto, così rimasi ferma sperando che finisse tutto il più in fretta possibile.
"Girati e togliti questi cazzo di jeans."
Quelle parole mi fecero tornare alla realtà, dalla quale cercavo d'estraniarmi, e non fu tanto il togliermi i pantaloni, quanto il sentire la sua mano fra le gambe, a darmi un forte senso di schifo.
"Guarda che devo provare piacere a scoparti, e se rimani di ghiaccio non se ne fa nulla." mi disse vicino all'orecchio dopo essersi alzato "Quindi vedi di fare bene la troia, tanto so che ne sei capace."
Mentre le sua mani entravano nelle mie mutandine, pensai al ragazzo con quale avevo sesso qualche sera prima, un bel moretto che m'aveva fatto godere anche perchè ben dotato. Quel ricordo mi fece stare un po' meglio, anche quando il porco iniziò a baciarmi in bocca per poi farmi chinare e dirmi di fargli un pompino.
Il professor Luciano Pescalini non era certo un bell'uomo, però aveva un gran cazzo, che nonostante tutti quei 'preliminari' era ancora floscio. Così non mi rimase che prenderglielo in bocca per succhiarlo, sperando che diventasse duro in fretta. Ben presto lui si dovette sedere, e con mia gran gioia la mazza gli diventò turgida, così mi preparai mentalmente all'atto finale.
Il maiale mi sfilò le mutandine per poi farmi piegare sulla sua scrivania e, dopo averci sputato contro, m'infilò un dito dentro il buchetto facendomi gemere dal dolore.
"Della tua fica da troia non m'interessa nulla." mi disse gelandomi il sangue "Chissà quanti ti hanno già scopata puttana come sei. Però hai un bel culo, ancora stretto ed è quello che mi prenderò, adesso e stasera."
Cercai di rilassarmi il più possibile mentre il porco mi sodomizzava senza alcuna premura nei miei confronti, il suo era un continuo spingermelo dentro incurante del dolore che provavo. Mi raccontò di quante 'brave ragazze' avevano ceduto ai suoi ricatti, e di una in particolare alla quale aveva preso la sua verginità anale. Io cercavo d'assecondarlo anche con la speranza che venisse in fretta, ma dentro di me avevo una nausea fortissima, e non so come riuscii a non vomitare.
“Venite a dare gli esami vestite come modelle credendo che mi basti guardarvi per promuovermi. Invece dovete darmi il culo e sperare che goda nello scopavi troie che non siete altro. Tu poi sei peggio delle altre, col futuro bello spianato da tuo padre, quindi meriti d'esser trattata da vera troia e nulla più.”
Il caro professore mi scopò sempre dietro cambiando però più volte posizione, ma alla fine era fin troppo chiaro che preferisse avermi carponi, così mi sistemai in quel modo su un piccolo divano che aveva in ufficio, e dopo qualche minuto lui mi venne in bocca, sfinito e appagato.
"Questo è il mio indirizzo, vieni da me alle nove vestita da troia, quindi abito corto e calze." mi disse mentre ci rivestivamo.
Gli risposi che sarei stata puntale e tornai a casa dove mi feci una lunga doccia, riuscendo poi a tavola a nascondere le mie sensazioni ai miei genitori, che si lamentarono solo per la bocciatura.
Uscire non fu un problema nonostante le loro giuste lamentele, e per fortuna non videro come m'ero vestita per andare dal mio ricattatore. Scelsi infatti un abito tanto corto da non riuscire a nascondere la balza delle autoreggenti, indossando come intimo il più striminzito dei miei perizomi che di fatto mi copriva giusto il pube.
Come arrivai a casa loro m'aprì la moglie Romina, una inguardabile cinquantenne, che per l'occasione aveva addosso solo un ridicolo due pezzi di pelle nera e degli stivaloni alti fino alla coscia.
"Tu devi essere Carla, la troia che oggi ha inculato mio marito." mi disse senza mezzi termini non appena entrai in casa loro.
Romina mi tornò nella loro camera dove ci aspettava il marito, che all'inizio non mi degnò neanche di una parola. In compenso la moglie mi fece sedere sul letto, per poi saltarmi addosso riducendo il mio vestito ad una sorta di cinturone di maglia sui fianchi. Mi sembrò quasi che la donna avesse quattro mani tanto le sentivo su di me, soprattutto quella in mezzo alle gambe, le cui dita mi penetrarono più volte dentro la passera.
"Mettiti a pecora e succhiami il cazzo troia." mi disse lui inginocchiandosi sul letto, interrompendo così il rapporto lesbo della moglie.
Ubbidii trovando questa volta il suo pene sicuramente più duro che nel pomeriggio, ma non appena glielo presi in bocca, la moglie mi spostò il perizoma, per infilarmi un dito dentro il culo.
"Avevi ragione la troia ha ancora il culo stretto." disse Romina al marito dopo avermi sodomizzato con due dita.
"Ho sempre ragione, però stasera voglio provare anche la fica di questa puttanella, non si sa mai ne esca qualcosa di buono."
Mi sentivo una perfetta merda in mezzo ai quei maiali che approfittavano di me, usando un meschino ricatto al quale non potevo sottrarmi. Quando si scambiarono di posizione, mi ritrovai davanti la passera completamente aperta di Romina, che mi fece ancor più schifo del pene del marito. Lui però non mi diede tempo di pensare, che m'aveva già infilato il cazzo dentro la fica, ma solo dopo avermi ordinato di far godere la moglie.
M'imposi di non pensare a nulla, cercando di concertarmi su quanto mi era stato detto di fare, al meglio per far sì che quell'incubo finisse in fretta. Lei era quasi insensibile ad ogni passaggio della mia lingua, e solo infilandole tre dita dentro, riuscii a farla gemere un pochino.
Lui si stancò presto della mia passera e mi sodomizzò se possibile, con ancora più brutalità che nel pomeriggio, dandomi anche dei ceffoni sulle chiappe solo per farmi più male.
"Carla Pescetto sei solo una troia da culo." mi disse per umiliarmi ulteriormente "Domani tornerai a fare ala figlia di papà, ma intanto adesso lo prendi nel culo, e non è detto che non ti piaccia."
"Caro che ne dici se la scopiamo in due ?" gli propose la moglie con un tono fin troppo sdolcinato.
"Va bene, voglio che anche tu inculi questa puttana della buona società."
Lui si sdraiò ordinandomi di mettermi sopra di lui per impalarmi da sola, mentre la moglie si legava un grosso davanti al pube usando delle cinghiette. Non avevo mai visto uno strap-on e quasi mi venne da ridere osservando com'era ridicola la donna, con quelle grosse tette cadenti, e quel grosso pezzo di gomma fra le gambe. Quando però mi sodomizzò, nonostante le precedenti penetrazioni avute col marito, mi fece un gran male, e non potei trattenere un gemito di dolore, che però fece quasi infuriare i due maiali.
"Non mi dire che non hai mai preso due cazzi insieme lercia puttana." mi disse lei tirandomi per i capelli.
Non risposi sperando che lei sbollisse da sola la rabbia, cosa che accadde anche se purtroppo non molto presto. Infatti la donna era notevolmente più violenta del marito, non solo mi scopava con una forza quasi innaturale, ma m’insultava senza sosta, umiliandomi in tutti i modi, arrivando a mettermi un piede davanti alla bocca per farselo baciare.
“Non sai come godo a inculare la figlia di quella gran dama che è tua madre.” mi confessò mentre mi sbatteva senza alcuna pietà “Scommetto che lei ha ancora il culo vergine, mentre tu lo dai solo per passare un esame.”
Ad un certo pensai se era 'giusto' che quei due porci mi usassero per i loro sporchi giochetti, essendo io tutto tranne che una studentessa modello, più dedita al divertimento che ai libri, ma poi compresi che nessuna persona dev'essere ricattata in quel modo, e che Pescalini e signora meritassero solo la morte.
L'unica nota positiva fu che non cercarono di sodomizzarmi insieme, e che lui era troppo eccitato per durare a lungo. Lei però doveva ben conoscere i tempi del marito, infatti poco prima che venisse, mi fece sdraiare sul letto per poi mettersi a cavalcioni sopra di me, dicendomi di tenere la bocca ben aperta. Poi glielo prese fra le labbra facendogli avere l'orgasmo, che ovviamente lui le schizzò in bocca. Romina da vera stronza non lo tenne per se, ma me lo sputò quasi in gola, e così non mi rimase che ingoiare quello sperma insieme alla saliva della donna.
Non ci fu neanche bisogno che mi rivestissi, perchè di fatto non m'avevano mai spogliata, così quando finalmente mi dissero d'andarmene, non mi rimase che sistemarmi e fuggire da quella casa il più velocemente possibile. Finii col vomitare non appena uscita dal portone, trovando fortunatamente un angolo buoi, per tornare a casa e ributtarmi sotto la doccia.

"Quello che non capisco è perchè con me si sia comportato in ben altra maniera." dissi ancora sconcertata per il suo racconto a Carla "Insomma il suo esame non è stata una passeggiata però l'ho passato alla prima."
"Pescalini è un bastardo che sceglie le sue vittime." mi rispose la mia amica "Semplicemente tu non eri appetibile, mentre con me ed altre ha tirato fuori il peggio di se, lui e quella gran bastarda della moglie."
Ordinammo un altro aperitivo passando ad argomenti meno spiacevoli, per poi andare a cena insieme. Notai però per tutta la serata uno strano sguardo in Carla, come se rivivere quell'esperienza gli impedisse di rilassarsi con me, e una volta uscite dal ristorante preferii tornare a casa dicendole che ero troppo stanca per fare le ore piccole.
Una volta nel mio letto pensai a come fossi stata fortunata a non finire sotto le grinfie di quel professore, anche perchè non avrei saputo resistergli facendo così la stessa 'fine' della mia amica.
“Magari un giorno ti troverò sul banco degli imputati.” pensai poco prima d'addormentarmi “Sarebbe davvero un piacere vederti finire in galera, tu e quella stronza di tua moglie.”




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scritto il
2021-10-04
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