Più che amici 3
di
Save
genere
bisex
Passò una settimana senza particolari evoluzioni, incrociai Marco solo ad un aperitivo con amici e dedicai un sacco di attenzioni e quasi tutto il mio tempo libero a Matilde con cui, forse, mi sentivo un po’ in colpa.
Una sera, dopo una bella scopata, mi fermai ad osservare Matilde e a pensare quanto fossi fortunato ad averla a fianco. Feci scivolare lo sguardo sul suo corpo fantastico, soffermandomi sulla sua terza di seno perfettamente rotonda e soda, il suo ventre piatto e il culetto a forma di pesca bello tonico. Provai quasi vergogna a pensare che avevo tradito quell’incredibile bellezza con Marco. Anche se dentro di me non lo ritenevo un vero e proprio tradimento.
“Che hai?” mi chiese Matilde sorridendo.
“Niente, pensavo a quanto sei bella e a quanto sono fortunato” risposi ricambiando il sorriso.
Si mise a cavalcioni sopra di me e mi baciò con passione.
“Altro giro?” mi chiese.
Non c’era bisogno di chiedere, in un attimo mi era tornato duro e Matilde lo infilò dentro di sé e iniziò a cavalcarmi, prima con dolcezza e poi con sempre più foga. Nonostante gli anni passati insieme, vedere il suo corpo perfetto dimenarsi sopra di me era sempre uno spettacolo da mozzare il fiato e incredibilmente eccitante.
I nostri corpi si conoscevano alla perfezione ed erano in sincronia perfetta. Matilde si chinò verso di me e mi baciò mentre continuava a fare su e giù con i fianchi, ricambiai il bacio appassionato e poi mi scostai per dirle: “Ti amo”.
“Ti amo anche io” rispose.
Continuò a cavalcarmi con sempre più foga finché raggiungemmo l’orgasmo in contemporanea. Sparai il mio sperma dentro di lei che inarcò la schiena ed emise un gemito di piacere per poi lasciarsi cadere sopra di me.
“Ti amo” le sussurrai nuovamente e la baciai con passione.
La settimana passò rapidamente con meravigliosi notti di sesso con Matilde, quasi che le avventure con Marco avessero portato ancora più passione tra me e la mia ragazza.
Il venerdì sera partii con Marco e altri quattro amici per l’addio al celibato di uno di loro che sarebbe durato tutto il fine settimana. Nonostante si prospettasse un weekend all’insegna del divertimento, mi dispiacque veramente lasciare Matilde che, quella settimana, mi aveva fatto veramente impazzire di piacere.
Stefano, Federico, Andrea e Alberto (i nostri 4 amici) partirono nel primo pomeriggio verso Bologna, la prima tappa del nostro weekend, mentre io e Marco che avevamo iniziato da poco a lavorare dopo aver finito università, li avremmo raggiunti per cena.
Passai a prendere Marco e, verso le 18 ci mettemmo in viaggio. Durante il viaggio raccontai a Marco della mia settimana di passione con Matilde e mi confessò che anche lui con Lucia si era particolarmente divertito. Ci raccontammo diversi particolari piccanti, come avevamo sempre fatto quando, a un certo punto, Marco mi chiese: “Alla prossima piazzola di sosta ti puoi fermare?”
Arrivati alla piazzola, fermai la macchina e vidi che Marco, anziché scendere, si chinò verso di me, fece arretrare il mio sedile e mi sganciò la cintura di sicurezza.
“Che fai?” gli chiesi, mentre Marco mi slacciò i pantaloni.
“Pensare al tuo cazzo mentre mi raccontavi delle scopate con Matilde mi ha fatto venire voglia di provarlo” rispose e mi abbassò pantaloni e mutande.
Il mio membro era già mezzo duro ripensando alle notti con Matilde e, eccitato dalla situazione e da un massaggino di Marco, in poco tempo andò completamente in erezione.
“Ma c’è ancora luce, ci potrebbero vedere!” dissi senza troppa convinzione.
Marco mise una mano alla base del mio pene, lo scoprì completamente, si chinò e diede un bacio sulla cappella. Mi guardò negli occhi e sorrise, poi tirò fuori la lingua e iniziò a leccarmi tutta l’asta lentamente, da cima a fondo. La sua lingua era più ruvida e grossa di quella di Matilde e questo mi provocava sensazioni diverse che mi eccitavano molto.
Dopo aver leccato bene tutta l’asta, si concentrò sulla cappella, leccandola delicatamente. Non vedevo l’ora che se lo infilasse in bocca.
“Ha veramente un buon sapore, non pensavo” mi disse e aggiunse “Ora provo a succhiartelo, non so se sono capace”.
Aprì leggermente la bocca e infilò la punta della cappella, mentre con la lingua mi solleticava la parte inferiore della cappella. Si capiva che era alle prime armi, ma, allo stesso tempo sapeva come stimolare un cazzo.
Iniziò a fare su e giù cercando di andare sempre più a fondo, ma, chiaramente, non riusciva a infilarsi tutti i miei 18 cm perciò cominciò a segarmi la parte restante con la mano sinistra. Presa un po’ di confidenza iniziò a giocherellare con la lingua intorno al mio cazzo per stimolarlo ulteriormente.
Ancora una volta mi venne da confrontarlo con Matilde. Matilde era sicuramente più esperta e, dopo anni di esercizio, era in grado di prendere tutti i miei cm con dei deepthroat che mi facevano impazzire, ma Marco ci stava comunque mettendo energia e non se la cavava affatto male.
Andava sempre più veloce, infilandoselo sempre un pezzettino in più, mentre con la mano mi segava con sempre più vigore. Gli appoggiai una mano sulla nuca per assecondare i suoi movimenti e cercare di spingerlo fino in fondo. Il mio cazzo pulsava di piacere, mi stavo avvicinando al limite.
Ansimavo, mentre i vetri della macchina si appannavano e Marco ci metteva sempre più foga, iniziò ad aspirare con molta più forza e capii che a breve non ce la avrei fatta a trattenermi.
“Ci sono quasi, non so se vuoi tirarlo fuori” ansimai, sentivo di doverlo avvisare, ma in cuor mio speravo non lo facesse.
In tutta risposta Marco si spinse ancora più in fondo, succhiando con foga sempre maggiore. Mi dissi di resistere ancora qualche istante per godermi quei momenti, ma non ce la facevo più. Gli spinsi in basso la testa e gridai: “Vengooo!”
Il mio cazzo si contrasse e iniziò a spruzzare dentro la bocca di Marco, una volta, due volte, tre volte e quattro volte. Mi accasciai sul sedile con un gemito di piacere.
“Wow” dissi, mentre vidi Marco inghiottire e asciugarsi la bocca con il dorso della mano.
“Cazzo hai veramente un buon sapore, a saperlo avrei iniziato anni fa” mi rispose Marco sorridendo.
Mi chinai verso di lui e lo baciai con passione. Ci guardammo e scoppiammo a ridere.
“Dai rimettiamoci in viaggio” dissi tirandomi su mutande e pantaloni e riallacciandomi cintura di sicurezza.
Marco mi guardò e rise, chiedendo: “Allora chi è più bravo con i pompini? Io o Mati?”
“La Mati non la batte nessuno” risi e rimisi in moto la macchina.
Una sera, dopo una bella scopata, mi fermai ad osservare Matilde e a pensare quanto fossi fortunato ad averla a fianco. Feci scivolare lo sguardo sul suo corpo fantastico, soffermandomi sulla sua terza di seno perfettamente rotonda e soda, il suo ventre piatto e il culetto a forma di pesca bello tonico. Provai quasi vergogna a pensare che avevo tradito quell’incredibile bellezza con Marco. Anche se dentro di me non lo ritenevo un vero e proprio tradimento.
“Che hai?” mi chiese Matilde sorridendo.
“Niente, pensavo a quanto sei bella e a quanto sono fortunato” risposi ricambiando il sorriso.
Si mise a cavalcioni sopra di me e mi baciò con passione.
“Altro giro?” mi chiese.
Non c’era bisogno di chiedere, in un attimo mi era tornato duro e Matilde lo infilò dentro di sé e iniziò a cavalcarmi, prima con dolcezza e poi con sempre più foga. Nonostante gli anni passati insieme, vedere il suo corpo perfetto dimenarsi sopra di me era sempre uno spettacolo da mozzare il fiato e incredibilmente eccitante.
I nostri corpi si conoscevano alla perfezione ed erano in sincronia perfetta. Matilde si chinò verso di me e mi baciò mentre continuava a fare su e giù con i fianchi, ricambiai il bacio appassionato e poi mi scostai per dirle: “Ti amo”.
“Ti amo anche io” rispose.
Continuò a cavalcarmi con sempre più foga finché raggiungemmo l’orgasmo in contemporanea. Sparai il mio sperma dentro di lei che inarcò la schiena ed emise un gemito di piacere per poi lasciarsi cadere sopra di me.
“Ti amo” le sussurrai nuovamente e la baciai con passione.
La settimana passò rapidamente con meravigliosi notti di sesso con Matilde, quasi che le avventure con Marco avessero portato ancora più passione tra me e la mia ragazza.
Il venerdì sera partii con Marco e altri quattro amici per l’addio al celibato di uno di loro che sarebbe durato tutto il fine settimana. Nonostante si prospettasse un weekend all’insegna del divertimento, mi dispiacque veramente lasciare Matilde che, quella settimana, mi aveva fatto veramente impazzire di piacere.
Stefano, Federico, Andrea e Alberto (i nostri 4 amici) partirono nel primo pomeriggio verso Bologna, la prima tappa del nostro weekend, mentre io e Marco che avevamo iniziato da poco a lavorare dopo aver finito università, li avremmo raggiunti per cena.
Passai a prendere Marco e, verso le 18 ci mettemmo in viaggio. Durante il viaggio raccontai a Marco della mia settimana di passione con Matilde e mi confessò che anche lui con Lucia si era particolarmente divertito. Ci raccontammo diversi particolari piccanti, come avevamo sempre fatto quando, a un certo punto, Marco mi chiese: “Alla prossima piazzola di sosta ti puoi fermare?”
Arrivati alla piazzola, fermai la macchina e vidi che Marco, anziché scendere, si chinò verso di me, fece arretrare il mio sedile e mi sganciò la cintura di sicurezza.
“Che fai?” gli chiesi, mentre Marco mi slacciò i pantaloni.
“Pensare al tuo cazzo mentre mi raccontavi delle scopate con Matilde mi ha fatto venire voglia di provarlo” rispose e mi abbassò pantaloni e mutande.
Il mio membro era già mezzo duro ripensando alle notti con Matilde e, eccitato dalla situazione e da un massaggino di Marco, in poco tempo andò completamente in erezione.
“Ma c’è ancora luce, ci potrebbero vedere!” dissi senza troppa convinzione.
Marco mise una mano alla base del mio pene, lo scoprì completamente, si chinò e diede un bacio sulla cappella. Mi guardò negli occhi e sorrise, poi tirò fuori la lingua e iniziò a leccarmi tutta l’asta lentamente, da cima a fondo. La sua lingua era più ruvida e grossa di quella di Matilde e questo mi provocava sensazioni diverse che mi eccitavano molto.
Dopo aver leccato bene tutta l’asta, si concentrò sulla cappella, leccandola delicatamente. Non vedevo l’ora che se lo infilasse in bocca.
“Ha veramente un buon sapore, non pensavo” mi disse e aggiunse “Ora provo a succhiartelo, non so se sono capace”.
Aprì leggermente la bocca e infilò la punta della cappella, mentre con la lingua mi solleticava la parte inferiore della cappella. Si capiva che era alle prime armi, ma, allo stesso tempo sapeva come stimolare un cazzo.
Iniziò a fare su e giù cercando di andare sempre più a fondo, ma, chiaramente, non riusciva a infilarsi tutti i miei 18 cm perciò cominciò a segarmi la parte restante con la mano sinistra. Presa un po’ di confidenza iniziò a giocherellare con la lingua intorno al mio cazzo per stimolarlo ulteriormente.
Ancora una volta mi venne da confrontarlo con Matilde. Matilde era sicuramente più esperta e, dopo anni di esercizio, era in grado di prendere tutti i miei cm con dei deepthroat che mi facevano impazzire, ma Marco ci stava comunque mettendo energia e non se la cavava affatto male.
Andava sempre più veloce, infilandoselo sempre un pezzettino in più, mentre con la mano mi segava con sempre più vigore. Gli appoggiai una mano sulla nuca per assecondare i suoi movimenti e cercare di spingerlo fino in fondo. Il mio cazzo pulsava di piacere, mi stavo avvicinando al limite.
Ansimavo, mentre i vetri della macchina si appannavano e Marco ci metteva sempre più foga, iniziò ad aspirare con molta più forza e capii che a breve non ce la avrei fatta a trattenermi.
“Ci sono quasi, non so se vuoi tirarlo fuori” ansimai, sentivo di doverlo avvisare, ma in cuor mio speravo non lo facesse.
In tutta risposta Marco si spinse ancora più in fondo, succhiando con foga sempre maggiore. Mi dissi di resistere ancora qualche istante per godermi quei momenti, ma non ce la facevo più. Gli spinsi in basso la testa e gridai: “Vengooo!”
Il mio cazzo si contrasse e iniziò a spruzzare dentro la bocca di Marco, una volta, due volte, tre volte e quattro volte. Mi accasciai sul sedile con un gemito di piacere.
“Wow” dissi, mentre vidi Marco inghiottire e asciugarsi la bocca con il dorso della mano.
“Cazzo hai veramente un buon sapore, a saperlo avrei iniziato anni fa” mi rispose Marco sorridendo.
Mi chinai verso di lui e lo baciai con passione. Ci guardammo e scoppiammo a ridere.
“Dai rimettiamoci in viaggio” dissi tirandomi su mutande e pantaloni e riallacciandomi cintura di sicurezza.
Marco mi guardò e rise, chiedendo: “Allora chi è più bravo con i pompini? Io o Mati?”
“La Mati non la batte nessuno” risi e rimisi in moto la macchina.
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