2 carcerate - Parte 1: La testimonianza

di
genere
dominazione

- Riporto qui ciò che una ragazza ha raccontato in caserma stamattina. Il racconto è una sua testimonianza diretta -


L: "Mi sono svegliata in un letto che non conoscevo ed ero tutta intorpidita, faticavo a muovermi e a capire. Continuavo a guardarmi attorno ma gli occhi faticavano ad abituarsi e c'era buio.
Lentamente ho ripreso coscienza e mi sono resa conto che mi trovavo in una cella. Il letto era in una stanza senza finestre dove una parete era composta da sbarre.
Andai completamente nel panico! Cominciai ad urlare e a sbattere i pugni contro le sbarre ma nessuno rispose per quelle che mi sembrarono ore. Ad un certo punto cedetti, stanca e dolorante, e mi rimisi nel letto.
Diverso tempo dopo sentii un rumore metallico, il rumore di una porta, e poi un clic. Le luci neon cominciarono a sfrigolare e si accesero. Mi resi conto in quel momento che la mia non era l'unica cella. Ce n'era un altra proprio di fronte a me e nel letto si intravedeva qualcuno sotto le coperte. Cominciai a chiamare tentando di svegliare chiunque dormisse lì ma non si mosse nemmeno.
Sentii dei passi provenire dal corridoio e spaventata mi ritrassi verso il fondo della stanza. Davanti alla cella comparve una donna che, nonostante avesse il viso coperto, era chiaro che mi fissasse"

P: "Riesce a descrivermela?"

L: "Certo! Era alta. Più di me, circa un metro e ottanta credo. Dal passamontagna vedevo spuntate solamente dei lunghi capelli scuri. Tutto il viso era coperto, anche gli occhi. Aveva una sottile rete nera che li copriva"

P: "Si ricorda altro?"

L: "Si agente. L'ho vista completamente nuda così tante volte che posso descrivergliela come se fosse qui ora!"

P: "..."

L: "Aveva obbiettivamente un fisico quasi perfetto. Un bel seno abbondante, un corpo formoso ma tonico, muscoloso ma comunque elegante. Ma la cosa che più mi ha colpito è un tatuaggio che aveva sul pube"

P: "Me lo descriva"

L: "Aveva un cuore ed un teschio tatuati uno di fianco all'altro poco sopra il clitoride. Entrambi grossi circa cone una moneta"

P: "Capisco, prosegua"

L: "Beh quella donna mi guardava e io non riuscivo a proferire parola. Ero bloccata. Lei però aprì l'altra cella e andò verso il letto. Tolse le coperte e osservò chi vi era sotto. Intravidi un'altra donna. A quel punto la donna mascherata uscì dalla cella sbattendo la porta e l'altra carcerata si svegliò con un sussulto. Scese dal letto goffamente ma cadde a terra ancora intorpidita.
Io fui scossa dalla rabbia e cominciai ad urlare minacciando la nostra aguzzina. Mi precipitai contro le sbarre e tentai di colpirla ma era troppo lontana. Lei rimase immobile a guardarci.
Anche l'altra donna intanto si era alzata in piedi ma era terrorizzata e non proferiva parola"

P: "Vuole un bicchiere d'acqua?"

L: "No, no! La prego niente acqua!"

P: "Mi scusi. Prosegua pure"

L: "La donna mascherata mi puntò una pistola e mi intimò di tacere. Io mi ritrassi quasi in lacrime. Poi la puntò anche sull'altra carcerata che si accasciò a terra con le mani sulla testa come per proteggersi.
La rapitrice ripose la pistola e ci disse di ascoltarla molto bene. Nessuno ci poteva sentire, disse, nessuno ci poteva trovare, ma avevamo una speranza. Noi due eravamo state rapite per sfidarci tra noi. Il premio? La libertà. Ma solo per una di noi.
Provammo ad opporci ma la donna mascherata se ne andò"

P: "Sfidarvi? In cosa?"

L: "Lo seppimo poco dopo"


- Continua -
scritto il
2021-11-08
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