Bologna, Silvia e lo Chef

di
genere
trio

Bologna, è qui che io e la mia collega ma soprattutto amica pluridecennale Silvia dovemmo dirigerci, per partecipare ad un corso di aggiornamento professionale (con relativo test finale, poi superato brillantemente). Silvia ed io siamo amiche sin dai tempi dell'Università, bianco io e nero lei, testa io e croce lei, mora io e bionda lei, introversa io ed estroveresissima lei, solitaria io e festaiola lei, tettona io e...piatta lei? NO...tettona anche lei! difatti siam solite scambiarci i reggiseni, diciamo meglio: le regalo i miei che non uso più, lei li apprezza, a casa se li prova, si fotografa le tette chiuse nel mio ex reggiseno e mi manda la foto...
Silvia è una ritardataria cronica, con la testa perennemente sulle nuvole di un mondo irreale che è solo suo; quella mattina al binario faceva un freddo che non vi immaginate, Rimini era avvolta in una coltre di nebbia degna della peggior Milano, io guardavo e riguardavo in tutte le direzioni sperando di vederla arrivare, correndo, con il fiato corto, come al suo solito, magari urlandomi "Betta Betta, perdono!!!"..."l'intercity diretto a Bologna centrale è in arrivo al binario 3"...mannaggia Silvia, dove cazzo sei? Pensavo sotto voce, forse però "cazzo" lo dissi per davvero, difatti una signora anziana seduta accanto a me mi rivolse uno sguardo di disprezzo, squadrandomi dalla testa ai piedi.
Presi posto in carrozza, guardavo insistentemente il cellulare..."mannaggia a lei" pensavo...me l'ha fatta un'altra delle sue...e invece, all'improvviso..."Betta, Betta, eccomiiii, arrivo, perdonami!"...ed il nostro viaggio ebbe così inizio. "Come va con Daniele?"...Daniele è lo storico fidanzato di Silvia, un omone grosso, brutto e dai modi scontrosi..."così, va, litighiamo sempre ma poi scopiamo e facciamo pace", "ti rendi conto che il vostro rapporto va avanti ormai da anni solo per inerzia? Non avete prospettive, non fate progetti"..."ma mi scopa da dio!"..."ok, ma non può bastare solo quello, Silvia tu ti stai buttando via! Ascolta, son tua amica, ti conosco, tu non sei come lui, meriti un uomo che ti prospetti un progetto, un programma a lungo termine..."..."Betta Betta, cambiamo discorso, parliamo di te, come va con il tuo gruppo di guardoni?"...eh già, Silvia è al corrente di tutto, sa della mia pagina twitter, sa dei miei canali senza censura..."fammi un po' vedere, su...", mi rubò il cellulare dalle mani e cominciò a sbirciare la casella messaggi della mia pagina Twitter..."guarda guarda qui...sto tipo mi piace, guarda quanti tatuaggi...Fabrizio...chi è?"..."è uno, ci sto parlando in questi giorni, pensa, è uno chef, è simpatico"..."simpatico? Solo? Non ti ha già mostrato il pene? fammi vedere la foto dell'uccello! E poi ti dico io quanto mi è simpatico!"..."scema, non mi ha mandato nessuna foto, non ho visto il suo pene, e ti dirò, è uno dei pochissimi che non me l'ha ancora mostrato, è un bravo ragazzo, è ligure, di Varazze"..."sarà...però qui vedo che quasi ti implora di incontrarlo, cosa mi nascondi Betta?...ora gli mando un bel messaggino io..."
《Ciao Fabrizio, sono Silvia, l'amica pazza della Betta, noi stiamo andando a Bologna e passeremo la notte lì, il nostro albergo si chiama best western tower, ti aspettiamo lì, se non pensi di riuscire a soddisfare due

SB i miei racconti, [06/01/21, 14:27]
donne assieme porta pure un tuo amico. Ps: la Betta non è d'accordo, ma tu fregatene, io ti aspetto e vedrai che poi sarà felice pure lei di vederti》. "Ecco fatto!"..."Silvia, che hai fatto?"..."gli ho mandato un messaggino..."..."fammi vedere", le strappai di mano il cellulare, lessi il messaggio..."TU SEI TUTTA MATTA!"
La giornata trascorse lentamente, tra le ore di lezione, le pause caffè, i miei messaggi volti ad implorar Fabrizio di non raggiungerci e le frecciatine di Silvia che, distanziata due sedie da me "Betta, stasera si scopa!" mi sussurrava, tirandosi giù la mascherina e ridendo come una pazza. Fabrizio ad un certo punto del pomeriggio aveva smesso di rispondere, e anche di leggere. "Non ti risponde perché è in viaggio" mi diceva Silvia, turbandomi ancor più di quanto non lo fossi già..."quanto dista Varazze da Bologna? Pensavo io, Dio fai che non sia vero", "è in viaggio, vedrai che stasera ce lo troviamo alla reception". Verso le 18 rientrammo in albergo, ci avevano assegnato una bella stanza al 14esimo piano del grattacielo, spaziosa, arredata in stile moderno e con un morbidissimo letto king size tutto per noi, una vera meraviglia!..."Io vado in doccia per prima" urlò Silvia appena varcata la soglia, lanciò il suo zaino sul letto e cominciò a spogliarsi ancor prima di entrare in bagno. Sistemai le mie cose nell'armadio, accesi la televisione, ricordo che guardavo frenetica l'orologio, cercavo di non pensare a Fabrizio, ma ci pensavo, come mai non aveva più neanche visualizzato i miei messaggi? Che strano, non volevo davvero credere che stesse arrivando; parlandoci nei giorni precedenti mi era sembrato un ragazzo così pacato, tranquillo, non uno che avrebbe colto così al volo un invito buttato lì più per ridere che per altro. "Betta ora tocca a te!" mi disse Silvia palesandosi completamente nuda davanti ai miei occhi, un attimo prima fissi sulla casella messaggi del mio profilo Twitter. "Silvia, ma sei matta? Non ho neanche chiuso le tende!", "tende? Ma siamo al 14esimo piano, chi vuoi che mi veda? Al limite se passa un astronauta si farà una pippa volante e viaggerà felice nello spazio!" Non l'avevo mai vista nuda, mi soffermai a guardarla, carnagione chiara, è più alta di me ma formosa come me, le tette grandi, forse un po' più cadenti delle mie, ma piene, non so se due mani di un uomo basterebbero a racchiuderle interamente, capezzoli turgidi e areole grandi e scure, così in contrasto con la sua pelle bianca, un po' di pancia per la poca attività fisica praticata (difetto che condividiamo), gambe lunghe e la sua parte intima completamente rasata con le labbra ben in vista; mi sa gliela fissai per qualche secondo di troppo, perché Silvia prontamente mi disse "Betta ma mi stai guardando la patata?" si, gliela stavo guardando...e mi colpì un sacco...non so, ma ne rimasi in qualche modo turbata. Sorrisi, mi alzai dal letto e per scacciare quel momento di imbarazzo le diedi un colpetto sulla pancia dicendole "Danielino nostro non ti fa fare abbastanza ginnastica da letto, altrimenti qui sai che addominali ti salterebbero fuori". Mi diressi un bagno, una lunga doccia calda mi avrebbe aiutato a schiarirmi le idee...Non mi aiutò granché quella doccia, perché dopo che entrai e prima ancora di cominciare a sciacquarmi i capelli insaponati suonò il telefono della camera, provai a sentire le parole di Silvia, provai a captare di cosa potesse trattarsi, ma non riuscii a capire niente..."non può essere lui", pensavo tra me e me, "non può"...mi sciacquai i capelli in un lampo e balzai fuori dalla doccia, mi asciugai al volo ascelle, tette, il sedere e la figa, mi infilai l'intimo pulito, un completo reggiseno nero di pizzo (ovviamente con ferretto) e mutandine nere, di pizzo. E mi fionda fuori dalla porta del bagno...ed eccoli lì..."Betta, sorpresa! Guarda chi è venuto a trovarci!!"...il cuore mi si fermò. Fabrizio era lì, accanto a Silvia, era l'omone delle foto, alto, robusto, barba incolta, sorriso da bravo ragazzo, era vestito sportivo, sorrideva si

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, ma il suo sorriso non riusciva a celare l'imbarazzo che provava..."gli ho detto di togliersi la mascherina" disse Silvia, "tanto tra poco metterà la lingua in bocca ad entrambe!"...ridemmo tutti e 3, "scusala Fabrizio, non sa quello che dice"...io pensai tra me e me: "per fortuna ha avuto la decenza di non aprire la porta completamente nuda". Anche Silvia indossava intimo nero, il suo reggiseno però era più generoso alla vista del mio, non riuscendo a nascondere completamente le sue areole scure, che facevano capolino dal pizzo del ricamo; per non parlare delle mutandine, le classiche brasiliane, che non lasciavano alcun dubbio sulla generosità del suo sederino (si dice sederino anche quando tanto ino non è!). Ed ecco la scena che si presentò a Fabrizio: due donne in intimo nero, una tutta battute e perfettamente padrona della situazione e un'altra in totale preda dell'imbarazzo con le braccia davanti al seno come a voler strenuamente mantenere le distanze, "aiuto!" pensai!
Silvia mi prese per mano e mi condusse ai piedi del letto, ci sedemmo vicine, "Fabrizio, ora spogliati per noi, ti vogliamo nudo, come mamma t'ha fatto!" disse Silvia..."ma Silvia..." subentrai io, "tu zitta, prego Fabrizio, comincia pure" e cominciò a intonare il motivetto di 9 settimane e mezzo, in perfetto stile addio al celibato. Fabrizio ci guardava, guardava Silvia e sorrideva, guardava me e per un istente il sorriso gli si trasformava in una smorfia non ben definita, era palesemente in cerca della mia approvazione, del mio consenso a lasciarsi andare. Si sfilò il maglione, poi la maglia, ma continuava a guardarmi come impaurito, l'imbarazzo evidentemente se lo stava divorando. Mi scappò un "dai Fabri" e un sorriso...per fargli coraggio ed aiutarlo a superare quegli istanti di palese difficoltà. E lui rinfrancato ne beneficiò, si tirò via la canotta e la lanciò a Silvia, che la prese al volo e cominciò ad annusarla, e leccandola "profuma di uomo" disse, e poi me la passò...profumava del suo sudore e in quell'istante mi eccitai...nel frattempo Fabrizio, con un gesto assai goffo, si era tolto anche i pantaloni, ora aveva indosso solo i boxer...ed i calzini. Era un omone con un fisico possente, tatuato, non muscoloso, non palestrato per intenderci, ma grande e grosso, con quel po' di pancia che non guasta..."nudo! Nudo!" gli gridò Silvia. Lui la accontentò, via anche le mutande che lanciò in mia direzione, ma Silvia con un colpo di reni degno del miglior Buffon si allungò davanti a me e se le accaparrò portandosele subito al naso e poi ancora alla bocca, quasi mangiandole. L'uccello di Fabrizio era già un pochino eretto, non sembrava particolarmente grande, ma già lasciava intravedere una bellissima cappella, ben pronunciata, rosa chiaro, in contrasto con il pene che era di un colore un pochino più scuro. A questo punto Silvia, in preda ad un entusiasmo adolescenziale si sfilò il reggiseno e lo lanciò a Fabrizio, che prontamente se lo strinse attorno al pene. La sua erezione ne beneficiò, ora il suo pene svettava dritto e teso. Il reggiseno ne nascondeva le palle. Guardavo lui, guardavo il suo uccello crescere, guardavo Silvia che con una mano aveva portato una tetta alla bocca e si stava ciucciando il capezzolo; l'altra mano invece l'aveva infilata nelle sue mutandine, cercando con le dita di dar sollievo alle sue grandi labbra. Poi improvvisamente si alzò dal letto, e senza smettere di ciucciarsi il capezzolo, andò incontro a Fabrizio servendogli su un piatto d'argento proprio quel capezzolo che fino a quel momento lei stessa aveva torturato, invitando il ragazzo a farlo suo. Fabrizio rispose all'invito, gli strinse con forza la tetta e dopo averlo leccato con delicatezza cominciò a succhiarlo anche lui, rumorosamente. Equei rumori di risucchio diedero una scossa al mio corpo, che mi spinse a tirarmi fuori una tetta dal reggiseno per cominciare a giocarci, massaggiandomela..mi stavo gustando la scena, Fabrizio con in bocca il capezzolo di Silvia, Silvia con in mano il suo

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uccello, lo accarezzava e lo stringeva, poi di nuovo carezze...Fabrizio diede respiro al capezzolo, mi guardò, sorrise vedendo me ora tutta indaffarata a leccarmi un seno, e senza smettere di guardarmi cominciò a baciare Silvia palpandole e stringendole le tette. Poi Fabrizio accompagnò, senza smettere di baciarla, Silvia sul letto, la face accomodare al mio fianco. L'uccello di Fabrizio era proprio davanti alla sua bocca, Silvia non ci pensò nemmeno un attimo, lo accolse spalancando le labbra, facendolo scomparire e ingoiandolo fino alla gola. Io seduta al suo fianco avevo il mio capezzolo in bocca e una mano ben infilata nelle mie mutandine, che erano ormai fradicie dei miei umori. Silvia pompava, succhiava e leccava come una disperata, con gli occhi chiuse e le lacrime, tanto in profondità arrivava ad accogliere la cappella di quel pene ora eretto alla sua massima potenza. Mi venne spontaneo poggiare una mano dietro la testa di Silvia così da poter assecondarne il movimento, in sincronia con le spinte che Fabrizio le infliggeva con il suo pene. Mi godevo lo spettacolo, con un capezzolo in bocca ed un dito ormai infilato interamente nella mia figa. Accarezzai i capelli di Silvia e poi con la mano scesi giù, in realtà è la mano che decise di scendere, io non potei trattenerla. Da dietro le cercai i seni e gliene strinsi uno, andando, con le dita aperte a cercare di intrappolarle un capezzolo, lo trovai, era duro, sembrava un chiodo che si stagliava rigido proprio nel centro di un'areola ora ancora più scura. Glielo strinsi e mentre glielo stringevo feci posto ad un secondo dito dentro di me, li muovevo rapidi e cominciai a gemere. Silvia poggiò la sua mano sopra la mia che stringeva il suo seno sinistro. Emise un gemito, me la strinse e la condusse sopra il suo sesso depilato. Sentii il suo calore, le sue grandi labbra bagnate. Nel frattempo Fabrizio si tirò indietro, il suo uccello schizzò fuori dalla bocca di Silvia, gocciolava della sua saliva..."ora ti voglio dentro di me" disse Silvia...che si posizionò a pecorina sul letto e con le dita allargò le grandi labbra per facilitare la penetrazione. Le mie ultime barriere crollarono fragorosamente a terra, con le mani andai a prendermi il cazzo di Fabrizio e lo mangiai, lo succhiai cercando di assaporare il suo sapore mischiato agli umori di Silvia, lo succhiai emettendo dei rumori vergognosi, ma me ne sbattei completamente, la voglia, il desiderio, la passione avevano preso il sopravvento distruggendo ogni mio freno morale, "brutta porca" mi disse Silvia ridendo, "quel cazzo è mio, lo voglio in figa ora". Lo tirai fuori dalla mia bocca e mi concentrai sulle palle di Fabrizio, cercando di sentirle tra i denti, leccavo la sacca, la mangiavo, con gli occhi aperti, li fissavo, non volevo perdermi nulla delle loro espressioni, dei loro lineamenti, "eccolo Silvia" dissi, agguantaì l'uccello, e stringendolo forte con la mano lo condussi a contatto con la figa di Silvia, aperta, "Fabrizio scopala!" quasi gli ordinai, mi uscì un tono perentorio. Fabrizio eseguì, con una spinta secca era già dentro Silvia..."Siiiii" urlò Silvia. Fabrizio cominciò a penetrarla prima piano e poi con più veemenza, Silvia mugolava di piacere, le sue tette ballavano libere al ritmo dei colpi di Fabrizio, che si erano fatti ora ancora più potenti. Guardavo Silvia, la guardavo con tre dita infilate in figa, lei guardò me, mi prese per un braccio e mi trascinò sotto di lei, la mia faccia proprio sotto ai suoi seni che non trovavan pace, sballottolati in avanti e poi nuovamente indietro, glieli strinsi e cominciai a leccarglieli, a baciarli, a morderle i capezzoli, e nel mentre volli infilarle in bocca le tre dita che erano ormai intrise dei miei umori, volevo che assaggiasse il mio sapore. Lei non rifiutò l'invito e mi pulì bene la mano leccandola, come una obbediente cagnolina. Fabrizio dentro Silvia, Silvia a pecorina con la mia mano in bocca, io sotto Silvia con le sue tette in bocca, con indosso ancora le mutandine ed il reggiseno, anche se con una tetta di

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fuori. Cambiai posizione, feci un mezzo giro con la schiena sul letto e mi ritrovai con la faccia proprio sotto la figa di Silvia, ancora penetrata da Fabrizio, che sembrava non aver alcuna intenzione di smettere, componemmo così con i nostri corpi un perfetto 69, che spettacolo per i miei occhi, e per la mia bocca, che accoglieva ogni umore gocciolasse dall'incontro dei loro sessi. Con un colpo secco Silvia scansò le mie mutandine scoprendomi la figa, ci si tuffò con la faccia infilandoci dentro la lingua, che faceva roteare ad una velocità esagerata, provocandomi spasmi continui di piacere...che sensazione incredibile. Provai ad avvicinare la mia lingua al suo clitoride...così da poterle regalare, assieme a Fabrizio, un orgasmo indimenticabile...lo raggiunsi, prima con le mani e poi con le labbra...io leccavo, Fabrizio la scopava, e ancora, ancora con più forza, le sue palle sbattevano forte sul sedere di Silvia...che gemette, gridò...e venne, venne in un lago di umori...e venni una prima volta anch'io. Ebbi un orgasmo, con una intensità mai provata prima. Fabrizio uscì da Silvia che crollò esausta sul letto. Guardai Fabrizio, e guardandolo mi distesi sul letto, senza smettere di guardarlo poggiai supina la testa sul cuscino e allargai le gambe...e ancora, senza smettere di guardarlo mi allargai la figa...e gli dissi..."Fabrizio voglio che mi scopi, ora voglio che mi scopi, voglio sentirti dentro di me"...
Fabrizio raccolse il mio invito, salì carponi sul letto fino a sovrastarmi con il suo fisico, così da far incontrare il suo pene gocciolante con la mia figa bagnata e oscenamente aperta. Strofinò la cappella sulle mie grandi labbra, sussultai..."scopami" gli gridai nuovamente. Ancora il tono perentorio. E così fu, in un attimo era già dentro di me. Con un colpo secco tutto il suo uccello sparì nella mia passera, e lì rimase, senza muoversi, restammo per qualche secondo immobili...sentivo la punta della sua cappella sfiorarmi le viscere. Con una mano mi liberò dal reggiseno anche l'altra tetta, la strinse tra le mani, e poi l'altra. E ricominciò a muoversi, a pompare, ad entrare e uscire da me, sentivo che stava per godere, lo avevo capito. Accelerò e ancora accelerò, le tette mi sbattevano in viso..."vieni" gli gridai..."Fabrizio vieni!"...estrasse l'uccello da dentro di me, me lo poggiò sulla guancia, lo vidi da vicino, pulsare, la vena gonfiarsi..e venne...venne in una copiosa sborrata che mi inondò le labbra chiuse, il suo seme scivolò sull'altra guancia e terminò la sua corsa sul cuscino. Fabrizio crollò esausto accanto a Silvia...ed eccoci lì, tutti e 3, supini sul letto, io con il seme di Fabrizio sulle labbra...Silvia con i miei umori in bocca e Fabrizio con il sorriso soddisfatto di chi aveva appena soddisfatto due donne, facendole godere come raramente successe. In quel momento aprii la bocca facendomi scivolare in gola alcune gocce del suo sperma...
Questo accadde quel giorno di novembre, a Bologna. Quel giorno che cominciò nel freddo di una stazione e che terminò nel calore di un abbraccio di due amiche nude, in un letto king size, di una camera al 14esimo piano di un grattacielo...con una macchia di sperma sul cuscino.
scritto il
2021-11-25
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