Il marito e la gang bang per la moglie cap. 3

di
genere
dominazione

I capitoli 1 e 2 di questo racconto sono stati pubblicati con il titolo gang bang cap. 1 e gang bang cap. 2. Ricordo che questo racconto è ispirato da due lettori: Sarah e Federico.

La suite era molto grande, oltre ad un letto king size con le colonnine sui quattro lati, c’erano un divano, poltrone, qualche sedia e una scrivania.
Nella stanza c’erano già lo Squalo e i tre uomini della gang.
Il rosso prese in consegna Federico e lo legò ad una delle colonnine facendogli scivolare di dosso l’accappatoio e lasciandolo di nuovo nudo. Federico si poteva girare su tre lati fino a sbattere da una parte o dall’altra contro il letto, ovviamente poteva vedere in ogni direzione, girando un po’ il collo, anche sul letto.
Il dottore era seduto in una poltrona, su un lato erano disposti i tre uomini. Sarah nel suo vestitino cercava di nascondersi tremante. Sbirciava gli uomini che tra qualche momento avrebbero preso il suo possesso, ormai si augurava che facessero in fretta, il suo corpo tremava e non sapeva se avrebbe retto. La prima volta l’attesa è sempre molto ansiogena, anche se si immagina piacevole, se invece non si sa cosa possa capitarti diventa tremenda. Anche Federico si guardava intorno, lui già sapeva che sarebbe stato umiliato, infatti i tre uomini guardavano essenzialmente la sua ragazza, ma quando volgevano lo sguardo verso di lui avevano un sorrisetto di derisione stampato sulle labbra.
Sarah fu portata di fronte al dottore da Greta e Vera. Le due donne le fecero scivolare il vestitino di dosso e le levarono mutandine e reggiseno. A quel punto lo Squalo se la tirò addosso e l’accarezzò tutta sul piccolo corpo con la sua manona. Quella lunga carezza forte, decisa, lubrica e possessiva placò per un attimo l’ansia di Sarah. Lo Squalo ormai lo conosceva, aveva un suo stile, quei tre che la guardavano con la bava alla bocca no. Greta e Vera presero posto dietro la poltrona del dottore. L’uomo mise la mano tra le cosce di Sarah e la titillò per qualche momento, lei si rannicchiò cercando un po’ di sicurezza. Gli uomini si disposero a semicerchio davanti alla poltrona, Sarah teneva gli occhi chiusi.
- Vi piace la cagna che vi ho portato? –
Rispose il ragioniere. – E’ una bella cagnetta, stasera, Dottore, vedrà le stelle. –
Il ragioniere la tirò per un braccio e la mise in piedi, il rosso e il cameriere si stavano già spogliando. Il ragioniere passò le mani addosso a Sarah, la ragazza era già umida, eccitata ed umiliata, non era capace di dire una parola, si consegnò inerme nelle mani degli uomini, li guardava. Il cameriere era discreto ed aveva una bella attrezzatura, non aveva mai preso un cazzo così grosso, il rosso era tarchiato e robusto, la pelle bianca non le piaceva, aveva un cazzo più grosso che lungo, non sapeva come avrebbe fatto a prenderlo, soprattutto dietro dove sarebbe stata sicuramente usata. Il suo amore la guardava con la bocca aperta, vide che il porco stava rizzando. Il ragioniere continuava a vellicarla, le mise un dito sotto il mento e le sollevò il viso verso di lui. – Ti divertirai troietta. – La baciò sulle labbra e gliele mordicchiò.
Poi iniziò la giostra. Il giorno dopo non avrebbe saputo dire esattamente cosa era successo. Il cameriere la spinse per le spalle ad inginocchiarsi e le piazzo il cazzo davanti alle labbra, il cazzo del rosso era, pure quello di fronte a lei. – Datti da fare vacca – intimò il rosso. Sarah prese il cazzo del rosso in mano e iniziò timidamente a menarlo, imboccò quello del cameriere che le disse di sollevare gli occhi mentre lo pompava. Sarah ubbidì e vide il sorrisetto maligno del cameriere. Non era esperta, si vergognava, ma si dava da fare. Il ragioniere si inginocchiò dietro di lei e le spinse il capo in avanti facendolo ingoiare tutto. Sarah tossì e cercò di non soffocare, quando trovò il modo per dare soddisfazione si sentì strizzare le tette, mentre il rosso spinse il piede tra le sue cosce. I capezzoli bruni erano belli grossi e rizzarono. Il cameriere iniziò a grugnire affondando tra le labbra della ragazza. Il ragioniere la morse sulle spalle e le strizzò un capezzolo. Sarah, cercò di lasciarsi andare, ma non era cosa, si doveva impegnare per dare soddisfazione. Iniziò a prendere schiaffi e sculacciate, doveva stare sul chi vive. Iniziarono a rigirarla. Ad un certo punto si trovò tirata per i fianchi a penzolare nel vuoto a faccia in giù verso il pavimento, con il cazzo del ragioniere in fica e quello del rosso in bocca, che la teneva per le spalle per non farla sbattere per terra. Era dura.
Finì sul letto, il rosso la penetrò e sentì quanto fosse grosso, era piena come mai prima. Il ragioniere si inginocchiò accanto a lei e glielo mise in bocca, da lì erano già passati tutti. Il cameriere era sull’altro lato, prese la sua mano e se la portò sul cazzo. Non le davano tregua, ma il rosso la stava facendo godere.
Poi si ritrovò con il cameriere che glielo stava mettendo in culo e il ragioniere davanti. Senza un attimo di pausa. Il rosso, che era uscito dalla fica, si svuotò nella sua bocca. – Bevi troia, non una goccia di fuori. – Non ce la fece, un bel po’ le colò dal mento. Mentre gli altri due la pompavano ricevette due schiaffi dal rosso. – Devi bere tutto troia. Sarah, singhiozzò e gemette. Si sentiva spaccata in due, ma quei cazzi che scorrevano nei suoi buchi la stavano facendo godere e sborravano, dentro di lei.

Sarah era piena di sborra in tutti i buchi e ne aveva su tutto il corpo. Voleva guardare suo marito, ma era riuscita solo a dare qualche sbirciata, voleva capire, ma era presa dal tourbillon a cui era costretta, non aveva tempo per pensare, era solo un buco in cui quei tre si erano scaricati più volte e continuavano a farlo. Lei godeva, inutile negarlo, il seno era gonfio, sembrava fosse aumentato di una misura e i capezzoli erano grossi, glieli mordevano e li strizzavano, sentiva dolore, si sentiva una troia, la schiaffeggiavano e la insultavano, era tutta dolorante, la giravano e rigiravano, la penetravano e la sfondavano come volevano. La troia non sapeva più quante volte era venuta e non aveva la minima idea di quante volte erano venuti i suoi stupratori, perché di quello si trattava, uno stupro anche se lei in qualche modo l’aveva voluto e stava anche godendo.

Il cameriere si era seduto sul bordo del letto e se l’era posizionata sulle gambe con il volto rivolto alla stanza stropicciandola tutta, ma per la prima volta senza cattiveria. Gli altri due stavano prendendo fiato.
Greta si mise al centro della sala e iniziò a spogliarsi. Mentre i suoi vestiti cadevano a terra si girava un po’ verso il suo Padrone ed un po’ verso i tre maschioni che la guardavano con grande interesse. La segretaria era una bella fica, minuta, con un corpicino ben fatto, le tette piccole e svettanti, elegante e sofisticata, molto diversa dalla troia che stava dando loro grande soddisfazione. Sarah era grezza e naturale. I tre apprezzavano la segretaria, ma si fottevano la troia con grande piacere. Greta nuda si avvicinò al suo Padrone, si inginocchiò e gli abbassò la patta. Lo imboccò.
Anche Vera si stava spogliando. La cameriera indossò un guanto e mentre Greta pompava il dottore, il cameriere si sbatteva Sarah, lei, ondeggiando con grazia sui tacchi, si avvicinò a Federico che stava scoppiando. Cazzo ritto, pulsante e gonfio. La sua amata stava superando la difficile prova, la segretaria aveva fornito un gradito spogliarello e la serva con le sue due belle e ballonzolanti pere si stava avvicinando a lui. Doveva succedere qualcosa altrimenti sarebbe esploso.
Vera, nonostante non più giovanissima, aveva un bel corpo. Gambe lunghe e tette grosse e sostenute. Greta montò sul suo Padrone, gli dava le spalle, in quella posizione poteva guardare quello che le succedeva intorno. Aveva fatto scivolare il cazzo del dottore dentro di lei iniziando ad andare su e giù. Il dottore lasciava che la sua segretaria desse spettacolo trattenendosi. Vera accarezzò il petto del disgraziato Federico che ormai sbavava.
La serva gli sussurrò all’orecchio – cornuto. – Federico, umiliato, sorrise e spinse il petto in fuori. La mano della serva scese sui coglioni del cornuto e gli fece ballonzolare le palle. Gonfie. Federico poteva sborrare solo per quello. Vera lo capì, non era ancora il momento. Gliele strizzò ammosciandolo. Poi lentamente iniziò a menarglielo con il guanto.
Federico sbavava come un cane, uggiolava e aveva la lingua di fuori.
La giostra per Sarah ripartì. Greta continuava a ballare sul cazzo del suo padrone. Ma anche se tutti si davano da fare, soprattutto Sarah, che ne aveva uno dentro, un altro in bocca e l’ultimo in mano, tutti stavano guardando Vera. La serva lentamente e sapientemente menava il cazzo del cornuto che smaniava con la bocca aperta, alla ricerca del piacere, ormai poteva venire da solo senza toccarsi. Era preoccupato che la serva gli strizzasse di nuovo i coglioni per fermarlo, era legato, impotente ed in balia di quella vacca bionda. Vera gli teneva il cazzo in mano senza menarlo. Sembrava che aspettasse un segnale. Lo strizzò un po’ per frenarlo. Sarah sentì che il cameriere stava sborrando ancora una volta dentro di lei e sentì crescere dentro di lei l’orgasmo, si mosse sul cazzo del cameriere per svuotarlo e venire pure lei. Venne sull’ultimo fiotto gemendo. Il Padrone fece un cenno a Vera e contemporaneamente si spinse dentro Greta. Vera riprese a menarlo, stavolta più velocemente e Federico finalmente esplose, lo schizzo arrivò al centro della sala, ai piedi di Greta. Il Padrone lo spinse dentro la fica della segretaria e finalmente sborrò. Godevano tutti, la troia, il cameriere, il cornuto, il Padrone e anche la segretaria che aveva atteso il suo Padrone.

Lo Squalo soddisfatto lasciò la suite per ritornare al suo appartamento. Prima di uscire si piazzò di fronte al cornuto ancora legato alla colonna del letto e accarezzandolo sul faccino gli disse – spero ti sia piaciuto. Per quanto mi riguarda la tua troia mi ha servito bene ed è piaciuta anche ai miei uomini. –
Poi si rivolse a loro – quando avrete finito liberate il cornuto e lasciateli soli. Stanotte dormiranno qui. Buonanotte. -

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2021-12-07
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