Anita
di
Marco92
genere
tradimenti
Il capitano sollevò la coppa al cielo e incominciò la festa. Avevamo vinto il campionato e tutti gli sforzi di quegli anni erano finalmente ripagati.
Avevo iniziato ad allenare la squadra sei anni prima, quando i miei ragazzi erano all’ultimo anno di scuola media e io stavo facendo l’ultimo anno di università. Li avevo visti crescere seguendoli durante tutti gli anni del liceo e ora, nell’anno del loro esame di maturità, finalmente eravamo riusciti a toglierci la soddisfazione di vincere un trofeo.
Festeggiammo in campo e poi, dopo che i ragazzi si furono docciati e cambiati, salimmo su un pullman che ci avevano messo a disposizione. La società aveva fatto le cose in grande, prenotando un intero locale per la festa scudetto dei ragazzi. La festa era riservata ai giocatori e loro amici ed ero stato in dubbio fino all’ultimo se aggregarmi o meno, ma, vista l’insistenza dei ragazzi, decisi di aggregarmi anche io, almeno per la parte iniziale.
Mandai un messaggio alla mia ragazza “Vado alla festa, spero di non fare troppo tardi” e poi il pullman partì in direzione del locale.
Il locale era veramente notevole: aveva una zona bar dove era stato allestito un buffet e si poteva mangiare e bere a volontà su dei comodi divanetti e una zona discoteca dove la musica rimbombava già ad alto volume.
Mi misi a sedere con tre dei ragazzi attorno a un tavolino e iniziammo a mangiare e bere. Arrivava sempre più gente e, vedendo tutti quei ragazzi una decina di anni più giovani di me incominciai a sentirmi un po’ fuori posto.
“Eccola arriva, madonna che figa stasera” disse Paolo, uno dei ragazzi, facendo un cenno a una ragazza che entrava in quel momento nel locale.
La riconobbi subito, era Anita, una compagna di classe di alcuni dei ragazzi su cui erano incentrate più della metà delle loro discussioni negli spogliatoi. Me l’avevano mostrata più volte su Instagram, spiegandomi che nel tempo libero faceva la modella e, dalle foto che mi avevano fatto vedere, avevo facilmente capito il perché.
Si guardò intorno e, incrociando lo sguardo di Paolo, sorrise e si diresse verso di noi. Vedendola dal vivo pensai che le foto del profilo Instagram non le rendevano giustizia. Quella sera indossava stivali neri lunghi fin sopra il ginocchio con tacchi vertiginosi, un vestitino nero cortissimo che conteneva a stento una quarta di seno e lunghi guanti neri che le coprivano gli avambracci fino al gomito. Portava i capelli legati in una lunga coda di cavallo bionda e le labbra risaltavano grazie a un rossetto rosso fuoco. Paolo aveva proprio ragione, era una vera figa.
Salutò i ragazzi al tavolo con me, mi tese la mano per presentarsi e si mise a sedere con noi. Continuammo a bere e mangiare e riuscivo a stento a staccarle gli occhi di dosso, mi trovai a fantasticare di abbassarle le sottili spalline del vestitino per ammirare e leccare il suo seno meraviglioso, per poi passare a mordicchiarle i capezzoli. Anche solo quelle fantasie me lo stavano facendo diventare duro.
“Andiamo a ballare?” chiese Anita a me e ai ragazzi al nostro tavolo, riportandomi alla realtà.
Decisi che avrei colto quell’occasione per tornarmene a casa. Mi sarei fatto una bella scopata con la mia ragazza, magari pensando ad Anita e sarebbe finita lì.
“Raga dai vi lascio io vado a casa” dissi ai ragazzi.
“E dai mister vieni a ballare un po’ con noi, non fare il vecchio” mi risposero in coro.
Mi lasciai facilmente convincere, dicendo che sarei rimasto solo dieci minuti.
Ci mettemmo a ballare in cerchio, Anita stava difronte a me ed era uno spettacolo incredibile. Le sue meravigliose tette danzavano con lei mentre si agitava al ritmo della musica e sembravano sempre sul punto di scapparle fuori dal vestitino sotto cui, era evidente, non portava il reggiseno. Quella visione mi stava facendo impazzire, il cazzo mi era diventato di marmo e spingeva per liberarsi dai pantaloni, per fortuna nella penombra della discoteca difficilmente qualcuno se ne sarebbe accorto.
Anita iniziò a strusciarsi contro Paolo, poi passò agli altri due ragazzi del gruppetto, Marco e Tommaso. Probabilmente anche loro lo avevano duro come il mio. Si scostò da Tommaso e mi guardò sorridendo, mi si avvicinò e all’improvviso si girò incominciando a strusciare il suo culetto contro di me. Il cuore prese a pomparmi a mille, mentre il suo culetto strusciava contro il mio pube: era impossibile che non sentisse la mia erezione che spingeva sotto i pantaloni. Continuò per un paio di minuti e poi si allontanò facendomi l’occhiolino.
Il mio cazzo pulsava sotto i pantaloni, dovevo riprendermi e poi andare a casa pensai. Dissi ai ragazzi: “Vado un momento in bagno”.
Mi allontanai e, vedendo che fuori dai bagni della zona discoteca c’era una lunga coda, provai ad andare alla zona bar a vedere se ci fosse un bagno anche lì. Il bar era ormai deserto, con tutti i ragazzi che si erano spostati nella discoteca, chiesi al barista che mi indicò la direzione per i bagni. Con soddisfazione non trovai nessuno ed entrai nel bagno maschile, chiudendomi dentro a chiave. Era un bel bagno, piuttosto ampio con water, lavandino e addirittura il bidet ed un grande specchio che occupava tutta la parete dietro al lavello.
Mi slacciai i pantaloni e abbassai le mutande per dare un po’ di sollievo al mio cazzo che non riusciva più a stare imprigionato lì sotto. Mi chinai verso il lavandino e mi buttai dell’acqua fredda in faccia, mi guardai allo specchio e pensai al da farsi. Dovevo spararmi una sega per trovare sollievo immediato o facevo meglio a rivestirmi e tornare a casa?
TOC TOC
I miei pensieri furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta.
“OCCUPATO!” gridai
TOC TOC
“OCCUPATO!” gridai con più forza
TOC TOC
“HO DETTO CHE È OCCUPATO” mi sgolai
TOC TOC
Ritirai su a fatica mutande e pantaloni e mi diressi furioso verso la porta. La aprii leggermente e scocciato urlai: “SEI SORDO …”.
Mi bloccai, fuori dalla porta c’era Anita che si portò un dito alla bocca facendomi segno di fare silenzio, mi spinse leggermente con l’altra mano e si infilò in bagno chiudendo la porta dietro di lei.
“C-che fai qui?” balbettai
Mi sorrise e mi spinse con la schiena contro la porta mettendosi davanti a me.
“Non sei contento di vedermi? Eppure, prima sembrava lo fossi” replicò sorridendo e mi mise una mano sul pacco ancora duro.
“Aspe, sono fidanzato, non posso” sussurrai.
“Dai voglio solo vederlo, mi sembra che nascondi un bel bestione qua sotto” rise lei e mi sbottonò i pantaloni.
La lasciai fare.
Mi abbassò pantaloni e mutande e liberò la mia erezione.
“Wow! Non mi sbagliavo. È veramente grosso” sorrise “Direi che ti meriti anche tu una ricompensa”
Afferrò le spalline del proprio vestito e le abbassò oltre le spalle. Il vestitino le scivolò giù lungo il corpo rivelando la sua meravigliosa quarta, il ventre piatto e un tanga nero. Le sue tette erano semplicemente perfette: grandi e belle sode, stavano su senza il bisogno di nessun aiuto e i capezzoli rosati erano perfettamente centrati. Tette così belle le avevo viste solo in qualche porno o sui calendari di qualche modella.
“Allora ti piacciono? Vorresti infilarci il tuo cazzone?” mi disse con tono provocante.
Il cuore mi pulsava a mille, ero fidanzato, ma come facevo a dire di no a una simile proposta?
“Sì” sussurrai.
Anita si inginocchiò davanti a me e infilò il mio cazzo tra le sue tette. Erano calde e morbide e lo avvolgevano perfettamente. Anita mise le mani ai lati del seno per schiacciarlo attorno al mio pene e iniziò a fare su e giù dolcemente. Era una sensazione incredibile, erano passati pochi istanti ma era già la migliore spagnola della mia vita.
Si fermò di colpo e la vidi trafficare con i miei pantaloni. Tirò fuori il cellulare e me lo tese: “Voglio che ci filmi”
“Scusa?” domandai.
“Se vuoi che vada avanti voglio che ci filmi, ti giuro che non farò il tuo nome, ma magari vendo video online per fare un po’ di soldi.”
Ero troppo eccitato per pensare razionalmente ed accettai. Accesi la fotocamera e iniziai a filmare il tutto dall’alto. Anita riprese a schiacciare il mio cazzo tra le sue tette e muoverle su e giù. Lasciò colare della saliva per lubrificare tutto al meglio e cominciò a muoversi sempre più velocemente. Quando si abbassava la mia cappella spuntava dalle sue tette, mentre quando si alzava veniva completamente coperta.
La vidi chinare la testa verso il suo seno e aprire la bocca. Quando il mio cazzo spuntava dalle sue tette iniziò a infilarselo in bocca e dare delle brevi succhiate. Era una sensazione incredibile. Continuò così per un po’, poi decise di succhiarmelo più a lungo mentre con le tette faceva dei movimenti più corti attorno alla mia asta. Il mio cazzo pulsava di piacere. Non potevo resistere a lungo.
“Ci sono quasi” le dissi.
Smise di spompinarmi e disse: “Ok”. Riprese a farmi una spagnola sempre più velocemente senza più infilarselo in bocca.
Pulsavo di piacere e ero sempre più vicino al limite.
“Sto per venire” le dissi, se avesse continuato così l’avrei riempita ovunque di sborra, mi sembrava il caso di avvisarla.
Non fece una piega e, anzi si mosse ancora più velocemente, arrivai al limite e, con un gemito di piacere, mi lasciai andare. La coprii ovunque di sperma, in faccia e sulle tette, ero venuto tantissimo.
“Scusami per il bordello” le dissi fermando il video sul telefono con cui avevo ripreso tutto.
“Ma di che?” rispose lei raccogliendo la sborra con le mani e leccandosela via dalle dita.
Si rimise in piedi e mi guardò negli occhi. “Vorrei che mi scopassi, ce la fai?” mi chiese.
“Certo che ce la faccio, ma veramente non posso, sono fidanzato, la spagnola è già stata troppo, scoparti sarebbe un tradimento eccessivo” replicai.
Infilò i pollici all’interno dell’elastico del tanga e se lo sfilò. Si spostò difronte al lavandino e si piegò in avanti. Era uno spettacolo della natura, il suo culetto perfetto di fronte a me sotto cui si vedeva la sua figa rosata, nello specchio il riflesso delle sue meravigliose tette. Teneva in mano il mio cellulare, probabilmente pronta per un nuovo video.
In pochi istanti mi tornò durissimo. Ero un bastardo, ma non riuscivo a resistere.
“Non ho il preservativo” le dissi.
“Non è un problema per me” rispose.
Mi misi dietro di lei, afferrai il mio cazzo e spinsi la punta dentro di lei. Era già bagnatissima, calda e, sorprendentemente stretta, appena fui dentro di lei emise un gemito di piacere.
“Ma è la tua prima volta?” mi venne il dubbio.
“No no, ma è la prima volta con un cazzo così grosso” sorrise lei.
Appoggiai i pollici sulle sue meravigliose fossette di Venere, cingendole i fianchi con le mani e iniziai a muovermi avanti e indietro pian piano.
Anita gemeva di piacere a ogni affondo e la cosa mi eccitava tantissimo. Continuavo ad aumentare il ritmo e la vedevo sempre più perdere il controllo.
Accelerai ancora e mi spinsi sempre più in fondo, mentre la sentivo strettissima intorno al mio cazzo. Era rumorosissima e continuava a emettere gridolini di piacere.
“Sei incredibile” mi disse gemendo di piacere.
Aumentai ancora il ritmo, e la sua voce fu spezzata dall’ennesimo grido di piacere.
“Cazzo ci sono quasi” balbettò.
A me ne rimaneva ancora per un po’, la afferrai con più forza e mossi i fianchi a una velocità folle.
Anita ululò di piacere e sentii la sua vagina contrarsi strettissima attorno al mio cazzo. Continuai a pompare con foga. Si contraeva sempre di più e sentii un getto di umori grondare dalla sua figa. Stava squirtando, una cosa che mi era capitata poche volte con altre ragazze.
La cosa mi fece impazzire di piacere, mi gettai sopra di lei e le afferrai le tette stringendole forte, mentre continuavo a muovere i fianchi avanti e indietro. Ero fuori controllo e mentre Anita gemeva ancora di piacere, arrivai ancora al limite, prima che potessi pensare razionalmente, mi lascai andare e sparai il mio sperma dentro di lei. Avevo goduto tantissimo.
Ci ripulimmo un po’, ci rivestimmo e tornammo alla discoteca dove i ragazzi erano ormai troppo ubriachi per rendersi conto di cosa potesse essere successo.
A festa finita riaccompagnai a casa alcuni ragazzi e Anita che mi lasciò il suo numero e mi salutò con un rapido bacio sulle labbra.
Tornai a casa quando ormai stava albeggiando, la mia ragazza dormiva profondamente. Mi feci una doccia, presi il telefono e mandai i video ad Anita, scrivendole: “È stato fantastico”. Cancellai i messaggi per me, spostai i video nell’area privata del telefono e mi infilai a letto per dormire qualche ora.
Il giorno dopo mi svegliai tardissimo e trovai il telefono inondato di messaggi. Tutti i ragazzi si complimentavano con me per la performance della sera prima, dicendomi che erano invidiosi, ma avrebbero mantenuto il segreto.
“Menomale che doveva tenerseli per sé i video” pensai, ma non riuscivo ad arrabbiarmi, era stata una nottata veramente incredibile e anche l’idea che la cosa potesse trapelare non mi spaventava più di tanto.
Avevo deciso che avrei rotto con la mia fidanzata, volevo riscoparmi Anita al più presto e vivere altre avventure, un rapporto stabile era troppo noioso.
___________________________
Per suggerimenti, richieste o semplicemente se vi è piaciuta la storia, scrivetemi a: marcobranei@gmail.com
Avevo iniziato ad allenare la squadra sei anni prima, quando i miei ragazzi erano all’ultimo anno di scuola media e io stavo facendo l’ultimo anno di università. Li avevo visti crescere seguendoli durante tutti gli anni del liceo e ora, nell’anno del loro esame di maturità, finalmente eravamo riusciti a toglierci la soddisfazione di vincere un trofeo.
Festeggiammo in campo e poi, dopo che i ragazzi si furono docciati e cambiati, salimmo su un pullman che ci avevano messo a disposizione. La società aveva fatto le cose in grande, prenotando un intero locale per la festa scudetto dei ragazzi. La festa era riservata ai giocatori e loro amici ed ero stato in dubbio fino all’ultimo se aggregarmi o meno, ma, vista l’insistenza dei ragazzi, decisi di aggregarmi anche io, almeno per la parte iniziale.
Mandai un messaggio alla mia ragazza “Vado alla festa, spero di non fare troppo tardi” e poi il pullman partì in direzione del locale.
Il locale era veramente notevole: aveva una zona bar dove era stato allestito un buffet e si poteva mangiare e bere a volontà su dei comodi divanetti e una zona discoteca dove la musica rimbombava già ad alto volume.
Mi misi a sedere con tre dei ragazzi attorno a un tavolino e iniziammo a mangiare e bere. Arrivava sempre più gente e, vedendo tutti quei ragazzi una decina di anni più giovani di me incominciai a sentirmi un po’ fuori posto.
“Eccola arriva, madonna che figa stasera” disse Paolo, uno dei ragazzi, facendo un cenno a una ragazza che entrava in quel momento nel locale.
La riconobbi subito, era Anita, una compagna di classe di alcuni dei ragazzi su cui erano incentrate più della metà delle loro discussioni negli spogliatoi. Me l’avevano mostrata più volte su Instagram, spiegandomi che nel tempo libero faceva la modella e, dalle foto che mi avevano fatto vedere, avevo facilmente capito il perché.
Si guardò intorno e, incrociando lo sguardo di Paolo, sorrise e si diresse verso di noi. Vedendola dal vivo pensai che le foto del profilo Instagram non le rendevano giustizia. Quella sera indossava stivali neri lunghi fin sopra il ginocchio con tacchi vertiginosi, un vestitino nero cortissimo che conteneva a stento una quarta di seno e lunghi guanti neri che le coprivano gli avambracci fino al gomito. Portava i capelli legati in una lunga coda di cavallo bionda e le labbra risaltavano grazie a un rossetto rosso fuoco. Paolo aveva proprio ragione, era una vera figa.
Salutò i ragazzi al tavolo con me, mi tese la mano per presentarsi e si mise a sedere con noi. Continuammo a bere e mangiare e riuscivo a stento a staccarle gli occhi di dosso, mi trovai a fantasticare di abbassarle le sottili spalline del vestitino per ammirare e leccare il suo seno meraviglioso, per poi passare a mordicchiarle i capezzoli. Anche solo quelle fantasie me lo stavano facendo diventare duro.
“Andiamo a ballare?” chiese Anita a me e ai ragazzi al nostro tavolo, riportandomi alla realtà.
Decisi che avrei colto quell’occasione per tornarmene a casa. Mi sarei fatto una bella scopata con la mia ragazza, magari pensando ad Anita e sarebbe finita lì.
“Raga dai vi lascio io vado a casa” dissi ai ragazzi.
“E dai mister vieni a ballare un po’ con noi, non fare il vecchio” mi risposero in coro.
Mi lasciai facilmente convincere, dicendo che sarei rimasto solo dieci minuti.
Ci mettemmo a ballare in cerchio, Anita stava difronte a me ed era uno spettacolo incredibile. Le sue meravigliose tette danzavano con lei mentre si agitava al ritmo della musica e sembravano sempre sul punto di scapparle fuori dal vestitino sotto cui, era evidente, non portava il reggiseno. Quella visione mi stava facendo impazzire, il cazzo mi era diventato di marmo e spingeva per liberarsi dai pantaloni, per fortuna nella penombra della discoteca difficilmente qualcuno se ne sarebbe accorto.
Anita iniziò a strusciarsi contro Paolo, poi passò agli altri due ragazzi del gruppetto, Marco e Tommaso. Probabilmente anche loro lo avevano duro come il mio. Si scostò da Tommaso e mi guardò sorridendo, mi si avvicinò e all’improvviso si girò incominciando a strusciare il suo culetto contro di me. Il cuore prese a pomparmi a mille, mentre il suo culetto strusciava contro il mio pube: era impossibile che non sentisse la mia erezione che spingeva sotto i pantaloni. Continuò per un paio di minuti e poi si allontanò facendomi l’occhiolino.
Il mio cazzo pulsava sotto i pantaloni, dovevo riprendermi e poi andare a casa pensai. Dissi ai ragazzi: “Vado un momento in bagno”.
Mi allontanai e, vedendo che fuori dai bagni della zona discoteca c’era una lunga coda, provai ad andare alla zona bar a vedere se ci fosse un bagno anche lì. Il bar era ormai deserto, con tutti i ragazzi che si erano spostati nella discoteca, chiesi al barista che mi indicò la direzione per i bagni. Con soddisfazione non trovai nessuno ed entrai nel bagno maschile, chiudendomi dentro a chiave. Era un bel bagno, piuttosto ampio con water, lavandino e addirittura il bidet ed un grande specchio che occupava tutta la parete dietro al lavello.
Mi slacciai i pantaloni e abbassai le mutande per dare un po’ di sollievo al mio cazzo che non riusciva più a stare imprigionato lì sotto. Mi chinai verso il lavandino e mi buttai dell’acqua fredda in faccia, mi guardai allo specchio e pensai al da farsi. Dovevo spararmi una sega per trovare sollievo immediato o facevo meglio a rivestirmi e tornare a casa?
TOC TOC
I miei pensieri furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta.
“OCCUPATO!” gridai
TOC TOC
“OCCUPATO!” gridai con più forza
TOC TOC
“HO DETTO CHE È OCCUPATO” mi sgolai
TOC TOC
Ritirai su a fatica mutande e pantaloni e mi diressi furioso verso la porta. La aprii leggermente e scocciato urlai: “SEI SORDO …”.
Mi bloccai, fuori dalla porta c’era Anita che si portò un dito alla bocca facendomi segno di fare silenzio, mi spinse leggermente con l’altra mano e si infilò in bagno chiudendo la porta dietro di lei.
“C-che fai qui?” balbettai
Mi sorrise e mi spinse con la schiena contro la porta mettendosi davanti a me.
“Non sei contento di vedermi? Eppure, prima sembrava lo fossi” replicò sorridendo e mi mise una mano sul pacco ancora duro.
“Aspe, sono fidanzato, non posso” sussurrai.
“Dai voglio solo vederlo, mi sembra che nascondi un bel bestione qua sotto” rise lei e mi sbottonò i pantaloni.
La lasciai fare.
Mi abbassò pantaloni e mutande e liberò la mia erezione.
“Wow! Non mi sbagliavo. È veramente grosso” sorrise “Direi che ti meriti anche tu una ricompensa”
Afferrò le spalline del proprio vestito e le abbassò oltre le spalle. Il vestitino le scivolò giù lungo il corpo rivelando la sua meravigliosa quarta, il ventre piatto e un tanga nero. Le sue tette erano semplicemente perfette: grandi e belle sode, stavano su senza il bisogno di nessun aiuto e i capezzoli rosati erano perfettamente centrati. Tette così belle le avevo viste solo in qualche porno o sui calendari di qualche modella.
“Allora ti piacciono? Vorresti infilarci il tuo cazzone?” mi disse con tono provocante.
Il cuore mi pulsava a mille, ero fidanzato, ma come facevo a dire di no a una simile proposta?
“Sì” sussurrai.
Anita si inginocchiò davanti a me e infilò il mio cazzo tra le sue tette. Erano calde e morbide e lo avvolgevano perfettamente. Anita mise le mani ai lati del seno per schiacciarlo attorno al mio pene e iniziò a fare su e giù dolcemente. Era una sensazione incredibile, erano passati pochi istanti ma era già la migliore spagnola della mia vita.
Si fermò di colpo e la vidi trafficare con i miei pantaloni. Tirò fuori il cellulare e me lo tese: “Voglio che ci filmi”
“Scusa?” domandai.
“Se vuoi che vada avanti voglio che ci filmi, ti giuro che non farò il tuo nome, ma magari vendo video online per fare un po’ di soldi.”
Ero troppo eccitato per pensare razionalmente ed accettai. Accesi la fotocamera e iniziai a filmare il tutto dall’alto. Anita riprese a schiacciare il mio cazzo tra le sue tette e muoverle su e giù. Lasciò colare della saliva per lubrificare tutto al meglio e cominciò a muoversi sempre più velocemente. Quando si abbassava la mia cappella spuntava dalle sue tette, mentre quando si alzava veniva completamente coperta.
La vidi chinare la testa verso il suo seno e aprire la bocca. Quando il mio cazzo spuntava dalle sue tette iniziò a infilarselo in bocca e dare delle brevi succhiate. Era una sensazione incredibile. Continuò così per un po’, poi decise di succhiarmelo più a lungo mentre con le tette faceva dei movimenti più corti attorno alla mia asta. Il mio cazzo pulsava di piacere. Non potevo resistere a lungo.
“Ci sono quasi” le dissi.
Smise di spompinarmi e disse: “Ok”. Riprese a farmi una spagnola sempre più velocemente senza più infilarselo in bocca.
Pulsavo di piacere e ero sempre più vicino al limite.
“Sto per venire” le dissi, se avesse continuato così l’avrei riempita ovunque di sborra, mi sembrava il caso di avvisarla.
Non fece una piega e, anzi si mosse ancora più velocemente, arrivai al limite e, con un gemito di piacere, mi lasciai andare. La coprii ovunque di sperma, in faccia e sulle tette, ero venuto tantissimo.
“Scusami per il bordello” le dissi fermando il video sul telefono con cui avevo ripreso tutto.
“Ma di che?” rispose lei raccogliendo la sborra con le mani e leccandosela via dalle dita.
Si rimise in piedi e mi guardò negli occhi. “Vorrei che mi scopassi, ce la fai?” mi chiese.
“Certo che ce la faccio, ma veramente non posso, sono fidanzato, la spagnola è già stata troppo, scoparti sarebbe un tradimento eccessivo” replicai.
Infilò i pollici all’interno dell’elastico del tanga e se lo sfilò. Si spostò difronte al lavandino e si piegò in avanti. Era uno spettacolo della natura, il suo culetto perfetto di fronte a me sotto cui si vedeva la sua figa rosata, nello specchio il riflesso delle sue meravigliose tette. Teneva in mano il mio cellulare, probabilmente pronta per un nuovo video.
In pochi istanti mi tornò durissimo. Ero un bastardo, ma non riuscivo a resistere.
“Non ho il preservativo” le dissi.
“Non è un problema per me” rispose.
Mi misi dietro di lei, afferrai il mio cazzo e spinsi la punta dentro di lei. Era già bagnatissima, calda e, sorprendentemente stretta, appena fui dentro di lei emise un gemito di piacere.
“Ma è la tua prima volta?” mi venne il dubbio.
“No no, ma è la prima volta con un cazzo così grosso” sorrise lei.
Appoggiai i pollici sulle sue meravigliose fossette di Venere, cingendole i fianchi con le mani e iniziai a muovermi avanti e indietro pian piano.
Anita gemeva di piacere a ogni affondo e la cosa mi eccitava tantissimo. Continuavo ad aumentare il ritmo e la vedevo sempre più perdere il controllo.
Accelerai ancora e mi spinsi sempre più in fondo, mentre la sentivo strettissima intorno al mio cazzo. Era rumorosissima e continuava a emettere gridolini di piacere.
“Sei incredibile” mi disse gemendo di piacere.
Aumentai ancora il ritmo, e la sua voce fu spezzata dall’ennesimo grido di piacere.
“Cazzo ci sono quasi” balbettò.
A me ne rimaneva ancora per un po’, la afferrai con più forza e mossi i fianchi a una velocità folle.
Anita ululò di piacere e sentii la sua vagina contrarsi strettissima attorno al mio cazzo. Continuai a pompare con foga. Si contraeva sempre di più e sentii un getto di umori grondare dalla sua figa. Stava squirtando, una cosa che mi era capitata poche volte con altre ragazze.
La cosa mi fece impazzire di piacere, mi gettai sopra di lei e le afferrai le tette stringendole forte, mentre continuavo a muovere i fianchi avanti e indietro. Ero fuori controllo e mentre Anita gemeva ancora di piacere, arrivai ancora al limite, prima che potessi pensare razionalmente, mi lascai andare e sparai il mio sperma dentro di lei. Avevo goduto tantissimo.
Ci ripulimmo un po’, ci rivestimmo e tornammo alla discoteca dove i ragazzi erano ormai troppo ubriachi per rendersi conto di cosa potesse essere successo.
A festa finita riaccompagnai a casa alcuni ragazzi e Anita che mi lasciò il suo numero e mi salutò con un rapido bacio sulle labbra.
Tornai a casa quando ormai stava albeggiando, la mia ragazza dormiva profondamente. Mi feci una doccia, presi il telefono e mandai i video ad Anita, scrivendole: “È stato fantastico”. Cancellai i messaggi per me, spostai i video nell’area privata del telefono e mi infilai a letto per dormire qualche ora.
Il giorno dopo mi svegliai tardissimo e trovai il telefono inondato di messaggi. Tutti i ragazzi si complimentavano con me per la performance della sera prima, dicendomi che erano invidiosi, ma avrebbero mantenuto il segreto.
“Menomale che doveva tenerseli per sé i video” pensai, ma non riuscivo ad arrabbiarmi, era stata una nottata veramente incredibile e anche l’idea che la cosa potesse trapelare non mi spaventava più di tanto.
Avevo deciso che avrei rotto con la mia fidanzata, volevo riscoparmi Anita al più presto e vivere altre avventure, un rapporto stabile era troppo noioso.
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