Addio al nubilato con gioco hot

di
genere
saffico

Quest’estate sono stata all’addio al nubilato di una mia amica. È la prima volta che partecipavo a un addio al nubilato ed ero estremamente eccitata e curiosa dell’evento.
Mentre con le altre invitate organizzavamo chiedendoci cosa poter fare di divertente nella serata, cercando su vari siti internet, spulciando molto bene ho infine trovato un libriccino che sembrava fare al caso nostro intitolato “Obbligo o verità?: sfide piccanti e piccantissime per un addio al nubilato da urlo”. Incuriosita dal titolo e dalla descrizione ho deciso di acquistarlo e appena mi è arrivato a casa non sono riuscita a resistere alla tentazione e l’ho sfogliato per farmi un po’ un’idea degli obblighi che c’erano. Be’, la cosa si prospettava molto divertente e interessante!
La sposa si chiamava Letizia ed era una ragazza di quasi trent’anni, riccia, bionda, molto bella anche se con qualche chilo di troppo. Ma con la scusa del matrimonio s’era messa a dieta e quando la vidi alla festa pareva un’altra e rimasi di stucco, quasi un pizzico eccitata. Non era diventata chissacché, mica uno stecchino pelle e ossa, era ancora bella in carne: ma con quel poco di ciccetta che ti rende – specialmente col vestito adatto – formosa e non grassa. Le sue curve adesso avevano il risalto che meritavano: e con quel vestitino scollato, con spalle e schiena scoperta, era davvero sexy. Non fraintendetemi non sono lesbica, ma se lo fossi lei sarebbe il mio tipo ideale. In ogni caso non nascondo che qualche volta ho fantasticato di fare qualcosa con un'altra donna.
Sta di fatto che man mano che la serata andava avanti e i primi drink andavano giù, mi incantavo sempre più spesso a osservarla e a farmi certe fantasie… mi immaginavo come sarebbe stato baciare le sue labbra rosa scintillanti di rossetto, e come doveva essere toccare le sue grosse tette che per metà facevano capolino dalla scollatura del vestito, strette strette tra di loro, belle piene ed abbondanti, che sobbalzavano ad ogni suo movimento, ad ogni risata. E aspettavo il momento per proporre il gioco.
Il momento arrivò naturalmente appena finita la cena, quando già tutte avevamo bevuto qualche bicchierino ed eravamo sciolte e disinibite al punto giusto. Il gioco funzionava così: una persona sceglieva obbligo o verità, un’altra apriva il libro in un punto a caso e leggeva l’obbligo o la verità che capitava, e poi toccava alla persona accanto scegliere e anche il libro passava alla persona successiva. Decidemmo anche che la sposa doveva per forza scegliere Obbligo. Ammetto che, avendolo sfogliato, sapevo più o meno dove e quali erano gli obblighi più interessanti e quindi con la scusa che il libro l’avevo portato io e la sposa iniziava per prima a giocare, ero stata io a incaricarmi di aprire il libro per la sposa e così mi ritrovavo sempre io a fare le veci del destino per lei, un destino che guarda caso mi era sempre favorevole!
Per non destare sospetti cominciai comunque con qualcosa di molto leggero e tranquillo che non coinvolgeva me… Le toccò mangiare un cibo in modo sensuale mentre flirtava con uno sconosciuto nel locale. Le nostre amiche, belle cattivelle, pensarono bene di ordinare al cameriere delle fragole con panna, e così quando il piatto fu servito, Letizia dopo aver adocchiato un ragazzo molto carino ed essersi fatta notare con delle occhiate maliziose, prese una fragola intinta di panna e cominciò a leccarla tenendola per le foglioline. Il ragazzo non le staccava gli occhi di dosso, come seppi dopo perché anch’io non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei, dalla sua morbida linguetta che affondava nel bianco e ripuliva pian piano la fragola ingoiando tutta la panna. Poi Letizia aveva preso a passarsi delicatamente la punta della fragola sulle labbra che s’incurvavano al suo passaggio, e quando diede il primo morso succhiando rumorosamente per non far sgocciolare i liquidi del frutto sentii altri liquidi gocciolare fra le mie gambe.
Chiaramente non racconterò tutti gli obblighi e le verità che capitarono alle altre, ma vi assicuro che ne abbiamo viste delle belle!
Quando fu il mio turno, poiché volevo aspettare ancora un po’ prima di passare a gustarmi le cose più intense ed eccitanti, scelsi verità, e neanche a farlo apposta mi fu chiesto chi era che trovavo più sexy fra tutte. Risposi “la futura sposa” naturalmente, guardandola con malizia, ma con un tono scherzoso e tutte risero prendendola come una semplice lecchinata. Letizia era rossa d’imbarazzo e rideva nascondendosi il viso, poi quando si calmò la situazione e si passò a un’altra ragazza, mi lanciò un’occhiata mordicchiandosi il labbro.
Dovevo cogliere al volo l’occasione, e quando finalmente fu il suo turno afferrai il libro e le feci capitare l’obbligo che doveva dare un bacio a stampo a una di noi. Il mio cuore batteva a mille. Chissà chi avrebbe avuto la fortuna di assaporare il tocco delle sue labbra. Le avevo lasciato la libertà di scegliere: chissà se avrebbe scelto me… Lei si alzò e venne proprio verso di me! Mi stampò un bel bacio tenendomi il viso tra le mani. Dal tavolo si alzarono fischi e applausi e attirammo l’attenzione di molti maschietti del locale.
Al mio turno scelsi Obbligo e incrociai le dita, ma il destino non mi fu favorevole come prima, però non mi capitò affatto una brutta cosa! Dovevo farmi spalmare della crema o dell’olio da un ragazzo e farmi fare un massaggio in una parte scoperta del mio corpo. Le altre individuarono un fregno in camicia azzurra e bermuda e lo chiamarono al tavolo, lui fu molto contento dell’obbligo e si prestò con grande entusiasmo al gioco, dopo aver posato senza pudore gli occhi sul mio corpo: aveva solo l’imbarazzo della scelta per decidere la parte scoperta da massaggiarmi. Decise di puntare alle gambe. Una delle ragazze aveva una crema solare nella borsa e gliela diede, lui se la versò sulle mani, si inginocchiò ai miei piedi e cominciò a spalmarmela con lenti e forti massaggi a partire dalle caviglie, salendo lentamente lungo i polpacci, e arrivando infine alle cosce che erano quasi tutte nude per via della mia minigonna, facendomi avvampare. Mi guardava negli occhi e io sostenevo lo sguardo e lo sfidavo per vedere fin dove sarebbe arrivato: le sue mani sembravano non volersi fermare e si insinuarono fin sotto il tessuto del vestito, sfiorandomi le mutandine.
“Ti stai allargando un po’ troppo, bello!”, gli dissi, cercando di nascondere la pelle d’oca che mi era venuta per il piacere. Lui ritrasse subito le mani: “Se dopo vuoi continuare in privato vienimi a cercare a quel tavolo!” mi sussurrò mentre si rialzava in piedi e tutte le altre ragazze applaudivano e m’invidiavano. Era stato davvero bello, lo ammetto, ma per quella sera volevo altro!
E quando fu di nuovo il turno di Letizia decisi di scatenarmi: doveva farsi bendare e lasciare che una di noi le facesse un succhiotto. Ovviamente mi proposi io per quel compito. Lei accettò e quando fu con gli occhi coperti mi avvicinai al suo collo e iniziai a baciarlo e a stuzzicarlo con la lingua, provocandole brividi di piacere che la facevano sussultare; quindi le afferrai la sua morbida pelle tra le labbra e i denti e le feci un succhiotto finché non le rimase un bel segno bordeaux.
“Magari me li facesse il mio fidanzato dei succhiotti così”, commentò Letizia ansimando e guardandomi negli occhi.
“Sposati con me allora, no?! Così ti posso fare tutti i succhiotti che vuoi. A che ti serve un uomo!”
Scoppiammo tutte a ridere e per effetto dell’alcol non riuscivamo più a smettere.
“Fammene un altro allora!”, esclamò lei in preda alla ridarella. Era completamente andata.
“Come vuoi, sei tu la festeggiata”, e mi chinai a farle una altro succhiotto sull’altro lato del collo mentre lei mi accarezzava i capelli e si lasciava andare a dei dolci gemiti.
“Se sai anche leccare lì sotto così bene, mi sposo davvero con te Lisa!”
“Marco non te la lecca?”, le chiesi.
“Ma quando mai! Mi fa ciucciargli il cazzo e poi quando tocca a me dice che è stanco o ha mal di testa!”
“Che stronzo”, ribatto sfiorandole con le dita una coscia e baciandola ancora sul collo, “Io non mi stancherei mai di leccartela! Chissà che bella passera morbida e succosa che hai!”
“Ragazze, ma state bene?! Siete ubriache perse! Vogliamo continuare il gioco?”, ci interruppero le altre.
Si riprese a giocare e io non riuscivo ad aspettare che toccasse di nuovo a Letizia. Infine arrivò il momento tanto desiderato. Aprii in una delle ultime pagine e lessi il suo obbligo che faceva proprio al caso mio: “Vai in bagno con un’amica e fatti fare un breve video in cui mostri le tette e poi invialo a chi vuoi tu”. Lei divenne ancora più rossa di quanto non fosse per l’alcool e l’eccitazione e io senza neanche aspettare che scegliesse me mi alzai e le dissi “Andiamo!”.
“Secondo me te lo sei inventato perché vuoi vedere le mie tette!”, esclamò lei.
“Ti pare, Leti! Semmai io voglio vedere la tua passera e darle una leccata!”
“Ahah Lisa, non mi provocare! Comunque è stato davvero un ottimo acquisto quel libro!”
Ci dirigemmo al bagno del locale barcollando e sghignazzando come delle ragazzine in calore, entrammo dentro e ci chiudemmo a chiave. La stanza era angusta e poco illuminata. Io tirai fuori il cellulare tutta eccitata:
“Sei pronta Leti?”
Lei annuì sorridendo come una monella.
Si tirò giù la parte superiore del vestito e poi slacciò il reggiseno lasciandolo cadere a terra e rivelando le sue magnifiche tette grosse e sode con due bei capezzoli turgidi.
“Allora, ti piacciono Lisa?”, mi chiese stringendosele tra le braccia.
“Dio mio, Leti, ma sono vere?!”, esclamai, “Posso toccarle?”
Le afferrai con le mani strizzandole e palpandole per bene, “Sono fantastiche, senti come sono morbide e carnose, eppure ti stanno su che è una favola!”, e ci affondai anche la faccia in mezzo baciandole e assaporando con la lingua i capezzoli.
“Il video l’hai finito?”, mi chiese Letizia dopo che mi ero staccata dalle sue tette ed era calato un silenzio imbarazzante.
“Be’, direi di sì!”
“Allora mi tocca rivestirmi…”
E invece se ne restava imbambolata con un sorriso da ebete, io la fisso anch’io con un sorriso idiota stampato in faccia, e a un tratto lei se ne esce così:
“Non dicevi che ti piacerebbe vedere la mia passerina?”
“No, dicevo che mi piacerebbe leccartela tutta”, puntualizzo e scoppiamo di nuovo a ridere come cretine.
E allora le si china e si sfila le mutandine da sotto il vestito.
“Ma che fai, sei matta Leti?!”, esclamo tutta rossa continuando a sghignazzare.
“Tanto siamo chiuse a chiave!”, risponde lei e si morde le labbra e si tira su il vestito mostrandomi il suo corpo tutto nudo, e a quel punto perdiamo ogni controllo.
Io mi inginocchio e ammiro la sua fichetta rosa e delicata, bella stretta e chiusa, liscia e depilata.
“Non l’hai mai leccata a nessuna?”, mi chiede divertita Letizia.
Ancora no, ma chissà forse non questa sarà l’ultima volta…, la stuzzico guardandola negli occhi accarezzando la sua passera, e quindi torno ad ammirarla e ci affondo dentro la lingua e tutta la faccia, la divoro di baci e la lecco tutta con foga come fosse un gelato riempendola di bava che cola a terra, e poi le affondo due dita dentro, è calda e morbidissima e bagnata, lei mi afferra la testa con le mani e me la preme forte contro la passera e se la fa sfregare su e giù mentre io continuo a sditalinarla e a succhiare tutti i suoi liquidi toccandomi anch’io perché sono eccitatissima.
“Continua così, Lisa, dio quanto mi fai godere!”, ansima lei, “Tocca lì con le dita, lì, sì così, ancora più forte! Sì, così mi fai squirtare!”
“Squirtami in faccia Leti, voglio che mi inzuppi tutta con i tuoi umori, voglio lavarmi la faccia con il succo della tua dolcissima fica!”
Lei mi stringe e si strofina alla mia faccia ancora più forte e io premo con foga le dita dentro la sua fica bagnatissima e scivolosa nel punto che la fa impazzire e dopo qualche istante Letizia strilla e squirta inondandomi tutta la faccia e io continuo a leccarla finché poco dopo lei urla ancora di più e trema in preda all’orgasmo. Io mi spalmo bene in viso il suo succo e me lo gusto leccandomi le dita.
“Dio quanto mi è piaciuto! Vorrei sposarmi tutti i giorni se questo è l’addio al nubilato che mi aspetta!”, esclama Letizia ricomponendosi, ma senza rimettersi le mutandine.
Quindi torniamo al tavolo dove le altre ci attendono da mezz’ora ignare di tutto, senza dire una parola sull’accaduto, e ci guardiamo sorridendo di nascosto per il resto della serata ripromettendoci alla fine che troveremo un’altra occasione in futuro per rifare un’esperienza del genere…
di
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2022-01-07
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