Viaggio erotico

di
genere
dominazione

Mezz’ora dopo la partenza imboccammo finalmente l’autostrada. Circa 4 ore di strada ci separavano da Monaco, dove eravamo diretti. Come spesso capitava quando dovevamo affrontare dei viaggi insieme (con qualsiasi mezzo) eravamo già arrapati ben prima di partire. M ed io avevamo un’intesa sessuale eccezionale, anche se poi col tempo ci siamo lasciati per altri motivi, perciò questo piccolo episodio eccitante ed assolutamente vero ve lo voglio raccontare. Di solito nella vita sessuale tendevo ad essere dominante con M, la quale assumeva di buon grado il ruolo di cagnolina al guinzaglio e rispondeva ai miei comandi alla lettera. Perciò non appena entrati in autostrada le ordinai di sollevare il reggiseno e di lasciarmi palpare quelle splendide tette, morbide, abbondanti e calde. Sapevo che era già bagnata, perciò dato che si trovava sul sedile del passeggero con le mani libere le ordinai di infilare un dito sotto le mutandine e di tastare la situazione. Non appena il suo indice destro penetro’ la vagina M gemette e sospirò con forza, come se fossi stato io a penetrarla. Le mie mani invece erano fisse sul volante. A quel punto le ordinai di estrarre il dito e di farmelo assaggiare. Appurai che definitamente era bagnata ed eccitata come si deve. Ripetemmo questo giochino molte volte fino a quando non iniziai io stesso a fare la stessa cosa con gli umori del mio cazzo ormai durissimo. Infilavo la mano sotto le mie mutande, sempre mentre guidavo, raccoglievo il pre sperma dalla mia cappella e la imboccavo. M impazziva e ripeteva che voleva succhiarmelo, io però desistivo perché era troppo bello continuare quel gioco. Dopo un po’ il sole andava calando, così con la complicità dell’oscurità che avanzava le infilai io questa volta la mano destra libera nelle mutande. Presi a sditalinare con forza, alternando penetrazioni a leccate di dita sia per me che per lei. M urlava e veniva varie volte una dietro l’altra. Quando veniva si contraeva e urlava a squarciagola. Le auto che ci superavano notavano: alcune tiravano avanti, altre rallentavano per godersi lo spettacolo. Già, nonostante fosse quasi del tutto buio evidentemente qualcosa si notava. Noi non ci lasciavamo intimidire e davamo spettacolo per quanto possibile. Dopo essere venuta 5 o 6 volte M si mise a sedere normalmente e infilo’ lei la mano sinistra nelle mie mutande fradicie. Lecco’ i miei umori dalla sua mano, poi si avvicinava limonandomi di lato, poi faceva una cosa molto eccitante, ovvero afferrava la mia cappella dall’alto con 4 dita e la faceva roteare per quanto possibile. Era estremamente eccitante, ma nonostante ciò le impedivo di farmi venire, perché volevo prolungare il più a lungo possibile quella goduria. Nel vedermi godere M ansimava come una cagna, completamente assuefatta e ipnotizzata dai nostri giochi. Allora lo tirai fuori e le ordinai di prenderlo in bocca. Lo Lecco’ a lungo prima di infilarselo in bocca, perché era pieno di gocce sia sulla cappella che sui fianchi. L’odore di cazzo in quella macchina doveva essere mostruoso. Lo succhiava piano, poi ansimava e il tremito della sua voce faceva vibrare il mio cazzo in un modo estremamente eccitante. Le ordinai di farlo ancora e ancora. Poi alzò la testa e sempre con il tono di voce di chi è in trans mi supplicò di venirle in bocca. Niente da fare, non se ne parla, eravamo solo a metà strada e avevo intenzione di portare il godimento fino a destinazione nonostante il dolore per le palle gonfie. Desiderava il mio cazzo più di ogni altra cosa al mondo, così per sbollire la situazione mi fermai per una pausa pipì. Le ordinai di togliersi le mutandine in bagno e di riportarmele in mano una volta finito. Io andai verso i pisciatoi dell’autostrada con il pacco gonfio. Sfilai il cazzo semi duro e a fatica presi a pisciare. Dato che non c’era nessuno mi feci un breve video vicino al cazzo che pisciava con la cappella gonfia in primo piano. Mi eccitano da morire tutte quelle maialate scritte sulle pareti dei bagni, quei numeri di telefono. Tornati in macchina M mi consegnò le mutandine intrise di odore femminile, umidicce, luride. Ripartimmo mentre le leccavo, lei era di nuovo eccitatissima. Me le infilai in tasca e lì rimasero. Poi estrassi il telefono e le mostrai il video di me che pisciavo. Lei impazzì, era di nuovo in trance. Mentre ansimava guardando il video le ordinai di sfilarsi scarpe e calzini, lei esegui’. Amo leccare i piedi e non volevo farmi mancare questo gioco, così M assunse una posizione tale da farmi avere il piede sinistro. Lo leccai dappertutto mentre lo sorreggevo con la mano destra. Ormai da fuori la visibilità era zero, peccato. Dopo il piede sinistro fu la volta del destro. Poi infilai il suo piede nelle mie mutande e mi feci un footjob da solo praticamente. Mi supplicava di fermarci a scopare ma non ne volevo sapere. Quando arrivammo finalmente a destinazione a casa sua eravamo esausti e fradici nelle parti basse. Le gambe ci tremavano e non appena entrati in appartamento la baciai a lungo. M si reggeva a malapena in piedi per quanto aveva goduto in macchina. Le ordinai di spogliarsi e di mettersi in ginocchio nella vasca da bagno. Così fece. Allora mi spogliai anch’io e sempre con difficoltà per via dell’erezione continua le pisciai finalmente sulle tette dando sfogo alla nostra fantasia del video. Era fradicia dal collo in giù. Gli occhi semi chiusi, il fiatone e il tremore davano prova della sua estasi. Glielo infilai in bocca ancora gocciolante. Lo succhio’ per pochi secondi fino a farmi esplodere: prima dei fiotti uscì una pioggia di gocce di sperma che raggiunse il suo volto in ogni dove. Poi fu la volta dei fiotti: sul collo, sulle tette, sul ventre. Le feci leccare le ultime gocce dalla cappella, poi le ordinai di farsi una doccia. Quando uscì dal bagno era ancora lì in ginocchio che ansimava e mi guardava come se fossi un pazzo, un pazzo che l’aveva tremendamente soddisfatta.
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scritto il
2022-01-08
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