Cronache di un quartiere particolare - Ep. 3: La legge della maniglia

di
genere
incesti

NB: il secondo capitolo di questa serie si trova a nome di "Jasper25", perché ho sbagliato a digitare il nome dell'autore. Se volete leggerlo, lo trovate tramite la funzione "Cerca".


Erano passate solo poche settimane da quando avevo fatto il mio ingresso in quel quartiere, e la mia vita era ora sensibilmente diversa. Avrei dovuto giusto dare ripetizioni a un ragazzino, e invece avevo finito per scattare servizi hot alla sua cara madre. Quella mi aveva poi presentato altre casalinghe insoddisfatte della zona, e piano piano, grazie alla mia passione per la fotocamera, ero riuscito a dare soddisfazione anche al mio cazzo. Il mio più grande desiderio, però, dal mio primo giorno in casa di mamma Luisa, era entrare in contatto con l'altra dei suoi figli. Oltre a Francesco, il ragazzino a cui davo ripetizioni di inglese, c'era infatti una ragazza in casa: Laura, la diciannovenne primogenita, in costante conflitto con la madre.

L'occasione, finalmente, mi si presentò quando Laura scoprì uno dei set più... "piccantini" che avevo scattato per sua madre. Si presentò in cucina, mentre io e Luisa eravamo lì insieme, e dettò le sue condizioni per dimenticare tutta quella vicenda: essere lei la protagonista di un mio nuovo servizio. Con ogni probabilità, la ragazza aveva trafugato tutte le foto su cui era riuscita a mettere le mani. Si trattava di un'arma troppo pericolosa, soprattutto in mano a una ragazza giovane, e sua madre lo sapeva bene. Nonostante questo, Luisa riuscì a patteggiare con successo, e impose la sua presenza il giorno dello scatto. Le ragioni delle due non mi erano chiare: cosa voleva dimostrare Laura? E perché Luisa voleva a tutti i costi essere lì con noi?

Continuai a chiedermelo fino al giorno scelto per scattare. Gioele, padre e marito, era come sempre al lavoro - o a deliziarsi tra le braccia di qualche giovane pagata per intrattenerlo. Francesco era stato opportunamente spedito dai nonni, i nonni materni chiaramente. Insomma, non c'era niente a fermarci: avevamo qualche ora solo per noi. In verità, le mie perplessità erano molte. Se io e Laura fossimo stati soli, avrei perfettamente saputo come gestire la situazione, e del resto lei stessa aveva lasciato intendere di volersi divertire con me. Ma con sua madre lì, presente... davanti a sua madre, la donna con cui avevo scopato di più negli ultimi tempi...

Per prima cosa, comunque, allestii il set. Chiesi a Laura che tipo di foto volesse scattare, e se avesse in mente come vestirsi. Senza eccessive sorprese, lei mi raggiunse nel loro salotto con un intimo di pizzo nero, particolarmente stretto sul culo e generoso sul davanti.
"E tu dove lo avresti comprato quello?" le chiese sua madre, subito stizzita. Il completo era bello, e vestiva più che bene - che fosse quello a turbare la madre, piuttosto che vedere la figlia in abiti discinti?
"Me lo ha regalato Alessio, mamma. Prima che ci lasciassimo"

I primi scatti furono abbastanza neutri. Sarò onesto, non sapevo come smuovere la situazione. Laura era una gran fica, e già questo bastava a inibirmi, ma lo era anche sua madre. Saperla al mio fianco, in veste di genitrice (o di amante gelosa?) mi turbava più del dovuto, e scattai le mie foto più caste malgrado il soggetto. Laura seduta a gambe incrociate sul divano, Laura a braccia conserte, Laura languidamente sdraiata, senza eccessivi guizzi creativi...
Fu proprio la ragazza a prendere in mano la situazione. Dopo venti minuti di queste foto, si rivolse a me e alla madre con aria di sfida e ci disse: "Be', posso iniziare a levarmi il reggiseno? Queste foto non somigliano molto a quelle che hai fatto a mamma"
Luisa si infiammò: "Signorina, sarà bene che tu la faccia finita con questi scherzi simpatici, e..."
"Ma mamma, tu hai scattato foto ben più hot di queste, o sbaglio?"
Mi stupiva, sarò onesto, la totale mancanza di imbarazzo di Laura nel parlare così a sua madre. Evidentemente anche Luisa ne era turbata, come se stesse vedendo per la prima volta un lato di sua figlia che le era totalmente oscuro. Comunque, l'obiezione la spiazzò, anche per l'audacia con cui era stata espressa.
"Questo è vero, Laura, ma noi abbiamo età diverse. Abbiamo consapevolezze diverse"
"E tu sei sposata. Io sono single. Credo proprio che lo toglierò, non vedo chi dovrei offendere"
Luisa restò in silenzio. Non esistevano obiezioni valide a quest'ultimo punto.
Laura sfilò il reggiseno. Le sue tette erano come speravo che fossero; nettamente più bianche del resto del corpo, senza imperfezioni o sciupature della pelle, perlacee, grosse. Ne presi alcuni scatti, visibilmente in difficoltà per la bellezza dello spettacolo. La ragazza era consapevole della sua bellezza, e iniziò a provocarci, noi poveri spettatori. Ammiccava, in queste nuove foto, sorrideva sensuale, si passava la punta della lingua sulle labbra.
"Insomma, mamma... ti faccio concorrenza o no?"
Che fosse una voglia di competizione con la madre ad accenderla così (e io l'oggetto del contendere)? Non so. Me lo chiesi, mentre fotografavo la sua schiena e il suo culo ritto di quasi-ventenne.

Non so se quella fosse una competizione, appunto, ma so che Luisa dovette prenderla come tale. L'offesa mortale arrivò quando sua figlia iniziò a giocare un po' troppo con le mutandine. In quel momento stavo facendo delle foto in cui, con fare ammiccante, la ragazza scopriva parzialmente il pube, lasciando intravedere la punta superiore della fica.
Era troppo per la madre, che se ne andò in camera, a mio dire offesa. Meglio per me. Ne approfittai per godermi il panorama, e andare avanti con quella nuova serie di scatti dedicati alla progressiva rivelazione della figa di Laura.

Ma avevo parlato troppo presto: mentre eravamo intenti all'opera, Luisa rientrò nella stanza con aria di sfida. E, soprattutto, con delle sole mutandine rosse addosso.
"Molto bene, mio caro fotografo - mi apostrofò - penso sia arrivato il momento di un bel set con due modelle, per te"
Laura si voltò di soprassalto, incredula. Non se lo aspettava, ovviamente, e soprattutto non aveva mai visto sua madre dal vivo conciata in quel modo. Non si immaginava che quella distinta signora potesse essere così... così bona, con quel pizzo rosso addosso, ma soprattutto con quelle tette enormi al vento.
"Ma... mamma?"
Luisa entrò impietosa nell'inquadratura: "Avanti, fammi vedere di cosa sei capace". Diceva a Laura, non a me.
Nelle foto immediatamente successive, Laura sembrò dubbiosa, quasi intimorita da quella che ora era per lei una rivale. Luisa, del resto, si atteggiava da superstar come suo solito. Fingeva di arrivare a leccarsi i capezzoli, infilava una mano nelle mutandine facendo l'occhiolino...

E poi arrivò il contrattacco. Con uno slancio imprevisto, la ragazza apostrofò la madre con un: "Questa è una sfida?"
"Esattamente così, lo è"
Laura mi intimò di scattare tutto e si sporse verso la madre. Le afferrò una tetta con la mano e le infilò la lingua in bocca. Scattai subito, visibilmente eccitato. Per un attimo, le due si concessero quel bacio, poi Luisa si staccò turbata: "Laura, ma... avanti, su, io sono..."
"Tu sei una discreta troietta, mamma. Ma tranquilla, mi sta bene così"
Nel dirlo, Laura si sporse a morderle una tetta, e a leccarle il capezzolo. Mi affrettai a immortalare pure quel momento.
Luisa restò sdubbiata ancora un attimo, ma la situazione le era evidentemente sfuggita di mano... e le piaceva troppo. Che fossi anche io, il ragazzo in piedi di fronte a lei e sua figlia, ad accrescere il suo desiderio? Non lo so. So solo che spinse indietro Laura, come a volerla allontanare. Poi però la schiacciò sul divano e le montò sopra.
"Molto bene, Laura. Molto bene. Vuoi che la tua mammina ti insegni qualcosa sulla vita?"
"Avanti, mamma. Vediamola, questa lezione sulla vita"
Attraverso le mutandine bagnate, le fiche delle due si stavano già strusciando. Non c'era dubbio su come sarebbe andata a finire quella storia.
"Come mai provi gusto a chiamarmi troia, Laura? Avanti, dimmelo"
"Perché lo sei, mamma. Hai tradito papà con questo ragazzo. Cos'è, il tuo toy boy? Volevo scopartelo davanti agli occhi, per punirti. Ma questo... questo va oltre ciò che immaginavo"
Mentre parlava, Laura stringeva gli occhi, come fa chi gode ma vuole comunque concentrarsi sul discorso che sta facendo.
"Punirmi? Dovresti punire tuo padre per cosa mi ha fatto. Questo povero ragazzo mi ha solo riportato la felicità. Vuoi vedere come?"
"Avanti, sono curiosa"
"Vieni qua" mi intimò la signora Luisa, sempre tenendo sua figlia sotto di sé, le fighe schiacciate tra loro.
Avanzai, la fotocamera in mano, pronto a scattare. Luisa mi tirò per la cintura e la slacciò come se volesse strapparla mia. Il mio cazzo, non c'è bisogno di dirlo, era già in tiro di fronte a quel meraviglioso spettacolo. La donna mi avvicinò ancora, prendendomi proprio per il cazzo, e se lo portò alla bocca con avidità. Lo ingoiò con una foga e una ferocia che erano quasi inedite per me, che l'avevo ormai scopata un discreto numero di volte. Presa dall'operazione, si lasciò cadere dolcemente dal divano, in ginocchio di fronte a me, e riprese a guardarmi con quegli occhi adoranti che conoscevo più che bene.
Laura era stupita, ma non turbata. Si inginocchiò accanto alla madre, guardando fisso lei e mai me o il mio cazzo. Aveva un sorrisetto stampato sulle labbra, gli occhi sbarrati nel vedere sua madre gustare avidamente quel membro. Quasi come in un automatismo, raccolse i capelli della madre che le cadevano attorno agli occhi.
"Oh mio dio, mamma, avevo davvero ragione. Tu sei davvero una troia di prim'ordine"
Luisa si sfilò il mio cazzo di bocca con un sonoro schiocco e sorrise maliziosa.
"Avanti, vuoi dirmi che tu non ne hai mai succhiato uno?"
"Certo che l'ho fatto"
"Non mi stupisce - rise la madre, sculacciandola - avanti, troietta, fammi vedere cosa sai fare"
Laura, inviperita per il tono di sfida, non se lo fece dire due volte. Scansò la donna e iniziò a leccarmi tutta l'asta, partendo dalla zona delle palle, per arrivare lentamente alla cappella ormai ferrea. Solo a quel punto si mise tutto in bocca, spingendosi il mio intero cazzo fino in fondo alla gola. Era brava, dannatamente brava, come se avesse alle spalle una carriera trentennale da bocchinara. E sua madre certo se ne accorse: "Laura, ma... hai un talento naturale", disse infatti.
Con questa affermazione fu tregua tra le due litiganti. La ragazza concesse alla madre un po' di cazzo, facendole spazio. Così le due si dedicarono con dolcezza a passare le lingue su tutto ciò che era leccabile in mezzo alle mie gambe.
Tengo una foto di quel giorno nella cartellina dei miei lavori più riusciti: uno scatto delle due che si scambiano un voluttuoso bacio, la punta del mio cazzo esattamente in mezzo alle loro due bocche.

Ma a questo punto ero io a non averne abbastanza: dovevo provare a tutti i costi la fica di Laura. Feci togliere le mutandine, ormai inservibili, a entrambe le mie amanti, la madre e la figlia. Sentivo che Luisa ancora non era soddisfatta, voleva assistere a un rito di passaggio, o qualcosa del genere. La conoscevo, e riuscivo a intuire cosa volesse. Così la feci sdraiare sul divano con pochi, precisi gesti. Il resto, ovviamente, stava a lei.
"Avanti, Laura - non mancò subito di dire la donna - dimmi la verità, ne hai mai assaggiata una?". Nel chiederlo, con le sue mani indicava evidentemente il pube.
"Io... io mai, mamma"
"Vieni qui, piccola. Ti faccio provare io"
Spinsi con gentilezza Laura verso la madre, le accarezzai i capelli mentre affondava la faccia nella sua fica fradicia. Timidamente, tirando poco fuori la lingua, la ragazza iniziò a leccare. Poi fu sempre più forte, sempre più forte, con tutta la faccia schiacciata tra grandi e piccole labbra.
"Così, tesoro, così. Te l'ho detto che sei una vera troietta. Fammi godere"
"Sei tu che lo sei, mamma"
"Ma certo, piccola. Ora fammi godere come la puttana che sono, con quella tua lingua"

Mancava solo un passaggio, per chiudere il cerchio. Laura si fece dolcemente divaricare le gambe, mentre gustava la fica di sua madre. Il mio cazzo penetrò lentamente in lei e iniziò a sbatterla con la forza che meritava. Quella figa, ragazzi, era così stretta che mi sembrava di sentirmi scoppiare.

Scopammo ancora un po', tutti e tre, con questa ritrovata complicità tra madre e figlia. Non so se ho portato pace, in quella famiglia, o se ho creato nuovi conflitti. Di sicuro ho contribuito a far fare fronte comune alle donne di casa contro Gioele, quel padre e marito assente di cui Luisa tanto si lamentava.
Forse, però, di questo non mi importava nulla. O almeno non mi importava in quel momento in cui io e Luisa, ormai venuti entrambi, leccavamo insieme la fica di sua figlia Laura, felici e sorridenti, sereni, sicuri che quello fosse uno dei momenti migliori delle nostre vite.
scritto il
2022-01-14
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