Il cane frocio.

di
genere
trio

Mentre mi allenavo sulla spiaggia vidi un cagnolone che giocava con la sua padrona. Era autunno, comunque un bella giornata ed era molto presto la mattina. Solitamente se vedo un cane da solo prendo le mie precauzioni, a volte cambio perfino strada per evitare inconvenienti. In quel caso era con la padrona quindi non mi posi il problema della sicurezza. Come arrivai vicino smise di giocare con la sua padrona e forse voleva giocare con me in maniera però, alquanto aggressiva. La padrona si rese conto della situazione e cercò di chiamarlo. Inutile ormai mi aveva giudicato probabile compagno di giochi e fui costretto a fermarmi. Si avvicinò anche la padrona per riprenderlo ma questo con un balzo mi diede un morso proprio sull'inguine e per fortuna che avevo il cazzo sulla destra altrimenti mi evirava. Impaurito il cane e molto di più la padrona. Io ero incazzato e per constatare l'entità della ferita spostai il pantaloncino scoprendo il pube. Si trattava solo di graffi ma erano dolorosissimi. La padrona del cane, che abitava molto vicino, mi invitò a casa per disinfettare la ferita. All'inizio rifiutai ma tanta fu l'insistenza che accettai. Una volta a casa mise un grosso telo sul divano e mi invitò a distendermi. Prese un batuffolo di cotone ci versò sopra della tintura di iodio passandolo sui graffi.
Ebbe l'infelice idea di sedersi sullo stesso divano a contatto stretto con la mia gamba, e non solo per questo ma anche perché continuava a massaggiare delicatamente che partì il cazzo sorprendendo anche me. Cercavo di coprirlo ma lei molto più scaltra esclamò " Questa tintura di iodio fa un effetto straordinario. Chiesi scusa e lei rispose che era normale la reazione. Mi accorsi però che la tintura di iodio aveva sporcato i pantaloncini e la macchia si era estesa su tutta la parte anteriore. Impossibile tornare in quel modo lei mi intimò di toglierli che li avrebbe messi subito a lavare prima che le macchie diventassero irreversibili. Sottovoce dissi che quello era il mio unico indumento lei rispose che era meglio così. Tolsi i pantaloncini, col cazzo semieretto lei andò in bagno a metterli in acqua. Tornò e si sedette di nuovo vicino e col batuffolo di cotone massaggiava i graffi. Il cazzo riprese vigore ed entrò a far parte del massaggio. Mi opposi per non far macchiare il cazzo col disinfettante. Delicatamente era arrivata a toccare il cazzo al che le chiesi se fosse da sola. Non rispose. Il cane fuori ogni tanto abbaiava. Le dissi di sentirmi a disagio semi nudo lei per tutta risposta tolse i leggins e rimase nuda nella parte inferiore. Eravamo sullo stesso piano. Si abbassò un pochino e diede una leccata al glande poi mi diede un bacio sulla bocca e si distese sul mio corpo. Pensai in quel momento di ringraziare il cane ma dovetti ringraziare prima lei che con la figa ingoiò letteralmente il mio cazzo. Dolore sparito. Lei, Lucrezia disse di chiamarsi, cominciò con un movimento di bacino molto delicato, mi disse che voleva gustare tutta la grandezza del cazzo. Il cane fuori abbaiava sempre più forte, probabilmente svegliò la persona, che poi seppi marito, che dormiva in camera ed apparve la sagoma a due metri da noi. Il cazzo si richiuse subito nella sua custodia, e lei mi tranquillizzò "E' mio marito" Poi gli spiegò il motivo per cui eravamo in quella situazione. Invece di incazzarsi mi diede la mano, disse di chiamarsi Toni e ci invitò ad andare in camera che saremmo stati più comodi. Lui era in mutande ed in camera ci togliemmo anche le magliette e restammo nudi. Toni aveva un cazzo un po più piccolo del normale, il mio a confronto era molto più grosso. Lucrezia si distese e volgarmente disse "Dammi quel cazzo" Cazzo che nel frattempo aveva ripreso vigore e che entrò nella figa deliziosamente. Toni la baciava selvaggiamente ma era troppo attaccato a me facendomi sentire il suo cazzo sulla gamba. In pratica avevamo formato un corpo unico. Mi coinvolsero nel loro bacio ed io e Lucrezia venimmo con una intensità spaventosa. Toni si diresse verso la figa, recuperò tutto il mio sperma e la penetrò. In due minuti venne anche lui.
Lucrezia si alzò seminando sborra sul pavimento, ci preparò il caffè, lavò i miei pantaloncini e li stese ad asciugare uscendo fuori nuda. Io e Toni parlavamo del cane e dubitava che fosse frocio perché non era la prima volta che mordeva il cazzo a qualcuno.
Comunque gentilissimi entrambi mi dissero che avrei dovuto pranzare con loro in attesa che si asciugassero i pantaloncini.
Mi resi conto che il loro giardino era totalmente recintato e che si poteva stare nudi anche fuori.
Iniziò la vera delizia. Preparò un grosso telo gonfiabile ci stendemmo sopra e Lucrezia ci spompinava alternandoci, era veramente brava, lo affermò anche Toni dicendo che la faceva morire.
Non ci fece venire, poi sempre alternandoci ci saliva sopra ma il clou fu quando salì sul mio corpo infilandosi il cazzo nella figa e Toni la infilzò nel culo.
Urlava e dal giardino a fianco si sentì una voce di uomo che disse "Prosit". Parlammo ancora un po distesi al sole, poi Toni si alzò per preparare un piatto di spaghetti mentre Lucrezia mi torturava ancora il cazzo e riuscimmo a venire assieme ancora una volta.
Dopo pranzo e caffé mi vollero accompagnare dalle parti di casa perché mi ero allontanato abbastanza.
Prima di salire in macchina volli salutare e ringraziare il cane che mi abbaiò rispondendo.
scritto il
2022-02-17
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