Collaborazione
di
Geppo
genere
esibizionismo
Finalmente una mattina di sole, un bel giorno d’estate, anche se il mare ancora porta con se le perturbazioni dei giorni precedenti.
Non violenti, ma lunghi cavalloni inondano buona parte della spiaggia. Ritirandosi e lasciando una piacevole e abbacinante schiuma bianca.
Nuda, si muove con dolcezza, scherza con le onde, si lascia bagnare.
Danza con la musica del vento, nel suono del mare, nell’eco di una latente felicità.
La sua pelle d’ebano spicca nell’immenso bianco, nella melodia della natura.
Con la mente fotografo le sue sinuose movenze, i gesti delle sue mani, il suo chinarsi a raccogliere conchiglie.
Arriva l’onda, la bagna. La raggiungo, la stringo. La bacio.
Saliva, sale, insaporiscono la realtà.
Corriamo incontro al mare, mentre si ritira, per caricare un nuovo cavallone, poi scappiamo verso la spiaggia.
Mi bacia, le sfioro la pelle, essendo nudi la mia eccitazione comincia a farsi notare. Altre coppie e singoli, sono seduti sotto gli ombrelloni, piantati, dove non arrivano le onde. Qualche coppia si bacia, altre si passano le creme in modo eclatante, esibizionista, per farsi guardare dai tanti singoli.
Ci sono i gay, tranquilli e riservati, si scambiano coccole. Le lesbiche molto sobrie, intente a gustarsi il sole.
Cominciamo a camminare seguendo la curva lasciata dalle onde sulla spiaggia. Ci bagnano gli spruzzi, ci asciuga il sole e la leggera brezza marina.
Siamo bambini in gita, in fuga dalla vita schematizzata dalla società in balia della pubblicità.
Corre, si allontana di pochi metri. Ritorna, mi abbraccia felice, mi prende la mano mi accompagna per la sua scia.
Sorride, mi bacia.
Lascia la mano, mi prende per il cazzo, con delicatezza m’invita a seguirla. Lo lascia, si allontana, mi raggiunge di nuovo nella schiuma bianca dei cavalloni.
Scappa via.
A pochi metri, nota una piccola grotta, un anfratto, un riparo tra le rocce.
Con un cenno della testa me lo fa notare. Poco distanti due ragazzi seduti sul bagnasciuga. Mi fa ancora cenno, oramai l’ho raggiunta. Con le braccia mi circonda il collo, con la lingua salata cerca la mia. Stringendomi a se sente la consistenza oramai evidente dell’eccitazione. Mi afferra di nuovo per il cazzo, furtivamente mi trascina nell’anfratto.
Qualche metro e raggiungiamo il fondo. Comincio a baciarla, a stuzzicarle con le dite la sua dolce umidità. Si abbassa, comincia a baciare la mia estremità oramai dura. Lo lecca, lo assapora, lo bagna. Lo fa sparire nella sua bocca, lo tira fuori. Gioca con la mano, mi guarda. Si rialza, cerco di prenderla stando in piedi. Posizione scomoda. Delicatamente la spingo contro la parete, c’è una piccola sporgenza rocciosa. Accompagnata dalle mie mani cerca di appoggiarci sopra il sedere. Sembra che ci sia riuscita. Allarga le gambe lungo i miei fianchi, la tengo su per le cosce. Entro dentro di lei, avverto il calore. Lei sospira. Pochi colpetti e scivola, la tengo appena. La superfice è troppo piccola per poter garantire un equilibrio. Senza uscire da lei, la tengo su, cerco di risistemarla.
Noto due ombre, avverto le presenze alle mie spalle. Un attimo di timore dovuto anche alla completa nudità. Ma siamo troppo eccitati per interrompere il rapporto.
Sembrano sue persone mansuete, riconosco i due ragazzi che erano seduti sul bagnasciuga.
Lei sospira. Uno dei ragazzi portandosi alla mia destra le prende delicatamente un piede, l’altro alla mia sinistra fa la stessa cosa. Con i piedi e i polpacci in mano ai ragazzi l’equilibrio sembra garantito. Lei è di fronte a me con le gambe aperte, io sono dentro di lei. Grazie ai ragazzi ho libere le mani, non la tengo più per le cosce, la sorreggono loro. Le tocco i seni, li bacio. La bacio in bocca. I ragazzi, con le mani libere le carezzano le cosce, i polpacci, arrivano ai seni.
La guardo, lei acconsente. Un pensiero mi attraversa la mente, forse avendo notato i due amici seduti poco distante dalla piccola grotta, se lo augurava. Questo pensiero mi eccita ancora di più, mentre continuo a spingere il mio sesso dentro di lei, sotto gli occhi degli spettatori per caso.
I ragazzi continuano a toccarla dappertutto, sfiorano anche la vagina
piena del mio pene. Cominciano ad eccitarsi. A toccarla con più foga. Avvicinano i loro corpi, portano i peni duri all’altezza dei suoi fianchi. Sentendoli, lei, mi guarda con uno sguardo pieno di voglia, stringe fra i denti il labro inferiore, e mentre io continuo a scopare, a baciarla, lei stringe le mani attorno ai due cazzi. Comincia a fare su e giù, a masturbarli. Per un attimo provo un senso di fastidio, ma lo strano quadretto venutasi a creare mi fa salire ancora di più l’eccitazione.
Respiriamo tutti in modo affannoso, le sue mani aumentano il ritmo, io sempre dentro di lei.
Le mani, la bocca, la voglia. I ragazzi, lei a gambe aperte. La sua lingua che mi riempie di saliva il viso. Le loro mani che la toccano dappertutto.
Lo tiro fuori, con le mani lo struscio sulla parte esterna della vagina, metto dentro solo il glande. Un ragazzo gli stuzzica il clitoride.
Sente i ragazzi eccitatissimi, aumenta la velocità delle mani. La bacio in bocca. Tira fuori la lingua, mi bagna il viso. Glielo rimetto tutto dentro. Spingo con forza e passione. Oramai ci sono. L’eccitazione è forte, l’orgasmo è vicino. Sono completamente dentro di lei. Lo tiro fuori. Duro e umido. Con un movimento veloce della mano le vengo addosso, bagnando il suo pube con il mio seme. Contemporaneamente viene anche il ragazzo alla mia destra e subito dopo quello a sinistra. Ha tutto lo sperma addosso. I ragazzi, le fanno appoggiare delicatamente i piedi per terra, resta nuda e dritta davanti a me.
Tremante dopo l’orgasmo. Continuo a baciarla. I ragazzi ancora la toccano.
Con un cenno salutiamo i ragazzi, usciamo dalla grotta.
Una coppia passeggia fuori, vedendoci uscire sorride complice. Poi vede uscire un ragazzo e si guardano straniti. Poi esce l’altro e loro fanno una smorfia. Chissà cosa staranno pensando di noi?
Tratto dal libro "Esilaranti storie di anime scoperecce". Versione e-book su Amazon Kindle
Non violenti, ma lunghi cavalloni inondano buona parte della spiaggia. Ritirandosi e lasciando una piacevole e abbacinante schiuma bianca.
Nuda, si muove con dolcezza, scherza con le onde, si lascia bagnare.
Danza con la musica del vento, nel suono del mare, nell’eco di una latente felicità.
La sua pelle d’ebano spicca nell’immenso bianco, nella melodia della natura.
Con la mente fotografo le sue sinuose movenze, i gesti delle sue mani, il suo chinarsi a raccogliere conchiglie.
Arriva l’onda, la bagna. La raggiungo, la stringo. La bacio.
Saliva, sale, insaporiscono la realtà.
Corriamo incontro al mare, mentre si ritira, per caricare un nuovo cavallone, poi scappiamo verso la spiaggia.
Mi bacia, le sfioro la pelle, essendo nudi la mia eccitazione comincia a farsi notare. Altre coppie e singoli, sono seduti sotto gli ombrelloni, piantati, dove non arrivano le onde. Qualche coppia si bacia, altre si passano le creme in modo eclatante, esibizionista, per farsi guardare dai tanti singoli.
Ci sono i gay, tranquilli e riservati, si scambiano coccole. Le lesbiche molto sobrie, intente a gustarsi il sole.
Cominciamo a camminare seguendo la curva lasciata dalle onde sulla spiaggia. Ci bagnano gli spruzzi, ci asciuga il sole e la leggera brezza marina.
Siamo bambini in gita, in fuga dalla vita schematizzata dalla società in balia della pubblicità.
Corre, si allontana di pochi metri. Ritorna, mi abbraccia felice, mi prende la mano mi accompagna per la sua scia.
Sorride, mi bacia.
Lascia la mano, mi prende per il cazzo, con delicatezza m’invita a seguirla. Lo lascia, si allontana, mi raggiunge di nuovo nella schiuma bianca dei cavalloni.
Scappa via.
A pochi metri, nota una piccola grotta, un anfratto, un riparo tra le rocce.
Con un cenno della testa me lo fa notare. Poco distanti due ragazzi seduti sul bagnasciuga. Mi fa ancora cenno, oramai l’ho raggiunta. Con le braccia mi circonda il collo, con la lingua salata cerca la mia. Stringendomi a se sente la consistenza oramai evidente dell’eccitazione. Mi afferra di nuovo per il cazzo, furtivamente mi trascina nell’anfratto.
Qualche metro e raggiungiamo il fondo. Comincio a baciarla, a stuzzicarle con le dite la sua dolce umidità. Si abbassa, comincia a baciare la mia estremità oramai dura. Lo lecca, lo assapora, lo bagna. Lo fa sparire nella sua bocca, lo tira fuori. Gioca con la mano, mi guarda. Si rialza, cerco di prenderla stando in piedi. Posizione scomoda. Delicatamente la spingo contro la parete, c’è una piccola sporgenza rocciosa. Accompagnata dalle mie mani cerca di appoggiarci sopra il sedere. Sembra che ci sia riuscita. Allarga le gambe lungo i miei fianchi, la tengo su per le cosce. Entro dentro di lei, avverto il calore. Lei sospira. Pochi colpetti e scivola, la tengo appena. La superfice è troppo piccola per poter garantire un equilibrio. Senza uscire da lei, la tengo su, cerco di risistemarla.
Noto due ombre, avverto le presenze alle mie spalle. Un attimo di timore dovuto anche alla completa nudità. Ma siamo troppo eccitati per interrompere il rapporto.
Sembrano sue persone mansuete, riconosco i due ragazzi che erano seduti sul bagnasciuga.
Lei sospira. Uno dei ragazzi portandosi alla mia destra le prende delicatamente un piede, l’altro alla mia sinistra fa la stessa cosa. Con i piedi e i polpacci in mano ai ragazzi l’equilibrio sembra garantito. Lei è di fronte a me con le gambe aperte, io sono dentro di lei. Grazie ai ragazzi ho libere le mani, non la tengo più per le cosce, la sorreggono loro. Le tocco i seni, li bacio. La bacio in bocca. I ragazzi, con le mani libere le carezzano le cosce, i polpacci, arrivano ai seni.
La guardo, lei acconsente. Un pensiero mi attraversa la mente, forse avendo notato i due amici seduti poco distante dalla piccola grotta, se lo augurava. Questo pensiero mi eccita ancora di più, mentre continuo a spingere il mio sesso dentro di lei, sotto gli occhi degli spettatori per caso.
I ragazzi continuano a toccarla dappertutto, sfiorano anche la vagina
piena del mio pene. Cominciano ad eccitarsi. A toccarla con più foga. Avvicinano i loro corpi, portano i peni duri all’altezza dei suoi fianchi. Sentendoli, lei, mi guarda con uno sguardo pieno di voglia, stringe fra i denti il labro inferiore, e mentre io continuo a scopare, a baciarla, lei stringe le mani attorno ai due cazzi. Comincia a fare su e giù, a masturbarli. Per un attimo provo un senso di fastidio, ma lo strano quadretto venutasi a creare mi fa salire ancora di più l’eccitazione.
Respiriamo tutti in modo affannoso, le sue mani aumentano il ritmo, io sempre dentro di lei.
Le mani, la bocca, la voglia. I ragazzi, lei a gambe aperte. La sua lingua che mi riempie di saliva il viso. Le loro mani che la toccano dappertutto.
Lo tiro fuori, con le mani lo struscio sulla parte esterna della vagina, metto dentro solo il glande. Un ragazzo gli stuzzica il clitoride.
Sente i ragazzi eccitatissimi, aumenta la velocità delle mani. La bacio in bocca. Tira fuori la lingua, mi bagna il viso. Glielo rimetto tutto dentro. Spingo con forza e passione. Oramai ci sono. L’eccitazione è forte, l’orgasmo è vicino. Sono completamente dentro di lei. Lo tiro fuori. Duro e umido. Con un movimento veloce della mano le vengo addosso, bagnando il suo pube con il mio seme. Contemporaneamente viene anche il ragazzo alla mia destra e subito dopo quello a sinistra. Ha tutto lo sperma addosso. I ragazzi, le fanno appoggiare delicatamente i piedi per terra, resta nuda e dritta davanti a me.
Tremante dopo l’orgasmo. Continuo a baciarla. I ragazzi ancora la toccano.
Con un cenno salutiamo i ragazzi, usciamo dalla grotta.
Una coppia passeggia fuori, vedendoci uscire sorride complice. Poi vede uscire un ragazzo e si guardano straniti. Poi esce l’altro e loro fanno una smorfia. Chissà cosa staranno pensando di noi?
Tratto dal libro "Esilaranti storie di anime scoperecce". Versione e-book su Amazon Kindle
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