Vita da cornuto 2 - Tormento ed eccitazione

di
genere
corna

Preambolo 1
È la prima volta che pubblico qualcosa. Spero che queste mie quisquilie vi siano gradite.
Siccome mi picco di conoscere benissimo l’italiano, non esitate se trovate errori o inesattezze ad infierire. Accetterò anche insulti se motivati.
Buone letture. P.

Preambolo 2
Questo racconto, primo di una serie, è una mia continuazione di una coppia di racconti di masterAce denominati ‘La mia nuova vita da cornuto’:
https://www.eroticiracconti.it/racconto/56889-la-mia-nuova-vita-da-cornuto-intro
https://www.eroticiracconti.it/racconto/56954-la-mia-nuova-vita-da-cornuto-1
oppure
https://raccontierotici.eu/racconto/la-mia-nuova-vita-da-cornuto-intro
https://raccontierotici.eu/racconto/la-mia-nuova-vita-da-cornuto-1
Per una completa comprensione leggetevi prima questi.
Comincia ovviamente con il numero 2, perché il numero 1 l’ha scritto masterAce.
Lì i fatti vengono dati come reali, mentre qui sono giocoforza di pura fantasia.
Più che una continuazione l’ho sentito come lo svolgimento di un tema.
Il tema psicologico di fondo è quello di una lei che vuol possedere anche mentalmente il suo uomo. Questi, pur recalcitrante, non le resiste, almeno nella fase iniziale, poi ...

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Nei giorni seguenti la vita è ripresa molto bene tra noi. Scopiamo ogni giorno come se fosse l’ultimo. Devo convenire con Federica che la gelosia e l’eccitazione prodotte dalle corna hanno fatto sorgere una grande libido tra di noi, soprattutto in me.
Come tutti i cornuti ci ripenso in continuazione. So anche che non mancherà molto prima che lei mi piazzi altre corna, ma stavolta con preavviso.
Mi sento molto innamorato di lei e voglio che possa godere al massimo della vita. Però devo dire che proprio bene non ci sto; ogni volta che ci penso avverto dolorosi sommovimenti allo stomaco.
Il giorno della scoperta si configurava quasi come un avvenimento occasionale. Ma mia moglie è stata chiarissima circa il futuro. Avvenimenti di questo genere si ripeteranno sine die. Cerco in me alternative da proporre; non riesco a trovarne.
È un venerdì sera. Stiamo nudi nel letto dopo una bella sessione di sesso appagante. Federica è appoggiata di schiena alla spalliera del letto, mentre io sto supino con il capo appoggiato nel grembo odoroso della mia donna.
Le espongo le mie perplessità e paure. La paura di perderla non la dico in chiaro, ma traspare evidente. Mi guarda con un’aria tra il sornione e l’affettuoso: “Io amo te. Gli altri mi piacciono come macchine da sesso. Chiaramente mi intrigano e mi arrapano, altrimenti non me li scoperei, ma non ho per loro alcuno dei sentimenti che ho per te. Con te voglio condividere la vita con tutti gli interessi, avere figli e crescerli e con te vorrò poi affrontare le avversità ed invecchiare. Loro sono solo degli altri cazzi che mi piace prendere; occasioni che non voglio perdere”.
Mi accarezza cazzo e coglioni mentre continua a parlare: “Evita di pensare a queste cose in modo troppo serio. Prendi il tutto come un bel gioco raffinato, un tenero duello tra noi due. Gioca con me! Ne godremo insieme e nessuno si farà del male”.
Il discorso tutto sommato non mi dispiace e il mio uccello dà segno di voler nuovamente volare. Mi giro, le abbraccio i fianchi e stampo un lungo bacio sulla sorca odorosa di scopata. Mia moglie mi sta un’altra volta sorprendendo. Una settimana fa la stavo considerando una lurida zoccola inaffidabile, mentre adesso mi appare una sorta di benefica e saggia dea madre.
Ci ritroviamo ora nella posizione del 69 sul fianco (la più comoda). Mentre mi ubriaco dei suoi umori, con la lingua mi lavora di fino la punta del cazzo ormai risorto.
Tra una leccatina e l’altra continua a parlarmi: “Non te l’ho già detto perché non so ancora il giorno e l’ora, ma la prossima settimana avrò un incontro con un uomo che tu non conosci. Amore, ci scoperò e probabilmente mi inculerà pure. Come ti senti ora che te l’ho detto? Sei pronto a giocare?”
Un feroce crampo allo stomaco mi blocca quasi il respiro, poi nel giro di qualche secondo l’anestetico psichico mi provoca un’erezione marmorea.
“Mi piace questa risposta! Con piacere ti allungherò le corna; lo farò pensando a te che mi aspetti a casa col cazzo diritto”.
Ha smesso di punzecchiarmi il cazzo con la lingua e ora lo pompa partendo dalla punta fino a farlo sparire tutto nelle sue fauci. È un duro obelisco di carne; ma non voglio venirle in bocca. Le lecco il buco del culo. Intuisce i miei propositi; non fa una piega. Mi allungo verso il cassetto del comodino. Estraggo un flacone di lubrificante specifico. Ne cospargo l’ano anche all’interno. Il cazzo è già bello umido e scivoloso grazie all’azione della sua bocca.
Mi rigiro. La metto prona a quattro zampe. Le lecco il retro del collo, mentre le accarezzo il culo. Introduco un dito medio nel buco; entra senza nessun problema. Allora passo ai due pollici, che entrano bene insieme. Poi cerco di allargare l’ano separando i pollici. Sussulta e geme piano. Le vengo sopra; lei con le mani divarica le natiche. Comincio a spingere roteando la punta del cazzo. Spinge come per defecare, lo sfintere si rilassa e la cappella scivola dentro. Mi puntello e spingo con più forza. È entrato tutto senza dolore alcuno.
La bacio dietro l’orecchio. Si eccita. Ruota il capo verso di me e sussurra: “Quando si collabora e si fanno le cose insieme è tutto più facile e gradevole, vero?!”
Poi come una scudisciata: “Inculami, cornuto!”. Muscoli dorsali e glutei scattano in una danza aritmica e selvaggia. Le mie spinte si susseguono irregolari, ora forti ora più delicate in ogni direzione con ritmo irregolare. Mi sembra che stiamo danzando il finale di Le Sacre du Primtemps, quella musica unica così carica di sensualità, istinto, ferocia, amore sublime e morte.
“Dammelo tutto! Fammelo sentire bene! … sì, così che mi piace… spingi forte!“
Le sfioro il clitoride e percepisco il suo orgasmo dalle contrazioni dello sfintere. Non so come, ma io incredibilmente resisto e non vengo ancora. Continuo a devastarle il ventre. Agito il mio cazzo dentro di lei in tutte le direzioni. Sta godendo come una pazza e io con lei. Le afferro le zinne e comincio a mordicchiarle il collo...
Ora do spinte più regolari e allungate, mentre lei ha preso a gemere. Mi apostrofa ancora: “Dai mio cornuto! Fa godere la tua troia che ti riempirà ancora di corna! Allargami il culo! … mi piace … godo ...”
Percepisco l’escalation di sensazioni che l’assale. Infine con un grido strozzato esplode in forti contrazioni che le squassano il corpo. Il mio cazzo, strizzato ritmicamente dal suo ano, senza chiedermi il permesso decide di scaricarsi. Numerosi schizzi imbottiscono il suo budello, mentre lei irrora le lenzuola con il suo squirto. È un orgasmo simultaneo e violento che ci lascia piacevolmente distrutti e felici. La piccola morte!
Un rivolo di sborra le esce dal culo prontamente pulito dalla mia bocca. L’attiro a me per farla riposare tra le mie braccia. Mi appoggia il capo sul torace e mi sussurra. “Hai visto che risultati al solo annuncio di corna? Pensa a quando avverranno davvero e a quando le vedrai di persona…“
E si addormenta contenta. Non è mai stato così bello prima d’ora.

Il giorno dopo, mentre sto al lavoro, Federica mi chiama e mi annuncia gioiosa che l’appuntamento-che-so è fissato per martedì alle 15,30 nel motel Quisifotte. A quell’ora io lavoro. Mi promette che mi manderà una serie di messaggi sullo ‘stato avanzamento lavori’. Inoltre anche per mia richiesta conveniamo che l’amante non saprà che io so.
Ci vediamo la sera a casa. Mancano quattro giorni; decide comunque di cominciare a prepararsi: un ricambio completo, un paio di dildi di differente grandezza, lubrificante all’acqua dedicato, etc…
“Altri oggetti, se li vuole, li porterà lui” aggiunge con aria scherzosa.
Adoro la giovialità del suo carattere: riesce sempre a trovare i lati positivi di ogni situazione. Ripenso qualche giorno prima a quanto ero incazzato con lei e a come in meno di mezzora mi aveva portato a far l’amore con una passione che non ricordavo. Non ne saprei più fare a meno. L’amo e non la lascerò mai.
Ora, che si sta preparando ad un adulterio, la vedo serena, allegra, frizzante, direi felice. Se cercassi di dissuaderla le causerei sicuramente un bel dispiacere. Non voglio far lo stronzo. So che al momento proverò una forte emozione negativa; nonostante tutte le sue rassicurazioni ne sono ancora spaventato, ma non voglio che abbia dei rimpianti. La vita è una sola e voglio che lei la viva al meglio.
La guardo e convengo che effettivamente sta giocando. E dentro di me mi faccio coraggio e mi dico: “Sì amore! Voglio giocare con te!”
Mentre ho questi pensieri incrocio lo sguardo di lei sorridente. Davvero mi conosce bene. È bello vivere con chi ti indovina.
Mi guarda con aria sorniona; si gira e si china in avanti verso i suoi preparativi sparsi sul letto. Nel far questo appoggia il culetto sul mio pacco e a bassa voce dice con l’aria di chi-parla-da-solo-ma-vuol-farsi-intendere: “Gli succhierò il cazzo. Poi assaggerà la mia fica. Mi vorrà scopare e lo farà a lungo, perché è uno resistente. Infine mi sborrerà in bocca, come so che gli piace … ”
Dopo l’immancabile torsione di stomaco, tra il mio pube e il suo culo si erge un duro palo di carne. Siamo in pieno gioco ed eccitati entrambi. Le abbasso i pantaloni del pigiama, sotto è nuda; la accarezzo con un solo gesto dal clitoride all’ano; emette un gemito carico di lussuria; è un lago; estraggo il cazzo dai calzoni, la spingo carponi sul letto, la prendo a pecora.
“Vedo che ti piace sempre di più giocare con me”
“Ne convengo, ma far l’amore non può essere solo un gioco” aggiungo a bassa voce. Non capisco fino in fondo il senso di queste mie parole, ma sento che sono giuste.
La scopata prosegue con passione. Lei ha due orgasmi durante i quali pronuncia parole sconnesse. Infine dopo venti minuti di monta si gira, mi prende in mano il cazzo, me lo mena a qualche centimetro dal suo viso, apre la bocca e mi fa sentire il suo alito caldo di lussuria sulla cappella.
Sento l’orgasmo salirmi su dai coglioni. Fissa gli occhi nei miei in un muto colloquio d’amore. Tira fuori la lingua e mi titilla il filetto. Esplodo.
Il primo spruzzo la coglie sul naso.
Il secondo la prende sull’angolo destro della bocca, rimane in parte dentro e il resto sparso sulla guancia.
Il terzo e il quarto centrano la bocca scorrendo sulla lingua.
I rimanenti sono sparsi qua e là sul suo viso.
Al termine mi osserva con espressione estatica: “Come mi trovi?”
Con il cellulare le scatto una foto. Voglio salvare quell’immagine di sublime oscenità.
Mi avvicino e la bacio; istintivamente vorrebbe ritrarsi, ma poi accetta l’effusione.
A forza di baci, leccamenti e risucchi le ripulisco il volto. Ne è felice: “Amerò sempre soltanto te!”
“… e ti scoperai sempre tutti …”.
”I migliori sicuramente!” risponde, ridendo in tono di sfida.

Continua
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scritto il
2022-02-22
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