Vita da cornuto 4 - Un amante educato
di
P1945
genere
corna
Segue un periodo, nel quale sembra che non debba esserci più alcuna ombra tra di noi. Il mio inaspettato rifiuto al suo tentativo di totale mia umiliazione, sembra che l’abbia convinta ad un rapporto più paritario e più dignitoso per me.
Qualche giorno dopo, mi chiama mentre sto al lavoro e, dopo aver fatto la carina, mi annuncia altre corna.
Pur provando il solito rodimento interiore faccio il superiore e le chiedo più particolari. Mi risponde che si tratta di un giovane studente americano piuttosto prestante per il quale non c’è problema se io assisto purché mi metta da una parte e non intervenga. “Stasera organizziamo tutto, anche i particolari. Vedrai ci divertiremo.”
La sera mi parla di Peter. L’ha incontrato (e scopato) quattro mesi fa. Sta seguendo un corso di laurea in Storia dell’arte in Italia. Parla bene l’italiano; in futuro gli piacerebbe stabilirsi qui in Italia centrale. È ben più giovane di Federica.
Dopo un po’ di considerazioni, conveniamo per praticità di farlo venire a casa nostra invitandolo a cena per sabato sera.
Arriva il sabato. Evito contatti fisici con Federica, memore della passata umiliazione targata Alfredo. È radiosa come una giovane principessa delle fiabe, ma io non mi sento il principe azzurro, anzi.
Ha passato la mattina dall’estetista. Passiamo a mangiare qualcosa di veloce e poco impegnativo.
Dopo un breve riposo comincia a prepararsi. All’insegna della massima igiene, mi chiede di praticarle una profonda lavanda anale. Questa esplicita preparazione ad una sodomia finisce per provocarmi un’erezione ferrea. Da un enteroclisma le irroro l’intestino con un buon litro e mezzo di blanda camomilla alla giusta temperatura. È tutta nuda, mi si siede in braccio, sento il liquido colarle dentro; le provoca eccitazione.
Mi guarda negli occhi con tenerezza e desiderio. Intuisco cosa vuole. Sempre tenendola in braccio, comincio a praticarle un ditalino, prima un dito, poi due entrandole dentro a carezzare il retro del clitoride. “Grazie cornutino, fa godere la tua troia… questa troia che scoperà un altro sotto i tuoi occhi… ”
Quindici minuti dopo, emette un urlo strozzato, corre a sedersi sulla tazza e scarica sia il suo orgasmo sia la camomilla.
La scarica è torbida; ripetiamo l’operazione con una quantità di camomilla dimezzata. La scarica conseguente è molto limpida. Le esprimo approvazione con qualche leccatina sul buco del culo.
Si fa una doccia, mi chiede di massaggiarla con unguenti e profumi esotici. Mi sento collaborativo e nonostante l’eccitazione e le erezioni riesco a portare a termine l’operazione richiesta.
Ore 19:30
Arriva Peter si presenta e saluta me con una forte stretta di mano e mia moglie con un profondo bacio in bocca. È un ragazzone alto e palestrato evidentemente uso ad attività sportive. Ha portato un mazzo di fiori e una bottiglia di ottimo amaretto alla mandorla amara che piace tanto a Federica.
La cena è leggera ed a base di verdure, pesce, crostacei e molluschi.
È un simpatico chiacchierone e ride spesso alle sue stesse battute. Parla bene l’italiano anche se l’accento americano è molto evidente.
A tavola lui e Federica sono di fianco, mentre io sto dall’altra parte del tavolo.
Le loro mani mi risultano spesso invisibili in quanto tenute sotto il bordo della tovaglia. Ogni tanto colgo smorfie di piacere sui loro volti: è evidente che si toccano l’un l’altro.
Stiamo al dessert quando inaspettatamente sento un piede sfiorarmi l’inguine. Capisco che il piede è quello di mia moglie. La guardo: ha un’espressione di cemento. Poi, mentre il suo alluce mi opera un minimassaggio al cazzo, mi guarda seria ed interrogativa. Intuisco cosa vuole…
Mi alzo dalla tavola: “Vado a fare i caffè, intanto mettetevi comodi sul divano!”
Torno dopo dieci minuti con i caffè. Non scorderò mai la scena.
Sono distesi sul divano; lui sopra di lei la bacia in bocca, le lingue oscenamente e voluttuosamente avviluppate. La gonna di Federica è risalita fino alla vita rivelando l’asportazione delle mutandine, mentre la mano di lui le carezza la fica introducendosi a tratti nella fessura. I calzoni di lui sono slacciati ed aperti con un braccio di mia moglie teso sul suo inguine; la mano stretta in un pugno attorno al suo cazzo lentamente mossa su e giù.
Devo dire che sono belli. Non avverto quasi la pur sempre presente torsione alla bocca dello stomaco. L’eccitazione mi ha gonfiato il cazzo come non mai; ho indossato dei calzoni larghi ma lo spazio non basta. Devo slacciarli ed abbassarli; il fratellino è verticale e tesissimo.
Mi siedo sulla poltrona di fronte; è difficile non segarsi, ma voglio resistere.
Peter si abbassa a leccarle la fica. Sono lunghe slinguate dall’ano al clitoride. Federica ha gli occhi socchiusi e fissi su di me. Mi strizza l’occhio. Le sorrido dolcemente.
Ora lui si alza in piedi e pone il suo cazzo teso davanti al volto di lei. Esce la sua lingua protesa ad accarezzare e titillare il filetto sotto la cappella. Appoggia le labbra sulla punta e lascia che il glande le scivoli in bocca. Intuisco un movimento a mulinello della sua lingua. Poi comincia un lento su e giù della testa. “Yeah … suck it … whore! … ”
Come già mi aveva detto Federica ce l’ha più grosso del mio. Non in maniera eclatante, ma comunque i suoi tre centimetri in più ci sono tutti. Con la mano le massaggia la fica e arriva a infilarle due dita, che rotea lentamente. Lei accenna un orgasmo. Lui le dice a bassa voce qualche parolina che non intendo ma intuisco. Si sciolgono dall’amplesso; lei si mette carponi sul divano, la testa sul bracciolo; Lui si mette dietro di lei e la penetra con un solo movimento.
Ora la mia donna viene trombata sotto i miei occhi infelicemente arrapati. Peter non ha molta fantasia ma è una macina inesorabile e inarrestabile. Dopo cinque minuti Il reggiseno viene tolto e le poppe compaiono nella camicetta completamente aperta; una mano di Peter corre a torcerle un capezzolo; lei emette un gemito di piacere e si volta verso di lui.
Nel farlo incrocia il suo sguardo nel mio; mi fissa dal profondo del suo godimento; è bellissima quanto mai.
Il volto di una donna che gode è lo spettacolo più bello che conosca: persino una donna brutta quando gode diventa bella.
Mi sorride: “Vedi, ora la tua donna non è più solo tua. Si sta godendo un altro cazzo ed è felice perché non rinuncerà più a nulla. Poi ritornerò sempre da te che sei il mio uomo e ti amo. Gioca con me! Contemplami! Godi del mio godere! Masturbati se vuoi… ”
Sono preso dallo spettacolo offerto da quella strega esibizionista di mia moglie; il mio cazzo è fuori dai calzoni e si erge dritto verso l’alto, ma non mi voglio ancora masturbare; continuo a contemplare in estasi.
Un altro giro delle dita di Peter sul capezzolo e Federica si contorce sotto un orgasmo, mentre lui imperterrito continua a spingere. Altri cinque minuti e cambiano posizione: lui seduto sul divano, lei sopra lui a spegnimoccolo che gli dà le terga.
Ora è lei a cavalcare, mentre lui le accarezza le tette e la bacia sul collo.
Ormai anche lui si sente arrivare. Le stritola i capezzoli innescandole un nuovo rumoroso e scomposto orgasmo. Quasi in contemporanea viene emettendo grugniti ad ogni schizzo rilasciato nella fica di Federica.
Rimangono abbracciati per un paio di minuti; si sciolgono e lei crolla distesa sul divano a gambe aperte; Un grosso rivolo di sborra le cola dalla fica. Peter la guarda interrogativo, credo si aspetti che lei venga a farsi ripulire da me secondo il rituale cuckold.
“Mio marito è abbastanza maschio da non volersi sottoporre a queste umiliazioni! Non ti basta che mi chiavi?” Peter mi lancia uno sguardo di rispetto facendomi un leggero inchino del capo.
Si ripuliscono a vicenda stando a 69 sul divano. Durante quest’operazione lei mi fa un occhiolino. Può sembrare poco, ma dentro di me esulto e sento di amarla.
Pausa caffè; offro da bere e qualche stuzzichino che ho preparato in precedenza. L’atmosfera è molto cordiale.
Li invito a trasferirsi sul lettone. La proposta è subito accolta: Peter la solleva tra le braccia e la porta in camera deponendola sulle coperte; io li seguo e mi accoccolo sulla poltroncina vicina ai piedi del letto: “Ragazzi fate come se non ci fossi!”. “Ma sicuro!” mi risponde lei con amichevole ironia mentre afferra il cazzo dell’amante e comincia a leccarlo.
Il giovane cazzo si riprende velocemente e in pochi minuti svetta gioioso.
L’amante è ora al centro del letto inginocchiato; ha tirato su per i fianchi la mia sposa portandosi la fica alla bocca e lasciando le spalle poggiate sulle coperte.
La femmina si abbandona mollemente alla sua lingua lasciando che l’eccitazione si impadronisca nuovamente di lei; quindi infilando una mano dietro la propria schiena cerca il creapopoli; lo trova, lo afferra e comincia a segarlo dolcemente.
Peter a questo punto la rigira di 1800 e comincia un 69 aereo verticale. È una posizione che ho provato qualche volta anch’io; è molto bella e di soddisfazione, L’unica cosa è che è molto faticosa, io non reggo più di cinque minuti, Peter dura almeno il doppio riuscendo anche a far godere Federica.
Passano alla classica monta a missionaria. Lei con le gambe gli cinge le reni tirandolo con forza dentro di sé. Si gusta pienamente quel cazzo che la penetra instancabile.
È diverso dal mio, ed è sicuramente diverso anche da quello di Alfredo: non vi è monotonia, ogni scopata è diversa.
Certo a me ora tocca di stare in condominio, con qualche diritto di prelazione, ma senza più esclusiva. Peraltro trovo giusto che lei possa provare altri diversi piaceri offerti dalla vita.
Si vive una volta sola ed ogni lasciata è persa. Tutto sommato il mio egoistico desiderio di esclusiva non vale il piacere che vedo provare da Federica ed il suo godimento in qualche maniera diventa anche il mio.
L’unico vero tarlo che rode, le umiliazioni che di tanto in tanto ama infliggermi. Certo qualcosa può starci perché è un gioco, ma lei sovente si esalta nel gioco e va oltre …
Quando mi chiama cornuto, sento la ferita, ma lo dice sempre con un tono quasi come se mi dicesse ‘Ti ferisco e ti amo’. I suoi amanti non mi hanno ancora offeso e spero che non lo facciano, perché so già che non lo vorrò sopportare. Non mi sento disposto a giocare con loro.
Ma torniamo ai nostri.
Ora si sta godendo la seconda potente monta della serata. Sul volto un’espressione bellissima di estasi; ne sono felice e la guardo con amore. Apre un attimo gli occhi, mi vede e mi risponde con un lieve ed insieme intenso accenno di sorriso. Senza parlare abbiamo scambiato profonde sensazioni.
Questa voglia e capacità di comunicare tra noi due, che lentamente aumenta nel tempo, mi fa sentire bene e nella mia testa entro in lei e con la mente sono io che la sto trombando. Il sesso fisico c’entra poco, questo è amore.
La scopata dura a lungo. Cambiano più volte posizione e Federica viene tre volte con intensità sempre maggiori. Sta per venire ancora; ha la testa ciondoloni fuori dal letto proprio vicino a me che la guardo con amore e con il cazzo di fuori. Allunga un braccio verso di me a sfiorarmi una gamba e prorompe nelle convulsioni dell’orgasmo. A quella vista e a quel contatto, senza toccarmi vengo anch’io all’unisono.
In quel momento lei ha voluto farmi fare l’amore.
Saranno forse quaranta minuti che continuano a scopare e lei gli chiede se vuol venire; le risponde di sì; e lei: “Sborrami in bocca!”
Ha ancora la testa ciondoloni; lui salta giù dal letto, viene verso Federica, si accoccola vicino alla testa, le pone una mano a sorreggere la nuca mentre con l’altra si mena furiosamente l’uccello vicino alla bocca di lei. Con la punta della lingua accarezza il frenulo; lui sente avvicinarsi l’eruzione, ha dei fremiti, si blocca nel punto di non ritorno, appoggia la cappella sulle labbra e comincia a depositare copiosi schizzi di sborra nella bocca del mio amore. Tutto avviene a circa un metro dai miei occhi.
È una sensazione molto forte per me. Provo di tutto: gelosia, dolore, esaltazione, eccitazione e amore.
La cavità orale di Federica non è stata sufficiente a raccogliere tutta la sborra, che in parte le è colata sul mento e sulle guance. Resta un attimo immobile, poi sotto il nostro sguardo deglutisce a piccoli sorsi con gli occhi fissi sul suo amante. Gli fa un sorriso, gli mostra la bocca pulita e comincia a pulirgli il cazzo con le labbra.
Ci rechiamo a turno al bagno per ripulirci, rinfrescarci e fare pipì.
Quando è il turno di lui ad andare al bagno, lei mi viene vicino con intenzioni amorevoli. Con fatica la respingo (l’umiliazione che mi ha inflitto con Alfredo, gliela ritorco contro). “Finché Peter non se ne va sei solo sua”. E per non generare malumori: “Vedi è una questione di ospitalità”. Mi guarda divertita-non-troppo.
Porto dalla cucina un carrellino portavivande con bevande e cibi. Ci rifocilliamo chiacchierando di pittori tanto per non dimenticare che Peter studia Storia dell’arte.
Federica, che lo abbraccia da dietro, prendendogli in mano il cazzo segna la ripresa delle attività. Riporto velocemente il carrello in cucina e riprendo la mia postazione.
Stanno baciandosi e accarezzandosi voluttuosamente. Sono entrambi molto contenti di come sta andando avanti la serata. Lei si mette prona, solleva il treno posteriore ondeggiandolo sotto il naso di lui e da perfetta mignotta esibizionista: “Ti piace questo? … Ci vuoi fare un giro?”
Il giovane arrapatissimo tuffa bocca, lingua e naso fra le chiappe della troia; lecca voracemente; lei ansima ed emette piccoli gemiti. Lui si guarda in giro cercando con gli occhi; l’oggetto è vicino a me; prendo il flacone del lubrificante e glielo porgo. Con un ghigno di soddisfazione lo afferra, ne irrora il buco del culo e se lo spalma sul cazzo.
Federica stende le braccia indietro ad allargare il solco del piacere. Peter punta il suo arnese al centro della rosellina e spinge. Lei apre la bocca in un muto grido di dolore; è entrata la cappella, ma quel che segue è di calibro maggiore. Arriva una seconda spinta: “Aaahia!” … “Non ti fermare! Dammelo tutto, bastardo!”. Il cazzo inesorabile centimetro dopo centimetro entra tutto.
Lentamente a movimenti dapprima brevi comincia l’inculata. In lei appresso al dolore si fa strada il godimento. Quello che la sta penetrando è più largo del mio e lo sfintere è tesissimo. Lui le accarezza la passera.
Passano venti minuti. Ho visto e sto vedendo mia moglie assaporare una potente inchiappetata. Vi chiederete come mi sento, eh? Ormai la gelosia è scomparsa; sto seguendo affascinato gli orgasmi che si susseguono; mi sento mentalmente partecipe; insomma mi sento cornuto e non mi dispiace; mi eccito.
Federica mi chiama: “Vieni qui di fronte a me…”. Mi pongo dove vuole e per guardarla negli occhi mi inginocchio sul pavimento con le braccia sul letto protese verso di lei. Mi afferra i polsi ed io afferro i suoi. Attraverso questo muto contatto mi comunica il suo godimento.
“Come hai visto e stai vedendo, sono una troia. Una troia felice che vuol cogliere quello che di piacevole e di diverso le offre la vita. Questa inculata che mi sto godendo non è meglio di quelle che mi fai tu: è semplicemente diversa.
Questa troia ti ama e vuol godere la vita con te mio compagno di giochi. Ho compreso che non ti piace che umilii l’uomo che è in te. E va bene! Mi piace il tuo voler essere comunque maschio.
Adesso però gioca ancora con me. Fatti qui davanti a me una bella sega guardandomi negli occhi. Mi piacerà vederti godere della vista di me che godo. Ma non venirmi addosso; quest’inculata è sua non la turbare.”
“Ai tuoi ordini, strega!”.
Mi sciolgo da quel tenero contatto. Mi procuro qualche scottex, metto la poltroncina di fronte a lei, mi ci siedo, comincio a menarmi lentamente il cazzo.
La scena è quasi surreale. Peter incula frenetico Federica, la quale se lo gode profondamente e lo incita. Io godendo la visione del volto pieno di lussuria di Federica, mi meno il cazzo. Federica a sua volta, non vista da Peter, contempla la mia sega e i miei pensieri godendone.
Insomma mia moglie, fisicamente mi cornifica con l’amante, mentalmente cornifica l’amante con me suo marito.
Questi intriganti pensieri mi esaltano ancor più. Sento il piacere montarmi dai coglioni verso il cazzo. La mia sega diventa frenetica. Un gran piacere arriva alla base dell’asta. È il punto di non ritorno. La prostata mi comunica il suo intenso godimento e partono gli spruzzi del piacere. Ne faccio un casino, proprio tanta.
Federica ha visto il tutto strofinandosi vigorosamente il clitoride con una mano. Esplode a sua volta in una serie di forti contrazioni compulsive del corpo; il tutto è comprensivo di schizzi di squirto che bagnano le coperte.
Peter sottoposto alla contrazioni del culo di Federica non può esimersi dal cominciare un suo lungo orgasmo segnalato da spinte compulsive e condito da gemiti che sembrano grugniti di maiale. Le inocula un clistere di sperma.
Rimaniamo tutti e tre accasciati per diversi minuti. Il primo a riprendersi sono io; Mi do una ripulita al cazzo con un pezzo di scottex. Alzo gli occhi verso il letto; vedo il mio amore che dal culo le sta colando un rigagnolo di sborra; Mi guarda intensamente. Certi discorsi ormai li facciamo senza parlare. Poi giriamo lo sguardo a Peter: è distrutto. In effetti è quello che si è speso di più.
“È simpatico, colto, giovane, educato ed è pure bello. Lo facciamo dormire qui? Ti va?” Lei acconsente con entusiasmo.
Lui riapre gli occhi, ma si vede subito che desidera solo di andare a nanna.
“Dormi qui, non uscire in questo stato!” “Sì, grazie, mi metto nella camera degli ospiti!”
“Neanche per idea! Tu sei l’ospite e l’amante di mia moglie. Fino a che non lascerai questa casa ella è tua, soltanto tua e tu dormirai con lei.” lui mi ringrazia con gli occhi carichi di promesse di amicizia.
Ci sistemiamo per la notte. Federica cambia la coperta del lettone ormai sporca di sperma, squirto, lubrificante, etc. e consegna a Peter un mio pigiama. Lui indossa solo il sopra.
Li saluto e vado a sistemarmi nella stanza degli ospiti.
Venti minuti dopo sono sotto le coperte e sto per spegnere la luce. Si apre la porta, entra Federica: “Ciao. Peter dorme già della grossa, ma non son venuta per approcci. Voglio ringraziarti!
Grazie per l’accettazione delle corna e delle sofferenze a causa mia;
grazie per la collaborazione;
grazie per la tua eccitazione;
grazie per il desiderio che hai di me
e grazie dell’amore che porti a questa grande troia.
A domani amore mio cornuto!” E se ne va. Il cazzo solleva ancora il capo.
È notte. Rivivo gli avvenimenti della giornata. Ripenso a questa mia nuova vita da cornuto. Mi sembra di morire e poi rinascere in continuazione. Prima non stavo male, ma era un’esistenza più scialba, più piatta. Ora che so che mia moglie è una gran mignotta, sento di vivere più intensamente e di amarla di più.
Questa nuova vita è ancora giovane e non mi ha mostrato tutte le sue implicazioni. Saranno tutte positive? E gli amanti che ancora non conosco? Boh!? … sarà quel che sarà. Lo affronteremo.
Però non mi va di non essere protagonista in questa storia. Credo di andare troppo a rimorchio di Federica. La mia giovane collega Ornella è una gran bella ragazza e molto arrapante.
Decido di dedicare a Ornella la maxisega che sto iniziando… Qualcuno mi potrebbe obiettare che stia tradendo Federica, ma credo di aver maturato un bel po’ di crediti …
Il mattino dopo.
È domenica. Mi sveglio comunque alle 7:30, Mi alzo, mi lavo, mi vesto e preparo la colazione. La carico su un vassoio e la porto fino alla camera da letto. La porta è socchiusa; chiedo a bassa voce se qualcuno è sveglio. Mi apre Federica che mi impone di seguirla in stanza in silenzio. Mi fa posare il vassoio sul piccolo tavolino e mi mostra un Peter che agitato dorme il sonno Rem con erezione. Valuto ad occhio un 18/20 centimetri per un calibro di poco meno di cinquanta millimetri.
“Non è bello?” mi fa lei. Non sono un estimatore dei corpi maschili né tanto meno dei loro cazzi, ma comunque convengo che è davvero un bel ragazzo.
Decido di giocare d’anticipo: “Fagli il pompino del buongiorno!” Ma lei stoppa e parte in contropiede: “No! Gli faccio una pompa imperiale.”
“Che differenza c’è?” chiedo incuriosito e spiazzato. “Il pompino del buongiorno è un normale pompino che si pratica appunto per il risveglio mattutino. La pompa imperiale (detta anche dagli studiosi pompino scientifico) è un pompino tirato il più a lungo il possibile con grande goduria del soggetto. Può superare pure i quaranta minuti se condotto con perizia”.
“C’è sempre qualcosa da imparare …”, mentre prendo postazione sulla poltroncina di osservazione.
Federica si avvicina all’inguine del ragazzo, sporge più che può la lingua e titilla il cazzo in punta sul forellino. Non l’ha toccato in nessun altro modo e men che meno ha fatto uso delle mani.
Prosegue sempre molto delicatamente solleticando il frenulo e poi il giro intorno alla cappella. Dà una leggera succhiatina alla cima del glande. Tutto senza usare mai le mani. Peter si agita leggermente continuando il suo sonno. Sta sognando con tutta probabilità qualcosa di erotico.
Io guardo affascinato la grande perizia di quella troia che ho sposato e che amo.
Il cazzo oggetto di quelle sublimi carezze orali si è lentamente disteso al massimo del suo entusiasmo. Dopo qualche minuto il ragazzo socchiude gli occhi: “It wasn’t a dream … ”. E stende una mano a carezzare i capelli a Federica. Lei passa alle prime passate di pompa leggera. Le sue labbra percorrono dapprima solo la cappella. Poi si estendono all’asta sempre leggere e scorrevoli sempre un poco più in giù.
Il beneficiario tenta di levarsi su, ma viene ributtato supino sul letto del piacere da un perentorio ’Down!’. Adesso si produce in lente ingoiate totali del cazzo; La pompa prosegue lenta e inesorabile, mentre un paio di tentativi di orgasmo da parte di Peter vengono neutralizzati da strizzate ai coglioni.
I gemiti di piacere sono diventati un rantolo strisciante. Son trenta minuti di lenta pompa ininterrotta. Federica mi fa spostare in maniera che io osservi l’andazzo di profilo. Intuisco che ha finalmente deciso di farlo venire.
Appoggia le labbra serrate sulla punta. La cappella sta dentro la bocca per un pezzetto. Con una mano gli accarezza le palle, mentre con l’altra va dolcemente su e giù per l’asta. Dopo neanche un minuto Peter, emettendo lamenti di piacere che sembrano dei grugniti di maiale al rallentatore, comincia a venire. Vedo il cazzo sussultare percorso dai fiotti di sborra che partendo dalla base vanno a scaricarsi nella bocca serrata di Federica. Ci mette più di un minuto per scaricarsi del tutto. Al termine la troia, dopo aver mostrato il contenuto della bocca a tutti e due, comincia a deglutire a piccoli sorsi guardando fissa negli occhi il giovane amante. Due gocce di sborra sono rimaste agli angoli della bocca; le raccoglie su un dito che succhia accuratamente tra le sue labbra.
“Piaciuto?”
Peter, che pure ha ascoltato, non ha la forza di rispondere a voce, ma l’espressione piacevolmente distrutta del suo viso è eloquente. Io ho insieme fortemente sofferto e goduto. Il mio corpo è arrapatissimo, mentre la mia anima sanguina.
La scelta di Federica di sbalordirmi con quel rapporto così intenso è una risposta nei miei confronti: il ragazzo non c’entra nulla … ha voluto dimostrare il suo potere su di me, il potere di affossarmi quando vuole.
Ma io non demordo. L’amo e la voglio domare anche se ancora non so come farò. Decido di resistere e temporeggiare, di farle credere di avermi sottomesso una volta in più.
“Quando ne fai uno così anche a me?” Ride forte e risponde a bassa voce: “Vedremo … se ti comporti bene … ”.
Oramai è una guerra sotterranea. Ho anche capito che forse dovrò giocare sporco.
Peter, che di tutto ciò è inconsapevole, si alza, ringrazia la bocchinara con un bacio spazzola-tonsille e si reca in bagno. Nel frattempo la lusingo: “Non sapevo fossi così brava!” lei ridacchia.
Lui riesce pulito dal bagno e si riveste. Gli offriamo una colazione nostrana con cappuccino e cornetto alla panna. La divora affamato.
Saluta mia moglie con un altro bacio profondo e infine prima di uscire saluta me. “È stato un piacere conoscerti. Mi piacerà se la volta prossima parteciperai.” e se ne va.
Federica è già andata a fare una doccia; vado anch’io nell’altro bagno.
Esco in accappatoio, anche lei è in accappatoio. Sta facendo uno zabaione: me lo serve. Aggiungo pochissimo amaretto alla mandorla amara e lo trangugio. Buonissimo!
Terminiamo la colazione con succhi di ananas e cappuccini.
Si china a sistemare le tazze nella lavapiatti. Le sono subito dietro, introduco una mano tra le chiappe a carezzare la fica. Gradisce: “Portami a letto cornuto!”
La sollevo tra le braccia e la porto al lettone che è già rifatto. Le sono subito sopra da dietro. Non le do tregua e inizio a leccarle voracemente la fica; Dopo qualche minuto stendo una mano a carezzarle una tetta; presto la carezza diventa una strizzata. Di norma le fa male e si incazza se glielo faccio, ma eccitata com’è ha steso le mani a carezzarmi la testa in un tattile incitamento a proseguire. Le mollo tre succhiate in sequenza sul clitoride: ha un primo orgasmo scaricandomi in bocca i suoi liquami. Aspiro e mando giù tutto: che buon sapore!
Con la mano libera le carezzo la fica e stendo due dita a penetrarla. Le massaggio il clitoride da dentro, mentre lo lecco davanti; le mollo un’aspirazione prolungata sul bottoncino.
“Aaahhh bastardo! Sì così … Tu sì che mi conosci … Fa godere la tua troia, cornuto … Dammi il tuo cazzo, chiavami!” Non le do ancora retta. Le infilo il pollice in culo, medio e indice in fica. Viene ancora e riassaporo i suoi deliziosi liquidi.
Mi pongo su di lei un ginocchio per parte. Abbasso il mio duro cazzo a sfiorarle la bocca. Lo carezza con la lingua avvolgente e lo succhia amorevolmente tra le labbra. Ha un fremito e si ingrossa ancora; glielo spingo fino alla gola lentamente per sette/otto volte. Mi prende le chiappe tra le mani e me le graffia.
Mi sollevo sulle ginocchia, le pongo i talloni sulle mie spalle, la sollevo leggermente per le natiche e in un solo movimento le infilo tutto il mio cazzo in fica. Mi accoglie con un leggero ma eloquente gemito di piacere: è bellissima.
Inizio una monta appassionata. Ci metto dentro tutto il passato recente e remoto, i momenti più belli e le cattiverie subite; le mie spinte si fanno più lente e più forti. Vedo le sue zinne agitarsi avanti e indietro e incrocio i miei occhi nei suoi. È il momento della verità: nel suo sguardo leggo i suoi sensi di colpa e l’amore che mi porta, la voglia di godere e di far godere, il desiderio e insieme la paura di fondersi in un’unica entità con me.
Continuo a trombarla, a fotterla, a scoparla, a chiavarla. Le spuntano delle lacrime di arrapata commozione; mi chino ad asciugargliele coi baci. Entra in una sequenza di orgasmi multipli. Più che i sensi quel che ci sopraffà è il sentimento; l’orgasmo parte dal cervello e dal cuore.
La afferro forte tra le braccia e rilascio il frutto del mio amore dentro di lei.
Non voglio fermarmi; mi stacco velocemente, mi giro sottosopra a 69. Le cola un rivolo di sperma dalla fessura; una lappata della mia lingua fa pulizia.
Anche lei si è fatta collaborativa: me lo ha ripulito accuratamente e ora lo culla dolcemente tra le labbra. Lo riempie di baci e molli carezze con la sua lingua.
Inizia una fase di adorazione del mio cazzo da parte sua e delle sue porte del paradiso da parte mia.
Dopo un quarto d’ora lui risorge. Federica con amore quasi materno lo lascia crescere nella sua bocca. Poi si gira mettendosi a quattro zampe; lo guida dentro il suo corpo. Inizio l’ulteriore monta.
Scopiamo con grande passione baciandoci spesso. Vorrei che in questo momento il tempo si fermasse.
Cambiamo un paio di volte posizione. Ha un paio di orgasmi.
Mi chiede se voglio venire; dico di sì e mi propongo per la sua bocca. “No! Sborrami in faccia!” “Ma non avevi detto che ti piaceva assaggiarmi?” “Sì e mi piace tanto ancora. Ma ho capito che mi piace tanto anche quando tu mi ripulisci … ” e mi sorride dolcemente.
Ha un terzo orgasmo. Si sente piacevolmente distrutta; mi fa porre a cavallo delle sue spalle, il cazzo a sfiorarle il viso.
Le dico di mettersi gli occhiali. “Perché?” mi risponde.
“Preferisci tenere gli occhi chiusi o vedere tutto?” L’allusione all’incidente all’inizio di questa storia è palese; con una risatina prende gli occhiali dal comodino e li inforca. Ora sembra una sexi segretaria alle prese con il cazzo del principale. Mi mena l’uccello con una mano, mentre mi accarezza le palle con l’altra. Intanto con lingua e labbra solletica la cappella. Sto godendo come un maiale.
L’improvvisa profonda intrusione del suo dito medio nel mio ano scatena l’eruzione. Guida lei stessa gli schizzi a ricoprire quanto più possibile del suo bel volto. Poi mi ripulisce il cazzo prendendolo in bocca e succhiandolo. Si toglie gli occhiali sporchi del mio sperma e li lecca sempre con gli occhi puliti e fissi nei miei. Sono estasiato e colmo d’amore. L’abbraccio forte e teneramente, con leccatine, baci e succhiatine la ripulisco.
Non parliamo più; è inutile perché sempre di più intendiamo cosa passa nella mente dell’altro.
È così che il sonno d’amore ci coglie.
Continua
Qualche giorno dopo, mi chiama mentre sto al lavoro e, dopo aver fatto la carina, mi annuncia altre corna.
Pur provando il solito rodimento interiore faccio il superiore e le chiedo più particolari. Mi risponde che si tratta di un giovane studente americano piuttosto prestante per il quale non c’è problema se io assisto purché mi metta da una parte e non intervenga. “Stasera organizziamo tutto, anche i particolari. Vedrai ci divertiremo.”
La sera mi parla di Peter. L’ha incontrato (e scopato) quattro mesi fa. Sta seguendo un corso di laurea in Storia dell’arte in Italia. Parla bene l’italiano; in futuro gli piacerebbe stabilirsi qui in Italia centrale. È ben più giovane di Federica.
Dopo un po’ di considerazioni, conveniamo per praticità di farlo venire a casa nostra invitandolo a cena per sabato sera.
Arriva il sabato. Evito contatti fisici con Federica, memore della passata umiliazione targata Alfredo. È radiosa come una giovane principessa delle fiabe, ma io non mi sento il principe azzurro, anzi.
Ha passato la mattina dall’estetista. Passiamo a mangiare qualcosa di veloce e poco impegnativo.
Dopo un breve riposo comincia a prepararsi. All’insegna della massima igiene, mi chiede di praticarle una profonda lavanda anale. Questa esplicita preparazione ad una sodomia finisce per provocarmi un’erezione ferrea. Da un enteroclisma le irroro l’intestino con un buon litro e mezzo di blanda camomilla alla giusta temperatura. È tutta nuda, mi si siede in braccio, sento il liquido colarle dentro; le provoca eccitazione.
Mi guarda negli occhi con tenerezza e desiderio. Intuisco cosa vuole. Sempre tenendola in braccio, comincio a praticarle un ditalino, prima un dito, poi due entrandole dentro a carezzare il retro del clitoride. “Grazie cornutino, fa godere la tua troia… questa troia che scoperà un altro sotto i tuoi occhi… ”
Quindici minuti dopo, emette un urlo strozzato, corre a sedersi sulla tazza e scarica sia il suo orgasmo sia la camomilla.
La scarica è torbida; ripetiamo l’operazione con una quantità di camomilla dimezzata. La scarica conseguente è molto limpida. Le esprimo approvazione con qualche leccatina sul buco del culo.
Si fa una doccia, mi chiede di massaggiarla con unguenti e profumi esotici. Mi sento collaborativo e nonostante l’eccitazione e le erezioni riesco a portare a termine l’operazione richiesta.
Ore 19:30
Arriva Peter si presenta e saluta me con una forte stretta di mano e mia moglie con un profondo bacio in bocca. È un ragazzone alto e palestrato evidentemente uso ad attività sportive. Ha portato un mazzo di fiori e una bottiglia di ottimo amaretto alla mandorla amara che piace tanto a Federica.
La cena è leggera ed a base di verdure, pesce, crostacei e molluschi.
È un simpatico chiacchierone e ride spesso alle sue stesse battute. Parla bene l’italiano anche se l’accento americano è molto evidente.
A tavola lui e Federica sono di fianco, mentre io sto dall’altra parte del tavolo.
Le loro mani mi risultano spesso invisibili in quanto tenute sotto il bordo della tovaglia. Ogni tanto colgo smorfie di piacere sui loro volti: è evidente che si toccano l’un l’altro.
Stiamo al dessert quando inaspettatamente sento un piede sfiorarmi l’inguine. Capisco che il piede è quello di mia moglie. La guardo: ha un’espressione di cemento. Poi, mentre il suo alluce mi opera un minimassaggio al cazzo, mi guarda seria ed interrogativa. Intuisco cosa vuole…
Mi alzo dalla tavola: “Vado a fare i caffè, intanto mettetevi comodi sul divano!”
Torno dopo dieci minuti con i caffè. Non scorderò mai la scena.
Sono distesi sul divano; lui sopra di lei la bacia in bocca, le lingue oscenamente e voluttuosamente avviluppate. La gonna di Federica è risalita fino alla vita rivelando l’asportazione delle mutandine, mentre la mano di lui le carezza la fica introducendosi a tratti nella fessura. I calzoni di lui sono slacciati ed aperti con un braccio di mia moglie teso sul suo inguine; la mano stretta in un pugno attorno al suo cazzo lentamente mossa su e giù.
Devo dire che sono belli. Non avverto quasi la pur sempre presente torsione alla bocca dello stomaco. L’eccitazione mi ha gonfiato il cazzo come non mai; ho indossato dei calzoni larghi ma lo spazio non basta. Devo slacciarli ed abbassarli; il fratellino è verticale e tesissimo.
Mi siedo sulla poltrona di fronte; è difficile non segarsi, ma voglio resistere.
Peter si abbassa a leccarle la fica. Sono lunghe slinguate dall’ano al clitoride. Federica ha gli occhi socchiusi e fissi su di me. Mi strizza l’occhio. Le sorrido dolcemente.
Ora lui si alza in piedi e pone il suo cazzo teso davanti al volto di lei. Esce la sua lingua protesa ad accarezzare e titillare il filetto sotto la cappella. Appoggia le labbra sulla punta e lascia che il glande le scivoli in bocca. Intuisco un movimento a mulinello della sua lingua. Poi comincia un lento su e giù della testa. “Yeah … suck it … whore! … ”
Come già mi aveva detto Federica ce l’ha più grosso del mio. Non in maniera eclatante, ma comunque i suoi tre centimetri in più ci sono tutti. Con la mano le massaggia la fica e arriva a infilarle due dita, che rotea lentamente. Lei accenna un orgasmo. Lui le dice a bassa voce qualche parolina che non intendo ma intuisco. Si sciolgono dall’amplesso; lei si mette carponi sul divano, la testa sul bracciolo; Lui si mette dietro di lei e la penetra con un solo movimento.
Ora la mia donna viene trombata sotto i miei occhi infelicemente arrapati. Peter non ha molta fantasia ma è una macina inesorabile e inarrestabile. Dopo cinque minuti Il reggiseno viene tolto e le poppe compaiono nella camicetta completamente aperta; una mano di Peter corre a torcerle un capezzolo; lei emette un gemito di piacere e si volta verso di lui.
Nel farlo incrocia il suo sguardo nel mio; mi fissa dal profondo del suo godimento; è bellissima quanto mai.
Il volto di una donna che gode è lo spettacolo più bello che conosca: persino una donna brutta quando gode diventa bella.
Mi sorride: “Vedi, ora la tua donna non è più solo tua. Si sta godendo un altro cazzo ed è felice perché non rinuncerà più a nulla. Poi ritornerò sempre da te che sei il mio uomo e ti amo. Gioca con me! Contemplami! Godi del mio godere! Masturbati se vuoi… ”
Sono preso dallo spettacolo offerto da quella strega esibizionista di mia moglie; il mio cazzo è fuori dai calzoni e si erge dritto verso l’alto, ma non mi voglio ancora masturbare; continuo a contemplare in estasi.
Un altro giro delle dita di Peter sul capezzolo e Federica si contorce sotto un orgasmo, mentre lui imperterrito continua a spingere. Altri cinque minuti e cambiano posizione: lui seduto sul divano, lei sopra lui a spegnimoccolo che gli dà le terga.
Ora è lei a cavalcare, mentre lui le accarezza le tette e la bacia sul collo.
Ormai anche lui si sente arrivare. Le stritola i capezzoli innescandole un nuovo rumoroso e scomposto orgasmo. Quasi in contemporanea viene emettendo grugniti ad ogni schizzo rilasciato nella fica di Federica.
Rimangono abbracciati per un paio di minuti; si sciolgono e lei crolla distesa sul divano a gambe aperte; Un grosso rivolo di sborra le cola dalla fica. Peter la guarda interrogativo, credo si aspetti che lei venga a farsi ripulire da me secondo il rituale cuckold.
“Mio marito è abbastanza maschio da non volersi sottoporre a queste umiliazioni! Non ti basta che mi chiavi?” Peter mi lancia uno sguardo di rispetto facendomi un leggero inchino del capo.
Si ripuliscono a vicenda stando a 69 sul divano. Durante quest’operazione lei mi fa un occhiolino. Può sembrare poco, ma dentro di me esulto e sento di amarla.
Pausa caffè; offro da bere e qualche stuzzichino che ho preparato in precedenza. L’atmosfera è molto cordiale.
Li invito a trasferirsi sul lettone. La proposta è subito accolta: Peter la solleva tra le braccia e la porta in camera deponendola sulle coperte; io li seguo e mi accoccolo sulla poltroncina vicina ai piedi del letto: “Ragazzi fate come se non ci fossi!”. “Ma sicuro!” mi risponde lei con amichevole ironia mentre afferra il cazzo dell’amante e comincia a leccarlo.
Il giovane cazzo si riprende velocemente e in pochi minuti svetta gioioso.
L’amante è ora al centro del letto inginocchiato; ha tirato su per i fianchi la mia sposa portandosi la fica alla bocca e lasciando le spalle poggiate sulle coperte.
La femmina si abbandona mollemente alla sua lingua lasciando che l’eccitazione si impadronisca nuovamente di lei; quindi infilando una mano dietro la propria schiena cerca il creapopoli; lo trova, lo afferra e comincia a segarlo dolcemente.
Peter a questo punto la rigira di 1800 e comincia un 69 aereo verticale. È una posizione che ho provato qualche volta anch’io; è molto bella e di soddisfazione, L’unica cosa è che è molto faticosa, io non reggo più di cinque minuti, Peter dura almeno il doppio riuscendo anche a far godere Federica.
Passano alla classica monta a missionaria. Lei con le gambe gli cinge le reni tirandolo con forza dentro di sé. Si gusta pienamente quel cazzo che la penetra instancabile.
È diverso dal mio, ed è sicuramente diverso anche da quello di Alfredo: non vi è monotonia, ogni scopata è diversa.
Certo a me ora tocca di stare in condominio, con qualche diritto di prelazione, ma senza più esclusiva. Peraltro trovo giusto che lei possa provare altri diversi piaceri offerti dalla vita.
Si vive una volta sola ed ogni lasciata è persa. Tutto sommato il mio egoistico desiderio di esclusiva non vale il piacere che vedo provare da Federica ed il suo godimento in qualche maniera diventa anche il mio.
L’unico vero tarlo che rode, le umiliazioni che di tanto in tanto ama infliggermi. Certo qualcosa può starci perché è un gioco, ma lei sovente si esalta nel gioco e va oltre …
Quando mi chiama cornuto, sento la ferita, ma lo dice sempre con un tono quasi come se mi dicesse ‘Ti ferisco e ti amo’. I suoi amanti non mi hanno ancora offeso e spero che non lo facciano, perché so già che non lo vorrò sopportare. Non mi sento disposto a giocare con loro.
Ma torniamo ai nostri.
Ora si sta godendo la seconda potente monta della serata. Sul volto un’espressione bellissima di estasi; ne sono felice e la guardo con amore. Apre un attimo gli occhi, mi vede e mi risponde con un lieve ed insieme intenso accenno di sorriso. Senza parlare abbiamo scambiato profonde sensazioni.
Questa voglia e capacità di comunicare tra noi due, che lentamente aumenta nel tempo, mi fa sentire bene e nella mia testa entro in lei e con la mente sono io che la sto trombando. Il sesso fisico c’entra poco, questo è amore.
La scopata dura a lungo. Cambiano più volte posizione e Federica viene tre volte con intensità sempre maggiori. Sta per venire ancora; ha la testa ciondoloni fuori dal letto proprio vicino a me che la guardo con amore e con il cazzo di fuori. Allunga un braccio verso di me a sfiorarmi una gamba e prorompe nelle convulsioni dell’orgasmo. A quella vista e a quel contatto, senza toccarmi vengo anch’io all’unisono.
In quel momento lei ha voluto farmi fare l’amore.
Saranno forse quaranta minuti che continuano a scopare e lei gli chiede se vuol venire; le risponde di sì; e lei: “Sborrami in bocca!”
Ha ancora la testa ciondoloni; lui salta giù dal letto, viene verso Federica, si accoccola vicino alla testa, le pone una mano a sorreggere la nuca mentre con l’altra si mena furiosamente l’uccello vicino alla bocca di lei. Con la punta della lingua accarezza il frenulo; lui sente avvicinarsi l’eruzione, ha dei fremiti, si blocca nel punto di non ritorno, appoggia la cappella sulle labbra e comincia a depositare copiosi schizzi di sborra nella bocca del mio amore. Tutto avviene a circa un metro dai miei occhi.
È una sensazione molto forte per me. Provo di tutto: gelosia, dolore, esaltazione, eccitazione e amore.
La cavità orale di Federica non è stata sufficiente a raccogliere tutta la sborra, che in parte le è colata sul mento e sulle guance. Resta un attimo immobile, poi sotto il nostro sguardo deglutisce a piccoli sorsi con gli occhi fissi sul suo amante. Gli fa un sorriso, gli mostra la bocca pulita e comincia a pulirgli il cazzo con le labbra.
Ci rechiamo a turno al bagno per ripulirci, rinfrescarci e fare pipì.
Quando è il turno di lui ad andare al bagno, lei mi viene vicino con intenzioni amorevoli. Con fatica la respingo (l’umiliazione che mi ha inflitto con Alfredo, gliela ritorco contro). “Finché Peter non se ne va sei solo sua”. E per non generare malumori: “Vedi è una questione di ospitalità”. Mi guarda divertita-non-troppo.
Porto dalla cucina un carrellino portavivande con bevande e cibi. Ci rifocilliamo chiacchierando di pittori tanto per non dimenticare che Peter studia Storia dell’arte.
Federica, che lo abbraccia da dietro, prendendogli in mano il cazzo segna la ripresa delle attività. Riporto velocemente il carrello in cucina e riprendo la mia postazione.
Stanno baciandosi e accarezzandosi voluttuosamente. Sono entrambi molto contenti di come sta andando avanti la serata. Lei si mette prona, solleva il treno posteriore ondeggiandolo sotto il naso di lui e da perfetta mignotta esibizionista: “Ti piace questo? … Ci vuoi fare un giro?”
Il giovane arrapatissimo tuffa bocca, lingua e naso fra le chiappe della troia; lecca voracemente; lei ansima ed emette piccoli gemiti. Lui si guarda in giro cercando con gli occhi; l’oggetto è vicino a me; prendo il flacone del lubrificante e glielo porgo. Con un ghigno di soddisfazione lo afferra, ne irrora il buco del culo e se lo spalma sul cazzo.
Federica stende le braccia indietro ad allargare il solco del piacere. Peter punta il suo arnese al centro della rosellina e spinge. Lei apre la bocca in un muto grido di dolore; è entrata la cappella, ma quel che segue è di calibro maggiore. Arriva una seconda spinta: “Aaahia!” … “Non ti fermare! Dammelo tutto, bastardo!”. Il cazzo inesorabile centimetro dopo centimetro entra tutto.
Lentamente a movimenti dapprima brevi comincia l’inculata. In lei appresso al dolore si fa strada il godimento. Quello che la sta penetrando è più largo del mio e lo sfintere è tesissimo. Lui le accarezza la passera.
Passano venti minuti. Ho visto e sto vedendo mia moglie assaporare una potente inchiappetata. Vi chiederete come mi sento, eh? Ormai la gelosia è scomparsa; sto seguendo affascinato gli orgasmi che si susseguono; mi sento mentalmente partecipe; insomma mi sento cornuto e non mi dispiace; mi eccito.
Federica mi chiama: “Vieni qui di fronte a me…”. Mi pongo dove vuole e per guardarla negli occhi mi inginocchio sul pavimento con le braccia sul letto protese verso di lei. Mi afferra i polsi ed io afferro i suoi. Attraverso questo muto contatto mi comunica il suo godimento.
“Come hai visto e stai vedendo, sono una troia. Una troia felice che vuol cogliere quello che di piacevole e di diverso le offre la vita. Questa inculata che mi sto godendo non è meglio di quelle che mi fai tu: è semplicemente diversa.
Questa troia ti ama e vuol godere la vita con te mio compagno di giochi. Ho compreso che non ti piace che umilii l’uomo che è in te. E va bene! Mi piace il tuo voler essere comunque maschio.
Adesso però gioca ancora con me. Fatti qui davanti a me una bella sega guardandomi negli occhi. Mi piacerà vederti godere della vista di me che godo. Ma non venirmi addosso; quest’inculata è sua non la turbare.”
“Ai tuoi ordini, strega!”.
Mi sciolgo da quel tenero contatto. Mi procuro qualche scottex, metto la poltroncina di fronte a lei, mi ci siedo, comincio a menarmi lentamente il cazzo.
La scena è quasi surreale. Peter incula frenetico Federica, la quale se lo gode profondamente e lo incita. Io godendo la visione del volto pieno di lussuria di Federica, mi meno il cazzo. Federica a sua volta, non vista da Peter, contempla la mia sega e i miei pensieri godendone.
Insomma mia moglie, fisicamente mi cornifica con l’amante, mentalmente cornifica l’amante con me suo marito.
Questi intriganti pensieri mi esaltano ancor più. Sento il piacere montarmi dai coglioni verso il cazzo. La mia sega diventa frenetica. Un gran piacere arriva alla base dell’asta. È il punto di non ritorno. La prostata mi comunica il suo intenso godimento e partono gli spruzzi del piacere. Ne faccio un casino, proprio tanta.
Federica ha visto il tutto strofinandosi vigorosamente il clitoride con una mano. Esplode a sua volta in una serie di forti contrazioni compulsive del corpo; il tutto è comprensivo di schizzi di squirto che bagnano le coperte.
Peter sottoposto alla contrazioni del culo di Federica non può esimersi dal cominciare un suo lungo orgasmo segnalato da spinte compulsive e condito da gemiti che sembrano grugniti di maiale. Le inocula un clistere di sperma.
Rimaniamo tutti e tre accasciati per diversi minuti. Il primo a riprendersi sono io; Mi do una ripulita al cazzo con un pezzo di scottex. Alzo gli occhi verso il letto; vedo il mio amore che dal culo le sta colando un rigagnolo di sborra; Mi guarda intensamente. Certi discorsi ormai li facciamo senza parlare. Poi giriamo lo sguardo a Peter: è distrutto. In effetti è quello che si è speso di più.
“È simpatico, colto, giovane, educato ed è pure bello. Lo facciamo dormire qui? Ti va?” Lei acconsente con entusiasmo.
Lui riapre gli occhi, ma si vede subito che desidera solo di andare a nanna.
“Dormi qui, non uscire in questo stato!” “Sì, grazie, mi metto nella camera degli ospiti!”
“Neanche per idea! Tu sei l’ospite e l’amante di mia moglie. Fino a che non lascerai questa casa ella è tua, soltanto tua e tu dormirai con lei.” lui mi ringrazia con gli occhi carichi di promesse di amicizia.
Ci sistemiamo per la notte. Federica cambia la coperta del lettone ormai sporca di sperma, squirto, lubrificante, etc. e consegna a Peter un mio pigiama. Lui indossa solo il sopra.
Li saluto e vado a sistemarmi nella stanza degli ospiti.
Venti minuti dopo sono sotto le coperte e sto per spegnere la luce. Si apre la porta, entra Federica: “Ciao. Peter dorme già della grossa, ma non son venuta per approcci. Voglio ringraziarti!
Grazie per l’accettazione delle corna e delle sofferenze a causa mia;
grazie per la collaborazione;
grazie per la tua eccitazione;
grazie per il desiderio che hai di me
e grazie dell’amore che porti a questa grande troia.
A domani amore mio cornuto!” E se ne va. Il cazzo solleva ancora il capo.
È notte. Rivivo gli avvenimenti della giornata. Ripenso a questa mia nuova vita da cornuto. Mi sembra di morire e poi rinascere in continuazione. Prima non stavo male, ma era un’esistenza più scialba, più piatta. Ora che so che mia moglie è una gran mignotta, sento di vivere più intensamente e di amarla di più.
Questa nuova vita è ancora giovane e non mi ha mostrato tutte le sue implicazioni. Saranno tutte positive? E gli amanti che ancora non conosco? Boh!? … sarà quel che sarà. Lo affronteremo.
Però non mi va di non essere protagonista in questa storia. Credo di andare troppo a rimorchio di Federica. La mia giovane collega Ornella è una gran bella ragazza e molto arrapante.
Decido di dedicare a Ornella la maxisega che sto iniziando… Qualcuno mi potrebbe obiettare che stia tradendo Federica, ma credo di aver maturato un bel po’ di crediti …
Il mattino dopo.
È domenica. Mi sveglio comunque alle 7:30, Mi alzo, mi lavo, mi vesto e preparo la colazione. La carico su un vassoio e la porto fino alla camera da letto. La porta è socchiusa; chiedo a bassa voce se qualcuno è sveglio. Mi apre Federica che mi impone di seguirla in stanza in silenzio. Mi fa posare il vassoio sul piccolo tavolino e mi mostra un Peter che agitato dorme il sonno Rem con erezione. Valuto ad occhio un 18/20 centimetri per un calibro di poco meno di cinquanta millimetri.
“Non è bello?” mi fa lei. Non sono un estimatore dei corpi maschili né tanto meno dei loro cazzi, ma comunque convengo che è davvero un bel ragazzo.
Decido di giocare d’anticipo: “Fagli il pompino del buongiorno!” Ma lei stoppa e parte in contropiede: “No! Gli faccio una pompa imperiale.”
“Che differenza c’è?” chiedo incuriosito e spiazzato. “Il pompino del buongiorno è un normale pompino che si pratica appunto per il risveglio mattutino. La pompa imperiale (detta anche dagli studiosi pompino scientifico) è un pompino tirato il più a lungo il possibile con grande goduria del soggetto. Può superare pure i quaranta minuti se condotto con perizia”.
“C’è sempre qualcosa da imparare …”, mentre prendo postazione sulla poltroncina di osservazione.
Federica si avvicina all’inguine del ragazzo, sporge più che può la lingua e titilla il cazzo in punta sul forellino. Non l’ha toccato in nessun altro modo e men che meno ha fatto uso delle mani.
Prosegue sempre molto delicatamente solleticando il frenulo e poi il giro intorno alla cappella. Dà una leggera succhiatina alla cima del glande. Tutto senza usare mai le mani. Peter si agita leggermente continuando il suo sonno. Sta sognando con tutta probabilità qualcosa di erotico.
Io guardo affascinato la grande perizia di quella troia che ho sposato e che amo.
Il cazzo oggetto di quelle sublimi carezze orali si è lentamente disteso al massimo del suo entusiasmo. Dopo qualche minuto il ragazzo socchiude gli occhi: “It wasn’t a dream … ”. E stende una mano a carezzare i capelli a Federica. Lei passa alle prime passate di pompa leggera. Le sue labbra percorrono dapprima solo la cappella. Poi si estendono all’asta sempre leggere e scorrevoli sempre un poco più in giù.
Il beneficiario tenta di levarsi su, ma viene ributtato supino sul letto del piacere da un perentorio ’Down!’. Adesso si produce in lente ingoiate totali del cazzo; La pompa prosegue lenta e inesorabile, mentre un paio di tentativi di orgasmo da parte di Peter vengono neutralizzati da strizzate ai coglioni.
I gemiti di piacere sono diventati un rantolo strisciante. Son trenta minuti di lenta pompa ininterrotta. Federica mi fa spostare in maniera che io osservi l’andazzo di profilo. Intuisco che ha finalmente deciso di farlo venire.
Appoggia le labbra serrate sulla punta. La cappella sta dentro la bocca per un pezzetto. Con una mano gli accarezza le palle, mentre con l’altra va dolcemente su e giù per l’asta. Dopo neanche un minuto Peter, emettendo lamenti di piacere che sembrano dei grugniti di maiale al rallentatore, comincia a venire. Vedo il cazzo sussultare percorso dai fiotti di sborra che partendo dalla base vanno a scaricarsi nella bocca serrata di Federica. Ci mette più di un minuto per scaricarsi del tutto. Al termine la troia, dopo aver mostrato il contenuto della bocca a tutti e due, comincia a deglutire a piccoli sorsi guardando fissa negli occhi il giovane amante. Due gocce di sborra sono rimaste agli angoli della bocca; le raccoglie su un dito che succhia accuratamente tra le sue labbra.
“Piaciuto?”
Peter, che pure ha ascoltato, non ha la forza di rispondere a voce, ma l’espressione piacevolmente distrutta del suo viso è eloquente. Io ho insieme fortemente sofferto e goduto. Il mio corpo è arrapatissimo, mentre la mia anima sanguina.
La scelta di Federica di sbalordirmi con quel rapporto così intenso è una risposta nei miei confronti: il ragazzo non c’entra nulla … ha voluto dimostrare il suo potere su di me, il potere di affossarmi quando vuole.
Ma io non demordo. L’amo e la voglio domare anche se ancora non so come farò. Decido di resistere e temporeggiare, di farle credere di avermi sottomesso una volta in più.
“Quando ne fai uno così anche a me?” Ride forte e risponde a bassa voce: “Vedremo … se ti comporti bene … ”.
Oramai è una guerra sotterranea. Ho anche capito che forse dovrò giocare sporco.
Peter, che di tutto ciò è inconsapevole, si alza, ringrazia la bocchinara con un bacio spazzola-tonsille e si reca in bagno. Nel frattempo la lusingo: “Non sapevo fossi così brava!” lei ridacchia.
Lui riesce pulito dal bagno e si riveste. Gli offriamo una colazione nostrana con cappuccino e cornetto alla panna. La divora affamato.
Saluta mia moglie con un altro bacio profondo e infine prima di uscire saluta me. “È stato un piacere conoscerti. Mi piacerà se la volta prossima parteciperai.” e se ne va.
Federica è già andata a fare una doccia; vado anch’io nell’altro bagno.
Esco in accappatoio, anche lei è in accappatoio. Sta facendo uno zabaione: me lo serve. Aggiungo pochissimo amaretto alla mandorla amara e lo trangugio. Buonissimo!
Terminiamo la colazione con succhi di ananas e cappuccini.
Si china a sistemare le tazze nella lavapiatti. Le sono subito dietro, introduco una mano tra le chiappe a carezzare la fica. Gradisce: “Portami a letto cornuto!”
La sollevo tra le braccia e la porto al lettone che è già rifatto. Le sono subito sopra da dietro. Non le do tregua e inizio a leccarle voracemente la fica; Dopo qualche minuto stendo una mano a carezzarle una tetta; presto la carezza diventa una strizzata. Di norma le fa male e si incazza se glielo faccio, ma eccitata com’è ha steso le mani a carezzarmi la testa in un tattile incitamento a proseguire. Le mollo tre succhiate in sequenza sul clitoride: ha un primo orgasmo scaricandomi in bocca i suoi liquami. Aspiro e mando giù tutto: che buon sapore!
Con la mano libera le carezzo la fica e stendo due dita a penetrarla. Le massaggio il clitoride da dentro, mentre lo lecco davanti; le mollo un’aspirazione prolungata sul bottoncino.
“Aaahhh bastardo! Sì così … Tu sì che mi conosci … Fa godere la tua troia, cornuto … Dammi il tuo cazzo, chiavami!” Non le do ancora retta. Le infilo il pollice in culo, medio e indice in fica. Viene ancora e riassaporo i suoi deliziosi liquidi.
Mi pongo su di lei un ginocchio per parte. Abbasso il mio duro cazzo a sfiorarle la bocca. Lo carezza con la lingua avvolgente e lo succhia amorevolmente tra le labbra. Ha un fremito e si ingrossa ancora; glielo spingo fino alla gola lentamente per sette/otto volte. Mi prende le chiappe tra le mani e me le graffia.
Mi sollevo sulle ginocchia, le pongo i talloni sulle mie spalle, la sollevo leggermente per le natiche e in un solo movimento le infilo tutto il mio cazzo in fica. Mi accoglie con un leggero ma eloquente gemito di piacere: è bellissima.
Inizio una monta appassionata. Ci metto dentro tutto il passato recente e remoto, i momenti più belli e le cattiverie subite; le mie spinte si fanno più lente e più forti. Vedo le sue zinne agitarsi avanti e indietro e incrocio i miei occhi nei suoi. È il momento della verità: nel suo sguardo leggo i suoi sensi di colpa e l’amore che mi porta, la voglia di godere e di far godere, il desiderio e insieme la paura di fondersi in un’unica entità con me.
Continuo a trombarla, a fotterla, a scoparla, a chiavarla. Le spuntano delle lacrime di arrapata commozione; mi chino ad asciugargliele coi baci. Entra in una sequenza di orgasmi multipli. Più che i sensi quel che ci sopraffà è il sentimento; l’orgasmo parte dal cervello e dal cuore.
La afferro forte tra le braccia e rilascio il frutto del mio amore dentro di lei.
Non voglio fermarmi; mi stacco velocemente, mi giro sottosopra a 69. Le cola un rivolo di sperma dalla fessura; una lappata della mia lingua fa pulizia.
Anche lei si è fatta collaborativa: me lo ha ripulito accuratamente e ora lo culla dolcemente tra le labbra. Lo riempie di baci e molli carezze con la sua lingua.
Inizia una fase di adorazione del mio cazzo da parte sua e delle sue porte del paradiso da parte mia.
Dopo un quarto d’ora lui risorge. Federica con amore quasi materno lo lascia crescere nella sua bocca. Poi si gira mettendosi a quattro zampe; lo guida dentro il suo corpo. Inizio l’ulteriore monta.
Scopiamo con grande passione baciandoci spesso. Vorrei che in questo momento il tempo si fermasse.
Cambiamo un paio di volte posizione. Ha un paio di orgasmi.
Mi chiede se voglio venire; dico di sì e mi propongo per la sua bocca. “No! Sborrami in faccia!” “Ma non avevi detto che ti piaceva assaggiarmi?” “Sì e mi piace tanto ancora. Ma ho capito che mi piace tanto anche quando tu mi ripulisci … ” e mi sorride dolcemente.
Ha un terzo orgasmo. Si sente piacevolmente distrutta; mi fa porre a cavallo delle sue spalle, il cazzo a sfiorarle il viso.
Le dico di mettersi gli occhiali. “Perché?” mi risponde.
“Preferisci tenere gli occhi chiusi o vedere tutto?” L’allusione all’incidente all’inizio di questa storia è palese; con una risatina prende gli occhiali dal comodino e li inforca. Ora sembra una sexi segretaria alle prese con il cazzo del principale. Mi mena l’uccello con una mano, mentre mi accarezza le palle con l’altra. Intanto con lingua e labbra solletica la cappella. Sto godendo come un maiale.
L’improvvisa profonda intrusione del suo dito medio nel mio ano scatena l’eruzione. Guida lei stessa gli schizzi a ricoprire quanto più possibile del suo bel volto. Poi mi ripulisce il cazzo prendendolo in bocca e succhiandolo. Si toglie gli occhiali sporchi del mio sperma e li lecca sempre con gli occhi puliti e fissi nei miei. Sono estasiato e colmo d’amore. L’abbraccio forte e teneramente, con leccatine, baci e succhiatine la ripulisco.
Non parliamo più; è inutile perché sempre di più intendiamo cosa passa nella mente dell’altro.
È così che il sonno d’amore ci coglie.
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