Vita da cornuto 8 - La compagna troia e innamorata – La ronda del piacere

di
genere
orge

Percorriamo la sera del venerdì i cento chilometri fino alla villa di Massimo. Arriviamo per le 20, giusto per metterci a tavola. La casa è bella e arredata con gusto senza inutile lusso. Al piano terra un salone, la cucina e servizi. Di sopra quattro camere collegate da un ampio corridoio e servizi; tutt’intorno un balcone che circonda l’edificio per tre lati.
Incontriamo subito Fabiola ed Ennio i saluti sono molto amichevoli, molto calorosi quelli tra le due troie ormai amanti fisse. Poi compare Claudia in compagnia di quello che ci viene presentato come Ernesto il marito. È una persona piuttosto empatica e chiacchierona di quelle che rallegrano le compagnie.
Infine la ‘sorpresa’: Cecilia, trentotto anni splendidamente portati; single con un figlio di dodici e una figlia di dieci anni parcheggiati dai nonni a qualche edificio di distanza. Le gravidanze sembrano non esserci neanche state; alta 1,70, il corpo è un classico 90-65-90, per intendersi meglio un fisico di quelli che fan tirar l’uccello ai morti; una carnagione che sembra avere dieci anni di meno. Un carattere allegro e deciso, di quelli che hanno superato dolori e difficoltà senza mai perdere di vista perché vivono e si danno da fare. È professoressa di latino e greco al liceo classico.
È perfetta da sembrar finta e si è messa con Massimo, che ne è visibilmente innamorato cotto.
Sono contento per lui, Federica un po’ meno, anche se, come concorda con me, per lui vivere solo delle donne altrui non è la condizione psicologica migliore. Ma con l’avvento di Cecilia lei non è più la sua prima scelta.
L’invito è fino a domenica per cui dobbiamo passare due nottate, tutto il sabato e la domenica fino al pomeriggio tardi. Chiedo in disparte a Massimo se vi sia previsto qualche programma delle giornate e nottate. Mi risponde che un programma rigido non c’è, ma è raccomandato che il venerdì sul tardi ci siano scambi di coppia secchi. Il sabato mattina mare e poi una tavola buffet continua per ventiquattrore durante la quale ci sarà la massima libertà con conversazioni e rapporti di ogni tipo sotto gli occhi di tutti; un’orgia strisciante insomma.
Aggiunge poi: “Mi sono scopato tua moglie tante volte e con tanta soddisfazione. Sarei contento che tu fossi il primo stanotte a scoparti Cecilia. A lei l’ho già raccomandato e ne sarà felice.”
Sono commosso della preferenza “Ho pensato fin da subito che tu sei un vero amico, ed ora ne ho un’ulteriore prova!”
È apparecchiato un grande tavolo nel salone. Sediamo con le nostre donne al fianco. Arrivano gli antipasti: cozze al limone, ostriche e sushi.
Ernesto domina la scena senza essere troppo invadente. Racconta storie e storielle, ma non manca di dialogare giocosamente con largo uso di doppi sensi coinvolgendo tutti i presenti senza risparmiare la moglie e se stesso.
Arriva un piatto di penne alla puttanesca con tanto peperoncino. L’esclamazione di Ernesto è prontissima: “La pasta dei cornuti! E vai Massimo, che è proprio azzeccata …”
Ne prendiamo tutti poca perché è veramente piccante. Comincio a vedere qualche braccio che si allunga sotto la tovaglia. Ennio è diventato rosso come un peperone non solo per le penne; Fabiola ostentando un’espressione da poker glielo sta menando sotto il tavolo.
Incuriosito allungo una mano tra le cosce di mia moglie. La troia ha indossato un tanghino che più piccolo non si può. È già bagnata, le infilo il dito medio; ha un breve sussulto, ma poi dissimula pur continuando a godere.
Il vino deglutito per calmare il piccante ci ha scaldati. Massimo propone un lungo intervallo prima delle ultime portate.
Ernesto e Claudia accaldati si alzano in piedi. Lui le stringe una chiappa con la mano. Lei, fintamente infastidita, si stacca e va a sedersi su una fresca poltroncina in vimini.
Federica decide a sua volta di scendere in campo. Si alza improvvisa con palese fuoriuscita del mio dito dalla passera. Istintivamente me lo caccio in bocca succhiandolo. Tutti stanno sghignazzando. Rido anch’io, mia moglie no.
Con aria infastidita dal caldo, inaspettatamente agita su e giù la corta minigonna mostrando a tutti culo e malcelata passera. Che troia esibizionista! Credo che i cazzi presenti, il mio compreso, abbiano fatto tutti un balzo in su.
Ernesto che la conosce per la prima volta è rimasto basito a bocca aperta. Si riprende subito, versa del vino bianco fresco in un calice e lo porge a Federica: “Bevi qualcosa di fresco …” Lei accetta sorridendogli; si vanno a sedere insieme su un divanetto. Ho capito chi sarà il primo a scoparsela.
Lei, mentre lui ha cominciato una corte serrata, mi getta uno sguardo. Le faccio un cenno del capo rassicurante; mi sorride e torna ad occuparsi di Ernesto.
Mi passa vicino Massimo. Lo interrogo con lo sguardo.
“Pensavi che la volessi scopare subito, mentre tu ti trombi Cecilia? E no, vedi le novità si gustano subito come state per fare tu ed Ernesto, mentre il già conosciuto e piaciuto si gusta come piatto forte al termine, con il desiderio aumentato dal rimandare”.
“Con te c’è sempre da imparare. Grazie della lezione, amico!”
Cecilia non lontana ha sentito o capito tutto. Viene a mettersi seduta vicino a me “Mi piace tua moglie. diventeremo amiche!” Gira il capo all’indietro verso Massimo in piedi: “Dammi un bacio!”
È un bacio d’amore, lo si capisce dallo sguardo che si scambiano. Poi Massimo la carezza con l’avambraccio e mi fa: “Vedi P. Quando ho scoperto che anche Cecilia conosceva questa carezza, è stato lì che me ne sono innamorato definitivamente.” e si allontana.
“Siete proprio amici. Mi piace che il mio uomo abbia forti amicizie. Avrà sempre qualcuno con cui sorreggersi in caso di bisogno. E questo è un caso di questi.” “Mi sfugge qualcosa; a che alludi?”
“Non ti ha detto che è la prima volta che gli faccio le corna?” Sono sorpreso, ma non tanto. Non mi sembra che Massimo sia poco propenso a queste pratiche.
Cecilia mi abbraccia e mi bacia profondamente. Poi: “Andiamo in una stanza che non voglio parlare di certe cose coram populo”
Mentre saliamo la scala vedo Federica appiccicata ad Ernesto che gli tasta il pacco.
Arrivati nella stanza, Cecilia si sdraia sul letto e solleva il gonnellino: porta delle mutandine tutte ricamate che non nascondono nulla. “Lavoramela, mentre ti dico di Massimo”.
Gliele tolgo. Ha una fica depilata tranne il monte dove permane un rigoglioso boschetto nerissimo.
Comincio a tormentarle il bottoncino con la lingua e lei:
“Qualche anno fa aveva una compagna di cui era fortemente innamorato. Lei ad un certo punto gli manifestò il desiderio di ‘conoscere’ altri cazzi, di allargare gli orizzonti. Ma lui era geloso e pur convenendo che i desideri di lei erano naturali ed espressi con sincerità, non si decideva a darle il via libera.
… discussioni … alterchi … qualche lite … Infine lei lo tradì e gli sbatté in faccia il tradimento, l’aveva fatto per smuoverlo. Lui invece si incazzò ed entrò in periodo di ira silenziosa. Lei cercò allora di rabbonirlo mostrando pentimento per aver agito alle sue spalle, ma la perdita di fiducia Massimo non riuscì a superarla. Poco dopo ebbero un’ultima discussione straziante e lei se ne andò via.
Aaaah … lo sai che sei bravo?”
Mi stendo accanto a lei in un 69 di fianco. Mi slaccia i calzoni liberandomi il cazzo. “Non sei grosso come Massimo, ma ti difendi bene” e comincia a menarmelo continuando.
“Da allora si è dedicato alle mogli altrui con situazioni diverse: tradimenti con mariti ignari e corna conosciute ed accettate da cornuti e contenti. Cominciò a riconsiderare tutta la faccenda criticamente. Capì che doveva liberarsi dalle gelosie.
Infine conobbe tua moglie. Furono un paio di incontri di sesso sfrenato e appassionato. Pensò di averla conquistata e le propose di andare a vivere con lui; ma fu sorpreso dall’attaccamento che mostrò per te nonostante ti tradisse. Tu la scopristi, ti chiaristi con lei e come siete diventati poi amici lo sai.
Stiamo insieme da meno di un mese e vuole che io sia completamente libera purché lui sappia tutto. Ha voluto fortemente quest’incontro. Dice che è come fare un vaccino contro i tradimenti.
Sono molto felice di questa sua decisione e intendo assecondarlo godendone più che posso.”
Mi afferra il cazzo tra le labbra e lentamente lo fa sprofondare fin dentro la sua gola a inghiottirlo tutto. Che brivido di piacere! Continuiamo nel 69 per altri minuti.
Mi passa lo smartphone chiedendomi una foto col mio cazzo in bocca; eseguo e le ripasso il cellulare. Ci traffica un attimo e “Fatto! Ora la vede.”
“Lo vuoi umiliare?” “Ma no! È lui che me l’ha chiesto. Non è qui perché non ce la farebbe a non intervenire, ma vuole in qualche maniera starmi vicino e sapere. Sta soffrendo questa sua prima cornificazione, ma la vuole fortemente. Povero amore cornuto! A cose fatte gli farò fare tanto tanto amore.
Adesso chiavami!”
Le prendo le caviglie sollevandole in alto e il mio cazzo sprofonda nella passera. Monto questa bella calda femmina con passione; lei risponde con altrettanto ardore. Mi incita. Poi mi vuole più vicino; lascio le caviglie e mi chino abbracciandola … ci baciamo furiosamente … mi circonda con le gambe e con i talloni mi spinge a sé … si sta godendo intensamente la scopata.
Ci rigiriamo e lei passa sopra. Si agita sul mio cazzo contorcendosi. La guardo da sotto in su: una scultura greca antica. Le chiedo dove preferisce che venga. “Lì dove sei, in fica. Così m’ha chiesto Massimo per la prima, quella che lo fa cornuto.”
Questa miscela di grande troiaggine e grande amore mi eccita. Ora l’ho messa carponi e la fotto a pecorina; arcua la schiena, mentre il cazzo le va su e giù con ampie escursioni e le dà forti sensazioni e piacere.
Mi incita a prenderla più forte, a sbatterla. I miei colpi si fanno più forti e più rapidi. Con un lamento urlato ha un grande orgasmo che la squassa tutta. La seguo e rilascio sul suo utero numerosi getti di sborra.
Giaciamo per qualche minuto ansanti. Si complimenta per le mie abilità: “Sei uno dei migliori che mi abbiano mai scopata. È un grande complimento P., visto che ne ho scopati tanti.”
Prende il cellulare digita e invia un breve messaggio. Intuisco che sia per Massimo. Conosce l’alto livello di confidenza tra me e lui e mi mostra lo SMS a lettere tutte maiuscole: ‘CORNUTO’. “M’ha chiesto di mandarglielo appena fatto”.
“Mi è venuta fame. Che ne dici se andiamo a mangiare il resto? Possiamo continuare dopo.” “OK”
Ci accoglie un profumo di fritto di calamari, gamberi e paranza che finisce di aprirci lo stomaco, il tutto viene innaffiato da un ottimo bianco di Ischia.
Siamo solo in quattro: Cecilia, Ennio, Claudia ed io. Il fritto è notevole e noi siamo tutti nudi con le sole calzature.
Nel frattempo scendono Massimo e Fabiola anch’essi ignudi. Cercano entrambi con lo sguardo i propri compagni.
Al mio fianco vedo Cecilia che porge al suo amato un piatto di fritto: “Mangia! Non ti libererai facilmente di me. Un amore così totale non l’ho mai avuto e me lo terrò sempre stretto. Ti farò tante corna con il corpo, ma il mio amore sarà sempre solo tuo. Sarò la tua troia fedele …”
Un lungo bacio d’amore li avvince. Sembra che non si debbano staccare mai. Un applauso di tutti i presenti li circonda.
“Guardali! Sono tenerissimi” dice Federica appena scesa stringendomi da dietro la testa tra le sue calde mammelle. A quel contatto il cazzo mi si erge rapidamente davanti a tutti. Allungo indietro una mano; le cerco la fica, la trovo, è umida e appiccicosa: è la sborra di Ernesto. Si siede accanto e mi bisbiglia all’orecchio “Niente male! Non ha un cazzo super, ma lo usa benissimo. Mi ha chiavata a lungo. Poi me l’ha messo in bocca mentre mi leccava; mi ha sborrato lì, ha anche un buon sapore e ho mandato giù tutto.”..Mi arriva la solita stretta allo stomaco, poi l’eccitazione mi salva.
La prendo tra le braccia. Mi guarda con desiderio. Non cedo: “adesso ti fai trombare dagli altri due; poi ti sarà concesso di accedere al mio cazzo.” È un gioco pesante; la guerra continua.
Se ne va verso Fabiola; la bacia con furore saffico; la sua amante la fa sedere in braccio al marito. Bacia Ennio, si volta verso di me con sguardo di sfida, dice due parole all’orecchio di lui ed entrambi salgono al piano superiore.
Fabiola viene da me, mi si siede sulle ginocchia e mi caccia la lingua in bocca. Soffro e gioisco insieme. “Che gran femmina che è. Ne sono innamorata. Voglio scoparla attraverso te, il suo cornuto!”
Come in un sogno vedo quella casa come un antico casino di tolleranza, dove le puttane sono le nostre mogli/compagne e noi i clienti; a turno le prendiamo per mano e saliamo verso le stanze del paradiso. In questo frangente a me tocca Fabiola, a Massimo Claudia e a Ernesto Cecilia.
Dopo un paio d’ore ci ritroviamo di sotto a consumare un dessert sotto forma di un tiramisù sormontato da uno strato di zabaione e polvere di cacao amaro.
Mentre ci rifocilliamo, Federica mi rende edotto di averlo preso in culo da Ennio. Incasso il colpo; in fondo ho a mia volta sodomizzato sua moglie Fabiola.
Dopo un giro di pillole blu gentilmente offerte dal padrone di casa comincia il terzo giro. Mi tocca, si fa per dire, quella gran gnocca di Claudia; a Massimo Federica; ad Ennio Cecilia e ad Ernesto Fabiola.
Claudia si rivela subito una consumata troia. Fa e si fa fare di tutto. Col marito sono una coppia aperta, ma si dicono tutto quello che fanno, condividono tutte le esperienze come se fossero un solo essere. Non esitano anche a videochiamarsi mentre si cornificano.
Quando inizio a montarla, tra un sospiro e l’altro mi racconta dell’incontro tra il suo uomo e la mia donna e di come lui ne sia stato estasiato. Viene tre volte sempre più forte, poi mi chiede di venirle sul volto, che le piace moltissimo. La accontento; dirige lei stessa gli spruzzi. L’ultimo sulla lingua, lo assapora, mi pulisce il cazzo risucchiando e manda giù tutto.
Soggiunge che ho un sapore notevolmente buono confermando quel che le dice sempre Federica.
Hanno due bambini piccoli e mi chiede che cazzo stiamo aspettando noi a farne.
“Scopare non serve solo a divertirsi” e aggiunge “la scopata per mettere al mondo un figlio è quella dal sapore più bello e più pieno. Sei solo con la tua compagna e, donandole il tuo sperma, senti di compiere un rito sacro, antico come il mondo”.
Più tardi, nel corso della seconda chiavata, mi dice che chiederà lei stessa a Federica una serata o giornata in quattro perché loro ci vogliono scopare ancora.
Ci addormentiamo tutti nella conformazione della terza scopata.
Il mattino dopo.
La precoce luce estiva del sole mi sveglia prima delle 7. Recupero un costume da bagno e scendo nel salone. Sono il primo; mi faccio un caffè con la macchinetta a cialde.
Mentre lo bevo compare Massimo seguito da Fabiola che indossa un pareo trasparente e nient’altro. Aiuto a preparare la colazione.
Intanto alla spicciolata scendono anche gli altri. Federica scende in topless e viene subito a darmi un profondo bacio del buongiorno. Mentre siamo ancora abbracciati mi dice piano all’orecchio: “Ogni volta che ti allungo le corna, dopo mi viene una gran voglia di farti l’amore.”
La stringo forte “Alla prima occasione ti metto sotto!”
L’ultimo a scendere è Ernesto; ha una vistosa erezione mattutina malcelata dai boxer da bagno. Di fronte a sguardi divertiti e ridacchiamenti a voce ben alta: “Niente sotterfugi, femmine sono molto contento di vedervi …” Risata generale.
Attraverso la vegetazione c’è un passaggio di cento metri fino al mare. Lì una spiaggetta di una trentina di metri incastrata tra due piccoli ma erti promontori rocciosi. Non c’è anima viva.
In un momento vengono stesi i teli da mare e sistemato il frigo portatile sotto un ombrellone. Le quattro donne si denudano completamente dai già succinti bikini. Comincia il rito delle lozioni solari.
Le ungiamo in ogni parte del corpo. Godono del massaggio che procuriamo loro sulla schiena, sulle gambe, sui bei culi e sulle tette così sensibili. Sono eccitate e ci ricambiano il favore.
Federica più che eccitata è in estasi. Dopo avermi unto dappertutto, mi accarezza il cazzo “Guai se si scotta …”. Mi offre la fica davanti le mie labbra e inizia a leccarmi lentamente, con amore. Io la contraccambio con baci e leccatine leggere. I più lo chiamerebbero sesso tantrico, io lo chiamo amore. Nel sole assaporiamo i nostri sapori e le nostre sensazioni. Il sapore ed il profumo della sua sorca uniti al delizioso tormento della sua lingua mi mandano in estasi. Vorrei non finisse mai.
Mi tornano in mente le parole di Claudia circa i figli; ne voglio parlare con lei più tardi.
Ho perso la cognizione del tempo. Sento debolmente, ma distintamente Massimo che dice: “Incredibile! Saranno più di quaranta minuti che stanno così; che resistenza …”
Mi caccio un dito medio in bocca e tutto insalivato glielo infilo andando a carezzare da dentro quello che sto leccando di fuori. “… mmmmmh … che bello amore …” e si spinge a inghiottire per intero la mia durissima nerchia. Respiro forte e do una succhiata al clitoride. Ha un sobbalzo e tira su forte procurandomi una fitta di piacere al cazzo. Ora le infilo indice e medio; vado su e giù; sento l’orgasmo arrivare. La serro forte, comincia la danza delle contrazioni. In bocca mi arrivano i suoi liquami che mando giù. Due minuti abbondanti di orgasmo e lei si stringe con forza ai miei glutei e mi pompa profondo. Le accarezzo la testa mentre le riverso in bocca la mia sborra.
Beve tutto. Me la tiro addosso e la bacio. Ha un’espressione distrutta e felice. Le scendono due lacrime di gioia “Voglio darti un figlio! Tra uno o due mesi smetto la pillola e lo facciamo”.
“Però adesso mi fai un po’ godere di questa bella compagnia di amici. Gli altri miei amanti non esistono più, mi bastano questi per continuare a coltivare le tue corna, amore mio … Ma se capita qualche occasionale, non me lo perdo …”
Mi fa l’occhiolino e va in acqua a rinfrescarsi.
L’amico Massimo viene a congratularsi, per la performance e mi fa “Sono stati proprio minuti di felicità” “Credo di sì. Ma non lo diciamo. Gli antichi dicevano che gli dei sono invidiosi degli umani felici.” Lui annuisce sorridendo.
È quasi mezzogiorno Federica e l’amica Fabiola stanno a mollo conversando con l’acqua a fil di capezzolo; le altre stanno facendo le lucertole vicino alla battigia. All’improvviso compare dal promontorio di sinistra un piccolo gommone con due ragazzi giovani a bordo. Sono attrezzati giusto per l’apnea. Hanno un’età sui 18/20 anni.
Le nostre quattro troie sentono subito il profumo di cazzo giovane.
Fabiola e Federica, essendo in vantaggio sulle altre, nuotano verso il gommone e lo raggiungono subito. Uno dei ragazzi è in acqua con maschera, snorkel e pinne. Fabiola l’ha raggiunto da dietro “Ciao bel ragazzo! Ti vuoi divertire?” Prima che quello possa dire o fare alcunché, gli rifila un bacio profondo e salato. Intanto lo trascina verso il gommone, gli tira su la testa sulla sponda, sale sopra e gli stampa la fica sulla bocca: “Da bravo, pensa che sia la sorca di tua mamma … vuoi far godere la tua mamma, verooo?”
Federica che si era inabissata a mo’ di sirena, emerge rumorosamente tra le gambe del giovane. Ha il cazzo in bocca; respira e si rituffa sotto con tutto il palo tra le fauci. Gli sta praticando un pompino subacqueo, esce ogni tanto solo per respirare come un mammifero marino.
L’altro ragazzo è sbigottito e osserva la scena senza parlare. Non si accorge delle altre due troie che alle sue spalle hanno arrembato il natante. L’acchiappano, gli tolgono subito il costume, che viene agitato in aria da Claudia come un trofeo. Segue un bocchino a quattro labbra e due lingue.
Dalla riva noi maschietti assistiamo alla nostra ennesima cornificazione. È comparso un binocolo che a turno fornisce a ciascuno una vista dettagliata. I cazzi sono dritti; Ernesto se lo sta menando estasiato.
Adesso le vacche passano al gioco duro. Hanno steso i giovani sulle fiancate opposte del gommone; Fabiola e Cecilia cavalcano i cazzi a spegni candela, le altre sono accovacciate a farsela leccare. Nel giro di pochi minuti sborrano entrambi, ma si riprendono quasi subito. Si ingroppano a pecora Federica e Claudia, le altre fanno le guardone e lesbicano infilandosi reciprocamente gli snorkel dei ragazzi.
L’assalto piratesco va avanti per un’ora abbondante con vari avvicendamenti. Alla fine i ragazzi sono spompati e felici.
Al commiato Fabiola conclude “… e ricordate che se avete problemi con le vostre ragazzine, qui ci sono mamme e sorelle maggiori pronte a darvi ogni conforto.”
I due, che volevano fare un certo tipo di sport, si sono ritrovati a farne un altro. Se ne vanno distrutti e contenti.
Le quattro tornano a riva da noi, ognuna dal suo amato cornuto. Ci amiamo nel sole. La prendo da dietro e la fotto come un animale, con forza. Infine ci appisoliamo brevemente abbracciati.
Poco dopo l’una, guidati da Massimo ci rechiamo a piedi alla vicina trattoria sul mare. Ci aspetta una mega zuppa di pesce freschissimo. Non ricordo di averne mangiate di migliori.
Massimo ha recuperato i figli di Cecilia ed Ernesto i suoi. Anche Ennio e Fabiola hanno figli, che però essendo grandicelli se ne restano altrove in compagnia di amici coetanei.
Finito l’ottimo pasto, Attendiamo in loco che passi il momento della grande calura.
Ernesto gioca con i suoi piccoli sotto lo sguardo innamorato di Claudia. Massimo intrattiene con giochi vari i figli di Cecilia come se fossero i suoi. Noi conversiamo e scherziamo con Ennio e Fabiola.
Mi viene un acuto desiderio di discendenza da allevare. Federica mi ha capito al volo; mi stringe le mani nelle sue “Partorirò i tuoi figli … abbi fiducia”.
Ennio ci dice qualcosa della loro esperienza. “Finché son piccoli sono adorabili; per gestirli al meglio è quasi sufficiente amarli. Poi crescono e dopo la prima sega o il primo ditale ti entrano in competizione. Scopri di non capirci più un cazzo. Il periodo più difficile è l’adolescenza.
Finché nel profondo della loro testa le femmine non scopano col padre e i maschi con la madre, sono problemi. Però si continua comunque a volergli bene e se hanno bisogno, ti fai sempre in quattro”.
Verso l’ora di cena i pargoli sono rispediti dai nonni. Il campo è libero.
È una cena tranquilla: spaghetti con le vongole e pesci vari alla brace con contorno di insalatina.
A fine cena Ennio ci invita tutti alla sua villa al ricevimento che ci sarà fra trenta giorni; tutti sappiamo che sarà un’orgia, ma nessuno lo dice.
A tavola siamo vicini a lui e Fabiola. È molto loquace e si lascia andare al pettegolezzo sul mio capo datore di lavoro. È andato in crisi con la moglie; dopo l’ennesima defaillance a letto lei gli ha piazzato delle belle corna e gliele ha sbattute in faccia. Ora De Cavillis è in cura da De Penis per recuperare un buon uso del pisello. Inutile aggiungere che tra lui e Ornella non c’è più niente.
Nel dopo cena le nostre troie rianimano la serata.
Comincia Claudia. Si fa sbattere in doppia da me ed Ennio, Ernesto guarda estasiato con Fabiola che gli tira un segone.
È la volta di Federica a prenderlo in culo da Massimo e in bocca da Ernesto. Assisto arrapato; siamo tra amici; mi è divenuto simpatico anche Ennio. Mi sego lentamente mentre il mio amore si gode in culo il cazzone. Fabiola, sua amante dichiarata, guarda estasiata, mi viene accanto, mi toglie la mano dal cazzo, la sostituisce con la sua, la mia mano passa a carezzarle la patonza.
Adesso Ernesto è passato a scoparla in fica, liberandole il viso. Ci vede, ci sorride e ci fa il segno delle corna con entrambe le mani. Fabiola mi fa “È proprio un amore …” e si abbandona a un plateale orgasmo.
Non provo alcun sentimento di gelosia verso questo amore saffico. Ennio sta sorreggendo la moglie che tira gli ultimi contorcimenti. “Come si amano! Devo dire grazie a tua moglie e al loro amore, se ho recuperato il mio matrimonio alla grande.”
La prima parte della notte va avanti così con esibizioni varie.
La mattina dopo un sonno ristoratore, ci si reca nuovamente al mare.
Troviamo la spiaggetta più attrezzata con quattro lettini e un tavolo rotondo sovrastato da un ombrellone. Sotto di esso un frigo portatile con bibite e cibarie leggere. C’è anche un pattino piuttosto grande con una sola panca per remare e una vasta piattaforma per stare nel sole.
Si comincia con il rito delle creme solari, che porta rapidamente tutti all’eccitazione. Gioiosamente arrapati Claudia, Federica, Ernesto ed io montiamo sul pattino e lo portiamo subito fuori dall’imbocco della caletta. Le femmine si intrattengono in un 69 saffico per la loro e nostra gioia, facendoci arrapare ancora di più. Calo un ancorotto e salto addosso a Claudia, mentre Ernesto fa la stessa cosa con Federica.
Le stiamo scopando parallelamente a pecorina. È un sesso animale quasi selvaggio. Le donne hanno un paio di orgasmi, poi si staccano e si stendono. Le andiamo sopra glielo mettiamo in bocca. Ci leccano e ci succhiano fino a ricevere sul viso e in bocca la nostra sborra.
Ci ripuliamo con un bagno; in acqua abbraccio la mia donna “Ti piace qui?” “Tanto, amore cornuto … quando saremo tornati a casa vedrai che ti fa la tua troia …”
Risaliamo e ci asciughiamo nel sole. Mentre tengo per mano Federica metto la testa tra le gambe di Claudia a leccarle la fica; vedo che Ernesto sta facendo l’istesso. Passo a lapparle il buco del culo; mi metto in ginocchio, le sollevo il retrotreno appoggio la cappella tornata durissima e spingo. Allenata nelle giornate precedenti riceve bene il mio attrezzo, che le scivola dentro completamente accompagnato dai suoi respiri pesanti. Le monto sopra a cavalcioni, mentre rinserra le gambe sul cazzo.
Ernesto, come in uno specchio, ha fatto la stessa cosa con Federica. Le inculiamo in parallelo accompagnati dai loro gemiti e dai loro incitamenti. La goduria è massima. Le due troie si sollecitano le fiche.
“Cornuto, mi sta inculando … ed io lo godo … sono una troia … la tua troia …” Queste parole del mio amore mi feriscono e mi eccitano. Scopro che nello scambio secco il dispiacere per me quasi scompare; sapere che sto facendo all’altro quello che lui sta facendo a me in parità mi intriga alquanto; in fondo questa è democrazia …
Un urlo strozzato della mia troia testimonia il suo orgasmo. Mi stendo sulla di lui troia a cercarle e strizzarle le mammelle; dopo pochi secondi arriva anche lei. Sento le potenti contrazioni del suo ano, mentre continuo l’inculata, e con un forte lamento da maiale le sborro nel budello.
Ernesto è venuto a sua volta “Bella strippata ragazzi! Che sensazioni forti … ” Mi dà il cinque.
Di nuovo ci bagniamo per pulirci. Una volta in acqua vedo che a riva succedono cose interessanti. Sono arrivati i due ragazzotti del giorno prima portando il loro gommone a riva. E ci sono due trii in corso: due sandwich con le troie a far la parte della salciccia.
Nella foga delle nostre inculate non ci eravamo accorti di questo arrivo.
Siamo velocemente a riva. Recupero una bibita fresca; la bevo insieme con Federica mentre ci godiamo lo spettacolo.
Fabiola è compressa tra Massimo e un ragazzo, che la possiedono in fica e in culo. Cecilia invece troneggia sugli altri due. Questi stanno stesi con le gambe intrecciate e i cazzi rivolti al cielo. Lei se li è presi insieme e li cavalca. È più esatto dire che li domina vittoriosa. Da sopra si muove su e giù assaporandoli. Ma c’è qualcosa di regale nei suoi movimenti; un’eleganza innata che Federica sfiora ma non raggiunge. Cerco di immaginare che cosa dovesse essere quella femmina vent’anni prima. Mi vengono in mente immagini di repertorio di grandissime famose gnocche. Sono contento per Massimo; è una gran fortuna per lui aver trovato questa splendida femmina alla loro età.
E ripenso che ho avuto la fortuna di assaggiarla e che ogni lasciata è persa. Sì questa vita da cornuto alla fine rende. Torno con il pensiero alla mia amata troia, che mi ha portato su questo cammino; è lì vicino a me, l’afferro tra le braccia e la stringo con calore. Stavolta non mi intuisce, ma viene comunque sopraffatta dal sentimento e mi bacia sorridente.
Il week end volge al termine. Abbiamo lasciato correre i nostri desideri non più nascosti. Domani sarà il quotidiano, che non ci fa più paura. Non daremo tempo alla noia di sopraffarci: sappiamo già che torneremo a porcheggiare felicemente.
Dovrei sentirmi pienamente felice, ma sento nel profondo che qualcosa non va …
Continua
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2022-02-24
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