Vita da cornuto 7 - Punti chiari e punti scuri
di
P1945
genere
dominazione
Nei giorni seguenti riprende il consueto decorso lavoro-famiglia.
Federica ha voluto sapere tutto di Ornella e della tresca che intrattiene con il capo. Nonostante le manifestate liberalità è palesemente soddisfatta che sul lavoro io non ci possa fare nulla. Mi dice che è orgogliosa che mi sia fatto in tutti i buchi una donna più bella di lei e che quando le verrà voglia di aggiungere una femmina ai nostri amplessi la rivedrebbe volentieri. Valle a capire le donne!
Due giorni dopo allo studio il principe del foro mi convoca in un colloquio privato. Mi esterna i problemi di convivenza con la moglie. Gliela dà con il contagocce e sospetta che lo faccia cornuto. Infine arriva al dunque confessandomi i suoi problemi sessuali; dovrebbe rivolgersi ad uno specialista, ma lo vuol fare all’insaputa della consorte. Mi chiede se sono disposto a fornirgli copertura. Ovviamente gli dico di sì. Gli chiedo se ha già individuato lo specialista. Sì, è il dottor De Penis consigliatoli da Massimo (ma quante persone che conosce il nostro amico!).
La sera stessa dopo cena, mentre sto leccando la sorca della mia amata troia, questa mi annuncia che venerdì seguente lupus in fabula Massimo è invitato a cena e dopocena. ‘Per non perdere le buone abitudini’ si giustifica la mignotta.
Il venerdì il nostro amico si presenta alle 19:30 con un bel mazzo di fiori e due bottiglie di ottimo Pecorino del Teatino.
Federica ha approntato una cenetta molto stuzzicante a base di crostacei, molluschi, funghi porcini e verdure. Ha il volto contento e sta già con la mente al dopocena.
Massimo mi ragguaglia con qualche informazione aggiuntiva sugli invitati all’orgia.
Praticamente lui rifornisce di beni ’erotici’ e servizi vari i partecipanti più importanti a partire dal padrone di casa Ennio.
Gli chiedo del mio capo. Mi risponde che lo ha indirizzato ad un bravissimo andrologo tal De Penis, che è un suo amico da molti anni. “Ha riportato a scopare molti cazzi dati per morti” soggiunge.
E la troia: “Bene! Sapremo a chi rivolgerci quando farai cilecca …” “Aspetterai a lungo …”
La prendo tra le braccia e la deposito stesa sul divano. Le sollevo la mini; ovviamente non ha messo mutande. Comincio a grufolare nella passera.
Massimo con molta flemma termina il vino nel bicchiere, viene vicino al divano, se lo tira fuori e lo porge alla bocca di Federica, la quale provvede subito ad intostarglielo. Nel giro di tre minuti il cazzone si erge in tutta la sua possanza. Lui si discosta un momento e finisce di togliersi scarpe, calzoni e boxer. Approfitto dell’intervallo per spostarmi sopra di lei e porre il cazzo tra le mammelle, che lei serra prontamente tra le mani a coppa.
Il nostro amico si piazza dietro di me, solleva le sue gambe e le infila lentamente la grossa nerchia in fica. Non vedo l’operazione, ma la seguo sul volto di lei che gode intensamente quella lenta penetrazione.
La monta va avanti. Le dimensioni e la perizia di Massimo provocano in lei uno stato di goduria infinita, stavolta amplificato dalla scopata tra le tette che la eccita da matti. Sento il calore del suo seno turgido e morbidissimo. È attraversata da un primo orgasmo.
Mi guarda e “Amore, mi piace tanto il suo cazzo. Sarà un problema per te se diventasse una presenza fissa nella nostra vita?” “Se non sarà il suo ci sarà il cazzo di qualcun altro. Tanto vale tenersi in casa e nella tua fica questo che sappiamo essere di un amico. Ti amo da impazzire e se per te è un desiderio forte di farti scopare da altri, sopporterò tutto da bravo cornuto. Ma non me lo fare mai di nascosto”.
“Ti chiedo ancora perdono per quello che ti ho fatto. Ti amo, non ho mai voluto farti del male. Ora voglio che tu goda sempre con me del piacere che mi danno altri. Come stai facendo anche adesso … Ma stai per sborrare amor mio cornuto?!”
Due minuti dopo le dico “Apri!” Lei molla le tette e spalanca la bocca. Il primo spruzzo parte da lontano e le lascia un grosso filamento che dalla gola le arriva fino ai capelli sulla fronte. Il secondo si sparge in parte sulla guancia e in parte in bocca. Poi chiude le labbra sulla mia cappella e ingerisce tutto il resto.
La guardo travolto dall’estasi. Mi chino sul suo viso, lentamente rimuovo con amore, con la lingua e le labbra tutta la sborra che la ricopre.
Massimo, che ha assistito al momento di esaltazione amorosa tra noi due, si è eccitato come un riccio e spinge forte nella fica. Lei viene rumorosamente emettendo gemiti e parole spezzate, incomprensibili. Dopo l’ultimo rantolo di goduria lui estrae la mazza e la dirige sulle tette.
Spruzzi di calda, densa e cremosa sborra ricoprono i bei meloni. I capezzoli sembrano galleggiare in quella bianca panna.
Afferro lo smartphone e riprendo un ritratto dalla vita in su. “La mostreremo ai nipotini” soggiungo.
Adesso è Massimo che ripulisce Federica; quando arriva alle areole, invece di leccare, succhia forte procurandole ulteriori contrazioni di piacere.
Torniamo a tavola a finir di consumare la cena.
“Ogni volta ce la metto tutta, ma mentre a me dà il picco del godimento sessuale, i momenti dell’amore li dà sempre solo a te. Siete proprio una gran coppia, aperta e inseparabile. Sono contento e onorato di essere nelle vostre grazie.
Conosco una sola altra coppia unita come la vostra: sono Claudia e suo marito Ernesto. Lui per lavoro è spesso assente anche per parecchi giorni. In questi casi lei è autorizzata a farsi tutto il sesso che vuole, purché lui sia informato. Gli piace molto essere chiamato in video, anche a sorpresa, e conversare amorevolmente con lei mentre viene sbattuta da sconosciuti. Lei l’avete già conosciuta; alla prima occasione vi presento la coppia.”
Riempio tre calici di vino e brindiamo alla nostra amicizia.
“Massimo tu sei un amico e stasera anche l’ospite. Vorrei che tu ora praticassi una bella sodomia alla mia amata troia. Io sono solo spettatore, mi limito a preparartela.”
“Sì, sì, mi piace. Amore, ti posso insultare mentre Massimo mi incula?”
La guardo con un po’ di tenerezza e molta preoccupazione: “Se ti piace, ne hai la facoltà …”
Viene a sedersi in braccio a me, Mi accarezza la fronte e bisbigliandomi all’orecchio: “Amo le tue corna: sono la testimonianza del tuo amore.” Mi bacia profondamente “Amo avere la tua sborra sul mio viso: anch’essa testimonia il tuo amore.
Il mio gioco adesso è di distruggerti. Puoi resistermi e ti amerò come uomo forte o più facilmente sarai umiliato e ti amerò tanto per farmi perdonare.”
Si alza e a voce ora alta: “Vi precedo sul letto. Non vi fate aspettare”.
Massimo a me: “Mi piaci. Hai preso più coraggio e decisione da quando ci siamo conosciuti”.
Ci diamo il cinque.
È stesa sul letto trasversalmente; siamo tutti nudi escluso il feticismo delle scarpe tacco a spillo. Ci avviciniamo al letto, io dalla parte delle gambe, lui dalla parte del capo.
Mi do subito da fare sulla passera. Lecco e succhio il clitoride. Si bagna; introduco due dita in fica e le accarezzo il clito da dentro; ha un miniorgasmo.
Passo quindi a leccarle il buco del culo. Ormai è allenata, non oppone resistenza e la penetro con la lingua; si è eccitata come una maiala in calore. “Leccami il culo cornuto! … Preparalo al cazzo di Massimo … lui sì che ha i mezzi per farmi godere … altro che il tuo cazzetto …”
So che non pensa davvero quel che dice, ma la rappresentazione è così realistica da indurmi un torcimento di stomaco e budella molto doloroso. Sto quasi male quando sopraggiunge un’erezione imponente. Ovviamente non mi sego.
La mia donna ha lavorato la sua cappella di fino con leccatine e succhiatine. Il cazzo si erge marmoreo, mentre ora gli lecca le palle e ora gli percorre l’asta con la lingua. È un’erezione super; stimo 22-23 centimetri. Massimo respira forte e suda.
Capisco che è il momento. Irroro il culo della mia mignotta con lubrificante specifico e mi ritiro sulla seggiola di osservazione. “Inculamela!”.
Sono in posizione laterale e vedo bene i particolari. Per prima cosa glielo infila nella fica ; le dà due minuti di su e giù, lo estrae ben irrorato e lo appoggia all’ano. Non dice nulla; da vero amico non vuole umiliarmi.
Ma il mio amore sì: “Dai stallone! Fa vedere a questo cazzetto come mi allarghi il culo …” e, guardandomi negli occhi, “Quando avrà finito, il tuo cazzetto non lo sentirò più … ”
Stavolta mi colpisce duro. Mi viene una sottile paura di perderla. In questo stato assisto alla messa in culo.
Il grosso cazzo la penetra con un movimento lento e costante. Vedo il buco dilatarsi come non l’ho mai visto. Soffre ed emette urla forti e strozzate.
Il pisellone entra del tutto e le palle sbattono sulla fica. Lui sposta le gambe al di fuori di quelle di lei e la spinge stesa completamente bocconi. In quella posizione con le cosce di lei serrate la frizione del cazzo in culo è massima.
Massimo dà inizio all’inculata. Le spinte sono subito ampie e possenti, il ritmo lento. Federica morde le lenzuola per non urlare. È uno spettacolo terribile e meraviglioso. La riempie di morsicini sul retro del collo. Man mano che passano i minuti il piacere comincia a pervaderla.
Le spinte si susseguono ora sempre diverse per intensità e direzione. Lei gode del cazzo che le devasta il ventre. Ha già avuto un’inculata così, da me, ma in questa c’è maggior potenza.
Mentre sale il suo piacere, salgono anche il mio dolore e la mia eccitazione. È strano come resista alla voglia di masturbarmi.
“Dai, allargami il culo … rompimelo! … questo sì che è un cazzo … non il cazzetto di quel cornuto … segati che non puoi fare altro”
“… Cazzo come mi piace … sto godendo come una troia … sono una troia, una grandissima troia … mi prendo tutti i cazzi che voglio … che a quel porco cornuto gli viene duro a vedermi inculata … spingi forte, sfondami, fammi male …”
Massimo super eccitato sembra comunque mantenere il controllo. Senza estrarre il cazzo cambia posizione. È seduto al centro del letto e Federica gli siede in grembo sprofondata sul suo palo. La tiene a sé con le mani a coppa sulle tette. Le rigira i bottoni rosa tra i polpastrelli, lei geme forte e si manipola la fica. Infine le stimolazioni hanno ragione di lei che viene con violente contorsioni. Lui la tiene bloccata stringendole forte le tette.
È riuscito a non venire e l’inculata prosegue ora a spegnimoccolo.
“Hai visto cornuto il piacere che mi ha dato? Ci riesci anche tu con quel cazzetto? … No di certo … Usalo per segarti … o solo per pisciare …” Finora non è mai arrivata a questi livelli di insulti. Capisco che c’è un demone in lei che vorrei estirpare, ma come? …
Sto chiedendomi se sono troppo gentile o se lo sono troppo poco, quando cambiano ancora posizione. La prende classicamente a pecora con lunghe spinte che a tratti diventano colpi violenti.
I suoi discorsi sono divenuti un delirio di parole spezzate incomprensibili, un rantolo di piacere. Chiude gli occhi e si abbandona a un grosso orgasmo prolungato; subito è seguita da Massimo.
Con violente contrazioni le spinge dentro piacere, cazzo e sborra, che intuisco abbondante.
Tra residui sussulti i due crollano sul fianco quasi esanimi. Vedo il buco rimasto ben aperto; si vede l’interno; un ruscelletto di sborra fa capolino e finisce sulle lenzuola.
Nonostante sia fortemente arrapato non ho voglia di masturbarmi. Le parole di mia moglie dovrebbero essere state solo una recita giocosa, ma erano di un realismo impressionante. C’è qualcosa che non mi convince: bisogna che interpelli uno psicologo.
“Cornutino, amore, come va?” vede che ho il cazzo teso come una corda musicale “ma non ti sei segato?” Faccio segno di no con la testa.
“Ci sei rimasto male … volevo pungerti e invece ti ho bastonato … spero di non averti fatto troppo male … io ti amo … Sono una troia, ma in certi momenti di eccitazione non mi tengo e divento una grande zoccola (vedi nota in calce)” Si alza dal letto, viene da me, si mette in ginocchio tra le mie gambe e inizia quel che vorrebbe essere un pompino imperiale “Sono stata perfida a dirti tutte quelle cattiverie … non ci pensare più … godi della mia bocca”
Si attarda a succhiarmi i coglioni, risale l’asta con la lingua e riprende a succhiare la cappella. Da demonio s’è trasformata in angelo consolatore. Le sue labbra e ancor di più la sua lingua mi stanno dando un piacere infinito. Son troppo su di giri per una pompa lunga. Raggiungo l’acme e scarico a grossi fiotti la mia sborra nella sua bocca.
Non la manda giù subito. La assapora e me la fa vedere. Le cerco subito un bacio; lo ottengo.
Trovo nella sua bocca la mia sborra; gliene rubo un po’; deglutiamo insieme.
L’amore che lei dice di provare per me, è ancora una volta confermato. Ma perché devo pagare sempre questo prezzo di sofferenza?
Massimo, prima di tornarsene a casa, ci invita alla sua villetta al mare nel week end di fine mese. Avremo compagnia, ma non ci dice di più. Ci sarà una sorpresa.
Il tempo trascorre tranquillo senza scossoni fino alla data dell’invito.
Nota dell’autore
I termini ‘troia’ e ‘zoccola’ sono qui usati con significati che spiegherò per esteso in uno scritto della sezione ‘interviste’.
Qui anticipo che ritengo la troia un animale solare, gioioso di vivere e godere senza voler fare del male ad alcuno; le piace trasgredire. La zoccola è invece un animale proveniente dall’oscurità delle fogne; le piace tradire.
Continua
Federica ha voluto sapere tutto di Ornella e della tresca che intrattiene con il capo. Nonostante le manifestate liberalità è palesemente soddisfatta che sul lavoro io non ci possa fare nulla. Mi dice che è orgogliosa che mi sia fatto in tutti i buchi una donna più bella di lei e che quando le verrà voglia di aggiungere una femmina ai nostri amplessi la rivedrebbe volentieri. Valle a capire le donne!
Due giorni dopo allo studio il principe del foro mi convoca in un colloquio privato. Mi esterna i problemi di convivenza con la moglie. Gliela dà con il contagocce e sospetta che lo faccia cornuto. Infine arriva al dunque confessandomi i suoi problemi sessuali; dovrebbe rivolgersi ad uno specialista, ma lo vuol fare all’insaputa della consorte. Mi chiede se sono disposto a fornirgli copertura. Ovviamente gli dico di sì. Gli chiedo se ha già individuato lo specialista. Sì, è il dottor De Penis consigliatoli da Massimo (ma quante persone che conosce il nostro amico!).
La sera stessa dopo cena, mentre sto leccando la sorca della mia amata troia, questa mi annuncia che venerdì seguente lupus in fabula Massimo è invitato a cena e dopocena. ‘Per non perdere le buone abitudini’ si giustifica la mignotta.
Il venerdì il nostro amico si presenta alle 19:30 con un bel mazzo di fiori e due bottiglie di ottimo Pecorino del Teatino.
Federica ha approntato una cenetta molto stuzzicante a base di crostacei, molluschi, funghi porcini e verdure. Ha il volto contento e sta già con la mente al dopocena.
Massimo mi ragguaglia con qualche informazione aggiuntiva sugli invitati all’orgia.
Praticamente lui rifornisce di beni ’erotici’ e servizi vari i partecipanti più importanti a partire dal padrone di casa Ennio.
Gli chiedo del mio capo. Mi risponde che lo ha indirizzato ad un bravissimo andrologo tal De Penis, che è un suo amico da molti anni. “Ha riportato a scopare molti cazzi dati per morti” soggiunge.
E la troia: “Bene! Sapremo a chi rivolgerci quando farai cilecca …” “Aspetterai a lungo …”
La prendo tra le braccia e la deposito stesa sul divano. Le sollevo la mini; ovviamente non ha messo mutande. Comincio a grufolare nella passera.
Massimo con molta flemma termina il vino nel bicchiere, viene vicino al divano, se lo tira fuori e lo porge alla bocca di Federica, la quale provvede subito ad intostarglielo. Nel giro di tre minuti il cazzone si erge in tutta la sua possanza. Lui si discosta un momento e finisce di togliersi scarpe, calzoni e boxer. Approfitto dell’intervallo per spostarmi sopra di lei e porre il cazzo tra le mammelle, che lei serra prontamente tra le mani a coppa.
Il nostro amico si piazza dietro di me, solleva le sue gambe e le infila lentamente la grossa nerchia in fica. Non vedo l’operazione, ma la seguo sul volto di lei che gode intensamente quella lenta penetrazione.
La monta va avanti. Le dimensioni e la perizia di Massimo provocano in lei uno stato di goduria infinita, stavolta amplificato dalla scopata tra le tette che la eccita da matti. Sento il calore del suo seno turgido e morbidissimo. È attraversata da un primo orgasmo.
Mi guarda e “Amore, mi piace tanto il suo cazzo. Sarà un problema per te se diventasse una presenza fissa nella nostra vita?” “Se non sarà il suo ci sarà il cazzo di qualcun altro. Tanto vale tenersi in casa e nella tua fica questo che sappiamo essere di un amico. Ti amo da impazzire e se per te è un desiderio forte di farti scopare da altri, sopporterò tutto da bravo cornuto. Ma non me lo fare mai di nascosto”.
“Ti chiedo ancora perdono per quello che ti ho fatto. Ti amo, non ho mai voluto farti del male. Ora voglio che tu goda sempre con me del piacere che mi danno altri. Come stai facendo anche adesso … Ma stai per sborrare amor mio cornuto?!”
Due minuti dopo le dico “Apri!” Lei molla le tette e spalanca la bocca. Il primo spruzzo parte da lontano e le lascia un grosso filamento che dalla gola le arriva fino ai capelli sulla fronte. Il secondo si sparge in parte sulla guancia e in parte in bocca. Poi chiude le labbra sulla mia cappella e ingerisce tutto il resto.
La guardo travolto dall’estasi. Mi chino sul suo viso, lentamente rimuovo con amore, con la lingua e le labbra tutta la sborra che la ricopre.
Massimo, che ha assistito al momento di esaltazione amorosa tra noi due, si è eccitato come un riccio e spinge forte nella fica. Lei viene rumorosamente emettendo gemiti e parole spezzate, incomprensibili. Dopo l’ultimo rantolo di goduria lui estrae la mazza e la dirige sulle tette.
Spruzzi di calda, densa e cremosa sborra ricoprono i bei meloni. I capezzoli sembrano galleggiare in quella bianca panna.
Afferro lo smartphone e riprendo un ritratto dalla vita in su. “La mostreremo ai nipotini” soggiungo.
Adesso è Massimo che ripulisce Federica; quando arriva alle areole, invece di leccare, succhia forte procurandole ulteriori contrazioni di piacere.
Torniamo a tavola a finir di consumare la cena.
“Ogni volta ce la metto tutta, ma mentre a me dà il picco del godimento sessuale, i momenti dell’amore li dà sempre solo a te. Siete proprio una gran coppia, aperta e inseparabile. Sono contento e onorato di essere nelle vostre grazie.
Conosco una sola altra coppia unita come la vostra: sono Claudia e suo marito Ernesto. Lui per lavoro è spesso assente anche per parecchi giorni. In questi casi lei è autorizzata a farsi tutto il sesso che vuole, purché lui sia informato. Gli piace molto essere chiamato in video, anche a sorpresa, e conversare amorevolmente con lei mentre viene sbattuta da sconosciuti. Lei l’avete già conosciuta; alla prima occasione vi presento la coppia.”
Riempio tre calici di vino e brindiamo alla nostra amicizia.
“Massimo tu sei un amico e stasera anche l’ospite. Vorrei che tu ora praticassi una bella sodomia alla mia amata troia. Io sono solo spettatore, mi limito a preparartela.”
“Sì, sì, mi piace. Amore, ti posso insultare mentre Massimo mi incula?”
La guardo con un po’ di tenerezza e molta preoccupazione: “Se ti piace, ne hai la facoltà …”
Viene a sedersi in braccio a me, Mi accarezza la fronte e bisbigliandomi all’orecchio: “Amo le tue corna: sono la testimonianza del tuo amore.” Mi bacia profondamente “Amo avere la tua sborra sul mio viso: anch’essa testimonia il tuo amore.
Il mio gioco adesso è di distruggerti. Puoi resistermi e ti amerò come uomo forte o più facilmente sarai umiliato e ti amerò tanto per farmi perdonare.”
Si alza e a voce ora alta: “Vi precedo sul letto. Non vi fate aspettare”.
Massimo a me: “Mi piaci. Hai preso più coraggio e decisione da quando ci siamo conosciuti”.
Ci diamo il cinque.
È stesa sul letto trasversalmente; siamo tutti nudi escluso il feticismo delle scarpe tacco a spillo. Ci avviciniamo al letto, io dalla parte delle gambe, lui dalla parte del capo.
Mi do subito da fare sulla passera. Lecco e succhio il clitoride. Si bagna; introduco due dita in fica e le accarezzo il clito da dentro; ha un miniorgasmo.
Passo quindi a leccarle il buco del culo. Ormai è allenata, non oppone resistenza e la penetro con la lingua; si è eccitata come una maiala in calore. “Leccami il culo cornuto! … Preparalo al cazzo di Massimo … lui sì che ha i mezzi per farmi godere … altro che il tuo cazzetto …”
So che non pensa davvero quel che dice, ma la rappresentazione è così realistica da indurmi un torcimento di stomaco e budella molto doloroso. Sto quasi male quando sopraggiunge un’erezione imponente. Ovviamente non mi sego.
La mia donna ha lavorato la sua cappella di fino con leccatine e succhiatine. Il cazzo si erge marmoreo, mentre ora gli lecca le palle e ora gli percorre l’asta con la lingua. È un’erezione super; stimo 22-23 centimetri. Massimo respira forte e suda.
Capisco che è il momento. Irroro il culo della mia mignotta con lubrificante specifico e mi ritiro sulla seggiola di osservazione. “Inculamela!”.
Sono in posizione laterale e vedo bene i particolari. Per prima cosa glielo infila nella fica ; le dà due minuti di su e giù, lo estrae ben irrorato e lo appoggia all’ano. Non dice nulla; da vero amico non vuole umiliarmi.
Ma il mio amore sì: “Dai stallone! Fa vedere a questo cazzetto come mi allarghi il culo …” e, guardandomi negli occhi, “Quando avrà finito, il tuo cazzetto non lo sentirò più … ”
Stavolta mi colpisce duro. Mi viene una sottile paura di perderla. In questo stato assisto alla messa in culo.
Il grosso cazzo la penetra con un movimento lento e costante. Vedo il buco dilatarsi come non l’ho mai visto. Soffre ed emette urla forti e strozzate.
Il pisellone entra del tutto e le palle sbattono sulla fica. Lui sposta le gambe al di fuori di quelle di lei e la spinge stesa completamente bocconi. In quella posizione con le cosce di lei serrate la frizione del cazzo in culo è massima.
Massimo dà inizio all’inculata. Le spinte sono subito ampie e possenti, il ritmo lento. Federica morde le lenzuola per non urlare. È uno spettacolo terribile e meraviglioso. La riempie di morsicini sul retro del collo. Man mano che passano i minuti il piacere comincia a pervaderla.
Le spinte si susseguono ora sempre diverse per intensità e direzione. Lei gode del cazzo che le devasta il ventre. Ha già avuto un’inculata così, da me, ma in questa c’è maggior potenza.
Mentre sale il suo piacere, salgono anche il mio dolore e la mia eccitazione. È strano come resista alla voglia di masturbarmi.
“Dai, allargami il culo … rompimelo! … questo sì che è un cazzo … non il cazzetto di quel cornuto … segati che non puoi fare altro”
“… Cazzo come mi piace … sto godendo come una troia … sono una troia, una grandissima troia … mi prendo tutti i cazzi che voglio … che a quel porco cornuto gli viene duro a vedermi inculata … spingi forte, sfondami, fammi male …”
Massimo super eccitato sembra comunque mantenere il controllo. Senza estrarre il cazzo cambia posizione. È seduto al centro del letto e Federica gli siede in grembo sprofondata sul suo palo. La tiene a sé con le mani a coppa sulle tette. Le rigira i bottoni rosa tra i polpastrelli, lei geme forte e si manipola la fica. Infine le stimolazioni hanno ragione di lei che viene con violente contorsioni. Lui la tiene bloccata stringendole forte le tette.
È riuscito a non venire e l’inculata prosegue ora a spegnimoccolo.
“Hai visto cornuto il piacere che mi ha dato? Ci riesci anche tu con quel cazzetto? … No di certo … Usalo per segarti … o solo per pisciare …” Finora non è mai arrivata a questi livelli di insulti. Capisco che c’è un demone in lei che vorrei estirpare, ma come? …
Sto chiedendomi se sono troppo gentile o se lo sono troppo poco, quando cambiano ancora posizione. La prende classicamente a pecora con lunghe spinte che a tratti diventano colpi violenti.
I suoi discorsi sono divenuti un delirio di parole spezzate incomprensibili, un rantolo di piacere. Chiude gli occhi e si abbandona a un grosso orgasmo prolungato; subito è seguita da Massimo.
Con violente contrazioni le spinge dentro piacere, cazzo e sborra, che intuisco abbondante.
Tra residui sussulti i due crollano sul fianco quasi esanimi. Vedo il buco rimasto ben aperto; si vede l’interno; un ruscelletto di sborra fa capolino e finisce sulle lenzuola.
Nonostante sia fortemente arrapato non ho voglia di masturbarmi. Le parole di mia moglie dovrebbero essere state solo una recita giocosa, ma erano di un realismo impressionante. C’è qualcosa che non mi convince: bisogna che interpelli uno psicologo.
“Cornutino, amore, come va?” vede che ho il cazzo teso come una corda musicale “ma non ti sei segato?” Faccio segno di no con la testa.
“Ci sei rimasto male … volevo pungerti e invece ti ho bastonato … spero di non averti fatto troppo male … io ti amo … Sono una troia, ma in certi momenti di eccitazione non mi tengo e divento una grande zoccola (vedi nota in calce)” Si alza dal letto, viene da me, si mette in ginocchio tra le mie gambe e inizia quel che vorrebbe essere un pompino imperiale “Sono stata perfida a dirti tutte quelle cattiverie … non ci pensare più … godi della mia bocca”
Si attarda a succhiarmi i coglioni, risale l’asta con la lingua e riprende a succhiare la cappella. Da demonio s’è trasformata in angelo consolatore. Le sue labbra e ancor di più la sua lingua mi stanno dando un piacere infinito. Son troppo su di giri per una pompa lunga. Raggiungo l’acme e scarico a grossi fiotti la mia sborra nella sua bocca.
Non la manda giù subito. La assapora e me la fa vedere. Le cerco subito un bacio; lo ottengo.
Trovo nella sua bocca la mia sborra; gliene rubo un po’; deglutiamo insieme.
L’amore che lei dice di provare per me, è ancora una volta confermato. Ma perché devo pagare sempre questo prezzo di sofferenza?
Massimo, prima di tornarsene a casa, ci invita alla sua villetta al mare nel week end di fine mese. Avremo compagnia, ma non ci dice di più. Ci sarà una sorpresa.
Il tempo trascorre tranquillo senza scossoni fino alla data dell’invito.
Nota dell’autore
I termini ‘troia’ e ‘zoccola’ sono qui usati con significati che spiegherò per esteso in uno scritto della sezione ‘interviste’.
Qui anticipo che ritengo la troia un animale solare, gioioso di vivere e godere senza voler fare del male ad alcuno; le piace trasgredire. La zoccola è invece un animale proveniente dall’oscurità delle fogne; le piace tradire.
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