Ester - un post-it
di
Ester97
genere
etero
Ciao a tutti, mi chiamo Ester sono una ragazza di 24 anni è da un po’ che seguo questo sito e ora vorrei contribuire raccontando un’esperienza di qualche mese fa.
I miei genitori sono di origini africane, sono alta 1.59 m, ho i capelli neri e occhi marroni. Sono magra, un culo sodo e delle tette proporzionate con il mio corpo. Mi reputo una bella ragazza, anche se attualmente non ho il fidanzato, ne ho avuti parecchi.
Lavoro in una azienda media e sono un’impiegata. Il lavoro è tranquillo, la mole di lavoro è variabile, ma raramente sono sotto pressione. Non mi dispiace, anche se il problema è lo stipendio abbastanza basso. In ufficio siamo in 5: quattro colleghi e il responsabile. Mi ero accorta che da un po’ di tempo il responsabile: un uomo sulla quarantina abbastanza piacente e simpatico aveva cominciato a darmi qualche attenzione. All’inizio mi chiedeva di fare qualche mansione, poi magari veniva nella mia postazione o i chiamavi nel suo ufficio, … Ma non ci ho mai dato peso: mi avrà presa in simpatia – pensavo – anche perché è sposato e mi è sempre sembrato una persona seria e fedele.
Una sera di circa un mese fa, mi ero fermata una ventina di minuti in più in ufficio per finire una pratica. Il mio capo viene nella mia posizione, eravamo rimasti soli nel nostro ufficio, e si siede sulla scrivania: “Ester sei ancora qui?”
“Dovevo finire - lui intanto prende un post-it dalla scrivania e ci scrive qualcosa – la pratica per l’ordine”
“Sai Ester, non voglio girarci tanto intorno, non so il perché mi hai colpito. – mi porge il post-it con sotto una banconota da 50€ - per questo ti chiedo se domani sera vorresti venire a casa mia per divertirci insieme, mia moglie non c’è” Con la voce ha marcato questo fine della frase.
Ero imbarazzata e non sapevo cosa dirgli. “Non so se non hai frainteso, ma io non sono quel tipo di ragazza”
“No, non volevo dire quello… so che il tuo stipendio è uno schifo e quello era solo un contributo per la benzina se vieni da me… o per il tempo che ti sto facendo perdere”
Non gli rispondo non sapevo cosa dirgli, come rifiutare l’invito gentilmente. Quel silenzio però lui l’ho interpretò come una specie di sì così una sua mano andò sul mio seno e lo palpò. Rimasi immobile, non sapevo cosa fare. Non volevo di certo urlare… forse sotto sotto mi piaceva, ma gentilmente gli scostai la mano.
“C’è ancora gente in ufficio, e poi adesso devo andare”
Lui mi lasciò, però prima di farmi andare via mi diede un bacio a stampo (rapido) sulle labbra io non me l’aspettai, non lo ricambiai. Quando avevo capito cosa mi avesse fatto le sue labbra erano già lontane.
Presi il giubbotto e uscii dall’ufficio. Istintivamente mi misi in borsa anche il suo biglietto e i soldi e me ne andai. Fino che tornai a casa ripensai a quello che mi aveva detto stupendomi della spavaldarietà della sua proposta.
Quando mi cambiai mi accorsi di aver inumidito le mutande…
I miei genitori sono di origini africane, sono alta 1.59 m, ho i capelli neri e occhi marroni. Sono magra, un culo sodo e delle tette proporzionate con il mio corpo. Mi reputo una bella ragazza, anche se attualmente non ho il fidanzato, ne ho avuti parecchi.
Lavoro in una azienda media e sono un’impiegata. Il lavoro è tranquillo, la mole di lavoro è variabile, ma raramente sono sotto pressione. Non mi dispiace, anche se il problema è lo stipendio abbastanza basso. In ufficio siamo in 5: quattro colleghi e il responsabile. Mi ero accorta che da un po’ di tempo il responsabile: un uomo sulla quarantina abbastanza piacente e simpatico aveva cominciato a darmi qualche attenzione. All’inizio mi chiedeva di fare qualche mansione, poi magari veniva nella mia postazione o i chiamavi nel suo ufficio, … Ma non ci ho mai dato peso: mi avrà presa in simpatia – pensavo – anche perché è sposato e mi è sempre sembrato una persona seria e fedele.
Una sera di circa un mese fa, mi ero fermata una ventina di minuti in più in ufficio per finire una pratica. Il mio capo viene nella mia posizione, eravamo rimasti soli nel nostro ufficio, e si siede sulla scrivania: “Ester sei ancora qui?”
“Dovevo finire - lui intanto prende un post-it dalla scrivania e ci scrive qualcosa – la pratica per l’ordine”
“Sai Ester, non voglio girarci tanto intorno, non so il perché mi hai colpito. – mi porge il post-it con sotto una banconota da 50€ - per questo ti chiedo se domani sera vorresti venire a casa mia per divertirci insieme, mia moglie non c’è” Con la voce ha marcato questo fine della frase.
Ero imbarazzata e non sapevo cosa dirgli. “Non so se non hai frainteso, ma io non sono quel tipo di ragazza”
“No, non volevo dire quello… so che il tuo stipendio è uno schifo e quello era solo un contributo per la benzina se vieni da me… o per il tempo che ti sto facendo perdere”
Non gli rispondo non sapevo cosa dirgli, come rifiutare l’invito gentilmente. Quel silenzio però lui l’ho interpretò come una specie di sì così una sua mano andò sul mio seno e lo palpò. Rimasi immobile, non sapevo cosa fare. Non volevo di certo urlare… forse sotto sotto mi piaceva, ma gentilmente gli scostai la mano.
“C’è ancora gente in ufficio, e poi adesso devo andare”
Lui mi lasciò, però prima di farmi andare via mi diede un bacio a stampo (rapido) sulle labbra io non me l’aspettai, non lo ricambiai. Quando avevo capito cosa mi avesse fatto le sue labbra erano già lontane.
Presi il giubbotto e uscii dall’ufficio. Istintivamente mi misi in borsa anche il suo biglietto e i soldi e me ne andai. Fino che tornai a casa ripensai a quello che mi aveva detto stupendomi della spavaldarietà della sua proposta.
Quando mi cambiai mi accorsi di aver inumidito le mutande…
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