Ester 3 - il secondo giorno
di
Ester97
genere
tradimenti
Continuazione di “Ester 2: appuntamento si o no”
Quando tornai a casa ero soddisfatta e appagata come non mi succedeva da tempo. Mi capitava spesso, dopo una scopata di tornare a casa ancora con una leggera voglia, ma con Marietto è stato diverso. Quella sera avevo la netta sensazione di aver fatto la cosa giusta.
Il giorno dopo, a lavoro non sapevo come comportarmi con il mio capo e alla fine per tacito accordo facemmo finta che nulla fosse capitato: eravamo due classici colleghi. A fine giornata prima di andare via andai a salutare il mio capo e gli lasciai un post-it: dopo lavoro ti aspetto da me.
Abitavo da sola quindi avevo sempre casa libera. Con il post-it gli lasciai le miei mutandine che mi ero tolta 5 minuti prima dicendogli di riportarmele dopo. Non gli lascio la possibilità di parlare perché ero già uscita.
Torno a casa e mi spoglio e lascio i miei indumenti a terra. Attendo poco meno di 15 min e Mario mi suona il campanello. Gli apro la porta e lo lascio salire. Abito in un appartamento al secondo piano, nel mentre io vado in camera. Lui si trova la porta socchiusa di casa ed entra. Non mi vede, ma trova la strada tracciata dai miei vestiti abbandonati, lui li segue ed arriva da me. Mi trova sdraiata sul letto con le gambe aperte che mi sditalinavo.
Mi salta addosso e comincia a succhiarmi i miei piccoli capezzoli marroni che erano nel mentre diventati durissimi. Mi dava dei morsettini e io gemevo di piacere. Poi scende e comincia a lavorarmi la figa con le sue mani e la lingua esperte: non potevo trattenermi dal gridare.
Quando ero arrivata al punto di massima eccitazione, lo faccio sdraiare, lo spoglio e mi prendo in bocca il suo buon cazzo, me lo succio un po’, quel tanto che bastava per lubrificarlo. Mi metto a cavalcioni su di lui. Prendo il suo cazzo, lo alzo finchè non sento la sua cappella sotta la figa e con una semplicità unica entra con un gemito di entrambi.
Me lo cavalco per tutta la serata finchè esausto sta per venire. Mi chiede di venirmi in faccia, così mi inginocchio davanti a lui e con due rapide pompate mi riversa la sua crema in faccia. Io con un dito me la raccolgo e ingoio tutto il suo nettere.
Mi saluta e torna a casa da sua moglie.
Quando tornai a casa ero soddisfatta e appagata come non mi succedeva da tempo. Mi capitava spesso, dopo una scopata di tornare a casa ancora con una leggera voglia, ma con Marietto è stato diverso. Quella sera avevo la netta sensazione di aver fatto la cosa giusta.
Il giorno dopo, a lavoro non sapevo come comportarmi con il mio capo e alla fine per tacito accordo facemmo finta che nulla fosse capitato: eravamo due classici colleghi. A fine giornata prima di andare via andai a salutare il mio capo e gli lasciai un post-it: dopo lavoro ti aspetto da me.
Abitavo da sola quindi avevo sempre casa libera. Con il post-it gli lasciai le miei mutandine che mi ero tolta 5 minuti prima dicendogli di riportarmele dopo. Non gli lascio la possibilità di parlare perché ero già uscita.
Torno a casa e mi spoglio e lascio i miei indumenti a terra. Attendo poco meno di 15 min e Mario mi suona il campanello. Gli apro la porta e lo lascio salire. Abito in un appartamento al secondo piano, nel mentre io vado in camera. Lui si trova la porta socchiusa di casa ed entra. Non mi vede, ma trova la strada tracciata dai miei vestiti abbandonati, lui li segue ed arriva da me. Mi trova sdraiata sul letto con le gambe aperte che mi sditalinavo.
Mi salta addosso e comincia a succhiarmi i miei piccoli capezzoli marroni che erano nel mentre diventati durissimi. Mi dava dei morsettini e io gemevo di piacere. Poi scende e comincia a lavorarmi la figa con le sue mani e la lingua esperte: non potevo trattenermi dal gridare.
Quando ero arrivata al punto di massima eccitazione, lo faccio sdraiare, lo spoglio e mi prendo in bocca il suo buon cazzo, me lo succio un po’, quel tanto che bastava per lubrificarlo. Mi metto a cavalcioni su di lui. Prendo il suo cazzo, lo alzo finchè non sento la sua cappella sotta la figa e con una semplicità unica entra con un gemito di entrambi.
Me lo cavalco per tutta la serata finchè esausto sta per venire. Mi chiede di venirmi in faccia, così mi inginocchio davanti a lui e con due rapide pompate mi riversa la sua crema in faccia. Io con un dito me la raccolgo e ingoio tutto il suo nettere.
Mi saluta e torna a casa da sua moglie.
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