Trav la mia prima volta con un uomo vero

di
genere
trans

Questo purtroppo è un racconto di fantasia, se qualcuno ha suggerimenti o vuole aiutarmi a realizzare le mie fantasie fatemelo sapere.
Sono sempre stato eterosessuale, sposato con vita regolare e attività sensuale normale ma ero affascinato dalle donne da come facevano l’amore, da come indossavano calze perizomi reggiseni e ogni tanto mi chiedevo cosa provavano cosa sentivamo quando prendevano un cazzo in bocca o in fica o nel culo. Ma a me gli uomini non piacciono non bacerei mai un uomo sulla bocca nè tantomeno mi farei toccare da un uomo se fossi vestito da uomo. Tuttavia quelle poche volte che rimanevo la sera solo in casa perché mia moglie partiva provavo a vestirmi da donna e mi eccitavo ad indossare le calze e provavo a penetrarmi con qualsiasi cosa che trovavo in casa a forma di cazzo ma non provavo un granchè. Successivamente acquistai dei cazzi di lattice e provai anche con quelli ma si era bello penetrarsi con un cazzo di lattice era abbastanza piacevole ma non provavo brividi particolari, ma mi mancava qualcosa avrei voluto provare una vera esperienza con un uomo vero con me vestito da donna ma non avevo mai trovato l’occasione per farlo. UN bel giorno iniziai a frequentare un sito di incontro e tra mille contatti ne trovai uno che mi attirò più degli altri e non so perché era più o meno come gli altri ma questo mi spinse ad andare fino in fondo e ad organizzare finalmente il mio primo incontro in un hotel fuori città una sera che mia moglie era andata a trovare i suoi genitori. Era sera inoltrata quando arrivai all’albergo, il portiere prese i miei documenti e mi consegnò la chiave della camera. "Aspetto una persona", dissi molto timidamente "dovrebbe arrivare tra poco più di un’ora." "Va bene signore." Rispose molto formalmente il portiere, ed io abbassai subito lo sguardo per non vedere l’espressione del suo viso. Raccolsi la mia borsa e m’incamminai verso l’ascensore; in un attimo raggiunsi la camera assegnatami
e quando la porta si chiuse alle mie spalle provai una gran sensazione di sollievo. Mi assicurai che tutte le finestre fossero ben chiuse e le tende tirate, quindi mi spogliai completamente e mi avviai verso il bagno per farmi una doccia.
Terminata la doccia e asciugatomi per bene, lasciai il bagno ancora invaso dal vapore e tornai nella camera; aprii subito l’armadio e trovai uno specchio lungo montato sulla parte interna dell’anta. Mi fermai a guardare per un momento la mia immagine riflessa, il mio corpo completamente depilato tranne una piccola parte intorno ai genitali, la mia figura né magra né grassa, il mio viso. Superata un ultima esitazione feci cadere l’accappatoio che mi avvolgeva e mi diressi verso la borsa che avevo appoggiato sul letto matrimoniale al centro della stanza.

Il primo capo che tirai fuori fu un corsetto nero di seta e pizzo, con un rinforzo elastico lungo la parte posteriore dove una dozzina di gancetti metallici garantivano una salda chiusura; lo guardai un attimo, controllai che tutti i ganci fossero ben chiusi quindi v’infilai dentro prima una gamba e poi l’altra. Lo feci scivolare lungo le cosce e, non senza problema, oltre le anche; alla fine lo sistemai tirando la parte superiore fino a quando le piccole coppe di seta coprirono i capezzoli del seno che ovviamente non avevo. Successivamente presi dalla borsa un pacchetto piatto, lo aprii e vi estrassi un paio di calze nere molto velate. Una alla volta le arrotolai e le feci scorrere lungo le mie gambe, assicurandole alle quattro giarrettiere che pendevano dal corsetto, quindi mi recai verso lo specchio e controllai che le righe nere delle calze fossero dritte e ordinate. Toccava ora agli slip, neri anche questi, completamente in pizzo, con una sottile striscia tipo tanga che s’insinuava in mezzo al mio sedere. Non erano molto comodi,
ma la loro funzione era quella di contenere (a fatica) la mia mascolinità. Stavo già cominciando ad eccitarmi, mi succede sempre quando mi travesto, e non potevo fare a meno di continuare ad accarezzarmi e guardarmi allo specchio, ma avevo ancora molte cose da fare.Frugai nella borsa e ne uscì un paio di scarpe nere con tacco a spillo di dieci centimetri, le indossai molto disinvoltamente e quindi assicurai le fibbie dei laccetti in cuoio che cingevano le caviglie. Feci un paio di passi. Stupende! Avevo sempre adorato quelle scarpe. Una camicetta bianca e una mini di pelle nera completarono l’abbigliamento; la mini lasciava vedere il punto in cui le giarrettiere mordono le calze e la camicetta scollata non riusciva a nascondere la parte superiore del corsetto. Così vestito presi il make-up set e mi diressi in bagno nuovamente.
Cominciai a spalmarmi sul viso un fondo tinta bruno, facendo molta attenzione a coprire per bene tutte le imperfezioni della mia pelle. Quando il risultato fu soddisfacente presi una matita per gli occhi nera e tracciai delle righe su entrambe le palpebre, righe che continuavano fin oltre gli angoli degli occhi. Un ombretto grigio scuro, infine, servì molto bene a far risaltare i miei occhi azzurri. Successivamente fu la volta delle labbra: un
rossetto rosso scuro e una linea di matita marrone che le circondava. Senza guardare il risultato del trucco, tornai verso la borsa sul letto, tirai fuori una parrucca nera e la indossai. I finti capelli erano di un bel nero scuro, lisci, cadenti lungo il viso fino a descrivere una dolce curva sotto il mento; una corta frangia ornava la fronte. Come ultima cosa persi una decina di minuti ad installare delle unghie finte molto femminili che
avevano quasi lo stesso colore del rossetto. Ecco, ora era il momento per una visione d’insieme. Mi girai con fare molto sexy verso lo specchio e ammirai il risultato del lavoro di trasformazione compiuto fino a quel momento; l’eccitazione m’investì e mi fece venire voglia di masturbarmi e di godere ma mi trattenni, cominciai a raccogliere gli abiti maschili che finirono nell’armadio insieme alla borsa, quindi sistemata la stanza mi sedetti sul letto e aspettai…….quella sera non ero lì solo per me.
Passò poco più di un quarto d’ora da quando avevo finito di prepararmi, dei passi si avvicinavano lungo il corridoio dell’albergo e si fermarono al di fuori della mia porta. Sentii bussare, fui preso da mille paure: se non è lui? Se è uno scherzo? Sentii bussare nuovamente, questa volta in maniera più decisa; dovevo decidere se fare finta di niente e aspettare che chi bussava alla porta della camera se ne andasse oppure aprirla e rischiare di
non trovare chi stavo aspettando. In quel momento, però, sentii il corsetto stringersi sul mio corpo, sentii il profumo del trucco che avevo addosso e, allungata una mano, la feci scendere lentamente lungo la gonna di pelle e le gambe avvolte nel nylon delle calze. Un’eccitazione fortissima s’impadronì di me e mi diede la forza ed il coraggio di recarmi verso la porta per aprirla. Afferrai la maniglia e la feci scendere lentamente, quindi cominciai ad aprire la porta col cuore che mi batteva in maniera forsennata.
Il ragazzo che trovai dietro la porta era alto, capelli corti mori, occhi chiari tra il grigio e il verde, né magro né grasso, sulla trentina. Non sono mai stato bravo a riconoscere i canoni della bellezza maschile, ma non avrei certo affermato che fosse un brutto ragazzo. Era Claudio, la persona che aspettavo. C’eravamo conosciuti tramite Internet, poi una breve corrispondenza in cui ci siamo inviati delle foto e infine la decisione di incontrarsi. Le paure di trovare la persona sbagliata dietro la porta se n’erano andate, ma furono subito rimpiazzate dalla paura di non piacergli. Era la prima volta che mi mostravo a qualcuno, certo avevo mandato delle foto a lui e ad altre persone, ma dal vivo era una cosa completamente diversa. Claudio entrò nella stanza e chiuse la porta appoggiando la sua mano sulla mia, ancora appoggiata sulla maniglia. Quel tocco mi diede i brividi. Indossava un giubbotto lungo di vari colori scuri, una camicia di velluto verde scuro, un paio di pantaloni neri e delle scarpe marrone; un profumo fresco e molto maschile lo avvolgeva e fui sorpreso di scoprirmi eccitato da esso. Lo aiutai a togliersi il giubbotto mentre pensavo tra me e me che non avevo la minima idea di come comportarmi e di cosa fare da quel momento in poi. Per fortuna ci pensò lui a prendere in mano la situazione, mi diede una piccola carezza sul viso e mi disse sempre col tono di prima: "Vorrei farmi una doccia se non ti dispiace, perché intanto non versi qualcosa da bere?" Fino a quel momento non mi ero neanche accorto che nella stanza c’era un piccolo mobiletto bar, così mentre Claudio si avviava verso il bagno sbottonandosi la camicia, io cominciai a cercare due bicchieri e ad esaminare la dotazione del bar. L’atmosfera era molto tranquilla, sembrava una visita di cortesia da parte di un amico, ma sapevamo bene entrambi che il sesso era l’unico motivo del nostro incontro.
Quando Claudio uscì dal bagno era ancora mezzo bagnato, aveva un asciugamano avvolto in vita e nient’altro, il suo fisico era proprio come lo si poteva immaginare vedendolo da vestito; io gli porsi il bicchiere che avevo preparato e lui lo prese sfiorando la mia mano e sorridendomi. Mi ero preparato qualcosa anch’io, qualcosa di forte, ne avevo bisogno e mentre Claudio sorseggiava tranquillamente il suo drink, io finii il mio in un paio
di sorsi. Quando anche lui ebbe finito, presi i bicchieri e andai verso il mobile per appoggiarli, ma non appena lasciati i bicchieri sentii che Claudio era dietro di me. Un braccio mi cinse la vita e l’altro il busto, sentii la sua bocca avvicinarsi al mio collo e dei brividi percorrermi tutta la schiena. Lasciai cadere la mia testa indietro e di lato, in modo tale da scoprire completamente la parte del collo che Claudio stava sfiorando; non capii subito quella sensazione che stavo provando ma poi…..sì, era piacere.

Un fortissimo piacere come non ne avevo mai provati giocando da solo coi travestimenti, stavo avendo la mia prima esperienza omosessuale e questa mi stava dando molte più soddisfazioni di qualsiasi esperienza etero avessi avuto fino a quel momento. Ma non è corretto chiamarla esperienza omosessuale, in quel momento non ero me stesso, ero una donna agghindata da troia per dare piacere al suo compagno; ed è proprio quello che avrei fatto quella sera.
Avevo gli occhi chiusi, la presa decisa delle braccia di Claudio attorno alla mia vita e al busto mi eccitava e mi faceva sentire intrappolato e alla sua mercé. Sentivo la sua bocca salire e scendere lungo il mio collo, ora serrando le labbra sulla pelle, ora accarezzandolo con la lingua; potevo anche sentire il suo sesso che stava crescendo e che premeva su di me. Le sue braccia cominciarono a muoversi, scesero lungo i miei fianchi e le sue mani cominciarono ad accarezzare le mie gambe, poi salirono e si fermarono a giocare con i ganci delle giarrettiere. Mi sentivo in paradiso, sarei potuto rimanere in quella posizione per sempre, anche il mio sesso ormai era al suo massimo e le mutandine di pizzo che indossavo riuscivano a contenerlo solo per metà. Improvvisamente le sue mani lasciarono le giarrettiere, salirono lungo il busto, afferrarono le mie spalle e mi girarono con un movimento molto brusco. Mi trovai faccia a faccia con Claudio, ci stavamo guardando negli occhi ed io, appoggiato con le mani al mobile che c’era dietro di me, istintivamente mi leccai le labbra con un movimento della lingua quasi impercettibile. Claudio, che aveva ancora le mani sulle mie spalle, cominciò a spingerle verso il basso in maniera decisa e subito le mie gambe dovettero piegarsi; mi ritrovai in ginocchio mentre l’asciugamano che teneva legato in vita era già caduto mostrando un membro in completa erezione, non molto lungo ma piuttosto grosso. Quante volte giocando col mio vibratore avevo immaginato di fare un pompino a qualcuno, ed ecco che finalmente i miei sogni erano diventati realtà. Afferrai quel membro con una mano, feci scendere completamente la pelle che avvolgeva la cappella e comincia a leccarne la punta, ormai già umida dei suoi umori; il sapore non mi dava fastidio, anzi mi piaceva e mi eccitava. Continuai a leccarglielo, scendendo lungo i lati e arrivando fino ai testicoli che non mancarono di entrare nella mia bocca uno per la prima, tutt’e due poi. Sentivo Claudio che emetteva dei gemiti di piacere e mi esortava a continuare e questo mi caricò d'eccitazione. Lasciai i testicoli e tornai sul suo uccello, alzai gli occhi verso Claudio mentre continuavo a masturbarlo e incontrai il suo sguardo carico di piacere; in un attimo avevo preso il membro in bocca e lo spingevo quasi fino in gola per poi ritirarlo fuori subito mentre le mie labbra erano serrate sul tronco.
Gli stavo facendo un gran pompino! La mia testa andava avanti e indietro, con una mano accarezzavo i suoi testicoli e con l’altra gli avevo afferrato un gluteo. Non mi ci volle molto per capire, dai suoi versi di piacere e dalla consistenza che stavano assumendo i suoi testicoli, che sarebbe venuto di lì a poco; ebbi un attimo di esitazione nel quale pensai di togliermi il suo uccello dalla bocca, ma Claudio mi precedette mettendomi una mano sulla nuca e con una pressione decisa mi impedì di divincolarmi. Il suo liquido bollente m'inondò la bocca e cominciò scendermi in gola, provai a fermarlo con la lingua ma il suo uccello continuava a spruzzare e subito dovetti rassegnarmi ad ingoiarlo tutto.
Quando la sua virilità cominciò a calare, Claudio mollò la presa sulla mia testa e sfilò l’uccello dalla mia bocca. Fece un paio di passi indietro e si lasciò cadere sul letto dicendo con un gran sospiro: “Sei stata fantastica, erano anni che non mi facevano un pompino così!” “Grazie, tesoro.” Riuscii a rispondergli mentre mi pulivo la bocca con un fazzoletto di carta, ormai ero entrato completamente nella parte.

Mentre Claudio era sdraiato sul letto completamente nudo a raccogliere le sue forze sessuali, io ne approfittai per andare in bagno a mettermi a posto il trucco. Volevo essere perfetto per quella persona che mi stava facendo sentire proprio come avevo sempre desiderato: una vera troia! Mi guardai allo specchio del bagno, il trucco era tutto a posto tranne il rossetto; sulle labbra non ne avevo quasi più ma in compenso c’erano delle tracce sbavate intorno alla bocca. Lo pulii accuratamente e lo ripristinai pescando lo stesso colore dal mio make-up set. Tornai a guardarmi allo specchio, sentivo ancora il sapore e la sensazione di calore che lo sperma di Claudio mi aveva lasciato in bocca e lungo la gola; la cosa mi eccitò moltissimo e nuovamente sentii il mio sesso spingere contro le mutandine che lo contenevano.
Quando tornai nella stanza trovai Claudio ancora sdraiato sul letto, completamente nudo; il suo pene ara ancora moscio e lui mi guardava sorridendo. “Mi hai proprio prosciugato con quel pompino” disse “ma non vorremo mica far finire la serata così, vero?”. Io mi avvicinai a lui cercando di camminare nella maniera più sexy che potevo, mi sedetti sul letto accavallando le gambe (non senza difficoltà a causa del gonfiore a livello genitali) e cominciai ad accarezzargli il petto fino a scendere sul suo membro stanco e afflosciato. “Cosa ti piacerebbe facessi?” gli chiesi continuando ad accarezzargli l’uccello e i testicoli. “Spogliati!” mi disse e quando io levai la mano per portarmela verso i bottoni della camicia, lui riprese “Non qui, mettiti là, davanti al letto” e m'indicò il punto in cui un attimo prima lo avevo fatto godere bevendo il suo seme. Io mi alzai lentamente, raggiunsi la posizione concordata e cominciai a sbottonarmi la camicia in maniera molto lenta e provocante. Quando la camicia scivolò sul pavimento, fu la volta della gonna; mi girai mostrando la schiena a Claudio (che intanto sul letto aveva cominciato ad accarezzarsi gustandosi lo spettacolo), portai le mani dietro la schiena all’altezza della vita e feci scendere la cerniera che chiudeva la gonna. Quando la vita della gonna si fu allargata, la feci scendere lungo le gambe piegandomi a novanta gradi e rimanendo in quella posizione per un attimo prima di sfilare entrambi i piedi. Mi tornai a drizzare e mi girai verso Claudio che mi guardava con approvazione continuando ad accarezzarsi. “Togliti anche le mutande.” Mi ordinò notando il mio sesso rigido che usciva per metà dal pizzo. Non me lo feci ripetere due volte, ora che non aveva più costrizioni il mio fallo appariva dritto e rigido in tutta la sua lunghezza; guardai Claudio che subito continuò “Masturbati, ti voglio vedere venire!”.
Feci un passo indietro, appoggiai il mio sedere nudo sul piano freddo del mobile su cui avevo appoggiato i bicchieri ed allargai le gambe, i miei piedi non toccavano più per terra ed io appoggiai la schiena contro il muro cui era appoggiato il mobiletto. Una mano raggiunse i genitali e l’altra scese lungo una gamba, accarezzando le calze fino al bordo dove il nylon lascia il posto alla pelle morbida e liscia. La mano che era sui genitali afferrò subito il membro ed io sentii subito la necessità di menarmelo; d’altronde era dal momento in cui mi ero vestito che ero eccitato e l’avevo duro e i brividi che cominciarono a percorrermi tutto il corpo mi fecero intuire che non ci sarebbe voluto molto prima di scoppiare in un orgasmo. Mi masturbavo sempre più lentamente e con movimenti più accentuati, accompagnando ogni mossa della mano con un verso di piacere mentre l’altra dalle gambe era salita ed accarezzava incessantemente tutto il mio corpo dal busto al viso. Quando arrivò l’orgasmo, il getto di sperma salì veloce verso l’alto con un rumore sordo subito coperto dalle mia urla liberatorie; continuavo a venire mentre il movimento della mano andava sempre più rallentando e quando si fermò del tutto rimasi per un attimo fermo sul mobile, gli occhi chiusi, le gambe larghe, la schiena appoggiata al muro, continuando ad accarezzarmi il busto mentre il mio sesso si piegava esausto su se stesso.
Quando riaprii gli occhi notai la figura di Claudio che, alzatosi dal letto, sparì dentro il bagno per uscirne poco dopo con in mano alcuni strappi di carta igienica; si avvicinò a me che lo guardavo ancora seduto a gambe larghe e sospirante per il piacere grandissimo provato poco prima. Dopo essermi sistemato nuovamente uscii dal bagno e Claudio venne subito verso di me mi prese per mano e mi trascinò sul letto dove mi fece stendere. Sedutosi accanto a me cominciò ad accarezzarmi il viso; notai subito che la sua stanchezza sessuale aveva lasciato il posto ad una nuova, rigida eccitazione.

La mano di Claudio continuava a muoversi delicatamente sul mio viso, partendo da un lato della fronte e scendendo lungo una guancia fino ad arrivare al mento e giù lungo il collo. Io continuavo a guardarlo, ancora spossato dall’orgasmo, chiudendo a volte gli occhi per poi riaprirli in uno sguardo pieno di passione. Il suo tocco continuava a scendere, arrivato sul corsetto il palmo della sua mano deviò di lato e scese lungo il mio fianco in una carezza lenta ed energica; il mio corpo si contorse in uno spasmo di piacere e solletico e le mie braccia scattarono all’indietro afferrando la testa del letto, il tutto accompagnato da un rapido sospiro. Questo dovette piacere non poco a Claudio che si soffermò su quella parte del mio corpo tanto sensibile stuzzicandomi con dei rapidi e leggeri movimenti della sua mano. Io ridevo e mi agitavo e alla fine dovetti girarmi sul fianco per bloccare col peso del mio corpo la sua mano che mi tormentava solleticandomi. Non appena fui girato sul fianco, la mano libera di Claudio raggiunse la mia nuca, cominciando un piacevolissimo massaggio che mi costrinse a chiudere gli occhi e a rilasciarmi; le mie mani mollarono la presa energica sulla testa del letto e le mie gambe si sistemarono fino a trovare la posizione più confortevole. Muovendo le gambe, la sensazione del nylon delle calze e l’attrito che il tacco delle scarpe faceva sul letto, riaccesero quel fuoco di desiderio che era stato spento dallo spettacolo d’autoerotismo offerto da me al mio amante. Il mio respiro, regolarizzato fino a pochi attimi prima dall’efficace massaggio di Claudio, ricominciò ad accelerare. Lui se n’accorse e cominciò a far scendere la sua mano dalla nuca lungo la mia schiena; la sentii correre sulla mia pelle nuda fino a quando incontrò la fascia elastica del corsetto, percorrendolo tutto e ritornando sulla pelle nella parte inferiore della mia schiena. Nuovi brividi, nuova eccitazione. Potevo sentire il suo tocco che cominciava ad insinuarsi nella piega formata dall’incontro dei glutei, il suo tocco che si faceva sempre più pesante man mano che la profondità della piega aumentava; in un attimo il suo dito raggiunse la parte esterna del mio orifizio e vi cominciò una danza lenta e leggera.

Io continuavo a tenere gli occhi chiusi, il piacere mi stava sovrastando, il mio respiro era ormai un susseguirsi di rantoli e mugolii. Improvvisamente sentii la mano di Claudio levarsi dal mio ano, sentii una serie di rumori schioccanti facilmente identificabili con quelli di una bocca che succhia qualcosa ed infine il dito di Claudio tornò nuovamente nel luogo lasciato poco prima; ora però era umido e caldo e cominciava senza difficoltà a penetrare in me sotto le leggere spinte che lui gli imponeva. Scostai istintivamente le gambe per farmi penetrare meglio e allo stesso tempo cominciai a leccarmi le labbra tra un mugolio e l’altro. Claudio se n’accorse e subito liberò la mano che ancora era bloccata sotto il mio fianco per portarmela alla bocca; non appena sentii le sue dita sulle labbra, aprii la bocca e comincia a succhiarle avidamente mentre il dito con cui mi stava penetrando era completamente dentro di me e si muoveva ritmicamente di lato, avanti e indietro.
Avevo ancora gli occhi chiusi, la sensazione che stavo provando era qualcosa di paradisiaco. Il dito di Claudio continuava a giocare col mio ano, ora affondando, ora risalendo, ora fermandosi all’interno e stimolandomi con rapidi movimenti dell’estremità del dito. Le dita che Claudio mi aveva avvicinato alla bocca improvvisamente si allontanarono; il letto si mosse, come se Claudio stesse cercando una nuova posizione e infine, aprendo gli occhi, potei notare il membro di Claudio in tutta la sua erezione che si avvicinava alla mia bocca. Nuovamente non mi feci pregare e subito il suo uccello fu abbracciato dalle mie labbra e accarezzato dalla mia lingua; tornai a sentire la mia bocca pervasa da quel sapore che tanto mi aveva eccitato qualche attimo prima. Quando sentii il dito sfilarsi completamente dal mio ano e il membro di Claudio dalla mia bocca, capii che era arrivato il momento in cui Claudio avrebbe preteso da me l’unico atto sessuale che ancora ci mancava; ne ebbi la conferma quando lui, senza proferire parola, cominciò ad aiutarmi delicatamente ma allo stesso tempo in maniera decisa a sistemarmi nella posizione più consona a quello che dovevamo fare. In un attimo mi trovai in ginocchio col viso rivolto verso il muro cui era appoggiata la testa del letto; su questa appoggiavo le mani, il che mi consentiva di mantenere il busto quasi eretto. Cominciò piano piano a crescere in me una sensazione di paura e di tensione. Mi ero già penetrato altre volte con dei falli artificiali, ma questa volta si trattava d’essere inculato da un uomo!
Claudio si sistemò velocemente alle mie spalle, mi appoggiò una mano su un fianco e alcune delle sue dita si infilarono sotto il bordo del corsetto. L’altra mano mi raggiunse nuovamente alla bocca e quando io comincia a leccare le due dita che avevano passato le mie labbra, sentii la sua voce: “Inumidiscile bene.” Mi sforzai di produrre un po’ di saliva e quando le dita ne furono cariche, lasciarono la mia bocca per farsi risentire subito dopo sul mio buco ancora caldo e semiaperto; la saliva delle dita avvolse subito il mio orifizio mentre io avevo cominciato a muovere lentamente il mio fondoschiena. Riconobbi subito il tocco della cappella di Claudio sul mio ano, era più grande, più calda e più morbida delle dita che fino allora avevano giocato col mio intimo. “Non aver paura.” Mi disse in tono gentile. Volevo rispondergli, ma una rapida spinta fece affondare senza problemi la sua cappella nel mio buco umido, e l’unico verso che riuscii ad emettere fu un grido soffocato che ben presto si trasformò in un mugolio. Era stato doloroso, ma non potevo negare a me stesso che quello che stavo provando era principalmente piacere ed eccitazione. Anche l’altra mano di Claudio si sistemò sul fianco libero e il suo basso ventre cominciò una leggera danza muovendosi avanti e indietro di pochi millimetri alla volta, ma facendo in modo che il membro affondasse sempre più di quanto si ritraeva subito dopo.
Sentivo quel pezzo di carne bollente risalire le mie viscere e la presa di Claudio farsi sempre più energica sui miei fianchi. Il mio sesso intanto era tornato in erezione completa e lo sentivo ondeggiare sotto le ritmiche spinte del mio amante. La testa mi stava scoppiando, il dolore e il piacere si fondevano continuamente man mano che la foga della penetrazione aumentava ed io ero incapace di trattenere dei mugolii soffocati che ben presto si trasformarono in un ansimare continuo e profondo. Dopo poco cominciò anche Claudio a farsi sentire; i suoi versi erano più controllati ma non meno intensi, le sue spinte sempre più violente non mancavano di procurarmi improvvise fitte di dolore quando faceva certi movimenti ma io non avevo alcuna intenzione di dirgli di fermarsi. Mi stava scopando come avevo sempre desiderato qualcuno facesse e avrebbe potuto continuare a farlo tutta la notte. A questo punto Claudio stacco una mano dal mio fianco e la appoggiò sulla parte superiore della mia schiena cominciando ad esercitare una pressione energica. Io assecondai quella spinta, il mio busto stava scendendo sempre di più verso il letto e man mano che lo faceva la penetrazione risultava sempre più dolorosa; ci volle poco perché mi trovai con la faccia appoggiata di lato sul letto, le gambe piegate e divaricate in modo tale da protendere verso l’alto il mio sedere che era sodomizzato senza più alcun riguardo da Claudio, il quale ora estraeva quasi completamente il suo uccello per riaffondarlo subito in me tanto che potevo sentire i suoi testicoli sbattere sulla zona compresa fra il mio membro e l’ano. Mi mancava il respiro, le fitte di dolore mi costringevano a tenere la bocca costantemente aperta e i versi che vi uscivano erano ormai quasi delle grida. Le mie braccia protratte all’indietro, facevano in modo che le mani potessero raggiungere il sedere ora per divaricare i glutei, ora per scendere ad accarezzare le cosce inguainate nelle calze. Mi sentivo una troia, un uomo mi stava inculando ed io godevo tanto più quanto il mio buco era violentato. La penetrazione di Claudio mi stava letteralmente facendo impazzire, avevo perso la cognizione del tempo, non mi importava più di niente, volevo solo che quella sensazione durasse per sempre.
Neanche farlo apposta, cominciai a sentire i versi di Claudio farsi sempre più forti e strozzati; un suo braccio mi avvolse sotto il busto e mi sollevo di peso, le mie braccia tornarono in avanti e si puntarono sul letto. Ero alla pecorina, Claudio continuava a fottermi e a godere. Sentii brividi per tutto il corpo, dolore e piacere così accentuati che non capivo dove finiva uno e cominciava l’altro; se fosse continuato così a lungo avrei potuto anche perdere i sensi. Ad un certo punto l’uccello di Claudio cominciò a contrarsi in maniera irregolare dentro di me e le mie viscere già calde per l’attrito furono inondate da un liquido denso e bollente; lo sentivo salire lungo l’intestino, farsi strada tra le pareti del mio ano e l’uccello di Claudio per sgorgare all’esterno e scendermi lungo le cosce e sulle calze.

Il movimento di Claudio rallentò progressivamente, come progressivamente diminuiva la rigidità del suo membro. In un ultimo movimento secco lo estrasse da me, trascinandosi dietro un fiotto del suo sperma che sgorgò veloce all’esterno.
Il silenzio avvolgeva la stanza e i nostri corpi sfiancati, io disteso supino e Claudio adagiato sulla schiena accanto a me; rimanemmo lì parecchio tempo in silenzio, immobili. Ad un certo punto io feci per alzarmi e solo allora avvertii quel dolore lancinante che mi attanagliava tutto la parte abusata internamente ed esternamente. Una volta in piedi mossi qualche passo; la mia andatura, già resa difficoltosa dai tacchi alti, non dava adito a dubbi su cosa dovessero aver passato le mie terga. “Forse dovremmo aspettare domani mattina per andare via” disse Claudio con un tono ingenuo che celava una certa malizia. Io mi girai verso di lui e un sorriso complice si fece strada in me.
Ci addormentammo profondamente per almeno un paio di ore ma improvvisamente mi svegliai e una voglia di cazzo nuovamente si fece forte dentro di me. Mi alzai e andai in bagno per prepararmi nuovamente e cercare di sistemarmi per svegliare nuovamente gli istinti di Claudio. Mi portai in bagno la borsa feci una doccia veloce e mi preparai nuovamente con calze grigie velatissime autoreggenti, perizoma grigio, sottana grigia reggiseno di pizzo imbottito in grigio, parrucca con capelli lunghi neri scarpe con tacco 12. Mi truccai nuovamente con rossetto rosso fuoco e tornai in camera. Claudio si svegliò per il rumore e mi osservò sdraiato nel letto. Mi avvicinai lentamente e mi sdraiai al suo fianco e iniziai a giocherellare con il suo cazzo che iniziava a dare qualche timido segno di risveglio. Scesi con il viso ad altezza del suo cazzo e iniziai a leccargli la pelle del corpo intorno al cazzo ma senza prenderglielo in bocca, mi avvicinavo alla punta del suo cazzo ma non la toccavo allungavo la lingua ma non lo sfioravo e a quel punto lui in pochi secondi si eresse in tutto il suo splendore e io non resistendo più glielo presi in bocca lentamente succhiando e facendo roteare la lingua sulla sua cappella. Ogni tanto andavo sotto e gli leccavo le palle per poi tornare su e inghiottirlo nuovamente. Claudio apprezzava molto e si contorceva sul letto oramai il suo cazzo era ai suoi massimi livelli allora mi staccai da lui e mi misi a pancia all’aria. Lui si giro rapidamente prese un cuscino e me lo mise sotto il sedere, mi sfilò il perizoma e poi mi intimo di divaricare le gambe cosa che feci immediatamente prendendomi con le braccia le gambe per tenerle in su e aperte. Eccomi qui a gambe larghe come una vera donna in attesa di prendere nel culo il cazzone del mio uomo. Claudio si mise in ginocchio davanti a me sputò sul mio buchino ancora dilatato per la scopata di tre ore fa e alla fine appoggio il suo cazzo ed entrò piano piano dentro di me riempiendomi tutto il culo. Io me lo stavo assaporando tutto e cercavo di divaricare le gambe il più possibile mentre Claudio iniziò ad aumentare il ritmo sempre di più stantuffandomi a più non posso. Dai troia apri le gambe che ti sbatto come meriti !‼! Si dai cazzone scopami sono la tua troia e cercavo di accompagnare il ritmo dei colpi che mi dava. Stavo godendo da pazzi ma lo volevo ancora più dentro quindi mi sfilai da lui e mi girai a 4 zampe dicendogli “ dai inculami ancora ti prego”. Non si fece pregare appoggio le mani sui miei fianchi e me lo infilò dentro senza troppi complimenti ma non c’erano problemi il mio culo era caldo slabbrato e pronto ad accogliere cazzi anche più grossi del suo. Si mise a spingere forte e io per controbattere i suoi colpi facevo forza sulle mie braccia tese in avanti. Andò avanti per altri 10 minuti quando capii che era arrivato quindi mi girai nuovamente a pancia all’aria mettendo la bocca aperta all’altezza del suo cazzo che iniziò a schizzare caldo sperma sul mio volto, in gola e sul petto. Mi sentivo in estasi un maschio dopo avermi scopato mi stava schizzando addosso e mi sentii una vera cagna in calore ‼. Terminai alzando la testa per succhiargli le ultime gocce di sperma direttamente dal suo cazzo e alla fine mi alzai per andare in bagno a pulirmi il viso. Secondo voi era finita lì ??
Si per quella notta era finita lì la mattina io e Claudio ci salutammo e ci ripromettemmo di rivederci ma senza impegno da ambedue le parti. Io mi ero finalmente tolto lo sfizio di capire come si sente una donna quando viene scopata e mi era piaciuto tantissimo. Non si tratta di essere gay perché a me non piace baciare gli uomini ma mi piace il loro cazzo e mi piace essere scopato ma solo se sono vestito da donna devo sentirmi donna in quel momento e essere vestito da donna mi aiuta ad immedesimarmi.
Adesso in testa mi stava venendo un’altra idea, come si sente una donna che viene scopata da due uomini contemporaneamente?

scritto il
2022-03-08
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