Seduta di Psicanalisi
di
Smithmarcus
genere
dominazione
Michela è un po' nervosa. Ha preso appuntamento da una psicanalista ,la dottoressa Rebecca Rossi, per la prima volta nella sua vita. La dottoressa la riceve nel suo studio.
"Accomodati, Michela..."
"Grazie dottoressa Rossi."
La milf, stupenda come sempre, si accomoda sul lettino della psicanalista, mettendosi subito comoda. Sospira, in evidente imbarazzo.
"Raccontami. Ma solo ciò di cui ti senti di parlare. Nella fase iniziale non forzeremo nulla." le dice la dottoressa per metterla a suo agio.
"Ho un problema, dottoressa."
"Parlamene, senza nessuna paura, Michela."
"Ultimamente mi arrabbio troppo facilmente, non riesco proprio a contenere la mia rabbia."
"Beh, questa è una cosa che può capitare, sai. Bisogna che ci lavoriamo un po', ma non è certo la fine del mondo..."
"No, immagino, ma...in realtà non è solo questo..."
"Oh! Allora, dimmi..."
"Beh, ecco, mi vergogno un po'...Questa rabbia mi porta a litigare. Di brutto, veri e propri scontri fisici..."
"Oddio, questo è grave, può essere molto spiacevole..."
"Lo è. Ma c'è dell'altro ancora."
La dottoressa sgrana gli occhi sorpresa, vorrebbe intervenire, ma ormai Michela è un fiume in piena, e prosegue nella narrazione senza nessun bisogno di stimoli.
"Quando arriviamo allo scontro fisico, e mi è successo con altre donne, io...è come se mi bloccassi. Non riesco...non riesco a..."
"Oh capisco... deve essere terribile – dice in tono compassionevole la dottoressa Rossi, carezzandola – immagino questo ti abbia sottoposto a, ehm, brutte figure..."
"Pessime, dottoressa, vere e proprie umiliazioni. E c'è di peggio..."
"Oddio, dimmi."
"Subire queste umiliazioni, oltre al senso di vergogna si intende, mi causa un piacere fisico sessuale intensamente irresistibile."
"Oh, diamine. – mormora la dottoressa – E questo per una donna della tua bellezza e della tua posizione sociale, deve essere...estremamente imbarazzante."
"Già."
La dottoressa Rebecca Rossi, si abbassa gli occhialini sul naso, e fissa Michela negli occhioni verdi.
"Per capire l'origine di questo problema – le dice – dovrò scavare in fondo. Solo così potremo risolverlo."
"Va bene, dottoressa, faccia tutto ciò che è necessario."
La psicologa abbassa le luci, creando una zona di soffusa penombra, e comincia a usare un tono, molto più lento e suadente.
"Ora io ti parlerò, lentamente, fino a che non cadrai in uno stato di ipnosi. Continuerai a sentirmi, e potrai rispondere alle mie domande, se vorrai, ma ti sentirai come intorpidita, e con grande sonnolenza. Solo così risaliremo alle origini di questa cosa che ti tormenta."
Michela annuisce, rilassandosi.
Il suo respiro si fa più profondo, seguendo il tono caldo della psicologa. La dottoressa Rossi ammira le tettone della donna, sdraiata sul lettino, che si muovono con ritmo lento e regolare attraverso la camicia bianca leggermente sbottonata.
"Bene, Michela...ora sforzati di ricordare, quando eri molto giovane, ragazza...quando è stato la prima volta che hai avuto da ridire, diciamo da litigare con qualche altra ragazza..."
Michela emette un gemito senza rispondere nulla di comprensibile.
"Prova a sforzarti, a ricordare..."
"...huh, sì...avevo 23 anni....non c'erano i miei genitori a casa, e avevo invitato le mie due cugine Ludovica e Roberta, a dormire a casa...un pigiama party, come da abitudine...facevamo le sceme, provando camicie da notte sexy...ridevamo, ma vedevo i loro sguardi che...mi davano fastidio...si soffermavano sul seno, sulla scollatura...loro sono sempre state invidiose delle mie tette grandi e sode...e del tutto naturali...forse perchè loro sono praticamente piatte...hanno cominciato a fare battute del cazzo...battute veramente stupide...e io...sentivo di arrabbiarmi molto..."
"Tutte e due le tue cugine?"
"Soprattutto Ludovica. Roberta invece è molto più tranquillona....quasi timida"
"E cosa ti dicevano?"
"Mi trattavano da puttana...mi dicevano che avrei potuto guadagnare cifre enormi facendo quel mestiere..."
"E queste frasi cosa hanno causato in te?"
"Molta rabbia. Sempre di più..."
"Solo questo?"
"...n-no..."
"E cosa?"
"Anche un pizzico di...eccitazione..."
"Oh, questo non è poi così sorprendente. E poi cos'è successo?"
"Io mi sono infuriata, molto, con Ludovica. Le ho detto di piantarla, di non permettersi mai più di dire certe cose, o l'avrei presa a schiaffi..."
"E?"
"Roberta mi ha detto di stare calma, di non fare così, che stavano scherzando...Allora io mi sono voltata verso di lei, dicendole di farsi gli affari suoi...ero fuori di me..."
"E lì, cos'è successo?"
"Oh...lì, Ludovica è arrivata da dietro...non me l'aspettavo...ho sentito il suo corpo a contatto con la mia schiena...ho pensato fosse pazza...l'avrei presa a calci in culo...ma...mi ha infilato le mani sotto la camicia da notte, stringendomi il seno...mi faceva male, ma mi sentivo come indifesa...nelle sue mani...e questo mi eccitava...ero confusa...Roberta allora si è fatta avanti pure lei, e mi hanno chiuso in un sandwich..."
"Hmm, continua..."
"Volevo liberarmi, ma non ci riuscivo...non ero abbastanza forte...o forse non volevo...quelle due ridevano, e mi toccavano dappertutto, le tette, il culo, le cosce, mi leccavano sul collo e nelle orecchie...ridacchiavano come iene, insultandomi...bloccai i polsi di Roberta, ma nel frattempo da dietro Ludovica mi stimolava i capezzoli, e con le dita da dietro mi penetrava la passera...mi umiliava dicendomi che ero già bagnata come una troia...mi sembrava di impazzire, di esplodere..."
"Ti ha detto che eri bagnata come una troia. E lo eri?"
"...sì....ero fradicia...mi vergognavo da morire...cercai di voltarmi per affrontare Ludovica...ma Roberta iniziò a mordicchiarmi sui capezzoli, il mio punto più sensibile...non capivo più nulla....Ludovica mi bloccava le braccia dietro la schiena, mentre Roberta mi ciucciava i capezzoli e con le dita lunghissime e magre mi penetrava, mi stantuffava di brutto...."
"Santo cielo...e hai resistito?"
"Quasi nulla...ansimavo senza ritegno...meno di trenta secondi e squirtavo come una fontana....che umiliazione...crollai in ginocchio...volevo scomparire..."
"E le tue cugine smisero?"
"No, assolutamente...anzi, visto che ero in ginocchio, mi costrinsero a mettermi a quattro zampe, e mentre ero così ripresero a fottermi con le loro dita, dicendomi cose irripetibili..."
"Cosa ti dicevano, Michela?"
"Ridevano, e mi dicevano di godere, come la troia, figlia di papà che ero, che mi avrebbero munto le tettone fino a farmi uscire latte....ero terrorizzata...ma al tempo stesso mi sentivo come una bambola nelle loro mani...la loro puttana...volevano davvero mungermi quelle due...erano assatanate..."
"E lo hanno fatto?"
"Beh ci hanno provato, e mi hanno fatto malissimo, fino al momento in cui non ho detto che avrei fatto tutto ciò che loro avessero voluto...ero del tutto soggiogata...mi hanno detto di inginocchiarmi davanti a loro completamente nuda, e di toccarmi..."
"E tu lo hai fatto, Michela?"
"Io, io..." balbetta la milf.
Si percepisce l'imbarazzo profondo, le scende anche una lacrima. Ma contemporaneamente a dottoressa Rossi vede che la mano elegante, perfettamente curata, di Michela sbottona i pantaloni e scivola dentro le mutandine. Non crede ai suoi occhi. Allora la aiuta, abbassandoglieli completamente. La mano della stupenda paziente comincia a stimolarsi il clitoride.
"Prosegui, Michela." ordina con tono perentorio la dottoressa.
"Loro erano sedute nel divano, io mi sono...inginocchiata ai loro piedi...ero alla loro mercè, completamente sottomessa....mi mettevano i piedi in faccia, o mi davano calcetti sulle tette, quelle due stronze...e allora io...ho cominciato a...toccarmi....prima in ginocchio, poi sdraiata sotto di loro che mi mettevano i piedi in faccia e sulle tette..."
"E ti piaceva?"
"Oh sì...cioè...era al tempo stesso irresistibilmente eccitante, e profondamente umiliante...ciucciavo i loro alluci senza nessuna dignità, e questo non faceva che eccitarmi di più...ridevano e continuavano a insultarmi...durai pochissimo...in breve raggiunsi l'orgasmo. Di nuovo..."
"Oh...ed è finita così?"
"N-no...per niente...mi hanno fatto accomodare a culo in su sopra le loro ginocchia...e hanno cominciato a sculacciarmi forte...fortissimo...avevo le chiappe rosso fuoco...ed ero ancora più eccitata....Ludovica mi ha appena sfiorato la passera con le dita, e ho goduto per la terza volta...Che vergogna..."
La voce di Michela è sempre più affannosa e sospirata. E' evidente che si sta eccitando senza controllo, con la mano a sfiorarsi il clitoride. La dottoressa potrebbe interromperla, semplicemente risvegliandola dall'ipnosi, ma osserva la sua paziente ormai sull'orlo dell'orgasmo.
Non resiste all'impulso di levarsi le scarpe, e avvicinare i suoi piedini avvolti da collant al viso di Michela, eccitandosi a sua volta. Michela non esita, e comincia a leccarle i piedini. La dottoressa mugola, e rompendo ogni vincolo professionale, infila un piede dentro la camicetta di Michela, stimolandole le tettone con l'alluce. L'altro alluce va direttamente dentro le mutandine della milf, ormai soggiogata.
"Continua il racconto..."
"Io...io...a quel punto è avvenuto il peggio...mi hanno sbattuto schiena a terra...non capivo più neanche cosa stesse succedendo...a turno si sono sedute sulla mia faccia...io..."
"Continua." la dottoressa Rossi è perentoria.
"...ho leccato la passera a tutte e due le mie cugine...mi sono venute in faccia entrambe..."
Michela non resiste più, e viene copiosamente bagnando il lettino della dottoressa Rossi. Senza scomporsi la psicologa si priva delle mutandine, e sale sul lettino anche lei, sedendosi direttamente sulla faccia di Michela. Afferrandole i capelli la costringe a leccarla completamente. La donna estrae la lingua, e senza nessuna resistenza esegue i voleri della dottoressa, lavorandole la passera, già prolifica di umori. La dottoressa è eccitatissima, e naturalmente le viene in bocca dopo pochi secondi.
Dopo essersi goduta l'orgasmo, scende, non prima di essersi pulita la figa con due dita, e di averle infilate completamente in bocca di Michela, costringendola a ciucciarle.
"Il tuo destino è essere una schiava, Michela, non c'è niente da fare." dice, sussurrando all'orecchio della sua paziente. Quindi si ricompone, vestendosi, e riprendendo la sua inappuntabile aria professionale.
Quando schiocca le dita è il segnale per Michela di risvegliarsi dall'ipnosi. La splendida milf sgrana subito gli occhi per la sorpresa.
"C-cosa è successo?" chiede attonita.
"Ti sei un po' agitata, durante la fase di risveglio dei ricordi, cara."
"E lei...non mi ha...fermato?"
"Nooo, assolutamente. Non avrei mai potuto. Dovevamo liberare tutto, affrontare i tuoi demoni, e capire cosa ti portasse a vivere i problemi attuali."
"E...ha capito qualcosa, dottoressa?"
"Oh sì direi di sì. Il problema ha radici molto profonde, dovremo fare molte sedute per...estirparlo."
"Come ritiene meglio, dottoressa. Sono disposta a tutto..."
"Bene, Michela, stai affrontando la situazione proprio nel modo giusto. Ci rivediamo martedì prossimo, sono sicura che sarà una seduta molto proficua."
"Grazie, dottoressa, grazie di cuore..."
smithmarcus@yahoo.com
"Accomodati, Michela..."
"Grazie dottoressa Rossi."
La milf, stupenda come sempre, si accomoda sul lettino della psicanalista, mettendosi subito comoda. Sospira, in evidente imbarazzo.
"Raccontami. Ma solo ciò di cui ti senti di parlare. Nella fase iniziale non forzeremo nulla." le dice la dottoressa per metterla a suo agio.
"Ho un problema, dottoressa."
"Parlamene, senza nessuna paura, Michela."
"Ultimamente mi arrabbio troppo facilmente, non riesco proprio a contenere la mia rabbia."
"Beh, questa è una cosa che può capitare, sai. Bisogna che ci lavoriamo un po', ma non è certo la fine del mondo..."
"No, immagino, ma...in realtà non è solo questo..."
"Oh! Allora, dimmi..."
"Beh, ecco, mi vergogno un po'...Questa rabbia mi porta a litigare. Di brutto, veri e propri scontri fisici..."
"Oddio, questo è grave, può essere molto spiacevole..."
"Lo è. Ma c'è dell'altro ancora."
La dottoressa sgrana gli occhi sorpresa, vorrebbe intervenire, ma ormai Michela è un fiume in piena, e prosegue nella narrazione senza nessun bisogno di stimoli.
"Quando arriviamo allo scontro fisico, e mi è successo con altre donne, io...è come se mi bloccassi. Non riesco...non riesco a..."
"Oh capisco... deve essere terribile – dice in tono compassionevole la dottoressa Rossi, carezzandola – immagino questo ti abbia sottoposto a, ehm, brutte figure..."
"Pessime, dottoressa, vere e proprie umiliazioni. E c'è di peggio..."
"Oddio, dimmi."
"Subire queste umiliazioni, oltre al senso di vergogna si intende, mi causa un piacere fisico sessuale intensamente irresistibile."
"Oh, diamine. – mormora la dottoressa – E questo per una donna della tua bellezza e della tua posizione sociale, deve essere...estremamente imbarazzante."
"Già."
La dottoressa Rebecca Rossi, si abbassa gli occhialini sul naso, e fissa Michela negli occhioni verdi.
"Per capire l'origine di questo problema – le dice – dovrò scavare in fondo. Solo così potremo risolverlo."
"Va bene, dottoressa, faccia tutto ciò che è necessario."
La psicologa abbassa le luci, creando una zona di soffusa penombra, e comincia a usare un tono, molto più lento e suadente.
"Ora io ti parlerò, lentamente, fino a che non cadrai in uno stato di ipnosi. Continuerai a sentirmi, e potrai rispondere alle mie domande, se vorrai, ma ti sentirai come intorpidita, e con grande sonnolenza. Solo così risaliremo alle origini di questa cosa che ti tormenta."
Michela annuisce, rilassandosi.
Il suo respiro si fa più profondo, seguendo il tono caldo della psicologa. La dottoressa Rossi ammira le tettone della donna, sdraiata sul lettino, che si muovono con ritmo lento e regolare attraverso la camicia bianca leggermente sbottonata.
"Bene, Michela...ora sforzati di ricordare, quando eri molto giovane, ragazza...quando è stato la prima volta che hai avuto da ridire, diciamo da litigare con qualche altra ragazza..."
Michela emette un gemito senza rispondere nulla di comprensibile.
"Prova a sforzarti, a ricordare..."
"...huh, sì...avevo 23 anni....non c'erano i miei genitori a casa, e avevo invitato le mie due cugine Ludovica e Roberta, a dormire a casa...un pigiama party, come da abitudine...facevamo le sceme, provando camicie da notte sexy...ridevamo, ma vedevo i loro sguardi che...mi davano fastidio...si soffermavano sul seno, sulla scollatura...loro sono sempre state invidiose delle mie tette grandi e sode...e del tutto naturali...forse perchè loro sono praticamente piatte...hanno cominciato a fare battute del cazzo...battute veramente stupide...e io...sentivo di arrabbiarmi molto..."
"Tutte e due le tue cugine?"
"Soprattutto Ludovica. Roberta invece è molto più tranquillona....quasi timida"
"E cosa ti dicevano?"
"Mi trattavano da puttana...mi dicevano che avrei potuto guadagnare cifre enormi facendo quel mestiere..."
"E queste frasi cosa hanno causato in te?"
"Molta rabbia. Sempre di più..."
"Solo questo?"
"...n-no..."
"E cosa?"
"Anche un pizzico di...eccitazione..."
"Oh, questo non è poi così sorprendente. E poi cos'è successo?"
"Io mi sono infuriata, molto, con Ludovica. Le ho detto di piantarla, di non permettersi mai più di dire certe cose, o l'avrei presa a schiaffi..."
"E?"
"Roberta mi ha detto di stare calma, di non fare così, che stavano scherzando...Allora io mi sono voltata verso di lei, dicendole di farsi gli affari suoi...ero fuori di me..."
"E lì, cos'è successo?"
"Oh...lì, Ludovica è arrivata da dietro...non me l'aspettavo...ho sentito il suo corpo a contatto con la mia schiena...ho pensato fosse pazza...l'avrei presa a calci in culo...ma...mi ha infilato le mani sotto la camicia da notte, stringendomi il seno...mi faceva male, ma mi sentivo come indifesa...nelle sue mani...e questo mi eccitava...ero confusa...Roberta allora si è fatta avanti pure lei, e mi hanno chiuso in un sandwich..."
"Hmm, continua..."
"Volevo liberarmi, ma non ci riuscivo...non ero abbastanza forte...o forse non volevo...quelle due ridevano, e mi toccavano dappertutto, le tette, il culo, le cosce, mi leccavano sul collo e nelle orecchie...ridacchiavano come iene, insultandomi...bloccai i polsi di Roberta, ma nel frattempo da dietro Ludovica mi stimolava i capezzoli, e con le dita da dietro mi penetrava la passera...mi umiliava dicendomi che ero già bagnata come una troia...mi sembrava di impazzire, di esplodere..."
"Ti ha detto che eri bagnata come una troia. E lo eri?"
"...sì....ero fradicia...mi vergognavo da morire...cercai di voltarmi per affrontare Ludovica...ma Roberta iniziò a mordicchiarmi sui capezzoli, il mio punto più sensibile...non capivo più nulla....Ludovica mi bloccava le braccia dietro la schiena, mentre Roberta mi ciucciava i capezzoli e con le dita lunghissime e magre mi penetrava, mi stantuffava di brutto...."
"Santo cielo...e hai resistito?"
"Quasi nulla...ansimavo senza ritegno...meno di trenta secondi e squirtavo come una fontana....che umiliazione...crollai in ginocchio...volevo scomparire..."
"E le tue cugine smisero?"
"No, assolutamente...anzi, visto che ero in ginocchio, mi costrinsero a mettermi a quattro zampe, e mentre ero così ripresero a fottermi con le loro dita, dicendomi cose irripetibili..."
"Cosa ti dicevano, Michela?"
"Ridevano, e mi dicevano di godere, come la troia, figlia di papà che ero, che mi avrebbero munto le tettone fino a farmi uscire latte....ero terrorizzata...ma al tempo stesso mi sentivo come una bambola nelle loro mani...la loro puttana...volevano davvero mungermi quelle due...erano assatanate..."
"E lo hanno fatto?"
"Beh ci hanno provato, e mi hanno fatto malissimo, fino al momento in cui non ho detto che avrei fatto tutto ciò che loro avessero voluto...ero del tutto soggiogata...mi hanno detto di inginocchiarmi davanti a loro completamente nuda, e di toccarmi..."
"E tu lo hai fatto, Michela?"
"Io, io..." balbetta la milf.
Si percepisce l'imbarazzo profondo, le scende anche una lacrima. Ma contemporaneamente a dottoressa Rossi vede che la mano elegante, perfettamente curata, di Michela sbottona i pantaloni e scivola dentro le mutandine. Non crede ai suoi occhi. Allora la aiuta, abbassandoglieli completamente. La mano della stupenda paziente comincia a stimolarsi il clitoride.
"Prosegui, Michela." ordina con tono perentorio la dottoressa.
"Loro erano sedute nel divano, io mi sono...inginocchiata ai loro piedi...ero alla loro mercè, completamente sottomessa....mi mettevano i piedi in faccia, o mi davano calcetti sulle tette, quelle due stronze...e allora io...ho cominciato a...toccarmi....prima in ginocchio, poi sdraiata sotto di loro che mi mettevano i piedi in faccia e sulle tette..."
"E ti piaceva?"
"Oh sì...cioè...era al tempo stesso irresistibilmente eccitante, e profondamente umiliante...ciucciavo i loro alluci senza nessuna dignità, e questo non faceva che eccitarmi di più...ridevano e continuavano a insultarmi...durai pochissimo...in breve raggiunsi l'orgasmo. Di nuovo..."
"Oh...ed è finita così?"
"N-no...per niente...mi hanno fatto accomodare a culo in su sopra le loro ginocchia...e hanno cominciato a sculacciarmi forte...fortissimo...avevo le chiappe rosso fuoco...ed ero ancora più eccitata....Ludovica mi ha appena sfiorato la passera con le dita, e ho goduto per la terza volta...Che vergogna..."
La voce di Michela è sempre più affannosa e sospirata. E' evidente che si sta eccitando senza controllo, con la mano a sfiorarsi il clitoride. La dottoressa potrebbe interromperla, semplicemente risvegliandola dall'ipnosi, ma osserva la sua paziente ormai sull'orlo dell'orgasmo.
Non resiste all'impulso di levarsi le scarpe, e avvicinare i suoi piedini avvolti da collant al viso di Michela, eccitandosi a sua volta. Michela non esita, e comincia a leccarle i piedini. La dottoressa mugola, e rompendo ogni vincolo professionale, infila un piede dentro la camicetta di Michela, stimolandole le tettone con l'alluce. L'altro alluce va direttamente dentro le mutandine della milf, ormai soggiogata.
"Continua il racconto..."
"Io...io...a quel punto è avvenuto il peggio...mi hanno sbattuto schiena a terra...non capivo più neanche cosa stesse succedendo...a turno si sono sedute sulla mia faccia...io..."
"Continua." la dottoressa Rossi è perentoria.
"...ho leccato la passera a tutte e due le mie cugine...mi sono venute in faccia entrambe..."
Michela non resiste più, e viene copiosamente bagnando il lettino della dottoressa Rossi. Senza scomporsi la psicologa si priva delle mutandine, e sale sul lettino anche lei, sedendosi direttamente sulla faccia di Michela. Afferrandole i capelli la costringe a leccarla completamente. La donna estrae la lingua, e senza nessuna resistenza esegue i voleri della dottoressa, lavorandole la passera, già prolifica di umori. La dottoressa è eccitatissima, e naturalmente le viene in bocca dopo pochi secondi.
Dopo essersi goduta l'orgasmo, scende, non prima di essersi pulita la figa con due dita, e di averle infilate completamente in bocca di Michela, costringendola a ciucciarle.
"Il tuo destino è essere una schiava, Michela, non c'è niente da fare." dice, sussurrando all'orecchio della sua paziente. Quindi si ricompone, vestendosi, e riprendendo la sua inappuntabile aria professionale.
Quando schiocca le dita è il segnale per Michela di risvegliarsi dall'ipnosi. La splendida milf sgrana subito gli occhi per la sorpresa.
"C-cosa è successo?" chiede attonita.
"Ti sei un po' agitata, durante la fase di risveglio dei ricordi, cara."
"E lei...non mi ha...fermato?"
"Nooo, assolutamente. Non avrei mai potuto. Dovevamo liberare tutto, affrontare i tuoi demoni, e capire cosa ti portasse a vivere i problemi attuali."
"E...ha capito qualcosa, dottoressa?"
"Oh sì direi di sì. Il problema ha radici molto profonde, dovremo fare molte sedute per...estirparlo."
"Come ritiene meglio, dottoressa. Sono disposta a tutto..."
"Bene, Michela, stai affrontando la situazione proprio nel modo giusto. Ci rivediamo martedì prossimo, sono sicura che sarà una seduta molto proficua."
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