Seduta di Psicanalisi - 2
di
Smithmarcus
genere
dominazione
"Ciao, Michela."
"Buongiorno, dottoressa."
"Vieni, accomodati."
Michela avanza nello studio della dottoressa Rebecca Rossi, andando a raggiungere senza indugi il lettino sul quale avverrà la seconda seduta di psicanalisi. La psicologa la guarda affabilmente, poggiandole una mano sulla spalla.
"Allora – le dice – come va?"
"Huh, dottoressa, - risponde lei – credo...credo di essere stata un po'...imprudente."
"In che senso, Michela?"
La bella milf socchiude gli occhi verdi, sistemandosi nervosamente i capelli castani. Riordina un attimo le idee.
"Beh, lei mi aveva di non avventurarmi in cose strane..."
"E tu?"
"Io...conosce il Roma HSFC, dottoressa?"
"Non ho idea di cosa sia...un ospedale? Una squadra di calcio?"
"No, no... - sorride Michela – nulla di tutto ciò."
"Spiegami allora."
"E' un acronimo che sta per Roma High Society Fight Club...ha mai visto il film Fight Club?"
"Se non sbaglio quello con Brad Pitt. Dove impiegati e professionisti annoiati si davano appuntamento per picchiarsi senza regole, per dare un senso alle loro giornate e sfogare le loro frustrazioni."
"Sì, ecco, qualcosa del genere...Questa versione è riservata alle donne, e ha un risvolto molto più...erotico."
"In che senso?!" fa la dottoressa sempre più incuriosita.
"E' un club, dove si danno appuntamento per combattere donne di alto lignaggio, manager, e quant'altro, normalmente per regolare conti in amore, o per litigi di lavoro, o anche semplicemente perchè annoiate hanno voglia di un diversivo tra una pista di coca e un'altra...c'è un po' di tutto."
"Davvero? Interessante."
"Beh, lo hanno fatto a Roma, in modo che nella grande città è più facile passare inosservati, ma oltretutto chi vuole può lottare indossando una elegante mascherina in seta o pizzo. Ce n'è di tutti i generi..."
"E...cosa c'è di erotico in ciò? Non capisco."
"...hmm... - dice Michela allargando le braccia – C'è che chi perde è a disposizione di chi vince...E anche di qualche spettatore particolarmente interessato."
"Oddio..."
"Forse è meglio che cominci...dall'inizio."
"Ecco brava. Sono tutta orecchi."
"Io e il mio compagno eravamo a cena con una coppia di nostri amici, Giovanni e Sara, e avevamo anche bevuto un po'. A un certo punto la discussione è caduta sui sogni proibiti di ognuno di noi. Giovanni ha candidamente confessato che il suo desiderio erotico maggiore sarebbe stato vedere sua moglie Sara e me che lottavamo."
"Davvero? Beh, non èuna fantasia così inconsueta. E quale è stata la reazione di tutti voi altri?"
"Sara ha reagito inizialmente infastidita in modo vistoso, Roby, il mio compagno, non ha detto nulla, ma aveva un'espressione molto compiaciuta, mentre io...ehm...mi sono lasciata andare a una leggera provocazione, facendo un po' la sbruffona. Ho detto che avrei battuto facilmente Sara, che era troppo piccola e leggera per me."
"E la tua amica come l'ha presa?"
"Oh, ha detto che secondo lei ero solo una mollacciona tettona, per niente adatta a un vero combattimento."
"Beh, non è andata molto lontana dalla realtà..."
"Ma invece io non ho lasciato perdere, ho insistito sull'essere sicuramente molto più forte di lei...e a quel punto..."
"A quel punto?" la psicologa era decisamente incuriosita.
"Giovanni ha proposto una sfida fra me e sua moglie al Club di cui le ho parlato prima...Sara lo ha fulminato con lo sguardo, ma poi ha accettato, non voleva sembrare di essere proprio lei a tirarsi indietro."
"E tu?"
"Io ho chiesto a Roby se potessi, se la cosa non gli desse fastidio, ma lui non ha fatto una piega... e quindi ho accettato."
"Un po' imprudente, tutto considerato, no?"
"Ma, dottoressa, la prima seduta che avevamo fatto, mi aveva dato già una grande fiducia..."
"Bene. Continua."
"Arriviamo al club, e ci cambiamo. Lì non lasciano nulla al caso. Il look è curatissimo, perchè anche l'occhio vuole la sua parte. La mia divisa era uno striminzito bikini nero, con cui facevo una splendida figura, devo dire. Roby e Giovanni mi guardavano estasiati, quei due maiali. Saretta, nella parte della brava signorina, aveva un completo intimo in pizzo bianco. Stava molto bene anche lei. E' piccolina, ma fatta bene, ha un corpo piuttosto sexy. Abbiamo indossato i guantoni da boxe, e naturalmente le maschere per salvare la privacy. Ci avrebbero riconosciute solo i nostri partner."
"Già, almeno quello...E poi?"
"Siamo entrate nella arena del combattimento. Anche quella aveva uno stile elegantissimo. Tappeto morbido in gomma, luce soffusa, quattro candele negli angoli, e due file di gradoni per il pubblico...era terribile essere mezza nuda davanti a tutti quegli occhi..."
"E ti eccitava questo, Michela?"
"...huuuh...m-molto...avevo voglia di esibirmi...ma avevo anche voglia di scopare...mi veniva quasi da toccarmi a questi pensieri...davanti a me c'era però la mia avversaria..."
"E lei che pensieri ti causava?"
"Oh, solo rabbia. La guardavo negli occhi attraverso la maschera, e capivo che provasse sentimenti negativi nei miei confronti...secondo me, mi odiava perchè entravo nelle fantasie sessuali di suo marito..."
"E' possibile in effetti."
"Giovanni e Roby erano seduti in primissima fila, e ci incitavano. Pensavano di essere allo stadio, che schifosi."
"Sì, gli uomini a volte si trasformano in bestie. E poi come è andata?"
"Ecco, io..."
"Su, Michela, confessa...tanto posso già immaginare."
"Al suono del gong quella stronza, bassottina come è, si trovava già all'altezza giusta, e mi ha colpito senza preavviso con un montante in pieno nella passera. All'impatto del guantone sulle parti intime ho sentito una scossa fortissima, di dolore e anche di piacere. Ho urlato...che vergogna, dottoressa...sentivo le gambe molli...poi, mi ha colpito di nuovo nello stesso punto...sentivo dolore, ma più che altro che stavo letteralmente per venire...sono crollata in ginocchio...ai piedi di quella stronzetta...ansimavo, più per il piacere che per il dolore..."
"Oddio, che disastro. Immagino però che spettacolo per il pubblico presente. E poi cosa hai fatto?"
"Guardavo Roby...lui mi incitava a reagire...ma non riuscivo a fare nulla...ero completamente in stato confusionale...volevo solo che mi colpisse ancora...per farmi godere..."
"Già, capisco. E lo ha fatto?"
"N-no, non subito almeno...quella piccola troietta si è sfilata i guantoni, mi è venuta alle spalle, e mi ha slacciato il reggiseno...avvolgendomelo al collo...che stronza! Mi sembrava volesse soffocarmi...ora sentivo il respiro mancare, e tutti gli sguardi sul mio seno...mi creda dottoressa, le mie tette sono incredibili, grosse, piene....stupende."
"Si vede, Michela, anche attraverso la camicia."
"Oh, d-davvero dottoressa?"
"Decisamente sì. E lì come ti sei sentita?"
"Perduta. Respiravo a fatica, ma sentire tutti gli sguardi di quelle persone mi causava uno stimolo sessuale irrefrenabile...Sara mi stringeva il reggiseno al collo, dicendomi quanto fossi troia, e quanto mi piaceva fare vedere le mie tettone a tutti...aveva...aveva ragione dottoressa...sentivo gocciolare in mezzo alle cosce..."
"Lo so, Michela, hai un lato fortemente esibizionista nel tuo carattere. Ma continua, la tua amica cosa ti ha fatto quindi?"
"Mi ha scaraventato a terra. A pancia in giù...mi schiacciava col piede tenendomi premuta al pavimento...non riuscivo più a fare nulla...Saretta sollevava le braccia al cielo in trionfo...si rivolgeva a Giovanni chiedendogli se nella sua fantasia sessuale questo fosse il finale che lui aveva immaginato...e a Roby dicendogli se sapeva con quale razza di pappamolla figlia di papà si fosse messo...ero disperata, e disperatamente eccitata...sbattevo la mano a terra per arrendermi...ma quella odiosa...oh non mi ci faccia pensare dottoressa..."
"Dimmi pure tutto, Michela."
"Quella stronza mi ha messo il piede in testa obbligandomi a leccare il pavimento...diceva di farlo se no mi avrebbe schiacciato la testa...ho avuto paura, ma questo non faceva che eccitarmi di più...ho leccato il pavimento, che schifo...e poi ho leccato anche i suoi piedi, chiedendole pietà..."
"Spero sia finita lì, Michela." dice in tono affabile la psicologa, alzandosi e poggiando entrambe le mani sulle spalle della donna, sconfortata dal racconto.
"Beh, è entrato un signore vestito in abito elegantissimo, doveva essere l'arbitro, e l'ha proclamata vincitrice...Ma come detto, al Fight Club c'è una penitenza da pagare...Infatti Sara mi ha afferrato per la coda, tirandomi su a carponi...ero alla sua mercè...abbiamo incrociato lo sguardo, e ho potuto vedere quanto stesse godendo a umiliarmi...forse pari a quanto stessi godendo io a essere umiliata..."
"Già. E poi cos'è successo...raccontami." la dottoressa sussurra quasi amorevolmente all'orecchio di Michela.
"Sara mi ha trascinato nel privè, facendomi camminare a quattro zampe come un cane...che dolore, le ginocchia mi facevano un male da morire...ma non era la cosa peggiore...ci aspettavano i nostri due compagni...Roby aveva lo sguardo deluso e severo...Giovanni invece gongolava..."
"Il tuo compagno era arrabbiato?"
"Sembrava, ma solo inizialmente...poi Sara mi ha chiarito che lo avevo fortemente deluso, e che avrei dovuto farmi perdonare...non capivo cosa intendesse, ma poi gli ha slacciato i pantaloni, e abbassato i boxer...aveva il cazzo del tutto in tiro, il maledetto...si fingeva deluso, o magari lo era davvero, ma di sicuro non disdegnava affatto quello che mi stava succedendo...quella stronzetta mi ha costretta a prendermi il suo cazzo tutto in bocca, insultandomi pure..."
"Immagino che sia stato molto umiliante essere costretta da una tua amica a fare un servizio orale al proprio marito, no, Michela?"
"S-sì, dottoressa, ma...è stato ancora più umiliante quanto è seguito dopo..."
"Cioè?" il tono della psicologa sembra quasi impaziente.
"Sara mi ha sfilato il perizoma...ha indossato uno strap-on...uno strap-on bello grosso, oltretutto, e si è sdraiata sotto di me, che ero posizionata a carponi...sentivo il suo corpo sudato sotto il mio, le sue tettine che strusciavano con le mie...mi ha stretto le braccia attorno al torace, tenendomi incollata a sè...che schifo...e poi mi ha penetrato..."
"Cioè, vuoi dirmi che mentre facevi un pompino al tuo uomo, la tua amica ha cominciato a fotterti?" sbotta la dottoressa Rossi.
"E-esatto dottoressa, non avrei saputo dirlo meglio...sentivo il piacere da tutte le parti...erano vere e proprie scosse che andavano in tutto il corpo...oltretutto Saretta è più piccolina di me e mi scivolava sotto, portando la bocca sui miei capezzoli...oddio, dottoressa, me li ciucciava e mordicchiava divinamente...non riuscivo a bloccarmi...avevo orgasmi multipli consecutivi...urlavo di piacere come una troia...ne ho troppa vergogna..." dice Michela, arrossendo in volto e abbassando lo sguardo a terra. La dottoressa Rossi invece sembra quasi seccata, non dice nulla.
"N-non è finita, dottoressa..."
"Cosa è successo ancora?" dice la psicologa con tono severo.
"Giovanni...senza dire nulla, era eccitato anche lui come una bestia...e mentre sua moglie mi fotteva la passera...senza nessuna pietà si è appoggiato sopra di me e mi ha penetrato il culo..."
"Oddio...e come è stato?"
"Terribile...cioè terribilmente eccitante...ero completamente groggy, devastata in ogni senso...continuavo ad avere orgasmi senza riuscire a fermarmi...sentivo di non avere più nessuna energia...nessun controllo su me stessa...mi usavano come il loro giocattolo sessuale...li ho sentiti godere, quei due maiali, e venirmi addosso copiosamente...a quel punto credo di avere perso i sensi, sfinita, o di essermi addormentata...non ricordo...Sara deva avere continuato a scoparseli tutti e due per tutto il resto della notte, maledetta puttanella...ma io ero distrutta, non avevo mai preso tre cazzi insieme, dottoressa..."
"Capisco, Michela." dice in tono solenne la psicologa, passeggiando intorno al lettino dove è distesa le sua paziente. La dottoressa Rossi non dice nulla, assorta in una espressione pensierosa.
"Mi dica qualcosa, dottoressa..." supplica Michela, in completa ansia.
"Sei stata davvero irresponsabile. Lo capisci, Michela?"
"Io...io...sì, in effetti, ma volevo..."
"Zitta. Se vuoi uscire da questa situazione, devi fare ciò che ti dico io. Hai capito?" il tono della dottoressa Rossi è perentorio. Non ammette repliche.
"E...cosa devo fare, dottoressa?"
"Innanzitutto credo che meriti una punizione per questa tua iniziativa sconsiderata di andare al Fight Club. Sei d'accordo?" dice la psicologa fissando intensamente Michela nei suoi occhioni verdi.
"...m-ma dottoressa...io...io..."
"Tu cosa, Michela?" dice la dottoressa, afferrandole un dito della mano, e cominciando a storcerlo.
"Oh no, dottoressa!! no, la prego...mi fa male...."
"Lo so. Inginocchiati, subito."
"Oh sì, dottoressa! Come vuole, ma mi lasci il dito..."piagnucola Michela.
"E' evidente che hai una sindrome esibizionistica-masochistica, è chiaro questo?"
"Sì, dottoressa....aaahhh mi lasci il dito...la supplico..."
La psicologa lascia la presa sul dito indice della bella milf, che la guarda un po' spaventata.
"Per sconfiggerla dobbiamo sovraccaricare i sistemi che collegano dolore e piacere." prosegue la dottoressa Rossi.
"E...e come possiamo fare..."
"Dovremo dare assuefazione al tuo corpo, in modo che sentendo costantemente dolore, non provi più piacere connesso a questo."
"Oddio, dottoressa, farà male?"
"Un po'. - la psicologa ora la comanda a bacchetta - Alzati. E sbottonati la camicetta."
"C-come??" obietta Michela. Ma la dottoressa lascia partire un ceffone che arrossa la guancia della bellissima milf.
"Muoviti."
Sopraffatta e sconvolta, Michela si sbottona la camicia, poggiandola di lato.
"Ora levati il reggiseno."
"Oh no, dottoressa...m-ma che dice..."
E subito segue un altro ceffone. Michela geme. Non avrebbe mai pensato di finire presa a schiaffi dalla sua psicologa. Tuttavia capisce che deve obbedire, e libera le sue meravigliose tettone. La dottoressa si avvicina, girandole intorno. Michela si sente inerme, una volta di più. E ancora una volta non può nascondere che questo la ecciti. La dottoressa Rossi continua a farle giri intorno come uno squalo con la preda. Le passa un'unghia, sfiorandola appena su tutto il torace, il petto e la schiena. I capezzoli di Michela si inturgidiscono inevitabilmente.
"Non si può negare che tu abbia due tette stupende. Le più belle che abbia mai visto..." dice la dottoressa, e accompagna la frase con uno schiaffetto, leggero ma preciso, giusto su uno dei capezzoli. Michela sobbalza gemendo, sente che deve contenere l'eccitazione, si morde un labbro, ansimando.
La dottoressa Rossi però, non ha finito qua. Ed estrae due pinzette legate a una catenella, acquistate in qualche sexy shop.
"Oh Dio, quelle no, dottoressa! La prego!" supplica Michela.
"Pensi che un problema del genere si possa risolvere senza dolore, cara?" le dice avanzando verso di lei. Michela arretra, ma ben presto si trova con le spalle al muro. E la psicologa può tranquillamente fissarle le pinzette ai capezzoli. Michela geme disperata, mordendosi il labbro ancora più forte. Il dolore è intenso, e automaticamente lo stimolo sessuale fortissimo.
"hhhnnnn....f-fanno male, dottoressa...."
"E dimmi, questo ti eccita, Michela?" la incalza la dottoressa, senza darle spazio per fuggire.
"Io...io...." balbetta lei. Ma la psicologa lascia partire uno schiaffetto forte e preciso, proprio sulle tette della milf, che vede letteralmente le stelle.
"Ohhhh...dottoressa...sì, maledizione, sì! Mi sto bagnandoooo...La smetta di trattarmi come una puttana...n-non resistoooohhh..."
La dottoressa prosegue nella sua opera, facendola voltare faccia al muro, e rifilandole tre potenti sculaccioni. Ogni colpo è seguito da un gemito acuto di Michela, già completamente nel pallone.
"Stai godendo, – le sibila all'orecchio la dottoressa Rossi continuando a sculacciarla con forza – vero, puttana?"
"Ohhhh....non si fermi, la prego....non si fermi...."
Al nuovo sculaccione della psicologa arriva subito il primo orgasmo. Michela crolla al tappeto, accasciandosi in ginocchio, ansimando e singhizzando. La dottoressa Rossi scuote la testa quasi con sdegno. E torna a sedersi nella sua scrivania.
"Molto bene, - dice con aria convinta – ora seguiremo questa terapia. Dovrai portare le pinzette sul seno per almeno otto ore al giorno. Lo stimolo continuo, ti leverà la sensibilità che collega dolore e piacere."
"Dice...d-davvero, dottoressa? Farà...malissimo." fa Michela, rialzandosi a fatica. Non si aspettava una cura così traumatica.
"Ma certo, cara. - dice la psicologa carezzandola sul viso – Devi avere solo un po' di pazienza e sopportazione al dolore."
"Come vuole, dottoressa. Mi vergogno un po' a tenere questi cosi sulle tette, per un tempo così lungo."
"Lo so, cara, ma è necessario. Credimi."
"Quando ci rivedremo?" dice la milf risistemandosi reggiseno e camicia. I suoi capezzoli urlano dal dolore. Michela sa bene che il tempo che passerà fino al prossimo appuntamento sarà molto lungo.
"Tra una settimana, tesoro. Martedì prossimo. Vedremo quali e quanti progressi hai fatto..."
smithmarcus97030@yahoo.it
"Buongiorno, dottoressa."
"Vieni, accomodati."
Michela avanza nello studio della dottoressa Rebecca Rossi, andando a raggiungere senza indugi il lettino sul quale avverrà la seconda seduta di psicanalisi. La psicologa la guarda affabilmente, poggiandole una mano sulla spalla.
"Allora – le dice – come va?"
"Huh, dottoressa, - risponde lei – credo...credo di essere stata un po'...imprudente."
"In che senso, Michela?"
La bella milf socchiude gli occhi verdi, sistemandosi nervosamente i capelli castani. Riordina un attimo le idee.
"Beh, lei mi aveva di non avventurarmi in cose strane..."
"E tu?"
"Io...conosce il Roma HSFC, dottoressa?"
"Non ho idea di cosa sia...un ospedale? Una squadra di calcio?"
"No, no... - sorride Michela – nulla di tutto ciò."
"Spiegami allora."
"E' un acronimo che sta per Roma High Society Fight Club...ha mai visto il film Fight Club?"
"Se non sbaglio quello con Brad Pitt. Dove impiegati e professionisti annoiati si davano appuntamento per picchiarsi senza regole, per dare un senso alle loro giornate e sfogare le loro frustrazioni."
"Sì, ecco, qualcosa del genere...Questa versione è riservata alle donne, e ha un risvolto molto più...erotico."
"In che senso?!" fa la dottoressa sempre più incuriosita.
"E' un club, dove si danno appuntamento per combattere donne di alto lignaggio, manager, e quant'altro, normalmente per regolare conti in amore, o per litigi di lavoro, o anche semplicemente perchè annoiate hanno voglia di un diversivo tra una pista di coca e un'altra...c'è un po' di tutto."
"Davvero? Interessante."
"Beh, lo hanno fatto a Roma, in modo che nella grande città è più facile passare inosservati, ma oltretutto chi vuole può lottare indossando una elegante mascherina in seta o pizzo. Ce n'è di tutti i generi..."
"E...cosa c'è di erotico in ciò? Non capisco."
"...hmm... - dice Michela allargando le braccia – C'è che chi perde è a disposizione di chi vince...E anche di qualche spettatore particolarmente interessato."
"Oddio..."
"Forse è meglio che cominci...dall'inizio."
"Ecco brava. Sono tutta orecchi."
"Io e il mio compagno eravamo a cena con una coppia di nostri amici, Giovanni e Sara, e avevamo anche bevuto un po'. A un certo punto la discussione è caduta sui sogni proibiti di ognuno di noi. Giovanni ha candidamente confessato che il suo desiderio erotico maggiore sarebbe stato vedere sua moglie Sara e me che lottavamo."
"Davvero? Beh, non èuna fantasia così inconsueta. E quale è stata la reazione di tutti voi altri?"
"Sara ha reagito inizialmente infastidita in modo vistoso, Roby, il mio compagno, non ha detto nulla, ma aveva un'espressione molto compiaciuta, mentre io...ehm...mi sono lasciata andare a una leggera provocazione, facendo un po' la sbruffona. Ho detto che avrei battuto facilmente Sara, che era troppo piccola e leggera per me."
"E la tua amica come l'ha presa?"
"Oh, ha detto che secondo lei ero solo una mollacciona tettona, per niente adatta a un vero combattimento."
"Beh, non è andata molto lontana dalla realtà..."
"Ma invece io non ho lasciato perdere, ho insistito sull'essere sicuramente molto più forte di lei...e a quel punto..."
"A quel punto?" la psicologa era decisamente incuriosita.
"Giovanni ha proposto una sfida fra me e sua moglie al Club di cui le ho parlato prima...Sara lo ha fulminato con lo sguardo, ma poi ha accettato, non voleva sembrare di essere proprio lei a tirarsi indietro."
"E tu?"
"Io ho chiesto a Roby se potessi, se la cosa non gli desse fastidio, ma lui non ha fatto una piega... e quindi ho accettato."
"Un po' imprudente, tutto considerato, no?"
"Ma, dottoressa, la prima seduta che avevamo fatto, mi aveva dato già una grande fiducia..."
"Bene. Continua."
"Arriviamo al club, e ci cambiamo. Lì non lasciano nulla al caso. Il look è curatissimo, perchè anche l'occhio vuole la sua parte. La mia divisa era uno striminzito bikini nero, con cui facevo una splendida figura, devo dire. Roby e Giovanni mi guardavano estasiati, quei due maiali. Saretta, nella parte della brava signorina, aveva un completo intimo in pizzo bianco. Stava molto bene anche lei. E' piccolina, ma fatta bene, ha un corpo piuttosto sexy. Abbiamo indossato i guantoni da boxe, e naturalmente le maschere per salvare la privacy. Ci avrebbero riconosciute solo i nostri partner."
"Già, almeno quello...E poi?"
"Siamo entrate nella arena del combattimento. Anche quella aveva uno stile elegantissimo. Tappeto morbido in gomma, luce soffusa, quattro candele negli angoli, e due file di gradoni per il pubblico...era terribile essere mezza nuda davanti a tutti quegli occhi..."
"E ti eccitava questo, Michela?"
"...huuuh...m-molto...avevo voglia di esibirmi...ma avevo anche voglia di scopare...mi veniva quasi da toccarmi a questi pensieri...davanti a me c'era però la mia avversaria..."
"E lei che pensieri ti causava?"
"Oh, solo rabbia. La guardavo negli occhi attraverso la maschera, e capivo che provasse sentimenti negativi nei miei confronti...secondo me, mi odiava perchè entravo nelle fantasie sessuali di suo marito..."
"E' possibile in effetti."
"Giovanni e Roby erano seduti in primissima fila, e ci incitavano. Pensavano di essere allo stadio, che schifosi."
"Sì, gli uomini a volte si trasformano in bestie. E poi come è andata?"
"Ecco, io..."
"Su, Michela, confessa...tanto posso già immaginare."
"Al suono del gong quella stronza, bassottina come è, si trovava già all'altezza giusta, e mi ha colpito senza preavviso con un montante in pieno nella passera. All'impatto del guantone sulle parti intime ho sentito una scossa fortissima, di dolore e anche di piacere. Ho urlato...che vergogna, dottoressa...sentivo le gambe molli...poi, mi ha colpito di nuovo nello stesso punto...sentivo dolore, ma più che altro che stavo letteralmente per venire...sono crollata in ginocchio...ai piedi di quella stronzetta...ansimavo, più per il piacere che per il dolore..."
"Oddio, che disastro. Immagino però che spettacolo per il pubblico presente. E poi cosa hai fatto?"
"Guardavo Roby...lui mi incitava a reagire...ma non riuscivo a fare nulla...ero completamente in stato confusionale...volevo solo che mi colpisse ancora...per farmi godere..."
"Già, capisco. E lo ha fatto?"
"N-no, non subito almeno...quella piccola troietta si è sfilata i guantoni, mi è venuta alle spalle, e mi ha slacciato il reggiseno...avvolgendomelo al collo...che stronza! Mi sembrava volesse soffocarmi...ora sentivo il respiro mancare, e tutti gli sguardi sul mio seno...mi creda dottoressa, le mie tette sono incredibili, grosse, piene....stupende."
"Si vede, Michela, anche attraverso la camicia."
"Oh, d-davvero dottoressa?"
"Decisamente sì. E lì come ti sei sentita?"
"Perduta. Respiravo a fatica, ma sentire tutti gli sguardi di quelle persone mi causava uno stimolo sessuale irrefrenabile...Sara mi stringeva il reggiseno al collo, dicendomi quanto fossi troia, e quanto mi piaceva fare vedere le mie tettone a tutti...aveva...aveva ragione dottoressa...sentivo gocciolare in mezzo alle cosce..."
"Lo so, Michela, hai un lato fortemente esibizionista nel tuo carattere. Ma continua, la tua amica cosa ti ha fatto quindi?"
"Mi ha scaraventato a terra. A pancia in giù...mi schiacciava col piede tenendomi premuta al pavimento...non riuscivo più a fare nulla...Saretta sollevava le braccia al cielo in trionfo...si rivolgeva a Giovanni chiedendogli se nella sua fantasia sessuale questo fosse il finale che lui aveva immaginato...e a Roby dicendogli se sapeva con quale razza di pappamolla figlia di papà si fosse messo...ero disperata, e disperatamente eccitata...sbattevo la mano a terra per arrendermi...ma quella odiosa...oh non mi ci faccia pensare dottoressa..."
"Dimmi pure tutto, Michela."
"Quella stronza mi ha messo il piede in testa obbligandomi a leccare il pavimento...diceva di farlo se no mi avrebbe schiacciato la testa...ho avuto paura, ma questo non faceva che eccitarmi di più...ho leccato il pavimento, che schifo...e poi ho leccato anche i suoi piedi, chiedendole pietà..."
"Spero sia finita lì, Michela." dice in tono affabile la psicologa, alzandosi e poggiando entrambe le mani sulle spalle della donna, sconfortata dal racconto.
"Beh, è entrato un signore vestito in abito elegantissimo, doveva essere l'arbitro, e l'ha proclamata vincitrice...Ma come detto, al Fight Club c'è una penitenza da pagare...Infatti Sara mi ha afferrato per la coda, tirandomi su a carponi...ero alla sua mercè...abbiamo incrociato lo sguardo, e ho potuto vedere quanto stesse godendo a umiliarmi...forse pari a quanto stessi godendo io a essere umiliata..."
"Già. E poi cos'è successo...raccontami." la dottoressa sussurra quasi amorevolmente all'orecchio di Michela.
"Sara mi ha trascinato nel privè, facendomi camminare a quattro zampe come un cane...che dolore, le ginocchia mi facevano un male da morire...ma non era la cosa peggiore...ci aspettavano i nostri due compagni...Roby aveva lo sguardo deluso e severo...Giovanni invece gongolava..."
"Il tuo compagno era arrabbiato?"
"Sembrava, ma solo inizialmente...poi Sara mi ha chiarito che lo avevo fortemente deluso, e che avrei dovuto farmi perdonare...non capivo cosa intendesse, ma poi gli ha slacciato i pantaloni, e abbassato i boxer...aveva il cazzo del tutto in tiro, il maledetto...si fingeva deluso, o magari lo era davvero, ma di sicuro non disdegnava affatto quello che mi stava succedendo...quella stronzetta mi ha costretta a prendermi il suo cazzo tutto in bocca, insultandomi pure..."
"Immagino che sia stato molto umiliante essere costretta da una tua amica a fare un servizio orale al proprio marito, no, Michela?"
"S-sì, dottoressa, ma...è stato ancora più umiliante quanto è seguito dopo..."
"Cioè?" il tono della psicologa sembra quasi impaziente.
"Sara mi ha sfilato il perizoma...ha indossato uno strap-on...uno strap-on bello grosso, oltretutto, e si è sdraiata sotto di me, che ero posizionata a carponi...sentivo il suo corpo sudato sotto il mio, le sue tettine che strusciavano con le mie...mi ha stretto le braccia attorno al torace, tenendomi incollata a sè...che schifo...e poi mi ha penetrato..."
"Cioè, vuoi dirmi che mentre facevi un pompino al tuo uomo, la tua amica ha cominciato a fotterti?" sbotta la dottoressa Rossi.
"E-esatto dottoressa, non avrei saputo dirlo meglio...sentivo il piacere da tutte le parti...erano vere e proprie scosse che andavano in tutto il corpo...oltretutto Saretta è più piccolina di me e mi scivolava sotto, portando la bocca sui miei capezzoli...oddio, dottoressa, me li ciucciava e mordicchiava divinamente...non riuscivo a bloccarmi...avevo orgasmi multipli consecutivi...urlavo di piacere come una troia...ne ho troppa vergogna..." dice Michela, arrossendo in volto e abbassando lo sguardo a terra. La dottoressa Rossi invece sembra quasi seccata, non dice nulla.
"N-non è finita, dottoressa..."
"Cosa è successo ancora?" dice la psicologa con tono severo.
"Giovanni...senza dire nulla, era eccitato anche lui come una bestia...e mentre sua moglie mi fotteva la passera...senza nessuna pietà si è appoggiato sopra di me e mi ha penetrato il culo..."
"Oddio...e come è stato?"
"Terribile...cioè terribilmente eccitante...ero completamente groggy, devastata in ogni senso...continuavo ad avere orgasmi senza riuscire a fermarmi...sentivo di non avere più nessuna energia...nessun controllo su me stessa...mi usavano come il loro giocattolo sessuale...li ho sentiti godere, quei due maiali, e venirmi addosso copiosamente...a quel punto credo di avere perso i sensi, sfinita, o di essermi addormentata...non ricordo...Sara deva avere continuato a scoparseli tutti e due per tutto il resto della notte, maledetta puttanella...ma io ero distrutta, non avevo mai preso tre cazzi insieme, dottoressa..."
"Capisco, Michela." dice in tono solenne la psicologa, passeggiando intorno al lettino dove è distesa le sua paziente. La dottoressa Rossi non dice nulla, assorta in una espressione pensierosa.
"Mi dica qualcosa, dottoressa..." supplica Michela, in completa ansia.
"Sei stata davvero irresponsabile. Lo capisci, Michela?"
"Io...io...sì, in effetti, ma volevo..."
"Zitta. Se vuoi uscire da questa situazione, devi fare ciò che ti dico io. Hai capito?" il tono della dottoressa Rossi è perentorio. Non ammette repliche.
"E...cosa devo fare, dottoressa?"
"Innanzitutto credo che meriti una punizione per questa tua iniziativa sconsiderata di andare al Fight Club. Sei d'accordo?" dice la psicologa fissando intensamente Michela nei suoi occhioni verdi.
"...m-ma dottoressa...io...io..."
"Tu cosa, Michela?" dice la dottoressa, afferrandole un dito della mano, e cominciando a storcerlo.
"Oh no, dottoressa!! no, la prego...mi fa male...."
"Lo so. Inginocchiati, subito."
"Oh sì, dottoressa! Come vuole, ma mi lasci il dito..."piagnucola Michela.
"E' evidente che hai una sindrome esibizionistica-masochistica, è chiaro questo?"
"Sì, dottoressa....aaahhh mi lasci il dito...la supplico..."
La psicologa lascia la presa sul dito indice della bella milf, che la guarda un po' spaventata.
"Per sconfiggerla dobbiamo sovraccaricare i sistemi che collegano dolore e piacere." prosegue la dottoressa Rossi.
"E...e come possiamo fare..."
"Dovremo dare assuefazione al tuo corpo, in modo che sentendo costantemente dolore, non provi più piacere connesso a questo."
"Oddio, dottoressa, farà male?"
"Un po'. - la psicologa ora la comanda a bacchetta - Alzati. E sbottonati la camicetta."
"C-come??" obietta Michela. Ma la dottoressa lascia partire un ceffone che arrossa la guancia della bellissima milf.
"Muoviti."
Sopraffatta e sconvolta, Michela si sbottona la camicia, poggiandola di lato.
"Ora levati il reggiseno."
"Oh no, dottoressa...m-ma che dice..."
E subito segue un altro ceffone. Michela geme. Non avrebbe mai pensato di finire presa a schiaffi dalla sua psicologa. Tuttavia capisce che deve obbedire, e libera le sue meravigliose tettone. La dottoressa si avvicina, girandole intorno. Michela si sente inerme, una volta di più. E ancora una volta non può nascondere che questo la ecciti. La dottoressa Rossi continua a farle giri intorno come uno squalo con la preda. Le passa un'unghia, sfiorandola appena su tutto il torace, il petto e la schiena. I capezzoli di Michela si inturgidiscono inevitabilmente.
"Non si può negare che tu abbia due tette stupende. Le più belle che abbia mai visto..." dice la dottoressa, e accompagna la frase con uno schiaffetto, leggero ma preciso, giusto su uno dei capezzoli. Michela sobbalza gemendo, sente che deve contenere l'eccitazione, si morde un labbro, ansimando.
La dottoressa Rossi però, non ha finito qua. Ed estrae due pinzette legate a una catenella, acquistate in qualche sexy shop.
"Oh Dio, quelle no, dottoressa! La prego!" supplica Michela.
"Pensi che un problema del genere si possa risolvere senza dolore, cara?" le dice avanzando verso di lei. Michela arretra, ma ben presto si trova con le spalle al muro. E la psicologa può tranquillamente fissarle le pinzette ai capezzoli. Michela geme disperata, mordendosi il labbro ancora più forte. Il dolore è intenso, e automaticamente lo stimolo sessuale fortissimo.
"hhhnnnn....f-fanno male, dottoressa...."
"E dimmi, questo ti eccita, Michela?" la incalza la dottoressa, senza darle spazio per fuggire.
"Io...io...." balbetta lei. Ma la psicologa lascia partire uno schiaffetto forte e preciso, proprio sulle tette della milf, che vede letteralmente le stelle.
"Ohhhh...dottoressa...sì, maledizione, sì! Mi sto bagnandoooo...La smetta di trattarmi come una puttana...n-non resistoooohhh..."
La dottoressa prosegue nella sua opera, facendola voltare faccia al muro, e rifilandole tre potenti sculaccioni. Ogni colpo è seguito da un gemito acuto di Michela, già completamente nel pallone.
"Stai godendo, – le sibila all'orecchio la dottoressa Rossi continuando a sculacciarla con forza – vero, puttana?"
"Ohhhh....non si fermi, la prego....non si fermi...."
Al nuovo sculaccione della psicologa arriva subito il primo orgasmo. Michela crolla al tappeto, accasciandosi in ginocchio, ansimando e singhizzando. La dottoressa Rossi scuote la testa quasi con sdegno. E torna a sedersi nella sua scrivania.
"Molto bene, - dice con aria convinta – ora seguiremo questa terapia. Dovrai portare le pinzette sul seno per almeno otto ore al giorno. Lo stimolo continuo, ti leverà la sensibilità che collega dolore e piacere."
"Dice...d-davvero, dottoressa? Farà...malissimo." fa Michela, rialzandosi a fatica. Non si aspettava una cura così traumatica.
"Ma certo, cara. - dice la psicologa carezzandola sul viso – Devi avere solo un po' di pazienza e sopportazione al dolore."
"Come vuole, dottoressa. Mi vergogno un po' a tenere questi cosi sulle tette, per un tempo così lungo."
"Lo so, cara, ma è necessario. Credimi."
"Quando ci rivedremo?" dice la milf risistemandosi reggiseno e camicia. I suoi capezzoli urlano dal dolore. Michela sa bene che il tempo che passerà fino al prossimo appuntamento sarà molto lungo.
"Tra una settimana, tesoro. Martedì prossimo. Vedremo quali e quanti progressi hai fatto..."
smithmarcus97030@yahoo.it
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Seduta di Psicanalisiracconto sucessivo
Seduta di Psicanalisi - 3
Commenti dei lettori al racconto erotico