Solo colleghi
di
kara
genere
etero
Fummo molto chiari l'uno con l'altra. Era rimasta solo una stanza matrimoniale in albergo, ma questo non avrebbe cambiato il nostro rapporto: meno che amici, colleghi. Odiavo l'idea di condividere il letto con lui, nella vita non condividevamo niente se non queste stancanti trasferte di lavoro. Ci mettemmo a letto il più lontano possibile l'uno dall'altra, entrambi di schiena, entrambi con lo smartphone in mano, ognuno nel suo mondo virtuale. Mentre sentivo il sonno arrivare, spensi il mio smartphone e lo appoggiai sul comodino, sentivo i pensieri cedere al sonno, stavo per addormentarmi, quando un desiderio si accese nei miei slip. Cercai di ignorare l'umidità dei miei genitali, si sa, la notte porta strane idee, ma eravamo stati chiari, solo colleghi. I minuti passavano e un formicolio caldo, sempre più intenso si accendeva nella mia testa e tra le mie gambe, mentre cercavo di scacciare quei pensieri e ripetere a me stessa che non sarebbe successo nulla, sentii alzarsi la canotta che avevo indossato per dormire: lui la sentiva, sentiva la mia voglia, sentiva la mia fame. Le sue labbra iniziarono a baciare la mia schiena, lentamente, sensualmente, mentre la mia lubrificazione saliva alle stelle. Stava succedendo davvero. Il suo corpo si strinse al mio e sentii quello che desideravo davvero sentire, il suo membro duro che premeva sul fondo della mia schiena, faceva piccoli sussulti ed ad ognuno di questi diventava più tosto, più caldo, lo sentivo sulla mia schiena e desideravo afferrarlo. Ci afferrammo insieme, lui si aggrappò al mio seno, io presi con vigore quel pene così eretto, lui mi stringeva, io con la mano lo portavo sempre più vicino al mio corpo, iniziai a masturbarlo cercando però di non allontanarlo dal mio corpo, sentivo la cappella gonfia, già umida, che premeva sulla mia schiena, finché non riuscii più a resistere e mi girai cogliendolo di sorpresa e prendendo il suo grosso cazzo duro in bocca. Lo sentivo gemere mentre succhiavo, mentre roteavo la mia lingua intorno a quella cappella larga, poi andai in profondità, lo sentivo in gola, ero totalmente presa, mi sembrava quasi di soffocare e mi piaceva, quando tra le mie gambe si fecero spazio le sue dita. Le sentivo giocare sul mio clitoride, poi piano piano scivolare nella mia vagina così bagnata che lui non resistette ad assaggiare il suo sapore, estraendo le sue dita e portandole alla sua bocca, il mio sapore lo fece impazzire. Quelle dita però non mi bastavano più, la mia vagina era affamata, voleva di più, così pronunciai quelle parole che non avrei mai pensato di dire quella notte: voglio sentirlo tutto dentro, ora. Lui mi prese, mi girò e vedendo la mia vagina così dilatata dall'eccitazione infilò il suo cazzo dentro e iniziò a sbatterlo forte, più lo sbatteva più io chiedevo di sbatterlo, fino a che nella stanza non si sentì solo il rumore ritmato di quella penetrazione così intensa, sentivo di star per venire, sentivo di star per raggiungere il piacere massimo, con la mano destra mi masturbavo, con la sinistra mi mantenevo in equilibrio mentre lui mi reggeva i fianchi e mi scopava forte. Le sue parole: non so se sei protetta, esco? Non farlo ti prego, non farlo. E non lo fece. Raggiunsi un orgasmo così intenso mentre sentivo la sua sborra calda dentro, sentivo il suo pene pulsare e lo sentivo riempirmi, mi sentivo piena, ma non sembrava finire, godetti di ogni goccia di quello sperma caldo dentro di me.
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