Rapporti dalla provincia 4 - Sesso, droga e...
di
lowrise
genere
saffico
La notte era ancora lunga e l’insaziabile Lili, ancora in preda ai fumi dell’alcol e soprattutto allo stato di eccitazione provocato dall’assunzione di un cocktail fatto di spinelli, ecstasy e strisce di coca, fu accontentata più e più volte da Marion e da sua zia Emma, che la possedettero con i loro strapon. Che, però, meno drogate di Lili, non riuscivano a stare dietro alla frenesia della giovane, sempre alla ricerca di qualcosa da mettere nel culo o tra le gambe, in fica. Più passava il tempo e più il desiderio sessuale di Lili aumentava, a tal punto che zia Emma sbottò.
“Adesso ti sistemo io: trovo una che ti fotte come si deve”, disse spazientita Emma mentre si accendeva una sigaretta.
Non riuscì nemmeno a prendere il cellulare dalla tasca del giubbino che Lili le si avventò un’ennesima volta addosso.
“Possiedimi. Possiedimi tutta di nuovo”, le disse ridendo.
Emma, per tutta risposta, assestò dapprima due sberle sulle guance della giovane; poi, visto che Lili non si calmava, strinse le dita della mano e le diede un pugno, in piena faccia, che fece dapprima barcollare Lili, per poi distenderla sul pavimento. La giovane giaceva lì, nuda, sporca, sudata.
“Cazzo, l’ho uccisa!”, disse Emma mentre si chinava verso la nipote.
“Non dire stronzate, puttana! Non vedi che respira ancora”, replicò come se nulla fosse accaduto Marion che, malferma sulle gambe, si diresse verso i jeans gettati in un angolo alla ricerca di uno spinello che, trovatolo, iniziò a fumare nervosamente.
Poi, non contenta, si infilò in fica il vibratore e cominciò dapprima a gemere, per poi godere poco dopo.
“Aiutami, stronza, non vedi che sta male?”, urlò Emma.
“Vai affanculo te e chi ti conosce, sporca puttana”, rispose Marion ridendo.
Emma si diresse allora verso Marion e le due cominciarono a insultarsi pesantemente, per poi giungere alle vie di fatto. Marion iniziò a sputare addosso alla rivale, con sputi che raggiunsero la donna in piena faccia. Emma, per tutta risposta, incazzata come una bestia e come mai prima d’ora, a pochi passi da Marion, dilatò con le mani le sue labbra vaginali e cominciò a urinare con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo. La pioggia dorata bagnò Emma e anche la povera Lili, che giaceva a terra poco distante. Marion, dopo avere dato un ultimo tiro al suo spinello, lo depose sul tavolo e, raggiunta la donna, iniziò a tirarle i capelli. Cosa che fece anche Emma, con la differenza che la donna, riuscì a gettare la ragazza a terra e, prendendola per i capelli, la fece strisciare dapprima con la schiena, poi con la faccia, sul pavimento lercio e intriso di piscio.
“Questo è ciò che ti meriti, lurida porca! E ora leccala tutta, fino all’ultima goccia”, urlò Emma, mentre teneva la ragazza per i capelli a testa in giù.
Marion non si era mai sentita così umiliata e, eccitata come non mai, stava al gioco della rivale. Dopo avere leccato per bene il pavimento, passò a leccare il corpo di Lili, che era ancora bagnato di caldo piscio. Ma, poco dopo, Marion non riuscì a trattenersi e cominciò a ridere di gusto. Tanto che a sua volta iniziò a urinare. Piegò leggermente le gambe e protese in avanti il ventre, mentre con le dita della mano strinse le sue labbra vaginali e indirizzò il getto verso Emma, che si lasciò bagnare. Solo allora Emma capì che Marion stava giocando e si avvicinò alla ragazza, che le continuava a urinare, ora sulle labbra della fica. Le due si toccarono le tette, si strapazzarono i capezzoli, con Emma che insisteva a torturare i piercing di Marion che la eccitavano, e infine si infilarono le dita della mano nelle fiche pulsanti. Emma si lasciò andare a una cura particolare al clitoride di Marion, che risultava trafitto da un piercing, mentre le labbra vaginali avevano un anello per lato. Emma infilò le dita nei due anelli e dilatò per bene le labbra, che erano bagnate, e con la lingua le prosciugò. Poi le due si baciarono sensualmente e il gioco delle loro lingue che si intrecciavano le eccitò enormemente, fino al raggiungimento di un ulteriore orgasmo mentre si continuavano a sditalinare avidamente.
“Non pensi che potremmo farne a meno di questa merda?”, disse Marion guardando il mozzicone di spinello che lentamente si stava consumando sul bordo del tavolo.
“Se lo dici tu, che ti sei fatta tutta la sera con quella roba”, soggiunse Emma ancora in preda all’eccitazione.
“Lo faccio per darmi un tono, un’importanza che nel nostro gruppo di puttanelle è fondamentale. Più lo fai e più sei rispettata, perché capiscono che hanno a che fare con una dura, una che ha il cazzo tra le gambe e non che se lo fa mettere nel culo. Non so se rendo l’idea!”.
“Perfettamente, cazzo. Non pensavo che foste così minchione”.
Lili intanto si stava rialzando, intontita più che mai, ma Emma e Marion non l’aiutarono. Anzi, con i piedi sul ventre la obbligarono a stare a terra. Poi Marion mise una striscia di coca vicino alla ragazza e, assestatole uno schiaffo, le ordinò di sniffare.
“La mia povera nipote, non mi rimarrà mica una puttana per di più drogata?”, disse Emma rivolta a Marion.
“Stai tranquilla, questa merda la danno anche alle bambine. Al massimo la rincoglionisce, poi passa l’effetto”.
Emma si tranquillizzò e si accese una sigaretta.
Nemmeno il tempo di terminarla, alla porta della roulotte si sentono dei colpi.
“Chi cazzo è adesso?”, si domandò Marion mentre si aggiustava il piercing al clitoride.
“Vado io”, disse Emma avvicinandosi all’uscio.
“Come, non ti vesti?”.
“Chi se ne fotte. Se è un bel maschio gli salto addosso e me lo faccio”, disse ridendo la donna mostrando la fica.
Aprì la porta e si parò davanti una ragazzina.
“È qui Marion, vero?”, chiese impaurita.
Emma fece segno di accomodarsi e la ragazza, in lacrime, si avvicinò a Marion e la abbracciò.
“Aiutami, ti prego, ho paura”, le sue poche parole.
Si trattava di una ragazzina, poco più che ventenne. Nicole, questo il suo nome, era alta ed esile, anche se sfoggiava un bel pancione: era infatti incinta.
Il suo aspetto era tale da suscitare l’attenzione di Emma e Lili, perché indossava una giacca di jeans molto consunta e graffitata con numerosi simboli e frasi di sesso esplicito. La giacca era aperta e Nicole metteva in mostra senza pudore due generose tette già piene di latte e ricoperte di tatuaggi. I suoi rossi capezzoli, trafitti da altrettanti piercing, erano bagnati, segno che il latte le sgorgava copioso. Indossava un paio di leggings di finta pelle neri a vita bassa, che mettevano in risalto la sua evidente gravidanza fino all’inizio del pube. Ai piedi un paio di stivali di pelle stile gotico alti fino sopra il ginocchio, sporchi di fango. Nicole si tolse la giacca rimanendo a seno scoperto. Lili, ancora nuda, sembrava essere ipnotizzata da quella visione e non disse una parola, mentre si accendeva una sigaretta per stemperare il suo nervosismo. Nicole la osservò per un attimo e, accennato un sorriso, le chiese una sigaretta.
“Non dovrei, vero?”, disse Nicole.
“Non riesco a farci a meno”, aggiunse la giovane toccandosi i piercing delle tette con entrambe le mani e subito uscì un po’ di latte dai capezzoli turgidi, che la giovane leccò.
Lili squadrò Nicole e sembrò godere di quella visione. La ragazza infatti aveva diversi piercing: sulle labbra, sul naso, agli orecchi, sulle sopracciglia, sulla lingua, perfino alle guance. Nicole si accese la sigaretta offertale da Lili e cominciò a fumare, mentre Lili se la mangiava letteralmente con gli occhi.
“Cosa cazzo sei venuta a fare qui? Non ti è bastato fare i tuoi casini al club?”, la redarguì Marion, mentre sempre nuda le si avvicinava con fare minaccioso.
“Dai, Marion, non vedi che è incinta”, le disse Emma mentre si toglieva il butt plug dal culo.
Ma Marion era incazzata e, alzando la voce, raccontò la storia della giovane puttana. Raccontò di come era giunta al club, di come era stata bene accolta dalla mistress che lo regge e di come lei l’avesse tradita. Per quei suoi lineamenti ancora da teen, la mistress ne voleva fare una delle star dello spettacolo serale con le migliori lesbiche, ma Nicole aveva preferito rifugiarsi nel guadagno immediato e facile, fatto di clienti che pagavano vedere le sue prestazioni sessuali sempre più spinte e sempre più volgari, prima con uomini, con donne, con trans e infine con animali, come cani e cavalli delle vicine fattorie. Ma il peggio doveva arrivare. Nonostante la sua giovane età, Nicole faceva sempre più sesso accompagnando le prestazioni a sbornie con superalcolici e droghe, sempre più pesanti e sempre più spesso, per reggere i ritmi che si era imposta. Come in una spirale senza fine, Nicole non si curava di fare sesso protetto e iniziò a flirtare anche con un fuco. Un fuco, spiegò Marion, è un servo della mistress a cui non è permesso di fare sesso o amore con le ragazze del club.
“Ma lei se ne fotté e si fece fottere dallo stallone fino a rimanere incinta”, si sfogò Marion.
Per la grande rabbia Marion prese un vibratore e se lo infilò così, senza bagnarlo, nella vagina dilatata, suscitando apprensione da parte di Lili, che si offrì di leccarla.
Intanto Nicole aveva terminato la sua sigaretta e dalla tasca del giubbotto estrasse una piccola pipa di vetro, che iniziò a riempire di droga. Era metanfetamina. Poi, come se niente fosse, accese la pipa con l’accendino e attese che la fiamma scaldasse la pipa. Successivamente aspirò più volte quel fumo.
“Dove cazzo te la sei procurata, puttana senza ritegno”, le urlò Marion.
“Anche tu, Marion, per favore, stai rompendo i coglioni da quando è entrata, però. Vai a farti fottere dal tuo fallo e lasciala stare”, le rispose Lili.
Il gelo più totale scese sulle ragazze.
Lili si avvicinò a Nicole che, temendo una reazione scomposta, si prese la testa tra le mani, ma Lili le tenne le mani e, avvicinandosi a lei, la baciò morbosamente sulla bocca.
“Non l’ho mai fatto con una come te”, le disse.
“Una puttana?”.
“No, una incinta”, rispose Lili accarezzandole dolcemente il pancione.
Ma Lili aveva altro per la testa. Prima con una mano, poi con entrambe, palpeggiò le succose tette, fino a quando da uno dei capezzoli fuoriuscì del latte.
“Ne vuoi, non è vero?”, disse provocante la ragazza mentre si masturbava il clitoride infuocato.
“Voglio farti mia”, rispose Lili, che teneva lo sguardo sulla pipa così peccaminosa.
Nicole si distese sul letto e al suo fianco si sedette Lili. Nicole stava fumando e, sorridendo, invitò Lili a prendere la pipa.
“Non la vuoi assaggiare?
“Non vedo l’ora”, rispose Lili, che prese avidamente quell’oggetto.
Dopo avere fumato un po’, quella roba stava producendo i primi effetti. Nicole e Lili erano infatti in uno di euforia e di eccitazione sempre più forti. Si avvicinò anche Marion, non si sa se attratta più dalla droga o dalle due ragazze che avevano cominciato a compiere un atto sessuale saffico. Non seppe resistere e la curiosità la portò ben presto all’estasi più totale e disinibita.
Nicole si mise seduta, con Marion e Lili che si contendevano la sua fica a suon di sonore leccate.
“Stronzette, non ne volete approfittare?”, chiese maliziosamente Nicole mentre si strizzava i capezzoli da cui spruzzava il latte.
“Dai ragazze, fatevi sotto”, disse Emma.
“Non sapete che buono! Quando tua madre era incinta di te ne ho bevuto tanto di latte dai suoi capezzoli, sempre pieni”, aggiunse Emma, che provava il suo godimento mentre si trapanava la mano nella fica nel vedere quella scena.
Il trio inaspettato stava godendo come non mai. Marion da un lato, Lili dall’altro, le due ragazze si trovarono con le loro bocche sopra i capezzoli, da cui era cominciata a sgorgare una succulenta fontana di caldo latte. Non si fecero pregare e si sollazzarono con quel dolce liquido bianco e cremoso. Ogni tanto una di loro smetteva di succhiare e, ancora sporca di latte, si avvicinava a Nicole per un bacio sulla bocca. Quest’ultima, in preda a vette d’orgasmo mai raggiunte prima d’ora, fumando la sua pipa, chiese a Marion di prosciugarle gli umori vaginali che le avevano ormai inondato la fica.
Un’orgia di bollente sesso lesbico si scatenava senza più freni inibitori. Ognuna di loro pensava a godere egoisticamente, ma così facendo il loro atto sessuale era egualmente intenso ed era condiviso dalle altre troiette, che si eccitavano a loro volta. L’insaziabile Lili volle farsi una pipa, che Nicole riempì e accese per lei. Stordita dalla metanfetamina che stava producendo i suoi effetti a ogni boccata di fumo, Lili chiese a Nicole di possederla con lo strapon e, quella porca di ragazza, non resistette alla tentazione e, con il pancione, si gettò sulla giovane per farsela. Le due godettero come troie e, compimento di quell’atto sessuale estremo, Nicole dilatò la vagina e vi riversò il suo caldo latte dentro. Subito Marion si piazzò davanti alla fica di Lili, che leccò avidamente assaporando il latte che si era mescolato con lo squirt della giovane.
“Ti amo alla follia! Ora voglio essere tua”, disse Nicole con ancora Marion che le stava leccando la fica.
Corroborata da nuove energie provenienti dalla droga assunta avidamente, Lili dopo un’ultima boccata, prese lo strapon. Prima di indossarlo Lili si avvicinò a Nicole e la baciò appassionatamente. Le loro lingue si intrecciarono a suggello di un lungo atto d’amore e poterono assaporare fino in fondo i loro umori, accompagnati da ampie volute di fumo, che annebbiarono le loro menti perverse e piene d’amore una verso l’altra. Marion ed Emma rimasero impressionate nel vedere quella scena lesbica ed eccitate da tanto ardore amoroso vollero partecipare producendosi in un 69 carico di erotismo e di sensualità.
Lili, dopo avere leccato lo strapon assieme alla sua amante, se lo indossò, si distese e attese che Nicole si piazzasse sopra di lei. Prima di entrare con il suo membro nelle profondità goduriose della giovane, Lili si trovò faccia a faccia con le succulente tette di Nicole e, strizzati i capezzoli, approfittò per una nuova bevuta di calda bevanda, mentre l’eccitazione della ragazza aumentava.
Nicole strofinò il su pancione sul ventre di Lili, dilatò le labbra vaginali prendendole per i piercing ad anello che le avevano trafitte e si piazzò sul cazzone, che poco dopo scomparve nel suo pozzo senza fine di godimento. Lili iniziò a stantuffarla, dapprima lentamente, poi, sollecitata dal crescente orgasmo di Nicole, sempre più velocemente e sempre più in profondità.
Non ancora soddisfatta, Nicole disse a Lili che voleva essere inculata da quel meraviglioso arnese. Si piazzò alla pecorina e attese che quella minchiona di Lili la raggiungesse da dietro. L’eccitazione per l’inculata si accompagnò a quella nell’osservare i grandi tatuaggi gotici che impreziosivano la schiena e il culo della giovane. Lili prese con entrambe le mani il culetto della giovane amica ed eccitata dallo sfintere che si dilatava in attesa di essere trafitta dallo strapon, bagnò con la saliva il membro di lattice e lo indirizzò all’ingresso del culo. Un colpo, un altro, un terzo e il meraviglioso fallo di Lili si era infilato dentro il buco allargato della piccola Nicole.
Dopo averla posseduta per interminabili minuti di piacere, le amanti si presero le mani a vicenda e si scambiarono effusioni amorose sempre più spinte e a ritmo sempre crescente, fino a raggiungere uno stato d’estasi che sicuramente fu accelerato dalla sostanza della pipa, che le due continuavano a fumare avidamente senza sosta. Le menti e i corpi erano un tutt’uno e nulla sembrava distrarle da quel prolungato atto sessuale senza fine e senza tempo.
La prima a cedere fu Nicole, che in un crescendo di orgasmo e grida di godimento per il cazzo che da tempo la stava possedendo in culo, per lo sforzo cominciò a urinare dapprima con un lieve zampillo, poi sempre più copiosamente. Lili, sempre pronta a godere, non volle perdersi nemmeno una goccia di quella pioggia dorata e si distese sotto Nicole, rimanendo inondata dal caldo piscio che scendeva dalle labbra dilatate della giovane. Verso la fine della pisciata la fica si contrasse una volta, poi una seconda, facendo scendere ancora della bevanda che Lili apprezzava senza fine.
Le due giovani rimasero a 69 e si leccarono avidamente le loro fichette. Poi, avvinghiate in una presa amorosa senza sosta, si rotolarono più volte sul pavimento, così che ora l’una ora l’altra erano nella posizione dominante o da dominata. Prima Lili poi Nicole, le due amanti si scoreggiarono una in faccia all’altra e questa cosa le portò a uno stato di sovraeccitazione. Nicole, pur con il pancione, si sdraiò e attese che la sua Lili le leccasse i due sfinteri di fica e culo, che apparivano dilatati e morbidi. Lili si distese sopra di lei e, prese entrambe le gambe di Nicole, le mise in verticale, per meglio godere.
Pur annebbiata dalla sostanza che stava assumendo senza sosta da un po’, Lili non voleva lasciare quella pipa che le stava procurando tanto godimento e continuò a fumare, offrendo la pipa per un paio di tiri anche a Nicole.
Quando vide la mano sinistra di Nicole avvicinarsi lentamente alla sua tetta. La sua reazione fu un’ennesima e irripetibile bestemmia, che poi accompagnò da altre colorite espressioni.
“Per quelle labbra sfondate di tua madre puttana che ti ha cagato mentre si faceva! Che cazzo di scherzo è questo”, urlò rabbiosamente Lili.
Una grande vedova nera era stata tatuata sulla mano sinistra di Nicole. Le sue dimensioni e i particolari ne facevano un animale ripugnante agli occhi di Lili, che aveva una vera e propria fobia per i ragni. Non soddisfatta di quel risultato, Nicole si era fatta tatuare un altro ragno, sulla spalla destra; questi avvolgeva in un disegno mortale, un teschio con ancora della carne putrefatta addosso. E poi un terzo, sul polpaccio sinistro: qui un grande ragno si avventava e possedeva una giovane che dilatava le sue gambe per ricevere il cazzo dell’animale. Anche questa agli occhi di Lili era una scena disgustosa, tanto che, osservatele per un attimo, ebbe un conato di vomito rigurgitando del cibo.
“Dai, non fare la stronza!”, le disse Nicole con ancora la bocca piena degli umori raccolti nella fica di Lili.
Lili era in un angolo, piegata su se stessa, con ancora dei conati di vomito.
Nicole le si avvicinò e le assestò un calcio allo stomaco.
“Va meglio ora?”, le chiese.
“Cazzo, fa male”.
“Però il vomito si è fermato. Tieni, bevi questo”, le disse Nicole avvicinando un bicchiere con della vodka.
Lili lo bevve tutto d’un fiato e accompagnò l’atto con il caricamento della pipa con altra droga, che la ragazza cominciò a fumare.
Nicole sembrava assatanata e voleva far godere Lili e le altre ragazze che erano rimaste in disparte. Cominciò a masturbarsi freneticamente la fica fino a squirtare il caldo liquido, poi prese un bicchiere e cominciò a spremere prima da una tetta, poi dall’altra: il latte uscì così copioso che la giovane lo riempì in poco tempo. Poi, dallo zainetto tirò fuori un clistere, che riempì con il latte appena munto e caldo delle sue tette.
“Troie che non siete altre, venite a godere il milk party che vi ho preparato”.
A fica all’aria, le ragazze si prepararono per essere penetrate dalla pompa. Perversamente Nicole versò il bianco liquido sia nella fica sia nell’ano di ciascuna di loro, lasciando qualche goccia anche per sé. Poi si avvicinò alla prima di queste, Emma, che appariva la meno goduriosa del quartetto. Nicole si gettò su di lei.
“Ti trovo frigida, cara! Lasciati andare al godimento”.
Poi, cominciò a leccarle dapprima lo sfintere anale, provocandone la dilatazione e la conseguente fuoriuscita di un po’ di latte, che le altre cominciarono a leccare avidamente con la lingua. Non contenta, Nicole passò a torturare prima con la lingua, poi con i denti, le labbra vaginali della povera Emma, che sotto la spinta di un tale assalto provocarono un intenso orgasmo alla donna, che cominciò a squirtare latte frammisto a piscio.
“Non sprecate nemmeno una goccia, puttane. E lasciatemene un po’ per me”, gridò Nicole strizzandosi i capezzoli.
Fu poi la volta di Lili, che non aveva la minima intenzione di lasciare la sua pipa. Nicole le si avventò contro, afferrò i capelli rasta raccolti e vi pisciò sopra. Lili, come se nulla fosse, continuò imperterrita a fumare; poi, guardando inebetita il terzetto che le stava attorno, si masturbò le labbra vaginali fino a provocare la fuoriuscita del latte che conservava al suo interno e tutte le ragazze bevvero alla sua fonte. Nicole porse a Lili un ennesimo spinello, che la ragazza subito acese. Poi avvertì un prurito proprio lì, allo sfintere anale, ma non capiva. Si voltò e vide Nicole, ingrifata come non mai, con indosso il suo strapon, che stava cominciando a trapanarle il culo. Con le mani poste ai lati del culo di Lili, Nicole fece leva sul suo strapon e lo spinse a fondo nello sfintere.
Nicole prese dalle mani di Lili lo spinello e gli diede due tiri; poi lo riconsegnò a Lili, non prima di averla baciata con la lingua e quindi riprese a sfondare lo sfintere di Lili.
Emma e Marion, che avevano goduto della latteria di Nicole, si posero ai lati e, presa una tetta a testa, cominciarono dapprima a spremere i capezzoli, per provocare la successiva fuoriuscita della calda bevanda.
Nel frattempo, Nicole venne una prima volta, e non trattenne il suo liquido caldo, che spruzzò su tutto il culo di Lili; poi sfregò la sua bollente fica sul culetto ancora dilatato di Lili, che a sua volta squirtò sul culo di Marion, che le si era messa alla pecorina davanti a lei.
Nicole, con ancora indosso lo strapon, se lo fece leccare per bene da Emma e subito dopo lo infilò nuovamente nel culo di Lili, che attese il membro alla pecorina. La posa da puttana eccitava Nicole, che senza pensare al suo stato si accese uno spinello per godere di più.
“Che cazzo fai, stronza! Penso che possa bastare per oggi”, le disse Marion togliendole lo spinello dalla bocca.
Nicole non le rispose e senza pensarci si accese un altro spinello mentre continuava a godere dell’inculata della sua amante.
“Vaffanculo, puttana! Poi non lamentarti se stai male”, le disse sempre Marion mentre si fumava lo spinello tolto a Nicole.
“Dai, troia, dai. Fammi godere come una cagna. Fai vedere cosa sai fare”, disse Nicole allargando con le dita delle sue mani le labbra vaginali di Lili.
Quest’ultima, dopo una decina di colpi ben assestati dallo strapon nel suo sfintere, con movimenti del bacino a ritmo sempre maggiore, si fece penetrare in profondità nel culo, gridando e gemendo. Poi fu sopraffatta dal godimento e, prima di venire una seconda volta, presa la sua amante, si lasciò andare a un selvaggio tribbing in cui le fiche delle due si strofinarono fino a venire una sull’altra. Lili si strofinò sul ventre e sulla fica della sua amante, rimanendo a masturbarsi la fica dopo che il suo corpo aveva raggiunto i piercing di Nicole.
“Ti amo e mi fanno andare fuori di testa i tuoi piercing. Magari li potessi avere anch’io”, disse piangendo Lili.
Quelle parole fecero godere Nicole forse anche più del suo ultimo orgasmo. Nicole riempì un bicchiere di vodka e lo offrì a Lili, che lo bevve tutto d’un fiato. Con ancora l’alito pesante per la bevuta del superalcolico, Nicole caricò la pipa e la offrì nuovamente a Lili, che subito aspirò la sostanza che tanto le stava facendo godere. La perversa Nicole aveva delle mire che andavano oltre gli atti sessuali lesbici con Lili e piano piano sarebbe andata a svelare. Dopo avere fatto trangugiare atri bicchieri di vodka alle ragazze e continuato a far fumare la droga con la pipa a Lili, che nel frattempo rigirava le pupille degli occhi, Nicole capì che era giunto il momento di passare all’azione del suo diabolico piano. Senza dire niente, con ancora tra le dita il suo ultimo spinello ormai consumato a metà, la ragazza, con ancora lo squirt che bagnava il corpo di Lili, prese lo zainetto e vi rovistò un attimo. In men che non si dica sul tavolo apparvero degli strumenti chirurgici e vari piercing di diverse misure.
Marion ed Emma, pur annebbiate dall’alcol e dalla droga assunta in maniera minore rispetto a Lili, capirono l’intento e prima Marion poi Emma, che si era gettata sulla fica della nipote per prosciugare il laghetto realizzato da Nicole, indirizzarono un bacio all’indirizzo di quest’ultima, facendole intendere di essere d’accordo.
Mentre Nicole stava preparando il tutto per una serie di piercing da fare a Lili, Marion ed Emma si sollazzavano a vicenda, leccandosi e baciandosi. Il loro gioco erotico raggiunse anche Lili, che ebbe dei sussulti di grande godimento che annunciarono un nuovo intenso orgasmo.
Lili, con ancora la sua pipa in bocca, fu raggiunta da Nicole, che con parole affettuose le stava annunciando la realizzazione del suo grande desiderio. Nicole prese la testa del suo amore e la baciò intensamente. Un attimo dopo pose le labbra della sua vagina dinanzi a Lili, che non aspettava altro se non di baciarla intensamente.
“Amore mio, è giunto il momento che tanto stavi attendendo: farò sul tuo corpo dei meravigliosi piercing. Anche sul clitoride, si affrettò ad aggiungere Nicole toccando i suoi piercing ad anello e divaricando le sue labbra vaginali.
“Fai di me tutto ciò che vuoi. Sono tua!”, fu la risposta di Lili prima di inspirare per l’ennesima volta dalla sua pipa.
“Adesso ti sistemo io: trovo una che ti fotte come si deve”, disse spazientita Emma mentre si accendeva una sigaretta.
Non riuscì nemmeno a prendere il cellulare dalla tasca del giubbino che Lili le si avventò un’ennesima volta addosso.
“Possiedimi. Possiedimi tutta di nuovo”, le disse ridendo.
Emma, per tutta risposta, assestò dapprima due sberle sulle guance della giovane; poi, visto che Lili non si calmava, strinse le dita della mano e le diede un pugno, in piena faccia, che fece dapprima barcollare Lili, per poi distenderla sul pavimento. La giovane giaceva lì, nuda, sporca, sudata.
“Cazzo, l’ho uccisa!”, disse Emma mentre si chinava verso la nipote.
“Non dire stronzate, puttana! Non vedi che respira ancora”, replicò come se nulla fosse accaduto Marion che, malferma sulle gambe, si diresse verso i jeans gettati in un angolo alla ricerca di uno spinello che, trovatolo, iniziò a fumare nervosamente.
Poi, non contenta, si infilò in fica il vibratore e cominciò dapprima a gemere, per poi godere poco dopo.
“Aiutami, stronza, non vedi che sta male?”, urlò Emma.
“Vai affanculo te e chi ti conosce, sporca puttana”, rispose Marion ridendo.
Emma si diresse allora verso Marion e le due cominciarono a insultarsi pesantemente, per poi giungere alle vie di fatto. Marion iniziò a sputare addosso alla rivale, con sputi che raggiunsero la donna in piena faccia. Emma, per tutta risposta, incazzata come una bestia e come mai prima d’ora, a pochi passi da Marion, dilatò con le mani le sue labbra vaginali e cominciò a urinare con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo. La pioggia dorata bagnò Emma e anche la povera Lili, che giaceva a terra poco distante. Marion, dopo avere dato un ultimo tiro al suo spinello, lo depose sul tavolo e, raggiunta la donna, iniziò a tirarle i capelli. Cosa che fece anche Emma, con la differenza che la donna, riuscì a gettare la ragazza a terra e, prendendola per i capelli, la fece strisciare dapprima con la schiena, poi con la faccia, sul pavimento lercio e intriso di piscio.
“Questo è ciò che ti meriti, lurida porca! E ora leccala tutta, fino all’ultima goccia”, urlò Emma, mentre teneva la ragazza per i capelli a testa in giù.
Marion non si era mai sentita così umiliata e, eccitata come non mai, stava al gioco della rivale. Dopo avere leccato per bene il pavimento, passò a leccare il corpo di Lili, che era ancora bagnato di caldo piscio. Ma, poco dopo, Marion non riuscì a trattenersi e cominciò a ridere di gusto. Tanto che a sua volta iniziò a urinare. Piegò leggermente le gambe e protese in avanti il ventre, mentre con le dita della mano strinse le sue labbra vaginali e indirizzò il getto verso Emma, che si lasciò bagnare. Solo allora Emma capì che Marion stava giocando e si avvicinò alla ragazza, che le continuava a urinare, ora sulle labbra della fica. Le due si toccarono le tette, si strapazzarono i capezzoli, con Emma che insisteva a torturare i piercing di Marion che la eccitavano, e infine si infilarono le dita della mano nelle fiche pulsanti. Emma si lasciò andare a una cura particolare al clitoride di Marion, che risultava trafitto da un piercing, mentre le labbra vaginali avevano un anello per lato. Emma infilò le dita nei due anelli e dilatò per bene le labbra, che erano bagnate, e con la lingua le prosciugò. Poi le due si baciarono sensualmente e il gioco delle loro lingue che si intrecciavano le eccitò enormemente, fino al raggiungimento di un ulteriore orgasmo mentre si continuavano a sditalinare avidamente.
“Non pensi che potremmo farne a meno di questa merda?”, disse Marion guardando il mozzicone di spinello che lentamente si stava consumando sul bordo del tavolo.
“Se lo dici tu, che ti sei fatta tutta la sera con quella roba”, soggiunse Emma ancora in preda all’eccitazione.
“Lo faccio per darmi un tono, un’importanza che nel nostro gruppo di puttanelle è fondamentale. Più lo fai e più sei rispettata, perché capiscono che hanno a che fare con una dura, una che ha il cazzo tra le gambe e non che se lo fa mettere nel culo. Non so se rendo l’idea!”.
“Perfettamente, cazzo. Non pensavo che foste così minchione”.
Lili intanto si stava rialzando, intontita più che mai, ma Emma e Marion non l’aiutarono. Anzi, con i piedi sul ventre la obbligarono a stare a terra. Poi Marion mise una striscia di coca vicino alla ragazza e, assestatole uno schiaffo, le ordinò di sniffare.
“La mia povera nipote, non mi rimarrà mica una puttana per di più drogata?”, disse Emma rivolta a Marion.
“Stai tranquilla, questa merda la danno anche alle bambine. Al massimo la rincoglionisce, poi passa l’effetto”.
Emma si tranquillizzò e si accese una sigaretta.
Nemmeno il tempo di terminarla, alla porta della roulotte si sentono dei colpi.
“Chi cazzo è adesso?”, si domandò Marion mentre si aggiustava il piercing al clitoride.
“Vado io”, disse Emma avvicinandosi all’uscio.
“Come, non ti vesti?”.
“Chi se ne fotte. Se è un bel maschio gli salto addosso e me lo faccio”, disse ridendo la donna mostrando la fica.
Aprì la porta e si parò davanti una ragazzina.
“È qui Marion, vero?”, chiese impaurita.
Emma fece segno di accomodarsi e la ragazza, in lacrime, si avvicinò a Marion e la abbracciò.
“Aiutami, ti prego, ho paura”, le sue poche parole.
Si trattava di una ragazzina, poco più che ventenne. Nicole, questo il suo nome, era alta ed esile, anche se sfoggiava un bel pancione: era infatti incinta.
Il suo aspetto era tale da suscitare l’attenzione di Emma e Lili, perché indossava una giacca di jeans molto consunta e graffitata con numerosi simboli e frasi di sesso esplicito. La giacca era aperta e Nicole metteva in mostra senza pudore due generose tette già piene di latte e ricoperte di tatuaggi. I suoi rossi capezzoli, trafitti da altrettanti piercing, erano bagnati, segno che il latte le sgorgava copioso. Indossava un paio di leggings di finta pelle neri a vita bassa, che mettevano in risalto la sua evidente gravidanza fino all’inizio del pube. Ai piedi un paio di stivali di pelle stile gotico alti fino sopra il ginocchio, sporchi di fango. Nicole si tolse la giacca rimanendo a seno scoperto. Lili, ancora nuda, sembrava essere ipnotizzata da quella visione e non disse una parola, mentre si accendeva una sigaretta per stemperare il suo nervosismo. Nicole la osservò per un attimo e, accennato un sorriso, le chiese una sigaretta.
“Non dovrei, vero?”, disse Nicole.
“Non riesco a farci a meno”, aggiunse la giovane toccandosi i piercing delle tette con entrambe le mani e subito uscì un po’ di latte dai capezzoli turgidi, che la giovane leccò.
Lili squadrò Nicole e sembrò godere di quella visione. La ragazza infatti aveva diversi piercing: sulle labbra, sul naso, agli orecchi, sulle sopracciglia, sulla lingua, perfino alle guance. Nicole si accese la sigaretta offertale da Lili e cominciò a fumare, mentre Lili se la mangiava letteralmente con gli occhi.
“Cosa cazzo sei venuta a fare qui? Non ti è bastato fare i tuoi casini al club?”, la redarguì Marion, mentre sempre nuda le si avvicinava con fare minaccioso.
“Dai, Marion, non vedi che è incinta”, le disse Emma mentre si toglieva il butt plug dal culo.
Ma Marion era incazzata e, alzando la voce, raccontò la storia della giovane puttana. Raccontò di come era giunta al club, di come era stata bene accolta dalla mistress che lo regge e di come lei l’avesse tradita. Per quei suoi lineamenti ancora da teen, la mistress ne voleva fare una delle star dello spettacolo serale con le migliori lesbiche, ma Nicole aveva preferito rifugiarsi nel guadagno immediato e facile, fatto di clienti che pagavano vedere le sue prestazioni sessuali sempre più spinte e sempre più volgari, prima con uomini, con donne, con trans e infine con animali, come cani e cavalli delle vicine fattorie. Ma il peggio doveva arrivare. Nonostante la sua giovane età, Nicole faceva sempre più sesso accompagnando le prestazioni a sbornie con superalcolici e droghe, sempre più pesanti e sempre più spesso, per reggere i ritmi che si era imposta. Come in una spirale senza fine, Nicole non si curava di fare sesso protetto e iniziò a flirtare anche con un fuco. Un fuco, spiegò Marion, è un servo della mistress a cui non è permesso di fare sesso o amore con le ragazze del club.
“Ma lei se ne fotté e si fece fottere dallo stallone fino a rimanere incinta”, si sfogò Marion.
Per la grande rabbia Marion prese un vibratore e se lo infilò così, senza bagnarlo, nella vagina dilatata, suscitando apprensione da parte di Lili, che si offrì di leccarla.
Intanto Nicole aveva terminato la sua sigaretta e dalla tasca del giubbotto estrasse una piccola pipa di vetro, che iniziò a riempire di droga. Era metanfetamina. Poi, come se niente fosse, accese la pipa con l’accendino e attese che la fiamma scaldasse la pipa. Successivamente aspirò più volte quel fumo.
“Dove cazzo te la sei procurata, puttana senza ritegno”, le urlò Marion.
“Anche tu, Marion, per favore, stai rompendo i coglioni da quando è entrata, però. Vai a farti fottere dal tuo fallo e lasciala stare”, le rispose Lili.
Il gelo più totale scese sulle ragazze.
Lili si avvicinò a Nicole che, temendo una reazione scomposta, si prese la testa tra le mani, ma Lili le tenne le mani e, avvicinandosi a lei, la baciò morbosamente sulla bocca.
“Non l’ho mai fatto con una come te”, le disse.
“Una puttana?”.
“No, una incinta”, rispose Lili accarezzandole dolcemente il pancione.
Ma Lili aveva altro per la testa. Prima con una mano, poi con entrambe, palpeggiò le succose tette, fino a quando da uno dei capezzoli fuoriuscì del latte.
“Ne vuoi, non è vero?”, disse provocante la ragazza mentre si masturbava il clitoride infuocato.
“Voglio farti mia”, rispose Lili, che teneva lo sguardo sulla pipa così peccaminosa.
Nicole si distese sul letto e al suo fianco si sedette Lili. Nicole stava fumando e, sorridendo, invitò Lili a prendere la pipa.
“Non la vuoi assaggiare?
“Non vedo l’ora”, rispose Lili, che prese avidamente quell’oggetto.
Dopo avere fumato un po’, quella roba stava producendo i primi effetti. Nicole e Lili erano infatti in uno di euforia e di eccitazione sempre più forti. Si avvicinò anche Marion, non si sa se attratta più dalla droga o dalle due ragazze che avevano cominciato a compiere un atto sessuale saffico. Non seppe resistere e la curiosità la portò ben presto all’estasi più totale e disinibita.
Nicole si mise seduta, con Marion e Lili che si contendevano la sua fica a suon di sonore leccate.
“Stronzette, non ne volete approfittare?”, chiese maliziosamente Nicole mentre si strizzava i capezzoli da cui spruzzava il latte.
“Dai ragazze, fatevi sotto”, disse Emma.
“Non sapete che buono! Quando tua madre era incinta di te ne ho bevuto tanto di latte dai suoi capezzoli, sempre pieni”, aggiunse Emma, che provava il suo godimento mentre si trapanava la mano nella fica nel vedere quella scena.
Il trio inaspettato stava godendo come non mai. Marion da un lato, Lili dall’altro, le due ragazze si trovarono con le loro bocche sopra i capezzoli, da cui era cominciata a sgorgare una succulenta fontana di caldo latte. Non si fecero pregare e si sollazzarono con quel dolce liquido bianco e cremoso. Ogni tanto una di loro smetteva di succhiare e, ancora sporca di latte, si avvicinava a Nicole per un bacio sulla bocca. Quest’ultima, in preda a vette d’orgasmo mai raggiunte prima d’ora, fumando la sua pipa, chiese a Marion di prosciugarle gli umori vaginali che le avevano ormai inondato la fica.
Un’orgia di bollente sesso lesbico si scatenava senza più freni inibitori. Ognuna di loro pensava a godere egoisticamente, ma così facendo il loro atto sessuale era egualmente intenso ed era condiviso dalle altre troiette, che si eccitavano a loro volta. L’insaziabile Lili volle farsi una pipa, che Nicole riempì e accese per lei. Stordita dalla metanfetamina che stava producendo i suoi effetti a ogni boccata di fumo, Lili chiese a Nicole di possederla con lo strapon e, quella porca di ragazza, non resistette alla tentazione e, con il pancione, si gettò sulla giovane per farsela. Le due godettero come troie e, compimento di quell’atto sessuale estremo, Nicole dilatò la vagina e vi riversò il suo caldo latte dentro. Subito Marion si piazzò davanti alla fica di Lili, che leccò avidamente assaporando il latte che si era mescolato con lo squirt della giovane.
“Ti amo alla follia! Ora voglio essere tua”, disse Nicole con ancora Marion che le stava leccando la fica.
Corroborata da nuove energie provenienti dalla droga assunta avidamente, Lili dopo un’ultima boccata, prese lo strapon. Prima di indossarlo Lili si avvicinò a Nicole e la baciò appassionatamente. Le loro lingue si intrecciarono a suggello di un lungo atto d’amore e poterono assaporare fino in fondo i loro umori, accompagnati da ampie volute di fumo, che annebbiarono le loro menti perverse e piene d’amore una verso l’altra. Marion ed Emma rimasero impressionate nel vedere quella scena lesbica ed eccitate da tanto ardore amoroso vollero partecipare producendosi in un 69 carico di erotismo e di sensualità.
Lili, dopo avere leccato lo strapon assieme alla sua amante, se lo indossò, si distese e attese che Nicole si piazzasse sopra di lei. Prima di entrare con il suo membro nelle profondità goduriose della giovane, Lili si trovò faccia a faccia con le succulente tette di Nicole e, strizzati i capezzoli, approfittò per una nuova bevuta di calda bevanda, mentre l’eccitazione della ragazza aumentava.
Nicole strofinò il su pancione sul ventre di Lili, dilatò le labbra vaginali prendendole per i piercing ad anello che le avevano trafitte e si piazzò sul cazzone, che poco dopo scomparve nel suo pozzo senza fine di godimento. Lili iniziò a stantuffarla, dapprima lentamente, poi, sollecitata dal crescente orgasmo di Nicole, sempre più velocemente e sempre più in profondità.
Non ancora soddisfatta, Nicole disse a Lili che voleva essere inculata da quel meraviglioso arnese. Si piazzò alla pecorina e attese che quella minchiona di Lili la raggiungesse da dietro. L’eccitazione per l’inculata si accompagnò a quella nell’osservare i grandi tatuaggi gotici che impreziosivano la schiena e il culo della giovane. Lili prese con entrambe le mani il culetto della giovane amica ed eccitata dallo sfintere che si dilatava in attesa di essere trafitta dallo strapon, bagnò con la saliva il membro di lattice e lo indirizzò all’ingresso del culo. Un colpo, un altro, un terzo e il meraviglioso fallo di Lili si era infilato dentro il buco allargato della piccola Nicole.
Dopo averla posseduta per interminabili minuti di piacere, le amanti si presero le mani a vicenda e si scambiarono effusioni amorose sempre più spinte e a ritmo sempre crescente, fino a raggiungere uno stato d’estasi che sicuramente fu accelerato dalla sostanza della pipa, che le due continuavano a fumare avidamente senza sosta. Le menti e i corpi erano un tutt’uno e nulla sembrava distrarle da quel prolungato atto sessuale senza fine e senza tempo.
La prima a cedere fu Nicole, che in un crescendo di orgasmo e grida di godimento per il cazzo che da tempo la stava possedendo in culo, per lo sforzo cominciò a urinare dapprima con un lieve zampillo, poi sempre più copiosamente. Lili, sempre pronta a godere, non volle perdersi nemmeno una goccia di quella pioggia dorata e si distese sotto Nicole, rimanendo inondata dal caldo piscio che scendeva dalle labbra dilatate della giovane. Verso la fine della pisciata la fica si contrasse una volta, poi una seconda, facendo scendere ancora della bevanda che Lili apprezzava senza fine.
Le due giovani rimasero a 69 e si leccarono avidamente le loro fichette. Poi, avvinghiate in una presa amorosa senza sosta, si rotolarono più volte sul pavimento, così che ora l’una ora l’altra erano nella posizione dominante o da dominata. Prima Lili poi Nicole, le due amanti si scoreggiarono una in faccia all’altra e questa cosa le portò a uno stato di sovraeccitazione. Nicole, pur con il pancione, si sdraiò e attese che la sua Lili le leccasse i due sfinteri di fica e culo, che apparivano dilatati e morbidi. Lili si distese sopra di lei e, prese entrambe le gambe di Nicole, le mise in verticale, per meglio godere.
Pur annebbiata dalla sostanza che stava assumendo senza sosta da un po’, Lili non voleva lasciare quella pipa che le stava procurando tanto godimento e continuò a fumare, offrendo la pipa per un paio di tiri anche a Nicole.
Quando vide la mano sinistra di Nicole avvicinarsi lentamente alla sua tetta. La sua reazione fu un’ennesima e irripetibile bestemmia, che poi accompagnò da altre colorite espressioni.
“Per quelle labbra sfondate di tua madre puttana che ti ha cagato mentre si faceva! Che cazzo di scherzo è questo”, urlò rabbiosamente Lili.
Una grande vedova nera era stata tatuata sulla mano sinistra di Nicole. Le sue dimensioni e i particolari ne facevano un animale ripugnante agli occhi di Lili, che aveva una vera e propria fobia per i ragni. Non soddisfatta di quel risultato, Nicole si era fatta tatuare un altro ragno, sulla spalla destra; questi avvolgeva in un disegno mortale, un teschio con ancora della carne putrefatta addosso. E poi un terzo, sul polpaccio sinistro: qui un grande ragno si avventava e possedeva una giovane che dilatava le sue gambe per ricevere il cazzo dell’animale. Anche questa agli occhi di Lili era una scena disgustosa, tanto che, osservatele per un attimo, ebbe un conato di vomito rigurgitando del cibo.
“Dai, non fare la stronza!”, le disse Nicole con ancora la bocca piena degli umori raccolti nella fica di Lili.
Lili era in un angolo, piegata su se stessa, con ancora dei conati di vomito.
Nicole le si avvicinò e le assestò un calcio allo stomaco.
“Va meglio ora?”, le chiese.
“Cazzo, fa male”.
“Però il vomito si è fermato. Tieni, bevi questo”, le disse Nicole avvicinando un bicchiere con della vodka.
Lili lo bevve tutto d’un fiato e accompagnò l’atto con il caricamento della pipa con altra droga, che la ragazza cominciò a fumare.
Nicole sembrava assatanata e voleva far godere Lili e le altre ragazze che erano rimaste in disparte. Cominciò a masturbarsi freneticamente la fica fino a squirtare il caldo liquido, poi prese un bicchiere e cominciò a spremere prima da una tetta, poi dall’altra: il latte uscì così copioso che la giovane lo riempì in poco tempo. Poi, dallo zainetto tirò fuori un clistere, che riempì con il latte appena munto e caldo delle sue tette.
“Troie che non siete altre, venite a godere il milk party che vi ho preparato”.
A fica all’aria, le ragazze si prepararono per essere penetrate dalla pompa. Perversamente Nicole versò il bianco liquido sia nella fica sia nell’ano di ciascuna di loro, lasciando qualche goccia anche per sé. Poi si avvicinò alla prima di queste, Emma, che appariva la meno goduriosa del quartetto. Nicole si gettò su di lei.
“Ti trovo frigida, cara! Lasciati andare al godimento”.
Poi, cominciò a leccarle dapprima lo sfintere anale, provocandone la dilatazione e la conseguente fuoriuscita di un po’ di latte, che le altre cominciarono a leccare avidamente con la lingua. Non contenta, Nicole passò a torturare prima con la lingua, poi con i denti, le labbra vaginali della povera Emma, che sotto la spinta di un tale assalto provocarono un intenso orgasmo alla donna, che cominciò a squirtare latte frammisto a piscio.
“Non sprecate nemmeno una goccia, puttane. E lasciatemene un po’ per me”, gridò Nicole strizzandosi i capezzoli.
Fu poi la volta di Lili, che non aveva la minima intenzione di lasciare la sua pipa. Nicole le si avventò contro, afferrò i capelli rasta raccolti e vi pisciò sopra. Lili, come se nulla fosse, continuò imperterrita a fumare; poi, guardando inebetita il terzetto che le stava attorno, si masturbò le labbra vaginali fino a provocare la fuoriuscita del latte che conservava al suo interno e tutte le ragazze bevvero alla sua fonte. Nicole porse a Lili un ennesimo spinello, che la ragazza subito acese. Poi avvertì un prurito proprio lì, allo sfintere anale, ma non capiva. Si voltò e vide Nicole, ingrifata come non mai, con indosso il suo strapon, che stava cominciando a trapanarle il culo. Con le mani poste ai lati del culo di Lili, Nicole fece leva sul suo strapon e lo spinse a fondo nello sfintere.
Nicole prese dalle mani di Lili lo spinello e gli diede due tiri; poi lo riconsegnò a Lili, non prima di averla baciata con la lingua e quindi riprese a sfondare lo sfintere di Lili.
Emma e Marion, che avevano goduto della latteria di Nicole, si posero ai lati e, presa una tetta a testa, cominciarono dapprima a spremere i capezzoli, per provocare la successiva fuoriuscita della calda bevanda.
Nel frattempo, Nicole venne una prima volta, e non trattenne il suo liquido caldo, che spruzzò su tutto il culo di Lili; poi sfregò la sua bollente fica sul culetto ancora dilatato di Lili, che a sua volta squirtò sul culo di Marion, che le si era messa alla pecorina davanti a lei.
Nicole, con ancora indosso lo strapon, se lo fece leccare per bene da Emma e subito dopo lo infilò nuovamente nel culo di Lili, che attese il membro alla pecorina. La posa da puttana eccitava Nicole, che senza pensare al suo stato si accese uno spinello per godere di più.
“Che cazzo fai, stronza! Penso che possa bastare per oggi”, le disse Marion togliendole lo spinello dalla bocca.
Nicole non le rispose e senza pensarci si accese un altro spinello mentre continuava a godere dell’inculata della sua amante.
“Vaffanculo, puttana! Poi non lamentarti se stai male”, le disse sempre Marion mentre si fumava lo spinello tolto a Nicole.
“Dai, troia, dai. Fammi godere come una cagna. Fai vedere cosa sai fare”, disse Nicole allargando con le dita delle sue mani le labbra vaginali di Lili.
Quest’ultima, dopo una decina di colpi ben assestati dallo strapon nel suo sfintere, con movimenti del bacino a ritmo sempre maggiore, si fece penetrare in profondità nel culo, gridando e gemendo. Poi fu sopraffatta dal godimento e, prima di venire una seconda volta, presa la sua amante, si lasciò andare a un selvaggio tribbing in cui le fiche delle due si strofinarono fino a venire una sull’altra. Lili si strofinò sul ventre e sulla fica della sua amante, rimanendo a masturbarsi la fica dopo che il suo corpo aveva raggiunto i piercing di Nicole.
“Ti amo e mi fanno andare fuori di testa i tuoi piercing. Magari li potessi avere anch’io”, disse piangendo Lili.
Quelle parole fecero godere Nicole forse anche più del suo ultimo orgasmo. Nicole riempì un bicchiere di vodka e lo offrì a Lili, che lo bevve tutto d’un fiato. Con ancora l’alito pesante per la bevuta del superalcolico, Nicole caricò la pipa e la offrì nuovamente a Lili, che subito aspirò la sostanza che tanto le stava facendo godere. La perversa Nicole aveva delle mire che andavano oltre gli atti sessuali lesbici con Lili e piano piano sarebbe andata a svelare. Dopo avere fatto trangugiare atri bicchieri di vodka alle ragazze e continuato a far fumare la droga con la pipa a Lili, che nel frattempo rigirava le pupille degli occhi, Nicole capì che era giunto il momento di passare all’azione del suo diabolico piano. Senza dire niente, con ancora tra le dita il suo ultimo spinello ormai consumato a metà, la ragazza, con ancora lo squirt che bagnava il corpo di Lili, prese lo zainetto e vi rovistò un attimo. In men che non si dica sul tavolo apparvero degli strumenti chirurgici e vari piercing di diverse misure.
Marion ed Emma, pur annebbiate dall’alcol e dalla droga assunta in maniera minore rispetto a Lili, capirono l’intento e prima Marion poi Emma, che si era gettata sulla fica della nipote per prosciugare il laghetto realizzato da Nicole, indirizzarono un bacio all’indirizzo di quest’ultima, facendole intendere di essere d’accordo.
Mentre Nicole stava preparando il tutto per una serie di piercing da fare a Lili, Marion ed Emma si sollazzavano a vicenda, leccandosi e baciandosi. Il loro gioco erotico raggiunse anche Lili, che ebbe dei sussulti di grande godimento che annunciarono un nuovo intenso orgasmo.
Lili, con ancora la sua pipa in bocca, fu raggiunta da Nicole, che con parole affettuose le stava annunciando la realizzazione del suo grande desiderio. Nicole prese la testa del suo amore e la baciò intensamente. Un attimo dopo pose le labbra della sua vagina dinanzi a Lili, che non aspettava altro se non di baciarla intensamente.
“Amore mio, è giunto il momento che tanto stavi attendendo: farò sul tuo corpo dei meravigliosi piercing. Anche sul clitoride, si affrettò ad aggiungere Nicole toccando i suoi piercing ad anello e divaricando le sue labbra vaginali.
“Fai di me tutto ciò che vuoi. Sono tua!”, fu la risposta di Lili prima di inspirare per l’ennesima volta dalla sua pipa.
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