Rapporti dalla provincia 3 - Godiamo insieme

di
genere
saffico

Ancora assetate d’amore, le due amanti si sditalinarono a lungo e a vicenda le loro calde passerine, fino a venire ancora e ancora; poi il sonno colse per prima Lili che, abbracciandosi alla sua Marion, si accoccolò.
“Dammi ancora un po’ le tue fresche tette”, le disse.
La giovane riuscì a darle una breve ripassata con la lingua, poi si addormentò come un sasso. Marion, invece, rimase ancora sveglia. Osservava il suo amore mentre dormiva con la bocca aperta. Avrebbe voluto baciarla ancora, ma non volle svegliare Lili e continuò a masturbarsi la vagina delicatamente. Marion era combattuta, non sapeva come dire a Lili che desiderava fortemente che incontrasse la sua mistress. Ma nelle condizioni in cui si trovava Lili certamente la mistress non l’avrebbe nemmeno degnata di uno sguardo e l’avrebbe cacciata.
Quel tormento non la lasciava dormire, anche se sapeva benissimo come avrebbe dovuto fare. Marion doveva far incontrare la coppia di tatuatori trans che a sua volta l’avevano aiutata quando si era trattato di essere ricevuta da mistress Tanya. Avrebbe accettato quella proposta indecente la sua Lili? Marion nel pieno della notte si alzò e si accese una sigaretta. Nel buio della roulotte guardò la sua Lili che dormiva, nuda, su un fianco. Marion le si avvicinò, ma non ebbe il coraggio di toccarla per paura di svegliarla. Fumando nervosamente, si sedette al suo fianco e si introdusse il dildo nella vagina, contando di placare la sua ansia. La frenesia con la quale infilava e toglieva dalla sua fica il dildo riuscì a distogliere la sua attenzione e a godere con un prolungato squirt. Poi, come se niente fosse, si distese accanto a Lili e la abbracciò per dietro. La calda passera di Marion si strofinò lentamente sul culo di Lili, suscitando in Marion una nuova intensa eccitazione.
La mattina seguente le due giovani si vegliarono una nelle braccia dell’altra, con le fiche che iniziarono a strofinarsi.
“Buongiorno, amore mio”, disse Marion dopo avere baciato la sua Lili con la lingua.
“Ho fatto un sogno, questa notte”, rispose Lili strofinandosi gli occhi.
“Eri seduta accanto a me, ti accendevi una sigaretta e ti masturbavi con il dildo. Poi ti ho sentita venire. Quindi mi hai abbracciato da dietro e l’eccitazione della tua fica ha raggiunto il mio culo”.
“Mi viene da godere al solo pensiero che me lo racconti”, rispose Marion mentre si accendeva la sua prima sigaretta della giornata e si infilava un dito nella fica per iniziare un orgasmo.
“Che cosa c’è, amore mio? Sei diversa questa mattina. Non sei stata contenta di dormire al mio fianco?”, le chiese Lili con le lacrime agli occhi.
Marion si girò dall’altra parte e si morse le labbra mentre nervosamente consumava la sua sigaretta.
“Non posso più tacere, Lili cara. Non posso nasconderti una cosa…”.
“Dimmi amore, farò tutto quello che vuoi”.
Marion prese coraggio e raccontò a Lili cosa aveva in mentre per lei e l’incontro con la coppia di trans.
“Tu vuoi che faccia questo?”, le chiese Lili mentre si sedeva sulla tazza del water per pisciare.
“Come, non ti scandalizza la cosa?”.
“Non se me la chiedi tu. Mi fido di te!”, rispose Lili asciugandosi la vagina con un pezzo di carta igienica.
“Anche se ti chiedessero di fare l’amore con loro?”.
“Perché no, basta che mi allunghino uno dei loro bei cazzi e glielo faccio vedere io come me li spompino per bene”, disse Lili ridendo.
“Attenta, Lili. Quelle vorranno farti anche il culo”, la mise in guardia Marion.
“Parliamoci chiaro: sei stata sverginata anche nel culo, non è vero?”.
“Veramente, no… merda”, rispose Lili arrossendo.
“Come sospettavo, cazzo! Da quando ci conosciamo non hai mai manifestato il desiderio di essere inculata”.
“È un guaio, un bel guaio”, disse Lili.
“Ti prego, voglio che sia tu a sverginarmi il culo”.
“No, pensavo che fosse una di loro a farlo…”.
“Perché mai, sei o non sei il mio amore?”.
“Lili, ho inserito lo strapon in vagina ad altre ragazze, ma ti assicuro che il cazzo in culo è un’altra cosa”.
“Certo, capisco. Va bene, accetto. E quando pensavi di farmi inculare?”.
“Se per te non è un problema pensavo questo pomeriggio, quando il loro negozio di tatuaggi chiude. Ti porterò da loro, poi però te la dovrai cavare da sola”.
“Farò come dici”, rispose secca Lili.
Le due giovani si spogliarono e in silenzio rimasero a fissare i loro bei giovani corpi. Poi si abbracciarono e cominciarono a baciarsi. Le loro bocche e le loro lingue arrivarono in tutti i loro orifizi e il godimento che ebbero fu tale da farle cadere a terra sfinite.
“Ora ci vorrebbe uno dei tuoi cannoni”.
“Dai tirati su con questo”, disse Marion offrendo uno spinello. E vacci piano, questi pestano!”.
“Cazzo, hai ragione! Che goduria, amore”.
Il tempo di qualche tiro e il fumo fece il suo effetto, inibendo i sensi di Lili, che cadde in una sorta di trance amorosa, durante la quale Marion approfittò per mettere a segno il suo piano: abusare di Lili a sua insaputa. Le riempi un bicchiere con un superalcolico e vi aggiunse una polverina, che la giovane bevve avidamente. Poi ne riempì un altro per sé aggiungendovi anche in questo caso della polverina e lo trangugiò d’un fiato.
Le due apparivano sfatte completamente; Lili rideva alternando momenti di pianto e continuava a fumare. Mentre Marion appariva sempre più nervosa. Prese dalla borsetta lo strapon e lo indossò; poi prese con entrambe le mani il culo di Lili, lo allargò, si avvicinò e vi sputò nell’orifizio. Quindi, posta Lili davanti a sé, alla pecorina, le si avvicinò, si accese un nuovo spinello e prese a inserire il nero fallo dello strapon nel culo di Lili.
“Scusa, amore mio, ma lo devo fare”, disse Marion piangendo.
Lili ebbe un momento in cui sembrò realizzare quanto le stava accadendo e gemette di piacere; poi entrò in uno stato di euforia, nel quale cominciò a muovere il suo culo al ritmo dello strapon di Marion. Quest’ultima appariva eccitata come non mai, anche per l’effetto congiunto del cannone, del superalcolico e della misteriosa polverina bianca e, guardando il fallo entrare nello sfintere del suo amore, si mise a pisciarle addosso ritmicamente. Il suo caldo succo fu ben presto accompagnato da quello di Lili, che allargò le gambe per meglio far defluire la pipì che copiosamente le usciva dalla vagina. Due dita di Marion allargarono le labbra vaginali ed entrarono per prelevare un po’ di quella meravigliosa pozione d’amore che si trovava custodita al suo interno.
“Sei una troia!”, riuscì a dire Lili godendo.
Marion ne approfittò per infilare più nelle profondità anali lo strapon, che raggiunse la sua meta tra le grida di dolore miste a piacere di Lili. Non contenta ancora, prese il vibratore che le era accanto e, sfilato per un attimo lo strapon, lo infilò nel culo vigorosamente. Vide che, oltre agli umori anali, lo strumento di piacere aveva racconto sulla sua punta anche dei pezzetti di cacca. Poi, dopo un paio di tiri di spinello, si deliziò dapprima a leccare, poi a ingoiare quel prezioso regalo. Si fece forza e infilò anche lo strapon nello sfintere già posseduto dal vibratore.
Le grida di piacere di Lili si fecero più intense, tanto che Marion temette che il suo amore potesse svenire. Con parole insolitamente gentili la invitò a resistere e accarezzò il suo dolce viso. Poi le offrì il suo spinello e, mentre Lili fumava, Marion le prese i capezzoli, strizzandoli forte. Il suo unico scopo era quello di alleviare il dolore dell’inculata, spostando l’attenzione dal culetto alle piccole e succose tette. Raggiunse ben presto il suo intento, assieme all’orgasmo, che le due amanti accompagnarono con un profluvio di epiteti erotici. La prestazione amorosa stava giungendo al termine ma, inaspettatamente, Lili che sembrava avere subito passivamente quell’atto di sodomia così intenso, si riprese e, volgendo lo sguardo verso Marion, le sputò addosso.
Mentre la saliva colava dal viso di Marion, quest’ultima abbassò lo sguardo: “Me lo merito”, pensò tra sé.
Lili appariva infoiata come non mai e scaricò la tensione accumulata elencando un’irripetibile sequela di bestemmie accompagnata da un’intensa masturbazione delle sue parti intime.
“Sei una puttana! Sei una troia! Cazzo, che goduria infinita che ho provato”, rispose Lili.
“Avvicinati”, le ordinò a Marion.
E, non appena la ragazza lo fece, la investì con un getto di piscia che la investì in pieno volto.
“Così impari. Se sapevo che avrei goduto come una puttana te lo avrei chiesto di farlo prima”, disse Lili riprendendosi e infilandosi tre dita nel culo per assaporare i suoi umori anali.
Poi invitò Marion a leccare le dita e il piacere delle ragazze raggiunse vette mai raggiunte prima.
“Sono contenta che mi abbia inculato tu. Mi hai sverginato l’ultimo buco che ancora possedevo. Ora mi sento veramente realizzata come tuo amore”.
“Mi fa veramente piacere sentirtelo dire. Avevo timore di farlo, ma lo strapon ti ha penetrata come si doveva, con decisione, precisione e passione”.
“Sembrava avessi sempre avuto un cazzo fra le gambe, cara”.
“Sì, tutte le ragazze che ho inculato me l’hanno detto. Si vede che sono un maschio mancato”, disse ridendo Marion agitando lo strapon ancora indosso.
Poi avvicinò lo strapon alla bocca di Lili, che si lasciò andare, leccando e godendo nuovamente dei suoi amorosi umori.
“Com’è che sei così brava con lo strapon?”, le chiese Lili accendendosi una sigaretta.
“Nella comunità della nostra mistress è una pratica comune. Lo possiamo fare tra noi ragazze e anche con i fuchi”, rispose Marion mentre si accarezzava i turgidi capezzoli.
“Chi cazzo sono i fuchi?”.
“Hai ragione. I fuchi sono i nostri servi: la mistress ne possiede molti e tutti devono osservarle assoluta obbedienza. I loro cazzi non possono godere a piacimento le ragazze, a meno che la mistress conceda loro di farlo quando e con chi desidera lei”, rispose Marion mentre incominciava a masturbarsi la vagina.
“Che minchiona la tua mistress. Magari se li tiene tutti per sé”.
“No, al contrario. Lei li considera inferiori e appaga i suoi istinti con il pegging. Se uno di loro sgarra, una di noi, la prescelta, avrà l’onore di incularlo. Ma se lo sgarro è molto grave allora il fuco dovrà subire un’orgia di inculate da tutte noi”.
“Ho un desiderio”, disse Lili.
“Dimmi pure”, le rispose Marion.
“Desidero incularti!”.
“Prendi pure lo strapon, ma prima vieni qui e baciami appassionatamente”.
Le due giovani non riuscirono a nascondere le loro pulsioni amorose e letteralmente si avventarono una sull’altra, finendo per godere con uno splendido sessantanove in cui scaricarono tutti i loro desideri sessuali provenienti dal loro interno. Lili si trovò di fronte il meraviglioso culo di Marion e, preso con entrambe le mani, sembrò volerlo divorare tanta era la foga con cui le sue labbra e la lingua percorrevano tutto il fantastico percorso amoroso lungo lo sfintere anale. Il culo di Marion pulsava al ritmo del suo amore per Lili e quest’ultima si eccitò ulteriormente nel vedere come lo sfintere si dilatava per essere assaporato intensamente. Da parte sua Marion era attratta dalla freschezza della fica di Lili: con due dita le prese le labbra e le dischiuse delicatamente, provocando nella giovane dei sussulti d’orgasmo, accompagnati da un po’ di squirt caldo, che Marion prontamente bevve da quella fonte dorata.
Sfilando delicatamente la sua fica ancora bagnata dalla bocca di Marion, Lili indossò lo strapon e si guardò allo specchio. Tenne in mano quel fallo e simulò l’atto di compiere una sega e agitando avanti e indietro il suo corpo, provocando un’eccitazione indescrivibile. Mentre Lili con una mano continuava nella simulazione, si accese l’ennesima sigaretta e la sua eccitazione crebbe a tal punto che venne una prima volta.
Marion era lì, sul letto, alla pecorina, e attendeva il momento in cui Lili le sarebbe venuta dentro e l’avrebbe posseduta.
“Sei emozionata, non è vero?”, chiese Marion sorridendo mentre si spalmava del gel nello sfintere anale per favorire l’ingresso del fallo.
“Sì, lo sono”, rispose fumando nervosamente Lili.
Giunse il momento in cui Marion, alla pecorina, allargò le gambe offrendo il suo perfetto culo al suo amore. Lili, prima di farlo, giunse dinanzi a Marion e invitò la ragazza a leccare il fallo. Marion cominciò a leccarlo; poi lo prese con una mano e se lo ficcò in bocca e, con un sapiente movimento, lo ingoiò alcune volte, facendo impazzire la piccola Lili, che fremeva osservando la sua ragazza godere e gemere.
“Ficcamelo dentro, ti prego, non resisto più!”, disse Marion tutta bagnata di piaceri.
Lili sembrò esitare un attimo; guardò Marion, avanzò verso di lei con il fallo che dondolava da un lato all’altro e si avvicinò alla giovane. Salita sul letto, Lili osservò che il culo di Marion emanava un forte odore di donna in calore e non seppe resistervi. Prese con entrambe le mani le natiche di Marion e le allargò; questo fece mettere in bella mostra lo sfintere anale della giovane, che la supplicava affinché Lili non si attardasse a introdurre il fallo. Lili, che non aveva mai visto una scena simile, non seppe trattenere alcune bestemmie che nascondevano la sua felicità e, con ancora in mente quello sfintere che la stava attendendo, iniziò a introdurre il fallo.
Ci fu dapprima una certa resistenza all’avanzamento di quel meraviglioso strumento di piacere.
“Entra, sì, dai, tutto… così… così. Mettimelo tutto dentro!”, urlò la ragazza in preda a un anticipo di orgasmo.
Lili a quelle parole si ingrifò e, forzando il buco del suo amore, ottenne la certezza del godimento quando il fallo scomparve alla sua vista. Era lei l’artefice di quell’intenso piacere e la cosa la eccitò una seconda volta. Le due giovani iniziarono una danza fatta di movenze sempre più hard, sempre più peccaminose, sempre più spinte, con le quali provocavano piacere una all’altra. Lili si mise in bocca una sigaretta e cominciò a fumare. Un altro piacere stava per pervaderla: la mano con tra le dita la sigaretta si appoggiò a una natica e osservò il piccolo tatuaggio che Marion si era fatta fare sul fondo schiena. “All in” recitava il tatuaggio scritto a grandi lettere maiuscole e con sotto una freccia a indicare lo sfintere anale.
Lili non seppe resistere e, dopo avere consumato la sigaretta, gettò della cenere proprio sul tatuaggio, ottenendo parole di apprezzamento da parte di Marion.
Quest’ultima, cui si sentiva di venire di lì a poco, ordinò a Lili di aumentare la frequenza di penetrazione del fallo nello sfintere. Poi le chiese di inserirle il vibratore nella fica. Lili obbedì all’istante e vide subito la vagina di Marion bagnarsi dei più incredibili umori che la ragazza avesse mai provato. Lili poi si distese strofinandosi sul corpo bagnato di Marion e prese con le mani i turgidi capezzoli di Marion e li strizzò ulteriormente, provocando un aumento di godimento della giovane. All’apice di quell’atto amoroso che si stava per concludere, Lili tenne con una mano il fallo e con l’altra trattenne e tirò a sé i capelli rosa di Marion. Per aumentare il suo orgasmo si infilò nel culo un butt plug d’acciaio che le allargò lo sfintere e provocandole immediate fitte di raro piacere. La selvaggia cavalcata giunse al termine poco dopo, quando Lili, in preda all’orgasmo, imitando un’eiaculazione maschile, possedette freneticamente il suo amore fino allo sfinimento. Tolto il fallo dallo sfintere, dalla sua vagina incominciò a scendere copiosa una pioggia dorata, che Lili indirizzò dapprima sul culo, per poi, aiutata dalle dita della mano, farla penetrare anche nello sfintere. Marion gemette e sentì il suo prolungato orgasmo accompagnarsi con quello di Lili.
Le due sfrenate amanti terminarono il loro atto d’amore dando sfogo alle loro ultime irrefrenabili pulsioni baciandosi e leccando i loro corpi sudati; poi, acceso uno spinello, dopo avide boccate di fumo, giunsero ben presto all’inibizione dei loro sensi e al totale asservimento l’una dell’altra. Accompagnarono le loro prestazioni amorose con una bevuta di vodka direttamente dalla bottiglia, che si svuotò velocemente. Le due alla fine non si reggevano in piedi e giacevano a terra, nude. Completamente sfatte dalle emozioni, dall’alcol e dalla droga assunta più volte durante la giornata, cominciarono a urinarsi addosso e andarono in preda a un’euforia durante la quale non sapevano più cosa stessero facendo e cosa dicevano.
Fu allora che Marion, ripresasi per prima, fece una nuova proposta.
“Perché non mi domini davanti, come un uomo?”.
Lili non rispose, si limitò a ridere senza capire cosa stesse dicendo il suo amore.
“Stronza, dico a te! Me lo vuoi infilare dentro nella vagina o devo continuare a masturbarmi con il vibratore?”.
“Ho sentito, ho sentito, sono sfatta, ma non sorda”, si limitò a replicare Lili mentre cercava di alzarsi. Ma, per lo sforzo, scoreggiò e urinò un’altra dose, che andò a bagnare il pavimento già intriso di piscia.
Come se nulla fosse, trovato il pacchetto di sigarette, se ne accese un’altra e cercò di allacciarsi lo strapon. La sua vista, come i sentimenti, erano annebbiati e, in preda ai fumi dell’alcol, Lili cominciò a urlare parole senza senso, unite da irripetibili frasi blasfeme che avrebbero fatto inorridire anche il più scafato dei peccatori.
“Ferma, te lo allaccio io, non fare più casino di quello che già c’è”, rispose Marion spazientita.
Per aumentare il godimento, Marion infilò nel suo culo e in quello di Lili un vibratore e poi si parò davanti al suo amore, che giaceva nuovamente sul pavimento. Attese che lo strapon di Lili le si infilasse nella vagina e, non appena le fu dentro, cominciò a cavalcarlo avidamente. Ma anche le tette di Lili erano irresistibilmente turgide e Marion, abbracciando il suo amore, si gettò su di esse per leccarle, succhiarle e mordicchiare i capezzoli. La cavalcata proseguiva sempre più intensa e le labbra vaginali di Marion si dilatavano ogni volta che quel meraviglioso membro di lattice penetravano nelle profondità più recondite e goduriose e ben presto gli umori della fica in calore bagnarono il fallo, contribuendo a lubrificarlo e ad aumentare la penetrazione. Lili venne una volta, seguita ben presto da un’altra e un’altra ancora. Così come fece altrettanto Marion. Giunse l’imbrunire di quella interminabile giornata di goduria, e le giovani continuavano a gemere al buio nella roulotte. Faceva freddo, ma i loro corpi erano caldi dei più amorosi istinti giovanili. Era umido, ma niente al confronto della piscia che le due amanti avevano sparso sul pavimento.
In preda ai loro istinti più animaleschi che avessero mai manifestato, le due amanti si possedettero un’ultima volta; all’apice di quell’amplesso amoroso Lili e Marion si accesero un altro spinello, mentre alla porta qualcuno bussò. Non ottenendo risposta, la porta si schiuse ed entrò una figura femminile.
“Cazzo!”, disse la persona inciampando e cadendo al fianco di una delle due giovani a terra.
“Chi è venuto a rompere i coglioni?”, esclamò Lili dopo avere aspirato l’ennesima voluta di fumo.
“Quella puttana di tua zia, stronza!”, rispose la donna.
“Dove cazzo sono finita, porca merda”, si lamentò dopo essere caduta in una pozza di piscia ancora calda.
La zia Emma si rialzò e accese la luce e la scena che le si parò davanti era delle più squallide: le due ragazze giacevano a terra, una accanto all’altra, nude e sporche, Lili con ancora lo strapon infilato nella vagina di Marion che terminava di stantuffarle dentro ed entrambe erano intente a fumare quel che rimaneva del loro mozzicone di spinello. A terra, al loro fianco, c’era una bottiglia vuota di un superalcolico che le giovani avevano bevuto.
La donna comprese che le giovani erano in uno stato di semicoscienza e non infierì. Prese di peso prima Lili, poi Marion e le adagiò sul letto. Poi, per calmare il suo nervosismo, si accese e cominciò a fumare l’ultimo spinello che era rimasto sul tavolo.
“Era da tanto tempo che non lo facevo, ma questa volta ci voleva, cazzo!”, imprecò la donna fumando e levandosi il giubbino di pelle.
Emma si mise a preparare uno strano miscuglio e, dopo averlo mescolato, lo diede da bere alle due giovani, che ben presto si ripresero.
Lili si rialzò per prima e si diresse fuori la roulotte per urinare. Subito dopo, però, si accasciò ed ebbe dei conati di vomito.
“Brava, così, butta fuori tutta quella merda!”, le disse Emma mentre continuava a fumarsi lo spinello.
Marion sembrava stare meglio e si preoccupò di sapere come stava Lili.
“Non ha un cazzo, stai tranquilla. È forte la tua puttanella”, le rispose Emma.
Lili e Marion, nude, si abbracciarono e si baciarono, ancora intontite.
“Ehi, nemmeno un ringraziamento, stronzette?”, urlò Emma.
Lili le si avvicinò e baciò sulla bocca la donna che, fremendo come una scolaretta, si tolse la maglia e i jeans rimanendo nuda vicino alla nipote.
“Vieni anche tu”, disse Emma invitando Marion.
La giovane, prima di raggiungere le due, mise la mano nella tasca del giubbino a terra prendendo un sacchettino.
“Sapevo che presto sarebbe giunto il momento di usarla”, esclamò la giovane agitando il sacchetto.
“Fa vedere? Cazzo, questa non si può rifiutare”, disse un’infoiata Emma, mettendo l’indice e il medio nella vagina di Lili.
“Vi va di farvi una pista?”, disse Marion.
Le altre due annuirono e si avvicinarono al tavolo, dove Marion stava preparando una pista per ciascuna di loro.
“Come l’hai avuta?”, chiese Emma.
“Nel locale dove lavoro. Diciamo che ho fatto dei servizietti e ho aiutato qualcuno a venire! Questo è stato il premio”, rispose la giovane.
Lili fu invitata per prima. La giovane non aveva mai provato prima e Marion ed Emma l’aiutarono.
“Non è successo niente”, disse Lili un po’ delusa dopo avere inspirato la sostanza.
“Sei proprio una stronza. Attendi”, dissero di rimando le altre.
“Ce la facciamo?”, disse Marion a Emma.
“Sì, dai. Voglio vedere dove mi porta la tua pista”, rispose Emma.
La donna sembrava la più ingrifata del terzetto e iniziò ben presto ad avvertire un crescente stato di euforia, che la portò a gettarsi dapprima su Marion, baciandola sulla bocca con avidità, poi su Lili, leccandole la vagina fino a prosciugarla.
Lili e Marion si lasciarono andare a un nuovo godimento, che le portò a consumare un ennesimo rapporto intenso quanto di breve durata, durante il quale le due giovani, inebriate dal profumo delle rispettive vagine, percorsero con le lingue tutti gli spazi delle micette in calore. In quella scena d’amore giovanile si inserì Emma che, indossato lo strapon, volle possedere il culo di entrambe le giovani. Sistemò le ragazze una sull’altra, con i loro culi ben in mostra e, dopo avere sputato sul fallo di lattice, infilò lo strapon prima a Marion e, dopo alcuni colpi ben assestati, che provocarono il godimento della giovane, Emma indirizzò il fallo verso sua nipote. Con un impeto irrefrenabile, godendo ogni volta che il suo membro entrava e spariva in quel culetto, Emma presto gemette di piacere e invitò le due giovani a dissetarsi dalla sua vagina bagnata.
Lili sentì l’irrefrenabile desiderio di fumare: vi erano ancora degli spinelli lì accanto e la giovane fu seguita ben presto dalle altre due che, distese una accanto all’altra, incominciarono a masturbarsi a vicenda. Lili si gettò sul letto, in mezzo alle due e invitò Emma e Marion a fare l’amore con lei. Mentre Emma si prendeva cura della vagina, sputando, leccando e infilandole le dita della mano in profondità, Marion torturò dapprima le tette, poi mise la sua vagina davanti alla faccia di Lili, che cominciò a leccare con sempre più slancio. Il risultato fu quello di provocare lo squirt di Marion, che diresse verso le bocche affamate delle due.
La sera proseguì con il terzetto che, ancora in preda a uno stato di estrema euforia, perdendo ogni inibizione, volle assaporare ogni recondito buco dell’altra, provocando un godimento pieno e assoluto, ma mai la sazietà, per quei corpi che si dimenavano e sussultavano, pieni d’amore da dare e ricevere senza un attimo di tregua.
scritto il
2022-01-28
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