L’occasione che non ti aspetti
di
arturo66
genere
tradimenti
L’OCCASIONE CHE NON TI ASPETTI
Bruna, la mia dirimpettaia di casa al mare è una professoressa del mio stesso paese, è una donna attempata, simpatica, solare, ha i suoi 56-57 anni ma ben portati, mamma di due splendidi figli fuori oramai da anni per gli studi universitari, l’estate quando invita gente si sente solo lei fino alle ore piccole con quella sua risata inconfondibile, fragorosa ma da non disturbare assolutamente. Capita spesso al rientro dalla spiaggia o al calare della luce di incontrarsi sulla strada davanti a nostri cancelli, e di fare quattro chiacchiere, e devo dire che vedendola coperta dal solo prendisole non mi fa un grande effetto, anzi al contrario due gambe leggermente grosse e un seno penzolante che sembra non esserci proprio, decisamente non il mio tipo, simpaticissima ma sessualmente nessuna ispirazione. Cosa diversa quando certe sere esce col marito insieme ad amici, vestita con gonna a tubino, camicetta che da l’impressione che il seno gli sia tornato per miracolo, messa in piega fresca, insomma una Bruna decisamente cambiata che quasi quasi un pensierino te lo tira, ma è sempre tutto finito là al pensiero e basta, fino a quando………….
Era una mattina di metà giugno avendo una giornata libera da impegni decido di scendere al mare per iniziare a mettere a posto il giardino, tagliare le siepi, raccogliere le foglie, sistemare qualke arbusto e così via, parto da casa di buonora per approfittare delle ore fresche della giornata, mi metto subito di buona lena (odio impiegare troppo tempo a sbrigare le mie cose) non voglio stare una giornata intera anche perché so che dalle 10 in poi la temperatura sarà rovente, infatti a quell’ora sono già un bagno di sudore roba da smettere ed andare via, al punto che decido di fare una doccia e rientrare a casa, la fortuna mi viene in soccorso, sta proprio in quel momento arrivando l’acqua (non capisco perché in zona di vacanze anche quando ancora non ci stanno turisti manca sempre l’acqua), lentamente aumenta la pressione e riesco a rinfrescarmi, mi vesto per fare rientro a casa ma come arrivo per chiudere il cancelletto vedo un rivolo d’acqua che esce dal giardino di Bruna, guardo oltre il muretto di cinta e individuo la provenienza, da sotto il portoncino d’ingresso, francamente mi dispiaceva di quella situazione, le perdite d’acqua in casa non sono mai una bella cosa, purtroppo non ci siamo mai scambiati i numeri dei telefonini ne con lei ne con Giampiero il marito, ero impotente non sapevo cosa fare, quando all’improvviso mi scatta la lampadina, sapevo che lei era la vicepreside della sua scuola, quindi la direzione scolastica poteva avere il suo numero, trovo in casa un vecchio elenco telefonico e trovo il numero della scuola, mi presento e chiedo della professoressa, mi rispondono che non era li in istituto ma stava in un plesso distaccato, si rifiutano di darmi il numero di telefono (per la privacy dicono sempre), non mi rimane quindi di chiedere gentilmente di avvisare la signora che avevo urgenza di contattarla (e per la privacy non ho detto nemmeno io i motivi ) fornisco il mio numero di cellulare e chiudo la telefonata. Tempo 2 minuti e il mio telefonino squilla, numero non in rubrica ma visibile, era Bruna, gli spiego sommariamente quelle che accadeva, lei mi ringrazia mi prega di aspettarla perché di sicuro non avrebbe saputo dove mettere le mani , e siccome si trovava nella frazione lido della scuola al massimo in 10 minuti sarebbe arrivata. Nel frattempo che aspetto mi ricambio di nuovo preparo qualche ferro per poter ovviare alla perdita, Bruna arriva tutta trafelata, mi saluta e lancia qualche maledizione alla ditta che durante l’inverno ha effettuato dei lavori in casa, apre il cancello ed entriamo, non posso non notare che venendo da scuola è vestita in modo elegante, quel vestire che la fa sembrare una donna più appetibile. Apre il portone di casa e si vede subito il punto dove c’è la rottura, per fortuna è a pian terreno, è scoppiato un flessibile di un lavabo nel piccolo bagnetto di servizio, individuo la saracinesca vicino al contatore e la chiudo per arrestare l’ingresso dell’acqua ma non riesce a chiudere del tutto il flusso, sono costretto ad andare a chiuderla dal pozzetto principale in mezzo alla traversa, sollevo il pesante chiusino di ghisa e scendo nel pozzetto, un’umidità e un calore da far spavento, riesco a chiudere la saracinesca e finalmente in casa di Bruna si ferma la perdita, nel mentre lei si da da fare per tirare fuori l’acqua smonto il flessibile e lo sostituisco con uno nuovo che mi ritrovavo nel mio magazzino degli attrezzi, nel giro di mezzora avevo risolto il problema, scendo nel nuovamente nella sauna del pozzetto e riapro l’acqua, per fortuna la perdita non c’è più, in tutto questo andare avanti e indietro frenetico avevo sudato copiosamente, devo dire che per delicatezza non mi ero nemmeno tolto la maglietta e questo aveva contribuito ad aumentare la sudorazione, alla fine mi venne naturale alzare la maglietta stessa per asciugarmi la fronte, cosa riuscita solo in parte visto che la maglietta stessa si poteva strizzare tanto era bagnata, fu Bruna stessa a togliermi dall’imbarazzo, mi disse “Arturo togli la maglietta che ti prendo un telo per asciugarti” e si avvio al piano di sopra, sfilai la maglietta e potevo già sentire un po’ di refrigerio, Bruna ridiscese, mi porse un asciugamano e presi a passarmelo sul viso e sul petto, lei penso senza nessuna malizia ne prese un altro e si mise ad asciugarmi le spalle, la cosa mi prese di sorpresa ma mi provocò un gradevolissimo piacere, lo passava lentamente e dove passava sentivo proprio che asciugava in una sola passata, la cosa che mi lasciò di stucco fu quando prese il telo con una sola mano e mi appoggiò l’altra su una spalla,poteva essere ancora un gesto innocente, rimasi immobile mille pensieri passarono per la mia testa ma ebbi la lucidità e la forza di non reagire, volevo vedere fin dove si spingeva, Bruna allora fece cadere il telo a terra e appoggiò anche l’altra mano sull’altra spalla a quel punto la cosa non aveva più niente di innocente, con le mani prese a carezzarmi sul collo, un brivido mi corse lungo tutta la schiena e si irradiò ben presto a tutto il corpo, mossi la testa di lato e lei indugiò sulla parte del collo più distesa, la mia resistenza cedette, mi girai e senza dire parola l’abbracciai, chinai la testa sul suo collo, presi lentamente a baciarglielo mentre avevo appoggiato le mani sulle sue chiappe e l’avevo attirata a me, devo dire che i suoi glutei non erano male, sotto le mani avevano una certa consistenza, per l’età che aveva erano belli sodi, Bruna prese a slacciarsi gli indumenti che aveva di sopra, mentre io non la mollavo, sfilò la camicetta leggera che indossava, intanto le avevo sollevato la gonna e le mani erano venute a contatto diretto con la carne, rimasta in reggiseno potei notare che era di quelli di tessuto abbastanza grosso, ecco svelato il mistero che sembrava più bona vestita per fare figura, mentre lei si contorceva per sfilare anche il reggiseno io le avevo infilato le mani sotto le mutande e con un dito ero riuscito ad arrivare vicino al suo orifizio anale, anche il reggiseno volò via, finalmente potevo vedere quel seno che sotto il prendisole non mi comunicava niente, devo dire che effettivamente non era il massimo al quale si poteva aspirare, però aveva due capezzoloni che somigliavano a due fragole e una volta presi in bocca a ciucciarli la loro dimensione era ancor di più aumentata, questo ciucciare la fece eccitare, cominciare a farfugliare qualcosa, vedendo che stava morendo tra le mie mani paino piano gli infilai un po’ il dito nel buco, lei ebbe come un gesto di disappunto, ma gli durò poco, infatti si lasciò andare e mi permise di penetrarla a fondo con il dito, eravamo entrambi confusi, volle svincolarsi dal dito, si mise a cavalcioni e sbottonatomi il bermuda che indossavo me lo abbassò fino alle ginocchia, giù anche lo slip e gli occhi gli brillarono alla vista della mia verga eretta, gli passò una mano per tutta la lunghezza dalla punta fono allo scroto e prese le palle tra le mani si abbassò e lo infilò in bocca, sembrava arsa, una manciata di affondi fino alla gola e dovetti fermarla, a quel punto volevo scoparla, un pompino veloce non mi avrebbe lasciato soddisfatto, Bruna si rialzò aveva ancora le mutande, in un baleno scivolarono lungo le gambe, la fece appoggiare di fianco a me e con una mano davanti e una da dietro cominciai a sditalinarla, non ci volle molto e le mie dita cominciarono a impiastricciarsi dei suoi umori, fu lei stessa a tirarmi verso il divano si sdraiò sopra e mi invito a poggiarmi su di lei, mi si presentò davanti una figa rossiccia e pelosa che i miei occhi che non avevano mai viste, Bruna non era certo la tipa che si depilava, giusto il minimo per mettersi in costume, ma in quel periodo era al naturale, anche se con quel folto manto che ricopriva le sue grandi labbra non fu difficile trovare l’apertura aveva una figa abbastanza larga, il mio cazzo scivolò delicatamente dentro con una sola manovra e iniziai a pomparla con dolcezza iniziale per aumentare il ritmo in un crescendo vorticoso, devo essere sincero, non sentivo tanto l’attrito sulle pareti della vagina, ma venni copiosamente, fu una scopata memorabile al solo pensiero che avevo sempre visto Bruna come una signora seria, distinta ma soprattutto pudica, la cosa che mi sorprese fu che alla fine mi ringraziò e scoppiò in una delle sue fragorose risate. Da quel giorno non l’ho ancor a risentita, soltanto la stessa sera mi arriva la chiamata dal suo numero (che oramai avevo memorizzato), ma non era lei era il marito Giampiero, una brava persona direttore di banca, ma un inetto (come tanti del resto) per i lavori di casa, incapace pure di conficcare un chiodo nel muro per appendere un quadro, il tono della telefonata molto gioviale, i ringraziamenti di rito e il pronunciamento di una frase che mi ha fatto molto piacere, “splendido come sempre, mi ha detto Bruna che riesci a risolvere al meglio ogni problema che si presenta”, volevo rispondergli “oltre alla perdita del flessibile ho pure tappato il buco di tua moglie”, ma è meglio tenere i piedi per terra, altre occasioni si ripresenteranno dopo l’estate, al momento me ne sono sceso al mare con la famiglia, loro scenderanno dopo il 20, sono proprio curioso di vedere la faccia raggiante di Bruna da me sempre considerata pudica, ma sotto sotto abbastanza troia.
Bruna, la mia dirimpettaia di casa al mare è una professoressa del mio stesso paese, è una donna attempata, simpatica, solare, ha i suoi 56-57 anni ma ben portati, mamma di due splendidi figli fuori oramai da anni per gli studi universitari, l’estate quando invita gente si sente solo lei fino alle ore piccole con quella sua risata inconfondibile, fragorosa ma da non disturbare assolutamente. Capita spesso al rientro dalla spiaggia o al calare della luce di incontrarsi sulla strada davanti a nostri cancelli, e di fare quattro chiacchiere, e devo dire che vedendola coperta dal solo prendisole non mi fa un grande effetto, anzi al contrario due gambe leggermente grosse e un seno penzolante che sembra non esserci proprio, decisamente non il mio tipo, simpaticissima ma sessualmente nessuna ispirazione. Cosa diversa quando certe sere esce col marito insieme ad amici, vestita con gonna a tubino, camicetta che da l’impressione che il seno gli sia tornato per miracolo, messa in piega fresca, insomma una Bruna decisamente cambiata che quasi quasi un pensierino te lo tira, ma è sempre tutto finito là al pensiero e basta, fino a quando………….
Era una mattina di metà giugno avendo una giornata libera da impegni decido di scendere al mare per iniziare a mettere a posto il giardino, tagliare le siepi, raccogliere le foglie, sistemare qualke arbusto e così via, parto da casa di buonora per approfittare delle ore fresche della giornata, mi metto subito di buona lena (odio impiegare troppo tempo a sbrigare le mie cose) non voglio stare una giornata intera anche perché so che dalle 10 in poi la temperatura sarà rovente, infatti a quell’ora sono già un bagno di sudore roba da smettere ed andare via, al punto che decido di fare una doccia e rientrare a casa, la fortuna mi viene in soccorso, sta proprio in quel momento arrivando l’acqua (non capisco perché in zona di vacanze anche quando ancora non ci stanno turisti manca sempre l’acqua), lentamente aumenta la pressione e riesco a rinfrescarmi, mi vesto per fare rientro a casa ma come arrivo per chiudere il cancelletto vedo un rivolo d’acqua che esce dal giardino di Bruna, guardo oltre il muretto di cinta e individuo la provenienza, da sotto il portoncino d’ingresso, francamente mi dispiaceva di quella situazione, le perdite d’acqua in casa non sono mai una bella cosa, purtroppo non ci siamo mai scambiati i numeri dei telefonini ne con lei ne con Giampiero il marito, ero impotente non sapevo cosa fare, quando all’improvviso mi scatta la lampadina, sapevo che lei era la vicepreside della sua scuola, quindi la direzione scolastica poteva avere il suo numero, trovo in casa un vecchio elenco telefonico e trovo il numero della scuola, mi presento e chiedo della professoressa, mi rispondono che non era li in istituto ma stava in un plesso distaccato, si rifiutano di darmi il numero di telefono (per la privacy dicono sempre), non mi rimane quindi di chiedere gentilmente di avvisare la signora che avevo urgenza di contattarla (e per la privacy non ho detto nemmeno io i motivi ) fornisco il mio numero di cellulare e chiudo la telefonata. Tempo 2 minuti e il mio telefonino squilla, numero non in rubrica ma visibile, era Bruna, gli spiego sommariamente quelle che accadeva, lei mi ringrazia mi prega di aspettarla perché di sicuro non avrebbe saputo dove mettere le mani , e siccome si trovava nella frazione lido della scuola al massimo in 10 minuti sarebbe arrivata. Nel frattempo che aspetto mi ricambio di nuovo preparo qualche ferro per poter ovviare alla perdita, Bruna arriva tutta trafelata, mi saluta e lancia qualche maledizione alla ditta che durante l’inverno ha effettuato dei lavori in casa, apre il cancello ed entriamo, non posso non notare che venendo da scuola è vestita in modo elegante, quel vestire che la fa sembrare una donna più appetibile. Apre il portone di casa e si vede subito il punto dove c’è la rottura, per fortuna è a pian terreno, è scoppiato un flessibile di un lavabo nel piccolo bagnetto di servizio, individuo la saracinesca vicino al contatore e la chiudo per arrestare l’ingresso dell’acqua ma non riesce a chiudere del tutto il flusso, sono costretto ad andare a chiuderla dal pozzetto principale in mezzo alla traversa, sollevo il pesante chiusino di ghisa e scendo nel pozzetto, un’umidità e un calore da far spavento, riesco a chiudere la saracinesca e finalmente in casa di Bruna si ferma la perdita, nel mentre lei si da da fare per tirare fuori l’acqua smonto il flessibile e lo sostituisco con uno nuovo che mi ritrovavo nel mio magazzino degli attrezzi, nel giro di mezzora avevo risolto il problema, scendo nel nuovamente nella sauna del pozzetto e riapro l’acqua, per fortuna la perdita non c’è più, in tutto questo andare avanti e indietro frenetico avevo sudato copiosamente, devo dire che per delicatezza non mi ero nemmeno tolto la maglietta e questo aveva contribuito ad aumentare la sudorazione, alla fine mi venne naturale alzare la maglietta stessa per asciugarmi la fronte, cosa riuscita solo in parte visto che la maglietta stessa si poteva strizzare tanto era bagnata, fu Bruna stessa a togliermi dall’imbarazzo, mi disse “Arturo togli la maglietta che ti prendo un telo per asciugarti” e si avvio al piano di sopra, sfilai la maglietta e potevo già sentire un po’ di refrigerio, Bruna ridiscese, mi porse un asciugamano e presi a passarmelo sul viso e sul petto, lei penso senza nessuna malizia ne prese un altro e si mise ad asciugarmi le spalle, la cosa mi prese di sorpresa ma mi provocò un gradevolissimo piacere, lo passava lentamente e dove passava sentivo proprio che asciugava in una sola passata, la cosa che mi lasciò di stucco fu quando prese il telo con una sola mano e mi appoggiò l’altra su una spalla,poteva essere ancora un gesto innocente, rimasi immobile mille pensieri passarono per la mia testa ma ebbi la lucidità e la forza di non reagire, volevo vedere fin dove si spingeva, Bruna allora fece cadere il telo a terra e appoggiò anche l’altra mano sull’altra spalla a quel punto la cosa non aveva più niente di innocente, con le mani prese a carezzarmi sul collo, un brivido mi corse lungo tutta la schiena e si irradiò ben presto a tutto il corpo, mossi la testa di lato e lei indugiò sulla parte del collo più distesa, la mia resistenza cedette, mi girai e senza dire parola l’abbracciai, chinai la testa sul suo collo, presi lentamente a baciarglielo mentre avevo appoggiato le mani sulle sue chiappe e l’avevo attirata a me, devo dire che i suoi glutei non erano male, sotto le mani avevano una certa consistenza, per l’età che aveva erano belli sodi, Bruna prese a slacciarsi gli indumenti che aveva di sopra, mentre io non la mollavo, sfilò la camicetta leggera che indossava, intanto le avevo sollevato la gonna e le mani erano venute a contatto diretto con la carne, rimasta in reggiseno potei notare che era di quelli di tessuto abbastanza grosso, ecco svelato il mistero che sembrava più bona vestita per fare figura, mentre lei si contorceva per sfilare anche il reggiseno io le avevo infilato le mani sotto le mutande e con un dito ero riuscito ad arrivare vicino al suo orifizio anale, anche il reggiseno volò via, finalmente potevo vedere quel seno che sotto il prendisole non mi comunicava niente, devo dire che effettivamente non era il massimo al quale si poteva aspirare, però aveva due capezzoloni che somigliavano a due fragole e una volta presi in bocca a ciucciarli la loro dimensione era ancor di più aumentata, questo ciucciare la fece eccitare, cominciare a farfugliare qualcosa, vedendo che stava morendo tra le mie mani paino piano gli infilai un po’ il dito nel buco, lei ebbe come un gesto di disappunto, ma gli durò poco, infatti si lasciò andare e mi permise di penetrarla a fondo con il dito, eravamo entrambi confusi, volle svincolarsi dal dito, si mise a cavalcioni e sbottonatomi il bermuda che indossavo me lo abbassò fino alle ginocchia, giù anche lo slip e gli occhi gli brillarono alla vista della mia verga eretta, gli passò una mano per tutta la lunghezza dalla punta fono allo scroto e prese le palle tra le mani si abbassò e lo infilò in bocca, sembrava arsa, una manciata di affondi fino alla gola e dovetti fermarla, a quel punto volevo scoparla, un pompino veloce non mi avrebbe lasciato soddisfatto, Bruna si rialzò aveva ancora le mutande, in un baleno scivolarono lungo le gambe, la fece appoggiare di fianco a me e con una mano davanti e una da dietro cominciai a sditalinarla, non ci volle molto e le mie dita cominciarono a impiastricciarsi dei suoi umori, fu lei stessa a tirarmi verso il divano si sdraiò sopra e mi invito a poggiarmi su di lei, mi si presentò davanti una figa rossiccia e pelosa che i miei occhi che non avevano mai viste, Bruna non era certo la tipa che si depilava, giusto il minimo per mettersi in costume, ma in quel periodo era al naturale, anche se con quel folto manto che ricopriva le sue grandi labbra non fu difficile trovare l’apertura aveva una figa abbastanza larga, il mio cazzo scivolò delicatamente dentro con una sola manovra e iniziai a pomparla con dolcezza iniziale per aumentare il ritmo in un crescendo vorticoso, devo essere sincero, non sentivo tanto l’attrito sulle pareti della vagina, ma venni copiosamente, fu una scopata memorabile al solo pensiero che avevo sempre visto Bruna come una signora seria, distinta ma soprattutto pudica, la cosa che mi sorprese fu che alla fine mi ringraziò e scoppiò in una delle sue fragorose risate. Da quel giorno non l’ho ancor a risentita, soltanto la stessa sera mi arriva la chiamata dal suo numero (che oramai avevo memorizzato), ma non era lei era il marito Giampiero, una brava persona direttore di banca, ma un inetto (come tanti del resto) per i lavori di casa, incapace pure di conficcare un chiodo nel muro per appendere un quadro, il tono della telefonata molto gioviale, i ringraziamenti di rito e il pronunciamento di una frase che mi ha fatto molto piacere, “splendido come sempre, mi ha detto Bruna che riesci a risolvere al meglio ogni problema che si presenta”, volevo rispondergli “oltre alla perdita del flessibile ho pure tappato il buco di tua moglie”, ma è meglio tenere i piedi per terra, altre occasioni si ripresenteranno dopo l’estate, al momento me ne sono sceso al mare con la famiglia, loro scenderanno dopo il 20, sono proprio curioso di vedere la faccia raggiante di Bruna da me sempre considerata pudica, ma sotto sotto abbastanza troia.
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