Fine estate da urlo
di
arturo66
genere
incesti
Avevo trascorso una bella nottata con Bruna la mia dirimpettaia, sono le 9 di mattina e ancora dormo nel mio letto spossato dalla nottata di follie quando vengo svegliato dal trillo del cellulare, è mia moglie che chiama da Roma, con voce impastata rispondo:
Io: pronto;
Mia moglie: poltrone, sei ancora a letto? Non dirmi che il tempo è brutto da te!;
Lancio uno sguardo fuori dalla tapparella:
Io: no, no, è una magnifica giornata, ma stanotte ho dormito poco, un fastidioso mal di pancia, mi avrà fatto male la pizza che ho comprato ieri sera, ma adesso è passato tranquilla;
Mia moglie: mi dispiace, mangia leggero oggi, vedrai cheti riprendi subito, ti volevo chiedere, ti dispiace se rimango qua a Roma con nostra figlia per altri due giorni? Sai il tempo è bello, lei deve riorganizzare la casa nuova e ha bisogno di una mano;
Io: figurati, tranquilla, qua me la posso cavare da solo, allora ti consiglio di non scendere con il pullman, dimmi quando vuoi rientrare che ti prenoto il volo in aereo;
Mia moglie: sapevo che non mi avresti detto di no, sei un tesoro, per il rientro vedi un po’ tu, io devo essere giù per il 4 di settembre, trova un volo che non costi tanto;
Io: ok amore, me la sbrigo io e ti faccio sapere, divertiti se puoi, io intanto approfitto per trascorrere una giornata al mare a crogiolarmi sotto il sole, anche perché dopodomani sono di turno al lavoro, un bacione;
Mia moglie: un bacione anche a te, quanto ti invidio.
Mi alzo, preparò il caffè, e faccio colazione, un telo mare, una bottiglia d’acqua, sigarette e via sulla spiaggia.
La giornata si presenta caldissima, trovo un luogo appartato e mi sdraio al sole, nella mente le scopate della notte passata con Bruna, mi assopisco pure, troppo caldo, faccio un bagno tonificante, intanto ha fatto la sua comparsa qualche ombrellone qua e la, qualche bel culo prende il sole, una signora lo prende con le tette al vento, non è male e la cosa risulta molto eccitante, il tempo scorre, passate le 13 in tanti vanno via, si ristabilisce un po’ di privacy, fa troppo caldo e mi appisolo sotto l’ombrellone al fresco, dormo per almeno un’oretta, sono svegliato dagli schiamazzi che arrivano da un ombrellone, mi stropiccio gli occhi per mettere un po’ a fuoco la vista e colgo nella combriccola il corpo di una ragazzina che è la perfezione della donna, forse non arriva alla maggiore età ma è favolosa, il resto del gruppo è composto da tre uomini, osservo un po’ meglio e vedo che uno dei tre è Andrej il mio amico rumeno che ha fatto i lavori di ristrutturazione a casa al mare, quasi contemporaneamente ci riconosciamo e ci facciamo cenno con la mano, mi alzo e lo raggiungo sotto il suo ombrellone:
Io: ciao Andrej, come và;
Andrej: bene Arturo, son tornato da tre giorni dalla Romania, sono andato a trovare i miei e adesso rieccomi qua;
Ci raccontiamo un pò dell’estate che sta finendo, poi con la testa gli faccio cenno indicando la ragazza, lui mi fissa e perentorio mi dice:
Andrej: scordatela, è la fidanzata di mio nipote quel ragazzo che adesso è in acqua, lo so che è una gran figa, ma non si tocca, altrimenti me la sarei già fatta, piuttosto perché non vedi se puoi organizzare qualcosa con tua sorella, è più di un mese che non faccio una sana scopata.
La richiesta mi prende quasi di sorpresa, non è facile organizzare la cosa su due piedi, mia sorella Ornella abita a 60 chilometri di distanza, non la sento da diversi giorni, però la situazione con mia moglie fuori è molto intrigante, faccio cenno ad Andrej che proverò ad organizzare qualcosa ma senza promettere nulla.
Telefono immediatamente a mia sorella:
Ornella: hei fratellone come và? Certo che quando hai tua moglie tra le palle ti eclissi, non mi degni nemmeno di una chiamata;
Io: perdonami Orny, hai ragione, purtroppo non riesco a muovermi, del resto appena avuta la possibilità ti ho chiamato e abbiamo trascorso un bel momento a casa mia in paese:
Ornella: vero, ei perdonato, come ti và adesso? Quando risalite in paese con la mia cognatina?
Io: giusto di questo ti volevo parlare, lei è partita con nostra figlia e si intrattiene per qualche giorno a Roma, ho la casetta al mare libera e tutta a nostra disposizione, non è che riesci ad organizzarti per venire a passare una seratina coi fiocchi?
Ornella: e quando?
Io: anche stasera stessa se vuoi;
Ornella: mica facile organizzarmi così su due piedi, posso provare a liberarmi, ti faccio sapere tra un paio d’ore;
Io: bene, aspetto la tua chiamata, son sicuro che qualcosa ti inventi, e se ci riesci vedrai che bella sorpresa che ti farò trovare;
Ornella: se mi parli di sorpresa mi incuriosisci e mi stuzzichi, farò il possibile. Ciaoooooo.
Il sasso nello stagno l’ho buttato, torno da Andrej, gli comunico che ho cercato di organizzare, e di aspettare la mia eventuale chiamata.
Raccolgo le mie robe e risalgo verso casa.
La risposta di Ornella non si fa aspettare a lungo:
Ornella: fratellone, ok, riesco a venire ma non prima delle 21, può andare bene?
Io: magnificamente, ceniamo insieme, provvedo io, una sola avvertenza, lascia la macchina in qualche traversa vicina e vieni a casa a piedi;
Ornella: prudente eh? Ok, farò come tu consigli.
Immediatamente richiamo Andrej:
Io: Andrej organizzato per stasera, verso le 20 vieni a casa;
Andrej: ottimo non mancherò.
Raccomando anche a lui di arrivare a casa a piedi e me ne scendo al borgo a fare un po’ di spesa, ho voglia di mangiare a base di pesce e tanto vino bianco ghiacciato.
Sono tutto eccitato, già pregusto la serata che si prospetta, alle 19 mi metto ai fornelli, preparo il sugo occorrente per fare spaghettoni ai frutti di mare, per secondo ho preso un’abbondante frittura mista, frutta e dolce.
Alle 20 puntuale si presenta Andrej, è tutto raggiante, mi da una mano ai fornelli per la rifinitura della cena, rimane da friggere solo il pesce, ma sarà fatto all’ultimo momento, ci sediamo a rilassarci e beviamo un prosecco fresco, noto in Andrej un certo nervosismo, chiedo se va tutto bene e lui dice di si, ma il nervosismo non accenna a diminuire, alla fine non resiste più e parla:
Andrej: senti Arturo c’è un problemino, per raggiungerti siccome come sai io non avere macchina mi sono fatto accompagnare da mio nipote, adesso lui aspettare in macchina, tu cosa dire? Farlo andare via e poi ritornare a prendere me?
Io: scusami Andrej, io non so che ora facciamo questa notte, se tu dici che a qualsiasi ora lo richiami e torna a prenderti fallo rientrare, non so che dirti.
Andrej: aspetta che io chiamare lui e vedere cosa dice.
Si allontana un po’ e in ucraino confabula al telefono con il nipote, poi ritorna da me:
Andrej: dice che preferisce aspettare in macchina, ha paura di dovere alzarsi nella notte per tornare e rovinare suo dormire;
Io: senti, io non so cosa dirti, fallo venire qua, cena con noi e magari dopo se ne va in macchina ad aspettarti, non so nemmeno come prende la cosa Ornella, rischiamo di rovinare tutto, ma non possiamo fare diversamente.
Così Andrej esce di nuovo e ritorna con il nipote, me lo presenta, è un bel ragazzo di 22 anni, parla a stento un italiano arruffato, si chiama Nicolaj. Gli offro qualcosa da bere.
Alle 20,45 squilla il telefono:
Ornella: fratellone, un quarto d’ora e sono da te.
Chiude senza darmi nemmeno il tempo di rispondergli.
Un quarto dora di orologio e Ornella è davanti al mio cancello, gli vado incontro, entra, la ammiro e ci diamo un bacio di benvenuto, mi chiudo il cancello alle spalle e tenendola per una mano la faccio volteggiare, è splendida, indossa una gonna leggerissima, larga e trasparente che lascia intravedere le fattezze del suo corpo, una camicetta anch’essa trasparente che mette in evidenza il reggiseno scollatissimo e tutto il suo contenuto, attraversiamo il giardino e scendiamo sul portico dove è allestita la tavola per la cena, Ornella scorge Andrej e gli lancia un occhiolino, poi nota la presenza di Nicolaj, si volta verso di me e mi lancia uno sguardo interrogativo come a chiedermi “E questo?”, io gli faccio cenno di stare tranquilla, gli presento Nicolaj che se la mangia con gli occhi, scambiamo quattro chiacchiere, ci accomodiamo al tavolo e gli verso un prosecco, Ornella arriccia il naso e lo beve, tra una battuta e l’altra propongo di buttare la pasta e mettere su la frittura mista, e per tranquillizzare Ornella esclamo:
Io: ceniamo che poi Nicolaj deve andare via;
Ornella: come mai?
Io: ha un impegno domattina e deve alzarsi presto.
Mentre io e Andrej armeggiamo con i fornelli, Ornella e Nicolaj attendono seduti al tavolo, Ornella da curiosa per come è lo tempesta di domande, Nicolaj poverino con il suo scarso italiano cerca di rispondergli.
La cena è pronta, ci mettiamo a tavola, iniziamo con un antipasto comprato di quelli pronti che non dispiace per il prezzo che è stato pagato, e si inizia a versare un bel vinello bianco appena tolto dal freezer, più si va avanti con la cena più gli animi si sciolgono, Andrej che è di fianco ad Ornella la pompa abbondantemente con il vino, più lei cerca di rifiutare dicendo che non lo regge più Andrej gliene versa, il nipote se lo versa da solo senza misura (va da se che questi rumeni bevono tanto, se poi è gratis non conoscono vergogna), finita la spaghettata Ornella comincia a mostrare i primi segni dell’ebbrezza alcoolica, passati alla frittura Andrej comincia ad imboccarla come i bambini e lei come una scema ci stà, Nicolaj osserva attonito queste scene, continuiamo a consumare la frittura, Andrej versa sempre vino, oramai le bottiglie vuote non si contano, io sono quello che si sta mantenendo più sobrio, ad un certo punto Andrej infila una mano sotto la gonna di Ornella e la accarezza tra le mutandine, Ornella si mette a ridere, la frittura è quasi finita, Andrej prende Ornella e se la mette seduta sulle gambe, poi prende una mano di Nicolaj e gliela fa appoggiare sopra una coscia, a quel punto capisco che la serata sta prendendo una brutta piega, quindi esclamo:
Io: dai, sbarattiamo la tavola, si è fatto un po’ tardi e Nicolaj deve andare via;
Ornella oramai sotto i fumi dell’alcool e con voce biascicata ribatte:
Ornella: dai perché lo mandi via? Poverino lascialo stare ancora un po’, si regolerà lui quando andare via e se vuole andare via;
Andrej: si Arturo tu lasciare perdere Nicolaj, se volere rientrare a casa decidere lui;
Io: è meglio se va via subito.
Andrej si alza barcollante e con tono minaccioso puntandomi un dito davanti alla faccia esclama:
Andrej: Nicolaj rimanere a divertirsi con noi questa sera e tu non rompere cazzo.
Ornella guarda Andrej con faccia compiaciuta e ammirata, sorride sorniona e con occhi da grande troia, Andrej se la rimette sulle gambe e comincia ad accarezzarla tra le cosce, Nicolaj stavolta senza essere invitato da suo zio si associa alle carezze, Ornella sposta il capo verso dietro mandando i capelli di lato porgendo il collo ad Andrej il quale invitato languidamente lo bacia. Andrej invita Ornella a spostarsi dentro la fa stendere sul divano e comincia a spogliarla poi si rivolge al nipote:
Andrej: Nicolaj, tu aiutare Arturo a liberare tavolo perché servire libero.
Cosa avrà in mente questo pazzo mi domando, e comunque a vederlo così incazzato immediatamente con l’aiuto di Nicolaj liberiamo il tavolo dalle vettovaglie e le portiamo in cucina, intanto sul divano Andrej si sta limonando Ornella alla grande, la troia ubriaca lo incita a fare sempre di più, lui gli ha già piazzato la verga in bocca e si sta facendo spampinare, all’improvviso interrompe il tutto, viene sotto il portico e ordina:
Andrej: adesso ci divertire tutti ma a modo mio, Arturo vedi di trovare due pezzi di corda.
Io cerco di far finta di non averne a portata di mano:
Andrej: ti conviene trovarla, altrimenti io sapere dove sta nel ripostiglio il fil di ferro e per te essere molto più doloroso.
Non avendo scelta e non potendo contraddire questo pazzo vado a tagliare le corde di un’amaca nel giardino recuperandone qualche metro portandogliela, egli chiama Ornella e la fa stendere sul tavolo, poi facendosi aiutare dal nipote la adagia sul tavolo legandogli polsi e caviglie e ancorandole ai quattro piedi del tavolo, Ornella dall’alcool ingerito nemmeno si rende conto di che gioco perverso i due stanno architettando, finita di legarla si avvicinano entrambi minacciosi verso di me, cerco di fermarli ma mi conviene accondiscendere alle loro intenzioni, mi legano i polsi mi fanno allargare le braccia e mi legano al muretto fatto di mattoni a vespaio che delimita il mio giardino dal vicino, quindi ritornano da Ornella e inizia il rito sacrificale, la preparano ben bene con baci, carezze e palpeggiamenti in ogni dove, gli strizzano i capezzoli fino a farla gridare da dolore, io assisto impotente alla scena, non riesco nemmeno ad eccitarmi di fronte a queste scene di puro sadismo, Ornella ha le gambe divaricate e a turno i due energumeni si accoppiano con lei, lei dal canto suo è solo in una posizione scomoda ma gradisce e di buongusto pure quella situazione, due mandrilli che ti stantuffano alternandosi senza darti tregua non sono cosa da poco, la fanno godere in tutti i modi, con le dita, con le loro aste, la lubrificano con dell’olio e infilano le dita nello sfintere, poi a turno eiaculano dentro di lei, non ancora domi la liberano dalle corde a la appoggiano al tavolo alla pecorina, la violano in tutti i modi, si eccitano di nuovo e prendono a sodomizzarla, Ornella è ubriaca e non ha la forza di reagire anzi, li stimola ulteriormente sfidandoli, Andrej capisce che la tortura riservata a me è durata già troppo, quindi mi slega invitandomi ad unirmi ai loro giochi, il sentirmi libero scatena in me la passione e l’eccitazione arriva istantaneamente, Ornella è bella e pronta, mi appoggio dietro e la penetro in vagina mentre i due soggetti la tengono ferma e alternandosi su un lato gli fanno prendere i membri in bocca, Ornella mugola e ciuccia avidamente quei pezzi di carne, io al culmine della goduria svuoto le palle dentro di lei.
Pensavo a quel punto di ritenere chiusa la serata, sbagliavo, Andrej propone di salire in camera da letto per continuare il sollazzo, aiutiamo Ornella sorreggendola a salire le scale e mentre avanza gradino per gradino Andrej con le dita di una mano la penetra sia davanti che dietro, arrivati in camera la mettono seduta sul bordo del letto e afferrandola per i capelli la obbligano a spampinarli, i loro membri son tornati più virili di prima, la adagiano su un fianco e Nicolaj si pone davanti a lei a torna a chiavarla, la posizione è un po’ scomoda di fianco quindi se la gira di sopra e la sballotta come un forsennato, Andrej mi chiede di andare a trovare qualcosa che lubrifichi, nel bagno trovo il gel apposito che uso quando scopo mia moglie nel culo, glielo porgo e ne passa una gran quantità tra le chiappe di Ornella, poi con due dita gli distende lo sfintere e quando si rende conto che è ben rilassato sale su e indirizzando la verga la affonda nelle sue viscere, Ornella grida dal dolore, con quella doppia presa la stanno quasi devastando, ma loro due continuano imperterriti, Ornella da grande troia la quale da tempo è diventata non impiega molto ad adattarsi alla nuova situazione e si gode qualche altro orgasmo mentre prima Andrej e dopo Nicolaj raggiungono anche loro il secondo orgasmo liberando i residui di sborra ancora rimanenti, se ne escono, raccolgono i loro vestiti mi salutano e se ne vanno, Andrej si ferma sull’uscio:
Andrej: grazie per la bella serata, adesso noi lasciarla tutta a te, sappila accontentare, noi penso essere riusciti a farlo.
E ci sono riusciti per davvero, Ornella anche se un po’ dolorante è l’espressione della felicità, ha un viso raggiunte buttata su quel letto, allunga le braccia verso di me, vuole essere abbracciata, io lo faccio volentieri poi:
Ornella: dai adesso scopami tu, loro son stati duri e cruenti, con te voglio fare l’amore;
Io: anche io voglio fare l’amore, ma ti voglio più sobria, voglio che capisci che ti amo e non che ti scopo come hanno fatto Andrej ed il nipote, quindi andiamo giù in giardino a fare una doccia fresca che ti faccia ritornare in te.
La copro con un accappatoio e l’aiuto a scendere in giardino, ci infiliamo sotto la doccia e faccio arrivare l’acqua calda, ci insaponiamo e ci sciacquiamo, poi lentamente miscelo l’acqua per farla arrivare diventare tiepida, giro ancora un pò la manopola e piano piano l’acqua diventa fresca, i suoi capezzoli diventano turgidi , Ornella sta ritornando in sé, saltiamo fuori dalla doccia e ce ne risaliamo in camera da letto, ci mettiamo sotto la copertina e ci abbracciamo come due innamorati stuzzicandoci a vicenda e quando entrambi raggiungiamo il più alto grado di eccitazione la penetro unendoci in un amplesso che sa di amore e non ha niente a che vedere con le torture subite solo poco prima, ci addormentiamo abbracciati e così ci trova l’alba successiva.
Facciamo colazione, invito la mia splendida sorellina a rimanere con me per questo altro giorno, lei mi ringrazia, ma gli impegni trascurati il giorno prima attendono di essere evasi,saluta, mi da un bacio e sparisce dietro al cancelletto.
Io: pronto;
Mia moglie: poltrone, sei ancora a letto? Non dirmi che il tempo è brutto da te!;
Lancio uno sguardo fuori dalla tapparella:
Io: no, no, è una magnifica giornata, ma stanotte ho dormito poco, un fastidioso mal di pancia, mi avrà fatto male la pizza che ho comprato ieri sera, ma adesso è passato tranquilla;
Mia moglie: mi dispiace, mangia leggero oggi, vedrai cheti riprendi subito, ti volevo chiedere, ti dispiace se rimango qua a Roma con nostra figlia per altri due giorni? Sai il tempo è bello, lei deve riorganizzare la casa nuova e ha bisogno di una mano;
Io: figurati, tranquilla, qua me la posso cavare da solo, allora ti consiglio di non scendere con il pullman, dimmi quando vuoi rientrare che ti prenoto il volo in aereo;
Mia moglie: sapevo che non mi avresti detto di no, sei un tesoro, per il rientro vedi un po’ tu, io devo essere giù per il 4 di settembre, trova un volo che non costi tanto;
Io: ok amore, me la sbrigo io e ti faccio sapere, divertiti se puoi, io intanto approfitto per trascorrere una giornata al mare a crogiolarmi sotto il sole, anche perché dopodomani sono di turno al lavoro, un bacione;
Mia moglie: un bacione anche a te, quanto ti invidio.
Mi alzo, preparò il caffè, e faccio colazione, un telo mare, una bottiglia d’acqua, sigarette e via sulla spiaggia.
La giornata si presenta caldissima, trovo un luogo appartato e mi sdraio al sole, nella mente le scopate della notte passata con Bruna, mi assopisco pure, troppo caldo, faccio un bagno tonificante, intanto ha fatto la sua comparsa qualche ombrellone qua e la, qualche bel culo prende il sole, una signora lo prende con le tette al vento, non è male e la cosa risulta molto eccitante, il tempo scorre, passate le 13 in tanti vanno via, si ristabilisce un po’ di privacy, fa troppo caldo e mi appisolo sotto l’ombrellone al fresco, dormo per almeno un’oretta, sono svegliato dagli schiamazzi che arrivano da un ombrellone, mi stropiccio gli occhi per mettere un po’ a fuoco la vista e colgo nella combriccola il corpo di una ragazzina che è la perfezione della donna, forse non arriva alla maggiore età ma è favolosa, il resto del gruppo è composto da tre uomini, osservo un po’ meglio e vedo che uno dei tre è Andrej il mio amico rumeno che ha fatto i lavori di ristrutturazione a casa al mare, quasi contemporaneamente ci riconosciamo e ci facciamo cenno con la mano, mi alzo e lo raggiungo sotto il suo ombrellone:
Io: ciao Andrej, come và;
Andrej: bene Arturo, son tornato da tre giorni dalla Romania, sono andato a trovare i miei e adesso rieccomi qua;
Ci raccontiamo un pò dell’estate che sta finendo, poi con la testa gli faccio cenno indicando la ragazza, lui mi fissa e perentorio mi dice:
Andrej: scordatela, è la fidanzata di mio nipote quel ragazzo che adesso è in acqua, lo so che è una gran figa, ma non si tocca, altrimenti me la sarei già fatta, piuttosto perché non vedi se puoi organizzare qualcosa con tua sorella, è più di un mese che non faccio una sana scopata.
La richiesta mi prende quasi di sorpresa, non è facile organizzare la cosa su due piedi, mia sorella Ornella abita a 60 chilometri di distanza, non la sento da diversi giorni, però la situazione con mia moglie fuori è molto intrigante, faccio cenno ad Andrej che proverò ad organizzare qualcosa ma senza promettere nulla.
Telefono immediatamente a mia sorella:
Ornella: hei fratellone come và? Certo che quando hai tua moglie tra le palle ti eclissi, non mi degni nemmeno di una chiamata;
Io: perdonami Orny, hai ragione, purtroppo non riesco a muovermi, del resto appena avuta la possibilità ti ho chiamato e abbiamo trascorso un bel momento a casa mia in paese:
Ornella: vero, ei perdonato, come ti và adesso? Quando risalite in paese con la mia cognatina?
Io: giusto di questo ti volevo parlare, lei è partita con nostra figlia e si intrattiene per qualche giorno a Roma, ho la casetta al mare libera e tutta a nostra disposizione, non è che riesci ad organizzarti per venire a passare una seratina coi fiocchi?
Ornella: e quando?
Io: anche stasera stessa se vuoi;
Ornella: mica facile organizzarmi così su due piedi, posso provare a liberarmi, ti faccio sapere tra un paio d’ore;
Io: bene, aspetto la tua chiamata, son sicuro che qualcosa ti inventi, e se ci riesci vedrai che bella sorpresa che ti farò trovare;
Ornella: se mi parli di sorpresa mi incuriosisci e mi stuzzichi, farò il possibile. Ciaoooooo.
Il sasso nello stagno l’ho buttato, torno da Andrej, gli comunico che ho cercato di organizzare, e di aspettare la mia eventuale chiamata.
Raccolgo le mie robe e risalgo verso casa.
La risposta di Ornella non si fa aspettare a lungo:
Ornella: fratellone, ok, riesco a venire ma non prima delle 21, può andare bene?
Io: magnificamente, ceniamo insieme, provvedo io, una sola avvertenza, lascia la macchina in qualche traversa vicina e vieni a casa a piedi;
Ornella: prudente eh? Ok, farò come tu consigli.
Immediatamente richiamo Andrej:
Io: Andrej organizzato per stasera, verso le 20 vieni a casa;
Andrej: ottimo non mancherò.
Raccomando anche a lui di arrivare a casa a piedi e me ne scendo al borgo a fare un po’ di spesa, ho voglia di mangiare a base di pesce e tanto vino bianco ghiacciato.
Sono tutto eccitato, già pregusto la serata che si prospetta, alle 19 mi metto ai fornelli, preparo il sugo occorrente per fare spaghettoni ai frutti di mare, per secondo ho preso un’abbondante frittura mista, frutta e dolce.
Alle 20 puntuale si presenta Andrej, è tutto raggiante, mi da una mano ai fornelli per la rifinitura della cena, rimane da friggere solo il pesce, ma sarà fatto all’ultimo momento, ci sediamo a rilassarci e beviamo un prosecco fresco, noto in Andrej un certo nervosismo, chiedo se va tutto bene e lui dice di si, ma il nervosismo non accenna a diminuire, alla fine non resiste più e parla:
Andrej: senti Arturo c’è un problemino, per raggiungerti siccome come sai io non avere macchina mi sono fatto accompagnare da mio nipote, adesso lui aspettare in macchina, tu cosa dire? Farlo andare via e poi ritornare a prendere me?
Io: scusami Andrej, io non so che ora facciamo questa notte, se tu dici che a qualsiasi ora lo richiami e torna a prenderti fallo rientrare, non so che dirti.
Andrej: aspetta che io chiamare lui e vedere cosa dice.
Si allontana un po’ e in ucraino confabula al telefono con il nipote, poi ritorna da me:
Andrej: dice che preferisce aspettare in macchina, ha paura di dovere alzarsi nella notte per tornare e rovinare suo dormire;
Io: senti, io non so cosa dirti, fallo venire qua, cena con noi e magari dopo se ne va in macchina ad aspettarti, non so nemmeno come prende la cosa Ornella, rischiamo di rovinare tutto, ma non possiamo fare diversamente.
Così Andrej esce di nuovo e ritorna con il nipote, me lo presenta, è un bel ragazzo di 22 anni, parla a stento un italiano arruffato, si chiama Nicolaj. Gli offro qualcosa da bere.
Alle 20,45 squilla il telefono:
Ornella: fratellone, un quarto d’ora e sono da te.
Chiude senza darmi nemmeno il tempo di rispondergli.
Un quarto dora di orologio e Ornella è davanti al mio cancello, gli vado incontro, entra, la ammiro e ci diamo un bacio di benvenuto, mi chiudo il cancello alle spalle e tenendola per una mano la faccio volteggiare, è splendida, indossa una gonna leggerissima, larga e trasparente che lascia intravedere le fattezze del suo corpo, una camicetta anch’essa trasparente che mette in evidenza il reggiseno scollatissimo e tutto il suo contenuto, attraversiamo il giardino e scendiamo sul portico dove è allestita la tavola per la cena, Ornella scorge Andrej e gli lancia un occhiolino, poi nota la presenza di Nicolaj, si volta verso di me e mi lancia uno sguardo interrogativo come a chiedermi “E questo?”, io gli faccio cenno di stare tranquilla, gli presento Nicolaj che se la mangia con gli occhi, scambiamo quattro chiacchiere, ci accomodiamo al tavolo e gli verso un prosecco, Ornella arriccia il naso e lo beve, tra una battuta e l’altra propongo di buttare la pasta e mettere su la frittura mista, e per tranquillizzare Ornella esclamo:
Io: ceniamo che poi Nicolaj deve andare via;
Ornella: come mai?
Io: ha un impegno domattina e deve alzarsi presto.
Mentre io e Andrej armeggiamo con i fornelli, Ornella e Nicolaj attendono seduti al tavolo, Ornella da curiosa per come è lo tempesta di domande, Nicolaj poverino con il suo scarso italiano cerca di rispondergli.
La cena è pronta, ci mettiamo a tavola, iniziamo con un antipasto comprato di quelli pronti che non dispiace per il prezzo che è stato pagato, e si inizia a versare un bel vinello bianco appena tolto dal freezer, più si va avanti con la cena più gli animi si sciolgono, Andrej che è di fianco ad Ornella la pompa abbondantemente con il vino, più lei cerca di rifiutare dicendo che non lo regge più Andrej gliene versa, il nipote se lo versa da solo senza misura (va da se che questi rumeni bevono tanto, se poi è gratis non conoscono vergogna), finita la spaghettata Ornella comincia a mostrare i primi segni dell’ebbrezza alcoolica, passati alla frittura Andrej comincia ad imboccarla come i bambini e lei come una scema ci stà, Nicolaj osserva attonito queste scene, continuiamo a consumare la frittura, Andrej versa sempre vino, oramai le bottiglie vuote non si contano, io sono quello che si sta mantenendo più sobrio, ad un certo punto Andrej infila una mano sotto la gonna di Ornella e la accarezza tra le mutandine, Ornella si mette a ridere, la frittura è quasi finita, Andrej prende Ornella e se la mette seduta sulle gambe, poi prende una mano di Nicolaj e gliela fa appoggiare sopra una coscia, a quel punto capisco che la serata sta prendendo una brutta piega, quindi esclamo:
Io: dai, sbarattiamo la tavola, si è fatto un po’ tardi e Nicolaj deve andare via;
Ornella oramai sotto i fumi dell’alcool e con voce biascicata ribatte:
Ornella: dai perché lo mandi via? Poverino lascialo stare ancora un po’, si regolerà lui quando andare via e se vuole andare via;
Andrej: si Arturo tu lasciare perdere Nicolaj, se volere rientrare a casa decidere lui;
Io: è meglio se va via subito.
Andrej si alza barcollante e con tono minaccioso puntandomi un dito davanti alla faccia esclama:
Andrej: Nicolaj rimanere a divertirsi con noi questa sera e tu non rompere cazzo.
Ornella guarda Andrej con faccia compiaciuta e ammirata, sorride sorniona e con occhi da grande troia, Andrej se la rimette sulle gambe e comincia ad accarezzarla tra le cosce, Nicolaj stavolta senza essere invitato da suo zio si associa alle carezze, Ornella sposta il capo verso dietro mandando i capelli di lato porgendo il collo ad Andrej il quale invitato languidamente lo bacia. Andrej invita Ornella a spostarsi dentro la fa stendere sul divano e comincia a spogliarla poi si rivolge al nipote:
Andrej: Nicolaj, tu aiutare Arturo a liberare tavolo perché servire libero.
Cosa avrà in mente questo pazzo mi domando, e comunque a vederlo così incazzato immediatamente con l’aiuto di Nicolaj liberiamo il tavolo dalle vettovaglie e le portiamo in cucina, intanto sul divano Andrej si sta limonando Ornella alla grande, la troia ubriaca lo incita a fare sempre di più, lui gli ha già piazzato la verga in bocca e si sta facendo spampinare, all’improvviso interrompe il tutto, viene sotto il portico e ordina:
Andrej: adesso ci divertire tutti ma a modo mio, Arturo vedi di trovare due pezzi di corda.
Io cerco di far finta di non averne a portata di mano:
Andrej: ti conviene trovarla, altrimenti io sapere dove sta nel ripostiglio il fil di ferro e per te essere molto più doloroso.
Non avendo scelta e non potendo contraddire questo pazzo vado a tagliare le corde di un’amaca nel giardino recuperandone qualche metro portandogliela, egli chiama Ornella e la fa stendere sul tavolo, poi facendosi aiutare dal nipote la adagia sul tavolo legandogli polsi e caviglie e ancorandole ai quattro piedi del tavolo, Ornella dall’alcool ingerito nemmeno si rende conto di che gioco perverso i due stanno architettando, finita di legarla si avvicinano entrambi minacciosi verso di me, cerco di fermarli ma mi conviene accondiscendere alle loro intenzioni, mi legano i polsi mi fanno allargare le braccia e mi legano al muretto fatto di mattoni a vespaio che delimita il mio giardino dal vicino, quindi ritornano da Ornella e inizia il rito sacrificale, la preparano ben bene con baci, carezze e palpeggiamenti in ogni dove, gli strizzano i capezzoli fino a farla gridare da dolore, io assisto impotente alla scena, non riesco nemmeno ad eccitarmi di fronte a queste scene di puro sadismo, Ornella ha le gambe divaricate e a turno i due energumeni si accoppiano con lei, lei dal canto suo è solo in una posizione scomoda ma gradisce e di buongusto pure quella situazione, due mandrilli che ti stantuffano alternandosi senza darti tregua non sono cosa da poco, la fanno godere in tutti i modi, con le dita, con le loro aste, la lubrificano con dell’olio e infilano le dita nello sfintere, poi a turno eiaculano dentro di lei, non ancora domi la liberano dalle corde a la appoggiano al tavolo alla pecorina, la violano in tutti i modi, si eccitano di nuovo e prendono a sodomizzarla, Ornella è ubriaca e non ha la forza di reagire anzi, li stimola ulteriormente sfidandoli, Andrej capisce che la tortura riservata a me è durata già troppo, quindi mi slega invitandomi ad unirmi ai loro giochi, il sentirmi libero scatena in me la passione e l’eccitazione arriva istantaneamente, Ornella è bella e pronta, mi appoggio dietro e la penetro in vagina mentre i due soggetti la tengono ferma e alternandosi su un lato gli fanno prendere i membri in bocca, Ornella mugola e ciuccia avidamente quei pezzi di carne, io al culmine della goduria svuoto le palle dentro di lei.
Pensavo a quel punto di ritenere chiusa la serata, sbagliavo, Andrej propone di salire in camera da letto per continuare il sollazzo, aiutiamo Ornella sorreggendola a salire le scale e mentre avanza gradino per gradino Andrej con le dita di una mano la penetra sia davanti che dietro, arrivati in camera la mettono seduta sul bordo del letto e afferrandola per i capelli la obbligano a spampinarli, i loro membri son tornati più virili di prima, la adagiano su un fianco e Nicolaj si pone davanti a lei a torna a chiavarla, la posizione è un po’ scomoda di fianco quindi se la gira di sopra e la sballotta come un forsennato, Andrej mi chiede di andare a trovare qualcosa che lubrifichi, nel bagno trovo il gel apposito che uso quando scopo mia moglie nel culo, glielo porgo e ne passa una gran quantità tra le chiappe di Ornella, poi con due dita gli distende lo sfintere e quando si rende conto che è ben rilassato sale su e indirizzando la verga la affonda nelle sue viscere, Ornella grida dal dolore, con quella doppia presa la stanno quasi devastando, ma loro due continuano imperterriti, Ornella da grande troia la quale da tempo è diventata non impiega molto ad adattarsi alla nuova situazione e si gode qualche altro orgasmo mentre prima Andrej e dopo Nicolaj raggiungono anche loro il secondo orgasmo liberando i residui di sborra ancora rimanenti, se ne escono, raccolgono i loro vestiti mi salutano e se ne vanno, Andrej si ferma sull’uscio:
Andrej: grazie per la bella serata, adesso noi lasciarla tutta a te, sappila accontentare, noi penso essere riusciti a farlo.
E ci sono riusciti per davvero, Ornella anche se un po’ dolorante è l’espressione della felicità, ha un viso raggiunte buttata su quel letto, allunga le braccia verso di me, vuole essere abbracciata, io lo faccio volentieri poi:
Ornella: dai adesso scopami tu, loro son stati duri e cruenti, con te voglio fare l’amore;
Io: anche io voglio fare l’amore, ma ti voglio più sobria, voglio che capisci che ti amo e non che ti scopo come hanno fatto Andrej ed il nipote, quindi andiamo giù in giardino a fare una doccia fresca che ti faccia ritornare in te.
La copro con un accappatoio e l’aiuto a scendere in giardino, ci infiliamo sotto la doccia e faccio arrivare l’acqua calda, ci insaponiamo e ci sciacquiamo, poi lentamente miscelo l’acqua per farla arrivare diventare tiepida, giro ancora un pò la manopola e piano piano l’acqua diventa fresca, i suoi capezzoli diventano turgidi , Ornella sta ritornando in sé, saltiamo fuori dalla doccia e ce ne risaliamo in camera da letto, ci mettiamo sotto la copertina e ci abbracciamo come due innamorati stuzzicandoci a vicenda e quando entrambi raggiungiamo il più alto grado di eccitazione la penetro unendoci in un amplesso che sa di amore e non ha niente a che vedere con le torture subite solo poco prima, ci addormentiamo abbracciati e così ci trova l’alba successiva.
Facciamo colazione, invito la mia splendida sorellina a rimanere con me per questo altro giorno, lei mi ringrazia, ma gli impegni trascurati il giorno prima attendono di essere evasi,saluta, mi da un bacio e sparisce dietro al cancelletto.
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